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Basta con melensaggini come A Star is Born, coi “piani” di Moretti, rivogliamo RoboCop di Verhoeven e non cloni addolciti, e io sistemo il mio Carpenter


12 Oct

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Eh sì

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

Sì, è stata una giornata impegnativa quella di ieri per il sottoscritto. Io sono come una macchina, anche da scrivere, sebbene usi una tastiera ergonomica. Una volta che parto in propulsione, non mi fermo più.

Al che ho lavorato come un dannato. Dalle otto di mattina a mezzanotte, fumando tre pacchetti di sigarette.

Ieri mattina, mi son accorto in ritardo, con mio sommo dispiacere, che il mio libro su Carpenter, oltre a qualche inesattezza nell’impaginato, come vi riferii nello scritto delle scorse ore, aveva due refusi. Ma, più che refusi, 2 lapsus. Cioè quegli errori che in verità non sono errori veri e propri ma distrazioni della mente, ché ti gioca scherzi che poi creano questi disguidi.

Al che, puntigliosamente, ho corretto sia il file Kindle, aggiornando la pubblicazione su Amazon, sia l’eBook, intervenendo in maniera “amanuense” sul formato, e ovviamente il cartaceo, puro fiore all’occhiello di questo pregiato, insostituibile libro. Sì, lo è, con buona pace degli invidiosi. E di chi vuole negar sempre l’evidenza della mia bravura.

Nella recensione di Grosso guaio a Chinatown, all’inizio ho scritto Jake Burton al posto di Jack. Mentre, naturalmente, da tutte le altre parti nome e cognome erano esatti. Non è la prima volta che mi succede. Mi pare, se non ricordo male, di avervi già detto che sbagliai il nome del mitico Kurt Russell di Big Trouble… Non un grosso guaio, comunque, basta cambiare due lettere e rispedire il file a Youcanprint, attraverso l’apposito form MODIFICA. E sostituiranno il primo ePub con quello revisionato. Stesso discorso dicasi per il cartaceo.

Ma non era l’unica svista. Anche nella recensione de La cosa, prima scrivevo che è ambientato in Antartide e, due righe sotto, dicevo che l’azione si svolge al Polo Nord. Il Polo Nord è l’Artide. E nemmeno il mio correttore di bozze se n’è accorto. Di solito queste importanti inezie le capta al volo. Ma stavolta la svista gli è passata inosservata. Avevo fatto confusione col racconto da cui è tratto e soprattutto col film originale del ‘51. In cui l’ambientazione è l’Alaska.

Di mio, sono spesso depresso bipolare e alle volte mi stabilizzo nell’equatore del mio centro di gravità permanente alla Battiato.

No problem, basta togliere Nord, inserire Sud e rimandare, come per la versione eBook, il file. In 7-10 giorni lavorativi, sarà tutto aggiustato. Così, se voleste comprare il mio libro, vi stamperanno l’edizione perfetta.

Poi, ho tradotto tutto il testo in inglese, con un’accortezza millimetrica. Ora, mi toccherà solo limare i dettagli.

Detto questo, dopo questo lungo preambolo e il mio tour de force impressionante, del quale non vi sbatte un cazzo, passiamo ad A Star is Born.

Secondo me, se siete adolescenti che sognano una col culo di Lady Gaga, può emozionarvi. Se siete già cresciutelli e volete lo stesso qualcosa di dolce, trovate una bancarella e ordinate dello zucchero filato.

Siamo stanchi di questi film zuccherosi, che leccano il culo all’Academy.

È stato annunciato anche il nuovo film di Moretti, Tre piani.

Dopo aver interpretato la parte dello psicoterapeuta ne La stanza del figlio che salva Accorsi e Orlando ma non riesce invece a elaborare il suo di lutto, dopo lo psicanalista Brezzi in Habemus Papam, adesso pure questa menata: Centrale nel romanzo è la teoria di Freud. Le tre famiglie riflettono infatti le tre diverse istanze freudiane della personalità: Es, Io e Super-Io.

Sì, Mulholland Drive, in maniera inconsciamente più junghiana e onirica, aveva già detto tutto. Ah ah.

Ecco, appunto. La dovreste finire di romperci i coglioni con questi film falsamente sentimentali per ragazzine sceme, con queste disamine psichiatriche, con questa società malata di nevrotici che danno di matto.

Rivedete RoboCop di Verhoeven. Alla fine deraglia verso una violenza abbastanza insostenibile ed eccessiva ma è comunque meglio di molti di voi, asinacci che ragliano.

Ché andate a vedere film buonisti, consolatori.

Ma sì, dai, la mia prossima monografia sarà su Verhoeven. Perché no?

Capace che la psicologa bisessuale Tramell, quel pezzo di figona da montare subito di Sharon Stone, voglia conoscermi e io le dirò: – No, grazie. Trent’anni fa, sarei stato con te un lupo come Michael Douglas. Adesso sei vecchia. Al massimo, posso darti una leccatina.

La dovremmo finire con questo Cinema ipocrita, ruffiano e per donnette.

C’è solo un uomo che conosce il Cinema meglio di Scorsese. E quello sono io. Un uomo gelato, poi semifreddo, da leccare come la crema e il cioccolato. Perché sono uomo che si scioglie nella tua bocca, in quanto vero e duro, senza aggiunta di coloranti.

Sì, potrei stupirvi con special effects, invece rimango un uomo che ama gli affetti speciali.

Un classico…

E finitela con psichiatrie, idiozie e puttanate, miei uomini malati di mente.

Volete cambiare la vostra vita?

Riguardate il sogno de Il signore del male…

This is not a dream… not a dream. We are using your brain’s electrical system as a receiver. We are unable to transmit through conscious neural interference. You are receiving this broadcast as a dream. We are transmitting from the year one, nine, nine, nine. You are receiving this broadcast in order to alter the events you are seeing. Our technology has not developed a transmitter strong enough to reach your conscious state of awareness, but this is not a dream. You are seeing what is actually occurring for the purpose of causality violation…

 

di Stefano Faloticopasto_06

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