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Il Falò è ritornato di Backdraft da vero uomo Ombra, anzi, fu adombrato ma è di nuovo amato e follemente innamorato, dunque infuocato


05 May

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lovelove2Sì, in Fuoco assassino, il compianto J.T. Walsh interpretò un personaggio invero da nessuno rimpianto.

Cioè un bastardo corrotto nell’animo che, avvalendosi d’un insospettabile complice/piromane, ovvero Scott Glenn/John Adcox, volle bruciare tutta la Big Apple come Nerone.

In verità, mai fu accertato se Nerone rese Roma come un carbone. Sicuramente, il character di Walsh si dimostrò più pazzo di quello incarnato da Donald Sutherland. Un volpone fottutamente sbattuto e ben, dietro le sbarre, rosolato e affumicato. Diciamo pure da molti neroni inculato.

Di mio, non mi fido mai di chi beve solo il Negroni.

Oh, nella mia vita da saggio Donald Rimgale/De Niro, m’adombrai in una notte cupa ove forse, assieme a William Baldwin/Brian, oppure in compagnia di Edward Burns di 15 minuti – Follia omicida a New York, scoprii molti malfattori che vollero ardere ogni speranza giovanile. Incenerendo ogni sogno romantico più rosso e purpureo per mettere a ferro e a fuoco forse la casa di Ray Liotta di Cop Land.

Piaciute le sofisticate citazioni?

Vi piacciono invece le calde eccitazioni?

Burns… sì, sono un detective belloccio come Edward la cui sessualità, in passato, fu più ambigua di quella di Pacino di Cruising.

Eppur Steve Burns… Steve brucia e ama… anche Fuoco cammina con me. Pure I’m on Fire di Springsteen.

Ah ah. Ci sta l’esclamazione diabolica da Al Pacino! E forse un incandescente bacino per una donna che merita finalmente il mio amore prelibato, zuccherato come un morbido, cappuccino scottante che, dopo un’ardente notte di coccole e amplessi roventi, fa sì che la passione si ridesti ancora più affamata di dolci cornetti da mettere in testa agli stronzi cornuti che non sanno più gustare il ripieno di crema deliziosa da leccarsi… i baffi. Oh, dovete svegliarvi. Forza, vestitevi e giammai più dovrete denudarmi per ingiuriare la mia dignità, Io vi smascherai ed è giusto che la mia lei, svelta, nuovamente mi svesta.

Si fa festa?

In 15 Minutes, De Niro fu assassinato da due maniaci dopo che alla sua bella scrisse una delicata poesia d’amore in una sera già sul punto d’arroventarsi focosa finito che fu ed ebbe il lavoro duro e avventuroso.

Due porci l’assalirono, freddando ogni suo sogno caloroso, brutalmente l’assassinarono con far vile e bellicoso ma da Ed furono inchiappettati più di come Ed, con tutta probabilità, con le sue ex giocò poco a Scala 40. Bensì, a novanta, si divertì assieme a lei come un matto scatenato assai ardimentoso e infiammato. Ben accarezzato e vivamente accalorato.

Ed, uomo dalla brillantina fumante, dal ciuffo impomatato forse più di quello di Cameron Diaz in Tutti pazzi per Mary.

Ed stette con Heather Graham, donna di grande tette, e sta ora con Christy Turlington, donna che non si può vedere perché è talmente sexy che bisogna chiamare subito i pompieri.

Con Christy, Ed si spomp… a.

I cattivi oramai invece sono spompati. Non gliela fanno più a bruciarmi vivo con le loro offese da ragazzi precocemente, per l’appunto, bruciati. Anzi, cotti in padella, bolliti e fottuti completamente.

Ah, ragazzi fuori… che sognarono Seattle ma sono in zona Elephant. Tonti forte, cazzo. Almeno quel tipo bruciò non solo la sua vita quando fu adolescente.

Questi invece si spacciano per adulti ma in verità vi dico che non sono né sani né santi. Neppure capirono Last Days, sempre di Van Sant.

Si dichiarano vincenti e raffinati ma, a dircela tutta, non sanno neanche pronunciare il nome di Vincent Cassel.

È inutile che provino a fare i duri come Scott Glenn di Man on Fire.

Non si azzardassero neppure mai più a fare i neroni come Denzel Washington.

Sono solo dei poveri pivelli. Se vogliamo essere davvero cattivi, eh già, non hanno neanche dei buoni piselli.

Sono e rimarranno fermi a I soliti ignoti

Ah, io adotto invece sempre il metodo Fucimin come disse Totò.

Ovvero, qui reinvento la sua battuta, quindi bisognerebbe darsi al grande Cinema romantico di Michael Cimino.

Altro che Chris Walken de Il cacciatore, sto vivendo L’anno del dragone, non sono Jeff Bridges di Una calibro 10 per lo specialista e neanche Starman di Carpenter.

Non sono un Drugo, non sono né Bukowski né Lebowski, lo youtuber Matioksi è più giovane di me, all’anagrafe, di dieci anni ma sembra mio nonno

E sapete perché? Poiché a forza di guardare Lady Oscar, di ammirare gli Academy Awards, a forza di fare le belle statuite, siete diventati delle maschere di cera.

Prevedo per voi molte bamboline gonfiabili, miei palloni gonfiati.

Vai di matriosche, oh sì, mie oche, orchi e luride porche.

Ce la vogliamo dire senza se e senza ma, miei somari?

La mia lei è da vero falò delle vanità.

Mentre all’imbecille microcefalico che continua, sotto anonimato, a mandarmi missive in cui mi definisce di mente ritardato, la polizia presto servirà molte denunce con la seguente scritta:

Tenente, ha notato la lucina che le sta brillando? È l’indicatore del livello della sua carriera e sta lampeggiando sul rosso…

Poi, costui, secondo me non comprese mai neppure The Bad Lieutenant.

I cretini furono da me ben cotti a dovere. Ah, che bottane, questi qua.

La mia non è una semplice cotta, è proprio una bellissima botta. E spero che duri reciprocamente infinite notti.

 

di Stefano Falotico

 

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L’episodio n. 1 di Black Mirror 5 è un capolavoro: la vipera che morsicò mia suocera morì avvelenata


08 Jun

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Fa ridere, no?

Questa frase oserei dire tremenda più di Vipera di Sergio Citti (da non confondere con Franco e ora state zitti) è una massima incisa in una piastrella nella casa sgarrupata di mia nonna paterna. Un fatiscente tugurio anticamente affascinante. Puro modello pregiato di antiquariato raffinato. Sì, certo…

Gli altri miei nonni, compreso suo marito, sono tutti purtroppo morti.

Un aforisma degno del carattere irascibile di mia nonna. Donna che ama tuttora le telenovele argentine e conosce tutti gli attori ispanico-brasiliani a memoria. Mia nonna non ha mai imparato nessun ballo latino-americano ma va matta pure per Ballando con le stelle. Ho detto tutto…

A proposito, campa ancora Grecia Colmenares?

Mah, io son sempre stato invece un tipo da C’era una volta in Messico. Come Sly Stallone di Cobra, vado da una donna come Brigitte Nielsen e, con sguardo provocante al massimo, le dico di stare attenta perché quelle patate affogano nella salsa

Vero?

A mia nonna piaceva Julio Iglesias e voleva essere da lui messa incinta. Invece a me è sempre piaciuta Hero del figlio.

Un videoclip capolavoro ove anche un eterosessuale convinto non sa se innamorarsi, appunto, di Enrique, di Jennifer Love Hewitt oppure del solito strepitoso gigione Mickey Rourke.

Chiariamoci, Mickey Rourke ha carisma da vendere. Guardatelo in questo video. Questo tamarro da Man on Fire di Tony Scott, da Domino che la scena domina, fingendo di saper suonare il pianoforte, scioglierebbe Salma Hayek di Dal tramonto all’alba senza aver bisogno di tatuarsi come quel fake di George Clooney.

Lo sapete, no, che la prima scelta di Tarantino per il suo Stuntman Mike di Death Proof fu Mickey?

Mickey rifiutò la parte, andata come sappiamo a Kurt Russell, perché il ruolo del maschilista puttaniere disse che gli stava stretto.

Ah ah, questa è bellissima!

Ma chi vuole prendere in giro? Mickey non sa niente di Musica. L’unico pianoforte che conosce è il ritmo basculante che offriva alla sua ex, Carré Otis. Un allegro vivo da Vivaldi con tutte le sinfonie di orgasmiche corde vocali e letti strapazzati più di una chitarrina di Jimi Hendrix.

Erano amori fra loro da Orchidea selvaggia, schifezze da filmacci quasi pornografici come tutta la produzione, artisticamente censurabile, di Zalman King.

Ma che fascino, però, il Mickey.

Non dimenticherò mai la sua smorfia di delusione nella notte degli Oscar quando perse la statuetta. A mio avviso sottrattagli ingiustamente dal manieristico Sean Penn di Milk.

Sì, uno scandalo di proporzioni ciclopiche. Mickey, in questo caso, pregustò davvero la vittoria tanto agognata. Vinse da poco il Golden Globe, battendo proprio Penn. E, sebbene gli allibratori azzeccarono la previsione, avendo alla vigilia posizionato proprio Penn come pretendente numero uno per intascare lo zio, Mickey, diciamocela, ci fece un pensierino.

De Niro presentò Penn. E Mickey pensò: questo De Niro mi ruberà l’anima un’altra volta come il suo Louise Cyphre di Angel Heart.

Per un attimo infinitesimale, può darsi pure che gli barcamenò questa folle, irrealizzabile idea: no, Bob, farai la fine di Louis Gara di Jackie Brown, povero coglione. Penn è anche amico mio.

 

Purtroppo per lui, da grande attore qual è, dissimulò la tragedia di questa sconfitta epica, sorridendo come dire… tanto me ne fotto.

In cuor suo, in quel momento si sentì come il personaggio del suo cammeo ne La promessa.

Detto ciò, mie vipere, la vita è come Street Fighter, un videogame arcade.

Pensa te. Credi di essere un tipo da Roxette, un mezzo effeminato e invece scopri di essere uno che deve solo ascoltare il suo combattivo cuore da Lionheart, sì, Listen To Your Heart.

Chi ha visto l’episodio numero uno di Black Mirror 5 sa a cosa io stia alludendo.

Con questo che voglio dire? Che vorrei segretamente fare sesso spinto col mio migliore amico?

No, gli do un pugno se farà ancora lo stronzo e vorrà fottermi.

In realtà è il mio più grande fan.

Parimenti a Citti (Franco o Sergio) al Maurizio Costanzo Show – Uno contro tutti, sa benissimo chi sono.

E pensa: ti stanno prendendo tutti per il culo platealmente ma io credo in te visceralmente. Perché come Pasolini e come Carmelo Bene sei un genio.

 

Man on Fire. Come in Vipera, c’è Giancarlo Giannini.

Vi ricordate cosa gli dice Christopher Walken?

Dunque, all’ennesimo colpo basso vigliacco, poveri codardi, sappiate che non saprete a che ora, a che minuto, a che secondo arriveranno i miei colpi.

C’è una sottile differenza fra me e voi. Io, dopo tutte le batoste prese, mi rialzo sempre.

Voi no. Non fatevi male.rs20-2

 

di Stefano Falotico

La bellezza può essere un body horror croneberghiano di un uomo, così com’è successo al grande Mickey Rourke, un man on fire, totalmente bruciato


11 Apr

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Sì, tre anni fa iniziai un libro su Mickey Rourke.

In stile Chuck Palahniuk. Poi lo interruppi perché, dopo essermi soffermato sulle sue migliori interpretazioni, non sapevo più che scrivere. Poiché Rourke, devastato da chirurgie plastiche, da donnette slave che gli son gravitate attorno, di ucraine e polacche, ha perso completamente il cervello e anche…

Ecco, io sono un fan mai visto di Mickey Rourke.

Mickey Rourke è un uomo cronenberghiano, un body horror vivente, un camaleonte della sua ex bellezza incommensurabile travolto da questo mondo odiosamente incentrato sul sesso.

A cui lui, abdicandone ingenuamente, offrendo il suo visino angelicamente diabolico, Angel Heart docet, Francesco della Cavani pure, si è donato in totale, magnanima offerta della sua potenza sensuale a pelle, diciamo.

Nel 2005, circa, un mio amico di Este, dopo avermi conosciuto, mi disse che assomigliavo sia appunto sia a Mickey Rourke che a Sam Rockwell.

E io:

– Io? Mickey Rourke? Cos’avrei di Mickey? Di mio, sono piuttosto sfigato.

– Questo è quello che credi tu. Perché vivi da semi-eremita, sei un mezzo monaco di clausura. Mi spiace confutare la percezione che hai di te stesso. Tu non appari affatto così. Ti sarò sincero. Fai veramente schifo. Sì, metti soggezione, è difficile fissarti per più di cinque secondi di fila. Hai pure gli occhi neri come Matt Dillon. Ma tu di questo non ne sei cosciente? Sei come cieco… non ti accorgi degli sguardi di quel tipo… vero?

Per questo, sei anche come Sam Rockwell. O meglio come alcuni suoi personaggi stralunati ed eccentrici.

– Ah sì? Quindi, ah ah, mi hai dato del pazzoide belloccio.

– Abbastanza, sì. Totalmente inconsapevole di sé stesso. Per questo gli altri di te che non capiscono niente. E neppure tu.

 

Sì, il povero Mickey è stato distrutto, divorato vivo dalla sua grandezza magnetica.

Mickey, figli cari, è un grandissimo attore. Pensate che bestemmi? Non credo proprio.

In Rusty il selvaggio, L’anno del dragone, Angel Heart appunto, anche Homeboy è impressionante la naturalezza carismatica con cui ha girato le scene. Puro istinto da Actor’s Studio a cazzo suo. Un genio.

Soltanto in pochi secondi di Rusty il selvaggio, nella scena in cui lui e Matt Dillon passeggiano, conversando fra loro, per le strade festose, illuminate dalle fluorescenze delle insegne e degli addobbi, oserei dire briosi e accesamente luccicanti come i loro rispettivi sex appeal malinconicamente gioiosi, il signor Mickey Rourke ha “steccato”, ha avuto un piccolo, impercettibile attimo di esitazione spaventosa.

Ma, essendo un piano sequenza molto lungo, Francis Ford Coppola ha lasciato correre. Pensando, fra sé e sé: Mickey, no! Va be’, non possiamo rifarla.

Sì, avete notato? Mickey non sa che fare con le braccia, poi le riporta attorno al petto, come uno ieratico saggio semi-ascetico e un po’ scemo, forse soltanto come un Marlon Brando ancor più bello.

Sì, io ho sempre schivato il sesso. Sempre, puntualmente.

Se fosse stato per me, sarei stato l’uomo con più ragazze della storia.

E dire che ero stato molto attento a non cascarci. Mi ero cautelato, mi ero volontariamente ammalato di metafisica e trascendenza per non frizionarmi negli erotismi, soprattutto di massa, di questa società laida e carnale.

Ma, ahimè, fu tutta colpa dell’ignoranza.

La gente non poteva più accettare un ragazzo di sana e robusta costituzione, vaccinato eppur scalognato che non voleva giocare di limonate e scaloppine.

E m’invogliò oscenamente a quello che avrete inteso.

Da allora, è stato veramente un incubo.

Telefonate in piena notte da parte di donne di ogni età, pedinamenti sotto casa da Glenn Close di Attrazione fatale, foto proibite inviatemi privatamente, denudazioni meschine e sfrontate, impavide e letali, una sciroccata che mi circuì e tentò d’adescarmi. Perché, se avessi accettato di andare a letto con lei, mi avrebbe raccomandato alla casa editrice Guanda.

Da me ebbe solo una portiera della macchina sbattuta in faccia.

Sì, nonostante tutto questo casino, di mio sto con la gamba accavallata sul divano e mi sparo un altro filmino.

Questo potrà farvi incazzare, ma io sono un diverso. Lo sono sempre stato.

E quello che voi avete fatto è stata una vergogna da poveretti maniaci.

Da dementi.

Come il mentecatto bavoso che, dietro il ridicolo nick di Brando, anni fa mi scrisse:

sei un coglione con una madre grassa e brutta e un padre idiota. E non sai che, mentre ti prendo il culo, sono con una bella guagliona a spassarmela. Fottiti!

 

Invero, scrisse ben di peggio.

Questa è stata comunque la frase di un ritardato che se l’andata a cercare.

E quello che gli è successo gli è stato solo giusto.

Un criminale ignobile, un mostro a cui ha buttato malissimo.

Perché a volte si può credere che dall’altra parte ci sia Tim Robbins di Mystic River e invece hai a che fare con uno dei più grandi amici di Rourke, Sean Penn.

Uno che si sdraia su una panca degli addominali alle 6 di mattina e, dopo cinque milioni di flessioni, si alza da essa a mezzogiorno.

E ti distrugge, piece by piece come Denzel Washington di Man on Fire.

 

di Stefano Falotico

TOP TEN Denzel Washington


09 Dec

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Oggi parliamo del più grande attore nero di tutti i tempi. Il super negro per antonomasia Denzel Washington.

Da me ribattezzato, in più occasioni, come Tartufone Motta. Non è lui? È un uomo dolce noir, ah ah, coloratissimo come il carbone. E adesso ha pure il panzone da uomo che ha mangiato tanti buoni cioccolatini fondenti.

Ora, sapete bene chi è questo pezzo d’uomo alto un metro e 85 che cammina sempre a schiena dritta e ha un sorriso che bagna tutte le donne? Anche le più algide della Scandinavia?

Non so se avete visto The Night Of. John Turturro, suo amico, ha avuto un figlio da una nera e n’è venuto fuori un bel mulatto. Al che, questo figlio moro sbiadito al latte come Otello viene redarguito da John. Otello, uno che a forza di scoparsi la sua bianchetta mula (eh sì, siamo a Venezia, vicino a Trieste, patria delle mule) super passerona Desdemona, ha assunto un colorito meticcio, e nel 1995 fu interpretato da Laurence Fishburne nell’adattamento dell’omonima tragedia scespiriana, o shakespeariana e oh quant’è bona Tiziana, diretto da Oliver Parker. Non vale un cazzo, Laurence. Desdemona, nel suddetto film, era interpretata da Irène Jacob, una francesona naturalizzata svizzera. Come appunto il Lindt. Svizzero? No, Novi. E questa Jacob te lo fa tutto nuovo. Fidatevi. Ve lo carbonizza.

Ecco, il figlio sanguemisto dice al padre che vuole fare una tesi di Laurea su Jamie Foxx. E John ridacchia. Perché Jamie non è Denzel!

Allora dice a suo figlio che, anziché scegliere Jamie, attore bravissimo e Ray Charles oscarizzato, se vuol fare un figurone davanti ai professori, cazzo, deve scrivere una tesi su the greatest, Denzel appunto. Puro toro da monta inarrestabile.

L’orgoglio di tutto il popolo afroamericano. Uno che, dopo il divorzio dei genitori, fu sbattuto in collegio e si fece un culo come una casa per superare tutti i pregiudizi dei bianchi fighetti, per sconfiggere le puttanate sull’apartheid e sulla tonalità viola di ogni segregazionismo di merda. La merda, nerissima, soffice e granulosa, che non è la pelle dei neri ma l’anima stronza di questi repubblicani porci.

Denzel è grandissimo. Sì, un figlio di puttana con due palle di marmo. Un colosso, un mito, uno che l’ha ficcato in culo a quel burino di Russell Crowe, fottendogli l’Academy Award con la sua camminata da Alonzo di Traning Day.

Sì, mi ricordo quella cerimonia di premiazione. La vidi in diretta. Fu anche l’anno di Halle Berry, fidatevi, un pezzo di gnocca da mettere al tappeto ogni Naomi Campbell della minchia. Halle, una che schienò anche Billy Bob Thornton di Monster’s Ball con quel suo culo superbo. Un culo incantevole da morirci dentro, un culo immane dipinto da Giotto, un culo dalle perfette proporzioni geometriche, un culo irresistibile che avrebbe fatto la fortuna di Tinto Brass.

Un culo magnifico. Oddio, non fatemici pen(s)are. Allucinante.

Ma torniamo a Denzel, non perdiamoci in quel figone di Halle. Ché poi è capace che vieni deriso da Al Pacino di HeatCi sei voluto entrare e ci sei rimasto!

Denzel è l’erede di Sidney Poitier. Un altro bell’uccellone. Sì, in Indovina chi viene a cena?, Sidney, con un’invidiabile faccia di bronzo, si presenta a casa dei coniugi Spencer Tracy e Katharine Hepburn, per chiedere la mano e anche qualcos’altro della loro figlioletta.

Spencer Tracy, nonostante la diffidenza iniziale e i suoi pregiudizi razzisti, capisce che sua figlia ama quell’uomo. E questo “strano” accoppiamento ha da farsi perché questi due ragazzi sono esseri speciali.

Sì, Spencer voleva il bene della figlia. Altrimenti sarebbe cresciuta malissimo, guardando i porno con Lexington Steele e sarebbe diventata Julianne Moore di Lontano dal paradiso.

Ma sì, Julianne, lascia questo pavone di Dennis Quaid a Santa Auzina. Una non tanto santarellina.

Lascia che Dennis vada a zoccole. No, non mandare la tua vita a puttane, Julianne, che te ne fai di un troione quando desideri solo un grosso nerone?

Sì, Julianne Moore è un’altra che ti arrostisce. Ma secondo me è troppo pallida. Questa rossa lentigginosa ha bisogno di un Denzel Washington che le doni un colorito, diciamo, più roseo.

Sì, Denzel è uno che può soddisfare anche la più repressa frigida timorata di Dio. Di fronte a un Washington, anche la compianta Rita Levi-Montalcini avrebbe perso i neroni, no, i neuroni. Ah ah!

 

Ma quali sono le migliori performance di questo maschio enorme?

Lasciamo stare Glory e anche Gloria di Umberto Tozzi.

 

Manchi tu nell’aria

Manchi come il sale 

Manchi più del sole

Sciogli questa neve 

Che soffoca il mio petto

T’aspetto Gloria

Eh sì, a Margot Robbie di The Wolf of Wall Street non serviva un Leonardo. Ma un Man on Fire.

Che cazzo vuole questa Margot? Il divorzio? Ma che ha da sbraitare questa gallina? È solo Molto rumore per nulla. Chiamate Malcolm X e fatele capire che nella vita, anziché Leo, poteva incontrare anche Tom Hanks di Philadelphia. Non le va a genio, Leo? Ah, ma pretende troppo costei. Vuole i soldi, i gioielli, la Porsche e pure i figli. Che si fotta!

Sì, Denzel ha una marcia in più, Il tocco del male da uomo He Got Game.

Denzel è uno che vola alto. Chiedetelo a quell’altra mignotta di Kelly Reilly di Flight. Prima si drogava, poi incontra Denzel. Lui continua a ubriacarsi ma, con Denzel, un cane sciolto, Kelly faceva la gattina. Eh sì.

Sì, Kelly lo molla ma ora soffre pene d’amore. Denzel le fu Inside Man, perché Denzel è un amatore straordinario. E lo sa Viola Davis di Barriere. Che, alla fine di ogni notte, con lui sorride e grida evviva Il sapore della vittoria – Uniti si vince.

E questa scena è un capolavoro!

E a proposito di football e Barriere varie, com’è la scena finale de Lo chiamavano Bulldozer?

Quando dal nulla quella montagna di Bud Spencer riappare come per miracolo e distrugge il merdoso che sbianca?

Sì, a me piacciono le bambinate così come agl’imbecilli piacciono le porcate.

 


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Barriere

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di Stefano Falotico

Quali ruoli sono stati rifiutati da Mickey Rourke, cioè me stesso?


25 Jan

Preambolo allineato alla faccia porcellina, da “salvadanaio” e anche da “salvietta” post operazione chirurgica, di Mickey Rourke. Di Lui parliamo, no?

Tremende socialità nello spargimento di spari terrificanti aspergenti nel detergente dell’assorbirlo nel femminile, lo sconvolto nemico chinò la guardia e sorseggiò un amaro Chinotto, con famiglia inchinata e afferrata dal “cappio” ai piedi caprini

Analisi della nostra tanto vostra amata society, luogo che defenestrerei, gioendo d’una pace da eremita su “ballerine” mobili dentro le cosce mie in minigonna, con “chiuso” di miniatura, da garbare nell’intersecarle a un “sofisticato” tal sofismo:
“Ove soffio, dentro la pelle di te, Donna, ti struggerai depurata dalle impurità di tuo marito, nel beneficio d’una figa vivaddio a te nei diletti sopraffini da cagnolino Fido nella gatta affidabile”.

So che molti m’odiano, attaccabrighe che, scelleratamente, vuoi la vecchiaia lor non coercibile d’una giovinezza nei rimpianti di pantaloni sempre “a modo”, mi furon e fiondaron piantagrane e guerrafondai di granate, il cui “ingegno” culminò negli insulti a me, il sottoscritto, per sottomettermi al non “metterlo”. Invece, fra tante “gaie” ipocrisie, ove gli spergiuri s’affiliano al luogo comune, le verità emersero allucinanti, illuminando proprio le teste di rapa d’ogni “rasata” (al suolo per se stessi), barbarica, appunto, intimidazione ad assoggettarmi a questo delinquenziale status di symbol sempre “prodighi” di mendaci consigli per “merendine” assortite delle tavole (im)bandite.

No, con altisonantissimo, “gentile” sdegno, con “cordialità” senz’alcun timore reverenziale, io scoreggiai a costoro, vilissimi impostori e signorotti di prediche da “buoni pastori”, e di mio “flauto” sarò irrefrenabilmente detonante e irreverentissimo a tali “reverendi” subissati nelle regole fascistoidi, acciuffando i loro moralistici pistolotti e “inveendo”, di vene ben “affinate”, ai lor pistolini.
Tante cartucce “sparano” quanto se lo “parano”, sparlando a destra e a “manico” dietro il ricatto del pezzo di carta a cui, “in culo”, come Totò me ne pulisco d’igienica, ché genio d’una scuola che non necessita d’assetarsi nella loro fame (in)dotta, a mio avviso distorta da torcer di braccini spezzati per spiedini alla brace, senz’amorucoli ruffiani da “Baci e abbracci”. Sì, al taralluccio e al vino, ho sempre preferito il mio “eroino” De Niro, e non intendo rammaricarmi per ammainare il mio ne(r)o a castigarlo nei delitti anneriti dell’omertà perniciosa. La caccia alla pernice, infatti, è per me sinonimo di pietra pomice, a cui prediligo il mio pomo d’Adamo senza calli e caligine, ma urlo a diveller giugulari troppo da giullari. Ah, questi son come una zia da ripulire in lavastoviglie, rotolandola nel “fango” dei suoi lavaggi mentali con tanto di sputo smacchiatore a 360 gradi nell’infilar a 90 una mia forchettata col forcone. Sono Louis Cyphre, amo Angel. Eh già, sono un Rolling Stone che simpatizza per il Diavolo…

Sono un furbone? Certo, amo le volpi quando sgattaiolano nelle “tope”, quando un lupacchiotto le assale affinché non “salga” nelle chiappe. Io salto addosso a tutte di saliva, come Mickey Rourke e non me le ingoio.. Picchiatore, scopatore col trattore, pugile della mia vita, e non tollero chi mette mano al mio viso. Poiché sono trasformista, oggi scompaio, domani ti faccio il “paliatone”, e ieri mi son fottuto tua sorella nella mia riscaldatissima “minestra”.
Poi, siamo andati alle giostre del “Luna pork”, Lei mi chiese lo zucchero filato, ma la spedii nella casettina degli orrori, optando per una farfalla più fresca, “pescata” di sue pesche nell’attrazione chiamata “Il bruco evolve nei buchi, a differenza di chi si buca”.

E il “mio” se la “buscò”. Fra una coccola e l’altra, volle anche la cioccolata della locanda “Mescolando va tutto il frappé”. Un frate geloso ci guardò, e io gli rubai la “monaca”. Suonandogliela di armonica.

A parte questa maialatella, meglio le tagliatelle. Sì, prima o poi, Mickey… incontrerai una che te lo taglierà.

Meglio la panza. La panza si sazia e non corre il rischio del rasoio. Al massimo, se sono lunghe, usa il coltello. E nessuna te lo sminuzzerà.

Fidati, sono l’Uomo che ama il formaggio, non le trappole. Sono come te, Mickey, però mouse.
Ieri Notte, contattai una Escort chiedendole l’indirizzo del suo amante che m’ha denunciato per averlo “cotto” in flagrante e “sformato”. La buttai giù giù, d’altronde è una battona, sebbene provai ad abbattere “lei” e il pappone con tale battutina: “Se la tua Escort entra in menopausa, io sono il tiramisù”.
Non capirono un cazzo, quello dei clienti, però, sì.

48 ore

Rourke nella parte di Nolte. Ci poteva stare. Entrambi sono la cartina al tornasole dei pugni dati e presi.

Brivido caldo

Si rifarà con Orchidea selvaggia.

L’attimo fuggente

Rourke nella parte del professore Keating? Ma che sta’ a di’! Ve lo sareste visti in cattedra?
Perché no? In fin dei conti, ha la cultura della strada. Infatti, è un culturista, parafrasando Nino Frassica. Sì, alla lavagna, egli scrive col “gesso”, delle ossa spappolate da sue concubine che glielo strapparono di “Capperi, mio Capitano!”.

Rourke è uno da “cappelle”. Infatti fu Francesco per Liliana Cavani.

Grindhouse

Prima che andasse a Kurt Russell, Quentin voleva il Rourke. Sì, bello rozzo, stronzo, cafonaccio, puttanierissimo, paninaro, cazzarissimo. Ci stava di “Bruto”.

Gli intoccabili

Elliot Ness al posto di Costner. Ruolo invece calzante. Rourke piglia Capone, sempre De Niro, e urla da meridionale alla sua testa da Lino Banfi un “Cì vulev’  pigghia’ pe’ fess’?.
In carcere, salutam’ mammet’!”.

Quindi, esce dal tribunale e si fotte il giudice, toccando la giuria, composta da varie donne gloriose.

Sì, sono come Mickey Rourke, duro a morire e certi ebetucci me li mangio a colazione, regalando loro le chiavi del carcere a cui li consegnerò se oseranno ancora infrangere le mie perentorie scelte, lontane dalla loro squallida borghesia di amoretti, stronzetti, fetentelli, pasciutelli col ciucciotto, madri castratrici, padri lobotomizzati da una televisione scosciatrice nei loro capricci arricciati di fiacca crassezza ripugnante.

E ostinatamente li combatto, senza batter ciglio. Anzi, rimarcando, per filo, segno e “spago” ogni altra porcata.

Consegnandoli al verdetto finale a modo mio di berretto verde.

Giustizialista d’un impressionante monito pauroso.

Mickey è il posacenere “coniato” dalla tanto biondona Kim Basinger, l’emblema della “bellezza” all’acqua di rose. Ogni mattina beve acqua Evian e poi si depila col “dentifricio di qualche ganzo di Beverly Hills. Non è un’attrice, dubito che sia una donna. Era sposata ad Alec Baldwin, ex “figo” oggi in pigiama stronzeggiante su faccione “simpatico” da “Buttiamola nel patetico”.
Quindi, aveva ragione, come sempre Mickey. Le assaggiò il seno da Joe Cocker, cagnaccio che stuzzica e pizzica di piccantino negli spogliarelli al sesso suo misogino.
Mickey lo vogliamo così, stronzo, animalesco, sudato, sbagliato, semifreddo al gelato di pistacchio sulle fragoline delle pubescenti, cresciuto male, spericolato, guance da guasconcello di guanciali ove tira i capelli in posa da dominatore senz’arte ma in “quella parte”, punto G delle sue nevrosi, arguto bicipite di “deltaplano” strozzato nell’alcol pusillanime a sputarti in faccia. A sputtanarti dalle tue troiette, da Stuntman Mike, incubo peggiore delle sciocche, del suo petto color albicocca a “scoccartelo” nel didietro con fare di tutto tirarselo nel giubbotto che ti dà delle “botte”.

Al che, una mignotta mi s’avvicina, come dico io, da micina. Annusa ma poi “struscia” questo:
– Sei pazzo!
– E del mio cazzo non te ne deve fregare. Altrimenti, non mi freno e fermo le mani del tuo cliente abbottonato nella camicina a quadri. Io glielo squadro, e lo divoro da squalo. Quindi, “pappina”, datti al Plasmon prima di beccarti la sifilide del mio “plasmare” il tuo “amico” di miccia esplosiva.
Insomma, zoccola stai zitta e imbocca lo zietto. Basta, con gli zainetti, ingroppati questa zanna.

Sì, sono un “malato” di buffoneria nelle mie ore disperate.

Turbato, esasperato, dalle ragazze ossessionato che voglion solo ciò che a molte di loro non mostrerò, scrivo in modo ossessivo, patologico, anche scatologico, “defeco” le brutte fighe, faccio il fighetto e poi l’oca nei laghetti, spruzzando a tutt’andare nel “lacustre” mio Uomo Lombroso d’acque apparentemente chete su zigomi adirati per colpa delle zampe da gallina d’una senza ovuli, scovo chi vuol sculacciarmi, m’inabisso come una medusa e trombo anche le corna alle muse mie ispiratrici nell’aspirare, di trombetta, ciò che è “proboscide” quando, pachidermico, eppur spinge nelle muliebri epidermidi, dormo e, nonostante tutto, perdono.

Sì, una coppietta s’apparta, aspetto l’attimo “giusto”, poi spalanco la portiera e assalgo il manigoldo col fazzoletto delle di lei mani lorde, quindi urlo: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Il Signore sono io. Tocca a me maledire di ditina”.

Dopo di che, non so come, sgommo e lascio il “marchio”, imbrunendo nella Luna che ulula un’altra inculata.
Non si sa se mia o “preso”.

Ricordate: c’è solo un Uomo che appare come Clark Kent e invece è Superman, doppiatore anche di stesso nella voce radiofonica che è più bella di quelle di Tonino Accolla misto a Filippo Timi più Paolo Villaggio a (t)ratti di Giancarlo Giannini paciniano ed emulazioni alla Diego Abantuono.

Costui è il messia. I quadrupedi sanno sempre la verità. E guardano la miseria umana nel recinto.

 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Domino (2005)
  2. La promessa (2001)
  3. Man on Fire (2004)
  4. Johnny il Bello (1989)
  5. I cancelli del cielo (1980)
  6. C’era una volta in Messico (2003)
  7. Sin City – Una donna per cui uccidere (2013)

Tony Scott muore a 68 anni, “apparent suicide”


20 Aug

 

Trovato morto il regista Tony Scott, il “meno” celebre fratello di cotanto Ridley.
Le cause, come sempre avviene in questi casi, sono d’accertare. Ma, al 99 per cento, si è trattato di suicidio.

Anzi, “certo”, come “rilasciato” dal solito biglietto d’addio, a “testamento funebre”. Tony dichiarava, nel seguente, la sua intenzione di farla finita.

Il “Corriere” ne dà notizia così:

Il regista e produttore britannico Tony Scott, 68 anni, fratello minore del più celebre Ridley, si è suicidato lanciandosi da un ponte vicino a Los Angeles. Lo rende noto il coroner della Contea. Non si conoscono, per ora, i motivi del gesto estremo: Scott ha lasciato un messaggio d’addio nel suo studio, ma il contenuto è riservato. Quello che è certo è che Scott è stato visto parcheggiare la sua auto, una Toyota Prius dove la polizia ha trovato un elenco di contatti, sul Vincent Thomas Bridge di San Pedro. Poi il regista si è arrampicato per superare le protezioni e si è buttato giù intorno alle 12.30 ora locale. Il suo corpo è stato recuperato in acqua dalle forze dell’ordine intorno alle 15. Secondo gli investigatori non c’è nulla che possa far escludere il suicidio, ma sarà l’autopsia sul cadavere a chiarire i dubbi. Tony Scott lascia la moglie Donna e i due figli gemelli.

 

Addio a Tony Scott
Corriere tv

L’esclusiva secondo “Daily Breeze”:

 

BREAKING: Film director Tony Scott jumps to his death from Vincent Thomas Bridge

By Art Marroquin Staff Writer
Posted:   08/19/2012 01:35:01 PM PDT
Updated:   08/19/2012 08:34:29 PM PDT

 

British film director Tony Scott, known for such Hollywood blockbusters as “Top Gun,” “Days of Thunder,” “Beverly Hills Cop II” and “The Taking of Pelham 123,” jumped to his death Sunday from the Vincent Thomas Bridge spanning San Pedro and Terminal Island, according to Los Angeles County coroner’s officials.

Scott, 68, climbed a fence on the south side of the bridge’s apex and leapt off “without hesitation” around 12:30 p.m., according to the Coroner’s Department and port police.

A suicide note was found inside Scott’s black Toyota Prius, which was parked on one of the eastbound lanes of the bridge, said U.S. Coast Guard Lt. Jennifer Osburn.

Scott directed Tom Cruise in “Top Gun,” one of the highest-grossing films of 1986, and worked with the actor again four years later on the hit “Days of Thunder,” which also featured his third and current wife, actress Donna Scott. The couple have twin boys.

Known for his trademark red baseball cap, Scott also directed “Beverly Hills Cop II,” starring Eddie Murphy, “Enemy of the State,” starring Will Smith and Gene Hackman, and “The Taking of Pelham 123,” starring Denzel Washington and John Travolta.

Scott and his older brother, producer Ridley Scott, were co-producers on the CBS dramas “NUMB3RS” and “The Good Wife.” The pair recently wrapped “Coma,” a four-hour, two-night medical thriller starring Ellen Burstyn set for release next month on A&E.

Los Angeles Police Department and California Highway Patrol joined city firefighters and the Coast Guard in searching the water for his body.

Cargo vessels moved at slow speeds through the east side of the Main Channel during the search, said Los Angeles Fire Department spokesman Brian Humphrey.

“It’s a dolorous task and we’re working to treat the deceased with the utmost dignity and respect,” Humphrey said.

Authorities used sonar equipment to track the man in the port’s murky waters and his body was recovered by a dive team around 4:30 p.m., Alva said. Scott’s body was taken to a dock in Wilmington and turned over to the county coroner.

One lane of the eastbound side of the bridge was closed to traffic during the investigation.

Erected in 1963, the 6,060-foot bridge links San Pedro with Terminal Island and rises 185 feet at its highest point above the Main Channel of Los Angeles Harbor. Many have taken their lives by jumping from the span.

 

 

 

Appare davvero inspiegabile questa “balzana” scelta di ammazzarsi. Proprio Tony, sempre intraprendente, che aveva annunciato che avrebbe girato presto il remake de I guerrieri della notte e che stava già preparando il seguito del suo Top Gun.

E poi, avete visto che donnone che è sua moglie?

Come si fa?

 

 

(Stefano Falotico)

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