Posts Tagged ‘Stallone’

Facebook ha rovinato il Cinema


29 Apr

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No, non è una provocazione. In qualche “mo(n)do”, lo penso davvero. Questa proliferazione dipost(er) assomiglia ai gridi munchiani di “Io esisto e voglio condividere il mio (non) gusto con te!”.

Quindi, ti mostro i miei “preferiti”. Sempre, ripetuti, reiterati, insistenti, “deficienti”.

Ora, è un discorso complesso che ha origini laddove le connessioni internettiane, che in Italia fra l’altro “celebrano” il trentennale proprio oggi, si “svolgevano” col modem 54k e bisognava prima staccare la presa telefonica per “collegarsi” alla rete, prima insomma dell’ADSL, del Wi-Fi, di amenità “sconce” del genere degenerate, insomma, di questa (de)generazione.

Assisto impotente a un trionfalismo di eroi dell’infanzia che spuntano sovementemente, anzi, che dico, prepotentemente perenni nell’idolatrare proprio il “mito” che si scelse a “modello” di quell’età mai evolutasi.

Sì, un tizio condivide ogni giorno, a ogni ora, tranne pause momentanee lavorative, (s)fortunata-mente, i post di Sylvester Stallone che si allena in Rocky tutta la saga. Brindando al suo idolo, appunto, che gli scaccia i pensieri di una vita, ahimé (non) duole dirlo, che credo sia fustigante e priva di vera autonomia felice. Sì, certa gente cerca nel calcio la panacea ai propri mali esistenziali, altri trovano nell’iconcina la pace estemporanea delle loro frustrazioni quotidiane. E allora Sly Stallone diventa il proletario “tosto” e dal sorriso “rassicurante” che li mette tranquilli, della serie “anche il proletariato ha il suo sindacalista muscoloso”.

Quindi, ecco spu(n)tare Al Pacino nel Padrino, perché uno si crede un “boss” e fa del suo malessere un’apparenza da “malavitoso” e “macho”. Capirai che paura.

Alcuni in chat ti rispondono come DiCaprio di Django Unchained, “Avevate la mia curiosità, ma ora avete la mia attenzione”, quando volevi chiedere loro soltano un “Come stai?”.

Insomma, “liofilizzano” frasi e video di film storici e/o memorabili per “robotizzarsi” nella banalità freddissima d’un veder(ci) “telematici”, facebookiani appunto, triste e decadente.

Vuoi vedere che La foresta dei sogni non è poi così brutto come “questi” dicono?

Diamo(ci) una speranza, andiamo al cinema.

 

di Stefano Falotico

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Urbanmirrors.com, la mia Rubrica di Cinema


09 Feb

Da oggi, ufficialmente ne son redattore e firma prestigiosa. Grazie a tutti.

Urban Mirrors Stefano Falotico

Io sono la Legge!


15 Oct

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Faloticata del giorno:

la legge non è uguale per tutti. Non è uguale per chi non legge. Se non sai leggere, devi essere per forza un criminale, non puoi essere un prete, perché i preti san leggere il latino e gli avvocati studiano esso. Quindi, se non sai leggere, la legge non sarà con te leggera.
Leggerai fra le sbarre.

Meglio Stallone Cobra di Erich Fromm


01 Jun

 di Stefano Falotico

Erich Fromm, da me, riceverà solo botte in quel posteriore!

Sezione manicomio cimiteriale del mio nichilismo frenante solo dinanzi a una zoccola pensante

Sì, son misogino, dichiaratamente sfacciato, credo anche misantropo su cazzone d’ordinanza e, modestamente, mi permetto il luss(urios)o di sfog(gi)are una carrozzeria d’erezione pronta all’uso per ficcartelo nel culo. No, non vado per il sottile, non ho stile, vesto “impeccabilmente” i miei peccati e guai a scassarmelo. Prenditi i trattati sulla tenerezza di Erich Fromm e pulisciteli con carta Tenderly, io mi spazzo(lo) col dentifricio ché, piuttosto di effeminarmi con ‘sta roba per checche, checché ne di(re)te, m’annuso il dito e preferisco un po’ di sana merda a queste leccate per vecchiette da ospizio. Sì, da questo punto di vista, son “frocio”. Ma meglio un ano sbattendotelo che anni passati a prenderlo. Anni fa, infatti, ‘sti falliti m’impiegarono come obiettore di coscienza per far il ginecologo apprendista d’una vacca zietta tutta cagona che, fra l’altro, pisciava fuori dal vaso, urlandomi a viso aperto, e sue cosce divaricate, che non le sapevo asciugare la vagina con dell’emolliente ad ammorbidir le sue incontinenze. E mi diede anche dell’impotente perché, secondo lei, l’infermiere sapeva invece come (s)fotterla, ripulendola a dovere dopo avergliela te(r)sa di brodaglia in men(sa) che non si dica. Al che, sfogliai appunto questo semi-gaio di nome Fromm, che nella vita faceva un cazzo e sapeva sol filosofeggiare da pensatore della minchia, anzi diciamocelo, cazzeggiava e vinse anche premi molto ambiti in a(m)bito letterario che a me par solo, dietro la scrivania, par(l)ato e talare. Solo parlare, bla, bla, bla e il mio sputo alla sua vita da confettino a vederla a pois. Ti sputo! Gran puttanazzone! Puah!

Sarà, a me son sempre piaciuti i duri, non questi morbidoni per frustrate depresse che, stese a letto, ma non infornate dentro come si deve, leggono ‘ste consolazioni patetiche da chiesastiche solo perché nessuno le scopa come Dio comanda. Ogni giorno, guardan l’oroscopo speranzose di ricevere la classica botta. Ma state tranquille, io non vi scoperò, E adesso, bagascia, a terra scop(pi)a.

Dammi del povero Cristo sfigato e vedrai il Diavolo a infinocchiarti!

Sono questo, mi dispiace se (non) ti piacerò, non sono tenero e m’innamoro solo quando mi sparo le seghe. Da sequoia che, da secoli, fa una vita arida, b(r)ulla, secolarmente circolare a girarci attorno e spezzarti in due, alzandomi poi il bavero, care papere.

Mi (s)piego? Non mi spezzo? Sì, ma tu ti spezzi e me ne frego del tuo disprezzo.

Ecco la “tenerezza” di questo fascio… di “rose” finte. Leggiamo la merdaccia, fatevi del male!

 

Per sua natura la tenerezza è qualcosa di fondamentalmente diverso dalla sessualità, dalla fame o dalla sete. Da un punto di vista psicologico, pulsioni come la sessualità, la fame e la sete sono caratterizzate da una dinamica autopropulsiva: crescono d’intensità fino a quando non raggiungono un punto culminante in cui vengono soddisfatte e, per il momento, non si desidera nient’altro. La tenerezza appartiene ad un altro tipo di pulsione. Non è autopropulsiva, non ha scopo, non ha un punto culminante e non termina bruscamente. Trova il suo soddisfacimento nell’atto in sé, nella gioia d essere cordiali e affettuosi, di prestare attenzione, rispettare un’altra persona e renderla felice. Considero la tenerezza una delle esperienze più gioiose e positive. La maggior parte degli uomini sono anche capaci di tenerezza e non la associano all’altruismo o al sacrificio di sé. Solo per chi è incapace di tenerezza questa costituisce un sacrificio. Ho l’impressione che nella nostra cultura ci sia poco spazio per la tenerezza. Ma quante volte in un film troviamo manifestazioni di vera tenerezza tra i sessi o tra adulti e bambini o tra umani? Infatti non si intende affermare che siamo incapaci di tenerezza, ma solo che la nostra cultura scoraggia la tenerezza, e ciò dipende in parte anche dal fatto che è orientata a uno scopo: tutto ha un suo scopo, tutto ha una sua precisa meta che deve essere raggiunta. Il nostro primo impulso è sempre quello di raggiungere qualcosa. Siamo poco interessati al processo vitale in sé che si esaurisce nel vivere, nel mangiare o nel bere o nel dormire o pensare o provare un sentimento o vedere qualcosa. Se la vita non persegue alcun fine, allora ci sentiamo insicuri, ci chiediamo a che cosa serva. Anche la tenerezza non ha alcun fine. Non ha il fine fisiologico di dare sollievo o una soddisfazione repentina come avviene nella sessualità. La tenerezza non ha altro fine se non di godere di un sentimento di calore, piacere, sollecitudine nei confronti di un’altra persona. È questo il motivo per cui temiamo la tenerezza. Gli esseri umani – specialmente gli uomini – provano disagio quando manifestano apertamente tenerezza. E, inoltre, il tentativo di negare le differenze tra i sessi e di omologare uomini e donne ha impedito alle donne di mostrare tutta la tenerezza di cui sono capaci e che costituisce un tratto specificamente femminile.

 

Sapete che gli dico? Ma vai a dar via il culo!

Appunto!

De Niro vs Stallone, ricordi da Rocky o da Toro?


29 Nov

Il grande match con De Niro e Stallone: potrebbe essere una boiata pazzesca oppure, se “vissuto” nostalgicamente di ricordi, un capolavoro oltre la memoria di Proust

Alcuni film si stampigliano dall’infanzia, crescono a dismisura e la mitologia dei loro attori s’incide nelle nostre iridi “rimembranti”. Stai sonnecchiando in una “maturità” finta ma non sei un ruffiano e ami tuffarti indietro, perché la vita è una total recall. Il resto sono il barbecue e una comodità appunto fasulla. Perché il Cinema vive di attimi. Non di vita vera. Che cazzo significa realtà? Una da consolare con delle insalate?
E non è ogni maledette domeniche con la predica.Ogni fine settimana cambia perché le traiettorie mutano, quindi anche la meta vincente o a metà del traballante. Se non l’avete capita, allora datevi al rugby. La palla si tira sempre indietro e bisogna avere più palle a giocarlo. Non hai il casco e te lo spaccano. Il cazzo? No, quello è protetto, il menisco. Da cui il detto “Se manchi la presa e lui ti prende di sgambetto, attento alla noce del capocollo”. Non fa rima ma fa traumatologico.
Nascono persone “diverse”, che s’estrassero dalla futilità d’un frivolo viversi adolescente cretini, tutti bacetti stronzi e canne (s)torte in braccia “dure” per “crescere”.
Uomini che vivono di fantasia, che all’improvviso ritornano. Non è un miracolo, è l’evidenza del genio che prese il sopravvento, ribaltando i pronostici di mentalità ottuse come capre.  Non vollero capire allora lo pigliassero. Se le teste agli asini non puoi lavare, una saponetta può levar i pidocchi.
Qui chinatevi e in castigo.
Ricordando, tornano le emozioni, e la vita vince sugli stronzi.
Gente abietta, sanguisughe, che han sempre campato prendendo appunto per il culo, affibbiandoti astruse congetture.
Ma, bastò una mossa inaspettata, e il loro colpo fu ingobbito in volar di reni e senza più lor reti.

A volte bisogna attendere anni, altre volte entra a questi nell’ano alla prima botta.
Si chiama ribaltamento di (s)cene da cretini.
E un bel pugno al fegato, ché non fa mai male se la digestione di costoro non è stata “tirata su” dalla limonata con la solita gallina di cedrate.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il grande match (2013)
  2. The Boxer (1997)
  3. Bomber (1982)
  4. Karate Kid. Per vincere domani (1984)

 

“Escape Plan”, Tv Spot


21 Sep

“Grudge Match”, il Trailer


12 Sep

Festeggio il mio compleanno con questo film già storico.

È morto Tommy Morrison


05 Sep

 

Pugile anche nel quinto “Rocky” che punii di pugni. Beccatevi la mia divina “The Shawshank Redemption”. Abbasso i boxer sciancati! Cazzoni vari e dementi totali!
Non perdete di questo video il finalissimo…

Non sentirò la mancanza di Tommy. Era simile a un altro.
Continuo, da Balboa, a far quel cazzo che voglio.

E attento a non rompere, puttaniere della peggior feccia.
Se no, ti spezzo la carotide e la “carina”.
Beccati la mia “carota”, t’isso a mo’ di carrucola, ti abbasso a maniere forti, e finirai sulle rotelle con le slegate rotule.

Gemerai come Morrison. Non Jim. Jim il cantante era davvero Big.Tommy invece ne prese di cazzotti, essendo un cazzaro minuscolo. Buttò giù Foreman? Quando era già cocone. Dicasi puro, dicesi va bene uguale a rincoglionito.

Dunque, ecco l’incazzato. Prima la razione, il trasloco e poi il loculo.

-.Ehi, fallito.

Il mio ring è la strada.

E dopo avertele date a sangue, accendete la radio, passa questa… è troppo “dolce”, balbuziente e maniaco sessuale? Me ne fotto!

Quando mi guardi cerchi dentro di me
una risposta che gira nel vuoto.
Ora che è tardi, che futuro non c’è,
l’isolamento risulta forzato:
è diventato parte di me,
io sono parte di lui.

E lungo il fuoco dei giorni, dipendeva da te
lasciare accesa la luce del sole.
Durante le partenze e i ritorni, il punto fermo qual è
per sopportare le troppe parole?
E cambiano le frasi, però
nel mio silenzio ci sto.

L’amore è un attimo da vivere davvero,
muore d’abitudine quell’attimo sincero;
una persona che scende è già lontana da me
che sto partendo da qui.

Dopo i rimpianti qualcun altro verrà:
c’è una ferita che cerca dottori,
la voglia di guardare davanti, che domani sarà,
e le comparse diventano attori.
E cambiano le facce, però
gli stati d’animo no.

L’amore è un attimo che piano rincorreva
attimi di vita che la mente confondeva;
e chi l’amore si prende lo conserva per sé,
però non passa da qui.

E cambiano le facce, però
gli stati d’animo no.
L’amore è un attimo da vivere davvero,
muore d’abitudine quell’attimo sincero;
e chi l’amore pretende è già lontano da me
che sto scappando da qui.

E quando il freddo mi stringe nel silenzio che c’è,
quegli occhi stanchi li punto verso il cielo.
E cambiano le facce, però
gli stati d’animo no.
E cambiano le frasi, però
nel mio silenzio ci sto.
E cambiano le facce, però,
gli stati d’animo no

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Rocky V (1990)
  2. Le ali della libertà (1994)
  3. A History of Violence (2005)
  4. Cose nostre – Malavita (2013)
  5. All’ultimo pugno (2013)
  6. I mercenari 3 – The Expendables (2014)
  7. Il padrino (1972)

Woody Allen contro Falotico: due identici “ai denti”


07 May

Stefano Falotico e Woody Allen conversano, disquisiscono sul destino “co(s)mico” di un’umanità non tanto ottim(ist)a, ai piedi di Manhattan, con la Torrei Eiffel a svettare come… Libertà!

A sbafo, sbandati, dal Mondo ottuso schivati-schifati, “schiavi” di regole programmatiche-pragmatiche, insomma sugli ema-tomi artistici “sbaviamo”, chissà cosa ne pen(s)erà Shakespeare nell’essere o non essere Emma Thompson

Io e Woody siamo statue di cera, scolpite nella blu incandescenza immersa a solitudini in qualche modo affini sebbene su sembianti “diversi”, agli antipodi solo del primo acchito… ah, i tacchi solari delle donne per nostra misoginia cavalcante eppur sempre profondamente attratta dal “nervo” focale dell’Eros domato contro il Thanatos che genera melanconia. E anche emicranie per poc’antropocentriche “bersagliere” al centrarle nei loro più “intimi” desideri.
Ah, da lupi depressi le concupiamo, lui spelacchiato e io nelle prime alopecie di “penicillina” alle ferite d’amore.
Che mordenti misantropi, uomini d’altra razza. Oramai, neanche nelle fabbriche dei “giocattoli” “tiran” fuori pezzi erronei come noi. Non adatti alla massa che va per la maggiore… Noi errabondi, vagabondi pensierosi fra una mia sigaretta nervosa e il volto di Woody increspato di fegato “polmonare” sull’osmosi d’asfissie a un’empatia virile un po’ schizzinosa nei riguardi del Sesso, sensuali d’asessuate, nostalgiche visioni “oceaniche” dai colori “nitidi”, natanti, piangenti che planano nel meditabondo sorvolare su “tutto”.

Onirici o neri?

(Ri)flettiamo…

“Livellati” sul mare, appianati ai s(u)oli. Almeno non appiattiti.

Gli omosessuali, appunto, c’osservan con sospetto, la polizia aspetta le ambedue mosse false per “incatenarci” alla prigione dei nostri scatenati sogni “virtuali” repressi, la gente “normale” ci stressa e l’esistenza si fa… opprimente.

Che sgambetto! Che “gobbi” di colpi! Al Cuore!

Ma siamo noi a giudicarli deprimenti. Ah, l’uomo medio logora con la sua lorda, capricciosa voglia “matta”, perennemente mirata al “triangolo isoscele” delle cosce, dunque è molto “mirabile”, da celebrare in “lode”.
Con tanto di allori e “scappellarci” di “Buongiorno”.

Preferiamo un addio mansueto alla consuetudine, anche se la messicana Consuelo ci strizza l’occhiolino ed è peperina di salsa “matata” al nostro “corto… circuito” ballerino ma non “latino”, più “alla francese” nelle rotonde sul mare annoiate da questa oscena liscezza. Che “tonti!”.

Lui, evidentemente “mostriciattolo”, cerebrale accidioso a mo’ del “Ça va sans dire”, io arrugginito come Pacino Lefty Ruggiero nel mio apatico e “Me ne frego fin(i)to” da “Che te lo dico a fare…?”.

Poche carnali donne nel nostro carnet, Woody col Cielo in una stanza autocentrata di maniacali nevrosi proiettate ad altri, adesso anche d’alter ego, io spesso in cameretta romantica come i poemi cavallereschi della mia stessa spada nella roccia da Camelot. Anche da cammello. Non se se son Amleto o se sia un Bene… Carmelo.

Orsi siamo e brindiamo alle “ossa” di Artù, Principe tradito da Ginevra la meretrice, in mezzo alla “foresta” di Lancillotto,  un figo più spassoso che la (es)portava in “giostra” e la riscaldava, “avvelenandoci”, nei prati verdi delle ginestre e “corsette campestri”. Ah, Lancillotto lo “lanciava” fra i suoi “corsetti”. Pizzi e merletto.

Cazzo, aiutaci Merlino! Manca la melina! Anche i letti a “castello”.

Così, col taccuino alla mano e appunto il tacchino da Giorno del “Ringraziamento”, causa benedire e basta le “graziose”, telefono a Woody per svegliarlo dal suo recente letargo cinematografico. Lo invito a cena ché, a lume di candele, ammiccheremo a vicenda col frizzantino da geni “brillanti”.

Lui, ancora in canottiera, annichilito in un letto insonne di brutti incubi, prende su la cornetta ma, nonostante risponda-cheto-chieda presto “Pronto?”, fa fatica a riprendersi.
Al che, sgrana la vista e punta la locandina di Die Hard, con Bruce Willis a rammemorargli di non mollare.
Woody, invece, nel naufragare sempre “controcorrente”, mollò quattro pet(ard)i isterici, “modulando” un valzer di sconnesse frasi all’unisono dei “tuoni” piovigginosi ch’echeggian fuori.

La sua vicina di casa, donna pia quanto “spia”, bussa alla porta dell’apparta(men)to.
Domanda che cos’è stato quel trambusto.

Woody, con “proverbiale” (non) lasciarsi andare, ancora in vestaglia, “annuisce” un “Signora, è acqua passata, la ritenzione idrica del mio (re)moto passato”. Come da Verbo che emisi…

La signora, simile a Edwige Fenech infermiera, lo manda a fanculo. Già. E gli tappa la “bocca” con “amorevole cu(citu)ra”.

Woody, in tut(t)a “sveltina”, si veste e, dopo averla cinta di farneticazioni “nullafacenti”, non sa quali cinture scegliere.

Dunque, nel mentre della sua mente, di nuovo si scioglie in (rim)pianto a (di)rotto. Incompreso e “in compressa”.

Frattanto, trascorsa mezz’ora dal mio primo “squillo di tromba”, giungo a casa del mio amico.

Esclamazione!

– Woody, è tardi. Non attardarti di più per colpa della tardona. Si sta facendo… Notte, poi non avremo Tempo perduto… da Midnight in Paris.
– Hai ragione Stefano. Perdonami, alle volte sragiono. Colpa dei troppi ragionamenti da topo senza “top(p)e”.
Dammi… 15 minuti di Andy Warhol e andremo a mangiarci delle uova. M’occorre il lass(ativ)o, anche Lasonil al mio Pinocchio “nasino”, per “risollevarlo” da quella dannosa del “Pronto Soccorso”.

Che andasse ove sempre (non) and(r)ò.

Quindici più tardi, Woody è pronto.

Al ristorante più “rinomato” del quartiere “meglio” frequentato di New York, veniamo accolti dal menestrello di Fracchia la belva umana.

Io vengo trattato come il commissario Auricchio di banfiana memoria. L’incivile canterino infatti comprese subito che non sono uno da Ela Weber. E la buttò su sfottò delle battutine “piccantine” al nostro scambiarci da “toccati”.

Voglio aggredire il troglodita ma Woody mi trattiene e, con più “classe”, ri(t)ma allo stronzo maleducato:

– Non siamo da Gigi il Troionenon siamo frocioni… ma ti facci(am)o un culo così.
– Scusatemi tanto, v’avevo preso per “quelli”.
– No, siamo solo amici. Non s’inimichi “uomini” come noi.

Meglio non trovarseli di fronte in “posizione” orizzontale. Quando le “spariamo”, utilizziamo l’arma Magnum da Callaghan col grilletto… “in sordina”.
Silenzio… di tomba.

Ceniamo. Woody ordina delle “cozze”, io delle ostriche. Ci fermiamo al caffè, il dolce ce lo “rifila” l’oste.
Eh sì, un conto salatissimo di “prima” scelta: 1000 dollari più “bottino” della mancia a strapparci le mani(che).

Senza mutande, senza “speroni”, senza cartucce, senza pall(ottol)e, tristemente c’avvi(t)iamo verso il fiume Hudson. Comincia a grandinare, usiamo l’ombrello e aspiriamo il vento con delle cann(ucc)e.

Buona la “gran(it)a”.

Prendiamo “posto” in panchina, essendo dei panchinari della vita. “Titolari” però della sfiga.

E “contempliamo” senza pronunciare una sola parola.

Dopo tre ore del fissare il vuoto, piglio il “pazzo” al balzo con una balzana cazzata.

– Woody, che frutta preferisci? La banana o la Macedonia di Alessandro Magno?

– L’acido dell’insalata dopo il minestrone “bagnato”.

– Ti capisco.

Anch’io non lo “condisco”.

Quindi, ci baciammo mentre quella passerotta di Gwyneth Paltrow passò in quella “zona” e, a grandi falcate, salutò i nostri “uccelli”.

Non ci rassegniamo e Woody canticchia Nek:

Non è mai com’era ieri,
cambia il senso cambiano i pensieri,
e ti sembra tutto da rifare…
Sbagli se ti guardi indietro,
punta avanti anche se hai mezzo metro,
c’è sempre una strada per viaggiare…
è un’inguaribile follia,
saperti solo mia…

è congiunzione astrale…

– Questa è l’ultima porcata che mi fai, Woody! Adesso, finalmente ci sono arrivato!

Radio Days pensavo fosse un capolavoro ma invece è meglio Glory… di Springsteen!

Tu non spingi per nulla!

Detto ciò, lo spingo, annegandolo e dandolo in pasto agli squali.

In poche parole, “emergerà”.

Annacquato di pene da pirata?

No, da piranha.

Sono sempre a galla, gli stronzi ho scoperto e da me solo merda in faccia. Oltre ai pugni, questo è ovvio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Zelig (1983)
  2. Ombre e nebbia (1992)
  3. Taxi Driver (1976)
    I due sopra fan cagare, robetta intellettualotta da masturbatori.Mille volte meglio Travis, tassista come me per la feccia di una manica di lerci che pensavo amici e invece scoprii dei puttanieri sfruttatori, scatenando il putiferio.

    Non li ammazzai, anzi sì.

    Travis li uccise fisicamente, io in modo che patiranno eternamente.

    E piansero. Cazzi loro. Se la sono cercata.

  4. Rambo (1982)
    Da collegare al capolavoro sovrastante.

Non c’è marchio senz’infamia, non c’è donnaccia senza la “borraccia”


22 Feb

Forse, il gestore reputerà giusto cancellarla. E, credo, dopo che l’avranno opportunamente letta molti utenti, sia un suo legittimissimo diritto eliminarla, ma la scrivo perché certe cose non succedano.

Alla gentile utenza di tale straordinario sito, FilmTv.it, che tengo in auge: diffamatori del web, nascosti dietro nick di “poderosa” potenza fascista, abusano nella zona commenti, ecco un nome che vi segnalo

Ieri sera, in merito a una delle mie ultime play su Robert De Niro, in assoluto mio favorito, soprattutto Louis Cyphre di Angel Heart nel dar coscienza a Johnny Favorite, un nick di tal “fatta”, “liciat”, m’inviò un commento abusivo, assai “allusivo” e calunniatore.

Mi “allega” un video “Youtube” della BBC, interpretato da Tom Hardy, in merito ai disturbi psichici, con tanto poco velato “ammiccamento” di “strizzatina” d’occhio e di palle e di seguente messaggio, ivi da me riportato integralmente, dopo averlo cancellato di blacklist per oltraggio assai ignominioso da consegnare alla polizia postale e annesse indagini (come te lo inserisco io…) da multare e d’ammutolire subito poiché codesta, forse frustrata da una vita a “lei” poco appagante, persevera a riempirmi d’infamazioni esecrabili, da stigmatizzare prima che possa sconfinare con altre riprovevolissime offese alla dignità personale.

Di punto in bianco, colta da un improvviso odio per il mio eccentrico stile di vita poco “condivisibile” e allineato ai “Mi piace” fasulli facebookiani, network ove ruffianamente ci si scambia segnali di pace buonisti del “viviamo tutti assieme appassionatamente” nella massacrante massetta collettiva un tanto a tirar a campare fra musetti e una spalluccia, mi “sollecita” di “solletico” sgradevolissimo per intimarmi a non me-n-dicare, pateticamente, le mie scelte dure e infrangibili da russo in terra straniera, cioè quest’Italia adagiata ai mandolini, ai culetti, al mezzo etto di “alla bona”, al pompino dell’“idraulica” fatica cotidie (colitica di solite accolite e combriccola di bricconi coi bicchierini…), a cui, secondo il suo dire e “ardere”, dovrei adeguarmi per non farmi passare “matto”, come “implicitamente” costei m’“iscrive” nel suo “essenziale”, sintetico scritto:

“c’è una differenza fra chi aspetta la pensione d’invalidità, “spacciandosi”, e chi invece se lo spacca nella dura… quotidiana”.

Ora, questa sua “diagnosi” sparata a zero, a freddo sul mio PC, è spaventosa per illecito da denunciare immediatamente.

Liciat, “pseudonimo” dietro cui credo si nasconda la megera vecchiettina e nanerottola che, anni fa, sul “lodevole” sito “Badoo”, creò un profilo falso per accalappiare adescabili ragazzini, “affiggendo” (pensa te… che razza di “donna matura”…) le foto della figlia discinta al mare, prima di “sussurrare” queste belle robette così, “fieramente”, “pulite” di denigrazione e accuse infondate, prendesse carta (per pulirsi le emorroidi?) e penna (del suo inchiostro “simpatico?”…, ne dubito), con morigeratezza “adatta” al suo blocco (mentale?) note (ah, quante notti in bianco, mia “dolce…), e annotasse, appunto (e virgola, senza trascurare le “punteggiature” altrui…), chi sono, se non vorrà trovarsi in tribunale, ché il suo “guadagnarsela” non potrà “patteggiare” né scender molto a patti con le puttanate del suo insozzarmi lercio di tali porcate.

Lettera del Principe, nato fortunato e “a privilegio” irriguardoso di tutti coloro che vorrebbero minarne l’altezza insormontabile dal “basso” delle loro esistenze annoiate e represse

Qui, vi parla Stefano Falotico, genio innato e vocazione a dispetto (anche a sgambetto quando vorrai spezzarmi le gambe d’amputazioni “psicologiche”) della miserabile umanità “nostrana”, condita e di puntarti il dito con minestre “calde” e “conigli” al sugo di leprotti (eh sì, son tanto svegli che finiscon arrosto da petto di pollo stopposo…), formaggini da topi e “gatte” per “trappole” al maschio a cui, platealmente, invece devi lavare i piatti, servirlo e riverirlo, se almeno con tuo marito vorrai “venir’”. E non cagarle più di tue feci, fessa!

Altrimenti, dovrai svenderla sui viali, perché la mia querela ti chiederà un rimborso non poco veniale.

Sì, la donnetta con la borsetta è ‘na borsa. Ama gli uomini “orso” e poi coccola l’orsacchiotto d’una “peluche” alla “permanente” mentalità del suo “abbigliamento”.

Ora, se vuoi ingozzarti, bevitelo “tutto”, se vuoi che non ti sgozzi, via dal cazzo.
Tanto, mi sa che abiti all’indirizzo “Pene numero infinito nel frivolo andazzo”, situato nel quartiere più degradato d’un cervello bello che andato. Patisci il tuo “adattamento” e te “la” spassi un po’, “allattando” da milf.

Stai parlando con un Uomo che fa un baffo ai tuoi cagnolini, io sguinzaglio e non uso la museruola.

Poeta, romanziere, artista, attore, doppiatore, recensore, creativo e tanti crateri al mio vulcanico ficcartelo nell’ano, ho vari libri all’attivo, mentre tu sei sempre più “passiva”.

Distinti saluti,
uno al quale, se “disturberai”, potrebbe allestirti un video altrettanto “disturbante” sul “Tubo”, da mostrare al Mondo intero e da recapitarti in modo lynchiano, mia liciat.

Ora, ho scritto il tuo nick tutto attaccato. Potrei staccarlo subito al tuo “compagno”.

Il mio avvocato sta già contattando la cosiddetta signora che ha partorito queste, appunto, infamie.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Rocky V (1990)
  2.  John Rambo (2008)
  3. Mad Max: Fury Road (2013)

Genius-Pop

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