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Il JOKER passeggia col giubbotto di pelle, recandosi in un pub(e) irlandese


02 May

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E sentenzia sul Cinema attuale, sugli adolescenti odierni e di ieri, immutabilmente si perpetua nell’ascetica ambiguità.

Sì, è una società veramente disgustosa.

Io credetti, sbagliando enormemente, che infilarmi ancora nella realtà quotidiana, dopo essermene defilato, mi avrebbe giovato. Invece, anziché tornare giovane fui solo nella mia meglio gioventù violato e sconsacrato. Danni enormi mi furono arrecati e, ammaccato, vago svagato adesso in macchina, gironzolando nel mio abitacolo nell’adocchiare una gioventù vacua che, illusoriamente speranzosa, si ficca… in una nuova Alma Mater Studiorum, augurandosi vivamente di potersi emancipare, grazie a una Laurea, da questo mondo porcellesco così, appunto, vuoto.

Nuovi dottorati di ricerca vengono promossi in queste facoltà ove, spremuti come limoni da docenti oramai prosciugati nell’animo, inaciditi da una vita mielosamente borghese, dunque pigramente meccanica, ripetitiva, stolta, questi stessi professori del cazzo impartiscono ordini da assolutisti regolatori d’una finta, civica regolarità come da tedioso programma scolastico, sì, tanto si affannano a elargirvi pillole di saggezza insulse quanto invero io voglio spronarvi alla vera libagione dell’anima. Succhiate il midollo vitale e non fatevi svitare da questi uomini sapientoni che desiderano soltanto avvitarvi allo svilimento. Ma che distillano?

Sì, la vostra anima, in questi luoghi angusti ove viene trucidata, soffocata, dunque angustiata, sterilizzata per essere orientata al più programmatico apprendimento induttivo e dunque distruttivo d’ogni vostro costruttivo libero pensiero florido, ove l’essenza vostra è arbitrata da codici etici ed estetici allineati soltanto ai canoni formali più vetusti e beceri, squagliata, io vi dico, che è stata già irreversibilmente ammorbata.

Quella purezza instillatavi divinamente, oh sì, di ogni insegnamento sacrale è stata oramai spogliata, stuprata a favore d’un materialismo assai pericoloso.

Sì, in questa società oramai improntata al culo, deprivata d’ogni sano culto, denudata di ogni alterità verace, prima o poi crollerete, macerati dall’alto tasso competitivo di un mondo corrotto. Sì, rotti sarete da queste educazioni falsamente pedagogiche istradate all’ingegneria urbana della civiltà più barbara.

Ove il progresso è solo una facciata oramai escoriata e pericolante in pietra a vista del subitaneo terremoto imminente. I crudeli son stati sfacciati e vanno falciati, asfaltati, desertificati e giustamente lì, coi loro stessi paletti che a noi misero poiché miseri ci omisero oh sì, conficcati. Impietriti! Evviva Pietro che lancia altre pietre e scopa Petra.

Sì, siete stati già abbruttiti nell’imbellettamento di massa, fuorviati nelle vostre sincere passioni istintive, lobotomizzati da questo gioco, dunque giogo, di suprematismi e affermazioni individuali assai orride.

Imputriditi nei vostri cuori, siete già morti. Però vi hanno fatto credere che mattini radiosi albeggeranno domani dinanzi ai vostri occhi ma in verità qui è notte fonda sin da quella dei tempi. Voglio salvarvi, allocchi!

Tu ad esempio sogni di far l’amore con Aurora dopo il tramonto ma ti dico io le cosce, no, le cose come stanno. Aurora è oramai spenta dopo una sua adolescenza di rivalse stupide con le sue coetanee ancor più di lei cretine.

Prima si ammalò di anoressia, dunque or è bulimica di shopping per compensare l’immane suo interiore vuoto. Deve scioperasse altro che leggere Schopenhauer per avere ragione sui padroni.

Nuove compulsioni si stanno propagando a macchia d’olio mentre donne flaccide spendono un patrimonio per deodorare le lor ascelle pezzate.

Non vedo più nessuna ancella ma solo donne che vogliono quelli.

E maschi che non volano più alti sulle ali della fantasia, bensì si sono dati al cattivo alito e al darsi in totale sfregio dei lor cor(pi) animalizzati. Si son da soli ammazzati! Sì, prima se ne fregano e poi di questo menefreghismo si fregiano!

Voleste monitorarmi perché troppo diverso io vi apparvi e mi scambiaste per Nat Wolff.

Milf come Elisabeth Shue di Behaving Badly attentarono alla mia verginità e leccarono ogni mio lindo globulo rosso.

Sì, prima dirimpetto ai pettorali di queste qua io arrossivo, adesso sono smorto.

Impallidito da tanta società a luci rosse, mi trucco il viso e, beffardamente, vi prendo tutti per il deretano.

Lo prenderò ancora lì ma sarà stata un’inculata valorosa. Di reciproco fottersi a vicenda.

Gigioneggio col microfono sparato a mille della mia anima amplificatasi per colpa vostra.

Perché accendo la radio delle mie emozioni che, per ignoranza, voi radiaste, illuminandomi nell’etere della mia vita eterea.

Ultraterrena eppur terrestre.

Sono molto stanco di tutto.

Sono stufo di quel cialtrone di Quentin Tarantino. Che ha realizzato solo tre grandi film, i primi tre e ora cazzeggia, pensandosi un genio inaudito col suo Cinema, appunto, fatto e ammuffito di troppa carne al fuoco.

Mi ha rotto le palle gran parte del Cinema americano poiché o troppo retorico o esageratamente horror.

Pure Scorsese m’ha scassato la minchia.

Ma io sono un bugiardo conclamato.

Questo è ovvio.

Ah ah.

Più che Wolff, io sono la Twentieth Century Fox. Poi domani, se mi va, pure il leone della MGM. Evviva Netflix e la Warner Bros, miei brothers.

 

 

di Stefano Falotico

Post capolavoro che invoglia all’amore libero: il fascino amletico di un malandrino latin lover caliente come il tritaghiaccio di Basic Instinct e implacabile come Schwarzy


06 Sep

Implacabile Schwarzy

Eh sì, in quel film la cara, oramai vecchia gallina che fa buon brodo, ovvero Sharon Stone, era all’apice della femminilità. Le bastò scosciare per provocare quel lupo mannaro di Michael Douglas, uno dei più grossi marpioni di Hollywood. Infatti, nonostante il Cancro e l’occhio oramai sbilenco, Catherine Zeta-Jones pare che continui ad apprezzare le sue “doti”… attoriali. Soprattutto perché Catherine da tempo non gira un cazzo ma continua a far la bella vita, mantenuta da questo mezzo matusalemme che, credo, creperà prima del padre.

Oh, per la Madonna. Sapete che Kirk, il prossimo Dicembre, compirà 102 anni?!

Cristo, questo Spartacus, nonostante sia completamente rimbecillito, ha una scorza durissima. Non schiatta mai, Dio Cristo!

Sì, Sharon illanguidì il pisellino di Michaelino e gl’irrobustì tutto il muscolino. Spingendolo… ad amplessi ginnici che nemmeno un trapezista del circo…

Di mio, posso dire che negli ultimi anni ho attraversato tutte le fasi sessuali, ingigantendolo talvolta e rimpicciolendomi quasi sempre. Sì, cammino in camuffa per apparire più giovane di quello che, invero, sono…

– Ciao bella, quanti anni mi dai?

– Quasi quaranta.

– Non venticinque?

– No, i venticinquenni non mi piacciono.

 

Sì, una strategia totalmente bieca eppur efficace. Perché la donna matura necessità dell’anagrafe da uomo “duro”, temprato dalla solitudine, dalle sfighe immani, la donna infermieristica addolcisce, allieva e cura le ferite dell’animo affranto, infranto, spesso regredito da infante, lo coccola e tira su…

Mi son sempre piaciute le donne più grandi di me. Un tempo, non potevo averle eppure, nella concupiscenza purissima di masturbazioni dolcissime, già le bramavo, a me le stringevo in fremiti di vasi dilatatori rigidamente poderosi. Sognando di giacervi d’armoniosa potenza focosa.

Al che, come in Monsieur Verdoux e, chaplinianamente, anche come Il monello, offrii il mio “orfanello”, cresciuto a traumi e batoste devastanti, a milf che potessero rendermi svuotato… completamente.

Sì, le milf mi hanno sempre attizzato notevolmente. Le pornostar che oggi preferisco hanno 40 anni, giù di lì, ma anche quando avevo vent’anni guardavo a quelle che ne avevano il doppio.

Oggi, le donne mi dicono che ho una voce da doppiatore ma con loro faccio doppiette senza praticarmi il doping.

Le donne, sapete, sono molto complicate. Soprattutto qua in Italia, patria del cattolicesimo più borghesemente fariseo.

Tutte innalzano in gloria la parola amore e affermano di non fare mai sesso. Che è peccato! Loro fanno all’amore. E lo fanno solo con chi s’innamorano, anzi, se sono innamorate.

Ad esempio, una su Instagram, ogni sera inserisce foto di nuovi uomini che gliel’hanno inserito…

La contatto:

– Posso essere immortalato nel tuo nuovo selfie?

– Cioè? Vuoi scopare con me? E poi vuoi che ci facciamo la foto assieme, ancora sudati e fradici, coi cuoricini e gli hashtag della minchia?

– No, voglio che mi ami.

– Io amo tutti e non amo nessuno.

– Cioè, sei una zoccola.

– Come ti permetti? Porco!

 

Sì, io sono troppo sfacciatamente sincero. Molte donne ambiscono a ciò che in mezzo alle mie gambe sta e s’inalbera con durezza, resistenza, quantità e qualità. Eppur sono pudiche e ci girano attorno con panegirici che sfiancherebbero anche uno stallone di razza. Anche Woody Allen, con queste italiche catto-borghesi, perderebbe la pazienza.

– Sono affascinata dalla tua mente. È sensibile, delicata, mi stimola, mi piace parlare con te. Sei affascinante, voglio scoprirti, sentirti dentro, capire che mi capisci, entrare in sintonia con la tua anima. Adoro stuzzicarti, provocarti, invogliarti e forse anche incupirti.

– Concupirmi, semmai.

– No, proprio incupirti. L’uomo cupo è un po’ lupo, l’uomo cupo non pensa solo a come ficcarlo in ogni mio buco, egli è il re del bosco… della fantasia. E con lui viaggio nel romanticismo più bello, sereno, più zuccherato e prelibato. È magnifico quando un uomo ti rende fiera di essere donna.

Donna non significa fare l’avvocatessa cazzuta, ma godere della propria innata sensualità, dei propri sogni, del proprio scrigno segreto, del proprio giardino fiorito. E tu sei un grande giardiniere.

– Sì, come Benicio Del Toro di Uova d’oro.

– Non ho visto quel film. Benicio, in quel film, che faceva? Regalava rose e mazzolini di fiori alla sua bella?

– No, regalava a tutte il suo grosso uccello.

– Che schifo! Tu saresti così?

– No, ma non sono neanche uno che, il fine settimana, ti porta a visitare i castelli medioevali e le abbazie, chiamandoti principessina.

– Allora sei una merda.

– Sì, e tu sei una che non scopa da parecchio. Via dai coglioni! Su Sky stasera danno il film La Sirenetta. Fottitelo!

 

Sì, le donne finto-monache, troppo idealisticamente romantiche, sono sempre depresse, frustrate, insopportabili. Te la danno dopo che t’hanno già rotto u cazz’!

Ma non vanno bene neanche quelle super gnocche. Per via del fatto che sanno di scatenarti un’erezione netta dopo tre secondi, semmai te la rifilano pure, tanto per provare esperienze diverse ma, se non hai il conto in banca a cinquemila zeri…, ti dicono addio e ti mandano a fanculo dopo l’orgasmo squallidissimo.

Be’, però te la sei fatta soprattutto, soprattutto sotto… nelle mutande. Sì, con donne così, state attenti a non venire ancor prima di fumare la sigaretta.

Di mio, sono un uomo da tre massime, da me stesso coniate:

la vita di un ruffiano e paraculo è come un ottimo gelato al limone. Leccando, finisce col retrogusto rancido e amaro in bocca.

La vita di un uomo medio è una continua balla che si racconta, quella della donna media è quella di una che vuole solo balle…

La vita dei grandi uomini e delle grandi donne, comunque, è una stronzata lo stesso.

In fondo, cos’è la vita?

Quando sei bambino credi che i camionisti guidino veicoli speciali che diventano fighe macchine da guerra come in Transformers. Quando sei adolescente, se sei figlio di genitori fintamente di sinistra, studi per far piacere a chi t’ha messo al mondo, parli per frasi fatte e retorica a volontà, e aspetti il sabato sera per sfogarti sessualmente con una scema più decerebrata di te. Sognando di essere una rock star.

Ben che ti vada, farai il giornalista e ti pagheranno per magnificare film orribili. Rinneghi ogni tuo valore ma devi pure tirare a campare.

Una volta che arrivi… hai un lavoro economicamente importante, guardi i cinepanettoni per farti du’ risate, ché domani hai troppe responsabilità, e non ti va di pensar troppo con film “tristi”, umanistici e profondi.

Insomma, a qualsiasi età, è una bella schifezza.

Un’inculata enorme.

L’unica cosa che non ti delude mai è la pizza porcini… e radicchio. Ottima.

Ho detto a Killian che sarei tornato… Non voglio passare per bugiardo!

Ecco, se volete un amico e un amante che vi racconti cagate, è pieno il mondo di fake. Io sono autentico, per questo nessuno/a mi sopporta.

Se uno mi sta antipatico, non lo emargino e calunnio, non lo butto all’inferno perché mi sta sui coglioni. Non lo disprezzo neppure, lascio che faccia la sua vita.

Lezione di vita del maestro.

di Stefano Falotico

Le differenze di età: un uomo di 35 anni è moralmente lecito che stia con una diciottenne?


18 Jun

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Sì, molte persone ambiscono ad essere Dorian Gray. Dorian, sì, il protagonista di uno dei più famosi libri di Oscar Wilde. Dorian pattuisce (pattuisce è bellissimo) qualcosa col Diavolo, al che gli altri invecchiano, com’è normale e fisiologico che sia, lui invece rimane cristallizzato in una perpetua giovinezza. A livello estetico. Il suo viso non accusa i segni del tempo, resta immutabilmente bellissimo, di una bellezza dionisiaca, imperturbabile ed eterna. Ma nell’animo marcisce e spasmodicamente si corrompe. Tutte le donne lo desiderano, attratte dalla sua apparenza alla Johnny Depp. Eppur Dorian in cuor suo è un vecchiaccio malefico, indisponente, vanaglorioso e soprattutto accidioso. Sostanzialmente un mostro.

Una volta dissi a mio nonno che Dorian Gray era uno stronzo ma un gran bel figo e lui mi rispose:

– Stefano, soffri di problemi alla vista?

– Perché, nonno?

– Ah, Dorian Gray era un pezzo di gnoccona inarrivabile. Aveva un paio di gambe e di curve che nemmeno Indianapolis.

– Nonno, sei rincoglionito?

– Stefano, affatto. Guardala in Totò, Peppino e la… malafemmina. Quel povero Teddy Reno viene irretito da quella diavolessa, però lo stesso continua a studiare e a laurearsi, nonostante l’apprensione dei loro zietti. Capito, Teddy? Chiamalo fesso. Con una fessa (fessa, nel dialetto meridionale, significa tocco di ottima vagina…) del genere, anch’io avrei tenuto la testa a posto. Cioè in quella zona di Dorian. Ah ah. Stefano, la donna, come diceva Totò, è mobile e noi ne siamo mobilieri…

 

Sì, Dorian Gray era un’attrice molto bella, almeno per l’epoca, una femminona che ti faceva perdere la testa. Anche se poi, nella realtà, Teddy Reno si sposò con quel cesso inaudito di Rita Pavone…

Di mio, posso dire che più gli anni passano e più divento come Dorian, quello di Wilde. Con la differenza che, oltre a giovarmi fisicamente di una magnifica esteticità da far bagnare le donne anche a dieci chilometri di distanza, la mia anima, anziché liquefarsi nel marciume, diventa ancora più salubre, romantica, purissima come un uccello che, al mattino, allo “squittire” del dì, come si suol dire, dopo notti ingorde con le passerotte, canta sull’albero della cuccagna.

Ora, io non vi vedo niente di male in una relazione fra un trentacinquenne e una maggiorenne che, sino al giorno prima, era una minorenne. Oh, semmai questa è anche una maggiorata e, a maggior ragione, il “volpone” di 35 anni è sano e giusto che si dia da “fare” con una che sa il “fallo”, fatto suo.

Di solito, questo tipo di relazioni non possono sussistere per problemi prettamente logistici. Solitamente, infatti, le persone guardano a quelli o a quelle della loro età. Quindi, una diciottenne se la fila con i suoi coetanei, e può darsi (anche può darla) che, vista l’anagrafe, sia una studentessa appena “maturanda”, a proposito di maturità, e dunque desideri accoppiarsi con gente universitaria.

Ma ciò è vero soltanto in parte. Si dice che le donne, sessualmente, maturino più in fretta degli uomini. Sì, certamente… se sono come Laura, ex mia compagna delle scuole medie. Tutti noi studenti “medi” la corteggiavamo, perché a cosce codesta era un fenomeno. Ma lei voleva crescere… e, fra una lezione di Rivoluzione francese con Robespierre e una sulla Guerra dei cent’anni, “assaggiava” quelli di Massimo, meccanico che giocava sempre alla baracchina, leccandola di “gelato al limone” dopo tutto quel sudore in officina, e la “sporcava” di “olio”, e Marco il butterato, edonista palestrato soprattutto dei suoi “quartieri bassi”. Adesso, Laura, dopo tutte queste “dure esperienze”, canta a squarciagola J-Ax ma, comunque, come a quei tempi, già “geriatrici”, va sempre matta per quell’omone di William “Bill” Spencer Jr.

Sì, una donna “beautiful”, sognava la villa a Beverly Hills ma suo marito sta messo peggio di Javier Bardem di Biutiful. Piccola borghesia veramente “cazzuta”.

Di mio, mi piace molto il fotografo francese JR, autore del cortometraggio Ellis con Bob De Niro.

Sì, mentre quest’umanità di puttanazzoni va in giro carnascialesca, brindando alla frivolezza della loro pochezza, io fantasmatico vago per le stanze dei miei ricordi, con carisma à la De Niro ermetico.

Ora, è una società abbastanza ingannevole. Prendiamo questa foto.

Everhard

 

Ma sì, ci sta. Eccome se ci sta… la diciottenne, in piena crisi tardo-adolescenziale, stufa di condividere le sue emozioni con babbei della sua età, stravolti da turbamenti nerd, si mette con uno che ha il doppio della sua età. Perché lui sa… e la protegge. Soprattutto coi soldi.

Quindi, basta coi moralismi.

– Stefano, ma tu non sei invidioso se un vecchio sta con una giovane figona?

– No, gli invidiosi sono dei poveretti. Beato lui…
Nella vita, c’è chi prende il Sole, sperando di diventare più sexy, un idiota, c’è chi prende la sola…, chi invece piglia Lucila Solá. E chi, come Leo DiCaprio, sta con la figlia. Morrone, una che ti svuota i maroni…

Di mio, mi andrebbero bene entrambe. Non mi farei troppi “problemi”… e paranoie.

 

Ho detto tutto.

Secondo voi, perché Totò, come me, si faceva chiamare il Principe? Secondo voi, perché Totò, come me, si faceva chiamare il Principe? Non solo per motivi dinastici. Perché era oltre le piccinerie, i pettegolezzi, le cattiverie e le stronzate da nani.

 

 

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di Stefano Falotico

Non tutti nascono Tom Hardy, molti si danno all’hard, i più al lardo


24 Apr

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Eh sì, “spinge” questo Tom di Venom. Anche se il regista non mi convince, Ruben Fleischer.

E non mi convince neanche Adriano Giannini come doppiatore italiano dell’Hardy. La sua voce, presa in prestito dal padre, e ringiovanita per differenza sua anagrafica, è crespa, pare quella di un Rust Cohle strizzato per le palle, e si ostinano ad affibbiargli Hardy che non gli appartiene.

Sì, Hardy piace tantissimo ai giovani. È tosto, cazzuto, un mezzo uomo borderline, un orso buono, probabilmente uno che, se vede un’hostess in minigonna, sa come farla “volare alto” senza bisogno di citarle qualche filosofo russo. Hardy incarna tutto ciò che un nerd medio non potrà mai essere. Il nerd è acculturatissimo, ogni giorno sbanda cervelloticamente di qua e di là ma poi, come Yotobi, sta sempre in pantofole con un’espressione fantozziana degna di una sorte migliore. Quella che i suoi genitori speravano avesse. Perché lo volevano pezzo grosso dell’alta società, e invece lo vedono “smanettare” giorno e notte sui Blu-ray e sui giochi della Playstation. E non sanno darsi pace. Ma come? Era un ragazzo così intelligente, doveva avere un futuro migliore, più soddisfacente. Più puttanazzone. Sì, poteva essere amico di Berlusconi, e invece ora è un mezzo sinistroide anarchico che non vota Salvini perché fascista, non votò Renzi perché pinocchiesco, e neppure 5 Stelle perché non nutre rivendicazioni sociali, sì, è mezzo disoccupato ma gli va benissimo così. I suoi coetanei son belli che sistemati, con un gruzzoletto mica male in banca, invece nostro figlio sta sperperando i migliori della sua vita a celebrare videoludiche virtualità, senza esperire neanche la materia prima che rende l’uomo “decoroso”. Cioè la figa. Sì, nostro figlio dovrebbe scopare più spesso, invece nella sua camera abbiamo rinvenuto dei film con Brandi Love, oh mio Dio, che vergogna! Anche onanista amante delle Milf, che schifo! È un degenerato, un pusillanime verso noi che gli abbiamo dato il nostro cuore e lui invece ci ha traditi con la più squallida stronza perché a lui così tira il culo… roba da matti! Sì, portiamolo da uno psichiatra, va corretto prima che sia troppo tardi, indirizzato alla rettitudine morale, e presto deve trovarsi un lavoro che faccia onore al nostro casato. Non può, è inammissibile, starsene sempre incassato, così soltanto umiliazioni incasserà. Quanto ci fa incazzare! Noi non lo capiamo. Deve svegliarsi e darsi una mossa! Ma non può stare con quelli della sua età a ubriacarsi, a fottersi qualche scema, insomma, non può godersela? Ci pare Victor Frankenstein della versione di Kenneth Branagh. Dove pensa di arrivare? Povero illuso. Che pena!

Eh sì, cari nerd, Tom Hardy è un warrior che rappresenta tutto quello che avete sempre sognato di essere e invece non sarete mai. Però tifate per lui, vi emoziona da morire questo mad max furioso, questo “badass” che sa il fatto suo. Sì, ruvido, grezzo, che non sai mai se ha la pancetta da birra o addominali troppo sviluppati. Sì, che look sbarazzino, da figlio di quella gran troia. Vai Tom, sei un mito! Gigante!

Di mio, non sono né Tom Hardy né uno da hard. Con voi, come lo sono sempre stato, devo essere schietto. Sì, qualche “filmetto” non propriamente da Oscar sulla mensola sta. Materiale “duro” che può sempre far comodo quando la depressione è talmente profonda e sei talmente moralmente integerrimo che non vuoi nessuna zoccola fra le palle, ma “tirartela” un po’… non farà crescere la tua autostima eppur ti darà 30 secondi orgasmici di “felicità”.

Invero, sono come Marlon Brando/Moreau. Esco di casa e benedico l’umanità di scimmie.

Perché io non lecco nessuno, non desidero bastarde leccatine, e me ne sto per i cazzi miei.

Poi la gente parla alle (s)palle. Me ne fotto! Hanno il prosciutto sugli occhi oltre che fra i denti. Insomma, il genio non si batte. Tu sarai pure ingegnere ma ogni lunedì sera guardi Montalbano. Sai che vita…

Molto meglio la mia, che mangia le banane. Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Lei mi provocò ma continuai a bere acqua Uliveto


17 Feb

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Quello che può fare un uomo possono farlo tutti.

(Charles Morse, ovvero Anthony Hopkins in The Edge, scritto da David Mamet)

 

Sì, molta gente preferisce lentamente morire nell’anima. Così, si trovano un lavoretto che possa tenerli occupati per metà della giornata “diurna”, poi aspettano di andare alle urne, perché s’illudono davvero che quattro politicanti possano salvarli da esistenze tristissime, con le idee “giuste”. Fai la scelta giusta, come sostiene quella voce indisponente di Pasquale Anselmo, doppiatore storico di Nicolas Cage e John Turturro, nella pubblicità del supermercato. Quale? Non state a domandarmelo, non me lo ricordo, passava per radio ma, ascoltandola, non venni “irradiato” dalla persuasiva dizione schiacciata dell’Anselmo. Uno che, sentendolo appunto, mai avrei pensato fosse dell’anno 1958, anche se a dire il vero Nic Cage non è che poi sia molto più giovane. Alcune voci si addicono. Sì, alla fine quella di Anselmo calza a pennello per quella del Cage. Se sentirete la voce del Cage in originale, capirete che è sufficientemente profonda per fargli credere di essere un attore serio e impegnato, ma da noi, grazie proprio ad Anselmo, ha assunto sfumature davvero congeniali alla tipologia di attore che Nic incarna. Poco melodiosa, da squinternato, adatta al suo overacting, nevrotica, titubante, perfetta per un imbranato coi muscoli e la gobba. Sì, Nic Cage ha la gobba, non so se l’avevate notato.

Ma torniamo a me. Fra tutte le cose che non ho imparato mai a fare, far la spesa rientra fra queste. Come? Direte e penserete voi. Alla tua età, non sai far la spesa? Ma è assurdo! Sì, infatti appartiene alle tante cose apparentemente inconcepibili della mia persona. Sino ad ora c’è sempre stato qualcuno che l’ha fatta per me. Quando non ci sarà più, capirò che dovrò sprecare un’ora-due, anche di più forse, a settimana alla Coop o all’Esselunga. Adesso sostengono che si possa fare online.

Sì, è un mondo per il quale sono adattissimo… quello odierno. La gente, alla compagnia sociale, che sa solo condizionarti e circuirti nelle sue idiozie e nella sua frivolezza sconcia, oggi preferisce guardare i film su Netflix. E fa bene. Sì, l’altro giorno sono andato al cinema a vedere l’ultimo film di Eastwood e un’anziana signora voleva sedersi al posto mio. Invero, lì al The Space “numerano” i posti e, in effetti, avevo occupato il posto “ordinato” da quella donna. Ma le luci erano spente, il film stava per iniziare e le dissi che, per via dell’età, aveva letto male la scritta sul suo biglietto e che doveva sedersi da un’altra parte. Lei mi disse che, al buio, adesso non riusciva più a leggere il n. del suo posto, e io le dissi di sedersi dove cazzo le pareva, basta che non mi rovinasse l’incipit di Eastwood. Eastwood è maestro degli inizi, e il logo oscurato-“ceruleo” della Warner Bros è un suo marchio di fabbrica che già t’immerge nell’atmosfera crepuscolare delle sue pellicole. Tornando alla vecchia, aveva la cataratta.

Ora, è arrivato a casa il Blu-ray di Ronin con tutti i contenuti speciali, che guarderò su YouTube perché non mi va di scartarlo e lo lascerò “illeso” dalla polvere. Non so se, dalla fotografia scattata, si nota anche la smorfia quasi grandguignolesca di De Niro in The Comedian. Unico film della sua filmografia che, assieme ad Hands of Stone, nessuno si decide a distribuire qui in Italia, forse perché demotivato dal fatto che entrambi i suddetti film negli Stati Uniti sono stati un sonoro flop e non li ha visti quasi nessuno.

Sì, oggi mi sento allegro, festante anche se credo che, pur essendo sabato sera, starò a casa, meditando sulla vita di Picasso e riflettendo se fu meglio nei suoi panni sempre l’Hopkins nel film di Ivory o lo sarà di più Banderas. Quesito da Genius. Antonio, un desperado che stimo “a prescindere” perché sta ancora con Melanie Griffith, donna che sino a quindici anni fa mi sarei bombato e adesso mi par una strega di Eastwick. D’altronde, lui è esperto di donne sull’orlo della crisi di nervi. Infatti, divenne il testimonial della Mulino Bianco perché sapeva che Melanie oramai non è più donna in carriera ma mangia solo i Saccottini del suo botulino. Deve consolare la gallinella…

Sì, ero di là in cucina e immaginai una milfona che accavallava le gambe per eccitarmi. Con grande aplomb, senza “darglielo” nell’occhio, continuai a riempirmi il bicchiere di acqua Uliveto e stimolai la sua diuresi di mandarmi a fanculo.

Sì, la mia faccia di cazzo sa… che preferirò sempre conoscere quale sarà il prossimo film con De Niro piuttosto di “sistemarmi” con una puttana.

 

Forza, uomini di ogni razza e religione, ballate.

Scambiatevi un segno di pace anche se siete degli incapaci e scopatevi Noomi Rapace.

SOMETHING WILD, Melanie Griffith, 1986, (c) Orion

SOMETHING WILD, Melanie Griffith, 1986, (c) Orion

 

di Stefano Falotico

 

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di Stefano Falotico

Cercasi milfona bionda


08 Feb

Ma chi è questa modella cinquantenne assolutamente sexy?

Sexy mature woman relaxing

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Europei 2012: italiani contro le “spagnole”, per “pere” al vento e “schizzi” di “Birra Peroni”


01 Jul

 

“Scopami” e Lei non si pentirà!

Ah, diamine, sono Io qui il Maestro.
Tutta questa massa di donnicciole, coi loro accavallamenti che son solo “cavillo legale” di gambe che “depilano” l’amaro dei vostri giorni frustranti, livorosamente nel “lavorativamente” che domani “ti” sarà più “clementina”, fiori di rosa e bocche di “pesco”.
Travisando un De André di cui, come al solito, avete frainteso il romanticismo a favor del “puttanesimo” delle vostre festicciole.

Sì, li tramortii proprio quando credettero che stessi “tramontando”, stiano buoni a cuccia e, alla prossima “parolina” impertinente, fuori dall’uscio del loro vaso, che pisciò un po’ “debordando” d’offese ripugnanti, ad aspettarli ci sarà un Kalashnikov formato pugno “frantuma dentini da castoro” e compagnia bella…

Di quelle serpi che stanai e a cui sparai reiterando d’altre “mitragliate” se oseranno, ancora, infestare la proprietà privata della mia anima, con le loro “licenze di uccidere” e l'”arma convenzionale” della “dotta saccenza punitiva”.

Gente da sbattere in manicomio criminale, relegare in uno stanzino, e poi gettar le chiave, dando in pasto il loro corpo a tutta l'”ammenda” delle loro colpe e dei complessi adolescenziali inguaribili di cui patiranno sempre per limitata concezione delle loro “argute” deduzioni, banali e superficiali come una prostituta in alto mare.

La conosco quella lì. Per tutta la sua infima, miserissima vita, s’è spacciata per un’intellettuale. Sì, della manina “intinta” nell’acqua benedetta alla Domenica, e poi a stilar note ai “maledetti” della sua scuolaccia, “sculacciante”, di Vicolo Miracoli, perché non ha mai tollerato i Rusty selvaggi.
E ne tarpò le ali, obliterando loro un biglietto di non ritorno per suicidi annunciati.

Be’, questa qui, anni fa, incontrò uno che, certo, non si lasciò intimorire dalle sue unghie smaltate e dalle sue urla da menestrella delle minestre “calde”. Calde quanto il marito che non “la” inforna.
Quel panzone viscido e “autoritario” che spezzò le redini ai figli, “educandoli” al “buonismo” più autoingannatorio.

– Figli miei, prima laureatevi e poi potrete soddisfare le vostre ambizioni. Avrete carta bianca.

Sì, il nostro Balanzone aveva le idee “chiare” su come si diventa dei buffoni con tanto di “attestato”.

Come no…, così si son giocati tutta la giovinezza a imparar le pappardelle, raggiungendo i trent’anni in piena “maturità” cinica.
Potremmo prenotare loro un viaggio per Seattle o porger loro un bacino sulla fronte per buttarli giù dalle Due Torri, questi nostri asinelli tanto “pendolari” di stronzate e cattiva s(c)emenza?

Ma no, la cattiveria non alberga in me, posso solo sperare che non si ammazzino troppo presto e che soffrano, con molta “cautela”, di tutto il Male che inflissero per “pura” delizia del loro “palato”.
Oggi più molle e “piallato” dei loro cervellini appiattiti.

Dunque, aspettando il gran finale col “botto” (ai loro fegati), mi godrò con qualche Donna nobile la finalona di stasera, fra un tifo per la nostra Nazionale di canto “mamelico” e la mia “mascella” fra venti mamme(lle).

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  2.  Mystic River (2003)
  3.  Le ragazze di Piazza di Spagna (1952)
  4.  Vicky Cristina Barcelona (2008)
  5.  Compagni di scuola (1988)

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