Archive for October, 2012

Ci sono due categorie di persone che ficcherei in galera: gli ebeti e gli “uomini”, perché la mia misantropia merita un piacevole sollazzo “animalesco”


24 Oct

Categoria a parte, falotica e non pentita, irreversibile non convertito fra i pervertiti

Fra il cane e il coniglio, scelgo me stesso, unendo le due specie nel mio speciale “Addio” a un Mondo ottuso e castigato dai loro agoni. Oh, li aborro, che ribrezzo, meglio la brezza, dolce e melodiosa del contemplar “scosciando” la pancina dopo un pranzetto

Sdraiandomi nel prato, senz’accappatoi di donne e “cappi” di “omacchioni” grandi e grossi, anche perché sono più muscoloso io, me ne sto bell’armonico, con la “cornamusa” del mio pelo d’allisciar da (d)ritto, “sorvolando” sull’umanità grattandomi le palle di cosmica ridicolaggine alle loro (s)fighe, a cui annuso “volentieri” gli “occhiolini”, adocchiando poi la torbidità del mio “torroncino” da sgranocchiar fra denti miei aguzzi d’ingegno, dunque da genio “canino”, e incarnandoli, “incatenandoli” nella mia saliva gengivale, di tutte mie “zampe” a dondolar loro un saluto “amichevole” da compagno “fedelissimo” della razza “umana”, tanto “amante” dell’anima, quanto bestiale e “inarrestabile” di bastardi.

Qui, nel cortile, osservo i ragazzini futili, che ancora adorano Trainspotting, drogati del peggior Danny Boyle modaiolo di “droghe artificiali” capziose e “calzanti” di “canne” pallose con fidanzatine callose.
Io calco la mano, che non ho, essendo un cagnaccio, dotato solo di pene molto “cavalleresco”, che non usa la cintura e impudicamente è irriverente a mostrarlo nudo senza reverenze e reverendi a “punirmi”, ah, me “lo” profumo placidamente menandolo per aria da equino. Così esposto che nessuno potrà più equivocare le mie “misure”, senza più censura e punti di sutura. Ah, me “lo” sudo tutto mentre faticate di “lutti” e condoglianze, “concentrati” e concentrici in lavoretti per un quarto di bue che, comunque, è un esemplare rigoglioso quando torreggia da toro montando le mucche, con tutti i “ciuchi” che applaudono inneggiando alla loro “montatura” senz’occhiali nelle caprette più maledette da “piedi” caprini e biondi come DiCaprio quando afferrò da dietro Kate Winslet, la “privilegiata”, a prua del Titanic, dunque “a poppe”, col tramonto a far da (s)fondo-schiena(ta).

Cantantucoli “leggeri” alleggeriranno e sdrammatizzeranno sui vostri problemi “inaffondabili”. Già, fondaste la vostra (r)esistenza sull'”ambizione” da vostre “in carriera”.
Un Tempo il “gentil” sesso doveva cucinare e obbedire agli ordini del marito, che rincasava sempre tardi perché “occupato” da altre faccende dello “straordinario”. Tradotto, la collega di lingua “allungata” nello stipendio di mancia e “di manico” per la “tradita”.
La moglie, infatti, se ne stava “appollaiata” nel tinello coi manicaretti mentre lui “rimboccava” appunto le maniche di “natica” e “nautico” del tradimento “insipido”, “sapiente” di pen furbetto nelle “invisibili” bugie della cornuta “nascosta” che taceva di bocca “sott’aceto” nell’accettare il feudo del suo “(s)posato” fraudolento, “lentissimo”. Già, s’attardava inventando altre scuse con “incorporata” telefonatella ansimante d’orgasmo ancor “andantissimo”, “al dente”.

Sì, tizi “tozzi” che frequentavano le scuole “migliori”, incitando alla ribellione per cambiare il Mondo, ora son più bolliti di mia nonna, che almeno ha la dignità di glissare con la glassa della “sachertorte”, sulle sue “candeline” senza moccoli e mocciosi da “cioccolatini” e bacetti.
Sì, vestivano “alternativi”, ascoltando musica “inkazzata”, adesso son dei cazzoni ben retribuiti e riscuoton le tasse senza la virtù del tassista, una delle poche persone che stimo, perché viaggia Notte e dì col suo abitacolo, di “retrovisori” è “indagatore” della vogliettina “posteriore” dei dottori e poi spacca la televisore del regime, mangiando i legumi e scoreggiando in viso ai tromboni, con sfacciato porger la guancia delle sue chiappe.
Al suo culo ci tiene… in forma, è ginnasta ed esistenzialista autodidatta, e di pallottole ti “spatacca” se spaccon sei un pappone.

Gli animali sono come me.
Perché mangiano, cagano e non dormono.
Mentre la società va a pezzi, tutta da manicomio negli encomi ruffiani, mentre loro sbudellan la carne “all’osso”, nel midollo spinale, da “briciole” cucciolissime quanto il latrato che fa paura.
E (non) de-morde. Eh no.

 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cane e gatto (1982)
  2. Barfly (1987)
  3. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  4. Taxi Driver (1976)

Come Bukowski… gli unici, che sopravviveranno dalle schifezze, sono i puri, cani e “conigli”

Tempo di “change”, ve lo dice il Clint


24 Oct

 

E c’è da credergli, ragazzi miei.

Dio non c’è

Lui ci mette la faccia, rischiando anche grosso.
Quando “bombardarono” le Torri Gemelle, torreggiante si schierò contro i terroristi nel Tributo.

Da anni impegnato in una battaglia “politica” senza personaggi da strapazzo, s’infervora, “ghigna” di rughe “semifredde”, pronte a deflagrar quando tutti credon di gustare la “fragranza”. Gli danno del reazionario e lui reagisce, “arrochendoti” nella sua voce profumata da sigaretta “accartocciata” nel tuo “pollo” nella sacconcina.
Questo è Clint, critica l’asservimento stantio della pia e puritana America, prostituita a padroni che rubano anche la carne del Venerdì. Non si potrebbe mangiare nel Giorno consacrato del Signore, ma gli ortodossi spolpan l’osso, e “sanguinolenti” fanno stragi “ispirandosi” al peggiore horror della loro vita.
Clint non ha paura di questi, li affronta di cazzo ancor più tosto, “impanandoli” nelle loro “patatine”.
Per quanto Tempo dovremo esser subissati di “uccelloni” militari, che c’invadono di “piattaforme” porno coi loro “aeroplani”-hard “iniettandoci” di materialismo più spicciolo da puttane a “mezzo (etto)” di servizio” cucinato? Dico, rivogliamo il DucaBianco! E anche il fondente.
Ora, è tempo di far piazza pulita, e di spaccar il muso a questi che van con le mule.
Bisogna murarli vivi, e “fucilarli”.
E se proveranno a scappare, saran “scopati” da Clint.
Come me, l’Uomo di Neanderthal che voleva fottersi Estella Warren ma rimase un “war” nelle stelle”.
Qui, non c’è più la “bandiera”. “Alzatelo” e io ve “lo” azzanno.

Mi chiaman zanna bianca, perché sono un “vecchio” ma più sveglio di te, piscialetto.

Sì, chiamate i marines. Al massimo, offrirò loro da bere, di “cioccolata calda”.

Questa si chiama pubblicità “progresso”, si chiama onore, mie calzette coi calzettoni e con gli zitoni da zotici.
Sempre lì a sbavar per le calze della “Belena”, e a farvi belli per la “pompatina” del Sabato sera.

E se ti dico che sei un cesso, fidati.
Vai a disincrostare il tuo cervello!

Applauso!

Ora, son circa le 6 di sera. Ho appena acquistato un polpettone di salsina da “strusciare” di forchettone.
E me lo papperò tutto, col contorno “al forno”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Gli spietati (1992)
  2. Gran Torino (2008)
  3. Planet of the Apes – Il pianeta delle scimmie (2001)

“Silver Linings Playbook”, Uk Quad Poster


24 Oct

 

“Showtime” – Recensione


24 Oct

Lo show del buddy-cop movie “real(ity)”

Ora, andai due volte, “di filata” al cinema d’una opaca Rastignano, “inetrzona” limitrofa della Bologna “casinara” di multisale troppo affollate. Adiacente a una discoteca di cocchi, s’erge in “pompissima” un altro multiplex, però meno provinciale seppur ficcato nella “frazione”.

La coppia De Niro-Murphy da sé fa per tre. Infatti, il terzetto, non so se vincente, s'”accomoda” nelle cosce della Rene Russo ancora “bombastica“. A malincuore è oggi invecchiata, ma il suo fascino rosso fu indiscutibile. Donna da “lustrar” versandole del vino, “spizzicando” dai suoi capezzoli furentissimi come Nutella fra le mammelle.
Arma letale di Mel Gibson, fatale per Brosnan, madre statuaria e torrida “matrigna” di Thor, il Dio vichingo per questa valchiria d’amare senza “varichine”.

Tom Dey chi è?
Uno che ha girato una sciocchezza con Wilson e Jackie Chan. E qui s'”adopera” di genere “pericoloso”, “contaminante”, unendo di nuovo la strana “coppietta” che si fa i dispetti.
Un De Niro che, pasciutamente grassoccio a mo’ di “bacon” del suo pan(c)ino, assomiglia a Bud Spencer, il “piedone”, con tocchi pigri del “neo” claudicante e disilluso da Marlowe “bighellone”, Muphy ricicla le sue 48 ore da Beverly Hills Cop, mentre Rene spacca le tue “re(di)ni” anche se non indossa calze a rete, ma invece un “silicone” balconcino da “bacini”.

Rene Russo è Chase Renzi, stangona produttrice di “programmi in diretta”, filmati e “firmati” sul “luogo dell’audience” cavalcante come le sue gambe da cavalla.
Il suo network sta semifallendo, e nessuno se “la” fila. I suoi colleghi giocano in ufficio, di “cazzeggio” libero quanto sull’orlo del licenziamento. Allora, la scaltra Chase s’inventa un balzano “esperimento”. Riprendere, dal vivo, le imprese “eroiche” dei poliziotti e mandarli in onda a (ri)getto continuo.

Ottiene il “visto” facilmente, e si mette subito a caccia di due protagonisti che possan “guidare” la vicenda. Abbisogna di tipi tosti che “bucano” lo schermo.
La scelta, “ardua”, ricade su Trey Sellars, “mimo”-attore ridicolo senza “ruolo”, un buffoncello “nerone” di carisma “decollato”, salvato sempre dalle risatine di Tonino Accolla.
Trey è senza un “soldo” di lavoro, e accetta volentieri la (busta) paga.
Non vede l’ora di tornar alla ribalta, il nostro gaglioffo simpaticone.

Poi, Chase “si fissa” su Mitch Preston, appunto “piedipiatti” piatto di cervello e “attore cane”, al cui confronto l’impresentabile T.J. Hooker/William Shatner fa la figura del “the greatest actor of all time“.

Nonostante qualche “accoppata” e i “No” decisi di Mitch, riuscirà ad accoppiarli. Ma non sarà solo una “passeggiata” di ordinarie “amministrazioni”.
A complicar la vicenda, un cattivone vero, Caesar Vargas, l’incarnazione delinquentissima e murder proprio d’una “innovativa”, detonante lethal weapon.

Il film (tra)scorre ed è garbato. A voi garberanno le idiozie, questa è “scemenza” intelligente, che attinge a mezza Storia della celluloide da “Dio li fa e poi li accoppia”, appunto.
Che scorpacciata di due scoppiati.

De Niro ricorda Ernest Borgnine di Poliziotto superpiù.

Non è un capolavoro e non è Walter Hill.
Ma si merita, comunque, il “Pollice su”.
Che vi vada giù o meno.

(Stefano Falotico)

 

La “paura” dei “capi”, che famiglie schifose!


23 Oct

Anche gli idioti criticano Cape Fear di Scorsese, perché leggono sempre il lor “Vangelo” di “bone” novelle, ma fraintendono poi d’autoinganni la loro vitarella sempre più bruttina e frustratona

Esemplari stupidi, autoesiliati nei film “al fulmicotone” del loro “cotonarsi” di capigliature “impagliate”, ah che pantano, ebbero l’ardire, come dico io, di ardere uno dei grandi capolavori di Scorsese, perché è abitudine “odierna”, che fa tanto moda del cap(pi)o, abusare dei maestri per frivole pellicole tutte di “colla” ai neuroni al fine, “davvero “finto”, d’una pasciuta “armonia” che invece tanto ma tanto, oh che Male, si duole nel fegato, d'”andazzo” da “rubamazzolin di rosette”. Edulcorate di cuoricini, e perirete. Deperiti e pentiti. I rimpianti… di chi “piantò” le “basi” contro la “bassezza”. Ahia!

Trasmuto in Max Cady, genio “incompreso” a comprimere la borghesia ipocriticissima, e provoco il pater familias“sodomizzandolo” a fuoco “Dai, Dio che ci sei, no, ancora acquolina… in bocca, mio avvocato“.

E gli stacco le palle, dissertando del suo non volersi “distaccare” dalla figlia, la quale abbisogna di “crescita” agli ormoni già insinuanti di seno che, essendo il genitore conscio delle “cosce” del Peccato “adulto” (ah, ma le adultere ti piacciono, vero?), vorrebbe irretir nella rete-ragnatela della sua “pedagogia”. Infatti, “in fallo”, tanto si turba se “la” intravede nella stanzetta col pigiamino “party“. Ah, la tua Juliette sta mettendo le ali, e sgalletta per il galletto, caro avvocato, tu “sbatti”… tutti in galera e poi leggi la Bibbia.
Che Uomo di merda. E accusi tua figlia di fumare e “farsi” (bella), nascondendo nell’armadio-Nick Nolte lo scheletrello della tua giovinezza “acerba” ma già di “erbe”.
Ora “cattive”.
Che falso “baiocco” che hai in mezzo alle mutande, fermo con le mani, non toccare. Ah, vuoi gustarti la “collega” e “collegarglielo” quando Lei ti “elargirà” il “Colgate” del “dentrificio” nel parcheggino del boschetto delle “porchette?”.
Ah, che “salamino”, mio Nick, sei proprio un volpone, ma Max ti spia e se ne sta bello e tranquillo sul “cornicione” del tuo pomiciare mentre poi ti “spompi” per la pomata di Jessica.
Nick, sei proprio un Bowden. Sei proprio un diavolaccio.

Siamo soli io e te. “Ammettilo”. Vai a prendere per il culo, appunto, le tue zoccole.
Me no.

Amen.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Ricomincio da capo (1993)
  2. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  3. Se scappi, ti sposo (1999)

Robert De Niro, 16th Annual Hollywood Film Awards Gala


23 Oct

Di tutto punto, elegante come non mai, in forma silver…

 

Oscar alle porte, sarebbe il terzo, come “Miglior Attore non Protagonista” per la sua interpretazione nell’acclamato L’orlo argenteo delle nuvole. Vaya con Dios…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“King Kong” (1976) – Recensione


23 Oct

L’isola dell’antro e dell’ansito “primitivo”

La follia del tycoon De Laurentiis s’inerpica lungo la via “pericolosa” del remake, l’impareggiabile confronto con il ’33 più splendente e rivoluzionario, di quel B/N “ingenuo” ma già “proiettato” oltre, nei confini sconfinati dell’immaginario collettivo. La creazione “eterea” d’una creatura sovrannaturale, imponente a imprimersi nelle iridi mnemoniche, memorabilia del fantasy a venire. Dunque, avveniristico Oceano d’una “nebbia” che si diraderà dalle “comiche”, ancora Cinema muto ma mutuato nell’urlo della “foresta”.

Film “su commissione” come sarà Dune di Lynch… Stavolta, la scelta ricade su John Guillermin, artefice (e “artificiere”) de L’inferno di cristallo, il primo blockbuster sui “fuochi assassini“.

Infatti, in mezzo all’Indiano e fra gli indiani selvaggi, “qualcosa” non (in)quadra nel Cielo. Una nube sospetta, di origine “atmosferica” anomala. Ad avvistarla è un antropologo “clandestino”, già un Jeff Bridges “rebel” di ricerche indagative nel “grande sonno” da Lebowski per evincere e sviscerare la purezza dell’umanità fra le putredini dell'”ignoto”, del caso troppo presto “risol(u)to”. Il dubbio anzi risorto dell’enigma che non fa dormire, l’insomnia “somma” delle “certezze” che non persuadono, la ragione scientifica (ir)razionale.

Perché c’è del “fumo” nella “coltre?”. Una variante del “Meteo” o il respiro di un animale “selvatico?”.
Il superomismo della “scimmia?”.

Così, il nostro Jack-Jeff s’imbarcherà (anche “figurativamente” negli effetti speciali di Rambaldi, “animatronico” E.T. “di un altro Pianeta”) nel viaggio picaresco alle origini, forse della vita o della sua (ri)scoperta.
“Navigherà” assieme all’alive, bellissima ed esordiente già sgambata e in gambissima Jessica Lange, s(c)orretto dal dirigente affarista Wilson, un Charles Grodin serissimo.

Rinverrà un’Isola di Pasqua, ove si annida il mistero ancestrale più “biologo”. In mezzo a quella giungla benedetta da Dio, “giace” e rinasce, in ogni Notte di “plenilunio”, un “mostro” antropomorfo da “petrolieri”. Appunto, da “giacimento minerario”, da farci tanti soldi: Kong, King Kong.
Un gorilla gigantesco che possiede l'”elephant man” più umano e sensibile, un “tenerone”.

Kong vuole Jessica, sarà la sua “sposa”, la bella e la bestia…
Un “matrimonio che (nons’ha da fare“, impossibile.
Ma Jessica s’innamora, anzi s’infatua del romanticismo “innocente” di Kong, sfidando nel finale (tragico e melodrammatico) il “grattacielo” delle infrangibili ottusità, l”Empire state Building” delle follie “bombarole”.

Inferiore all’originale, un “prodotto” sbancabotteghino, ma superiore all’idiozia di Peter Jackson.
Con la Naomi Watts che non può competere con l’ambiguità della Lange e col suo erotismo vero.

(Stefano Falotico)

Perché il King Kong di Jackson fa schifo?

Guardate questa clip e poi ditemi:

 

“The Boxer” – Recensione


23 Oct

I pugni del “Rosario”

Non è un film sul pugilato, come non lo sono quasi tutti, neppure il pessimo Boxe con Gene Hackman.
Questo è The Boxer, che ha vari significati a ben “tradurlo”. Il combattivo, il “cagnaccio” di razza omonima, e anche le “mutande” che tengon “a mollo” le palle. Libere da “restrizioni” d’aderenti elastici troppo attillati alla pelle proletaria.

Si riunisce la coppia Sheridan-Day-Lewis, dopo le vincenti prove precendeti. C’è chi ha storto un po’ il naso, arricciando la bocca nella (bi)fronte aggrottata, perplesso dinanzi a un lavoro che forse vorrebbe scavar in profondità ma rimane effettivamente, nonostante gli sforzi (e i “forzati”) in superficie, dicendo, sussurrando, pronunciandosi-proclamando, “picchiando” appunto ma rimanendo poi zitto e dubbioso nel finale “aperto” e dispersivo di “lieto” turbato alla radice della rabbia e dell’I.R.A.

Storia come mille e non più una Notte.
Ritorno a casa con le ferite della prigionia. Danny e di nuovo la nebbiosa Belfast. Macerata di casini personali con una cascina e “odori” stantii di cantine, con l’amor dei tempi d’oro che non è più quello d’una volta.
Tutti un po’ invecchiati, non tanto di rughe visibili ma “a vista” nell’anima. La annusi a distanza che già “rovista” di tanti guasti e bulloni mal ingranati, non più sgranati come allora. Come l’alloro che fu degli attimi irraggiungibili e non più cucibili.
Puoi dannarti a crearti il valore ch’eri, a rappresentare un ideale, a “tirar” di corda e spezzar lo sterno di questi “simili” che t’appaion scheletri.
Ma Lei ti ama-non ama, non c’è più. Sta con un altro, l’ex tuo miglior amico. E che si fa? Ti spari? No, ti alleni, ti sfoghi divorando il “tappeto rosso” della celebrità che avevi toccato, sorseggi birra a litri, “a fiotti di sangue”.
Quante bugie e quanti sotterfugi, ancora fuggi. Devi, tanto sei (nel) dentro e nel “(mor)dente” che l’altro non può sapere. Deduce, intuisce di sospetti, ma non stai bene. Stai morendo ed è così.
Si va avanti per “caracollarsi”, per incollare quattro spiccioli a una casa del Cuore rovinata e sciupata.

Emily Watson a me non piace. No, non perderci la testa, te la spaccherai solo contro il muro. Ma sei un mulo, Daniel-Danny.
Un Flynn, forse un De Niro.   

(Stefano Falotico)

 

I più grandi idioti d’Italia


23 Oct

Eccomi, sono l’affresco della freschezza e della carne fresca.
Me le sbatto e vi “ficco” sapete dove? “Al fresco”

Io emergo da Batman e “sfodero” il mio “peperino”, “tamponando” Anne Hathaway di “clacson” a suonar dentro senza togliere la maschera, le mutande sì, strappo e “stappo”. La maschera protegge dai “calori” degli scambisti e gorgoglia ingurgitando il fondoschiena della sensualità di Michelle Pfeiffer, per la quale ancheggerei su movimenti “ispidi” in mezzo ai vostri podi-smi. Io di Michelle son feticista e un fellone di “fellatio“, “yogurtando” nel Tim Burton su Bonham Carter da Tyler Durden del “fight club” nel letto, “appioppandomi” sulle sue poppe e “rimpolpando” il “felpato”.

La gente ostrusce le mie vene arteriose e io dilato il corpo “cavernoso” nelle mie caverne. Sì, bevete pure l’Amaro Averna, io “vernicio” di “graffiti” le pareti della “bianchezza”. “Primitivizzandola” nel sodomizzarmele tutte. Senza requie, senza remore e senza pudori.
Io “scarnifico” le fighe che poi mi danno dei calci nelle palle, ma prima se ne son “gradite” d’alto grado “alcolico”. “Sgranocchiandolo” di buon occhio…
Ah, che alcova, che covo, tutte le gatte ci covano.
Delle catwomen conigliette. Miei fantasmini col formaggino in bocca, sono io che “le” imbocco, voi smarriste la retta via, io infilo nel retto, ché la strada del “Maestro” sa “ammaestrarle”.
Ah, che minestrina calda, un po’ bollente, “parmigianiamo” di cucchiaino.
Che pacchia, sono Pac-Man, e mangio tutto.

Idioti, statemi dietro, Lei mi è davanti e se “lo” prende come “viene”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. La bella vita (1994)
    Ferrara Giuliano, il pachiderma grassone che “cola” e “gongola”.Ecco, beccati questi miei “spaghi alle “vongole”. Si chiama “Spago col cappio”.
  2. Rocky III (1982)
    Sgarbi Vittorio che fa sempre l’intellettuale dello Stivale e intanto guarda le cosce della conduttrice su ciuffo (s)pettinato, convinto che la sua “cultura” gli servirà per averla come serva del “petting“.Ecco, beccati questo pettine, ti arriccia tutto.
    Si chiama “Botta”, non quelle che dai tu a chi te la dà.
  3. Forrest Gump (1994)
    Come ha fatto Berlusconi a prendere per il culo mezzo Mondo?Non hai mai ascoltato John Lennon. Come la maggioranza.

    Ecco, beccati questa “people“, populista. Fascista!

    Immagina se non fossi “potente” come presto saresti impotente!

    Beccati questa canzoncina: “Lezione numero uno. Non vali un cazzo”.

  4. Natale in Sud Africa (2010)
    Rodriguez la “Belena”.Beccati questo, mignotta!

    Uno “sparo” alla Travis Bickle. E fai meno “Sport“.

    Ti piacciono i “neri” con la “Corona?”.
    Guarda Forest Whitaker e impara!

  5. Killer Joe (2011)
    Daniela Santanchè.Imprenditrice di che?

    Ecco, questa è “politica” etnica. Si chiama “pollo”, lecca.
    Non ti riuscirà difficile.
    Quanti ne hai leccati, Emilio Fede i culi…
    Beccatevi questo, si chiama “McConaughey”.

  6. Mission (1986)
    I preti che predicano e basta.
    Assomigliano a un “contatto” che ho su Facebook. Tromba dalla mattina alla sera e poi, per darsi un tono da “impegnato”, fa il copia-incolla dei fatti di cronaca “neri”.Beccati questo “scandalo”: “Non mi convertirai, invertito!
    Non c’è niente di divertente in te!”.
  7. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)
    I miei detrattori che adesso assomigliano ad Al Capone. Mi urlano: “Non hai niente in mano, buffon’!“.Beccatevi i miei libri, ignoranti e ladri. Scippatori e puttanieri, mafiosi e zoticoni.

    E state zitti se non volete peggiorare l’aggravante delle denunce.
    Vi ho (in)castrato!

“Vampires” – Recensione


23 Oct


Vamp
-“(t)iro” messicano

Fra tutti i miracoli viventi, scaturiti in mezzo alla “malvivente” e omertosa America, un Esso vive di “regione” carpenteriana. John Howard, classe, e che classe… 1948, un anno in più di mio padre, che veste, soprattutto dentro, dello stesso abito che non è monaco. E non lo fa(i) fesso.

Mio padre indossa jeans-western col cinturon “a palle”, qualche volta è palloso, straparla a iosa, invertendo la sua tendenza giovanile al viversi solo dell'”animistico”.
Oggi, pare un “animale”, la pensione ha rinnovato la brada, luciferina “morte” rinata nella libertà dalle impellenze della “pelle” in giacca e cravatta. Va a letto presto, come Eastwood De Niro di Sergio Leone, perché alla mattina dev’esser già guardingo e reattivo come Al Pacino. Quando si sveglia di prima alba, si rade ogni “grammo” delle guance di tanti suoi guanciali non più sognanti ma veri perché disillusi da uno sporco Mondo, lacera la lametta per “sghignazzare” allo specchio contro i lerci, e poi tossisce, nervoso e di gola nervica. Si “rassetta”, si “reset-ta”, va in cucina, mescola il caffè nelle papille, controlla lo stato erogeno del “cavallo” dei pantaloni, e poi scorazza per la metropoli, adocchiando le donne sposate a cui “lo” appaierebbe volentieri di corna da “montone”. Come quei “teschi” che penzolan a mo’ di “cornice” sulle pareti dei cacciatori del Nebraska.

Mio padre è un grande, perché desidera solo la mia felicità e non m’incita alle ambizioni che non serviranno al “cazzo”. Infatti, s’è sempre prodigato per educarmi al giusto “menefreghismo” affinché me “le” sfreg(i)assi di godimento dei “quintali di coglioni miei.”
L’altra sera m’ha pure consigliato questo: – Guarda, a me non interessa la fottuta Laurea, ti condurrà solo al suicidio annunciato. La vita è una, unica e bisogna godersele, finché si può arraffare e “arruffare”. Questo è il segreto. Per quanto (non) mi “riguarda”, puoi anche aprire una casa d’appuntamenti, con l’intestazione di tale “evidenziatore”, “La casa dell’orrore del maschio in calore”.

Ecco, mio padre è uguale a Carpenter. Si ficca dentro l’autoradio, come James Woods di Videodrome e si “sballa”… a tutto volume, grattandosi finché c’è “benzina”.
Dando fuoco a tutte le oscenità di chi non dice la verità. Punta un sempliciotto e gli porge un “Vivi pure come ti pare, tanto arriverai a spararti”.

Vampires è un capolavoro incompreso.
D’apice sopraffino. Alla sua uscita, diedero a John del “rincoglionito”. Ecco, rincoglionito sarà quel critico che, anziché “zuccherare” la moglie di “filato”, riempie la carta igienica, “stampata”, della sua gastrite.

Già la scelta del casting vale l’applauso. Sì, John “ripesca” il James Woods più “cocainomane” del suo “esagerare” di cazzate, e gli “cuce” un ruolo da “cardiopalmissima”. Bello magro, rude, ruvido, un “ciarlatano” religiosamente “nietzschiano”, anche se “lavora” per il Vaticano.

Poi, il peggiore della famiglia Baldwin, Daniel. Un grassottello porcello che, appena vede l’icona di David Lynch, Sheryl Lee mai così “ignuda”, aspetta l’attimo “propizio” per stimolare il suo “prepuzio”, legandola a letto e “sadisticamente” umiliandola a “colpo d’occhio”.

James Woods è Jack Crow, proprio il corvo. La sua “missione” è scovare i vampiri ancora vivi e ammazzarli. E se non basta il paletto, bisogna bruciarli vivi.

Però, fra questi non morti rammolliti, ne spunta uno.. dalle tenebre. Fortissimo, una maledizione di Dio, l’incubo peggiore d’ogni casalingua che “confeziona” i “budini”. Il suo nome valoroso è Valek, e sbudella tutti. Scopandosele da matti.
Un highlander.

Stavolta, sarà davvero durissima.

Ma James Woods è tosto come mio padre. A costo di macerarsi, stai pur tranquillo, scommettici… che ti macellerà.

Il film finisce appunto nel “carnaio”. Con tanto di prete “impotente” che si beccherà la “sacra unzione” di James. Con battutella satirica a completare la “goliardia”.

Il vampiro è stato inculato a sangue!

(Stefano Falotico)

 

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