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Attori bolliti: Bruce Willis


07 May

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Ebbene, come non potevo inserire in questa rubrica l’oramai rintronato Bruce Willis? Eh sì, mai avremmo pensato che il macho John McClane della saga Die Hard si sarebbe fatto dire, nello spot Vodafone, sei de coccio ma ci sei arrivato dal simpatico ma boccaccesco Giorgio Gobbi. Insomma, che figuraccia…

Forse c’è stato di peggio. Penso a De Niro della pubblicità Beghelli… ma i “cattivi” esempi sarebbero tanti.

Ma torniamo al Bruce. Naturalizzato statunitense fin da subito, ma nato nell’ex Germania dell’Ovest, esattamente a Idar-Oberstein il 19 Marzo del 1955.

Ecco che partecipa a Il verdetto di Sidney Lumet e si fa notare per un paio di godibilissimi film di Blake Edwards, Appuntamento al buio e Intrigo a Hollywood. Ma nel 1988 fa davvero il botto, come si suol dire, e con Trappola di Cristallo diventa immediatamente un’icona dell’action. Parte appunto, come precedentemente accennato, la clamorosa serie Die Hard e Willis, nei panni del poliziotto immarcescibile che si piega ma non si spezza e stermina ogni cattivone, entra dalla porta principale e di diritto nell’immaginario collettivo.

Hollywood impazzisce per lui e anche le donne perdono la testa, tanto che si sposa con l’allora ricercatissima e iper-avvenente Demi Moore. E Willis, senza battere ciglio, gira film come fossero noccioline, incrociando peraltro autori pregiatissimi. E si va da La morte ti fa bella di Robert Zemeckis a Il falò delle vanità di Brian De Palma, dall’hit L’ultimo Boy Scout di Tony Scott al mitico Pulp Fiction di Quentin Tarantino, dall’Esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam ad Ancora vivo di Walter Hill, eccetera eccetera.

Non tutti i film da lui interpretati sono di rilievo, anzi, come dimenticare l’abominevole softcore Il colore della notte?

Ma tutti lo vogliono e Willis è sempre impeccabilmente un duro irresistibile.

Inutile che vi stia a citare tutte le pellicole che interpreta negli anni novanta e nel nuovo millennio. A forza di elencarle tutte c’è da diventar matti.

Dico solo che con Il sesto senso e Unbreakable di M. Night Shyamalan trova altri due ruoli quasi storici. E che Willis in quegli anni si dimostra versatilissimo, passando dai ruoli d’azione pura a commedie brillanti e perfino interpretando parti drammatiche.

Poi, un bel giorno Willis incomincia a girare roba come Setup e altre schifezze immonde della Emmett/Furla e, nonostante gioiellini come Looper e camei nei film di Robert Rodriguez, dal punto di vista attoriale perde quota in maniera sensibile. E precipita a ruota libera.

Il remake di Eli Roth del Giustiziere della notte con lui protagonista doveva portarlo alla ribalta, ma il pubblico non ha affatto gradito e la Critica è stata impietosa.

Lo attendiamo presto in Glass e in Motherless Brooklyn di Edward Norton. Mi parrebbe idiota dirvi che il regista di Glass è Shyamalan e che è il seguito di Unbreakable? Invece ve lo dico, ah ah.

Ma comunque, caro Bruce, a prescindere da questi due titoli, ci deluderai ancora alla grande. D’altronde, i futuri The Bombing e Reprisal sono certamente, come no, film che ti faranno “onore”.

Insomma, anche Bruce è invecchiato e maluccio.

 

di Stefano Faloticoattori-bolliti-bruce-willis-03

De Niro assomiglia a Mubarak, Tarantino pensa a Star Trek, io son sempre più Spock-ioso e c’è chi rimane un cane Rex


05 Dec

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Be’, chi non conosce Hosni Mubarak? Famoso ex presidente dell’Egitto, la terra ove Tutankhamon si reincarnò in Jaye Davidson di Stargate, una delle più grosse stronzate teutoniche di quella catastrofe vivente che è, ahinoi, Roland Emmerich, e ove Mosè, prima di ribellarsi, “mangiava” faraone condite di altre patatine…! Poi, dal cielo piovvero rane e Dio ordinò nei suoi comandamenti di non desiderare la donna d’altri, al che Mosè si arrabbiò e diede un calcio alle tavolette del Signore, con un tiro mirabile degno delle parabole… di Pelé. Sì, alcuni sostengono che le piramidi siano state costruite dagli alieni. Io invece sostengo che a Cheope, abbastanza imbalsamato, preferisco la crêpe farcita alla nutella, da gustare nella mia cucina ove le pareti, crepate, sono alla base del mio traballante umore al “mascarpone”, sempre grondante di malinconia sciolta proporzionalmente incitante al “moscio” come i miei “dolci” marroni.

Sì, dal set di The Irishman spunta una foto inquietante di De Niro. E la somiglianza con Hosni ha dell’incredibile.

Nel frattempo, dopo essermi preparato un frappè, leggo che Tarantino ha in mente di girare la sua versione di Star Trek.

Insomma, che c’entrano le avventure di Spock e compagnia bella con colui che scrisse e recito ciò?

Non c’è bisogno che tu mi venga a dire che il mio caffè è buono, intesi? Sono io che lo compro, e so quanto è buono. Quando è Bonnie a fare la spesa, compra delle cagate, io compro sempre roba costosa perché quando la bevo voglio gustarla.

Sì, non me lo vedo proprio Tarantino regista e sceneggiatore di “buchi neri” intergalattici. Non oso immaginare alla puttanata immane che potremmo vedere. Ma comunque è presto per turbarsi. Prima Tarantino deve girare il film n. 9, quello su Sharon Tate, e J. J. Abrams deve filmare il nono Guerre Stellari.

Sì, son un uomo dissacrante alla Mel Brooks, in fondo la vita è tutta una balla spaziale.

 

Son stato al bar. Una donna “matura” parlava con la figlia o forse la nipote. La figlia ha chiesto:

 

– Secondo te, è meglio se prendo un 7 o un 4?

– L’importante è prendere 6.

 

Sì, uno scambio di battute di una deficienza sconcertante che mi rende sempre più convinto che la mia cultura pulp sia decisamente meglio.

Sì, miei cani, nella vita fate i re come me, non sono uno che vi addomestica in ovvietà scolastiche.

Eh già, nella vita c’è chi se la suda, chi la paga…, chi è un sudista, chi è un suddito, chi un egiziano e chi è un sumero, parola di origine dialettale bolognese per definire i somari che vorrebbero farmi credere di essere un celtico.

Sono spesso un Dio greco, e so che Barbara va alla Coin e poi ama Conad il barbaro. E assieme, scopando in modo scontato, fanno un po’ di Coop.

Su questa cazzata, vado a bere il tè. Tu invece dammi del lei, il tu lo do a una donna che si toglie il tutù.

 

di Stefano Falotico

Attimi di scoramento, una sana scoreggina, e incoraggiarsi in questa vita “radiosa”


15 Sep

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Sì, oggi è la classica giornata storta in cui ti senti affaticato e non giungono buone notizie da Facebook. Diciamo che non ti rincuorano. Ieri pomeriggio, infatti, una donna di dubbio aspetto, mi manda l’amicizia e io lietamente l’accettai. Anche se avrei poi scoperto che sarebbe stato meglio usare l’accetta con questa fatta di aceto. Mi dice che è una scrittrice e io mi congratulo con lei, porgendogli gli omaggi e mostrandole i miei libri, in quanto credetti potesse essere una collega “rispettabile”. Lei scruta i miei scritti, li passa al setaccio, al che mi ricontatta, affermando che nessuno di essi la interessa, anzi, i miei libri, solo a giudicarli dall’apparenza, la “stressano”, la mettono di malumore, perché a suo avviso trasudano cupezza. Quindi, mi mette in lista nera, augurandomi la “buonanotte”. Eventi che ti fanno riflettere e t’inducono a essere pessimista. Forse dovrei reagire come John Wick, di cui oggi è stato annunciato il terzo film, perché questa gente gratuitamente e in modo estremamente cattivo tradisce la tua fiducia e scatena le tue peggiori pulsioni. Ma mi misuro il polso, bevo un po’ di vinello da uomo bolso e caccio una scoreggia che, fluttuando “armonica” nell’aria “bella” di un mattino così scuro, allevia almeno momentaneamente il mal di stomaco e il fegato così barbaramente provocato. Invero, scopro che codesta scrive romanzi “rosa” tendenti al piccante, e inserisce copertine di donne scoperte per attizzare i lettori che, in massa, leggono questa robaccia scopertamente stronza. Sì, questa pornografia andrebbe abolita e non amo le persone che prostituiscono la loro dignità con queste bassezze usa e getta che accalappiano i palati “eccitabili” con porca, no, poco. Eppur non si rivelò donna di costumi facili, appunto, ma una miserabile di discutibile lega che “demoralizzò” anche una possibile sega alla John Travolta di Pulp Fiction.

Tale evento “sacrilego” mi porta lontano. E penso che le persone depresse faccian di tutto per accomunarti ai loro malesseri, facendoti sentire come loro per stare meglio, per consolarsi che mal comune è mezzo gaudio. Che c’entra? Che ne vuol sapere di pene…

Apro la finestra e vedo una donna nuda inseguita da un vecchio. Non è uno spettacolo che stimola i tuoi equilibri col mondo. Vado in bagno e ne mollo un’altra, “permeando” l’ambiente di un odore che sa il “fallo” suo.

 

di Stefano Falotico

Sono Wolf, risolvo il solvente


22 Jul

Salve, sono il signor Wolf, ho molti “problemi”, miei “porcellini”, resto un Ezechiele testa di cazzo

Racconto al “miele” e stracciat(ell)a, an(eddot)o di “crosta(ta)” nostalgica da pian pian(t)o… d’un pomeriggio “candido” e voglio “condividerlo” con voi, “sciolto” da far cagare la merda che siamo tutti

di Stefano Falotico

Oggi pomeriggio, vado a trovare un mio amico. Abita da tutt’altra parte della città. Anzi, al “confine”. Sta in “capo al mondo”, come si suol dire. Al guado, è nei guai. Vive in una frazione dell’hinterland bolognese. Se volete “italianizzare”, scrivete interland, anche se io non tifo per l’Internazionale di Moratti…, sostanzialmente non seguo più il Calcio, bevo potassio e sono furioso come Orlando di Torquato Tasso. Ah no, Ariosto, e tu rimani un pollo arrosto. Sì, in passato feci anche il tassista…, da cui il mio amore sconfinato per Bob De Niro di Taxi Driver, un Orlando quasi alla Tilda Swinton, sempre ambiguo, parzialmente (s)cremato d’una sessualità che c’è, non c’è, dov’è? Secondo me, t’entrato in culo e neanche l’hai visto partire. Però, non soffro d’eiaculazione precoce…, duro ancora “tosto”, anzi, “pen” tostato, ed è dura questa (s)figa(ta) di vita. Al che, devi fermarti un attimo, parcheggiarti lontano dai porci, in una zona “isolata”, appisolandotela, appartandoti con un panino alla porchetta, un toast, e sgranocchiandotelo sotto un portico. Sognando una principessina che voglia dormir sul tuo pisello. Girandoti poi i pollici dopo essertelo leccato…, con tanto di dito medio alzato d’unto alla faccia dei bisonti, perché io non ho bisogno di nulla, solo di me e anche di te. Se posso darti il salsicciotto, condendolo con la patatina, mi farebbe “piacere”, e qui sembro Tarantino di Dal tramonto all’alba, una faccia come il “culo”. Rosso Malpelo di sera si spera, tu sparati perché non amerai mai una rossa. Indossa la tua cowgirl con degli speroni, dai, ti sprono. Se non ci sta(i), ti sperono. Sei un disperato, chi t’incula se non io?

Sì, con le ragazze (non) ci so fare, e son solo schiaffi in faccia perché il mio modo di pormi è troppo schietto, “diretto”, “semi-porno”, nudo e crudo, quasi mai dunque lì dentro dritto eppur ne ricevo… di gambe sghembe dopo una “botta” di tal “uccello”, scusate, volevo dire livello. Comunque, donna, sei un cesso, pulisciti nel gabinetto e lava i piatti nel lavello. No, non so “porlo”. Sono un debole e mi (mal)trattano come il Pongo.

Le modelle modellan quelli dei modaioli più “fighi”, di mio me lo smanetto col “manubrio”, (tras)curandomelo di (in)etto. Oscuratemi, se (non lo) volete. Sono un topo senza purè, un tipo però, puro e cupo. Di che mi (pre)occupo? Di un cazzo a te (dis)occupato, donna, inseriscitelo e sarò integrato socialmente. Facciamo solidarietà ma basta coi sindac(at)i, dai, pigliatelo insindacabilmente! Basta anche con la tua dieta da pane integrale. Almeno, non subisco il plagio ma va di piala, una sega tutta (s)pel(l)ata. Non a impalarlo ma impallinato ché, una volta “esploso”, pensi: ah, la vita è una pena, una palla, che du’ palle piene eppur le ho appena svuotate. Che vita piatta, che vuoto…

Solo pene!

Secondo molti, leggendo le “cazzate” che scrivo, sono un uomo che vola alto, nonostante di statura sia basso. Come “cavallo”, indosso una taglia striminzita, e sto dimagrendo a vista d’occhio. Tanto che, quando vado in giro, le donne urlano “Minchia!”. Sì, sto sparendo, talmente stressato da aver perso così tanto peso che a stento in piedi mi reggo, ma mi gratto i coglioni e, a modo mio, me ne fotto. Eppur son “retto”. Alt(ezzos)o, sì, tu puzzi. Lavati, e qui faccio il Cobra come Sly Stallone. Di mio, rimango uno stronzo. Non batto ciglio e me ne sbatto. Se non ti vado bene, chiama la neuro, la mia pelle non intaccherai, è “puramente” innata d’un che di PH neutro irresistibile da bello-impossibile, “profondamente” intimo alle donne con giramento di palle se me lo scassano.

Ebbene, lungo il mio tragitto di tal pomeriggio raggiante, nel mezzo del cammin di mio “girovita”, frenai di colpo… di fulmine. Sì, in località Castenaso, a pochi metri da una baracchina dei gelati, sola-soletta, bella come il Sol, una ragazza tutta scosciata a cui “assoldarlo” subito di rassodante crema in lei “solare” sull’illuminarla al mio cioccolato “amaro” e dunque “fondente”. Paradisiaca. Ah, siamo tutti in cerca di compagnia, vero Cappuccetto Rosso? Io son il lupo che vuol la tua uvetta, stacca il candito dal co(r)n(ut)o del fidanzato “asciutto” e immergiti nella mia “pasticceria” da volpino ché devi sciroppartelo tutto di succo e dunque succhia, basta col ciuccio e i succhiotti. Cresci, suggimelo e guarda come cresce. Qui vicino c’è un “boschetto” e gustiamoci allora i frutti dell’amore allo zabaione. Lo yogurt poi snocciolerà fluido, denso e ogni (s)figa scremerà dolcemente via. Intanto, continua a leccare…

Ah, ho ancora la lingua piena della sua prugna al “colorante” quando ritorno in macchina. Dopo la trombata al “pistacchio”, scivolo ancor liscio come l’olio, a tutta birra dopo che con lei fu una burrata sborrante vicino al burrone, ove poi la buttai, ah che dirupo, che lupus bastardo in “fragola”, per far scomparire ogni “macchia” del mio “decollato” uccellin viaggiatore, bruciante di “col(l)ante-“dolo” sverginante la suddetta in mezzo ai “vola(n)ti”, viola(ti) collant, ché non me la sudai tanto anche se lei sudò come una suina bagnatissima a infuocarsela come le foreste incendiate d’estate su cui poi devi versar acqua a iosa per spegner la sua rosa. Che “culo”. Sono un porcospino che, da dietro il cespuglio, piglia di brutto da birichino tutti i buchini, arraffa e, dopo la scopata arruffante da b(r)uco nelle farfalline, scappa senza lasciar tracce.

Alla faccia d’ogni zoccola, son il topo che cammina con le top(p)e.

Tu, invece, usa il mouse e clicca su YouPorn.

Tania Cagnotto è bona!


25 Jul

 

© Piergiorgio Pirrone - LaPresse 16-09-2014 Roma Ritratti esclusivi di Tania Cagnotto per Arena nella foto:  Tania Cagnotto

© Piergiorgio Pirrone – LaPresse
16-09-2014 Roma
Ritratti esclusivi di Tania Cagnotto per Arena
nella foto: Tania Cagnotto

 

Cari drughi pretendo sincerità e durezza di clockwork lemon. Tania Cagnotto è bona! Keanu Reeves lo fu!

La profetica rivelazione del “pasoliniano” Stanley Kubrick s’è avverata, e vivete nello scontento un tanto al “culo”. Ché io smaltisco chili e non m’appesantisco di vostra pedante etic(hett)a

Sì, per essere “accettati” da questa società di bestie, incominciamo a utilizzare la stessa strategia “carnale”, ché a viver carnascialeschi se le (s)passan tutte. Sì, uccidiamo ogni sen(s)o fiabesco e imbarbariamoci per le “barboncine”, utilizziamo la stessa p(r)osa volgare e otterremo una “fornace” senza “lavaggi mentali”. Andiam in giro a cantar come Biancaneve col “nano” più pornografico, viviamo “felici e contenti”, ché la vita è una e di fighe ce ne son a iosa. Non far lo sfigato e il permaloso, fai il lecchino e di smancerie sii maniaco.
Ché se non sei maniaco, ti sciacqueran con ammoniaca, prima l’ammonimento, poi l’espulsione con tanto di “rosso” a timbro della radiazione anche al PH puro per dissanguarti a viscere delle loro brame.
Puttanieri e zoccole, chi è fra voi il più bel “tipo” del reame? Quello che non sbaglia un “colpo”, va “dritto” e sa come farsi… valere. Se una donna toppa, la prendete per il popò, se un topolino “sba(di)glia” lo imbalsamate e lo tappate, appunto, di vostra bava imbavagliante.

Io son genio paperin e ti fotto sempre, mio strafottente. Stavolta, hai incontrato chi (te lo) sfonda. Dammi un’altra offesa e ti strappo la festa, quaquaraqua. Basta con Nonna Papera!

Sì, scriviamo come loro, (s)parliamo allo stesso finto “manierismo”. Di cerebrolesi saremo allegri nei muscoli aridi ma massaggianti all’olio.
Di “flessioni” non rifletteremo mai ma carnivori affetteremo chi è da “compatire” per le sue fitte.

Io ti servo la “frittata”, mio cervello impanato in pantalon da mascalzoni miei impantanati. Tu, Balanzone hai sposato una coi pantacollant ma sei sicuro che la tua vita non sia già andata nel viavai?
Di mio, posso dire con sfrontatezza che vollero punirmi di “frontale” perché ero, sono e sarò il Principe per (sua) ec-cellenza. Attentarono anche al mio uccello.
Ma come potete toccare… ah ah, continuo a tamponarli. E a (s)fregarmele.

Se vi disturbo, tu continua a stuprare e riceverai la bisc(i)a “clandestina” del mio Cobra. Sono nato serpente, non mi attengo ai “comandanti”, a sonagli ti appendo al “chiodo”.

Se vi fosse sfuggito, annotatelo sul taccuino, per il prossimo acquisto. Io son aquilotto e non m’adatterò mai a questa lattante società analfabeta di poppanti, in quanto bevo latte “galoppante” di mio stronzo in farneticazioni “offerte” a vostro stuprarmi, ché vi stiro e sturerò sempre le orecchie. Io sono l’elefante e, di fanfara, fenomeno per chi mi giudica minuscolo ma di muscolone t’entro nelle mutande

Io addento, vi sventro e mai bandiera bianca sventolo in quanto s’avventarono e io sventai tal “vanitosi” col mio ancor più schiumoso e carnoso ventaglio.
Se non stai buono, ti lego coi bavagli e ti spedisco a calci in culo tramite postale vaglia. Ogni sera, “fornico”, avvolgendola di “tagli” e macchio tutte le “tovaglie”. In quanto vettore contro i dottori, civetta sul comò formato gigolò per le figliole, ché bocca di rosa mette l’amore nei miei sudori.
Siete indietro, non capite ad oggi De André, come potete pretender di capir come vi penetro nel didietro?
Comprare e bevete tutti, questo è il mio nettare a segno di “pece”: http://www.amazon.it/Arancia-meccanica-ebook/dp/B00E3CZX9Y/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1374755748&sr=1-1&keywords=arancia+meccanica

Ascoltate la voce del Signore, che vi guida funambolico per prati sereni, ove germogliar di nuovo e, dopo esservi di Cuore auscultati in me “ungulato”, osservate le unghie smaltate di Tania Cagnotto, campionessa non di nuoto come la Pellegrini ma abbiate fede… è una figa plurima per sesso nel piumino, per notti immerse d’arsure a bruciarglielo in sue acquoline.

Stenditi Tania, attingi alla mia sete, assatanata sei dietro quel visino d’angelicata, so che vergine non sei da tantissimi… e sfido chiunque eterosessuale a non volerti di “trampolino” a tuoi quadricipiti femorali e mio “fegato” così a te “lustrato” d’ossa “dorsali”.
Sì, sono l’orso, sono come Bud Spencer, pseudonimo di Carlo Pedersoli e appunto ex nuotatore “metrista” del suo merl(uzz)o.
Bud ne ha per tutti, non va fatto incazzar’. Altrimenti si arrabbia con Terence Hill e non saranno teneri di Trinità. Vale a diredi spaccarti in tre e “a spaccata” di Tania che, quatta quatta, desidera invero non il podio ma il mio… podismo ad acquattarsi nei sollazzanti “schizzi”.
Ah, equatoriale ha gambe equine, cavalla del mio in mezzo al cavallo, purosangue campionessa per “bastoncini” del Capitan Findus, spezzatino al mio “filetto” di Platessa, famoso “sottomarino” di manina che è di 50 cm ma, se stimolato da Tania, può “allungarsi” a doppie proporzioni per altra calda, ustionante razione.
Tania Cagnotto è la mia Uma Thurman, sono Carradine di Kill Bill.
Dio ti benedica e si tuffi da “povero” Cristo nel Giordano di Cagnotto Tania, atleta dalle pose plastiche con tanto di mie bollicine alla Pulp Fiction.
Sì Tania è tanta, e affogo in questa figona “scostumata”, ah che costumino, in slanciato fiondarmi di giravolte e capogiri(ni) sguazzanti, aderenti al suo bikini “water” nel senso “acquatico” del mio che sprizza gioia e del fazzoletto da “sciacquone”.
Tania asciuga le mie lagrime, le “confeziona” in questo misto di carta igienica, “finemente” ricucita per aprirla su densa cremosità. Quando il ralenti cadenza le sue imprese, salto dentro il (WC?) Net di tutti i suoi più attizzanti video scaricabili. E la imprimo, anche se arriva seconda. Vengo in tre secondi.
E son mondiale nell’Eurosport. Con tanto di “Yahoo” e soprattutto “Wow!” su urletti incontenibili nel divanetto a mio divaricato Sky di gran finale da meritarmi la medaglia d’oro. Ah, in quella piscina c’è il mio pesciolino come la piovra e Lei, prima di risalir in superficie, superfichissima, da me è “provata” sul delfino d’amplessi affannosi e d’apnea cardiaca per l’orgasmo del sommozzatore. Siamo sommergibili, e la vostra bile è da buo(n)i. Io sono l’anaconda, il serpente bo(i)a per un altro giro in vasca. Esca ed esce tutto.
Sì, Tania è per i cazzoni veri, come John Travolta, Samuel L. Jackson e Bruce Willis del Tarantino. Io tendo la tela, sfoglio il suo telaio e la ribalto con tanto di tirato e Lei aspirante ad attillata “dialogica” monster su uccello per la cura medioevale, e diventa una nerona alla mobster Wallace Marcellus. La palpeggio, non finge mai, gode davvero “appieno”. Con i suoi polpacci pienotti avvinghia a modo di conchiglie a tenaglia del salivar fra le cosciotte, queste caviglie ad abluzione d’altre instancabili erezioni. Volteggia in tutte le posizioni, mi provoca e io m’eccito dinanzi a questo bocconcino per salsa d’hamburger. Che ketchup, che sco(r)pa(ccia)ta!
Talvolta, mi ri-fiuta per farmi impazzire coma la maionese.
Al che, le urlo: “Volevi fottermi? Dì un’altra volta, cazzo, ti sfido. Cazzo!”.
La mia esplosione blaxploitation non gradisce ma stuzzica per altre furenti eccitazioni. Fa la puttanella biondina da spiaggia, appunto, come Bridget Fonda di Jackie Brown nel suo ammiccante “Vuoi scopare?”.
A “maestrale” entro in poppa nella sua pru(gn)a polposissima ma la ritenzione idrica causa l’eiaculazione precoce. Ah, colpa delle astinenze.
Da allora, è Lei che mi prende per il culo… sono il suo Gara Louisss… fa la “dottoressa” con la “r” moscia e fuma la mia “sigaretta”, tatuandomi la “s” minuscola poco da Superman.
Ma io son bastardo senza gloria e Stuntman Mike. Bono come Brad Pitt e misogino alla Kurt Russell Jena Plissken.
Tania è solo una pischella e ha bisogno d’una che la spinga di pistoni e pisellone, ché  acceleri di “pistola” e la schianti, tamponandola per il suo squirt da Tampax.
Insomma, Tania va messa a novanta e premiata d’orgoglio patriottico, come ogni italiano che (non) si rispetti.
Tania è tonica e io, senza bon ton, tuono. Quando gliele suono, Lei “stona” senza cellulite perché non sa da che parte sta arrivando la chitarrina a volume alto.
Ma melodiosa me la dà e io son radioso.
Sono il t(r)uffatore!

Tania, voglio tuffarmi e affumicarti! Tu Cagnotto, io al largo ad allargartele sul mio “pneumatico” canotto con tanto di canottiera e bagnino da Chinotto, in quanto sono il cane con la bava e tu, umida, sii amido di burro m(ed)usa.
Ah, senti questo mare in burrasca. Proteggiti dalla tempesta nella grotta della scrotale sacca.
Sii marsupiale, sii “buia” per mie palle (s)comparse.

Ah, la costellazione di Orione. Ah, ecco la “solare” protezione.
Ecco ove metto il “becco”.
Beccatelo, batti il ferro finché è rovente. Poi, t’ingravideranno e solo chiatta salterai senza il mio boato ma in baita come tutte le rimbambite sulle spiagge.

Sono di “bronzeo”, ripeto sono uno stronzo. Ma anche tu, col tuo sorrisetto, non scherzi.
E dunque, prima di divenir una cozza, liscia sii UVA di vulvetta a mio prepuzio violetto.
Basta con l’orgoglio da tricolore. La voglio olimpica di calore. Odoralo. Altro che iridato.
Dai, la tua a me va data. E subito. Prima che cali il tramonto.

Quest’anno comunque, Tania Cagnotto d’Argento a parte (e che posteriori), segnerà il ritorno “in grande stile” di Keanu Reeves, dopo anni trascorsi a gigioneggiare da scemo in vacanza sabbatica.
Promette “faville”. Non solo un film “sognato” da dieci anni, una tamarrata sesquipedale che “assume” il peggio del Cinema “chiappa” (sì, nessune cappe ma molto d’accopparlo di “fioretto”, altra specialità olimpionica su cui “sforbicerei” nella Vezzali) e spada, ma anche l’esordio come “regista”.

Mah. Ecco perché Wolverine viene considerato un capolavoro. In mancanza del Keanu bello e dannato che fu, accontentiamoci men-o (e ci va grassa) del grosso Hugh Jackman.
Secondo me, se James Mangold continuava a girare film intimisti ne avrebbe giovato il Cinema umanista.
Qui, abbiamo uno Hugh Jackman allupato e a cazzo duro.
Mah, il dubbio rimane.

Comunque, in memoria del Keanu oramai defunto, citerò per voi tre Reeves che, volenti o nolenti, son ottimi.
Indovinateli.

Sì, Keanu ha lavorato con Bertolucci prima di rendersi un ebetuccio. A quei tempi, era un adolescente cresciutello da Hermann Hesse, un Siddharta.
Poi, gli diedero i soldi e imbolsì. Da cui la recitazione da stallone della Florida de L’avvocato del diavolo. Altro pastrocchio da salvare solo per un Pacino mostruoso, letteralmente goethiano e non, e per le “gote” di Charlize Theron a cui comunque preferirò sempre la rossa Connie Nielsen.

Utah oggi è andato. Sarò cinico ma, se devi concludere in “bellezza”, meglio un ultimo mercoledì da leoni alla Swayze. Che ora è ghost dopo il Cancro. R.I.P.
E pace all’anima nostra. Il Keanu figo di questo film s’è fottuto, travolto dall’onda anomala della rottura alle nostre palle.
A Selvaggia Lucarelli continua a piacere. Sì, fra imputtaniti ci s’intende. Da me, solo che pugni. Sono il surfista ai porci con le tavole imbandite.

Ho sempre considerato questa saga una Sega. Meglio il Mega Drive. Ci vuole il “trattino” fra Alfa e Omega? E la regola del menga? Bonalè, come scrive un barista bolognese con tanto di cartello e “avviso”: “Non si fa credito ai comunisti, perché sono un nazista e da me bevon solo le troie di bicchierini, sbirri piedoni dei più fascisti, e ariane di buon vino nell’ano, la mia è osteria numero vincente a chi più tira di birra tremenda”.
Almeno, se devi giocare, gioca con Carrie anche alla De Palma. La tua prossima Moss qual è?
Che cosa? Annalisa? Ma quella è losca. Da me, solo una Xbox alla Kickboxer di Van Damme.

Fra l’altro, proprio di Vandamme, oltre a questo, è in lavorazione il remake di Bloodsport.

Già. I tempi son peggiorati. Un Tempo, appunto, avevamo Jean, oggi abbiamo Claudio Baglioni rifatto.
E su tale stronzata, v’inculo.
Si sa, il canarino sta nelle tane e salta addosso a Tania Cagnotto. Non c’è la rima ma attento alla gatta.
Ah ah!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Christopher Walken, 70 anni


04 Apr

I 70 anni di Christopher Walken: non ve ne siete (stati) accorti, uno dei greatest ha spento queste tante maledette candeline! Buon Compleanno! “Torta con ciliegine!”

 

Prefazione autobiografica, oggi ho firmato un altro cont-r-atto editoriale, ma son contrito!
C’è qualche figa oltre alle “firme?”

Non so, sto tentando una via assai impervia, che inevitabilmente logora e costa sacrifici. Quella della Letteratura abbinata al Cinema. Come m’ha genialmente suggerito un mio amico, pare che possegga una sorta di dono misterioso, una vision esistenzialista di Natura “celluloide”.
Aspiro i fotogrammi dei film, li capto nella mia ottica visiva, li filtro senza solipsismi, provando a entrare in empatia coi personaggi, col tessuto, anche carnale-metafisico, della trama, dei torbidi intrecci, quindi li trasformo in materia narrativa. Navigando nelle emozioni a pelle, viscerali indotte, istintivamente, dalla mia anima dotta e diottria senza dottrine.

Da quest’eccentrica mistura, “fuori dalla norma”, si genera la creatività, l’acume non sempre azzeccato, ché la strada, se talento c’è, piena zeppa sa(p)rà di pericoli di crollo, molto pericolante l’Uomo “spericolato”. Scommetteteci, mi troverete “affisso” a un muro, causa troppo accelerare. Chi va piano, va sano e lontano? Anche in bocca all’idiozia del liofilizzato mangime di tutta la frivolezza.
Quindi, preferisco voltarti lo Sguardo, annotarti, un po’ notturno arricciarmi, un po’ d’ululati sognare sensuale, talora esserle “orale”. Intrattengo “lunghe” conversazioni con bellissime donne, e ne vado matto. Fiero non so, v’è una tendenza a non ferirmi troppo. Così, quando “spingono” per appiopparmi, (e)viro l’angolo e m’accartoccio-“castrato”. Però, ne vale la pen(n)a. Non sarò mai una “fiera”, lì vanno le puttane sui viali e, nei tendoni del circo, si lascian “domare”.
Almeno, mi son risparmiato la delusione. Penso che vogliano adescarmi per poi vendermi alle bische clandestine, ove verrò maltrattato da altre cagne a briglia sciolta.
Meglio è sempre star in guardia e a cuccia. Il can non va svegliato, anche se il Leone (non) s’è addormentato, come da canzone:

Il leone si è addormentato
paura più non fa
il villaggio l’avrà saputo
e il ciel ringrazierà

Auimbaue, auimbaue…

Il leone si è addormentato
la luna è alta già
nella giungla, la grande pace
fra poco scenderà

Il leone si è addormentato
e più non ruggirà
ogni bimbo che avrà tremato
sereno dormirà…

L’amico del giaguaro è più oculato, anche più maculato.

Fatto sta ch’è un periodaccio.

Mi consolo con poche ragazze “pubiche” ma con il mio libro nuovo, oggi da me firmato.

Non mi fermerete!

Christopher Walken è me stesso, guardami gli occhi e capirai un “YouTube”

Ah, mi metto a parlar di Cinema con una casalinga che rammenda le calze, buona ai fornelli e a “infornare” quello del marito, “stufato” dal “timbrare” in fantozziano groppo in gola senza “scaloppina”. La scaloppina può esser farcita di funghi porcini oppure “al limone” di cottura “al dente”.

Sfoglio i promemoria dei compleanni, ed ecco che spunta Chris Walken, con le sue settanta doratissime primavere e un solo ingiusto Oscar all’attivo.

“D(i)o in pasto” la data della nascita di Chris alla casalinga, fa a fette il suo deerhunter per sugo da “un boccone solo”. Al che, irritato dalla famelica culinaria, “sfoglio” un coltello degno di Fratelli.
Mi camuffo da Vincent Gallo in mezzo alle sue quaglie e all’arrosto di polli allo spiedo, poi le cucino tutto il repertorio dei miei “ingredienti”:

1) Prendere un De Niro e mescolarlo con cura, rosolandolo nel neo prima d’affumicarlo con delle spruzzatine piccanti, un po’ “toccanti” da Max Cady “picchiato” e “spellante”.

2) Aggiungere uno spicchio di Al Pacino, “scarmigliando” i capelli tinti d’un sospetto parrucchino alla Antonio Conte, quindi “zebrarlo” contro ogni juventina abbuffata da “sturbo”.

3) Un pizzico d’aglio da Klaus Kinski per condire, di “salsa sanguigna”, la cena vampiresca, salvo indigestione da gastrite su pallida cera.

La casalinga rifiuta il pranzetto, e infila la lama nel maiale. Si definisce “mielosa”. A me pare che voglia “zuccherare” troppo. Soffrirò di glicemia. Il saccarosio del “saccottino”.
Sì, ove va la gattona al lardo…, lascia lo “zampone”.
“Tiro fuori” la mia “zampogna” dalle mutande, e la sprono alla carica, su penne puttanesche d’una all’arrabbiata su “conto in sospeso”. Romana!

Ella scaraventa per aria i piatti, io le apparecchio un “bavaglio”, poi le ballo attorno un “chili con carne”. Acciuffo la sua “patata” e la intingo di “maionese” su impazzirla d’orgasmi al ketchup.

Io stuzzico tutte, quindi, “interdentale”, con gli stuzzicadenti mi tolgo i sassolini dalla “scarpetta”.

Arrivo alla frutta, addolcisco di baci “affogati” questa donnetta allo zabaione. E, a sbafo, mi lecco i baffi col mascarpon’!

Riempita la pancia, la slego un po’. Vorrebbe menarmi di brutto ceffo(ne), ma le ficco in bocca un orologio prezioso da Pulp Fiction.

Chiamo a raccolta tutto il vicinato affinché, di “sorbetto”, possa assorbire ogni capolavoro interpretato da Walken. Che digestivo!

Cazzo, questi sono cancelli del cielo!

Chris non è mai una cagata!

E ricordate, sì, dico a voi, uomini di super-panza: Chris, su occhio Fox, ti rende zoppo!

Perché Abel Ferrara sa…

Comunque, figli di puttanazza, se ieri non l’avete letta, potete ascoltarla. Di voce “terrona” con andamento anomalo di frequenze “impazzite” su radiocronista impostato per poi depistare ancora di voce “Che cazzo dice?”:

Clicca e non rompere.

 

Se il Governo non si formerà, votatemi.

Sono colui che cambierà tua sorella. Sì, è una da ciambella col “buco”. E io son fritto da un “pezzo”.

Donne, spezzate(me)lo. Uno spezzatino che non troverete scont(r)ato.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il cacciatore (1978)
    Apice oscarizzato, la migliore interpretazione della Storia, e non solo del Cinema.
    Nessun reduce è mai stato così vero, neanche i “patiti” del Sudafrica associati agli esperimenti dei nazisti sui neuroni spaccati degli ebrei torturati. Un Uomo distrutto, spappolato nelle cervella. De Niro provato, in extremis, tenta di recuperarlo, e lo fredda suroulette russa spaccatempie. Tragedia! Non bastava il Vietnam?
  2. I cancelli del cielo (1980)
    Altro must come da citazione “anteriore”. Recitazione tutta in sordina, d’impressionanti iridi color prateria.
  3. La zona morta (1983)
    Morto, non morto, un Nosferatu, eh già. Coma, dove sta con la testa? Non c’è o vede giusto?Il veggente è un professore che lesse molto, in quanto già oltre.
  4. The Addiction (1995)
    Apparizione che vampirizza la scena, in senso figurato e monstre. Comunque, nel suo ieratico, più sexy della protagonista, un cesso con viso da morta.
  5. King of New York (1989)
    Un capolavoro sottostimatissimo ch’è meglio di mille scopate. Anche perché poi rimani all’asciutto, peggio degli zigomi “prosciugati” del Walken zombi, qui dissipato, carne e ossa, sciupato, spettrale eppur di carisma insuperabile. Quest’Uomo che risbuca dalla gattabuia, che camina rabbuiato, che incula tutti nel “non darlo a vedere”. Che fa il samaritano per la redenzione a cui non crederebbe neanche Asia Argento nella culla.
  6. Pulp Fiction (1994)
    Il film non varrebbe proprio niente se non ci fosse Lui. Togliamo il Travolta redivivo e il Tim Roth bizzarro nell’azzerarsi con rapina a mano armata di demenza fottuta.Tarantino coglie il Cimino e toglie le castagne dal fuoco nel culo di Ving Rhames. Tutta l’orgia e il casino per un orologino? No-sì, perché era di proprietà del padre di Christopher.
  7. Stand Up Guys (2012)
    “Scarto” le critiche americane. Non è stato molto apprezzato.
    Com’è possibile? Ci sono i due più grandi del Mondo per la prima volta assieme. Miscela “senile” di “Siamo duri, nonostante gli anta…”. Secondo me, la “Critica” è come le donne. Guardano solo la confezione. La confettura!
    In profondità, invece, “scavando”, la misoginia potrebbe “svelarsi” da veri lupi di mare.Come Al Pacino, stringendo la mano a Chris, conosce…
    Quelle mani strisciarono, a mo’ di “serpente”, fra molte cosce! Fra una Keaton rubata a Woody Allen, una Penelope Miller “a cazzo” fra un Carlito e uno Sean Penn, e l’attuale compagna, pescata solo per le sue pesche giovani. Pacino è uno da croce sul petto. L’orecchino su anulare alla Fabrizio Corona non s’addice alla sua preparazione shakespeariana, la “tintura” sì.
    Come il titolo “elevante” è di deduzione “alzante”, questi vecchietti son arzilli-non stand-ard.Gente come Pacino e Walken non si vende alla Standa.
    Li trovate fra le stelle, a brindare con del latte. Non c’è la rima, ma non me ne frega. L’assonanza è da “suonati”, voi miei (s)fregiati. E io “s(u)ono” tutti! Lavandomene le mani!

Tarantino Quantin-o è 50 a mettervi a novanta!


28 Mar

Tarantino ha compito cinquanta e passa, le passerotte, an-ni!

Ci penso Io a celebrarlo da Mr. Orange! 

 

Chi è Tarantino?

Sì, Tarantino è una merda geniale, e io pretendo che sia più stronzo deibastardi senza gloria!

Sicuramente un tipo migliore di tua madre. Le vogliono bene, ogni santissimo Giorn(alett)o in chiesa si reca da brava signorona, poi massacra il marito di frigidità scatenante le frustrazioni della gentilissima impotenza al suo libero arbitrio che si trastulla di prostitute, e ringrazia la Divina Provvidenza ogni qualvolta a casa non mancan le provviste. Eh sì, è previdente, i figli si lavan i denti e, lavativi, sempre più insipienti, di falsa sapienza, son stati da me schienati.
Inutile che urlino, date loro un piatto di pasta e fagioli!

Tarantino ama s-fottere, e lo fa in modo totalmente lavatura, a nodo dei singulti della borghesia flaccida. Egli ingurgita tutto il Mondo e lo provoca, così come Bridget Fonda lascia che De Niro la sfondi solo per tre minuti di eiaculazione precoce.

Sì, la mia faccia da Pam Grier è tutta una vostra fregatura. Vi dannate a offendermi, ma scappo col malloppo daprendi i soldi e scappa nel Woody Allen a inculata tremenda di ogni vostro piano per incastrarmi.

Sono un Uomo Red Hot Chili Peppers, mi scopo quelle di Beverl Hills al ritmo della Californication. Eh già, la fornicazione è americana nel Pop!

Una plateale presa per il culo? Io direi molto di più. Col mio sistema, durerò più di voi, ripiegati da depressi e sempre in cerca delle consolazioni di qualche scemotta a cui rifilate il pienotto. E non avete neanche più benzina. La benzina serve, stimola la diuresi a infiammarlo!

Come Tim Roth, sono una Iena, anche Plissken

Ama il mio “turpe” torpediniere!


Ciao, superba hostess. D’origini castigliane, reginissima di cuori infranti a castello di me “fantino?”.
Me ne inturgidirei di baci in volo, a spiccare favolistici fra valli serene di poltroncina “passeggera”, che passera, dell’arcuare il dolente mio arpionare il vestito tuo nelle trasparenze “Monroe”, lingerie ingenue del planarvi d’occhi “indagini” dell’intima biancheria.  Me ne “ingerisco”. Non digerirò un altro “No!”. Ah, che banco! Non si vede il Sole, quindi sotto la Luna saremo “craterici” e “scriteriati” nei vulcani “marziani”.

Sarei ipocrita a non rivelare il flusso ormonale che invochi “fluida”, ove forse un arbobaleno tendente… al blu, lussuosissimo, bagna le piogge ardenti d’un Mondo lontano da baldorie della matta, macellaia danza sulle baldanze oziose.

Meriti di più, così come selezioni il “personale”, fra annoiati con la sigaretta lurida di tempie troppo amare nel sorvolare i mari “pacifici” e l’Atlantico del disgelo alla mia Arte sgretolata da poli arti(sti)ci senza Tempo alcuno. Riempi le mie lacune! D’acume e acme, brufoloso d’acne. Sei come Daphne  (oh sì, “innaffialo”, annusalo, “sniffalo”, infilalo e innalzalo, di stantuffo ti sarà “affanno”, che fallo!) di Scent of a Woman, e io l’“affidabile” Lieutenant “bad” (cattivo tenente…) nel colonnello Frank SladePacino, colui che adora le uniche sillabe ove le “labbra”, dopo il “tango”, aprono le porte del Paradiso, strappandoti il tanga! Sono il Dio Dioniso, “quello” che elargiva larghi frutteti di calore e “umidità”. Egli è volpe, Egli vuole l’uva e se n’ubriaca! Quante belle vulve!

Io son sempre più furbo!

“Pasticcerei” solo in cabina di pilotaggio, col pilota automatico del non tirare il freno della  “cloche”, barra di cioccolato a comando del comandante “dominante” fra le cosce.
Senz’inibizione, “spingerei” sull’acceleratore, in mezzo alle nuvole e d’amori ieri “stalle”, con te stelle come Sylvester “Stallone”… Non contestarmi, tasta i test… a… coda! Che cavalla! Che “criniera!”.

Scherzo, irrido il malessere sociale, avvezzo a esser più vizio di questi zii oramai troppo “azzimati”. “Fragrante” come l’alba nel frastuono del rombo umano più sepolto, ove segregai le mie fusa da “gatto” nelle cambuse d’un sommergibile mai nato. Nautica e Nausicaa, poeta per te a prua del vento in poppa, in quest’aereo più (in) folle del Mondo, questo Mondo di folli che sfoltirò nell’asfalto del libero gabbiano alato. Sono DiCaprio del Titanic, mia sultana! Non insultarmi! Anche sul tavolo!

Aleggeremo con “leggerezza” ché ce l’ho “pesante”, leggerai le mie opere, e non sarà solo un invito a cena per un’operetta. La mia lirica non vale una lira, ma vivo d’allori, ora come allora in te mia mora.
Innamorati e vedrai il Cielo più limpido, ché troppo annebbiar i sentimenti ha reso la Terra piena di non atterrar nel torrido più “illuminato” delle gioie alle lingue di Babele. “Scioglila!”. “Indaffarati”, sbrogliando l’“affare”.

Permetti un ballo a me, “cliente transiberiano” che fa spola, spogliato e nudo-crudo, dalle Alpi a un Sesso senza paure del macchiarci a pois, noi approderemo a piedi scalzi fra scarpate e mascarpone, e m’accarezzerai con rizza cavalcata al mio cavallerizzo?

Imbizzarrito, sì, sono bizzarro e zazzera, tu zanzara che il sangue estrai e ne cogli il delicato profumo “veniale”. Questo è un mio “schizzo!”.

Cogli l’umorismo quando si sposa con l’erotismo più erudito!

Non mettere le dita fra moglie e marito.
Ma “carpiscila” nel diem al dì che fa din don dan nell’inondar’ e darlo fra le tue mutande!

In realtà, voglio il danaro!

Senza denari, non potrò mai averti in quanto “drenato”.


La vendetta serve, in modo rambistico

Questa è la storia d’una famiglia di deficienti, la quale non tollerò lo stile di vita contemplativo, ché tutti dobbiamo essere “obbligati”, dunque obliterati al nazifascismo italico, su bandiere del “tricolore” al “Bianco per non lavar i panni s-porchi”, “Rossi al peperone”,  “Verdi da repressi ma intinti di confessioni domenicali”, e tutti “allegrelli” nel smargiasso lassativo dell’inno mamelico per “lasciarsi andare” alle mammelle e, soprattutto, alle mummie.

Ho sempre amato disinteressarsi della vita sociale da quando “posai” esistenzialista nel Travis Bickle, contratto mio ameno a “menarmelo” dalla mattina alla sera e, di Notte, esser tassista del mio vagabondare. Additato dalle cattive coscienze, a mo’ di pagliaccio dei loro aghi nel pagliaio, quando invasero, nello sconfinare, di stesse prese per il popò, al parapiglia furon impigliati nella stessa trappola ordita di questo “menomare” d “amabili” con tanta bile da scaricare.

Gente da manicomio, infatti, che “accecai” in modo meccanico alle loro “arancine” di “limonate” da Sabato sera nel sederarsi a vicenda e di cene con tanto di canti e canne.

Soffrono pure di acciacchi! Accipicchia!

E allora picchiateli!

Furon avvertiti ma insistettero affinché non “resistessi” e crollassi.

Ne “vennero” di tanto “godimento”, soprattutto un demente, oggi guardato a vista e davvero “vispo”, uno che non guidò neanche una Vespetta in quanto poco lesto, causa epilettico del suo piscialetto. Voleva volare a Seattle, invece è rimasto una stella di Broadway da Cesare Cremonini. Inutile sparare su questa crocerossina. Pieno di amichetti, da chiacchierone, “spaghettava” di “maccherone” e, al McDrive, ordinava altra sua “pancetta” affumicata di paninaro con ambizioni del pubescente già ritardato dal “senilmente” suo inseminare e poi, “seminando”, cacciar ancora mine.

Malissimo gliene colse, con tanti si “divertì”, tanti quanti le verginelle con le quali il “suo” gingillava.

Ma pisciò col tizio sbagliato e il tizio, oltre al pan per focaccia, gli infornò, pian pianino, il pene tosto tosto dentro la paura perpetua.

A ogni passo, fuori dall’uscio, “lui” che stuzzicava quelli nel “guscio”, adesso teme per la sua incolumità. Non ha nulla di cui preoccuparsi, se non “occuparlo” finché non glielo reciderò.

Basta che si decida a costituirsi e potrà dormire sogni tranquilli, come un bimbo qual è.
O preferisce la sua “quaglia” appesa da uno squalo che amputerà i suoi “attributi?”.

Come dice il detto popolare, e costui dovrebbe esserne esperto, visto che il padre, pur di “guadagnarsi” col “sudor della fronte”, una casetta del comune, leccò corrotto mezza Bologna e ancor è lecchino per “indirizzare” la prole ove solo Dio, che sono Io, sa.

Egli ha terrore. Succederà solo un terremoto ai loro corpi.

“Il Corpo di Cristo”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Le iene. Cani da rapina (1992)
  2. Jackie Brown (1997)
  3. Bastardi senza gloria (2009)
  4. Django Unchained (2012)
  5. Kill Bill. Vol. 2 (2004)

Rambo vs la Tv


28 Jan

Rambo distrusse l’idiozia della televisione italiana, detta anche la “meritocrazia” per la crassa “casta” della borghesia scosciata. Rambo usa lo scotch alle loro bocche “catodiche”

Italia, perché ai Mondiali dovremmo tifare per il tricolore del cazzo?
Per farci i pompini a vicenda?
Sì, Pulp Fiction è un film che andrebbe studiato in ogni minimo fotogramma, ritrae “americanamente” il globo terrestre nel suo casino trash, ove gioca un ruolo dominante proprio l’asservimento alle menti da lobotomizzare ai servizi di falsi idoli, per chiacchiere “discotecare” nei pub e balli twistarelli con l’Uma Thurman di via Canna n. 6 su poppe gonfiate e il John Travolta di Trastevere col sorriso da numero civico di Corso Bettola n. 7imo nano.
Un capolavoro scatologico, che deturpa la scemenza di massa, inoltrandosene in ogni spiraglio da seviziar’ con l’acume, “acmissimo”, d’un Tarantino in stato d’ebbrezze geniali, forse irripetibili.
Quentin sviscerò gli USA alla radice dei loro monopoli al capitalismo più stolto di “frizzante” ebetudine da dormienti ipnotizzati nell’etere a inaridirli e a condurli alla “durezza” del “tenero” scambio vicendevole dei bacetti micini.
Egli rassodò i culetti dei cazzoni, ironizzando di lor stessa “icona” a misura delle stelle e strisce inneggianti al bordello d’esistenze misere che si protraggono, sin allo sfinimento nauseantissimo da mercificati, in dialoghi da bar di minorati mentali nel gonzo lor a “gironzolarsi” i pollici, fra Lebowski in abiti da gangster che, farlocchi, incarnano l’emblema dell’allocco a capo del loro “governo”. All’epoca era Bill Clinton, “pronunciato” presidentello di scandaletti con “Moniche”, nient’affatto monachelle, che si denudavano d’ogni sandalo e si “saldavano” all’abuso “orale” del potere a dettar loro ordini da segretarie in calore d’una vita stampata senza colori. La classica raccomandazione per vizietti da celare dietro il Kennedy “smagliante” di sorriso “brillantone”. Filantropo dei filetti di maialine, e fors’anche pedofilo.
Torniamo ai fatti nostri. Dopo aver assimilato l’esterofilia peggiore, portiamo “avanti” il carrozzone col canone della Rai, ove le conduttrici fan a gara per esibire il lato “b” più scostumato eppur arrapante costumino per l’uomo medio sul divanetto, in brodo di giuggiole a tali giulive.
Le sue “olivine”, dopo frustranti lavori “integrati”, di “interezza” al ragioniere calcolatore del 90-60-90, “irreprensibilmente” si corrodono rosicantissime nel luridone di bifronte videodrome.
Ecco che l’insospettabile anonimo (si) proietta le maggiori fantasie erotiche nel linguino che, intanto, s’ingozza con linguine allo scoglio mentre segue, di seghe appunto, le serpentesche “nudiste” d’isole famose, con una Ventura a tifarne le avventure sulle rocce e il suo sbandierarlo nel “marinaro” con capperi e acciughe.
Non scagliatevi contro Berlusconi. Egli fu solo il progenitore d’un morbo già inestirpabile, “prolungamento” della repressione di massa da sfamare con drivein, oche e Karaoke.
Il teorema pasoliniano di tale sfacelo è ampiamente dimostrato dalle movenze di Fiorello, da Katia Noventa, in-troie-ttata col musicarello del suo steccarino, alle “ospitate” d’una Sabrina Ferilli con “r” romanesca strascicata da matrona all’amatriciana per gli “amatori” dei suoi “stivali” sui(ni) davanzali-balconcini nell’oculare barcollante, “lì” incollato, “appioppato”, polmonarmente indementito dal ben di Dio della bonazzona analfabeta per cui però “inalberarlo”.
Poi, tutto ciò che ci va “didietro”.
L’altra sera, abbiamo assistito alla Pole Dance di Claudia Gerini per i nostri eroi che riusciranno a “entrarle” nel non ti muovere alla Sergio Castellitto? Sergio, sposato-cornific(c)ante alla Mazzantini svenduta su Mondadori per polli Amadori, la carne del Marco Ferreri più Caprioglio, che mai si risparmia, quando n’è “regista”, scene piccantone di tastatine all’attrice di turn… over. Sergio, il pessimo del qualunquismo recitativo dal carisma con “caratura” su viso “pacioso” nel “Ti fotto da volpone”.
Ora basta. Fratelli di glande, amici di merende alla D’Amico, Bianchetti Lorena sempre più per i porcelli coi loro “bianchetti”, un solo mot-t-o contro questi mussoliniani. Siamo o no dei musi gialli?
Sì, indiani, gitani, giapponesi, eschimesi, chimere!
Urge una rivolta!
Pigliate un russo e dategli una penna.
Non russerà più da bell’addormentato, ti spaccherà il facciotto e imbavaglierà questi puttanieri al servizio dello Stato.
Stato di che?

 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

 Lo balliamo strano?

 Allusioni, i doppi sen-s-i, la “sensibilità” dei cretini che applaudono, adocchiano, sbirciano e se le sbriciolano, e la romanaccia fa i conti in tasca coi “fiorellini”.

 

 

Alle origini di Tarantino


16 Jan

Saggio monografico su uno che non è diplomato in “Grafica pubblicitaria”, sebbene par che sia stato a letto con molte “figate”


Breve prefazione a carisma delle mie scelte inconfutabili di vita: mi giunge voce, come da predizione, mia e della famiglia, che ho ricevuto una certa segnalazione

Vengo chiamato per risponderne e platealmente riferisco senza battere ciglio, essendo combattivo, e cioè che, se nero su bianco, non verrà concessa piena libertà a una persona di poter vivere secondo ciò che sempre ha desiderato, godere di sé e non del piacere mercificando il mio Cuore, per nascita principesca e superiorità genetica, accostabile alla mia impareggiabile anima, saremo costretti a citare per danni la famigliola, responsabile di calunnie e di tutto quel che ne conseguì.
E riaprire tutto il caso chiedendo (e in tale atto giudiziario sono perfino appoggiato da chi ha toccato con mano le mie ragioni) a quel nucleo di nazifascisti un risarcimento che neppure tutta la generazione di Berlusconi potrebbe sostenere, causa immediata arresto per mancati pagamenti.

Come potete constatare sono qui, tranquillo, anzi, nei prossimi giorni, la persona da me, telefonicamente, interpellata, nel caso dovesse servire da testimone, sarà a sua volta contattato dalle istituzioni per un cosiddetto chiarimento secondo il quale Falotico persegue nella sua linea e, dopo averne appurato il genio che non si sottoporrà a nessuna regoluccia piccolo borghese, prediligendo la sua diligenza negletta alla prostituzione di massa, opterà per altre ingiunzioni penali.

Passiamo al Cinema.

Quentin. Sì, certo. Lo conosco. Anni fa, durante le presidenziali di Barack Obama, si trovava nel Maine con Stephen King, ove stavan “cespugliando” di picnic, meditando sulle “votazioni”. Più che politiche, non di clausura ma di “crocerossine” per la crocetta nella “casella”. Stephen, maritato di nuziale, elargì orrorifici lamenti ispirati dal bosco lì adiacente, alla “diaccio”, brividissimo, Quentin, fra una tartina e un tartaruga, ballò la tarantella con delle pischelle. A cui offrì pasta e fagioli, su pet(t)o anomalo, disturbante la quiete notturna, condito con dei “piselli”.

Spuntai dall’imboscata, offrendo ai due astanti un fiorellino lilla sapor “Adesso, in tre, ci succhiam le vaniglie. Si diedero ai monologhi della vagina, con Quentin capobanda di mafiette con delle smorfioncine. Dai Stephen, spingi di splatter, Quentin spiaccicale, io intanto mi berrò il tè del fai da te fra quest’arrosti di maialini”.

M’ingozzai, mentre le loro donne “strabuzzavano” e, fra un singhiozzo, i gozzi e tutti i “rospi sputati”, alla fine ci sdraiammo a contemplare la foresta.

Io, Uomo d’acqua dolce, e gli altri due da “duri” rudi.
Amarono con violenza, possedendo ogni lunatica tra una macedonia di fragoline e varie “montatine” di panna “deliziosa”. Ma poi, rilassati, “ammosciati” finalmente, dissertammo sul Cinema del nostro Tarantino:

Quentin: – Voglio delle recensioni coi controcazzi. Coglioni, merda, forza! Sparatele!
Stephen: – Durante le pause, invero pochine, fra un mio tomo letterario e l’altro, ogni sera scelgo un tuo film, a ripetizione, a raffica. Mi fornisce l’umore cazzeggiante per poi scrivere delirando.
Stefano: – Innanzitutto, signor Quentin mi stringa la mano. Sa, questa mano più volte s’è masturbata su Bridget Fonda di Jackie Brown. Grazie mille.
Quentin: – Non c’è di che. E l’altra invece, che fine ha fatto?
Stephen: – Gliel’ho amputata io. Sono un feticista come i miei mostri cannibali. Abusava dei piedi di Uma Thurman.
Quentin: – Stefano, non l’hai denunciato per questo Scevola?
Stefano: – No, io e Stephen abbiam pattuito quest’accordo. Lui mi concesse la sua “mansarda”, ove posso scrivere ispirato, a condizione che lui guardasse un film di Michael Mann.
Quentin: – Perché non ne ha mai visto uno?
Stefano: – Questo è nulla. Da molto Tempo, non vede neanche quella della moglie.
Pare che siano in causa nonostante la stessa “casina degli orrori”. Vengon poco, ma alle mani sì.
Quentin: – Ottimo “spuntino” per una sceneggiatura “dialogica” di liti coniugali per “fumettizzare” la crisi matrimoniale con un nuovo capolavoro intitolato Metti il dito nel Kill, ove lei mette su qualche chilo e lui è sanguigno di carne con chili nel mattatoio.

Ci demmo alla vendemmia, quindi al concime. Conciati per le feste di goliardiche “botte”.

Ricordate: amate Falotico, Uomo fantasia da tanga che va via.
Vi sembrerà un’idiozia, invece è un colpo di culo.
Anche di reni, infatti la Ferrarelle aiuta la mia diuresi…

Di mio, a parte tragicomiche avventure d’un “peperone” spericolato fra paperette e paperoni, posso solo regalarvi tale aneddoto, che va annotato:

di Notte, quando vengo invaso dalle paranoie altrui, ah gente dabbene sempre famelica d’aggressività “potente”, sogno, stiracchiandomi le gambe dello sgranchirle “appaiate”, un miraggio di tal “fatto”, cioè me sdraiato vicino a un albero di ulivi, con tante oche giulive che vogliono le mie “olive”, e Wilde Olivia che ambisce al mio Braccio di ferro, bicipite Popeye nello stiro con l’acciaio Inox al Minosse, il quale, nel labirinto del mio onirico labirinto, vien sempre scippato dalla sua Arianna, donna che fila come Berta di Rino Gaetano. E mi “scappa” dai pantaloni, acchiappandola d’inchiappettate. Un po’ dentro di lei, e un po’ “(ri)tirato” nel non averlo “spiccato” in costei da “sbeccare” ma che, di due di picche, chiamò il suo Bruto per picchiarmi.
Scattò la rissa, da orbi, e mi consolai spruzzando il mio “pomodoro” d’Adamo in Eva Green, verde come il frutteto dell’orto botanico e rossa dunque di “clorofilla” per la mia respirazione “bocca-bocca”, molto albicocche fra le sue trecce e il mio “biscotto” nel latte.

Sì, in campagna va la mugnaia e, mungendo, l’inguine (pre)tende il mio “salendo”.
Si chiama saliva, si chiama “salvia”, si chiama selvatico, forse anal-gesico.

Eh già, di genealogia son genitale. Fra the tree di Terrence Malick e “quello” di Alvaro Vitali, attore adorato, “in odore d’Oscar”, dal nostro Tarantino.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Le iene. Cani da rapina (1992)
    Film costruito su geniali stronzate. Come dev’essere. Madonna nella tavola “calda”, eh, più bollentona della Ciccone neppure Maria Annunziata detta “La lucana amara per la pummarola ‘en cop’ dato suo corpo”.
  2. Pulp Fiction (1994)
    Film antilineare, “goniometrista” delle analessi, del lessico. Con John Travolta pettinato come Lassie.
    Tutti “lessi”, tranne Willis.
  3. Jackie Brown (1997)
    De Niro spompato da “Che ti sei fumato se non sai fumare?”, una Pam Grier grintosa e un Michael Keaton versione Gordon del Batman di Nolan.
  4. Kill Bill. Vol. 2 (2004)
    Non c’è due senza mille morti ammazzati.
  5. Grindhouse. A prova di morte (2007)
    Lo stunt se ne incula. Ammacca, le prende, glielo spaccano ma è uno spaccone. Come me.
  6. Bastardi senza gloria (2009)
    Eli Roth dimostrò che, quando vuole, può essere stronzo.
    Waltz di più, Pitt nel però “Te lo ficco qui”.
  7. Django Unchained (2012)
    Ogni Sergio Leone ama le pennette all’arrabbiata.

Non mi stanno simpatici i fisici astronomici perché “patisco” le loro “gastroscopie” coi “telescopi”, eh sì, non scopano molto, se “lo” guard(i)ano con le lenti d’ingrandimento al microscopio


07 Nov

Già. Tra l’alfiere e la pedina, fra il Re e la “regina”, scelgo l'”arrocco” dello scacco(lo) “matto”, da (ele)fantino che infila in tutti buchini, anche nel pavimento di “piastrelle” senza bianco o nero che “(sos)tenga”

Rincaso, or ora cari uditori, da una “gita” al bar, ove ho mischiato il cappuccino nel caffè di Peppone, il gestore di camomille alle vecchiette da Don Camillo.
Al che, durante la “festa”, s’è avvicinato un tipo grigio, un mezzo nano alto 1 metro e 90 su scarpe col tacco da “ginnastica”, e anche da prima ginnasio.
Peppone, cacciando prima un peto “impepato”, gli pose tal questione, quindi, dopo “lauta” risposta “insufficiente”, lo prese a pedate, pestandolo assieme alle pensionate:

– Marco, sei soddisfatto della vittoria di Obama?
– Felicissimo. M’ha rallegrato la giornata. Ah, mattina faticosa. Ho penato su un libro d’astronomia per individuare il raggio gamma delle gomme da masticare d’una Venere in orbita su Saturno, con tanto d'”anello” aureo da stellari-stalloni di “pulviscolo” attorno alle sue rotondità molto sferiche.
– Ah sì? Come si chiama costei?
– Susanna.
– Ove va Susanna, montan le “panne”. E bisogna “sculacciarla” di “palle”. Vedi che “tutto” torna? Si chiama “equazione dell’equino”, il cavallo che “lungo” è “cioccolato” nel “cucchiaione”.
Osteria numero dieci, chi è la moglie del bidello? Tanti, tutti “dentro”, di strofinati uccelli nella “lavagnetta” con tanto di “bagnetto”.

Applauso!

Marco rimase scioccato da tal “briccone” Peppone che brindò di “bicchierini & spuma”.
E, ritenendosi superiore per “istruzione” d’altra “crema”, tornò nel suo appartamento, si spogliò da quel “cinismo” a “buttarla” via in “vacca”, s’immerse nella sua vasca idromassaggio, poi di shampoo canticchiò da creatura francescana che non tollera certe battute, di zolfo, dai piedi caprini:

Champagne
per brindare a un incontro 
con te 
che già eri di un altro 
ricordi 
c’era stato un invito 
stasera si va tutti a casa mia 
Così 
cominciava la festa 
e già 
ti girava la testa 
per me 
non contavano gli altri 
seguivo con lo sguardo solo te 

Se vuoi 
ti accompagno se vuoi 
la scusa più banale 
per rimanere soli io e te 
e poi gettare via i perché 
amarti come sei 
la prima volta 
l’ultima 

Champagne
per un dolce segreto 
per noi 
un amore proibito 
ormai 
resta solo un bicchiere 
e un ricordo da gettare via 

Lo so 
mi guardate, lo so 
mi sembra una pazzia 
brindare solo senza compagnia 
ma, ma io, io devo festeggiare 
la fine di un amore 
cameriere, champagne?!

A differenza di tal malinconico sognatore della sua “minchiona”, mi sintonizzai sulle “minchiate” della radio. Spesso, nell’etere, passan gran cazzate ma alle volte anche delle passerone che “involano” il tuo volante in zona Elvis “pelvica”.

E pensai: ho sbagliato tutto nella mia vita? Potevo sorbirmi il catechismo delle insegnanti “casa e chiesa”, ottenere una laurea rubando di raccomandazioni, “sistemarmi” con una bella cas(c)ina, e trombarmele così tutte nel “casino”.
No, ho fatto bene a “darlo” in barba, amo il mio “barbone”, il pelo personale è riccio solo alle mie dita e sono solo un casinaro.
Come dev’essere, come voglio che il mio cazzo “tirato di pelle e cuoio” sia.
Andando “a culo”.

Dunque, tornando a Obama, a voi cosa “viene” che sia stato eletto?
L’importante è che sia “eretto”. Fidatevi, “lo” sa anche Barack. Buon nero non può mentire…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
  2. Le iene. Cani da rapina (1992)
  3. Pulp Fiction (1994)
  4. Jackie Brown (1997)

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