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Attori bolliti: John Cusack


02 May

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Ebbene, oggi voglio parlarvi del “lessato” per eccellenza, John Cusack.

Attore classe ’66, che negli anni ottanta fa sfracelli in commediole godibilissime per teenager, come Sacco a pelo a tre piazze o Sapore di hamburger, tanto che Hollywood si accorge subito di lui perché incarna la faccia tipica del bravo ragazzo da “colazione dei campioni”, sano e simpatico, un po’ sfigato ma di buon cuore. E fioccano le collaborazioni importanti e Cusack, da par suo, si mostra immediatamente molto versatile, passando da Rischiose abitudini di Stephen Frears a Ombre e nebbia di Woody Allen (col quale lavorerà egregiamente anche in Pallottole su Broadway), da I protagonisti dell’immenso Robert Altman a Mezzanotte nel giardino del bene e del male di Clint Eastwood. E sul finire degli anni novanta è dappertutto, facendosi notare in film non eccelsi, forse, ma di gran successo, come Con Air con Nicolas Cage, Falso tracciato di Mike Newell, City Hall con Al Pacino, Alta fedeltà sin al suo bellissimo ruolo in Essere John Malkovich di Spike Jonze, solo per citare a caso qualche titolo di punta.

Poi, tutta una serie ancora di film estremamente decorosi, non certo capolavori, ma che personalmente ricordo con piacere, e penso dunque alle sue prove in pellicole come Identità di James Mangold o nel sottovalutato The Ice Harvest di Harold Ramis. Al che comincia ad arrancare, come si suol dire, di brutto. Non mancano picchi prestigiosi come Maps to the Stars di Cronenberg, sebbene in molti considerino tale film come l’opera minore per antonomasia del maestro canadese, ma Cusack ci presenta robaccia ignominiosa come Dragon Blade o il devastante Arsenal di Steven C. Miller. E non oso pensare cosa potrà essere il prossimo Distorted di Rob W. King, un film che, già dalla faccia dello stesso Cusack nella locandina, ci fa capire subito di quanto John sia davvero poco convinto di avervi partecipato. Una faccia che è tutto un programma…

Ma pare comunque fregarsene il nostro “buon” John e, a quanto pare, ha sempre più successo come influencer attraverso il suo profilo ufficiale Twitter, ove bellamente parla da tuttologo di politica e società americana, tirandosela da enorme sapientone.

Contento lui…

 

di Stefano Falotico

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