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Poesia Woman dedicata a Jim Morrison


06 Nov


Erano strange days per noi di un’altra epoca, oggi martirizzata dalle macerie della “modernità”. E morirò prima smorendo con Jim Morrison

Oggi, ho toccato il fondo, ma posso affondare di più, nel raschiare il barile su mio fondo di gola ferocissima, intonata alle melodie. Qui, io vivo, vergante generosa mia simbiosi col Mondo, il brivido mi percuote e l’anima s’assottiglia, attizza ove chi son Cuore che (non) brucia.

Per Stanotte è finita. Ancora io no. Stalloni, salite in sella, di sale salivate…

I labirinti saranno tanti, la fatica mi spremerà e in qualche coscia premerò, spingendo a tutto volume. La gente si suicida per mancanza di pecunia, altri s’uccidono solo per la figa, altri non si salvano per un “pelo”. Comunque sia, schiacciando il pedale della batteria, nel cazzeggio del chiasso, istericamente canto, sì, modulo una vocina che lievita ed eviterà sempre gli sbandamenti della rettitudine, in asservimento a me l’unico Dio sceso in Terra da quando qualcuno creò il Mondo. Ironico, volteggio, quindi “fannulloneggio” ma imprimo carismatico odore di pantaloni, con un po’ d’accenno in zona “losca”. Lei mi tocca per provocar ché s’issi da “martire”, però entra di striscio, con logorii serpeggianti dell’onda anomala su (rin)culo e abluzioni a fregarsela.

Sì, sono “fottuto” ma sfianco e nessuno mi sfianca. Tu sì, sei L.A. Woman.

“The fan”… “sfegatato-sfregiato” di Jim Morrison: il “maestro” dice che Mick Jagger è gay… Ah sì? Digli di andare a prenderselo nel culo!


19 Nov

City of Night…

Citazione che calza a “pennello”, trasfigurata senza figuraccia ma carico di fighe a tutti quelli che volevano “ammaestrarmi”.
Come la “scimmia” Jagger Mick, mi schiero “battente” alzabandiera contro le vetuste regole d’una società regredita all’asilo nido, piegata alle false dolcezze da Robert Zemeckis, e sbanco alla “zecca” da “zuccone”..

Sì, Bob De Niro girava a tutt’andare col furgoncino, portando suo figlio a vedere i Giants, ché acclamasse anche il pargolo l’idolo Rayburn. Ma il figlio, “catechizzato” ai precetti dei “preti”, scolarizzato già alla castrazione che inibisce il maschio vero, obietta e critica il padre che ascolta, dalla mattina alla sera, gli Stones.
Gil Renard, in uno scatto portentoso, da “venditore di coltelli”, salta su inkazzato come una bestia e offende tutto il “corpo” insegnanti.

Sì, per me Jim Morrison, assieme a Bruce Springsteen e a Tom Waits, è una delle poche “cose” per cui valga la pen-a di scoparsela questa… vita di merda.

Ci sono momenti che me “lo” sparo a palla, con le mie palle tirate a lucido, virtualmente onanistico anche quando non c’è nessuna nella stanza, eppure si “muove”, gravitano attorno al “magnetico”. In quegli attimi, l’etica va appunto a farsi fottere.
Alzo le casse, e non incasso più.
La mia casa si riempie di superfighe di tre chilometri di cosce, e le pareti sudano, in una “serpentina” delirante-sudata-anchilosata-sfiancante-focosa-affaticante nei fianchi sognanti nei tacchi attizzanti. E miscelo tutto anche col pelvico di Presley Elvis.
Che pelo, che “nero” cari polli.

Prendete “Light My Fire ad esempio “lampante”, sì, anche il lampadario balla e, d’intermittenza, lo “mette” nelle pause “buie”.

Varie teste di cazzo hanno provato a “rifarla” con delle cover che non valgon neppure la trapunta di Madre Teresa di Calcutta. Sembran le peggiori checche invaghite di quella bionda “minestrina” di Gwyneth Paltrow. Una che deve solo lavare il pavimento. E se non basterà, bastonatela con la “scopa”.

Sì, Jim aveva una faccia angelica, poi apriva bocca e gli davan dello sboccato. Ah, per forza, se uno apre, bocca volete “togliergli” la “S” davanti? La S di serpe nel “didietro”, di Superman, di Satana, di “Stronza, ti strappo e stappiamo assieme!”, la S di “Succhia!”, la S di “Ti sfanculo”.

Jim eccitava, incitava, ingravidava, gracchiava, godeva, mangiava, divorava, leccava, ficcava, danzava fra le “zanzare”, “libelluleggiava” fin all’alba, “imbellettava”, se ne beveva tante.

Pigliatevi la vostra (L.A.) Woman e “sgolatevi!”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Fan. Il mito (1996)
  2. Che. L’Argentino (2008)
  3. The Doors (1991)

Genius-Pop

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