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Post capolavoro che invoglia all’amore libero: il fascino amletico di un malandrino latin lover caliente come il tritaghiaccio di Basic Instinct e implacabile come Schwarzy


06 Sep

Implacabile Schwarzy

Eh sì, in quel film la cara, oramai vecchia gallina che fa buon brodo, ovvero Sharon Stone, era all’apice della femminilità. Le bastò scosciare per provocare quel lupo mannaro di Michael Douglas, uno dei più grossi marpioni di Hollywood. Infatti, nonostante il Cancro e l’occhio oramai sbilenco, Catherine Zeta-Jones pare che continui ad apprezzare le sue “doti”… attoriali. Soprattutto perché Catherine da tempo non gira un cazzo ma continua a far la bella vita, mantenuta da questo mezzo matusalemme che, credo, creperà prima del padre.

Oh, per la Madonna. Sapete che Kirk, il prossimo Dicembre, compirà 102 anni?!

Cristo, questo Spartacus, nonostante sia completamente rimbecillito, ha una scorza durissima. Non schiatta mai, Dio Cristo!

Sì, Sharon illanguidì il pisellino di Michaelino e gl’irrobustì tutto il muscolino. Spingendolo… ad amplessi ginnici che nemmeno un trapezista del circo…

Di mio, posso dire che negli ultimi anni ho attraversato tutte le fasi sessuali, ingigantendolo talvolta e rimpicciolendomi quasi sempre. Sì, cammino in camuffa per apparire più giovane di quello che, invero, sono…

– Ciao bella, quanti anni mi dai?

– Quasi quaranta.

– Non venticinque?

– No, i venticinquenni non mi piacciono.

 

Sì, una strategia totalmente bieca eppur efficace. Perché la donna matura necessità dell’anagrafe da uomo “duro”, temprato dalla solitudine, dalle sfighe immani, la donna infermieristica addolcisce, allieva e cura le ferite dell’animo affranto, infranto, spesso regredito da infante, lo coccola e tira su…

Mi son sempre piaciute le donne più grandi di me. Un tempo, non potevo averle eppure, nella concupiscenza purissima di masturbazioni dolcissime, già le bramavo, a me le stringevo in fremiti di vasi dilatatori rigidamente poderosi. Sognando di giacervi d’armoniosa potenza focosa.

Al che, come in Monsieur Verdoux e, chaplinianamente, anche come Il monello, offrii il mio “orfanello”, cresciuto a traumi e batoste devastanti, a milf che potessero rendermi svuotato… completamente.

Sì, le milf mi hanno sempre attizzato notevolmente. Le pornostar che oggi preferisco hanno 40 anni, giù di lì, ma anche quando avevo vent’anni guardavo a quelle che ne avevano il doppio.

Oggi, le donne mi dicono che ho una voce da doppiatore ma con loro faccio doppiette senza praticarmi il doping.

Le donne, sapete, sono molto complicate. Soprattutto qua in Italia, patria del cattolicesimo più borghesemente fariseo.

Tutte innalzano in gloria la parola amore e affermano di non fare mai sesso. Che è peccato! Loro fanno all’amore. E lo fanno solo con chi s’innamorano, anzi, se sono innamorate.

Ad esempio, una su Instagram, ogni sera inserisce foto di nuovi uomini che gliel’hanno inserito…

La contatto:

– Posso essere immortalato nel tuo nuovo selfie?

– Cioè? Vuoi scopare con me? E poi vuoi che ci facciamo la foto assieme, ancora sudati e fradici, coi cuoricini e gli hashtag della minchia?

– No, voglio che mi ami.

– Io amo tutti e non amo nessuno.

– Cioè, sei una zoccola.

– Come ti permetti? Porco!

 

Sì, io sono troppo sfacciatamente sincero. Molte donne ambiscono a ciò che in mezzo alle mie gambe sta e s’inalbera con durezza, resistenza, quantità e qualità. Eppur sono pudiche e ci girano attorno con panegirici che sfiancherebbero anche uno stallone di razza. Anche Woody Allen, con queste italiche catto-borghesi, perderebbe la pazienza.

– Sono affascinata dalla tua mente. È sensibile, delicata, mi stimola, mi piace parlare con te. Sei affascinante, voglio scoprirti, sentirti dentro, capire che mi capisci, entrare in sintonia con la tua anima. Adoro stuzzicarti, provocarti, invogliarti e forse anche incupirti.

– Concupirmi, semmai.

– No, proprio incupirti. L’uomo cupo è un po’ lupo, l’uomo cupo non pensa solo a come ficcarlo in ogni mio buco, egli è il re del bosco… della fantasia. E con lui viaggio nel romanticismo più bello, sereno, più zuccherato e prelibato. È magnifico quando un uomo ti rende fiera di essere donna.

Donna non significa fare l’avvocatessa cazzuta, ma godere della propria innata sensualità, dei propri sogni, del proprio scrigno segreto, del proprio giardino fiorito. E tu sei un grande giardiniere.

– Sì, come Benicio Del Toro di Uova d’oro.

– Non ho visto quel film. Benicio, in quel film, che faceva? Regalava rose e mazzolini di fiori alla sua bella?

– No, regalava a tutte il suo grosso uccello.

– Che schifo! Tu saresti così?

– No, ma non sono neanche uno che, il fine settimana, ti porta a visitare i castelli medioevali e le abbazie, chiamandoti principessina.

– Allora sei una merda.

– Sì, e tu sei una che non scopa da parecchio. Via dai coglioni! Su Sky stasera danno il film La Sirenetta. Fottitelo!

 

Sì, le donne finto-monache, troppo idealisticamente romantiche, sono sempre depresse, frustrate, insopportabili. Te la danno dopo che t’hanno già rotto u cazz’!

Ma non vanno bene neanche quelle super gnocche. Per via del fatto che sanno di scatenarti un’erezione netta dopo tre secondi, semmai te la rifilano pure, tanto per provare esperienze diverse ma, se non hai il conto in banca a cinquemila zeri…, ti dicono addio e ti mandano a fanculo dopo l’orgasmo squallidissimo.

Be’, però te la sei fatta soprattutto, soprattutto sotto… nelle mutande. Sì, con donne così, state attenti a non venire ancor prima di fumare la sigaretta.

Di mio, sono un uomo da tre massime, da me stesso coniate:

la vita di un ruffiano e paraculo è come un ottimo gelato al limone. Leccando, finisce col retrogusto rancido e amaro in bocca.

La vita di un uomo medio è una continua balla che si racconta, quella della donna media è quella di una che vuole solo balle…

La vita dei grandi uomini e delle grandi donne, comunque, è una stronzata lo stesso.

In fondo, cos’è la vita?

Quando sei bambino credi che i camionisti guidino veicoli speciali che diventano fighe macchine da guerra come in Transformers. Quando sei adolescente, se sei figlio di genitori fintamente di sinistra, studi per far piacere a chi t’ha messo al mondo, parli per frasi fatte e retorica a volontà, e aspetti il sabato sera per sfogarti sessualmente con una scema più decerebrata di te. Sognando di essere una rock star.

Ben che ti vada, farai il giornalista e ti pagheranno per magnificare film orribili. Rinneghi ogni tuo valore ma devi pure tirare a campare.

Una volta che arrivi… hai un lavoro economicamente importante, guardi i cinepanettoni per farti du’ risate, ché domani hai troppe responsabilità, e non ti va di pensar troppo con film “tristi”, umanistici e profondi.

Insomma, a qualsiasi età, è una bella schifezza.

Un’inculata enorme.

L’unica cosa che non ti delude mai è la pizza porcini… e radicchio. Ottima.

Ho detto a Killian che sarei tornato… Non voglio passare per bugiardo!

Ecco, se volete un amico e un amante che vi racconti cagate, è pieno il mondo di fake. Io sono autentico, per questo nessuno/a mi sopporta.

Se uno mi sta antipatico, non lo emargino e calunnio, non lo butto all’inferno perché mi sta sui coglioni. Non lo disprezzo neppure, lascio che faccia la sua vita.

Lezione di vita del maestro.

di Stefano Falotico

Attrici bollite: Sharon Stone


09 May

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Ebbene, sto offrendo una panoramica, spero divertente, corrosiva, irriverente e un pizzico sadica, invero lucidissima e profondamente obiettiva, sugli attori che considero oramai al capolinea o che forse saranno salvati in extremis, per il rotto della cuffia, come si suol dire, da qualche grande cineasta particolarmente magnanimo che offrirà loro il ruolo della perpetua salvazione per redimerli da una carriera finita “in prescrizione”, o nella dannata, più sconcia perdizione.

Oggi però voglio parlarvi non di un maschio, bensì di una delle esponenti più egregie, si fa per dire, del gentil sesso hollywoodiano, la mitica, imbattibile, sempiterna e benemerita Sharon Stone. Colei che, a mio avviso incarna ineludibilmente uno dei più ignoti, inconcepibili misteri dell’umanità. Sì, perché Sharon Stone, a distanza di quasi trent’anni dalla pellicola che ne ha decretato il suo fenomeno e l’ha resa popolare in tutto il mondo, ovvero Basic Instinct, a eccezion fatta del capolavoro Casinò di Martin Scorsese e del bizzarro e interessante Pronti a morire di Sam Raimi, possiamo asserirlo platealmente, senz’ombra alcuna di dubbio, deve la sua celebrità al semplice fatto di essere celeberrima per ragioni che a me sfuggono. Come sfuggirebbero a chiunque dotato di senno. Bastano tre quattro film per elevarla intramontabilmente a star planetaria?

Sì, la signorina Sharon Stone, nata in Pennsylvania il 10 Marzo del 1958, esordisce con Woody Allen in uno dei suoi film meno riusciti, Stardust Memories, ma nessuno si accorge di lei perché nel film è soltanto una mezza comparsata del tutto superflua e accessoria.

Al che gira filmacci che siamo sicuri che esistano solo perché vengono contemplati da IMDb o su qualche vademecum delle filmografie attoriali, roba indegna e terrificante come Allan Quatermain e le miniere di re Salomone (il regista John Lee Thompson qui era ai minimi storici), Gli avventurieri della città perdutaScuola di polizia 4Ossessione d’amore, e gli sfacciati b movie Action Jackson con Carl Weathers (sì, Apollo Creed) e Nico con Steven Seagal!

Al che la sua bellezza viene notata e le danno spazio maggiore Paul Verhoeven con Atto di forza e John Frankenheimer col suo film più brutto di sempre, L’anno del terrore. Nel mezzo ci sta un’altra schifezza, Scissors – Forbici.

Al che sempre Paul Verhoeven, dopo aver offerto la parte da protagonista a Julia Roberts, Geena Davis, Kim Basinger e Meg Ryan, e ottenendo puntualmente i loro no secchi, non sa più a chi rivolgersi, e allora sceglie ancora, memore di Total Recall, Sharon Stone, per il suo epocale, “scandaloso” Basic Instinct. La Stone, della quale si vocifera che all’epoca avesse una tresca segreta proprio con Verhoeven, accetta senza batter ciglio. È un ruolo rischioso, deve spogliarsi con generosità (anche se in molte scene “hard” userà la controfigura), non aver paura di niente, deve gettarsi a capofitto in questo thrillerino erotico sopravvalutato, concedendo le sue grazie voluttuose all’impertinente e pruriginosa macchina da presa, e girerà sfrontata e disinibita la famosa scena dell’interrogatorio senza mutandine… Al che, scoppia la Sharon mania. Gli uomini vanno matti per questa donna, il film diventa a sorpresa un campione d’incasso stratosferico per gli standard dell’epoca, considerando il budget relativamente basso, e la Stone trionfa sulle copertine più platinate dell’intero globo.

Sì, a lei è bastato maliziosamente accavallare le gambe per diventare una diva e un sex symbol indiscusso.

Al che, anche se in maniera decisamente più pudica, si spoglierà ancora per l’ignobile Sliver di Philip Noyce e per il filmetto Lo specialista con Sylvester Stallone. Ma, come detto, Raimi e soprattutto Scorsese vengono folgorarti da costei e dalla sua magnetica bellezza, e fanno carte false per averla. Scorsese le dà un ruolo magnifico nel suo altrettanto indimenticabile Casinò e la Stone sfiora l’Oscar.

E poi? Il buio, o quasi. Tantissimi film, due nomination ai Golden Globe regalate per Basta guardare il cielo e La dea del successo, lei che imperterrita continua ad andare al Festival di Cannes pur non avendo nessun film in Concorso e nemmeno nelle sezioni collaterali, giusto per farsi fotografare, per puro sfoggio esibizionistico, per spicciola mondanità futile e triste, e macina innumerevoli pellicole che, ripeto, veniamo a conoscenza che “sussistano” perché menzionate nei dizionari.

Insomma, un’attrice con all’attivo 140 film circa interpretati, tra fiction, camei o soltanto lei che fa da voce narrante o presta le sue corde vocali a qualche personaggio animato.

Ha avuto un ictus, e sinceramente ce ne dispiacciamo. Ma dobbiamo davvero crederle quando sostiene che prossimamente tornerà da regina incontrastata? Uscirà con un film di Scorsese misteriosissimo, ma non sappiamo se è un documentario, una retrospettiva, uno strano esperimento o qualcosa del genere, e giura che sarà protagonista di The New Pope del nostro Paolo Sorrentino.

Intanto sul suo profilo Instagram continua sciattamente a immortalarsi in lingerie assieme ai suoi cani barboncini o dalla parrucchiera con arruffata mèche.

Contenta lei…

In fondo, vecchia gallina fa buon brodo.

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di Stefano Falotico

 

Senti chi parla, e accavallate le gambe


24 Mar

Andrea Pazienzasharon-stone-pubblica-provino-basic-instinct-600x337

Sì, apro Facebook e noto che anche una donna di Noto, sì, la cittadina limitrofa a Siracusa, mi ha bloccato. Di cognome codesta fa Terzanota, e aveva delle belle gambe, gambe lunghe come una navata delle chiese che i saraceni edificavano in Sicilia. Gambe che ben s’intonerebbero, lisce come le pesche, agli affreschi di quelle donne burrose che cingono fra le loro braccia dei bambini piagnucolosi. Fatevi un giro nelle pinacoteche anziché ingozzarvi di stuzzichini nelle paninoteche, miei paninari. Sì, son un uomo spesso afflitto da mali imponderabili e chiedo Pietà non a Michelangelo ma a qualche donna che stringa, dunque anche stinga, il mio ardore infantilmente desideroso dei loro grembi. Ma invero schizzo solo sul grembiule, in quanto pittore dell’onanismo più imbevuto di candore. Ah, il calore… sta arrivando l’Estate e le donne indosseranno dei sandali e forse io finalmente mi spoglierò del mio saio e non “innaffierò” solo il Bonsai, pianterò radici in qualche terreno più fertile, anche in femmine terragne da non “fertilizzare” perché bebè non voglio, eppur desidero con ardimento succhiarle come un babà nel suo, anzi loro, squagliato scioglimento, nello spargimento dei nostri liquori avvolgenti, nel dapprima ergermi nell’inturgidimento e poi darci dentro di piacevoli lamenti.

Invero, il mio è solo un insanabile dissanguamento. E vivo spesso soltanto della mia mente malata d’isolamento.

Oggi, ad esempio, un mio amico ha toccato il mio dvd di A History of Violence e, coi suoi polpastrelli sudici, ha lordato questo film nitidamente perfetto, così confezionato come un dolce confetto. E sono diventato Tom Stall!

Sì, per anni patii insormontabilmente di disturbi ossessivi e compulsivi, di manie igieniche e bastava che uno scarafaggio passeggiasse sulla tastiera per farmi urlare in maniera delirante come un pasto nudo avvilente. Si dice che certe manie nascano dal fatto che uno non ha altri cazzi a cui pensare e si fissi su cose assolutamente folli, ma io serbo in gloria la follia, è quel secret garden che ci permette di mantenerci integri e non dissolverci nell’entropia del caos bestiale. In quelle nostre purezze incontaminate, sì, io vi vedo ebbrezza, ubriacarsi di singhiozzi emotivi e cambi d’umore repentini sempre migliori che pensare di scoparsi una peperina e poi invece solo arrossire, dinanzi al suo rifiuto, come un peperone.

Eppur rimango un uomo canterino. L’uomo medio, preso solo dai suoi inderogabili impegni quotidiani, di stress s’impregna ed è squallidamente melodrammatico. Al che, s’infuria e si rovina la giornata se qualcuno gli ha bucato una gomma, mentre io mastico tante gomme e nel mio “vuoto pneumatico” so come gonfiare i “radiatori” di donne su cui agire di frizione, con delicate accelerate e poi… che splendore quando lei “tira” il freno a mano e, in modo reclinabile, fa sì che tu possa “avvilupparla” come una cintura di sicurezza fiera di allacciarsi alla sua marmotta, no, marmitta. Tu invece vai a mignotte. E si va di “marmellata”, fra dossi e curve, sterzando di preliminari che le danno la precedenza, poi stoppando nel pompando anche su una Panda e quindi leccando quella di Wanda, perché lei è tanta e come si fa in macchina a farsela a novanta?

Sì, mi capitano sfighe immani ma anche fighe immense, e tranquillamente osservo il mondo che si affanna con le gambe accavallate, sogghignando e forse ancor spupazzando, in mezzo a un’umanità che d’invidie è spompinante e giammai come il “mio”…, pimpante.

In verità, vi dico che sono l’iceberg di Titanic, e non mi riscalda neanche il tritaghiaccio di Sharon Stone di Basic Instinct.

Con me, ci vuol pazienza, sì, Andrea…

Invece voi, uomini senza fantasia, camminate oramai come Andreotti.

Non sono partito col cervello, non preoccupatevi, ma da quando partì l’uccello fu tutto un casino mica tanto bello…

 

 

di Stefano Falotico

La rinascita di Sharon Stone e l’ascendente zodiacale di chi crede nell’oroscopo, anche se tutto partì dalle sue sostumate sc… te


14 Jan

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Eh sì, l’abbiamo vista tirata a lucido ai Golden Globe. Ancora ha voglia di farli “tirare”. Sto parlando della signora Stone, perché oramai è signora indiscutibilmente, visto che taglierà presto il traguardo delle sessanta primavere. Molta acqua è passata sotto i ponti e nelle sue “gambe”, perché la Stone non ha mai fatto segreto di essere donna tanto di sguardo ficcante quanto ficcata da molti uomini, quindi sessualmente molto concupita e lì” molto “diluita”. Ah ah!

Ora, chiariamoci. La Stone è un fenomeno. È un rarissimo caso di attrice con una filmografia assai bruttarella e poco presentabile, in cui può annoverare un solo capolavoro, Casinò di Scorsese, e invece una caterva infinita di filmacci inguardabili. Esordì però con Allen, quindi la sua bellezza fine e arrapante fu notata da Paul Verhoeven, che dapprima la svestì “gentilmente” in Atto di forza, in una scena di sesso castigatissima con Schwarzy, quindi in maniera esuberante la fece esplodere in Basic Instinct, un concentrato di sex plastico al servizio dell’allora star Douglas. La star però divenne lei, e “meritevolmente” perché, al di là della bassa qualità della pellicola, il suo accavallamento senza mutandine ha fatto tr… a, no, storia. E di cui ho memorie masturbatorie niente male…

La Stone negli ultimi pareva scomparsa, e per sbarcare il lunario approdò anche qua da noi, dove si fece dirigere da quel rincoglionito di Pupi Avati. Il punto più osceno della sua carriera, altro che le “sconcezze” di Verhoeven. Adesso, dopo essersi annacquata in film straight to video, che nessuno ha visto, è pronta per il rilancio in grande stile. La sua agenzia, la CAA, annuncia che sarà diretta presto nuovamente da Scorsese, e IMDb infatti cita questo progetto senza titolo, anche se nessun comunicato ufficiale in merito è mai stato dato, e soprattutto la Stone dichiara che quest’autunno sarà al servizio di Paolo Sorrentino per The New Pope. Cosa farà? La suorina!?

Una donna magra, eppur “attizzante”, che non ha mai avuto due grandi poppe, infatti se l’è rifatte, che indefessamente continua a riciclarsi, non sazia delle sue batoste e di essere stata abbandonata per molto tempo dalla Hollywood che conta. Perché sa che non si può dimenticare una che “li” faceva diventare “tosti”. Lei sfila orgogliosa, esibisce il figlio, e cammina a testa alta su tacchi a spillo che, tempo addietro, “sciolsero” molti maschi che per lei persero la testa e probabilmente anche “qualcos’altro”, a forza di “smanettare” in modo esagitato. I celeberrimi “smanettoni”, vi possono tornare utili se avete problemi al computer perché loro, “digitalmente” esperti, potranno “farvelo” come nuovo. Ah ah. Sanno sempre dove mettere le mani, da un punto di vista prettamente informatico. Da un punto di vista “infornante” non lo so… potete appurare. Appurate e sarà un bianco purè! Ah ah!

Sì, la Stone è un’attrice di mediocrità imbarazzante, ma fa sempre notizia. È “hot”, come si suol dire. Dovreste imparare, donne, da codesta. Lei è sempre sul “pezzo”. I vostri mariti amano le (noti)zie “bollenti”. Invece hanno delle donne lente… e, ballando il lento, non va liscio. Ah ah!

Chissà se è d’accordo, la Stone, con le dichiarazioni di Catherine Deneuve che, come sapete, ha detto che gli uomini devono essere un po’ “porci” e, in fondo, per far carriera molte donne la devono dare. Non ne facessero scandalo.

Lo sa Paul Verhoeven, che la Stone spupazzò, e chissà se Woody Allen, in quelle Stardust Memories, abbia abusato della sua “mi… enne”.

Su tal dubbio poco amletico ma di certezza lapalissiana, ho detto la mia, la Stone ha dato la sua… parola.

Detto questo, oggi pomeriggio sono stato al bar. Al tavolo era seduta una donna che “zuccherò” il mio voyeurismo, e che con la sua amica parlava di ascendenti zodiacali. E dire che io volevo essere solo “aromatico” nello “scendente” delle mie labbra macinate “in polvere” nel suo caffettino “al dente”. Si sa, sono una bevanda eccitante, anche se rimango molte volte deficiente e spesso ottengo un bel niente. Con enorme charme, pagai e posso dire che in vita mia non ne ho mai pagata una. Ho combinato molte cazzate, e infatti i miei nemici mi urlano che la pagherò! Ma, scusate, se non voglio pagarla, perché volete che la mia vita vada a puttane? Ah ah!

Fa parte del Falotico sapiente essere uomo oggi salente e domani “saliente”, nel sen(s)o di “montante”. I miei detrattori dicono che io sia anche un po’ montato. Posso affermare che nessuno mi ha mai inculato anche se spesso son stato “trombato”.

Sono distinto e anche d’istinto. Avercene…

 

di Stefano Falotico

Ieri era il compleanno di quel degenerato di Ridley Scott, oggi è il compleanno osannato di Woody Allen, mentre anch’io festeggio, in atmosfere alla Black Rain in Midnight in Paris


01 Dec

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Sì, questo è uno scritto spaziale, uno di quegli scritti che, quando avrete un figlio, comprenderete sia voi come padri che lui come pargoletto che dovevate fin da subito educarlo al mio scibile, anziché gettarlo in questa società macellante ove lo abbruttirete e l’abituerete, lo so, figli di pu… a, a giocare di bullismi e a disprezzare le malinconie alla Manhattan miste al Blade Runner. La malinconia, se ben dosata, se “osservata” con spirito umoristico, come facciamo io e Allen, può sortire opere d’indubbia grandezza, di cui i posteri parleranno come sosteneva quell’uomo, anche lui fosco, del Foscolo. Sì, secondo Foscolo, uomo sepolcrale, la poesia vive più della tomba. E, su questo suo aforisma micidiale, chiederei, fratelli della congrega, di riflettere in remissione di ogni peccato tombale. A onor del vero, una stronzata sesquipedale. Io so che quando uno è morto è morto. Che poi altri leggeranno le sue poesie lo sapeva la figlia racchia di Silvia di Leopardi, una che figliò con tutti tranne che con l’autore de L’infinito. Sì, per pene… d’amore il nostro Leopardi presto si sfinì. Tant’è che la sua poetica fu quella secondo cui la poesia stes(s)a rende libero l’uccello prigioniero…

O meglio passero solitario… a differenza di Silvia che invece pare fu una passerona molto “amica di tutti”. Non lo fu appunto sua figlia, racchia, che leggeva poesia dalla mattina alla sera per consolarsi dal fatto, o dai mancati “falli”, che i suoi coetanei preferissero alla sua compagnia farsene altre in campagna.

Sì, uomo deluso il Leopardi, talmente deluso che neanche Naomi Campbell di vent’anni fa, leopardata in “passerella”, poteva “ringalluzzirlo” e fargliela vedere… be(l)atamente. Era lui quello messo a pecora.

Sì, Leopardi dopo il primo amore fallimentare, non si riprese più…

               

Ahi come mal mi governasti, amore!

Perché seco dovea sì dolce affetto

Recar tanto desio, tanto dolore?

E non sereno, e non intero e schietto,

Anzi pien di travaglio e di lamento

Al cor mi discendea tanto diletto?

 

Eh sì, questo Giacomo di Recanati era uno che nella malinconia “impotente” trovava gioia “strabiliante”, non essendo uomo di-letto… che però, trasognando “diletti” non suoi, trovava appagamento. Non andava neanche con quelle a pagamento.

Ecco, Leopardi avrebbe amato molto Woody Allen… Volete sapere cosa amo della masturbazione? Beh, il dopo, le coccole.

Il sesso è come il bridge: se non hai un buon partner, devi avere una buona mano.

Io ero sempre molto timido in fatto di ragazze. Ricordo che da piccolo presi di nascosto un libro pornografico stampato in braille e stropicciavo le parti sconce.

 

Eh sì, quel Leopardi lì deve essere uno che sentiva talmente tanto che nella (s)figa nessuna voleva “sentirlo”.

Ma parliamo di me… L’altro giorno, uno psicanalista mi ha chiesto se ho avuto molte donne. Ho risposto che mi sono “arrangiato” ma che sono il più grande amante contemporaneo. Sì, credo che nessuna bella donna di Hollywood sia sfuggita al mio “piacere”, ho sognato di fare sesso con tutte. Anche più di Ercole, oltre cinquanta in una notte sola.

Adesso, direi di spostare l’attenzione su Ridley Scott. Ha girato solo tre capolavori in vita sua. Che comunque sono pur sempre meglio di niente. Cioè, I duellantiAlien e Blade Runner. Il resto, a parte qualche atmosfera di Black Rain e la “bellezza” delle manie compulsive di Nic Cage ne Il genio della truffa, è robetta sopravvalutata.

Sì, Scott è un regista “tecnico”, mirabilmente sofisticato nelle scene d’azioni e ottimo coreografo, ma i suoi film non sono mai sinceramente viscerali, e non possono minimamente ambire a essere presi seriamente.

Allen, invece, per tutta la vita si è preso così sul serio che è stato anche un grande comico.
Ora, vi racconto questa… so che c’entra come i cavoli a merenda ma io sono uno che dei ca… i altrui è maestro indiscusso. Le f… e sono però poco altruiste con me…

Sono stato al bar, il barista aveva il televisore acceso su un canale ove trasmettevano un concerto di Claudio Baglioni, il “re” degli amori piccolo borghesi, (s)gridati, sbandierati ai quattro venti, adolescenziali e onestamente osceni.

Baglioni piaceva a tutte le ragazzine che lo ascoltano anche ora che sono adulte, o meglio adultere…

Pare che abbia avuto molte donne ma non era un gran poeta…

Prendiamo questo pezzo “storico”, un gioco davvero “raffinatissimo” di onomatopeiche e assonanze… direi da vero “suonato”…

 

la realtà mi ha fatto atterrare

il mio errore fu di errare

e non ero un eroe

ma sono vivo

e sono qui

 

Mah, a quest’uomo di baci alla francese, preferisco la solitudine di Wilson nella capitale della Francia.

 

Prendete questa foto di Michael Douglas. Sì, il fascino “macho” alla Falotico c’è tutto. Come no?

Ah ah.

Sì, non è black rain ma puro, purissimo… black humor.

 

Finirei con una mia battuta alla Woody. Nei film per adulti c’è molta “pioggia sporca”, anche solo porca.

 

di Stefano Falotico

 

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Puttane, Liz Berkley, Hurley e Harley Davidson, Don Johnson, showgirls, Sharon Stone, sgabelli, Parietti, sudate pareti, tette, culo, basta con questo sliver e lingue, borghesi morite, ficcati a mio inguine piccante!


27 Sep

Finiamola con questa merda di film, si producevano una volta. Nei tempi in cui ogni uccello era da anni 90. Ah ah. Stavate piegati male alle direttive del direttore. Era Berlusconi e lo è ancora. Ma che volete arrestarglielo?
Compreso Verhoeven rincoglionito con Berkley e spogliarelli! Che da Silvio non ottiene più atti di forza!
Basta, voglio del sano cazzo in culo alla vita! Non mignotte, magnoni, Baldwin, pappine, mammone, milf e compagnia bella o brutta oppur di malaffare. Siete alle peggiori frutte(ret-t-e?).
Ecco il Fruttolo mio, bacati e ballerini da yogurt, dame e giullari, oche giulive e olivine. Finitela zie e zitte. Basta zitella e prepara gli ziti della Barilla. Assieme a pasta formato ricchioni.
Ori di riccioli e vai di liscio, tanga e tangheri, sceme e sbudellamenti, Machete e Jessica Alba.
Che società di puttanoni! Ma come si fa ad accettare? Siate acidi! Mangiate carne con insalata e poi vi dichiarate donne vegetariane col salame crudo! Che schifo! Datevi alla chirurgia di Mickey Rourke e fumate come turchi nella sin city. Sì, a dame to kill.
Vaffanculo!

Beccati questa bellona biondona e ficcatela mentre strusci la striscia di cocaina. Basta vederti il ciuffo e hai capito quanto annusi, mio marcio!

 Diciamoci la verità. Il rincoglionimento partì da John Lennon. Lui e immaginar la gente che balla e canta sotto le stelle. E sotto le stalle no? Stiam messi a pecora! Doveva sposare Milly Carlucci, almeno sarebbe morto di crepacuore nel più buonista fottersi (del)la donna accavallante tardona già a 30 an(n)i, non farselo ciucciare da Yoko Ono. Doveva leggere Banana Yoshimoto quello scemotto inglesino col bavero da paperino.

Poi finitela con questi film orientali e con queste giapponesine che giudicate fighe stratosferiche. Io vedo solo un buon seno a cui sparger dei veleni da Tina Pica.

Grande Annunziata, mica come quella vergine mai sverginata della televisione politica. Tina sapeva come ascendere pur da vecchiona!
Criticava tutti di polemica, non politiche ma polenta! Lente, castrati e agnelli di Dio ché io tolgo i peccati del tonto! Koi no tsumi sarebbe un pleasure di guilty of romance? Basta coi romanzi erotici di Oriente, Manzoni e i manzi, basta! Ma mi faccia il piacere, avrebbe detto Totò. Ficcando nel popò quel poco di porca della Megumi Kagurazaka. Giuseppe Simone col Diprè va in Australia e Megumi glielo rende mondiale come la coda dura dura del canguro! I soliti ignoti per scardinarla di legumi e fagioli a metodo fu cimin. Tutta è una porcata. Fregati! Pasolini voleva i pisellini? E allora? Meglio che camminare sui ceci, caro mio cieco. Beccati Fellini e gradisca! Impara a vivere e succhia la banana. Io mai fui come Mifune a capolavoro samurai. Mai sarai più perché ti assassinerò come non lo vedrai di punto in bianco! Ah ah!
Sarai impiccato di tante fune, scannato di fucili e focosamente bombardato! Ah ah!

E ora stai sedato in casa!

De Niro sta bene? E i sessuali “stanno tutti bene?”


09 Jun

 In questo Mondo ossessionato dal sex, ci vuole la “bomba” del mio aplomb!

Eh sì, io non vado coi piedi di piombo, bensì lo appioppo! Alle beauties!

L’intolleranza abissale di tal Mondo indigesto mi rende ancor più diverso e, nell’ebefrenia di questo full retard lor mentale, esagito il mio corpo a Lune voraci di sciropparmele al galoppo

Vengo subissato di messaggi poco equivoci che vorrebbero scalfire il mio scaltro trottar da equ(in)o.
Sì, poi muto e sgattaiolo, cagnaccio mordo e ammorbidisco il liscio pelo d’una gatta, sfilandole il reggicalze a “retto” del “subentrarle” non tanto casto, bensì doggy nell’ “incastrarlo”. Un castrato che le fa a polpette.

Di Sesso ne son cornamusa ai musini, adocchio altre ballonzolanti per succhiar un’albicocca e inasprire il marito di gelosia su miei colpetti incalzanti e “propedeutici” nello stordirla di potenti mosse alla mortadella, di mio “frastuono” spalmarle l’intonato amplesso su salsa tonnata e di mio “ballato” in basculante senza bon ton, sbottonato-“cotonato”-inondante e “sbrodolato”, per sempre più veemente gravitarle d’orgasmi incontenibili e cotanti schizzi con scatenato mai ingravidarla previo profilassi dello “strizzarlo” nell’estrazione “mineraria” quasi da “laccio emostatico” per il “prelievo” sanguigno. Che quindi, un po’ “delinquente”, mentre la bacio delicatamente “colla” lingua, e di saliva, dopo che “rizzato” ad affissione in Lei salì, eh sì il “Redentore”, pacioso con lentezza lo “smonto” su paonazzo viso esangue e sfamato da stronzo. E di nuovo è montante… in altre piccanti.

Av-venuto… il “fallaccio”, seppellisco le prove della mia “piovra” provetta nel cancellare ogni macchia di quell’oramai pioggia dorata e di zampilli euforica in goduto ingoiarla a tergere, eretto-ammosciandolo (de)cadente però a(l)itante, per poi “precipitar” in altre gole e ardentemente prima sfiorarle, di forza fornicarle, in foga sfondar ogni “forum”. Sì, la mia cappella è da Corte d’Appello, perché inguaia tantissimi mariti che m’accusano d’atti troppo impuri nel mio darci, av-venente nelle di lor sporgenze. Ma non mi “afflosceranno”.

Vorrebbero “gettarlo” nella fossa dei leoni ma gladiatore sbrana punitore, e di “pungiglione”, ogni imperator’ azzanno nell’ammirazione di sua moglie che ambisce alla mia lama da corridor’.

Il toro ammazza il matador, e la corrida è mio circo ad “accerchiarle”.

Perfino la Sharon Stone dei bei tempi, dinanzi a tal Manzotin genuino, torna ad accavallare con tenera “bontà”, mostrando l’ambaradan per  la ricca insalata del mio “insaccato” duro e di ghiaccio, punteruolo, nell’istinto al “basilico” sull’ imboccata di vegetale… gelatina, magra e avvolgente.

In questo carnaio di tonti, io “ritardo” il coitus per amplificare la botta finale.

Gli ebeti, di fronte a me, belano e il mio “abete” abita germogliante tra le frasche, di palle colorate intermittente, di stella fosforescente lassù… e poi su e giù nella stalla del bue.

Cari asinelli, io sono lo stallone purosangue alla Steve McQueen del vostro rodervi, poiché le imbriglio sussultandole, e-saltato, che “brillante” rodeo.

Donna, amami e il Patrick Swayze di Ghost capirai ch’è uno sdolcinato eunuco a paragone del mio…

Con me ascenderai in Ciel, trattasi di grand’ uccell’ “fantasmino”  ché “eclissato” dentro la melody a mela di mio pomo d’Adamo sgolato del dopo-cena.

Però, ricordati che adoro l’igiene intima e, prima di “tingerla-modellarlo in “tornio” d’argilla, ah che anguilla…, devi farti… la ceretta, mai ancella, affinché sia lubrificato nella tua luculliana lucciola.

La voglio già lucida prima di spolverarla… col mio “uncino”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Stanno tutti bene (2009)
    Anche il pipino del pap(p)ne.
  2. American Hustle (2013)
    Azz.
  3. Escape Plan – Fuga dall’inferno (2013)
    Una trappola per topi in cerca del Paradiso della figa.

Sharon Stone from Cannes, goddess


22 May

 Bionda gola che mi godette!

La giovinezza dello Sguardo si perpetua a Cannes di suprema, divina Sharon Stone, adamantina in blu vestirsi d’aura ancora istintiva e primordiale erotismo rosso della torreggiantissima, basica biondezza

Aforisma sacrosanto: qualsivoglia giovane che, al di sotto dei trent’anni, non s’è mai recato a un Festival, senz’ombra di dubbio è un idiota e non gustò mai la femmina!

Posso sottoscriverlo previo querele da chi non s’è fottuto il panorama delle emozioni cinefile ma, di solforici pettegolezzi, esonda iroso nello squallore quotidiano, afflitto com’è dal caso “umano” della sua miserabilità a inseguir corna, gelosie, ripicche, ricatti manichei e un sen(s)o inoppugnabile di tremenda amarezza, schiantata dal mio Cuor aperto ma fragoroso nel rimpiangere che costui è la bassezza personificata, adorator solo della “figa” e di qualche raggranellar il suo grumo di fameliche, quotidiane irritazioni da parassita non costruttivo e nemmeno “erettivo”

Ieri, Sharon Stone, Donna eternamente “trapezista” nell’irretirla-ah dentro… il  “cunicolo” ardente d’ormoni miei combacianti di assoluta venerazione, sfilò in “passerella”, nel “Monte” elevato a mio adorarla.

Il suo seno, liscio, ancora sodo come quando, “esecrabile”, lo divorai “fantasioso”, spellandomi nell’assaggiar i tocchi dei suoi tacchi. Nera cupidigia, affilata di magrezza maturissima, un turbinio (sotto)marino di calore emanato a carnagione eburnea del peccaminoso in Lei incarnato.

Salirei su quelle scale per adocchiarla… più da vicino sotto la gonna, sugli “strascichi” per invitarla a un chiosco della Costa Azzurra, e goderle la “granita” refrigerante a mio eccitato nel tramonto “calante” e di nostro sbavare d’avidamente soffiarci come la brezza “sobria” nell’alzar la sfrontata impudicizia, già (s)velata, e “gelidamente” m’avvolgerà in una cannuccia delle sue “serpentine”, succhiando Lei il ghiaccio del punteruolo-basic instinct e io scrutando fra le invisibili mutandine quand’accavalla e ammicca nello sbuffare i voyeur indiscreti all’ indomito “ferirla” ancor prima di “permearci”.

Pioggia di liquori, piccante e allusiva ti siedi sulle mie gambe. Poi, leccandomi le orecchie, t’allontani scattante, già in me toro scatenato per pugilistiche e “sanguigne” botte… da Casino, nell’attesa plateale di quando il gong assesterà l’ultimo colpo alla tua femme fatale. Perderò ai punti, di sutura e di sudore, ché mi macellerai, schienandomi al tappeto sulla mia disossata patta… Veniamo a un patto. Scopami ancora! E vincerai. Sì, voglio perdermi in te, Sharon.
Sì, cowgirl  sussultante e spronata dal mio salivar di sliver.

In quest’albergo, albergò il Peccato, e tu ne sei gloriosa all’insinuarmi, mia libidinosa.

Ah, poi riprendo posto sulla poltroncina e, da micia, mi lanci un “Ciao”.

Io e te sappiamo la verità. La verità fu una Notte d’intime cavità.

Adesso, ritornata fra le star, mi disdegni e mi urli un “Cavati dalle palle con classe!”.
Perché sei una Donna mascolina a letto, anche se il tuo “muscolo” lo sai e infatti salì…

Non ci sto, e stronza mi rifai da capo a piedi.

Firmato Stefano Falotico

“Basic Instinct”, recensione


30 Jan

L’istinto primordiale è l’orda dell’orca assassina nella sua scia profumo ghiaccio

Trama ridotta all’osso, carnale, appiccicata a pelle erogena di brividi caldi secondo l’erotismo “scandalistico” di maniera dei modaioli “scoop” anni ’90. Ove ci s’incendiava per ormoni attoriali d’esibizionismo macho su fascino Michael Douglas e, soprattutto, per una scena “incriminata” d’uno degli interrogatori più celebri del Cinema, nel bene, nel male, nella malia d’una icona elevata diva solo per aver accavallato le gambe nella “trasparenza” molto intima, Sharon Stone, eburnea bionda dagli occhi smeraldo, cristallo di capelli dal fruscio levigato nell’atletica statua d’ebano d’una “smagliatura” elegante su tailleur taglienti “intinti” nei punteruoli innalzati a tacchi d’ogni vertiginosa tachicardia virile.
Sharon, solo un capolavoro all’attivo, Casinò, ma nessuno osa scalfirne la Bellezza eterea d’osé, immortalata proprio allusivamente da Paul Verhoeven in tutto il suo peccaminosissimo, malizioso, splendido equatore dellozenit lussurioso alle libidini dell’uomo che “sorseggia” la sua cravatta nel doppiopetto ansimato dentro, di denti, lo scollacciato reggiseno flessuoso d’indagini ad alto tasso “alcolico” e nelle segrete alcove, ove il lupo Mike azzarderà per azzannarne i prelibati capezzoli succosi.

Una scrittrice di gialli viene accusata di assassinio. Il suo nome, Catherine Tramell, evoca germanica algidità, forse, di Marlene Dietrich.
Uno sbirro viene incaricato d’indagare ma, scovando fra le “mutande nell’armadietto” dei suoi sudati vizetti, s’invaghisce della sospettata, e inizia un gioco assai pericoloso, tramico appunto di “tiramisù” ché, se te ne “fai” scorpacciata, potresti esser divorato da chi tiu sciupa non solo di slurp.
I suoi slip allupano il fedele già traditore della sua “fidanzata” Jeanne Tripplehorn, dottoressa anch’ella in calore che il nostro Nick “Douglas” Curran sodomizzerà troppo manesco in un’esplosione repentina d’aggressivo fuoco “intirizzito”.
Ecco la scintilla della prima botta che fa scattare la molla dell’animale Nick. Un turbamento eccessivo, cambiacruisinghianamente, ringhiantissimo, nel “mostro” che (non) t’aspetteresti a giudicarlo dal suo inappuntabile stile.
Nick forse annusa il profumo di Donna e sfida il suo fiuto. A costo di “venir” scorticato dalla mangiatrice Catherine.

Film “evento”, a suo modo epocale. D’una sensualità permeata di plastici come la calibrata sceneggiatura al gontacocce-clessidra (im)prevedibile del fanatico, iperp(l)ag(i)ato Joe Esztherhas nella fotografia liquidissima di Jan De Bont, poi regista speed a sparirci di torno.
Film spirali, d’amplessi respirati quanto di Sesso espiato dei singhiozzanti pettorali d’un Douglas eccitato, turbolentissimo, frenetico a tastarla, a leccare, ad avvoltolarsi nel misfatto “bianco” scopato in lenzuola insanguinanti, nell’inguine da mandrillo che strilla con Sharon coccolata, burro impetuoso a cui “abboccarono” i fanciulli risvegliati nelle loro “adulte”, non sverginate vogliettine da volpe e l’uva.

Film sopravvalutato, che va svalvolato solo nello zoom di Sharon da dominare.

Anche ora che è matura, Sharon attizza.
E ogni Douglas può fingere, Lei di più.

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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