Clint Eastwood, ghiaccio arcano di romantici occhi

05 Jul

Affiancato dal mio fido scudiero, Davide Viganò, anch’Egli rinomato fantino a cavalcare lungo le sponde western del Cinema senza frontiere di Clint, a suo onorarlo d’omaggio nell’immortalarne lo splendore, Stefano Falotico, il qui sottoscritto e presente-assente(in)giustificato, “perviene” alla lucentezza d’alcuni capolavori del Maestro. Ne celebra, sottilissimo, la biblica “artigianalità” immarcescibile, e innalza il nostro Credo a suo cavaliere pallido.
Il Falotico, d’indagine “notturna”, vive nei fotogrammi eastwoodiani, più vivi della spazzatura “moderna”. E, nel classicismo del Clint…, ritrova se stesso riesumato.
Rediviva è la vita in adorazione anche altrui ché la mia anima si svegliò dalla letargia grazie a dinamiche mentali d’empatia attrattiva.

Un libro scolpito negli occhi di Clint, saggio “eremita” in questo Mondo di folli sempre a schiamazzare, a dannarsi per schifezze, a “prodigarsi” al danaro delle “vittorie” spicciole d’ostentare in viso a chi lor reputano invisi.
Ma noi siam prodi(gi).

Falotico, così come Davide, è oltre la sconcia umanità pettegola, nonostante le “tegole” Lui è fiero guerriero, cowboy nella valle di lagrime. Esistenzialista a chi una regala (im)pone e quindi cambia bandiera ad opportunismo di maniera.
Fra tant’amarezza stantia, Falotico porge il suo beffardo sorriso, che si bea di tal ipocrisia da mentecatti e venduti.

L’esistenza è strana, una fantasticheria. Molta gente s’affanna per “successi” da quattro sold(at)i, abbaia di baionette e vien turlupinata dal consumismo innanzitutto ai propri cuori oramai di marmo. Forse anche molto di merda.

Apri l’uscio delicatamente, t’approcci a un nuovo Giorno, ma soliti balordi attentano luridi alle vergini su “voglie”, davvero “volenterose”-violentissime, dello storpiarle all’immagine di “piaceri” davvero “palestrati”.
Eh sì, allenati all’educazione fascista di massa, si son svegliati con la “lunetta” di traverso. Ah, che invertiti.

Il Falotico, cauto e d’acume “ignoto”, d’innata forza ieratica, pacata e pacifista, sfodera il suo Walt Kowalski e punta loro “pistole ad acqua”. “Pistole” sta per l’appellativo di “coglioni” che io affibbio a questi vigliacchi, “acqua” sta per sono già sprofondati ma, “a galla”, fanno… i galletti.
Sì, alzan la cresta ma devo disincrostarli. Cessi d’acquedotto. Nessuna “crostatina”, miei “tosti”. Solo pugni dal mio alto alla vostra bassezza di testa.
Io non picchio mai ma spicco, la mia signorilità accresce gli odi coi quali vorrebbero assalire anche me. Ne son incubo peggiore in quanto Sogno…
Ma i negligenti otterranno solo un “diligente” mio “gentilissimo” orpello alle loro palline. Le imbriglio ché lor son in sellino da asinelli, mentre io sprono il purosangue blu a non farsi infangare e affondare poi nella melma.

Il poeta è a questi un “posteriore”. In quanto avanti mille anni Luce di fronte a tali (o)scuri.

Ah, di marmellate si stroppiccian il visetto, ma “offro” loro un “vasetto”. Ché cagassero tutta la verità se non vorran esser “imbiancati” dalla loro stessa sporca coscienza allo specchietto.
Eh già. I criminali impuniti s’impuntarono a farmi la guerra, logorroica loro “ira” da cani appunto rabbiosi.
Ma il Falotico (non) de-morse, è qui cacciatore di taglie di pari “reazionaria” Legge del Taglione. Se la fai, aspettati la contromossa. E, se gli sparerai, almeno devi essere sicuro che gli oculari testimoni non abbiano visto il “fallo”.
Altrimenti, bulletti sarete in gattabuia a mo’ di Gran Torino. E lì i vostri cazzetti, di cazziatone, coleranno a picco come i volatili per diabetici del Commissario Auricchio. Molto “piccante”, molto “Ela Weber”, molto amari “marroni”.
Fratelli della congrega, sono ortodosso se mi vuoi rompere le ossa, mio “orsacchiotto”, tu che a tutte vuoi saltar addosso, contieniti o sedato nel sederino vedrai che… “bagnato” pelettino.

Sì, Clint è come me. Come Davide. Noi rispettiamo le libertà, ma non tolleriamo le ingiustizie, c’accaniamo perché i nodi vengano al pettine, tutti tutti sputtaniamo se per “virili” pantaloni vollero le granate “piantare”.
E non la piantarono. Piangeranno, però.

Insomma, comprate questo libro, volo libero.

Nella vita, se incontri degli avvoltoi, prima devi cacciarli, poi spulciarli, come quaglie bollirli e lasciar che affoghino nella lorda bordaglia.

Quindi, pagina voltar’.

Essere appunto Voltaire, famoso e giusto scettico contro gli ottusi.

Per farla breve, recatevi nel mio Cuore e vi regalerò altro amore.

Applauso!

Sono l’Oscar di Jack “Voglia di tenerezza” Nicholson: le voglie non caste ma cestinate di un Uomo “anomalo”, dalle malie astronomiche su occhi spaziali di “balle”

Terms of Endearment? No, nei bagni termali av-venne l’“indurimento”… sì, si sciolse del tutto, e rimase all’asciutto nonostante il “caldo” afoso e l’umidità. Insomma evaporò. Il plenilunio ulula e lei da un più succhiante vampiro lo riceve lì.

Mi dissanguo ma loro con “altri” sanguinano…

Alle saune, ho sempre preferito la Savana, spazio di “confino” della mia “riserva indiana”. Ove le stangone, cioè le giraffe, mi lanciano gli arachidi e io le “scimmiotto” perché poco “ramificate” a origine “gazzella” del mio “albero” genealogico poco seminale…
Prima ero un po’ complessato, adesso mi danno del complicato. Dunque: il cervellotico non fa rima con passerotta? No, manca il feeling della rima “baciata”.
Al che, umiliato a raffiche di vento secco e troppa pioggia torrenziale, urlo da gorillone alla King Kong. Tarzan chiama a raccolta gli scimpanzé e balliamo attorno al falò mentre i pachidermi “intingono” le proboscide” in una leonessa per amori da rinoceronti negli stagnetti.

Sì, le donne sono il mio nitrito nelle sere terse e poco “teso” abbagliarle, scivolano cavallone nel tramonto ondante-dandola con un ghepardo che le monta svelto svelto, si pavoneggiano dondolando da “fluorescenti” nella giungla cittadina e, fra una bevuta e una pizzetta, ci scappa la scopata di sveltina. Ci danno, io rimango con le mani in mano. Nel mio guscio, snocciolo i datteri. Lei va col batterista e con tutti i baristi. A me resta il b(i)ancone e battere pugni perché non sbavino pure sul mio caffè “macchiato”. Mi danno della “pugnetta”, ma non getto la spugna.
Già, dietro le frasche c’è chi “affresca” di torrido torroncino, la donna sgranocchia su capsule di cioccolatone animalesco in quanto glassa d’amplessi loschi. Fra un nerone e un Negroni. Prima, una “leccatina”, poi il suo “sorbetto” che la sghiaccia sin al tubo digerente.
Sì, contro certe puttane sono intransigente. E non uso la proprietà “privata” loro transitiva. Esse, orali, tanti tranvieri imboccano nella “lingua”  mal coniugata dei “verbi” onomatopeici, leggi gridolini, da godendo-prima ingoiando van poi mutando d’urla strappamutande.
Non capisco un cazzo, loro ne carpiscono molti. Mah.
Passando, con grande “facilità”, dal perfetto… al (re)moto. Dall’avere all’avidità, dal participio passato del “visto” all’“ho preso”.
Con le donne usavo la tecnica “misteriosa” da Sylvester Stallone de Lo specialista come nella recensione “rescissoria” di Morando Morandini: … muscoli lucidi, amplessi sotto la doccia, acrobazie varie, botti di ogni genere… S. Stallone e S. Stone non entrano mai in sintonia. Insomma, Stallone si “tira”, ma viene “tagliato” mentre, sudando nelle le gocce “ero(t)iche”, Sharon lo “massaggia” ma non glielo spalma di scena “bollente”. Stallone non la vede, neanche noi. Possiamo annusarla d’immaginazione.
E il mio fallo fallì. Al che, optai per il marpione Jack Nicholson. “Tenero” come un grissino, Wolf da la belva è fuori. Ebbi una bionda di capelli oltre al luppolo della birretta su appuntamento al buio. “Immersi” ma poi la Notte fu troppo profonda, simil Batman. Il “pipistrello” con un trauma (s)radicato alle (s)palle.
Al che, ritornai Joker. La mia “ridente” faccia “la” dice “tutta”. Una smorfia perenne, “paraplegica” da fegato distrutto. Una paresi “acuta”. “Slabbrato”. Sanguinolente. Mi faranno… a fettine.
Tutte “affettuose” ma, quando si arriva al “dolce”, preferiscono ritornare ai “bucatini”.

Sono un grande Uomo, ma i mostri lo mostrano di più.

Insomma, la mia maschera è onesta, loro ce l’hanno parato, quindi “truccato”.

Secondo me, possono andare a prendersele…

Più che Jack, rimango Eli Wallach

Che dire? Vorrei sorridere con te e augurarmi buon girovita.
Scherzo. Sei comunque stupenda che i miei ormoni fan chiasso e battibeccano demoniaci al fin d’infilarsi a estrogeni tuoi a mio scostumato. Complimenti per il costumino, da sfilar nel mar cristallino ed erettivo a sabbia dei miei castelli fantasiosi come il bikini colorato ma non strappato.

A parte la mia ironia, sei una Donna che sol ardire mi par impossibile. Io birichino, tu bricconcella. Questo è il mio “uccellone”. Dai, appioppatelo nella pinetina! Ci son anche gli altri piccioncini. Nessun guardone…
Quindi, posso osare. Se accondiscendessi di mezza coscia, mi userai e poi getterai agli squali? Guarda che mordo, il mio delfino è innocuo ma ha intelletto che sa riemergere.
Poi, non nasconderla… ché l’oceano perderebbe un momento di nostri inabissamenti.

Se vuoi il bis, posso darti il tiramisù. Ordiniamo l’antipasto? Per me cozze, per te qualche crostaceo da spaghettare al sughino? Ah, non fare la polenta Valsugana. Abbrancami di succhiotto. Ma quale Brancamenta. Questo è brivido di piacere!
Neghi il mio approccio e mi arricci, con calci in quella mia zona “sensibile”. Non sono un porco. Dai, vuoi (o)mettere me con quel topo da parchetti? Fra l’altro, ce l’ha piccolo. Lo so perché ha qualche etto in più. L’adipe ha reso minuscolo il suo muscolino…
Sì, insomma. Le scogliere amano strusciare nelle bollicine quando le ventimila leghe sono Verne del vantarmelo in profondità.
Ci stai?

Sai di chi sei figlia tu? De puta! Spartiamoci il bottino! Una bottarella e tu accetti la “metà” della mela?
Ah no? Allora, sei proprio una zoccola!
Tornatene dal “monco”. Voglio ammirare il molo, mia mula. E ricorda: al mio mulo non piace la gente che ride…

Quindi, fratelli… io sono oggi buono, domani brutto, tu rimani cattivo. Ah, saresti laureato alla Bocconi e adesso fai lo psichiatra “colto” col “bocchino?”. E questo ti rende migliore di Clint Eastwood?

Ecco, m’impunto e ti sputtano. La scrivania non è una vanità da quaquaraqua. Tu, solo di blablabla, mi giudichi.

Ricorda Mezzanotte nel giardino del bene e del male…, (ri)guarda meglio. Ahia, fa male vero?

Cazzi tuoi.

  1. Potere assoluto (1996)
  2. Mezzanotte nel giardino del Bene e del Male (1998)
  3. Gran Torino (2008)

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