Posts Tagged ‘Nightmare’

San Valentino è morto!


15 Feb

San Valentino è morto e io, scoccata la mezzanotte, son stato illuminato: “Valentine’s Day” di Springtseen è una canzone per misantropi, come me…

… quindi, ho affisso tale strofa a tutte le scrofe, solfeggiando di peti cosmici nel brindare il mio licantropo, originatosi nel plenilunio da beato alien(at)o, in grazia di Dio che, ricordiamolo, era un figlio di puttana come nessun altro, essendo l’Altissimo fattosi carne incestuosa ma castrata del figlio avuto d’inseminazione “stellare” per la Madonna vostra pregante in rispettoso silenzio. E io dovrei credere a un puttaniere del genere (dis)umano?
Sì, infatti voi siete “credenti” e avete creato la vostra società (s)porca a immagine e somiglianza.
Sapete, ho letto libri a migliaia e viaggiai già oltre la coscienza vostra “ludica” quando ancora giocavo con la tua “bambolina”, strappandole il cuoricino da cagna. Il mio nome è peluche. Quindi, irredento ma diabolicamente ridente, sguaiato accavallo le gambe, mostrando la cerniera aperta in “segno” di “Oh, Cristo, per carità”. Fatevi la via crucis. Molte donne me(n)dicano il mio giovial uccellino canterino ma io faccio del “pene” solo alla mia volontà, inedia disarmante da masturbatorio ars “amandomi”.
Lo uso a maniera d’arnese, appuntito come una baionetta in tempi bellicosi e bello sbandierato “bianco” fra un cioccolato fondente e la merda dell’esser stronzo, in quanto Dio fottendovi al tiramisù.
Ecco la mia par(ab)ola, qui volevo andar a parare. Nel tuo culo. Del tuo parere giudicante, me ne fotto tanto, non sono un santo. Se andrai su tutte le furie, io sono la cur(i)a.
No, nessun miracolo, come potete constatare, anziché rabbonirmi e addolcirmi di zuccherini, baci “affoga(n)ti” e messaggini d’amorucoli…, meglio le rucole e le mie rughe “al pesto” comunque, protendo sempre verso le notti malinconicamente “procaci”, opacizzate dall’aurora dei morti, che siete voi, illusi di viver fra cosce e zanzare.
Io rabbuio, e tu abbaierai, latrando il mio nome, quando ti scannerò di molta bua come un bue. No, non sono un buono, adoro i bovari se, assieme a me, mietono il grano? No, le granate di tale insegnamento: tu, sanguisuga, volesti mungere e d’ora in poi piangerai sul latte versato.
In remissione dei peccati. Sono vomitevole? Può darsi. Ora, m’“inclino” a un tonante tuono di “tromba”, in onore di me, signore d’ogni flatulenza. Meglio dei fetenti.
Sì, sono l’untore e vi scovo, scopatori pusillanimi, sono il refugium peccatorum che v’annusa, vi stana e vi scaccola da ogni lercia sconcezza in quanto io incarnato alla punitrice impudicizia dell’universale pulizia.
Geme(re)te, afflitti dalle vostre ipocrisie, roteando fra pantofole, cuscin(ett)i e telecomandi a mo’ di ammonimento dall’ammazzarvi domesticamente ma io, giammai addomesticato, non esisto e dunque m’infilo “astratto” dentro le lenzuola con far “solleticante” da Nightmare.
Canticchiando tal annunciato leitmotiv in loop, in lupo…

Dicono che se muori nei tuoi sogni
muori davvero nel tuo letto
ma dolcezza, la scorsa notte ho sognato

che i miei occhi si rovesciavano all’indietro

e la luce di Dio giungeva a illuminare tutto
mi sono svegliato nell’oscurità
spaventato e ansimante come un neonato
non era il letto freddo del fiume
che sentivo scorrere sopra di me
non era l’amarezza di un sogno
che non era diventato realtà
non era il vento nei campi grigi
che sentivo passare tra le mie braccia
no, no piccola eri tu
perciò stringimi forte dolcezza
dimmi che sarai per sempre mia
e dimmi che sarai la mia unica Valentina


In verità vi dico che Bruce Springsteen è uno che ha capito tutto. Vi rifilò tale puttan(at)a per parrucchiere da “Uomini e donne”, incassando soldi a “voluttà”, alla facciaccia dei “dott(or)i” che, da “sposati”, van nel fine settimana con l’Escort di Zio Carmine in quel della cascina “oscura” e delle cretine che lo seguono, leccando la ban(d)ana.

Sempre meglio degli U2.

Già, stanotte ho preso la mia macchina e sono andato a “festeggiare”. Entrato nel locale, tutti si son ammutoliti. Perché sapevano che dai baci sarebbero finiti nei loculi.

Io inculo.

Così sia scritto, così siate uccisi.

Parola di nostro Signore, pater noster, qui es incudine.

 

Batman non è Giorgio Pasotti


08 Feb

Ecco la mia intervista a “seScrivendo”, in merito alla presentazione della mia ultima opera letteraria. Munendomi di videocamera Sony, “sonnecchiandola” nel montaggio frusciante, “videodromizzando” nell’“etere” della televisione sintonizzata ai sogni, incubi e “incubatrice” al Babau Freddy Krueger, mito inossidabile dallo “sfregiato” Cuor angelico, cari sfigati, il sottoscritto vi narra di tal avventura, arcuato nell’arder chi non è poeta ed elevando la sua mistica a modello inarrivabile di sublime vetta e vita

Prefaction del “factotum”, odio le fiction, meglio l’azione in Lei per le “levitazioni” 

Fratelli della congrega, uniti in sacro raccoglimento, so che pregate, avviliti da vite avvitate e che, purtroppo, non si schiodano. Scordatevi delle vetuste “adultità”, stracolme di falsi valori ma solo argille di terracottissima che io plasmo, levigandola nella mia visione sensibile al tatto e alla giovialità, disinvolta mentre la massa s’involve e d’involtini s’ingozza. Con occhi strabuzzati, si “(de)concentrano” sulle rotonde forme “concentriche”, accerchian il gentil sesso per concupirne, ma sol di “Grazie, no prego” vengon freddamente serviti, sebben sian stati servili affinché, sfruttata, ne “usufruisse” per frutti rancidi dell’amor prostituito!

Applauso!

Io vi dico che il peggio è passato e il Futur è ancor da sgomitare se vorrete non più volare nelle “viole”. Rose offrite alle rosse di capelli ma spelacchiati non siete più lupi-volpini ma ora patetici che regalate diamanti e rubini per “rubarvela” in barba ai barboni, e altresì assetati col miraggio poco raggiante, solamente senza Sole assiderati.
“Asinate” fra ripicche e “sgattaiolate”, picconate il debole, anelando che s’impicchi in quanto non allineato a chi, spo(s)sato, d’a(g)nello prima si fidanzerà e poi non danza i balli d’una volta. Forse, fu un bullo, almeno c’era del burro(ne) da bovino fra le vigne.

Di mio, indosso pantaloni vellutati di lino non sintetico, in quanto “prolisso” nel cavallo senza “stress”. Sono un boxerche non “lo” strozza ma, frizzante, è rizzo nell’effervescenza senza diagnosi scientifiche però a “sentirla” per di più con sentimento e mente, poiché non mento a nessuna ed ella è “centomila” nelle mie mille miglia-mitragliatore-gladiatorio, torello ancor prima del mio verginello. Sì, ancelle, son l’arrotino per lo “sfilatino” e poi mi defilo pur “seg-n-ando”.

Eh già, son secante e croccante come la pizzetta nei pizzetti, intesi sia come barbina “tessile” e anche come calze per le quali, assiduo, le “assillo” negli amplessi come agli asili nel suo nido “infantile” eppur fantina per me “furfantone”. No, un fatto come voi, io le faccio.
E combino per le feste.

Ella si snoda, “non fa una piega” e io, di grinze, grintosissimo, arrossisco per alt(e)re “paonazze” amanti puma nel piumone di limoni e “noce di cocco” scimmiesca ché tanto piace alle donne quando abbina il petto glabro all’orgasmo “villoso”.

Coitus interruptus con tanto di mio rutto non “pubblicitario” alle puberali che adorano il “pupine”, anche i pompini


La questione “Giorgio Pasotti” della nostra “bella” society italiota

Prefazione con tanto di sberleffo e anche “sberle” alle belline. Si sa, la “bona” cerca il bue, meglio se pettinato su “espressività” da cotone idrofilo al finissimo d’ovattare per i suoi ovuli in ebollizione, da ragazzetta in calore in cerca di cazzetti formato “(ro)manzetto” della romanticheria “Harmony” nel Cremonini

Perché non si può essere schietti? Dovrei forse infiacchirmi e sfacchinare, “assottigliando” le mie sottili provocazioni per aderire a una “socialità” che ripudio di pu(e)r(il) stile con tanto di postille lilla e pastiglie a sedare i “sederoni?”. Son “fiacco”, batto la mia fiaschetta e, ubriaco, son fradicio solo di fischiettare. No, con (ig)nobile “Me ne fotto”, porto avanti la mia guerra, che sembrerà sfigata alle fighelle e a coloro i quali, di pompini, “la” spomperanno, recandosi assieme a codesta trattoria, “Troie nel marpione come il Trota”, situata nei (ci)pressi di un’altra tavola “calda” ancor più da me infamata, ma per costoro, invece, circolo “famosissimo” quanto di “fame sessuale” ubicato in via Prosciutto n. 6 sei una formaggina.

Vengo “zuccherato” da una bischera, come direbbero in Toscana. Sì, un’aspirante attrice (credo, a “vederla” miscredente anche così “brillantona”, che aspiri “altri” da i-n-spirare…), di nome Marianna, mi lancia segnali di “sete” alquanto ambigui, facilmente (eh sì, è una “facilona”) ascrivibili alla teoria “femminista” da me ribattezzata (già, son quasi tutte delle battone “benedette”) “Mangia come parli ma, data che la tua bocca è sempre piena di datteri, sputa e basta, puttana”.

Costei tiene a precisare nella sua “Descrizione” che è “Donna” con la D di Domossola. Infatti, la sua “ruota della fortuna” saluta il Bongiorno ogni dì, poiché, notturni, lì tutti le “entrano” in men che non si dica.

Mi “sbertuccia” e io sto al “giogo”, scimmiottando il figlio di Adriano Celentano, nel Bingo Bongo su segni particolaribellissimo”. Sì, son un Uomo che mugugna peloso con lei, l’Ornella Muti di turno (e di torchio) che prova a zittirmi, nel tentativo “castigante” della sua “castità” urlatrice da “leonessa” fra le “barre” di cioccolatino. Una gattina con gli “artigli” che divora “uomini “alla Kit Kat, famosa marca del suo “marchio” di fabbrica. Qui, Wily Wonka non c’“entra”.
Be’, dinanzi a queste mentecatte che “belano”, divento Gene Wilder, versione non guardarmi: non ti sento.
E anche Johnny Depp di Blow.
Più che esserle potente, privilegio la mia onnipotenza e, più che farmela, preferisco il mio percorso di “disfatta”. Voglio garantirmi la privacy della mia anima e non “condividerlo” nello sgranchirla-sgranocchiarla. Tal “gnocchetta” solo me lo taglierebbe fra porcini sulle tagliatelle e il suo intimo privé a “privarmelo” subito. Sì, una così prima ti sprona poi ti rende un “provato”.

Meglio la mia proprietà privata. Nel mio giardino, coltivato di rose fresche, spingo sulle mie spine e queste qui le respingerò all’interno dell’erbaccia. Col mio pesticida su pestaggi alla Bob De Niro goodfella. A queste femminucce, appaio come un insetto-lombrico. Sì, penetro solo nei buchi del bucolico mentre i suoi ragazzi, da tanti cazzotti, si “bucano” appassionatamente di siringhe, mai “stringate” ma a “strangolarle” da golosoni eroinomani sulla ninfomane “erotica”, con tanto di meringa “esplosiva” del motto “Fica con la vaniglia”.

Marianna è una fan (se ne “affannerebbe”) di Giorgio Pasotti. Pasotti, l’ideale “dolce” d’ogni donnettta “coccolante” e “seducente” di collants per “ingollarselo”.

– Davvero ti piace Giorgio? Come fa a piacerti un idiota del genere?
– Ah ah (risatina “retorica” che sta a significare “Sei un coglionazzo”).
– Perché ridacchi?
– Ah ah (doppia “dose” di presa per il culo dall’implicito messaggino “Ci sei e non mi farai”).
– Guarda che Giorgio è il peggio della recitazione. Fra l’altro, potresti trovarlo e in-troie-ttartelo, quando s’assenta dal “lavoro” alla bettola più “ciabattaia” di Bolzano, “Il bergamasco è gran maschio che allude per la lupacchiotta”.
– Ah sai, eh eh. Giorgio è volgare, si presenta male, ha la panza, è grasso, e aggiungerei anche nano e calvo. Ah ah, Stefano mio!
– D’uno come Giorgio, non so come tu (s)possa “fartene”.
– Vaffanculo, pirla.

Silenzio “imbarazzante” di 3 secondi, pugno avventatissimo contro la sua faccia “a ventosa” e vetrata “sfondata”.

Il suo traumatologico è frattura(to). Affranta.

Ora, la questione è questa:

ciao, con me è impossibile andare d’accordo. Son un bellone che tende all’astrazione e disprezza i “bellissimi”, anche se sono accostabile a Keanu-Steve Reeves, in quanto similarmente “mascella muscolosa” solo di occhi per ancelle a cui poi lancio l’occhiata del “Guarda che non sono Donnie Brasco, bensì Lefty RuggieroPacino avvocatesco e diavolissimo nell’arrabbiata, sono insomma una mano senza la morta da cascamorto, ché incorruttibile, poiché Lucifero senza luccioline”.
Oggi, va di moda Pasotti. Possiede un sorrisetto, un ciuffino, forse un uccell’ che mi pare sul diminutivo, da effeminare di vezzeggiativi “Bonazzo, ecco, ti sbatto la Lavazza”.
Sì, di mio sono fuori dalle competizioni. Guido un treno che de-raglia, asciuga i binari nella tormenta, succhiando le rotaie mentre canto “Aria era donna d’oro, adesso è matronissima, evviva il mio maccherone!”.

Di s-contro, sono insopportabile. Uso calzini arancioni a mo’ di faccia camuffata nella Pippi lunghe” e non le “pilucco”. Son ragazze discole che ascoltano i dischi di Massimo Giletti. Ah, non lo sai? Massimuccio, prima di fare il marpione, era romantico cantante che partorìva “hit” celebrissime come il suo “must” da “mastino”: “Ove la cicogna va, lasciala mettere il becchino”, canzone di “DO””minore a quelle che ingravidava col suo volto da cadavere ambulante.

Ora, Marianna fa rima con panna. E i capelli tuoi neri si sposerebbero col colore dell’acme d’ogni virilità congiunta e untissima? No, guarda che gli imbianchini son uomini di grande pennello.

In poche parole, l’Italia è un “paese” di “artisti, poeti e navigatori”. Sì, tali e quali a Marco Polo in canottiera che guida una Wolkswagen. Insomma, scattano delle Polaroid ma son di polistirolo.

– Dai Marianna, non pensi che Depp Johnny sia un tantino più spiccato come attore? Si può esser belli conservando un talento straordinario.
– Johnny Depp, diciamo, è indubbiamente un mostro sacro ma ha una psicologia troppo femminile per i miei gusti.
– Diciamo soprattutto che è meno “manipolabile”.
– Che vorresti dire?
– Ho detto tutto. Scaricati le canzoncine e scalpita scalza, accaldati anche se vuoi, da me riceverai solo un “calzone” Mexico, ripieno di piccante senza salame affumicato.
Ora, togliti dalle palle, se no ti (s)monto.

Annotazione a piè di pagina

Ora, son un po’ incazzato ma non troppo. Quelli di Albatros m’avevan lasciato il promemoria, come da mio “proclama” dell’“evento”, con su scritto “Ore 19, in punto”. Avevo selezionato l’orario della REC sul decoder una decina di minuti prima che “partisse/i”, della serie “Non si sa mai, non è che la trasmetteranno domani?”. Infatti, uh uh, fumacchio una sigaretta scacciapensieri e, come un “napulitano” da “Che Dio me l’abbia fatta venir bona”, accendo la tele e il programma era già ampiamente iniziato. Floris, il presentatore, sta dando “i consigli per gli acquisti” alla Costanzo, io temo che la mia intervista sia già (oltre)passata. Come accade per i programmi locali, appare solo uno stacchetto con musichetta, quindi immediato, istantaneo primo piano su Floris e, “in basso con sovrana.espressione”, la mia opera che “campeggia” di copertina-miniatura. Mi lancio sul divano, afferro il telecomando, “pastrocchio” col pollice imbranato su anulare.mignolo, poi spingo precipitosamente su “Ok, cazzo alla svelta, registra, spingi”. Ho perso una decina di secondi. Superflui, anche perché non ero stato ancora inquadrato. Il resto è (s)venuto. Ora, per ragioni “contrattuali”, non posso diffondere la registrazione della messa in onda. Ma il Falotico ne sa una più del Diavolo. Munito di videocamera Sony, filmai proprio “videodrome”  conzoomate sul catodico e modifiche (tras)colorate “all’interno a penetrarla docilmente”, caricherò/ai il video oculatamente (mal) “trattato e lo inserirò/ii nel mio canale su (inter)zona “Nascosto”. Dando poi il link, “hide & seek” solo ai miei amici, di cui naturalmente tu fai parte in primissima linea. Ecco, è stata la prima volta, dopo molti “autoesili” nonostante i miei “castelli”, ammettiamolo, che mi son cimentato dinanzi a delle videocamere, dirimpetto a “navigati” e a una perturbante “tavola rotonda” zeppa e condita, reconditissima, dei colleghi smaniosi a “perquisirmi” dentro l’anima affinché inceppassi. Trascurando qualche incertezza e un finale ove, sinceramente, ho un po” “arrangiato”, direi che posso promuovermi.

Riflessione conciliata sebben non concederà tregua a chi non concesse, essendo lor dei cessi, il mio dono a “donarglielo” con tanto che ragliassero pure

Penso mentre altra gente è in pena, non solo per me. Ah, dipendono dal cavo e non ne cavano neanche un “cavarsela”. Ma par che “scopano” (di scopino?) anche si son già scavati la fossa.

Medito sulle mie dita, mi stiro, infatti sono l’acciaio Inox Iron Man, vado in cucina, le vostre uova son cotte come le uve che volete ma sol violenti vi violentate di fritte patatin patonzone stronze.

Penso a me preso nel mezzo, alla necessità e agli inganni, anche ai cannelloni fumanti, e son un fiume in piena d’acqua Ferrarelle nel mio ferr(e)o non transigere poiché esigo.
Esigo il Ferrero e la Ferrari, inveisco contro chi, ottuso, lese e oppresse le coscienze senz’ancor prima che esse assaporassero (chi insaponate voi?) esperienza a gustar le proprie anime, e ordino che vengan espropriati d’ogni “mal” di Dio, rabboniti e deportati al porto “Scaricati”, che si trova nelle vicinanze di viale “Vai via in modo fluvial-dementon”.

Ora, io, non perdono e giammai mi perdonaste.
Sono clementissimo e gioco col Clementoni.

Oggi sono Schindler, salvo gli ebrei dal nazismo del capitalismo e decapiterò chi di me finse di non voler capire, perseverando nella sua linea dura quanto da me ammorbidita.

Rassegnate le dimissioni, sono uno springsteeniano a cui una donnaccia strafottente diede del fetente di “patenti”, e invece è oggi (s)fottuta d’allegria come la mia rinnovata, e come volevasi dimostrare, vigoria.

Sì, me la tirerò, posso permettermele. Io (le) s-premo.

– Prego, entri.
– Dove?
– Dove vuoi.
– Posso?
– Sei un vorrei?
– No, ti voglio, volli, volli, fortissimamente fu in me un volo.

La volontà fa miracoli, per carità, la crudeltà io trasformo in bontà.

Fine, alla prossima.

Salutatemi.

Spare parts and broken hearts!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Strade di fuoco (1984)
  2. Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
  3. Taxi Driver (1976)

Il mio capolavoro letterario, “Noir Nightmare”


26 Dec

 Il “martire” Santo Stefano martella ora gli invidiosi e invita codesti vili a presentarsi l’8 Gennaio in quel di Roma ove rifulgerò

Prefazione “dolcetta” di onomastico a chi masticherà il proprio fegato, un po’ spappolato di stesse “palle” che ho tumefatto

In Questo Giorno castissimo di dolci baci e affetto sincero, ho pensato… perché non recapitare un “presente”, regal adorabile, dorato come il firmamento stellato sotto il qual nacque proprio ieri il Re, al nostro demiurgo, che ringrazio dal più profondo e sentito dell’anima?

Discrepanze dovute all’anagrafe della mia maturità, che non tollerò il pregiudizio ostinato “a pelle” di gente nella sua marcescenza, m’induce a rivolgermi accorato a te, figliol prodigo e illuminato d’egregia signorilità che merita le più altisonanti lodi e l’incenso mirabile della mirra, prostrata (prostata?) d’immane inchino perché genuflesso a cotanto uomo dotto, dispensator acuto di consigli davvero ammirevoli. Il “salvatore” che mai sfuma i contorni e adorna il grigiore d’euforia così “colorata” e “allegra?”.

Dunque, sebbene le lontananze han separato i destini in-crociati (forse delle dita di coloro a cui soverchiai le ottuse regole “castranti”) delle nostre vite, amico intimo e (in)fine d’affinità elettiva come Stanley Kubrick che incontra un “lord(o)” orchetto da parchetti alla Larry Clark, voglio donarti il promemoria che possa risplender di Luce enigmatica in quest’ignote nostre notti, tanto abbagliate da crocevia furfanti dietro “furbe” macchinazioni quanto me rigenerato e suadentemente abbacinato dopo i veleni della letargia che ne “silenziò” la voce, perché taciuta del peggior tacciarla.

Un rintocco ch’albeggia dopo questo fresco Natale, rinnovato nella rugiada nevosa di tal città “ardimentosa” dagli svelti “bombardamenti” cagionati dalla “superba visione oltre” delle deduzioni spicciole come la previsione meteorologica che aveva previsto “serena inquietudine” e fu invece travolta da una valanga a sommergere ogni altro scalfir la roccia indelebile d’un Uomo vertiginoso, al di là del mero e misero materialismo “forte”, Mida del suo “eremitaggio” vaga-Bond-o fra i tonti che invece gusteranno irresponsabili e “incolpevoli” le fette di torta im-bandite di frivolezza e carnale golosità.
Madornali precipitosità, uh che “precipitazione”, quanto l’attesa delusione invece sorprendentemente elusa dai più inaspettati colpi geniali.

Sì, una società, mio caro, che soffre alla radice delle psicosi più schizofreniche, ove ragazzini balordi, che avran sfogliato tre pagine di manualetti mentre “arrotolavano” le “ambizioni e-rette (rettili?) fumanti”, si professan già professori e minano le pacatezze altrui col più arrogante disprezzo semplice semplice che non calcolò altra più sofisticata raffinatezza, e vollero spaccar la sua elevata, spiccata coscienza per il deliro ad a-gogna-r il brado rimpicciolirla a immagine e somiglianza del più indecoroso lor sdegno. Ragazzini che vivono d’apparenze e maschere assai “notevoli” e “notarili”, a cui vien concesso il lusso di (cal)pestar le dignità del prossimo con l’abuso dei soprusi più illeciti.

Tu amico, mi conosci e sai ove costoro han mostruosamente sbagliato. Un errore imperdonabile, partorito dalla demenza “genetica” di genitori “perfetti” e soprattutto estranei, che han la licenza gratuita d’incendiare le libertà giovanili perché “infastiditi” dalle (s)manie.
Ed ecco che vedon maniaci dappertutto, imbrattano, infangano e spesso affondano, abbattendo le riscaturite nascite. Cristologiche o buddhiste.

Ma, talora, il teorema si scontra davvero con un Dio, e il loro pianto è “commovente” come il faraone egizio annichilito e implorante pietà dinanzi a un biblico “spartiacque” Mosè nella sua vendetta appunto divina.

Proprio suo “fratello”. Tanto osteggiato, tanto di “burle” schernito dal “dotato” che lo spodestò con classe mastodontica a ribaltarne la “sovranità”.

Dunque, carissimo mio consanguineo, sarai felice d’esserti estratto anche tu da questi immondi scempi della massa scema e, assieme al sottoscritto, brinderesti a Roma, la Capitale di Michelangelo, il “nightmare” più “bianco?”.

Buon Natale, dolce mio…, augurio in ritardo…, festeggia Stefano e non la befana di tua madre.

Un bel carosello e un “carrello”. I carri dei falsi vincitori non mi son mai garbati.

Ora, tal cavaliere oscuro, (in)dimenticato, balza qui in piedi, miei detrattori, miei ratti col rastrello e miei adoratori giusti:

Vi rinnovo a venir in massa a Roma in data 8 Gennaio.

Ché do io, adesso a voi, un sereno calcio in culo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1.  Dalla Cina con furore (1972)
    2.  Lionheart – Scommessa vincente (1990)
    3. Over the Top (1987)
    4.  Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)

Il Genius presenterà la sua nuova opera letteraria, in quel di Roma, durante la mattina(ta) del 7 Dicembre, alla vigilia dell’Immacolata… ho detto tutto


05 Nov

Una Notte noir, nerissima

Siete consapevoli (me lo auguro vivamente per le mie “esorbitanti” finanze “ragguardevolissime”) ch’è uscita la mia nuova opera, “Noir Nightmare – L’ombra blu del fantasma”.

Oggi, dopo innumerevoli mail per ricevere l’aggiornamento, come da contratto (c’è la mia firma di “calce”… struzzo), finalmente rinvenni tal messaggio:

Signor Falotico,
dovrebbe presentarsi a Roma il 7 Dicembre alle ore 9.45 se vuol promuovere il suo libro. Altrimenti, decida di venderlo a modo suo.

Il mio amico Davide Stanzione, col quale ho scritto il fantastico “Nel neo(n) delle nostre avventure” (cercatelo su Amazon…), e con cui stiam allestendo anche il sito www.mulhollandlynch.com, m’ha spedito “facebookianamente”  la sua recensione, in anteprima, di Moonrise Kingdom.
Che sarà presto inserita nella sua pagina, “Dream Land”.

Replica:

la inserisco domani Davide. Oggi, dopo mille insistenze, son stato contattato dalla curatrice delle promozioni letterarie di Albatros. Avremmo fissato, per il 7 Dicembre, la data della presentazione proprio in quel di Roma. Sarebbe un’ottima occasione per incontrarci. Potresti calorosamente, in tal circostanza, tifare per me. Dietro anche “bustarella” dei soldini per le immagini del “Neo(n)”…, eh eh. Devo dare la conferma nei prossimi giorni. Poi, ti farò sapere in merito a dettagli più precisi. Al momento, so solo che dovrò sostenere una durissima intervista della “minima” durata di tre ore (roba che crollerebbe anche l’Al Pacino più ispirato dei suoi celeberrimi monologhi, dunque provvederò a rifornirmi e “foraggiarmi” d’una scorta di Red Bull per non spiaccicar sul pavimento dopo 30 minuti per poter “ri-prender fiato”. Sarò tempestato da domande “a raffica” (speriamo che l’intervistatrice almeno sia figa, anzi no, mi distrarrebbe di cosce dal “discorso” che non-fila-spera d'”infilar”…), salvo l’ambulanza dietro l'”angolo” dello studio in caso d'”evenienze” dei malori da nevralgia p(res)sante. Ora, sfodererò la grinta dei glory days, ritmando il diaframma ai “frame” della Tv indagatrice che, scommetto, spierà d’inquadrature dal “basso verso l’alto e viceversa” a invertir un po’ le (dis)connessioni cerebrali, tendenti all’afasia, ansiogene nell’interruzione con pausa d’occhiolino annesso e ammiccamenti alla videocamera balbettante su-sotto-sopra nel montaggio sincopato (r)int(r)onato alle convulse frenesie senza freni della mia lingua “sciolta”. Dunque, come nelle feste di Laurea, aspetterò i plausi e ringraziamenti, ma ruberanno solo il mio “pasticcino” per “intortarmi” in un mar di melassa e panna montata e poi a smontarmi dalla vanità da “montato” con la classica “lode”. Quindi, invierò il mio saggio, opportunamente tradotto in “versione non originale”, a Sean Penn, nella viva attesa che un Giorno, tramite rapporto “epistolare”, m’invii la sceneggiatura del suo prossimo film da regista wertmulleriano, Il sopravvissuto d’anima orientale nella tremenda società occidentale che ti spacca di frontali e d’occipitali con tanto di mascelle a slogar il tuo malleolo macellandolo fra bernoccoli e tante coccolone. Verrò “(pre)scelto” per la parte più “ambita”, l’amico “fedelissimo” del protagonista, detto “Il giaguaro in guardia”. Il protagonista, come già accennato, è un uomo appassionato dei sorrisi “a mandorla” e tutte le corteggia di “mandolino”, previo “spremeglierlo” come un mandarino. L’amico, vista la situazione “movimentata”, gli frega la fidanzata, ma scoprirà che “lei” è un trans. Assieme, i due “amici per la pelle”, sweet & lowdown, urleranno alla stazione: “Avevamo i numeri per scoparci Lisa Snowdon, invece prenderemo il primo treno transiberiano”. “Lieto” fine del film. 
Comunque, mi sto già preparando psicologicamente per l’intervista. Reggerò? Oh, al massimo, mi darò alle autoreggenti. Con tanto di fazzoletto “detergente”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Nightmare – Nuovo incubo (1994)
  2. A 30 secondi dalla fine (1985)
  3. Accordi & disaccordi (1999)

Sotto il velo delle apparenze, un’incastigabile vanità di malia rosso eruttiva


28 Sep

La fertile ritorsione contro lo screanzato pagliaccio, prima Joker e poi “evoluto” in Bane, che si placò di beffarda derisione, in una “sterzata” impetuosa d’abominevoli pugni allo stomaco

Le nauseabonde “contentezze” di gente stupida saran “affrante” nel loro stesso infantilismo, con irriverenze raffinate da vulcanico tuonar di fulminanti, dinamitardi “mitragliatrici” ferocemente “assestate” nella dolenza loro ancor da “smussar” di museruola a cucir la bocca di nastro isolante.

La “dotta” presunzione degli stolti è da “incorniciare” nella loro memoria “dolciastra”, di patine “pasticcine” e cuoricini ben “infiocchettati” nella loro “docilissima” ignoranza.

Gente abituata alle crasse smargiasserie di “pacatezza” così “fluente” d’oratorie “altolocate” da esser state sbriciolate proprio alla base debole e insostenibile delle loro “tesi”, di “laurea” e di “pinzimoni” acco(r)dati allo stridulissimo “strimpellio” iniquo e ricattatorio, di pelle sempre “lucidata” in una “sobrietà” finta che piange d’effimera sguaiatezza e digrigna di ringhiose invidie con grida sempre “omicide”.
Del loro “cheto” vivere “buonista” e davvero mansuetissimo e “a modo”, di teppistiche orde fraudolente, misogine e omofobe, un razzismo genetico che perpetrano con le solite ciglia affettate di un’aggrottata fronte sprezzante a odiar chi non s'”adatta” agli “ingredienti” del loro laido Mondo.

Così, tra un dir e un “farsi”, si disfano di “pulizia etnica”, scopando a destra e di “manico”, coperti da legulei raggiri e plebiscitari asservimenti d’istituzioni (s)piegate alle loro “volontà”, tutti in circo(lo) a fischiettar’ di “grilletto” e “facile” trombata, tutti uniti e tutti untissimi con moine da “monaci” e “forza” da bisonti.

Ma stavolta l'”ossicino” non si spezzò, un tormento, un assillo sempre più implacabile, a occluder i loro vispi “occhiettini” che non han mai chiuso un occhio ma “tappavano” la bocca, e ora “imperiosi” di tanto “esecutivo” che un patibolo da plotone d’esecuzione è lì che aspetta la mira infallibile, calibratissima contro “nazisti” di tal “calibro”.

Buonanotte.
Batman, il can(dido), alleviò il vostro rimorso, mordendo di “benedizione” sulla guancia da non porgere di “delicata” cristologia.

Gli incubi saranno ancora molti, mi auguro che, al risveglio, la gioia sarà una colazione “scremata”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Rambo (1982)
  2. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  3. Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
  4. Sleepers (1996)

Se il lupo non usa le maschere, il mascara è per sinonimo di Sahara, un deserto che non mi allupa


10 Aug

Perché darsi alla macchia, quando puoi uccidere le cornacchie? Da anni, una società a me ostile prova a irregimentarmi nel bosco, ove la Notte, nel suo sospiro decadente come medioevali favole a cui m’arpiono succhiandone il nettare, mi brama e rafforza il vagito fra spettri già morti che s’“innamorano” solo delle frecce di “Cupido”, invero stupide, di “feritoie” a me poco ferine. Sì, vorrebbero infarinarmi il cervello, sciacquandomi le palle nell’Arno, eppur più abusano e più son blu, che buio, e meno mi rabboniscono. A giorni alterni, come gli umori alterati della gente a me appostata per sbranarmi, azzanno quelli con lo zaino in spalla e metto zizzania, ah le zanzare, a quelli con le “palle”, mordendoli “morbidamente” nel “saccheggio” scrotale che scheggia, veloce ma incisivo, anche di canini, e non è cauto coi loro “flauti”. Quando mi provocano, ausculto il mio Cuore che pavido fu per rispetto solo alla mia signorilità, e lo “soppeso”, pensandoci due volte, se sparar a sangue freddo. La terza “opzione” è invalidarli.  Così non ingravideranno le ragazze valide coi loro stupri.

I miei emisferi però, se troppo turbati, turbinosamente caldeggian le mie “sfere” istintive, e distruggo ogni azzardo impertinente da Tenente incattivito per troppi vilipendi, prevaricazioni, troppe gambe “divaricate” e abusi. Al che, valico ogni “recinzione” contenitiva e spacco in due i vaccari spacciatori, svaccando un po’ per eccedere di “sceneggiate” da istrione che ama l’applauso a fine “numero”. Non proprio finissimo, ma da “Vogliamo il bis. Dai, bussali ancora, senza sosta, assesta colpi secchi ed essicca quelle loro bacate cagate di porcata reiterata, tanto che desideran che più non ti tiri. Ecco, tira loro due pugni in faccia e ficcali nell’acquedotto!”. Sì, ma che dottore, lei mio pupazzo la vedo bene come soprammobile mentre sua moglie è sul materasso a molle con la movida dei neretti che, di “mobilitazioni a(r)mate”, la sollecitan di “solletico” più del lecito. Ma sì, ne vogliam parlare di quello lì?

Pensa di volar alto come il gabbiano, è solo un baggiano. Ammirate come lo “sventola” fra le sventole dei venti “caldi”. Bene, “annuvolategli” la testa, puntate di mirino e fregategli la mora, “rosandola” nel tramonto della sua caduta “libera”. Che fendente al fetente! Che felina la sua gattina…

Ricordate: sono un Uomo che ama i becchini. E voi non mi beccherete mai. Potrei essere dietro il “fondoschiena” anche quando ve le strappo. Con la delicatezza che è mio “stile” di postilla e, all’occorrenza, delle pastiglie nel “luogo” deputato delle puttane. Quali siete, cari deputati. Sì, ve lo amputo e poi lo ingoiate “a imbuto” per un video che meritò tal punizione “sgradevolissima”, offerta al visibilio d’un pubblico omaggiante il mio “Tubo”-Totò in diretta Tv, dunque nel “retto” di chi non ama le mie rettitudini (im)morali. Applauso! Voi gufate come un esemplare nel cortile della vostra “corte”, affinché io diventi goffo. Vorreste “arraffarmelo?”. Sì, donnaccia, azzuffati per quel tizio da “tufi”. Io mi tuffo in un’altra, più liquida.  Ah, che limpidezza. Che “stufa”. Ah, riscaldiamo il suo “ambiente”. Già, nel cimitero delle vostre anime io vi porgo una smorfia da Pennywise, augurandovi “Buona Notte”. I sogni d’oro son per me. Al massimo, vi darò la medaglia. Il rovescio no. Un dritto vincente sì.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
  2. Carlito’s Way (1993)
  3. L’avvocato del diavolo (1997)
  4. Nightmare 4 – Il non risveglio (1988)
  5. Hamlet (1996)
  6. Il grido del gufo (1991)
  7. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)