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Notizia straordinaria: quest’anno sarò al Festival di Venezia non da comune spettatore bensì in veste di giornalista coi fiocchi, brindiamo!


26 Jun

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Quello che sta succedendo alla mia vita è veramente incredibile.

Dopo disagi psicologici tremendi, roba che i più devastanti libri di Chuck Palahniuk non sono niente a confronto delle mille spaccature mentali ed emozionali del mio turbolento passato mai visto nemmeno da me stesso, ah ah, la mia vita si sta miracolosamente innalzando, giorno dopo giorno, ora dopo ora.

Grazie alla mia instancabile verve letteraria, al mio acume prodigioso, alla virtuosa mia prosa da cinematografaro sui generis, quest’anno ho ottenuto giustamente l’accredito per la prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Ebbene, dopo i miei inspiegabili forfait delle scorse edizioni, comunque spiegabilissimi in quanto cagionati dalle mie depressioni inguaribili eppur sanate, causati dalla segregazione razziale, oserei dire, che masochisticamente m’inflissi, costringendomi a un autoesilio figlio dei miei capricci da asilo, non sono morto a Sant’Elena come Napoleone Bonaparte ma, con buona pace dei miei detrattori, posso qui attestare che mi vedrete al lido veneziano, ove spadroneggerò da critico-imperatore della Settima Arte più elevata. Monopolizzando con amenità ogni pittoresca donna sexy. Infilandomi in qualche festa e forse in qualche sottana suggestiva come un tramonto rosso sul mare, corteggerò, che ne so, una diva di Hollywood e lei capirà che è meglio George Clooney di me perché io sono più bello e giovane di lui ma lui è più ricco, ovviamente, del sottoscritto e dunque ha più voce in capitolo per scritturarla come sua nuova amante se dovesse divorziare dalla moglie di cui s’è sinceramente annoiato.

Intanto, stamattina ho rinnovato la carta d’identità.

Adesso, figlioli, le regole sono cambiate. Nella nuova carta d’identità, elettronica fra l’altro, non compaiono più alcune voci. Come il colore dei capelli e lo stato civile, oppure la professione.

Infatti, che senso aveva? La carta d’identità dura dieci anni. Nel frattempo, uno può cambiare lavoro, sposarsi altre mille volte oppure farsi monaco, perfino biondo.

Il ragazzo, quasi mio coetaneo, che mi ha posto delle domande per rinnovarmi, appunto, il certificato, mi ha solo domandato:

– Altezza, 1 e 70. Vuole che le aggiunga due tre centimetri?

– No, guardi. L’altezza è questa. Anzi, 1 e 68. Uguale a quel nano di Tom Cruise. Ma facciamo come per Al Pacino. Che ha chiesto a quelli di Wikipedia di inserire come statura, appunto, un metro e settanta.

Non ci crede nessuno. Basti vederlo in Scarface. Lui e Steven Bauer camminano, in questa pellicola di De Palma, quasi mano nella mano e vengono inquadrati dunque uno a fianco dell’altro.

Bauer si dice che sia alto uno e ottantacinque. Dunque, Pacino non può essere uno e settanta. Peraltro, oggi molto meno. È ingobbito.

Bauer, nella suddetta pellicola, lo sovrasta di almeno mezzo metro anche se Pacino, dal punto di vista recitativo, gli è una spanna decisamente sopra.

 

Vi racconto anche questa. Dopo di me, sono entrate nello sportello comunale, altre due persone, un uomo grassissimo e una figa bestiale.

Sempre il ragazzo burocratico, diciamo:

– Buongiorno. Prego, si accomodi. Può rilasciarmi gentilmente la vecchia carta d’identità?

– Tenga.

– Non è la sua.

– Come no?

– Scusi, lei sembra un lottatore di sumo. In questa vecchia carta d’identità, dunque la foto non è la sua.

– Come no?

– Impossibile. Lei qui pesava al massimo 40 kg.

– Sono passati dieci anni.

– Capisco. Vuole che le ritocchi la foto del visone con Photoshop?

– Va bene, se per lei non è troppo impegno.

– Si figuri. Ci metto solo 5 min. Mi dica solo… come vuole che le rifacci il look della faccia? Le piace questa foto di Johnny Depp a trent’anni?

– Johnny Depp è figo.

– Allora vada per il Depp. Vuole anche che le faccia il ciuffo di banana?

– No, meglio rasato a zero come in Paura e delirio a Las Vegas. Sa più di uomo vissuto.

– Ecco, tenga. Firmi qui, arrivederci.

 

– Buongiorno, carissima.

– Buongiorno. Sta bene?

– Certo.

– La vedo sul paonazzo forte.

– Onestamente, lei è una donna stupenda. Non nego che, vedendola a mezzo metro da me, non abbia provato un certo imbarazzo. Scusi, bevo un bicchiere d’acqua.

Glup glup. Perfetto. Procediamo.

Mi potrebbe cortesemente consegnare la vecchia carta?

– Sì, certo.

– Questa però non è lei.

– Come no?

– Scusi, non vorrei apparirle offensivo. In questa foto sembra la strega di Benevento.

– Come si permette? Villano.

– No, guardi, ha frainteso. Anzi, le rinnovo ancora i complimenti. Ha fatto un notevole cambiamento.

Scusi, non vorrei sembrarle inopportuno, ma, mi dica la verità, è stata otto ore in palestra tutti i giorni e ha trovato un chirurgo plastico da premio Nobel?

– No, sa. Lì avevo solo diciotto anni. Ero bulimica e sempre incazzata col mondo. Ora mi sono sposata. Ho trovato uno che mi mantiene. Non faccio un cazzo da mattina sera. Sa, senza preoccupazioni, con la mente libera, si dice che si diventi più belli.

– Ah, questo si dice?

– Ovvio, non lo sapeva?

– Pensare, carissima, che a me mia madre ha sempre detto il contrario. Mi diceva che le donne e gli uomini che non lavorano, eh già, non hanno dignità e si lasciano andare.

– Retorica da Costituzione italiana. Invero, sono quelli che lavorano come degli schiavi a finire, oltre che imbruttiti, pure nell’anima, senza più ardori vitali perché, dopo dieci ore passate in fabbrica, sono talmente distrutti che non sanno più cosa sia l’amore.

– Signora, a lei piace Elvis?

– E a chi non piace? Ho quasi tutti i suoi cd. Ma mi mancano solamente due suoi album.

– Capisco… Vorrebbe venire a casa mia dopo il mio lavoro? I due mancanti glieli posso regalare, se volesse…

– Ci sta provando?

– Un po’ sì, detta come va detta. Per lei è un problema insormontabile?

– No, tanto mio marito torna sabato. Non lo saprà mai.

– Grande! La nuova carta d’identità è pronta. Deve solo mettere due firme. Una su questa ricevuta e una su questo documento.

– E questo documento che sarebbe?

– Oh, niente di che. Burocrazia. Lei, firmando questo documento, mi dà il nullaosta affinché possa un giorno attestare che siamo entrati, diciamo, in confidenza intima, come posso dire.

– E a che le serve attestarlo?

– Sa, quando morirò, sulla mia lapide vorrei mettere la seguente iscrizione: qui giace un dipendente comunale che fu sfigatissimo ma ebbe una notte da Elvis con una donna da favola.

– Tutto qui? Vuole che le faccia questo piacere? Il documento sarà reso pubblico?

– No, lo archivierò nel cassetto dei miei segreti inconfessabili.

– Allora a che le serve la mia firma?

– Be’, non si sa mai.elvis

 

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di Stefano Faloticopaura delirio las vegas depp

Quando pensi di essere Dustin Hoffman di Rain Man e invece sei Tom Cruise, video antologico, epico!


15 Apr

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Forse, non vi siete accorti dei mutamenti cronenberghiani avvenuti nel Cinema e nella vita di tutti i giorni con l’avvento dei social

Be’, chi della mia generazione non ricorda piacevolmente la canzone leitmotiv di Lucio Dalla per Lunedì Film di Rai 1?

Sì, so che voi sbarbatelli, se la doveste ascoltare oggi, riproposta in qualche programma nostalgico, pensate e pensereste:

ma chi sta cantando? Mario Biondi?

 

Peraltro, Lucio si limitava a una sorta di grammelot onomatopeico abbastanza incomprensibile ma di sicuro effetto, come un cantante jazz di New Orleans. Tra Dario Fo e un pazzo di Firenze.

Sì, per noi il Cinema rappresentava un appuntamento fisso il lunedì sera. Quando, vivaddio, l’assurdo Canone Ordinario (ordinario di che?) aveva motivo d’esistere. Mediaset era agli esordi e I Bellissimi di Rete 4 erano solo ai loro albori.

Poi, si sarebbero affinati, involgariti nel seno debordante, nel portentoso décolleté piccante e nei collant fenomenali della mitica Emanuela Folliero.

Che di Cinema ne sapeva quanto mio nonno di astrofisica. E, per introdurre il filmone in programmazione, recitava a pappardella i testi che le davano da leggere. Peraltro, erano quasi sempre estratti estrapolati dallo stesso dizionario dei film di Mereghetti o addirittura sintesi ricavate proprio dall’affiliata rivista tv Sorrisi e canzoni.

A Lunedì Cinema, avranno dato almeno cinquemila volte Lo squalo di Spielberg.

Sì, Lunedì Cinema chiudeva i battenti con l’approssimarsi dell’estate. Stagione di Spiagge alla Fiorello e di bagnanti italiani a Ibiza a esaltarsi con la radiolina che riproponeva Miami di Will Smith.

Sì, Fiorello, persona di rara ignoranza che prese Giosuè Carducci e, senza vergogna, se ne saltò con La nebbia agli irti colli…

Mitico!

Fiorello, davanti a quella donnona di Katia Noventa, oca da Karaoke, per fare il figo, le disse che conosceva il teorema di Pitagora. E, dinanzi a milioni di spettatori, lo enunciò da Bruno Sacchi de I ragazzi della 3ª C.

Molto pressappochista, il Fiorello disse sfacciatamente che, in ogni triangolo isoscele, il quadrilatero costruito su Siracusa è equivalente all’unione dei rettangoli dei due cateteri.

Sì, è questo secondo voi il Teorema? A proposito, voi, che fate tanto i trasgressivi e gli anticonformisti, avete mai visto l’omonimo film e letto il libro di Pasolini con Terence Stamp?

Rosario Tindaro Fiorello, non di Siracusa, bensì di Catania. Idolo!

Ah, ma avete allora proprio bisogno di una stampella. Più che uomini da Noventa, siete oramai a novanta, diciamocelo, dico, senza infingimenti e libretti di giustificazione con l’alibi della vostra indisposizione psicofisica dovuta allo stress di una vita febbricitante che vi ha fatto ammalare di qualunquismo, retorica e populismo a iosa.

Ma non perdiamoci in nostalgie da Stranger Things, in passatismi scolastici. In esaltazioni del Cinema degli anni settanta quando invece siete nati appunto nei seventies ma eravate troppo piccoli per poter aver visto Un attimo, una vita di Sydney Pollack.

Vi dichiarate degli espressioni astratti ma, più che al pittore Pollock, sinceramente assomigliate, molto realisticamente, solo ai polli che appunto allevava mio nonno. Pollon!

Sì, dopo l’avvento dei social, chiunque si professa attore e regista di livello e carica video in cui ha filmato una vedova che beve il caffè al bar di Zio Nino, gridando di essere il nuovo Paolo Sorrentino.

Sì, estetizzanti idolatrie di voi stessi da peggiori Toni Servillo.

Il Cinema è cambiato, la vita è cambiata. Dovete aggiornarvi.

Essere uomini come il Falotico.

Classico uomo per il quale tu pensi di averlo finalmente inquadrato e anche inc… o e invece presto, con un suo amico, girerà un grande mediometraggio.

Sì, nei primi giorni di Maggio.

Vi lascio col fiato sospeso e anche col ciuccio in bocca.

A presto.

 

 

di Stefano Falotico

 

hoffman rain man

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Sono un bugiardo conclamato, vivo solo per le donne


03 May

Scarface Eyes Wide Shut Eyes Wide Shut 2

Eh sì, Tom Cruise non sa baciare. Lo si evince da questo fotogramma ove sbaciucchia la Kidman in modo timidamente cafonesco. Sì, notate bene come appoggia le labbra sulle sue ma, anziché baciarla in maniera specularmente simmetrica, quasi con ribrezzo poggia la sua bocca sulla parte superiore delle di lei labbra Sì, di lì a poco questa bella coppia si sarebbe separata ma in questo fotogramma è già ravvisabile la ragione, anzi, regione della loro separazione. Tom Cruise non fu mai un grande amante, e la Kidman abbisognava di un baciatore che le fosse “bruciatore”. Uno che la incendiasse e al contempo la sciogliesse sol carezzandola con occhio marpione.

Sì, Tom ha vissuto una sessualità al contrario. Non ancora trentenne, si sposò con Mimi Rogers, milfona che all’epoca, ve lo posso garantire, era proprio bona. Aveva due tette come una mongolfiera, naturalissime e in Full Body Massage quel massaggiatore deve avere avuto un culo pazzesco a tastarla, a morbidamente strofinarla dalla testa ai piedi. Sì, quel seno, sebbene un po’ cadente, era qualcosa di extraterrestre. Che bel verbo… “strofinarla”.

Poi Tom stette come sappiamo con l’australiana Nicole ma secondo me fra loro, nonostante fossero affiliati da cuori ribelli, non scorse mai buon sangue. Che bel verbo scorse, cazzo, da non confondere con Scorsese. Ah ah. Quel sangue virulento della passione vera, da giorni di tuono… quando sei sul posto del lavoro e non riesci a concentrarci perché ti viene in mente la tua donna nella doccia, al che vieni scombussolato e devi accavallare le gambe per celare un’erezione evidente che metterebbe in imbarazzo la tua segretaria. Perciò osservi ossessivamente l’orologio e non vedi l’ora che finisca il turno. Quindi, scendi le scale in tutta fretta, travolgendo il cameriere del bar vicino che stava salendo per portare il cappuccino al capo, t’infili trafelato in macchina e sgommi di brutto, poi pazzamente guidi, rischiando di travolgere i passanti. Stai scoppiando, sì, lei deve essere già rientrata, smonta prima di te, e vuoi sol che montarla. Che furia! Ma ecco che il passaggio a livello blocca il traffico e il tuo uccello fra i pantaloni sta dando di matto ed è già rosso intermittente… Sei paonazzo in viso, le asticelle si alzano e stai arrivando… Spegni la macchina, dimenticando di chiuderla, l’ascensore è occupato ma con quell’erezione non riesci a salire, appunto, le scale. Ti tocca… aspettare. Ecco che finalmente ora è libero. Spingi… tiri fuori… le chiavi, apri… la porta e le urli… donna, voglio chiavarti!

Dunque scopri che è a letto con un altro, ti ricoverano come Bradley Cooper de Il lato positivo e allora ti metti assieme a Katie Holmes, una che può capire il tuo male e coccolare le ferite, dissanguando il bamboccione che è in te. Con lei ti senti davvero uomo, sei tu quello più grande, il dominatore, e puoi ricattarla, vero Tom, perché sei tu che comandi i giochi d’adulti a Hollywood.

Sì, le donne mi hanno fatto impazzire. Sì, bando alle ciance, ogni mio “delirio” è imputabile a loro.

Gli altri non c’entrano. Sì, se mi piace una donna, divento gelosissimo come uno scarface. E dissenno! Bisogna tenermi fermo!

Ma poi mi ricompongo, riassumo il perduto contegno, e saluto le mie fan come George Clooney, qui da me filmato.

Donne, lasciate che cresca…

 

 

di Stefano Falotico

Non tutti hanno la fortuna di nascere Fonzarelli, molti sono tontarelli


20 Apr
JERRY MAGUIRE, Tom Cruise, 1996

JERRY MAGUIRE, Tom Cruise, 1996

BEVERLY HILLS, CA - MAY 17:  Actor Henry Winkler arrives at the premiere of HBO's 'If You're Not In The Obit, Eat Breakfast' at Samuel Goldwyn Theater on May 17, 2017 in Beverly Hills, California.  (Photo by Axelle/Bauer-Griffin/FilmMagic)

BEVERLY HILLS, CA – MAY 17: Actor Henry Winkler arrives at the premiere of HBO’s ‘If You’re Not In The Obit, Eat Breakfast’ at Samuel Goldwyn Theater on May 17, 2017 in Beverly Hills, California. (Photo by Axelle/Bauer-Griffin/FilmMagic)

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Che è una cosa diversa.

Sì, col passare del tempo fisiognomicamente sto assomigliando sempre più a Fonzie.

Miei gnomi, la fisiognomica è quella somiglianza con una faccia da culo alla Henry Winkler, l’unico attore, assieme ad Anthony Perkins, quello di Psyco, appunto, a essere relegato a un’icona. No, non è vero, Perkins fu bravissimo anche ne Il processo di Welles, ma la gente lo stesso lo prendeva per un folle col complesso d’Edipo, guardone e assassino. Uno che non gli dai una lira ma sempre gli “tira”, come si suol dire, e poi si scopre che è un maniaco.

Insomma, il contrario di me, cultore della bellezza femminile ma galante e culone come Gastone della Disney. Alla faccia del paperino…

Winkler, da non confondere con Irwin, il produttore di Rocky, è il classico uomo alla Falotico, uomo che vive la vita a modo suo, lontano dal trambusto e si auto-educa da sé, senza bisogno di demagogie scolastiche e pedagogie inculanti solo l’uomo che indossa il giubbotto di pelle, quella pelle carismatica “profumata” di nero, di fascino e mistero. Un uomo che probabilmente è un genio e dispensa pillole di saggezza da Mr. Wolf. Egli fa il meccanico e non ha una vita meccanica, quindi non farà mai la fine di Alex di A Clockwork Orange perché conosce bene la linea di demarcazione fra godimento lecito e immorale porcata. Per non patire pene! Le donne vanno matte per un “matto” come il Fonzie, conosce il Cinema meglio di Tarantino e le donne, appunto, come sanguisughe e tarantole, se “lo” succhiano mentre lui, vellutatamente, le accarezza così come morbido alliscia il suo ciuffo “sgargiante”, muovendosi con far mai da lestofante in mezzo a un’umanità di uomini-elefante. Egli era già cresciuto quando aveva 8 anni e infatti s’identificava con Baby Herman, miei conigli. So che vi masturbate ancora pensando a Jessica Rabbit. Mentre i suoi coetanei avrebbero scoperto le gioie del sesso solo più tardi, lui “poppava” da vero onanista pimpante. A metà strada fra Jack Nicholson e un film rude degli anni Settanta.

Egli è il coniatore di frasi lapidarie ma vere come questa: voi donne siete così, mettete le foto per essere ammirate, se uno vi lusinga con apprezzamenti schietti, rispondete per le rime…

Sì, le donne, anche le più zoccole, gradiscono sempre la poesia, e poi il giorno dopo vanno a pulir le scale, fra una canzone di Annalisa e un amante tamarro che le porta a vedere un film con Dwayne Johnson.  Anche se il prossimo film di Johnson, Jungle Cruise, non deve essere affatto male. Il regista “spinge”, Jaume Collet-Serra, e ci sarà anche Jesse Plemons, un vero stronzo con la faccia d’angelo.

Mi stavo guardando allo specchio poco fa. Sono uguale al Plemons, sì, ho preso dei chili e ho i capelli rossi, sono un Malpelo. Insomma, che vi piaccia o meno, siamo tutti dei Fonzie, non solo io. Nella vita si viene etichettati e da quel “marchio di fabbrica” non sfugge nessuno. Anche gli interpreti… del palcoscenico umano più versatili, come Robert De Niro, stringi stringi, come si suol dire, tornano a fare i bravi ragazziThe Irishman docet. Meditate gente… l’apparenza inganna. Non tutti i miliardari sono dei vincenti, pensate a Tom Cruise. Un ebefrenico. Sì, Cruise era già scemo agli inizi di carriera. Riguardate i suoi film, gesticola come un minorato e si contorce in mille smorfie incontenibili. Col passare degli anni è digredito mentalmente, ma rimane uno degli attori più richiesti del mondo. A parte gli scherzi, non è malaccio, in Eyes Wide Shut fa la sua porca figura. Tarantino lo voleva per Once Upon a Time in Hollywood, ma Tom non vuole crescere. Da piccolo non sapevo mai se Tom era il gatto e Jerry il topo. Io pensai per molto tempo che Jerry fosse il gatto, invece era Cruise. Sì, Cruise è un gatto antropomorfo, anche se gli piacciono le topine… Sono un uomo spiazzante. La gente pensa una cosa di me e io invece pensavo solo a una coscia. Di pollo, come te.

Insomma, che se ne fa il Falotico, in fondo in fondo, delle fighette? Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Nella casa del Genius, nuovo video “topografico”, cari topi


15 Apr

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Sì, vi mostro la mia casa ancora nel suo nitido splendore come le cosce di Sharon Stone all’apogeo, molti anni fa, della sua indubbia seduzione.

So, fratelli, che siete funestati da vite anguste e sempre da inezie angustiate. E qualche volta mangiate le aragoste, sperando di riprendervi nelle vacanze di Agosto. Eppur Ludovico Ariosto sapeva già che eravate sin dalla nascita arrosto. Ed è per questo che scrisse l’Orlando furioso. Che non è il famoso film con Tilda Swinton, anche se a dire il vero avete sempre sognato di cambiare sesso perché, se siete maschietti, nessuno ve la dà e quindi volete diventare donne per non soffrire più pene… dell’inferno, se siete donne, invece volete essere uomini perché, nonostante abbiate le “palle”, non riuscite a fare le presidentesse degli Stati Uniti. Sì, lo sa Hilary Clinton che, sebbene abbia sposato un maschilista che pubblicamente espose le sue “vergogne”, è stata fottuta da Trump. Perché Donald è uomo che sa come “bombardarle”…

Sì, per anni la gente mi ha angariato, stressato, schiacciato, compresso, angosciato, in una parola mi rompeva sempre il cazzo, ricattandomi perché ero un uomo libero e, si sa, in un Paese moralista come il nostro, se non ti fai il culo come tutti i coglioni, lo fanno a te, e invidiosamente ti avviliscono, deprimono, ti frenano nei tuoi slanci, ti mortificano, ed essendo persone limitate, probabilmente solo bigotte, voglion farti credere di essere tu, quindi io in tal caso specifico, il limitato.

E piovono le peggiori accuse.

Sì, essendo “malato” di libertà, essendo uomo di larghe vedute, nella mia vita mi son beccato le peggiori patenti: maniaco depresso, “schizofrenico”, Amleto affetto da sindrome della teoria del complotto, cospiratore russo, edonista reaganiano, fancazzista ignorante, citrullo, nevrotico, impotente, guardone, pirlone, cagasotto e anche piscialetto.

Sì, col tempo tutte le verità sono venute a galla. E ogni meschinità e bugia, figlia di una genia, questa sì, malata di idiozia, si è rivelata in tutta la sua sfacciata, “punitiva” ipocrisia.

Di mio, posso dire che sono un uomo che tiene in auge il costruttivismo, attingo alla realtà per trasfigurarla, ricrearla, plasmarla a diletto, approccio alla vita ben differente dal solipsismo.

Il solipsismo è una malattia incurabile: molta gente, essendo limitata, ama solo ciò che è conveniente alla sua mente e alla sua anima. Allorché, le persone bruttine amano il Cinema di Tim Burton, identificandosi con le alterità di quei “mostri”, i palestrati vanno matti per Sylvester Stallone, i disadattati rabbiosi si esaltano per Todd Solondz, e via dicendo.

Insomma, in quest’umanità d’imbecilli, c’è solo un genio puro, e quello sono io.

Mi raccomando, non fatemi la fine di Joe Pesci di Casinò…

– Scusi, ma come farà a pagarsi le bollette?

– L’importante è non ridursi a pagar le bollite…

 

di Stefano Falotico

La nuova categoria “lavorativa” di oggi, i “collaboratori giornalistici”, tristezza assoluta


13 Jun
BROADCAST NEWS, William Hurt, 1987, TM & Copyright (c) 20th Century Fox Film Corp.

BROADCAST NEWS, William Hurt, 1987, TM & Copyright (c) 20th Century Fox Film Corp.

Premetto che anch’io sbarco il lunario, arrotondando con articoli di Cinema, ma i più sono gratuiti e svolti per estrema passione, quando e come voglio. A titolo esemplificativo i miei post qui su FilmTv.it e su altre riviste online…

Ma in questo desolante panorama di disoccupazione, purtroppo, sta prendendo piede una nuova forma di “lavoro”, quello dell’articolista pagato a numero di battute. Allora, impazzano questi siti improvvisati, artigianali, senza poetica, senza direzione precisa, in cui veniamo sommersi da “notiziari” sull’ultimo progetto di questo o quel divo, sul nuovo film in lavorazione del regista pinco pallino.

Ragazzi usciti da quella scempiante “università” di scienze delle comunicazioni, una facoltà che andrebbe presto abolita, come sostiene Goffredo Fofi, si “accapigliano” per “rielaborare” news spulciate da siti internazionali, e in ottica SEO, altro obbrobrio “comunicativo”, vengono allestiti “promemoria” che non danno niente né al Cinema vero né alla nostra fame cinefila. Articoli scritti per puri sfoggi “stilistici”, per vantarsi di essere sul pezzo, escrementizi, enfiati esibizionismi di “bello scrivere” usa e getta. Una marea d’informazioni, spesso superficiali, inneggianti al blockbuster che andrà per la maggiore, in “onore” di film osceni, inguardabili come La mummia. La critica cinematografica diventa così un orpello, qualcosa di “cool”, qualcosa da consumare in fretta per altre abbuffate ignoranti di “hit”.

In questi siti e articoli, poi, stupisce la grossolana, imbarazzante povertà ideologica. Non si parla mai di film d’autore, dei capolavori del passato, se non per sentito dire e con frasi zeppe di banalità, da parte di gente che quei film non li ha neanche visti e scopiazza da qualche dizionario “nobile”.

Insomma, una nuova massa di deficienti sta rovinando il Cinema. E acclamano anche i film straight to video!

 

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Nel mondo, ahinoi, esiste ancora gente che è “preoccupata” del titolo del sequel di Top Gun, invece di pensare alla realtà


04 Jun

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Tom Cruise, l’emblema del robot di plastica, che negli ultimi anni è riuscito a cancellare con queste brutture che sta girando anche i film autoriali che l’avevano un po’ elevato, si è “lanciato”, senza “paracadute”, nell’affermare che il seguito di quella boiata edonista, guerrafondaia, militarista e reaganiana, che è stato Top Gun, adesso ha un titolo, ove tornerà il nome del suo “eroe”. Come se non bastasse ad ammorbarci con questa “notizia” devastante, tragica quanto la politica di Trump, insiste nell’asserire che il seguito avrà gli stessi toni, pomposi, trionfalistici, retorici, machisti, del primo, e che il cast sarà lo stesso. Insomma, vedremo una McGillis abbruttita dall’incipiente vecchiaia e un Val Kilmer post-“bombardamento” farmacologico dalla cura del Cancro alla gola, e soprattutto rivedremo questo topo platinato di nome Tom Cruise a guidare da “aviator” la ciurma di chi della vita non ha capito un cazzo, e si abbuffa di queste buffonate patetiche, superate, il peggio degli anni ottanta, che sono stati, ricordiamolo, una vera catastrofe per la cultura umanistica.

Il viale del tramonto “Top Gun” di Tom Cruise


25 May

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La carriera di Tom Cruise sta volando davvero basso/a. A picco cola verso sequel inutili, reboot, rifacimenti della sua faccia forse rifatta in frittate e pacchianate come La mummia, in cui dovrete, io no, sorbirvi un Russell Crowe decisamente appesantito per un film commerciale di “piega” adiposa. Decisamente imbarazzante per un ex sex symbol e ragazzo della 56a strada essere approdato a tali schifezze. Paiono remotissimi i temp(l)i di Eyes Wide Shut e il nostro “eroe” oggigiorno gira invece castronerie in cui tenta invano, disperatamente di riciclarsi. Fra mission impossible e riprese “spericolate” del suo ego miliardario, adesso arriva la notizia, quanto mai triste, che girerà davvero il seguito di Top Gun e che a dirigerlo sarà, con tutta probabilità, Joseph Kosinski, allettato dalla “star” Tom a suon di dollaroni. Un progetto su commissione, altro che appunto impossibili missioni. Ci manca solo un film in cui lo riprenderanno nella “missionaria” e saremo a posto. Insomma, Cruise oramai lo vedo “bene” a Sanremo, a cantare con Giorgia credo nelle lacrime. La fine prematura di un mito davvero mai maturato. Sì, potrebbe sostituire Ugo Tognazzi della “supercazzola prematurata”.

 

di Stefano Falotico00069009

 

Max Cady, nel suo De Niro, nel suo delirio, aspetta il trailer di The Comedian


22 Oct

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La Sony Pictures Classics rilascerà un peto, no, un “petomane”, Jackie di The Comedianblack comedy di Hackford con uno strepitoso, si spera, Bob. Uomo che fu caudino, no, Cady.

Quest’uomo stropicciato in una corporatura robusta ma atletica da boscaiolo sportivo, che indossa camicie hawaiane nel florido suo pensarsi in Florida, e dal deliro floridissimo nei confronti del suo avvocato, che non lo difese come prevedeva la sua sana e robusta Costituzione.

Eppur aveva ragione nel suo dissennare, no, dissertare filosofeggiante con accenni falotici all’eremitaggio Pop che conosce La piccola peste del suo Henry Miller.

Questi giovani d’oggi ancora acclamano quel bisunto di Tom Cruise, uno che gira film puliti anche quando dovrebbe interpretare ruoli “sporchi”. Che sposò la Kidman per i cuori (ri)belli di quel che fu poi Eyes Wide Shut di un matrimonio tradito da troppe “infedeltà” di Oscar vinti e altri di Magnolia fregati.

Sa tutto Michael Caine de Le regole della casa del sidro, che rubò la statuetta a quella “bella” statuina di Cruise, insegnandogli che si può essere grandi Tobey Maguire anche non essendo stati educati ai “principi” (mettete l’accento dove volete) de Il grande Gatsby. E comunque un culo della Theron vale più di Youth di Sorrentino.

Questi giovani già nati vecchi che (tra)cannano, fan bisboccia, alcuni vengono bocciati e altri troppo presto, sboccati, sbocciano nei fiori del male. Denigrando i genitori che fanno all’amore con la figlia del dottore. Eppur le tre civette sul comò non amano il “cinema” carnascialesco di Rob Zombie, mentre un’altra generazione La casa e chiesa viene educata ai fumetti e alle mezze calzette.

Ricordate: The Comedian porterà al delirio, no, a De Niro il suo terzo Academy Award. Ho deciso io.

 

 

di Stefano Falotico

 

 

Questa è una stronzata ma una stronzata che ama il cappuccino con la schiuma.

A Top Gun preferisco Top Rat e un film accanto al mare


27 Sep

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Riuscirà nei cinema la vaccata di Tony Scott, “fiera” esibizione di muscoli e mascelle, di bulli e pupe, di aerei svolazzanti e di poca poesia nelle palpebre ma molto testosterone nelle “palle”. Spotpubblicitario di due ore tediose e “teutoniche” per “esaltare” il faccino di Tom Cruise per una storia risibile di tragedie, lacrime amare, retorica ed edonismi reaganiani al “massimo”. Film pessimo, forse neanche un film, una castroneria di uomini poco castrati che rivaleggiano nei cieli degli amori da cartolina, col pollice su in motocicletta d’un Cruise ingenuo quanto mai e ruffiano-scemo ai limiti dell’idiozia più becera.

Nella mia vita ne ho viste “tante”, di ogni forma, colore e dimensioni. Ho fatto ravvedere panzoni xenofobi e nazisti nel farli riflettere sulle loro responsabilità e sull’uso screanzato delle loro “ragioni”, obiettando con classe riguardo alle loro mentalità grette, meschine e minuscole. Ho redarguito, espellendole dalla mia vita, donne che si credevano intellettuali e non gradiscono invece il lieto caffè mattutino in un bar isolato delle periferie newyorkesi, ove ancor campeggiavano di panorami densi le Torri Gemelle.

I film son fatti di atmosfere, di malinconie, di resilienze, di traumi, di storie vere romanzate alle volte, di romanticismo non da videoclip.

E City by the Sea lo ritengo un gran colpo.

 

di Stefano Falotico

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