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IN THE MOUTH OF SADNESS – Un mio cortometraggio e finalmente Motherless Brooklyn del grande Ed Norton


21 Aug

motherless brooklynSì, non mi sono sbagliato. Scusate, se John Carpenter girò In the Mouth of Madness, da noi ribattezzato Il seme della follia, perché io in mezzo a tanta pazzia umana non posso ammettere che sono triste?

Sì, questo mio cortometraggio apparentemente non ha senso. Lo ha per la mia mente che, in un lontano oramai passato da me ampiamente superato, eh già, un brutto scherzo mi cacciò.

Se a ciò aggiungiamo gli scherzi quasi omicidi e d’istigazione al suicidio di gente malevola, cazzo, la frittata fu fatta.

Ma fortunatamente la mia mente, così come si perse nei meandri notturni d’una solitudine lupesca, avvinghiando la luna come una dolce principessa, allo stesso modo risorse dal torpore di tanto melanconico candore, voi lo chiamereste squallore. E resuscitai dalle viscere dei miei ricordi, elucubrando ogni momento d’un tempo giammai abbandonato dalla mia imbattibile, intatta memoria da vagabondo. Molto iracondo.

Io possiedo un cervello mnemonico da far invidia agli hard disk del Pentagono. Rimembro con esattezza il giorno e l’ora esatta in cui una certa ragazza non volle il mio membro, smembrandomi in un oceano d’amarezza da fratturare ogni mia speranza e intristirmi precocemente in un’apparente senilità infinita.

Invero, la mia giovinezza è ancora smisurata, ieri mi pare oggi e rammento ogni preciso momento della mia infanzia, ogni minuto della mia adolescenza, ogni lugubre mia apatia e anche ogni istante della mia incurabile malinconia.

Molte persone pensano che io menta. Domandate a psichiatri in gamba e vi confermeranno che le mie bugie non furono mai di gambe corte, fu il mio fiuto, il mio intuito a far sì che evitassi il tragico lutto.

Ora, il cosiddetto complotto ai miei danni, sì, ordinato a cagione della mia persona con tanto di provocazioni atte a far sì che mi dessi all’impiccagione, in effetti ci fu, sebbene si fosse trattato d’una bambinata un po’ troppo tirata per le lunghe. Niente di preoccupante.

Non saprò mai chi fu il responsabile d’una tragedia scampata per miracolo.

Se quel Calzolari o la mia ex, molto più figa di Bice di Folco Portinari. Sì, n’ero gelosissimo e lei, per appurare se n’ero innamorato, mi telefonava a tarda notte, fingendo l’orgasmo, facendomi credere che per caso era partita la telefonata dal cellulare mentre un altro stava spingendo tutti i suoi tasti con la “suoneria”.

Soltanto se, dall’altra parte del telefono, le urlavo incazzato, mi confessava che stava scherzando.

Chissà, forse stava solo schizzando…

Ah ah.

Era ora di smetterla assai prima senza scatenare rivali faide, urla e cagnare, ricoveri e casini vari.

Eppure, dal dolore di tanto mio assopimento, dopo tanto nero mio ammorbamento, dal mio Mare dentro riemerse Nettuno e ora credo che non ce ne sia per nessuno.

Neanche per nessuna poiché sono già state tutte prese. E io ancora una volta lì l’ho preso.

Ieri, v’ho detto che io e una certa Alice stiamo entrando in confidenza. Alice è lesbica ma questo problema è risolvibile.

Ecco, io adoro Edward Norton. Da un bel po’ non faceva un cazzo. Et voilà!

Se ne salta fuori con la sua seconda opera da regista nella quale interpreta la parte di un uomo che soffre della sindrome di Tourette.

Sì, la sindrome di Tourette incasina parecchio il cervello.

A volte, ancora ho io stesso dei momenti da Memento.

M’è successo anche oggi pomeriggio.

Stavo guardando una clip su YouTube, sottotitolata Tre volti di Jennifer.

Ho dovuto rileggere questo titolo tre volte poiché, a prima vista, avevo capito… le tre volte di Jennifer.

Alla quarta volta, ho capito che forse sono davvero La donna che visse due volte.

Peccato che il mio fare la primadonna per troppo tempo fece sì che la mia prima volta avvenne con una che se n’era già fatti parecchi.

Era troppo matura per me. Fu una botta troppo forte.

Un bel casino, ragazzi!

Ah ah.

Comunque, a Settembre, finto il Festival di Venezia, tanto non me lo faccio tutto, soltanto cinque giorni, mi sa che devo pensare seriamente al mio futuro.

Forse è tardi. Ma posso laurearmi in filosofia teoretica o in Letteratura arcaica prima del previsto. Coi miei libri pubblicati, mi abboneranno 7/8 esami.

Vado a dormire. Sono le 3 e 56 di notte.

O forse vado a ballare.

di Stefano Falotico

SMOKE: Avventure di un uomo invisibile che ha scritto una monografia su John Carpenter ma è meno ricco di Harvey Keitel del film di Wayne Wang


30 May

keitel smoke

Sì, sono io l’autore di John Carpenter – Prince of Darkness, opera oserei dire capitale e magna della bibliografia del Falotico. Puro masterpiece che ogni amante della letteratura complicata e raffinata dovrebbe possedere in casa sua se non vuole impazzire e finire come Michael Myers di Halloween.

Vi conosco, sapete? Voi non amate voi stessi e ora passate il tempo a fare gli spaventapasseri, spaventando ragazze super passere come la Jamie Lee Curtis di True Lies.

Non dovete raccontarmi bugie. So che gironzolate nei quartieri periferici, spuntando da dietro i cespugli come il Pennywise. Ma non terrorizzate nessuno, solo voi stessi, sempre più idioti.

Di mio, sono un essere altamente pagliaccesco. Riesco perfino a essere e a incarnare Harvey Keitel, William Hurt, Forest Whitaker e il ragazzino in cerca di un lavoro di Smoke.

Cioè quattro characters in un colpo solo: il tabaccaio cafone che filosofeggia, l’intellettuale sobrio, il mezzo storpio e lo sfigato.

Sì, grazie alla mia visione neorealistica alla Paul Auster, minimalista alla Jim Jarmusch, amante dei piccoli gesti quotidiani che riscaldano il cuore e forse donne più sexy di Jamie Lee Curtis, pur non essendo laureato a Oxford, ho già pronta pure la falotica versione factotum in inglese del suddetto saggio monografico su Carpenter. Con traduzione di alta scuola, pregiata e da fuoriclasse che mi ha fatto sudare sette camicie. Un lavoro estremamente certosino e improbo. Terminato che lo ebbi, stavano per ricoverarmi in un ospedale psichiatrico come Sam Neill de Il seme della follia.

Un libro alla Sutter Cane, sì, di In the Mouth of Madness. In cui sviscerando, scorporando in maniera cronenberghiana la poetica carpenteriana, ho enucleato perfino me stesso, arrivando a percezioni della realtà talmente elevate da non riuscire più, adesso, a vederla con occhi da Roddy Piper di Essi vivono prima che indossasse gli occhiali magici.

Cazzo, un bel macello, che casino.

Per molto tempo, fui scambiato per Nick Halloway/Chevy Chase, appunto, di Memoirs of an Invisible Man.

Tutti pensarono infatti che fossi un nababbo e un cocco fortunato che poteva permettersi il lusso sfrenato di ciondolare nella noia e nel dolce far niente. 

Già, fui preso per il figlio di Berlusconi quando invero, amici, fui solamente un grosso coglione.

Sì, anch’io bramai la mia Daryl Hannah. Di questo ve ne parlai già, giusto? Il mio primissimo, grande, irripetibile amore platonico si chiamava Tiziana ed era bionda come Daryl, forse perfino più bella di questa sirena a Manhattan.

Ma cominciai a deprimermi fortemente, splash, a eclissarmi, a perdere di vista la realtà e anche Tiziana. Che oggi è sposata col mio amico delle elementari e ha pure avuto da lui dei figli.

Mi consolo da questa (s)figa clamorosa, ammirando le scosciate dell’omonima Tiziana Panella di Tagadà. Donna, a differenza di Tiziana la biondina, corvina. Ma che riesce sempre ad alzare il mio umore un po’ supino e anche qualcos’altro da volpino nei miei momenti di massimo languore da lupino, attimi paradisiaci in cui per un po’, lontano dai libri, come un uccello in volo libro, mi libero con atroce, onanistica mancanza di pudore, sfoglio una donna che mi fa battere il cuore e che vorrei sbattere di gran calore, (s)fregandomene di ogni residuo candore.

Sì, appena la vedo, mi ricordo di essere un uomo.

Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster come Ray Liotta di Goodfellas?

Macché!

Sì, credo che gli altri mi vedano parecchio bene, mi sappiano inquadrare alla prima occhiata. Anche Tiziana, non la Panella, bensì quella bionda della mia primissima, virginale infatuazione, ah, che magnifica fata, che lievissima patata, a 13 anni voleva rendermi corporeo, assai tangibile con lei.

Ma io, non so perché, la mandai a farsi fottere.

Sì, finalmente ho compreso la verità. Potevo essere l’uomo con più amici, soldi e donne della storia. Ed è stata solo colpa mia se non ho il conto in banca del marito di Tiziana Panella. E dunque non posso regalarle una vita da elegante signora.

Se dovessi, mai sia, essere invitato alla sua trasmissione, lei potrebbe ammiccarmi di occhiolino, forse verrebbe anche in diretta, fissando le palle dei miei occhi. Ma finirebbe lì.

O forse interromperebbero momentaneamente l’imbarazzo mio e di Tiziana, bagnatissima, con i consigli per gli acquisti degli assorbenti, miei conigli.

La mia vita è stata spesso un’inculata, una mega-sfighissima da figone sfigatissimo, no, una foga, The Fog, una fuga non solo da New York bensì dal mio The Ward. Lasciate che mi sfoghi.

Sì, come Amber Heard, trascorsi praticamente tutta l’adolescenza nel nosocomio delle mie ipocondrie.

Una volta che io stesso mi dimisi, capii che la realtà vera è un manicomio. E che i pazzi sono quelli che si credono sani. Per forza. Più che pazzi, sono scemi. Non capiscono nulla e pigliano tutto a culo.

Al che, per via della mia eccessiva sensibilità, del mio romanticismo alienato rispetto alle triviali animalità dell’uomo assai medio, vengo tuttora preso per Starman.

Alcuni miei amici, quando m’isolo troppo ancora, sospettando della mia buona fede, mi dicono che sono/sia Il signore del male. Sì, pensate, ora devo stare attento a non fare la fine invece di Keith Gordon di Christine. Dopo una vita da nerd mai visto, appunto, vengo corteggiato da pezzi di carrozzeria femminile al cui confronto Alexandra Paul dei tempi d’oro è una Cinquecento.

Comunque, molte donne sono da rottamare. Sì, che palle queste qui. Aspettano sempre l’estate per farsi il bagnetto. Come se poi durante l’anno facessero altro…

Sì, su Facebook, Instagram e altrove, donne stupende mi contattano affinché io possa avere subito con loro fisici, potenti contatti. Ma che è successo? Ho indossato delle miracolose lenti a contatto o, per troppo tempo, la gente subdola, meschina e ipocrita, rivolgendomi a me senza tatto, non capendo del sottoscritto un cazzo, mi aveva scambiato per David Lo Pan e invece oggi tutti scoprono, compreso me stesso, che è stata solamente una Big Trouble in Little Bologna?

Non facciamone, suvvia, una tragedia. Potevo scoparmi pure Kim Cattrall ma rimango una testa di minchia come Kurt Russell. Basta, adesso.

Sì, Smoke è un capolavoro. Il miglior film di Wayne Wang. Mentre io, diciamocela, rimango un bravo ragazzo soltanto come Dennis Dun, ovvero Wang Chi.

Forse, la mia vita non è il racconto di Natale di Smoke, bensì quello di Dickens filtrato dalla visione simile a Ritorno a futuro di Robert Zemeckis con Jim Carrey.

Uno Scrooge così giovane nel cuore da rendervi tutti misantropi.

Signore e signori, spero di avervi allietato col mio libro e con questa bella storia. Adesso, se vorrete tradirmi ancora fottetevi.

Fra amici ci si scambiano confidenze e favori. Dunque, a tutti i cattivoni, or dico ma fatemi il piacere!

 

Firmato Paul Auster?

No, Stefano Falotico

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smoke keitel hurt

 

 

christmas carol

I migliori auguri pasquali, molto sani, non da nani e da finti santi


21 Apr

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Buona Pasqua: rifondazione risorgente! Strafottente e ridente! Da Rocky e Rust Cohle, m’avete provocato…

 

No, non è il Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov. Del quale dovreste leggere soprattutto Fondazione anno zero.

Uno dei migliori della serie. Ove svetta, arcana e illuminante, la titanica figura di Hary Seldon, l’inventore della psicostoria.

Geniale teoria sull’evoluzione dell’uomo.

Sì, non voglio apparire disfattista. Ma credo davvero che dobbiamo ripartire dalle basi per ricostruire una società oramai distrutta più dei grattacieli sgretolati d’Inception.

Un mondo che non crede più nel potere emozionale e oserei dire subliminale dei sogni, travolto com’è dall’alta marea della sua abissale tetraggine mortifera.

Siete colati a picco, lo so. E dunque daje, ah ah, giù di picconate!

Stamane, in questo ribaldo giorno pasquale, io e mio padre, detto Lino, diminutivo di Pasquale, appunto, come il mitico Banfi, abbiamo deciso, ovviamente di prima mattina, di appianare le antiche acredini fra di noi e di uscire assieme, al primo canto del gallo, a far colazione.

Ma, lungo la strada, un piccione viaggiatore s’è schiantato contro il vetro della macchina.

Ora vai di passato remoto e futuro anteriore dopo tanti colpi bassi nel posteriore.

Sì, il piccione vi sbatté la testa. Non combinando però alcun danno. Udimmo soltanto il fragoroso rumore del tonitruante impatto.

Il vetro, essendo robusto e infrangibile, neppure si lacerò. Mentre voi siete sempre più laceri infranti perché ve la suonate e ve la cantate, miei infanti, invero fate solo baccano insulso e disturbante.

Sì, miei piccini, affermate di volare alti come il suddetto piccione e, assieme a Laura Pausini e Biagio Antonacci, nei vostri dolciastri amori piccolissimi, vi consolate pateticamente, rinnegando in questo giorno cristiano le vostre mentalità nane da furfanti.

Siete come i mafiosi, miei picciotti. Durante tutto l’anno, combinate porcate da plebei e poi, in questo dì di letizia, dite di amare il mondo come buoniste colombe, come dei gentili patrizi.

Prima offendete e ammazzate il prossimo, poi andate a messa, scagionandovi da ogni imperdonabile peccato inconfessabile eppur da voi assolto grazie a una misera confessione falsa, dunque il mattino dopo ancora uccidete fratricidi e fradici ogni fragrante, leggiadra speranza del vostro prossimo, in maniera costernante. Picchiandolo anche sul costato. Trucidandolo di offese ed emarginazioni a raffica con far meschino e insultante.

Sì, prima adorate il Cristo, colui che miracolante stava fra i lebbrosi, poi schivate razzisticamente e bigottamente coloro che considerate malati di lebbra. Pigliandolo/i a pesci in faccia.

Cristo moltiplicò i pesci e io non abbocco più alle vostre esche. Restituendovi pan per focaccia.

Sì, non porgerò mai più l’altra guancia dinanzi alle vostre oscenità da uomini di panza!

Voi, donne, vi rifate le labbra ma nell’anima siete putrefatte.

Voi, uomini, siete oramai di plastica. E impazza sempre più il nuovo, orrendo fascismo innalzante in gloria quella puttanata della svastica.

Sono Santo Stefano? No, quello è solo il mio onomastico, cioè il 26 di Dicembre.

Dovreste rivedere le vostre autocratiche mentalità follemente meritocratiche, dimenticando una volta per tutte quel traditore di Craxi e scendendo fra la gente comune come Travis Bickle col suo taxi! Ah ah!

Sì, sono stanco.

In Italia tutti si professano, appunto, santi ma è il Paese con più alto tasso di prostituzione.

Quindi, se esistono tante donne come Maddalena, non mi pigliate più per fesso. Pigliatevi la vostra fessa… solo lei può credere che non la tradiate, spacciandovi per uomini fedeli e romantici quando, in verità, vi dico che siete… avete capito. Ah ah.

Sì, l’italiano medio è così.

Un grande oratore a parole. Retorico, amante dei comizi elettorali oserei dire ecumenici e pontifica su tutto.

Poiché, dall’alto del suo ideologico papato, vuole scomunicare coloro che, più veri e meno ipocriti, non si attengono ai vostri dogmi.

L’uomo di Sinistra ecco allora che predica benissimo, santificandosi dietro la parlantina forbita e appunto buonista, tirandosela da educatore che vorrebbe sanificarci. Poi è più fascista di quel mio vicino di casa che disprezza il nero nostro coinquilino.

Dite che siete artisti ma non avete le palle per compiere scelte davvero coraggiose come quella di San Francesco.

Sbandierate e millantate talenti che io non vedo poiché, come il grande Roddy Piper di Essi vivono, ora la mia vista è imbattibile.

Voleste farmi credere di essere un personaggio da Cristicchi, io non vi regalerò una rosa, bensì molte spine.

Con me tutte arrossiscono. Sì, sono bello ma sono talmente timido che le metto in imbarazzo.

Quindi, non fatemi credere di essere cieco perché ho il vizietto di Checco Zalone di A me mi piace quella, ah ah.

…dicono che a lungo possono essere dannose. Ma sinceramente a me non m’hanno fatto niente: ci vedo perfettamente.

 

Poiché, come Lazzaro e come il Cristo, una volta resuscitato, vidi la vita reale, non le chiacchiere e i distintivi, i mille pregiudizi.

Smettetela di cantarmi, a mo’ di presa per il culo, l’immortale hit di Cocciante col ritornello… rinascerò cervo a primavera.

Sono Chris Walken de La zona morta, non quello de Il cacciatore.

Più che Cocciante, sono proprio cocciuto, un mule come Clint Eastwood.

E le donne in Italia si dividono fra mule e asine.

Sono poche quelle come Santa Chiara. Al massimo, inconsolabili, cantano con Vasco Rossi…

Sapete perché? Perché Helena Bonham Carter è proprio bona.

E voi non siete Mickey Rourke.

E neppure Matthew McConaughey di True Detective.

Ecco, io non sono ateo. Sono agnostico. Ci sono dei momenti nei quali non credo più a nulla. Ne ho viste troppe.

E perciò non voglio farvi la morale.

A differenza, ripeto, di molti di voi. Bravi a predicare ma bravissimi, soprattutto, a combinare assai poco eppur a combinarne tante.

Siete proprio eccezionali in questo sport nazional-popolare a base di cretinate. Ah ah.

Di mio, non sentenzio con faciloneria, non emetto mai affrettati giudizi, so solo che si festeggia Pasqua per ricordarci che dobbiamo essere tutti fratelli, eternamente. Non soltanto oggi. Tutti fratelli, senza eccezione alcuna, come si suol dire.

Quindi, cari zii, dovete stare zitti.

Al demente che fa il maestrino e tratta tutti come dei babbei, rifilategli un ceffone subito. Vediamo se, stordendolo, diventa più tonto di quello che credevamo.

Che fa? Dalla rabbia scalcia come un dannato? Allora, come Terence Hill de Lo chiamavano Trinità, dobbiamo suonargliele ancora. Vediamo se ci arriva.

Qua la mano, invece, figliolo.

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di Stefano Falotico

Ho terminato il mio libro in inglese su John Carpenter per la distribuzione globale, che dio me la mandi buona, che fa(lo)ticata!


13 Mar

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Ah, son morto di fatica. Stavo collassando. È stato un lavoro improbo, immane, oserei dire universale anche se la distribuzione sarà soltanto globale. Soltanto? Be’, sì, su Marte credo che non ci siano degli uomini. O invece sì? Atto di forza docet!

Ecco, come sapete, amici carissimi, da qualche mese è disponibile alla vendita sulle maggiori catene librarie online il mio libro monografico in italiano, John Carpenter – Prince of Darkness.

Un libro che ognuno di voi dovrebbe avere vicino al comodino. Per una lettura profonda in notti insonni. Ove, divorati dai vostri demoni interiori, contorcendovi in spasmi d’amore per una ragazza che vi piace a morte ma che continuamente vi manda a quel paese, facendo infuriare le vostre budella, ah ah, potrete immergervi in questa lettura illuminante. Consolandovi nel navigar fra le stelle della fantasia pura, perdendovi nella notte interminabile del grande Jena Plissken e nella prode virtù ribelle del mitico Roddy Piper di Essi vivono. Un personaggio leggendario. Uno che non sapeva recitare, peraltro nel mio libro lo dico senza peli sulla lingua, ma aveva il suo perché.

CAPOLAVORO!

Sì, lo è, posso vantarmi almeno di questo? È stata un’opera frutto di una personale ricerca infinita, più e più volte riveduta, corretta, passata al setaccio dal mio correttore di bozze. E alla fine ne è venuto fuori un gioiellino sopraffino. Bando alle ciance e alle invidie. È un libro straordinario che non sbaglia una virgola. Concepito, realizzato in maniera indiscutibilmente portentosa, figlia del mio lirismo, del mio enorme romanticismo e anche di quel pizzico di follia che non guasta affatto, anzi, dà pepe alle nostre giornate stanche.

Vero masterpiece intagliato nei capolavori di John.

Un libro altamente poetico elevato a divinazione di Carpenter. Sì! Ma che non si perde in agiografie insulse o santificanti e si permette lo schietto coraggio di affermare che Christine e The Ward non sono grandi film. Sì, non lo sono. Ciò non toglie valore al Maestro par excellence della Settima Arte. E non potete immaginare quanto mi dispiaccia sapere che oramai non voglia più girare film, preferendo guardare le partite di basket dell’NBA. Su, John, non mi faccia la fine di Homer Simpson. Dai dai.

Il Cinema e l’Arte tutta ne risentono gravissimamente. Perché avremmo invece assolutamente bisogno che il il signor John, anche a settant’anni suonati, ci sfoderasse un altro capolavoro. Secco, ruvido, tosto.

Fatto di streghe, di babau, di semi della follia…

E dunque, dopo la parentesi di Il diavolo è un giocattolaio, del quale sto scrivendo il seguito, mi son buttato a capofitto nella traduzione fai da te, appunto, del mio libro sul grandioso John.

Ecco, il mio inglese è buono, sì, sì, affinato da anni e anni di studi autodidatti da topo della mia biblioteca. Fra libri di grammatica, Blu-ray in originale e canzoni rock degli States migliori.

Ma io sono un uomo che non se la tira. E altresì dunque asserisce che il suo inglese non è propriamente oxfordiano. È stata veramente dura.

Sì, mi ero informato. Intendevo inizialmente farmelo tradurre da un professionista, da un madrelingua.

Ma tutti coloro a cui mi sono rivolto mi hanno chiesto delle cifre astronomiche, come si suol dire.
Addirittura uno mi ha proposto, per la traduzione, cinquemila Euro!

Ma che è? Mi ci compro la macchina con quei soldi. Ma manco quella. Mi sta bene quella che ho.

Allora, mi son detto… ah, qui tocca farmelo da solo. Sì, un’altra sfida.

Anche perché i miei libri, pieni di anacoluti, di periodi lunghissimi, di voli pindarici, non sono facilmente traducibili. Neanche David Foster Wallace usava frasi così.

E poi i modi di dire inglesi sono diversi dai nostri.

Quando ad esempio, a proposito de Il signore del male, dico testualmente che il cameo di Alice Cooper ci sta da Dio. Ecco, voi come ve lo tradurreste? Is to die for…? Può andare.

E invece questo è un film che ha fatto scuola? Non mi venite a dire che tradurreste con… has made school.

Quindi, aggiusti una frase e si perde il senso. Oltre al senno.

Ma alla fine gliel’ho fatta. Ho appena dato il VISTO SI STAMPI alla versione international.

Chissà che non me lo compri proprio John!

Non vi fidate delle mie doti?

Questa è la sinossi. Cuccatevela!

His name is John Carpenter, prince of my invincible, stupendous, virulent darkness…

John Carpenter who now, proud and haughty, walks as a giant in the bare today’s cinematographic landscape, still sowing the titanic daintiness of his elegant, poetic beauty. In front of the undisputed master of a possibly lost Seventh Art, I prostrate myself, adoring him, genuflected as a sign of boundless, sacred admiration, drawing on every single frame to carve and inlay my monographic work that is not hagiographic or sanctifying his monumental, renowned greatness, eternally thundering, but it is a portrait objectively analyzing each his immortal and infinitely shining film. Film after film, I dwell in front of every work with surgical precision, at first maliciously to challenge so much magniloquence delicately adamantine, and be able to find possible flaws but then, although I dare to want to find in his works incongruities, director inaccuracies and stylistic rudeness, despite I am tempted by the desire to make corrections to his radical, very high vision, I remain enchanted by his lucid, prophetic, graceful and balanced solemnity untouchable, powerful and irresistible. Because he is John Carpenter and I can only rightly venerate him. I can only give my vivid homage to the prince of darkness, living the ecstatic light of his revealing and magnificent Cinema.

Stefano Falotico was born on September 13th, 1979. Author of fiction and non-fiction, he has published many books…

 

Insomma, come dicono a Roma, ce può sta’? O no? Forse sono davvero Sean Penn de Il professore e il pazzo. O forse il più sano di tutti.

Sì, c’è solo un uomo nel mondo che può fare una cosa del genere.

Anni fa, un mio amico mi disse:

– Che ti sei messo in testa? Di ributtarti nel mondo di tutti i giorni? A te è successa una cosa molto, molto pesante. La gente non capirà. Ti distruggeranno. E morirai suicida.

Hai una sola possibilità. Non rinnegare la tua “follia”. Allevala, amala e portala in gloria.

Questo mio amico forse era Christian Bale di The Fighter.

Credo che avesse ragione. Il mondo è popolato perlopiù da animali, da gente cattivissima, da mostri piccolo borghesi a cui interessa solo che tu lavori, incassi e stia zitto. E io non sono fatto per questo mondo lercio. Può essere bello ed euforizzante all’inizio, ti diverti, ti ubriachi, conosci una ma poi, se non sei stronzo nell’anima, vai giù.

E alla fine prendi troppi pugni, barcolli, svieni e crepi. Massacrato.

Se invece, oltre a essere un fighter, cambi marcia come Stallone in Over the Top, a quel punto, il braccio glielo “spezzi” tu.

C’è poi una differenza sostanziale fra un cinefilo e un Falotico. Io sono pure cinofilo. Sì, i cani mi piacciono.

Il cinefilo medio, altezzoso, borioso, snob, vi dirà che Over the Top è un film di merda.

Abbastanza, lo è.

Ma io dico che è un grandissimo film.

Perché io sono io. E mi emoziona sempre.

Cioè, è un po’ come la scena di 1997: Fuga da New York.

Quando Jena/Snake è nell’arena e ha tutti contro… lo prendono tutti per il culo.

E Jena parte con la mazzata che non ti aspetti.

Sono solo un sognatore?

Sì, certamente. È vietato dalla legge?

Vi è sempre tempo per essere un uomo qualunque. Sai che noia.

Meglio essere Starman.

 

di Stefano Falotico

Essi vivono: molta gente si crede Freddy Krueger e odia Freddie Mercury, confonde Malek con Malick e Malachia con chicchessia


15 Feb
LARRY CROWNE, from left: Julia Roberts, Tom Hanks, Rami Malek, 2011. ph: Bruce Talamon/©Universal Pictures

LARRY CROWNE, from left: Julia Roberts, Tom Hanks, Rami Malek, 2011. ph: Bruce Talamon/©Universal Pictures

Notare lo sguardo di Hanks sullo sfondo. Par che pensi: adesso Julia o gliela dà o gli fa pelo contro pelo. Questa è cazzuta.

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Scusate se mi ripeto. Se persevero. Se insisto. Se ancor infoiato mi energizzo. Mi scateno, scalmano ma vi compatisco.

Sì, veramente. La dobbiamo smettere coi luoghi comuni. Cioè che Freddie Mercury ed Elton John li ascoltano e ascoltavano solo i froci, che Maria Callas è la cantante degli sfigati e dei malati, che Bon Jovi è un parrucchiere per signore, che Bruce Springsteen è amato dai cafoni.

Veramente, non se ne può più. Tom Waits invece, per voi, è il cantante dei duri e David Bowie un ex mezzo transessuale che piaceva a Keanu Reeves. Un uomo Matrix e piccolo Buddha che amò il profumo del mosto selvatico ma si fece fottere Winona Ryder da un Dracula/Oldman nel senso proprio di vecchio. Old-man. Sì, questo decrepito che riesce a ringiovanire perché ha letto tutto Proust e dunque sgomma nei cunicoli del tempo e sgattaiola lupesco nelle notti infinite d’un suo Benjamin Button straordinario.

Capolavoro!

Mi sembrate come la barzelletta di Montesano:

– Lei di che sesso è?

– Io sono bisex.

– Nel senso che c’ha du’ cazzi?

 

Siete indecisi, dovete optare per qualche cazzo. E sia soltanto uno. Non chiedete troppo, donne. Non ci sono cazzi che tengano. Nessuno oramai più di 5 minuti riesce a tenere. Tutti patiscono l’eiaculazione precoce. Uno tu ne beccherai ed è già troppo. Abbi fede. Quindi, vai a confessarti, zoccola.

Sì, in questa società oramai andata a puttane, e qui pontifico, sì, moralizzo come Stanley Kubrick, non siete più né carne né pesce. Il vostro pesce è venduto al mercato assieme ai granchi che continuate a prendere. Anziché andare avanti col cervello, andate all’indietro, pigliando il vostro uccello e ficcandovelo da solo in masturbazioni mentali che hanno perduto il tripudiante amor perfino per sé stessi.

Ah, ogni giorno oramai mi sparo le comparisons, cioè le comparazioni, fra il vero incommensurabile, dunque incomparabile e non impanabile Mercury e Rami Malek sul palco di Wembley. Mi emoziona, dà carburante al mio spingere.

Sì, io spingo… soprattutto perché spesso sono stitico. Ma pur sempre meglio delle vostre cagate.

L’altra sera ho parlato con una ragazza. Non soffre di asessualità, codesta, io qualche volta sì. Vedo Emily Blunt in bikini e faccio finta di non vedere. Zuccherando, supercalifragilistichespiralidoso, la voglia di naufragar con lei in maree libidinose, schiumanti nel cantare da Mary Poppins con tanto di brindisi e spumante. Speriamo fra le sue poppe. Ma questa qui sta peggio. Anche se vede tre uomini nudi, continua a cantare con Raf, ma a suo dire è pansessuale.

Anche tal termine ora va di moda? Pansessuale. Mah, di mio conosco il pane integrale, il pan Lariano, il panettone, i penosi. E il pene toscano e tostato. Sì, il pene tostato è buono. Va infilato, a mo’ di toast, appunto, sopra e sotto due fettine di carne magra, sì, con tanto di mozzarella fumante.

Oh, cazzo. D’altronde, una delle massimi fantasie maschili è fare sesso con due donne in contemporanea.

E non l’ho mai capita. Perché due? Non è meglio una cinquantina? Ercole se ne fece 50 in una sola notte. Io posso arrivare a 51, tu invece a 47 morto che parla. Sì.

Ma sì, abbondiamo. Basta con le codardie da Don Abbondio. Si castrò lui nella vigliaccheria e voleva castrare pure Renzo. Dando retta ai bravi.

Sì, Don Rodrigo aveva una relazione proibita con l’Innominato, un flirt innominabile, così come Salvini con Berlusconi, ma questo il Manzoni non lo scrisse perché altrimenti doveva lavare i panni (sporchi) in Arno e, anziché unificare la Lingua italiana, avrebbe appoggiato quelle malelingue dei leghisti. Da Bisanzio a Salerno ci unisca un solo motto! Andiamo in moto nello stivale con tanto di sgommate a chi invece scarica la sua benzina nelle pompe di quelle dei viali con gli stivaloni.

Date quest’Oscar a Malek e non scassate i coglioni.

Basta, cos’è questo casino? Che fa quell’altro? Si fa mantenere dallo Stato ma vuol fare l’amore con le impiegate comunali. Quello invece inneggia al nazional-popolare e va con le provinciali. Tu, invece, giri per il mondo ma nessuna te ne giri. Sì, i cattivi ti raggirano ma tu, facendo spallucce, sbuffi da snob della minchia, fai finta di fottertene ma, secondo me, sei solo fottuto.

Uno ha detto che The Mule è un film lento. Questo è un demente. È lui lentissimo.

Ha visto, prima di entrare in sala, la locandina, no? Si presume, almeno che…

A cosa pensava di assistere? A un film con Van Damme? Che il signor Jean-Claude gli spacchi la cap(r)a con tanto di sforbiciata carpiata su spaccata aerobica del suo culo spappolato.

E basta anche con Alessandro Gassman e Jasmine Trinca.

Di mio trinco perché mi piace ubriacarmi e sono solo Gas-Man. Cioè uomo gasato, completamente fuso, frizzante quando beve l’Uliveto e rizzante se vede una donna orgogliosa di esserlo senza veto.

Volete pormi altri divieti? Ancora mettermelo nel didietro?

Andate a farvelo dar nel cul!

E cazzeggio ininterrottamente. In quanto bon vivant, metto su la musica di Vivaldi, basta coi vandali e coi frati e i loro sandali, basta anche coi facili soldi.

Qui io non mi svendo. Ma se lo volete, donne, sebbene pagherete cara la pelle, ve lo sventolo.

Scusate: ma voi davvero credete a tutte le cazzate che vi rifilo?

Ah sì? Fate benissimo. Meglio le mie cazzate di quelle del novanta per cento della gente. E di quelle che vi sorbite dalla tv.

Le mie cazzate sono cazzute, non sono castrazioni, castronerie, porcate da cazzari. V’inducono a svegliarvi, trimoni! Tromboni!

Son cazzate di classe. Cazzate che hanno il gusto dell’uomo giusto che sa mordere un panino con tanto di buon vino e arrosto di te, donna, condita col bruciante dito.

E, se non ti vanno a Genius, ancor t’aggiusto.

In quanto oggi Ludovico Ariosto e domani rustico, fra un po’ sarà Agosto ma stasera mi mangio un’aragosta.

Costi quel che costi. Dammi anche quella costoletta. Va spolpata.

Cammino e, camminando, talvolta inciampo. Ci son sempre delle merde in giro e raramente riesco a schivarle.

Bisogna schifarle.

La profezia di Malachia disse quel che predisse. Evviva Ulisse! Oh, issa.

Ora, parte la rissa!

Ribaltiamo questo sistema fascista d’ipocriti e ricordate il giuramento d’Ippocrate.

Ogni malato, a prescindere da razza, religione e cultura, così Ippocrate disse pressappoco, va curato.

Anche se è un criminale. Voi lo siete, malfattori e ignominiosi, bugiardi traditori.

Ma io vi curerò dalle vostre malie e malattie, mentali e non, regalandovi un mondo migliore.

Così sia scritto, così sia fatto.51753180_10213069602397583_886365835533221888_n

 

di Stefano Falotico

Once Upon a Time in Hollywood, il film più atteso dell’anno? Da voi, forse, da me per niente


25 Jan

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Ecco, lo sapevo. Sono uscite le nuove immagini ufficiali di Once Upon a Time in Hollywood su Vanity Fair.

Ecco, Vanity Fair. Questo la dice lunga. Infatti, il film del Quentin mi sembra patinato, da rivista di moda.

Su Facebook, impazzano le stronzate. C’è chi, non avendolo neanche visto, e come poteva vederlo fra l’altro, grida al capolavoro della storia del Cinema.

Sbavando per Margot Robbie. Definendola la donna più bella del mondo!

Delirio totale, cecità universale, oserei dire spaziale e intergalattica.

Gli rispondo che, a mio avviso, attendo molto di più di andare a mangiarmi una brioche con la marmellata fra cinque minuti, dopo che avrò finito di cagare.

Chiariamoci molto bene, bimbi. Tarantino è andato molto, molto bene sino a Bastardi senza gloria. Ma, dopo Kill BillDjango Unchained e soprattutto The Hateful Eight, credo che trascorreranno molti anni prima che possa amarlo come lo amavo prima. Prima, deve sostenere varie “cure riabilitative”. Dopo di che, dopo che avrà espiato la colpa di aver girato queste bischerate modaiole e dimenticabilissime, se busserà alla mia porta, chiedendomi lo zucchero, potrei farlo sedere. Ma non a capotavola, comunque, bensì vicino alla stufa elettrica per riscaldarlo dalle freddure che ci ha rifilato, alimentandolo di calore artificiale. Perché il mio calore umano, soltanto dopo che avrà girato altri capolavori sentiti e non queste ruffiane seghe sesquipedali, potrò concederglielo di grazia, elargendogli un bacino sulla fronte.

E chiariamo anche questo. Margot Robbie è un mezzo cesso. Sì, il Frusciante mi aggredisce per questa mia lapidaria affermazione, definendola una “potta” bestiale.

Ma de che? Sembra appena uscita dal mondo dei robot, è plastificata, una bagnina da Baywatch che non emana un briciolo di sensualità.

La vera Sharon Tate è morta a 26 anni quando ne dimostrava già quaranta. Il suo viso era antico e allo stesso tempo diabolicamente seducente. La Robbie, e non fatemi citare, per piacere, quell’altra stronzata di The Wolf of Wall Street, il peggior Scorsese di sempre, sembra un manichino ossuto, una smorfiosetta né carne né pesce. Sì, non è carnosa né carnale e il mio pesciolone da me non avrà mai. Preferisco farmi prete piuttosto che sturare questa lavapiatti. Un bel prete, porco dio, sì, che la sera prepara frittura marina alla griglia, accompagnando il tutto con un vinello scacciapensieri per allietare il sonno di una notte in bianco, o forse (r)osé, prima della predica mattutina davanti a delle bacucche che furono come Margot Robbie. Sì, dopo la loro giovinezza da contro-cazzi, da iene in calore, dopo i mille pulp fiction fra amanti gonzi come Tim Roth e neroni alla Samuel L. Jackson, con tanto di voce dura da Luca Ward e del sano, saporito Negroni, curarono il loro amaro, trovando un lavoro da hostess alla Jackie Brown. Conobbero poi un Robert Forster di turno, uomo pacato, a modo, sensibile, dopo tanti puttanieri cinici e lerci, credendo di stare bene. Forse ascoltando Giorgia alla radio…

Volano le libellule

Sopra gli stagni e le pozzanghere in città

Sembra che se ne freghino

Della ricchezza che ora viene e dopo va

Prendimi non mi concedere

Nessuna replica alle tue fatalità

Eccomi son tutto un fremito, ehi

 

Ecco, secondo voi questa è una canzone o una lagna mentre, fra lasagne, tortellini e altri funghi porcini, tali pseudo-donne tagliano le cipolle o solo capiscono quanto furono polle?

Sì, sfogate tutte le frustrazioni dalla psicologa, altra repressa ma almeno più furba che campa sui traumi altrui per avere una cucina migliore, si diedero combattive al femminismo coattissimo come in A prova di morte. E, appunto, desiderarono con tutte le forze vendicarsi dei David Carradine che le sfruttarono…

Al che, interviene il solito radicale del cazzo. Sostiene che Tarantino sia Cinema di serie C. E che gli unici registi degni di essere chiamati tali sarebbero Wenders, Antonioni, Bergman.

Sì, altri molto allegri, aggiungerei io. Vicino al cimitero, li vedrei alla grande. Con tanto di omelia funebre.

Tarantino è carnascialesco e cazzaro ma questi esagerano di contraltare. Diciamocelo. Non vi è più religione!

Il Frusciante insiste nel dire che scrivo puttanate.

E io:

– Piuttosto mi stupisco di te. Hai detto in cinquemila tuoi video che le donne più affascinanti e belle son quelle con dei difetti, anche fisici. E mi cadi sulla “perfezione” della Robbie? Mi sembra una scelta banale.

 

Lo perdono e lo benedico. In men che non si dica!

 

Detto ciò, ognuno si faccia piacere ciò che vuole, io non mi faccio oramai piacere niente. Soprattutto se devo compiacere il prossimo.

 

Quella che chiamate normalità è solo un atteggiamento equidistante, moralista, ricattatorio, perbenista e falso quanto fatuo

Sì, questa putredine buonista di cui il mondo odierno è oggi afflitto, ahinoi, è da ricondurre a tale schiera pusillanime di educatori della psiche, a questi tutor economisti dell’animo umano.

Se dovessi attualmente definirmi, mi appiopperei da solo l’etichetta di coraggioso. No, non incosciente. L’incosciente è colui che agisce senza pensare e non sapendo assolutamente a cosa andrà incontrò se continuerà a perseverare nel suo atteggiamento ostile verso la maggioranza del pensiero comune.

Incapperà nella più aperta e sfacciata derisione, verrà bombardato dagli improperi più abominevoli e facinorosi, sarà furentemente emarginato, schiaffeggiato nell’onore, leso nell’amore proprio, impoverito nella speranza e saccheggiato nel morale.

Perché, giocoforza, lo costringeranno ad abdicare e ad adattarsi al becero qualunquismo, lo obbligheranno a mutilare il suo cuore per dissanguarlo nel volgare torpore, lo intristiranno e spegneranno nella solitudine, schivandolo e coprendolo dei peggiori appellativi infamatori. Lo scherniranno e lo blandiranno, lo eviteranno e probabilmente anche evireranno. Soffocandolo e obliandolo nella loro ipocrisia, nella loro malsana visione abietta e assolutista della vita. Abituandolo, dietro proibizioni, ricatti appunto, reprimende e imperterrite, ottuse umiliazioni ad alienarlo, frenandone gli istinti, placandone le vivaddio salubri ire, gli slanci vitalistici, smorzando la sua temerarietà per improntarlo all’adempimento manicheo di un mondo contraffatto, bugiardissimo che spesso premia gli strafottenti e gli stronzi e lincia i valorosi, lanciando loro contro moniti, vili attacchi sfrontati e prosciugandoli nel vivo ardore.

No, non posso darvi ragione. Anzi, nonostante i patimenti subiti, le ferite da voi inferte che forse mai più rimargineranno, sono come John Travolta nel finale di Face/Off. Quando il medico gli chiede se vuole che gli cancelli la cicatrice e lui invece gli nega la sua asportazione, dicendogli mellifluo e sicuro di sé che quella cicatrice indelebile, così visibile, quell’imperfezione dell’epidermide segnata a vita, non gli è stata donata da nessun dio, bensì dal criminale che lui ha combattuto per tutta la vita, Castor Troy. Colui che vigliaccamente voleva ammazzarlo e, sbagliando la mira, a bruciapelo ha ucciso invece suo figlio.

Sono dettagli importantissimi in un film. E anche nella vita vera di tutti i giorni. Non dobbiamo mai rinnegare o rimuovere i nostri dolori ma addirittura coccolarli, custodirli nel grembo delle nostre paure, forse oggi esorcizzate, vinte o annientate, sì, ma giammai sopite perché quei dolori ci tengono desti, ci conservano svegli, reattivi. E sappiamo che non dobbiamo, al pari di Travolta, più distrarci. Perché qualcuno, nascosto nel buio o fra le siepi, da dietro la trincea della sua viltà potrebbe ancora volerci colpire. E distruggere.

Io, ad esempio, so benissimo chi qualche giorno fa, uno scuro figuro, commentò su YouTube un mio intervento, testualmente scrivendo ciò: che tristezza, addio.

È ovviamente un profilo falso e il mio non è, come non è mai stato, nessun delirio delirante paranoide.

Follia è semmai l’evidente, continuo imbroglio di un povero matto invidioso da me fortunatamente smascherato da tempo immemorabile che insiste nel voler attaccare da dietro le “maschere”, non avendo, a differenza di me, il coraggio del confronto. E neanche nessun talento se non i suoi ipocriti, pedanti, ripetitivi luoghi comuni patetici e asfissianti.

La musica non cambia.

E dunque persevera nei sotterfugi e nelle offese a distanza, sperando di farmi cadere per poi farmi reagire in maniera scriteriata e insensata, come già avvenne. Per dimostrare di avere avuto ragione sul mio conto. E ridersela sotto i baffi.

Questo, mi spiace, idiota, non te lo permetterò più. Mai più. Fattene una ragione.

E saresti molto gentile se volessi arricchire la tua biblioteca, imbellettata di cazzate e dolciastre sciocchezze, con uno dei miei tanti libri. Ché ti entri molto in pancia, così ti curerai dalla precoce demenza che pare ti attanagli dalla nascita.

Gli fui chiarissimo. Gli dissi che mi stava ampiamente sottovalutando e la trappola che mi aveva teso in cui, ahimè, per debolezza momentanea e inaspettata sua mostruosità, caddi, gli sarebbe ritorta contro di giustizia divina.

Ma non volle darmi ascolto.

E ora, massacrato dal suo abominio, sconsolatamente, orrendamente prega giorno e notte affinché possa io commettere altri errori o malestri per appurare la sua “vittoria” da imbecille.

Non avverrà, mio caro. Mettiti l’anima in pace.

Sì, negli ultimi quindici anni, ho fatto le cose per compiacere i dementi. Gli stolti.

Io rimango me stesso.

Per fortuna. Come Roddy Piper di Essi vivono. Capiti gli inganni, non lo/mi freghi più. Devastante. Qualcosa di non calcolato. Qualcosa di potentissimo.

Balliamo come degli scemi o mi stringi la mano?

Non stringi niente? Non è che mi fai come Berlusconi? Menomale che non mi hanno stretto l’uccello. Suvvia, da un puttanone come te, mi aspetto più “eleganza”, bello mio.

Altrimenti che Presidente del “CONIGLIO” sei.

Fratelli e sorelle, la seduta è tolta. Andate a farvi fottere. Ho ora da leccare un ghiacciolo.

E ricordate: il Genius volteggia, cazzeggia, amoreggia, talvolta scoreggia ed è essenzialmente una bella gatta da pelare.

Abbiate fede. E, se non avete fede, almeno chiedete il divorzio.

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di Stefano Falotico

Moltissimi anni fa compresi qual era la realtà come Piper di Essi vivono e non mi sono più fermato


28 Oct

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NO, NON OBBEDISCO a nessuna vostra regola bacata. Se devo accettare una vita in cui morire dietro le borghesi esistenze già morte, allora ora si va avanti! Mi spiace, di me non avevate capito un cazzo.

Un altro eletto ed essere superiore rispetto alla feccia in giro per le strade ha comprato, e ancor lo ringrazio, il mio libro su Carpenter. Lo avevo aggiornato la settimana scorsa, aggiustando un paio di sviste, reinserendo il Kindle e correggendo sia l’ePub che il cartaceo.

Ma questo mio amico mi ha detto che, ahimè, ha ravvisato un altro paio d’inesattezze. Nella recensione di Distretto 13, ad esempio, faccio erroneamente riferimento a Nancy Kyes ma, dal contesto, è facile capire che invece mi riferivo alle schermaglie fra Napoleone e l’attrice Laurie Zimmer, che interpreta Leigh. E avevo corretto, da Polo Nord a Polo Sud nella recensione de La cosa, scordandomi, ah me sbadato, di correggere anche in base polare antartica, lasciando invece artica.

Ma io sono preciso, metodico (per questo la gente, che per la maggior parte è caciarona e sciatta, triviale e porcellesca, puttanesca e poco accorta soprattutto a leggere le anime altrui, mi cogliona), e allora ho di nuovo ripubblicato il Kindle giusto e rispedito i file a Youcanprint affinché aggiornino tutto.

Perché vi devo confidare che non sto bene. E quindi potrei morire anche fra cinque minuti. Ma voglio che tutte le mie opere letterarie, che piacciano o meno, siano perfette, intonse e monumentali.

A me non è mai interessato né delle fighelle né dei titoli di studio, pezzi di carta che al massimo possono attestare che hai leccato il culo alla “cultura indotta” per avere una posizione di maggior potere, e sono un Principe. Ho sempre fatto nella vita quello che volevo e che voglio. E se non faccio ciò che fanno gli altri non è per limiti o vigliaccherie ma perché la loro vita di merda mi fa schifo.

Ma guardatevi. Ma come cazzo vi siete ridotti?

Acclamate un film solo per non scontentare o inimicarvi un amico o peggio una vostra futile conoscenza perché codesta persona compare in un cammeo per 3 secondi, e dunque non ve la sentivate di fargli un torto.

E che torto avreste dovuto fargli, scusate? Mica il film l’ha fatto lui. È solo uno che, per tirare a campare e rimediare du’ spiccioli, si è fatto assumere come comparsa.

Ma questo è niente. Voi, dico a voi gran teste di cazzo, oramai non stroncate nessun film. Perché l’editore vi ha detto che la casa distributrice della pellicola in questione ha elargito al vostro giornale un pacco di soldi affinché il loro recensore “migliore” e più in vista scrivesse che il film è un capolavoro.

E voi, dico a voi… non vi ribellate mai. Siete sottopagati, addirittura disoccupati con tutti gli stronzi che attorno vi ballano, vi deridono, vi massacrano d’ingiurie, v’insultano, vi trattano come lebbrosi e sghignazzano con le loro puttane maledette. Queste troie che da me riceveranno solo sberle.

Dico a voi… e anche a me. Che vi eravate illusi che creare Arte, scrivere un libro, girare appunto un film, senza avere il budget di un Nolan, vi avrebbe resi felici. No, vi ha reso più tristi. Perché avete capito che potreste aver anche scritto il nuovo Amleto ma oggi la gente vuole solamente andare nelle multisale a sgranocchiare patatine. A sgranocchiare patatine… e poi aspettare l’ora legale per dormire un’ora in più. Come se non dormissero abbastanza.

Io vi dico una cosa ed è una cosa che avevo già capito a quattordici anni. Voi potrete darmi del coglione, volermi spedire in “cura”, tanto l’avete già fatto, ipocriti, obbligarmi a lavaggi del cervello perché non mi va di stare con un’oca solo perché, a differenza dei comuni mortali ridanciani, frivoli, carnali e materialisti, non abbisogno di avere un orgasmo dentro delle belle cosce. Sai che bellezza. Dopo la scopata, che cazzo hai in mano? Solo dello sperma e devi farti la doccia.

No, io non sono normale. Non mi va di stare con una che vuole che io sia un “grande uomo” quando invece ho voglia di farmi una sega e schizzarle in faccia che è una donnetta e sputarle, sincero, che son oltre che onanista una persona sgradevole.

Ma sì, una bella segona. Ah ah. E, a proposito di puttane, forse meglio una buona bagasciona, una puttana vera tutta lercia e maiala da monta che le puttane rinnegate. Queste… puttane lo sono più delle altre ma si coprono dietro un “lavoro normale”. E l’abito firmato del marito imprenditore.

Avete rotto le palle, mignotte!

Ma quale normale! Vaffanculo!

Non lo sono come fu Edgar Allan Poe, come lo fu Dick che viveva da mezzo eremita, come lo è Salinger, come lo è anche Robert De Niro. Che prima gira una commediola e poi torna Irishman.

Insomma, alla soglia dei quarant’anni, adoro ancora I guerrieri della notte e non sono cambiato.

Se non ti sta bene, ora te le suono un’altra volta.

Che batosta devastante, per tutti noi, persone normali, questa legge sul Copyright


20 Sep

Essi vivono Philadelphia Hanks
Sì, lo scorso, recentissimo 12 Settembre, il Parlamento Europeo ha approvato questa bacata, campatissima per aria legge sul Copyright.

E, stamattina, ho ricevuto una spiacevole sorpresa. Il caporedattore di uno dei siti di Cinema a cui stavo, con enorme energia e prodiga diligenza, collaborando, allestendo news sui film in lavorazione, è giunto alla conclusione che il sito chiuderà fra pochi giorni.

 

Buongiorno ragazzi,

intanto vorrei ringraziarvi per il lavoro svolto con JN, per l’impegno e l’entusiasmo con cui vi siete dedicati a questo progetto.

Purtroppo, nonostante tutta la nostra buona volontà non siamo riusciti a dare a JN quel tocco che ci permettesse di posizionarci in maniera competitiva sul mercato, sicuramente troppo saturo!

La recente legge sul copyright non aiuta di certo i progetti come JN, e credo che purtroppo in un futuro molto breve molti siti saranno costretti a chiudere.

Non è stato per niente facile giungere a questa decisione e mi dispiace molto comunicarvi che la nostra bella avventura con JN giunge al termine.

Tutti i pagamenti verranno effettuati a fine mese, momento in cui il sito verrà chiuso.

È stato un piacere per noi avere la vostra collaborazione e percorrere assieme a voi questo breve tragitto.
Auguro ad ognuno di voi un futuro colmo di bei progetti e che i vostri sogni possano diventare realtà
.

 

Questa dicasi, platealmente, mazzata. Innanzitutto, non guadagnavo tantissimo con le mie quotidiane collaborazioni, ma erano quei piccoli soldi in più che mi permettevano di sbarcare il lunario. Quel paio di centinaia di Euro che fanno la differenza fra vivere e morire.

Poi, m’inorgogliva prestare le mie conoscenze al servizio degli appassionati di Cinema. Che ne fruivano e potevano essere ogni giorno informati.

E infine mi faceva curriculum. Adesso che il sito chiuderà, l’intero archivio di notizie e post, in un nanosecondo scomparirà, come se non fosse mai esistito.

Sì, ho salvato tutto in un pregevole doc Word, ma non potrò mai attestare questo mio lavoro in termine visivo-pratici.

 

Articolo 13: il super filtro preventivo del cazzo

Se venisse approvata la nuova direttiva le piattaforme online sarebbero legalmente obbligate ad applicare un controllo preventivo su tutto il materiale pubblicato dagli utenti, in modo da bloccare tutti i contenuti coperti da diritto d’autore. Si tratta di un sistema molto simile al Content ID di YouTube, un algoritmo che consulta un enorme database contenente tutte le tracce audio e video protette da Copyright e blocca in modo preventivo il loro utilizzo senza autorizzazione.

YouTube e Google, ma anche Facebook e altre compagnie simili, possono permettersi i costi di una tale infrastruttura ma le piccole imprese ne uscirebbero estremante svantaggiate e, a seguito di un’inadempienza, potrebbero essere divorate dalle cause legali e dalle sanzioni che ogni stato dovrebbe applicare per ciascuna violazione della direttiva.

Tale sistema di filtri preventivi non è del tutto irrealizzabile ma va ad azzoppare qualsiasi piattaforma online che non abbia le risorse per implementarli, andando quindi a trasformare Internet in un mercato monopolizzato dai grandi player del mercato che hanno le potenzialità per ottemperare alle direttiva. Inoltre tale controllo andrebbe a violare i principi di libera circolazione delle informazioni o della satira, applicando una forma di censura anche ai semplici fotomontaggi a sfondo umoristico e meme.

 

Wikipedia e i grandi, aziendali siti d’informazioni non saranno scalfiti da questa legge ma i piccoli “imprenditori”, le persone normali, che si erano magnificamente illuse di diffondere cultura con passione sincera, hanno preso una tremenda botta alla testa.

D’ora in poi, bisognerà stare attentissimi a inserire immagini, anche di film, che non siano coperte da Copyright e a fare le giuste citazioni, senza estrapolare più del dovuto.

Al solito, noi ne paghiamo le conseguenze, per colpa di quegl’imbecilli, creatori di fake news, che hanno indotto il Parlamento Europeo a questa radicale decisione tremenda.

 

Comunque, io sono sempre attentissimo nei miei libri, come il mio ultimo su Carpenter a non incappare nel fottuto Copyright. Infatti, la copertina, dietro miei precisi suggerimenti, mi è stata realizzata da una grafica. Se avessi utilizzato i fotogrammi dei film esposti, mi sarebbe giunta un’immensa sanzione penale e avrei dovuto ripubblicare il libro, rifacendo la copertina.

 

Insomma, non siamo figli di Berlusconi.

Ah sì, tu sei un giovane regista. E nel tuo film vuoi inserire una canzone di Eric Clapton? Sì, allora il tuo film lo vedranno solo i tuoi parenti e i tuoi amici più stretti perché, se non hai pagato un fottio di dollaroni a Clapton, la canzone te la ficchi in culo.

E, se vuoi proprio inserire una canzone nel tuo film, devi affidarti al cantante-barbone di strada ché, se gli dai tre Euro, forse ti concederà l’utilizzo del suo “hit” meraviglioso. Col mandolino e la sua voce roca identica, ah ah, a quella di Tom Waits!

In realtà, il Copyright è sempre esistito. E l’esempio delle mie copertine e di Clapton è stata un’iperbole.

Ma con quest’altra legge sarà ancora peggio.

Morale dell’inculata: se non sei nessuno, la scalata sarà durissima. Irta e pericolosa.

Se invece sei figlio di Agnelli, non avrai bisogno di andare da uno psicologo.

Eh sì. Sei figlio di Agnelli? Sai quante “agnelline” che ti fanno ridere da mattina a sera.

 

Christopher Nolan è un genio? No, non lo è. E, anche se lo fosse, ha anche i soldi per esserlo.

 

Potremmo tutti godercela, questa vita. Ma la piccineria di molta gente, le regole assurde non ce lo permettono. Ma noi combattiamo.

 

 

di Stefano Falotico

Non svegliar il gen’ che dorme: oggi, 11 Settembre, data fatidica di una tragedia immane, eppur io sono il simbolo della Resistenza come John Connor


11 Sep

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Questa data, 11 Settembre, è stampata, anzi stampigliata nella memoria di noi occidentali.

Sì, io sono occidentale a meno che Bologna, da domani, non venga ascritta al Giappone in un trasferimento extra-geografico che sarebbe terremotante. Sì, impiantare Bologna in Oriente, provocherebbe un forte smottamento tettonico.

E alzerebbe un tonitruante rumore talmente potente da ricordare quello del crollo delle Torri Gemelle. Che si è udito sin qui a Bologna, dall’altra parte dell’oceano, appunto.

Sì, Bologna mi ha dato i natali, sebbene le mie origini siano meridionali. Rinnego sia Bologna che il campanilismo dei miei parenti, cresciuti nella pasciuta finto-tranquillità di una vita da carabinieri delle loro emozioni.

Il meridionale, il prototipo del figlio del Sud, non voglio peccare di luoghi comuni, invece ne pecco, è sempre quello: anche se non è mafioso, cioè non è “legalmente” legato a Cosa Nostra, alla ’ndrangheta o alla camorra, è come se poi, in fondo in fondo, lo fosse.

È fissato con la famiglia. Nucleo disfunzionale, spesso, da Fratelli di Abel Ferrara. Ove vigono taciti e pericolosi, repressivi codici d’onore, ove fiocca il trionfalismo partenopeo (sì, Napoli sta anche in Calabria e in Puglia, ideologicamente parlando, un retroterra culturale radicato nella genetica di tali conterranei da tutto il mondo è paese) del vogliamoci tutti bene, dei figli so’ pez’ e core, bene unico, prezioso, ma in realtà ci scanniamo con odi fratricidi, con pettegolezzi abominevoli, con piccinerie degne appunto di una commedia napoletana. Urlano, è gente che sbraita, che muore di fame ma inneggia alla “nobiltà d’animo”, infervorandosi quando ascolta una canzone dei Negramaro, piagne, si dispera, ama, ama, ama, e si sposa, tradendo la moglie con la parrucchiera “riccioli d’oro”, non si smuove da atroci, ataviche convinzioni retrograde, è arretratissima eppur si dipinge santa e sana agli occhi altrui, magnanima, in un agghiacciante tripudio di melodrammatica forza spirituale farisea e ancor più bugiarda, lagnosa, patetica.

Sì, l’uomo del Sud è “religiosissimo”, ammazza suo fratello perché gli ha fatto uno sgarbo, oppure ha guardato sua moglie con desiderio, poi va a messa e intinge la mano nell’acqua benedetta.

Grida furioso che manca il lavoro ma sta tutto il giorno al bar con le gambe accavallate ad ammirare le donnine con le minigonne e le zeppe, alla domenica ingurgita le zeppole, prega il santo patrono Giuseppe o Rocco, e si accapiglia per rivalità calcistiche ignobili, insultando il suo miglior amico soltanto perché Roberto Mancini, contro il Portogallo, ha escluso Balotelli dalla gara. Sì, Mancini e Balotelli sono miliardari, e lui li acclama.

Questo è il meridionale tipo, una merda.

Sì, carabiniere delle sue emozioni. Pettinato con la riga, angaria la moglie, la maltratta ché, dopo una giornata di “fatica”, vuole solo da magnare e che la moglie, al calar della sera, gli dia la figa. Per far figli che non può manco mantenere. Ma è maschio verace!

Fascista, omofobo, razzista e poi se la prende se quelli del nord lo schivano perché s’infila le dita nel naso al cinema.

Quindi, i nordisti. Forse, pure peggio o, meglio, da collocare sullo stesso piano.

Crescono con l’etica, anzi, estetica del lavoro. Tutto è improntato all’arrivismo, a far soldi per divertirsi e fare i bauscia come Briatore. Lo studio, secondo questi, serve soltanto all’utile. Cioè la cultura ha una funzione lavorativa. Non si legge una poesia per immergersi nelle profondità psicologiche del suo autore, entrarvi in empatia ma soprattutto per emozionarsi, la si legge e la s’impara a memoria per sfoggio vacuo da esibire col sorrisino dinanzi al professore che possa assegnargli un trenta e lode perché così si laurea meglio e, con la credenziale formale, istituzionalizzata, può trovare un lavoro economicamente più appagante, redditizio. Per poter ricattare, appunto istituzionalmente, il prossimo, deriderlo, dargli dello sfigato e pigliarlo a pesci in faccia. In scompisciate, sguaiate volgarità peggiori dei cinepanettoni che guarda per “rilassarsi”. Perché lui comunque sa chi è Kubrick, e scambia però Shining con Shine.

L’Italia è sempre stata questa e, se giustamente combatti, ti lamenti, cerchi altro dalla vita che non sia una squallida trombata e du’ spiccioli per tirare a campare tra un film con Zalone, una presa per il culo al “ricchione” e il solo “ideale” di vincere alla SNAI per sbancare e tirartela da riccone, ti spediscono in “cura”.

Cura

Sì, in Italia tutti amano Battiato e sono adesso in apprensione per il suo stato cagionevole di salute.

Sì, in Italia sono tutte “persone speciali”, una definizione che aborro, andrebbe abrogata, abolita, cancellata dal vocabolario delle cazzate.

Secondo la Treccani, speciale è ciò che si distingue favorevolmente, che spicca nel suo genere.

In Italia non si può parlar male, ad esempio, di Massimo Troisi. Perché emanava candore, era una persona speciale. Giusta, schietta, sempliciotta, quindi amabile, da adorare.

Troisi, mi spiace dirlo, era un ebete. E non mi fa ridere, non m’ispira tenerezza, non mi muove a compassione. Tutt’al più posso gravemente compatirlo. Perché era totalmente incosciente della sua ipocrita, falsamente fanciullesca idiozia.

Ca aggià fa’. CA-CA-CA. Ma andasse a cagare.

Su un Troisi che viene elevato a simbolo della purezza, scopandosi però quel troione di Nathalie Caldonazzo, ci sono mille Troisi che finiscono distrutti. Umiliati, offesi, animalizzati perché ritenuti scemi del villaggio.

Dunque, basta, per piacere.

Voi lo sapete cos’è un TSO? TSO sta per trattamento sanitario obbligatorio.

Nel caso che la persona sottoposta a questa “cura”, violentissima, a base di sedazioni farmacologiche orribili, tali che non si alza più dal letto, cammina come uno zombie e non riconosce neanche i suoi genitori quando vanno a trovarlo, si trovi in uno stato di alterazione psicologica tale da indurre a credere che sia meglio fermarla, prima che possa commettere azioni “pericolose” per sé stesso e per gli altri.

Il 99 per cento delle persone che hanno subito un TSO rimane/rimangono invalid(at)e a via, come se avessero avuto un ictus. Ogni loro potenziale armonico, “aggressivamente” creativo viene macellato. E si riducono a farsi mantenere dall’assistenza sociale, guardando I Puffi e dando da mangiare al gattino. Prendendola così…

Se questo non avviene, e mi riferisco al restante 1%, siamo di fronte a un…

E dinanzi a una tragedia immane.

Quella di aver scambiato un… per un pazzo o peggio per un demente perché non era uno che amava le ragazzine e i t.v.b., e aveva tutto il tempo per decidere cosa fare della sua vita, e quella di aver ammazzato migliaia d’innocenti per le stesse ragioni ottuse e belligeranti, per fondamentalismi ideologici osceni.

Comunque sia, va a tutti accordato un immenso perdono cristiano. E che Dio vi benedica, amici o nemici che siate.

Basta che d’ora in poi non scassiate più.

 

Io non crollo mai.

Anzi, non si è mai vista una persona sovrumanamente così forte.

È titanica.

Ed è anche bella con un ottimo fringuello. Volete tastare?

Molto, molto belloccia.

Ah ah.

 

A proposito, sono iniziate le riprese di questo cazzo di Joker con Bob De Niro?

Taxi Driver che incontra Joaquin Phoenix che incontra Re per una notte.

Questa è poesia!

Questa è vita, questo è Cinema.

Il resto è una troiata.

E ricordate, miei robotno hay problema…

 Dovete andare, altrimenti, dall’oculista. Sì, la miopia va curata con lenti ad hoc.

Se siete pigri e volete continuare a non vedere la realtà, contatto il mio amico Roddy Piper di Essi vivono, e vi accompagno a rifarvi le lenti.

Cazzo, è vero. Ieri son stato dal dentista per la pulizia dentale, ah, fumo troppe sigarette.

Vi racconto questa…

Sì, son stato dal dentista ieri pomeriggio. Al che entro, e mi accoglie una bambina. La nipote del dentista. Ancora le scuole non sono iniziate e perciò cazzeggia assieme alla madre, che fa la “segretaria” del padre (che lavoro…, eh, a chattare coi maschietti fra un appuntamento e l’altro…).

Al che, il dentista, cioè suo nonno, mi fa entrare.

E la bambina:

– Signore, che musica vuole che metta in radio? Sa, saranno presto dolori. Vuole qualcosa che allieti la sanguinazione? (sanguinamento? Si può dire anche sanguinazione!)

– No, cara. È solo una pulizia. Nessuno trapana niente, qui. Dunque, vedi se riesci a trovare della musica tosta.

 

Oggi, invece, alle 15 ho di nuovo l’appuntamento con l’oftalmologo.

Non capisco perché devo fare il controllo annuale per la vista. Io ci vedo benissimo. Per fortuna, paga la muta, no, la mutua.

Sono davvero un diavolaccio.

 

di Stefano Falotico

La gente che aspetta tutto l’anno per il mare di Ferragosto è di una tristezza immane, io sono sempre al mare, anche quando sto in bagno


11 Aug

Bud Spencer capitano tutte a me

Dobbiamo tutti quanti essere persone migliori, ma la maggioranza non fa mai mea culpa e prosegue nella sua crassa, ostentata, placida e (in)felice ignoranza.

Sì, ci sta la cazzata moralista, di tanto in tanto. Ora, passiamo a cose serie.

L’altra sera, ho parlato con una donna.

– Ciao, se mi mandi una tua foto di te in bikini, sarò birichino e ti manderò la foto di me in pigiama.

 

Non c’è scappata la scopata, ma lei è “scoppiata”.

Sì, so come far ridere le donne. Sono uomo che dà pepe alle battone, no, volevo dire battute. Sono, per certi versi, imbattibile, un esemplare raro a trovarsi che sguscia tra la folla, senza dare nell’occhio, soltanto che indosso il giubbotto invernale con quaranta gradi. Sì, perché la mia giacca, come Cuore selvaggio insegna, è il simbolo della mia individualità e della fede nella libertà personale. Sì, ma più che Nicolas Cage del film di Lynch, appaio come un coglione, quale spesso sono. Sì, ci vuole abnegazione per esserlo, bisogna inseguire la patente del babbeo con la vera gonade testicolare di un neurone fottuto. Sfruttando tutto il potenziale ambidestro della propria cretineria, andando anche a leccare un gelato alla cremeria, prima dello “yogurt” a una donna che, lasciva, sulla sedia a sdraio, muove i tuoi ormoni, posizionandoti a mezzodì di erezione scimmiesca con pura “cremosità”.

Sì, io dispenso idiozie geniali quanto quella delle pulizie del mio palazzo, una molto buona, alle otto di mattina sa come tirar su l’umore a questi lavoratori del mio condominio. Sì, questa ragazza è di ottimo culo, più e più volte ho finto di entrare nell’ascensore, per poi uscirne quasi subito, trovando la scusa che ho scordato qualcosa in macchina. Lei infatti, appena sente la porta dell’ascensore richiudersi, si china a novanta gradi per pulire il pavimento di varechina. E non fa in tempo a rialzarsi che io, da dietro, uscito che ho dall’ascensore, ammiro il suo sconfinato didietro. In tutto il suo smerigliato porgersi davanti ai miei occhi che contemplano questo ben di Dio da vero marpione. Una di queste volte, la inviterò a cena. Non sa parlare in italiano, ma con me imparerà presto la lingua, fra linguine allo scoglio e un inguine attento a non ammalarsi di scolo. Sì, questa è dell’Est, lì le malattie veneree vanno forte.

A parte gli scherzi, sì, la gente che aspetta Ferragosto per andare al mare mi fa schifo. Chi sono io per sindacare sulle cattive abitudini altrui? Io non sono di Bologna il sindaco, eppur sindaco come e quando voglio. È un mio diritto insindacabile, basta con questi sindacalisti, che vogliono costiparci in un lavoro socialmente utile. Che poi non abbiamo i soldi neanche per comprarci un’utilitaria.

Sì, molta gente è utilitaristica, svolge un lavoro orribile, inculante e sottopagato e, per tutto l’anno, non va al cinema neanche a pagarla, per aspettare di andare al mare d’estate.

Il mare lo ripugno. Quest’acqua avvelenata, con le meduse velenose, ove la gente si tuffa due minuti dopo che una vecchia con le vene varicose ha cagato in maniera incontinente, di vero plof. La gente, in tutta questa mer…, appunto, ride e si diverte. Schiamazza e poi torna in riva a prendere il Sole. Pur rimanendo cocentemente razzista.

Sì, la gente al mare si spoglia, con tanto di seni bellamente esposti, di topless esuberanti. E poi, d’inverno, si scandalizza appena vede una in tv che la dà a vedere… di upskirt.

Di mio, sono un uomo che indossa le scarpe da ginnastica anche quando sta seduto sul water. Sì, è magnifico un uomo in tuta, sul cesso, che evacua su abbigliamento casual. Dà un tocco di sportività in più alla situazione fetente.

Basta con questi pantofolai, basta con queste canzoni dei Negramaro, con queste malinconiche frustrate, con questi borghesi frustati. Sì, si frustano questi sadomasochisti con le loro zoccolette.

Io sono il Principe ma, a differenza di William e Carlo, che non fanno davvero un cazzo, aspettando di cacciare le volpi, io sono la volpe.

Non mi cacciate. Adoro il film Il cacciatore.

Adesso, vado a bere.

Io sono pulito, effervescente, un uomo H2O.

Alle volte sono come H7-25. Chi è costui? L’alieno di Chissà perché… capitano tutte a me, cult movie ciclopico che, non molti lo sanno, ha ispirato John Carpenter per Essi vivono.

E ricordate: sono un uomo oggi bambino, domani Bud Spencer.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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