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Sleepers alla padre Bob(by)


04 Jun

di Stefano Falotico

Di solito, per quanto concerne il Cinema, gran risalto vien dato alla “dicotomia” relazionale, spesso disfunzionale, fra madre e figlio. Hitchcock banalizzò la psicopatia col suo celeberrimo Anthony Perkins che, “castrato” da una madre a “imbalsamarglielo” come il “pappagallo”, aveva sviluppato un’indole guardona un po’ troppo violenta. Sì, credo che Psyco sia un film enormemente sopravvalutato. Da contestualizzare alla sua epoca, indiscutibilmente fascinoso e tutt’ora di bianco e nero avvolgente, seduttivo come la “follia” di Norman Bates che nel suo motel ne combinava, sconciandole, delle “belle”, una sotto la doccia di coltelli profumati di epocale suspense, sì, d’avanguardia. In ciò, certamente, il film ha il suo valore, ma non è affatto il lodato capolavoro a cui van tutti a par(l)are quando si fa riferimento ai precursori, come zio Alfred, del genere thriller. Perché proprio tanto eccelso e già “classico” di modernità anticipata nella sua ineccepibile forma, oltre il mero, “spensierato” intrattenimento, quanto a mio avviso così stupido. Come dire: il complesso di Edipo genera sempre mostri. Eh no, caro Alfred. Se fossi campato, da Woody Allen avresti imparato una cosa ben peggiore, che provoca genio malinconico associato alla sua tendenza, che nessuno psichiatra riuscì a curare, per la ragazzine, come sua cinesina insegna, cagionatrice del divorzio “inestimabile” fra Woody e Mia Farrow. Mamma mia, ah ah, è il caso di far ammenda perché la madre di Woody tanto spermatozoico lo sgrav(id)ò di dubbio seme paterno.

 

Ecco, sul padre invece porrei questa mia, così partorita.

Il padre ha, secondo me, un ruolo ben più “pregnante” nel processo formativo del pargolo. Di come, spesso tramandandogli il maschilismo più bieco, rende i figli a sua immagine e somiglianza, riversando loro tutto il suo fallimento, affinché non diventino fall(it)i come lui. Eh sì, che “fallo”. Che orrore! Anziché indirizzarli a una sana educazione improntata al libero arbitrio, ne arbitra già il raddrizzamento. Mah, e provocò solo figli meno rizzi della sua (im)potenza. Complimenti. Gli stringo la mano, anche se poi vado a pulirmela perché è molto sporca, mio padre porcellino. Ah, volevi dei vincenti da salvadanaio e hai intascato sol la presa di coscienza che la lor retta via (non) hanno (ap)preso. Che buco!

Un abominio disumano, volere dei modellini al piacere suo che non ebbe, perché a lui andò malissimo.

Di mio, posso solo dirvi che mio padre è un grand’uomo. Se non fosse stato per lui, oggi non sarei uno scrittore ma non “starei” soprattutto qui. Su tale immonda eventualità “omicida”, un altro padre, invece, che dal mio fu severamente punito in tribunale, perché sconfinò d’efferati insulti in un’età in cui la mia giovinezza andava invece doverosamente rispettata, credo che ancora abbia dei profondi incubi notturni in cui, roso da un senso di colpa pazz(esc)o, si domanda “chetamente” come ha fatto a nascere. Non si è ancora sparato, comunque, tal losco padre criminoso. Sì, un durissimo.

Su tale (sua) imbarazzante domanda, però, già fu imbrattato di figuraccia da miserabile. Ora, però, deve darsi una risposta. E, sul restare scioccato, senza parole, “comodamente” ride da pagliaccio, piangendo tremende, ahia che dolore (poverino), lacrime da coccodrillo.

Sì, da mio padre ho/a appreso una lezione importantissima. Mai far sì che un estraneo, troppo “cresciuto”, voglia renderti un nano come la sua famiglia.

Frankenstein di Mary Shelley

Un rapporto pur sempre paterno.

Il momento di uccidere

Carl Lee Hailey/Samuel L. Jackson non si fermò dinanzi allo stupro della figlia.
Un film reazionario?

Forse invece da rivalutare. Per riflettere. Al posto suo, siete sicuri che avreste mantenuto i nervi saldi?

Il petroliere

Il capolavoro di Paul Thomas Anderson si può interpretare in mille ottiche. Una chiave analitica è proprio il rapporto fra i due. Quasi alla Barry Lindon.

Sleepers

Padre Bobby.
La scena, in cui Jason Patric confessa a De Niro le violenze, rimarrà negli occhi per sempre.

Falotico mistery


29 Sep

Alle origini d’un “falotico” mistero che, di “Crusca” e testa brillante-croccantissima, significa “fantastico”, a mio video stravagante e versi improvvisati da bizzarra lucertola…

Evidente (auto)ironia di una mia goduta divinità a gote sottili.

 

Firmato il Genius

(Stefano Falotico)

 

  1. Bling Ring (2013)
    Alla Watson, preferisco Sherlock Holmes.
  2. Piramide di paura (1985)
  3. Assassinio sull’Orient Express (1975)
    Eh già.

Speciale elezioni USA, spunterà Berlusconi, gridando “Forza Messico!”


06 Nov

All’America preferisco la “riforma sanitaria” di Kathryn Bigelow: Kathryn, una stangona cineasta che non gioca a canasta e, di provocazioni, ti rompe le ossa di “stangate”

In quel delle “stelle e strisce”, striscian le prime indiscrezioni in merito al “quorum“. Tutti, infatti, hanno “a cuore” l’America, soprattutto dopo i danni che ha combinato alla nostra “cultura”, esterofila di liofilizzati a base di Blake Lively scosciata e telefilm istruttivi quanto un piatto di “zeppole” al sapor “vongola”.
Sitcom tragicomiche con tanto di “applause” telecomandato per “freddure” che mettono i brividi su (dis)connessa (un po’ da “commesse”) pelle accapponata nell’episodio “pirata” e “tirato” degli ex Friends, con tanto di “puttanata” (parafrasando Frassica Nino a proposito delle “imperdibili” puntate di Beautiful) in cui Jennifer Aniston invita, per la cena di Natale, il pezzo forte delle sue conquiste da “San Silvestro”, Harvey Keitel versione Babbo Natale che, di cattivo tenente, fagocita le sue tette nell’espressione: “Sono brutto come i peggiori negri ma stasera mi butto!“.
E, mentre ci dà voluttuosamente, “schizza” nell’urlo orgasmico da “nosocomio”: “Faccio di tutto per stare in te!”.
Jennifer comprenderà “interamente” che divorziare da Brad Pitt non fu un un gran “colpo”.

Sì, l’America (definizione “generalista” per identificare, geograficamente, il Paese della “cuccagna” alla Big Apple, ove chi vinse fu la faccia tosta Steve Jobs nel suo monopolio di consumismo e chi “perde” è invece chi ha una mente enciclopedica ma non sa usare iTunes perch’è un Duffy Duck, “inaffidabile”, alla Looney, sì alla Romney..., attenti, non confondetelo con Rooney del Manchester… “united“, si sa).
Se a Roma, strategicamente nel “colpo di Stato”, si “piazzò” l'”altare” dell'”imperator” Mussolini, al di là dell’oceano, oltre il coast to coast, i maiali spezzan le “costolette” con la guerrafondaia idiozia a propulsione di massa, abbindolata nell’oca allodola Kim Kardashian esportata di culo “assicurato” con Jennifer Lopez, per un “gemellaggio” da “stadio” che inneggia al “faccela vede’!” mondiale.

Sì, negli anni ’70 il Cinema di tal Nazione evolse miracolosamente dai melodrammi, ch’emularon i nostrani Matarazzo di Nazzari e di Rodolfo Valentino, il “sex” per i “materassi”, nella polemica impegnata innervata e sull’orlo della “crisi” con pomeriggi da cani e cuculi ove Jack Nicholson fu lobotomizzato come una bestia solo perché era un Uomo libero (dunque lo “istituzionalizzarono” nel suo “pollo” senz’ali della libertà, mentre Hugh Hefner scopava la sua “Rita Hayworth” di Playboy “pimpante” da coniglio della “cristologia” redemption per stimolar il prepuzio dei marines in Vietnam).

Oggi, è avvenuta un'”invisibile” regressione di contagion alla Steven Soderbergh, un “cinemino” che pretestuosamente vorrebe “dirla tutta” ma preferisce poi ripiegare in Channing Tatum che fa (tutte…) i piegamenti d’addominali sulla sua “cocco-bella”, nell’esultanza collettiva dei colletti bianchi.

Obama tien alto il pregiudizio razziale, con De Niro ad appoggiarlo, ché il Bob s’è sempre scopato le “nerone”, salvo eccezioni alla regola con Uma Thurman e Ashley Judd.
Oggi il Bob si fa accompagnare dall’hostess Grace Hightower.
Durante la presentazione di The fan, gli chiesero perché l’avesse sposata. La risposta del De Niro fu “laconica” ma secca come il suo personaggio di “coltelli“: – Perché, durante il “volo”, mi garantì un pompino perfetto nella cintura di sicurezza dell'”atterraggio morbido”.
Quindi, un buon partito… per non ripartire come attore.
Da allora, già, il Bob inanellò una serie di “cazzate” (in)sostenibili, tutta l'”opera omnia” di Ti presento i “miei” e il suo “nascosto nel buio“.

Silvio, qui in Italia, dopo un'”irreprensibile” mafiettina “travagliata” solo dagli attacchi di Michele Santoro, è stato finalmente “messo alle strette”. Accusato di frode per non far causa al peggio, cioè le sue “fregne”. Un po’ come l’Al Capone de Gli intoccabili.
Dopo le sue varie tettone av-“venne” lo smottamento tettonico al suo “programma elettorale” a base di “eiaculazioni” in “quelle” di Arcore, con tanto di Manuela Arcuri e la Minetti che, con Silvio, “cantava” a letto come Mina.

Vincerà Barack, l’unico a mio avviso che può salvar la baracca a noi “imbarcati”.

Poi, festeggerà con Bill Clinton nella “stanza orale”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Sotto il velo delle apparenze, un’incastigabile vanità di malia rosso eruttiva


28 Sep

La fertile ritorsione contro lo screanzato pagliaccio, prima Joker e poi “evoluto” in Bane, che si placò di beffarda derisione, in una “sterzata” impetuosa d’abominevoli pugni allo stomaco

Le nauseabonde “contentezze” di gente stupida saran “affrante” nel loro stesso infantilismo, con irriverenze raffinate da vulcanico tuonar di fulminanti, dinamitardi “mitragliatrici” ferocemente “assestate” nella dolenza loro ancor da “smussar” di museruola a cucir la bocca di nastro isolante.

La “dotta” presunzione degli stolti è da “incorniciare” nella loro memoria “dolciastra”, di patine “pasticcine” e cuoricini ben “infiocchettati” nella loro “docilissima” ignoranza.

Gente abituata alle crasse smargiasserie di “pacatezza” così “fluente” d’oratorie “altolocate” da esser state sbriciolate proprio alla base debole e insostenibile delle loro “tesi”, di “laurea” e di “pinzimoni” acco(r)dati allo stridulissimo “strimpellio” iniquo e ricattatorio, di pelle sempre “lucidata” in una “sobrietà” finta che piange d’effimera sguaiatezza e digrigna di ringhiose invidie con grida sempre “omicide”.
Del loro “cheto” vivere “buonista” e davvero mansuetissimo e “a modo”, di teppistiche orde fraudolente, misogine e omofobe, un razzismo genetico che perpetrano con le solite ciglia affettate di un’aggrottata fronte sprezzante a odiar chi non s'”adatta” agli “ingredienti” del loro laido Mondo.

Così, tra un dir e un “farsi”, si disfano di “pulizia etnica”, scopando a destra e di “manico”, coperti da legulei raggiri e plebiscitari asservimenti d’istituzioni (s)piegate alle loro “volontà”, tutti in circo(lo) a fischiettar’ di “grilletto” e “facile” trombata, tutti uniti e tutti untissimi con moine da “monaci” e “forza” da bisonti.

Ma stavolta l'”ossicino” non si spezzò, un tormento, un assillo sempre più implacabile, a occluder i loro vispi “occhiettini” che non han mai chiuso un occhio ma “tappavano” la bocca, e ora “imperiosi” di tanto “esecutivo” che un patibolo da plotone d’esecuzione è lì che aspetta la mira infallibile, calibratissima contro “nazisti” di tal “calibro”.

Buonanotte.
Batman, il can(dido), alleviò il vostro rimorso, mordendo di “benedizione” sulla guancia da non porgere di “delicata” cristologia.

Gli incubi saranno ancora molti, mi auguro che, al risveglio, la gioia sarà una colazione “scremata”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Rambo (1982)
  2. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  3. Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
  4. Sleepers (1996)

Disastro a Hollywood – Recensione di “Nanni Moretti”


03 Aug

 

Nanni, il malefico “critico” di Henry…, di Strange Days e Heat, casca su What Just Happened di Barry Levinson, con De Niro e uno “spaesato” Sean Penn in balia di se stesso.

Ma Nanni è ossessionato da un Uomo che lo turba, lo attrae quanto ne è fascinosamente “impaurito”: Stefano Falotico.

(Id)entità rinata di cui rimane “scettico”.

 

Stasera, recensirò per voi Disastro a Hollywood di Barry Levinson.
Costui, autore premio Oscar, non so se meritato, per Rain Man, ha girato quasi solo stronzate, eccezion fatta per un altro paio, forse una decina di grandi film, forse sopravvalutati o forse no, il cui podio e l’apice è stato raggiunto col Dottor Morte con un Pacino spettrale, “invecchiato”, kevorkianano, l'”eutanasia” di tutte le sue rabbie attoriali.

Ecco, concentriamoci, non perdiamoci (di vista), su questo What Just Happened.
Sono dubbioso in merito, che voto merita?
Un capolavoro inaudito, un dito medio da “pollice” nel “sufficiente”, nel Sofficino Findus, oppure un’emerita cagatona? Ops, scusate il linguaggio volgare. E che si fa ora? Ne va del mio “morettismo” di Sachertorte e Trinca con tanto di Laura Morante che mi ama “a dispetto” di mia moglie, che non sa quando m'”insinuo” nel suo seno.
Latteo, materno, materico, sono un mammone, sono un bamboccione con la Nutella nelle “maternità” di Bianca…

Il film è la storia d’un produttore fallito, a cui non va neanche il “fallo”, sebbene Robin Wright, una bionda di stucco da “lavarti” a secco, ne voglia ancora dal “suo”.

Tutto ruota, anche di riprese accelerate, sui problemi di questo nevrotico, distrutto, sopravvissuto nella fauna delle faine di Hollywood, delle “fighine”, d’uno Sean che recita per quattro penny, di Michael Wincott drogato, spacciato, fottuto, che se ne frega, che urla “Vaffanculo!”.

C’è anche Kristen Stewart, una ragazzina all’epoca “acqua e sapone”, oggi “cerone” su Robert Pattinson, e Bruce Willis sovrappeso col barbone.

Questo De Niro “stanco”, appesantito dalle inculate, che fa di tutto per rimanere a galla e resistere fra tanti attori che sembrano degli avanzi di galera.

Il suo personaggio è Ben, e qui recita molto bene.
Sotto le righe, misurato, con la “sordina” ma il solito ghignetto, anche autoironico.

Sì, lo promuovo questo Levinson, al di là dei difetti d’una sceneggiatura un po’ traballante e che gira a vuoto, perde delle battute, “allude” di giochini verbali che non sempre divertono.

Sì, gli do un 8 pieno.

Ma c’è un Uomo che mi sta ossessionando: Stefano Falotico.
Che cosa è successo alla sua vita, al suo “trampolino” che fu tranciato, reciso e quasi amputato nell'”ammutolito”, che ora è tornato a “tormentarmi”?
Sì, Stefano perse il suo smalto, non amava le ragazzine che si “smaltavano”, aveva rinunciato alla sua brillantezza per bere solo del tè senza esser in sé e se stesso.

E ora è meglio di me.
M’ha fregato un’altra volta.

Walt Kowalski, lo “sleeper” contro le brutali (in)giustizie – Federico Aldrovandi


25 Jun

 

Il maiale mangia nella “taverna”, e gozzoviglia col “bavaglino”, servitissimo da “asservite” prostitute al suo “piacere” da “buon gustaio”, golosissimo

Fatti allarmanti, “macellazioni” passate sotto silenzio, nell’omertà “pia” dei “fattacci propri”, ove tutti bisbigliano, “ammiccano”, sanno ma non dicono, e sono “dissanguati” da verità sempre più sconcertanti e raccapriccianti che “se la fan sotto”, su “rasoi” affilati di meritevoli punizioni, all’anima, alla vita rubata, alle sevizie che si son ritorte contro da angeli vendicatori d’un Mondo violento, sporco, cattivo e “bastardo”.

Quando leggiamo certe notizie, noi, i buoni, siamo assaliti da spaventosi conati di vomito, agghiacciati da gelar le vene, d’accapponar la pelle.
Ma i cattivi invece perseverano, in una recidiva, reiterata bestialità da sodomizzatori “imbattibili”.

Sì, qui in Emilia Romagna, spesso accadono “eventi” inquietantissimi, di cui potrei narrarvi con puntigliosità in ogni macabrissimo, scabroso dettaglio.
Di pelli giovani, anzi, “scarnificate”, torturate, massacrate, orribilissimamente uccise, addirittura.

È di oggi la terrificante notizia dei “retroscena” dell’omicidio ad Aldrovandi, morto per percosse da parte di “sanissimi” poliziotti, “tutori dell’ordine”.
La giustizia, sebben lentissima e burocratica, ci volle veder chiaro, approfondì nei “meandri” di quella “camera”…
E la sentenza fu insindacabile. Ma non giusta, dovevamo pretendere il massimo.
I “poliziotti” non saranno “ergastolati” ma solo incarcerati per qualche anno. Ma la loro “esistenza” è segnatissima, finita come quella che martoriarono. Poi uno di loro ancora non ci sta, e si lascia travolgere da altre abominevoli offese, oltre a quella “incurabile” e inflitta.
Definisce la madre di Aldrovandi una “tr…”, al cui figlio non sarebbe successo “nulla” se Lei, Lei, Lei non l’avesse educato come un cucciolo di maiale…

Ecco, questa è una storia tremenda, allucinante, su cui rifletterei molto.
Ci ricorda, per “caso”, qualcosa di molto, molto “simile?”.

Eh sì, anni fa conobbi uno psicopatico che voleva far impazzire una persona, dandogli appunto del “matto” e calunniandolo su tutto il Net, perfino su Facebook, ove creò un “clone” di me stesso, “pagliacciandolo” e screditandomi agli occhi di tutti, inventandone “una più del Diavolo”, al fine che, il “disoccupato” che, all’epoca, ero io, “capisse come si sta al Mondo”.

È tutto, ora, venuto a galla, alla Luce del Sole…. Ne siamo rabbrividiti…
“Egli” si nasconde, è “assediato” dalla tremarella, aizza, da “lontano”, per scatenare altre ire che potrebbero indurre, se reagissi scriteriatamente, a pensare che “costui” aveva, “in fondo in fondo”, ragione sul mio conto. Eh, “certamente…”.

“Già”, infatti fra un mese gli consigliamo di recarsi in libreria, ove potrà leggere e “addentrarsi” molto “animalescamente” nell’anima di uno che l’ha polverizzato, l’ha distrutto, l’ha scannato, “vivo”, senza accoltellarlo ma “smerdandolo” da e nel porco che fu.
Perché ora mi sa tanto che gli converrà far l'”agnellino”.

Questa si chiama vendetta, questo si chiama spaccargli la faccia senza neppure sfiorarlo con un dito.
Questo si chiama non dormire la Notte, “caro” mio…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Sleepers (1996)
    Sean Nokes: Ve lo chiedo per l’ultima volta, si può sapere che cosa volete?
    John Reilly: Pensaci con calma, vedrai che ti viene in mente… Posso capirlo che c’ha dimenticato.
    Tommy Marcano: Eh già.
    John Reilly: In fondo eravamo giocattoli coi quali vi divertivate.
  2. Il conte di Montecristo (1980)
  3. Gran Torino (2008)

Jack, “dolce” Jack


08 Nov

 

Uccidimi delicatamente

Sono il primo a recensire You Don’t Know Jack, approdato anche da noi su Sky lo scorso Martedì 22 Marzo in prima serata col sottotitolo Il Dottor Morte.

Film per il canale americano HBO, per la Tv, dunque? Così sembra, ma questo è grande Cinema, davvero. Potete scommetterci.
E, film impegnati come questo, t’inducono a impegnarti un po’ di più di poesia, visto che scardinano nel profondo di emozioni spesso relegate a pura “merce” visiva. Film solido, di fotografia densa e acquosa, quasi raggelante, d’imbattibile fattura, con un Pacino superbo in una mimesi totale con Jack Kevorkian, forse meglio di lui, come asserisce il medico armeno intervistato nel “dietro le quinte”.
Jack Kevorkian, predicatore del suicidio assistito, compiuto su oltre centotrenta malati terminali, arrestato più volte, pronto a difendere, con gli artigli e scioperi della fame tra le sbarre, la sua battaglia per il diritto all’eutanasia.
Lo ribadiamo… Viso scarno ed emaciato, labbra sottili, naso adunco, grintoso e raggrinzito, ingobbito, così è il Kevorkian incarnato mirabilmente dal grande Al.
Uno strenuo difensore del diritto a morire per spezzare il dolore, per porre fine alla “tregua” insostenibile che lacera la pelle nei suoi spasmi.
Un Kevorkian fantasmatico, che cammina pensieroso, rannicchiato nella sua ossessione “folle”, sostenuto nella sua missione da amici e da una sorella quasi coetanea, grassa ma volitiva, osteggiato dai mass media e dai tutori dell'”ordine morale”, descritto come mostro e serial killer.
Film che t’induce a riflettere e pensarci sopra, a scrivere una mezza poesia…

Morte che ci cogli nel sonno rubandoci nell’ultimo respiro, nell’anelito mobile di uno straziante, stremante dolore.
I nostri occhi nell’ al di là, perpetuo, non assaggeranno l’amore dei colori della vita.
Addio in un tremolio vivido di palpebre ormai spente che dormono adesso nel buio eterno, il saluto misericordioso prima che le anime sofferenti si congedano nell’eroico, emblematico battito di ciglia che abbandonano il Mondo.

Sì, l’aldilà non esiste, esiste Bach e la sua musica, almeno “non è un personaggio inventato…”.
Ma questa morte è giusta?

Condannato a nove anni di detenzione, chi era e chi è Jack?
Voi lo conoscete?

(Stefano Falotico)

 

 

 

 

 

 

Firmato il Genius

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