Archive for September, 2015

Robert De Niro mangia i bucatini e gli gnocchi alla romana


07 Sep

Anche i miti(ci) della Cinematografia mondiale mangiano ruminando e, come dicono a Roma, ciancicando!

I Fratelli Stellari presentano “50 sfumature di alieno”


07 Sep

2cop-50-sfumat-pic

Edito in cartaceo, eBook e Kindle dalla Youcanprint.

Benvenuti nella nostra unica e inimitabile navicella. Una navicella che, eccelsa, sorvola linda degli splendidi, incontaminati lidi e, sempre più limpida, fluorescente, si mescola al color al(a)to degl’intrepidi sogni, planando lib(e)rante tra fiorite e rosee, fulgide galassie.

I Fratelli Stellari son un gruppo d’avventurose persone che, senza (s)prezzo del pericolo, si riuniscono a (s)cadenze (ir)regolari per far sì che la lor passione comune per la Letteratura prenda il volo e il “volto” in libri di rinomata, divertita fattura.

Essi dispensano Cultura non da dispense, non soppesano metodicamente tristi le parole, non “si ponderano” ma, a briglia sciolta, lascian che la vividezze delle lor ribalde invenzioni fantasmagoriche, gotiche o barocche, pittate di dinamismo e astr(azion)i, assumano i contorni, senza tornii, della concretezza vivifica delle lor creative, pindariche raccolte.

Oggi, per radio, ho sentito che i Duran Duran hanno affermato che viviamo in un tempo ove la “cultura”, (pres)unta tale, è solo un patetico buffet. Cioè, la gente prende un po’ di qua e di là informazioni nozionistiche piatte e si fa scudo di citazionismi facebookiani, ma non assimila, né la Cultura vera interiorizza, non ne fa cioè pura esperienza dell’anima profumata e profonda!

Eh già.

Noi, Fratelli Stellari, abbiam invece saggiamente e raggianti già superato i confini limitanti della cultura “didattica”, scolastica, annacquata in schematismi futili e inutili, abbiam sconfitto i retorici (in)dott(rinament)i. Per sposare i cieli della perpetua immaginazione favolistica, noi, quindi, propaghiamo Cultura di C maiuscola, tale perché scevra da condizionamenti (ba)lordi e da rigide, vetuste regole dello scriver “bene”.

Noi doniamo, allegramente, spensieratezza, vivacità, regaliamo fantasia agli spazi vuoti della sterile umanità odierna, riempiamo con “folclore” e pittoresco ardore i buchi neri degli uomini scuri, affinché essi risplendano entusiasti della vita dopo le nostre serie ma giammai “seriose” narrazioni.

Di “mio”, in questa raccolta ho inserito tre miei racconti che qui non copia-incollerò per d(i)ritto di copyright.

Posso solo “auto-biografizzarmi” così: Falotico alien

Stefano Falotico sfoggia un nome da Mart(ir)e e un cognome balzano, perché questi sono omen con il suo significato/nte, cioè esattamente come lui: fantastico, bizzarro, stravagante. Étienne Falotique (ecco il suo vero nome) è un ufficiale qualificato per tutte le manovre occulte e di camouflage, nato su un pianeta dell’oscura Costellazione della Fenice; ha pubblicato molte opere di poesia e narrativa, in vendita nelle maggiori librerie della galassia.

L’autore si dichiara “Principe Pagliaccio” nonché spaziante maestro dall’anima intergalattica, funambolica e flamboyant… Sì, Falotique è un artista sideralmente faloticante! Si desta allo squillar delle te(r)se albe e assaggia le prime candide rugiade, quindi indossa il suo mantello da Superman e volteggia per ogni dove come un menestrello canterino che st(r)inge la mano a tutti gli allegri viandanti delle stelle… insaporendo la vita con il suo scibile poetico.

 

Un pezzo del sottoscritto!

 

The Intern TV Spot from Warner Bros


07 Sep

Invero la Warner, pubblicizzando molto questo film, ne sta sparando parecchi. Di filmati pubblicitari.
Ne metterò solo uno, quello più fresco, di poche ore fa.

the intern de niro

Johnny Depp, l’ultimo ganster V Johnny Bepp’, l’ultimo dei (mohi)cani


06 Sep

johnny-depp-ingrassato2

Sì, Depp fu public enemy nel capolavoro sottovalutato di Mann Michael. E già m’apparse, in alcune sequenze, rotondetto di zigomi rimpolpati, quando parla con Marion Cotillard e nelle orecchie le riferisce il suo amore.

A Venezia, come i social network sfottenti sanno, è apparso fuori forma, extralarge, smodatamente grassoccio e di sospetto doppio mento sotto “braciola” di Amber Heard che, fra un bacetto e una lingua agli orecchini, le porgeva “carne” bona per i riflettori “bolliti” dei riflettori amplificanti la panza dissimulata nello smoking.

Ma l’attore feticcio di Tim Burton se ne “fotte”. Lascia che il suo compianto amico Marlon Brando degli anni suoi più lardosi, da lassù, lo benedica, regalandogli salsicce a “voluttà”.

Quella zoccola di Selvaggia Lucarelli ha incolpato la Heard, colpevole a suo “dire” d’aver troppo “viziato” Johnny.

Stia zitta quella tettona barona, capace di accattivarsi le simpatie aprendo il body fra un ammiccamento leccaculo e un’altra “furbetta”. Vada, come molte donne “arrivate” grazie al “darla”, sui viali, anziché spacciarsi per blogger e giornalista.

Comunque sia, in questo mondo impazzito, ove anche i sex symbol non son più quelli d’una volta, l’unico uomo che regge è Johnny Bepp’.

Uno che si sveglia alla mattina, urla “Lavoratori!” con tanto di scoreggia e pernacchio, e vitelloneggia, sì. en plein forme.

Non preoccupandosi delle (dis)occupazioni e sorbendosi un altro cappuccino, a cui insegna la morale (anti)cattolica su sa(gg)io del suo fanculo netto in trenta etti, no, secondi nati Vergine e non di Bilancia.

 

di Stefano Falotico

04054229 WBL207_070.tifJohnny Depp

Falotico Ste(fano), forse Verdone Carlo, Depp Johnny, De Niro Bob e/o Cage Nic


06 Sep

Carmelo Bene sosteneva che il genio fa quel che può, io “lo” sostengo che in quanto genio me la faccio… sotto e pure sopra


06 Sep

CarmeloBene

 

Stamattina, domenica settembrina, a distanza di una sola settimana dal mio trentaseiesimo compleanno, in preda a ormoni non sedati, vicino alla scrivania seduto, ho contattato di poco tatto una donna che, sinceramente, vorrei scoparmi. Senza “dare nell’occhio”, via chat di Facebook, le ho chiesto gentilmente se s’era svegliata a “gonfie vele”. Lei ha risposto di sì. Al che, sono andato giù p(r)es(s)ante, stimolandola ancora fra le lenzuola.

– Cara, avrei urgente, “ungente” (bi)sogno che tu mi mandassi un paio di foto di te (s)coperta. Si può fare? Dai, cara, anche se mi manca la “carta”… ho finito i (fazzo)letti.

– Come ti permetti? Son cos(c)e da chiedere a una damigella di prima mattina?

– Sì, chiedo questo e “altro”. Lo voglio in te al(a)to, “permeato”, “adombrato”, incuneato, “introiettato”, fottuto/a. Su, fammi… il piacere.

– Lurido! Io non mando foto nude al primo che capita! Capito? Caspita!

– Sono un lordo, non un lord. Lo(r)dalo! Sei pudica e invece dovre(st)i scoprirti in ogni sen(s)o.

– Fai schifo, merda! Vaffanculo!

– Ecco, è “lì” che vorrei andare. Mettiti a novanta. Sii il mio “van(t)o”. Il mio divano, il mio ano.

 

di Stefano Falotico

Fukunaga, meglio le fave di FUCA, meglio la FIGA!


06 Sep

beasts_of_no_nation_xlg

Ho da sempre creduto, in cuor mio profondo, guai a dirlo, che True Detective di Fukunaga fosse la più sopravvalutata stronzata del nuovo millennio.
Il nuovo film di Cary, passato a Venezia, recensito con pessimo e una stelletta miserissima da Mereghetti, sancisce definitivamente il fatto che Fukunaga è un bluff colossale.
Ne ha, come si suol dire, ancora pagnotte da magnare.
Ripeto, prima di definire grandi i registi, dopo due/tre colpi, aspettate.
Non lanciatevi in facili entusiasmi, frutto solo del momento esaltante.
I veri geni sono altri.

E ricordate, bastano 9 Euro al mese per save the children.

Il resto è retorica disgustosa.

di Stefano Falotico

Bello & ballo, brutto e (imb)ratto, imbranato ma sa il Falò suo


06 Sep

Festival di Venezia 2015: Johnny Depp V Johnny Bepp’, il fascino del maledetto ingrassato contro il faccino del beniamino stempiato


05 Sep

Johnny+Depp+Black+Mass+Premiere+72nd+Venice+SJHvBPKQhKLlJohnny Bepp

In laguna, ieri, è approdato Johnny Depp. Fan in delirio, come si suol dire. Invece, di mio, sono The Fan in De Niro, per via della vaga somiglianza con Robert.

I critici hanno semi-stroncato la pellicola con Depp, definendo la sua interpretazione “rigida”, fissa, mono-espressiva nonostante il trucco pazzesco. Il film di Scott Cooper è un’altra versione mediocre e sui generis di Goodfellas…

Inoltre, le malelingue hanno subito notato l’aspetto ingrassato-impomatato-ingessato di Johnny, coi denti d’oro finti, tatuaggi vistosi e tre orecchini da “ricchione”, nonostante fosse accompagnato da quel pezzo dell’Ubalda di Amber Heard, un’altra che, tolta la faccia, è anoressica e un po’ sulla “stronzetta”.

In passer(ell)a, però, è anche passato Johnny Bepp’, uomo che vive in via della Ca’ Bianca e indossa camicette della Champions, verde pisello su “capello” morbido, quasi (s)lavato, leggermente “calvo” ai lati e di qualche chilo in più, ultimamente.

Egli alloggia all’Hotel “Foglia Morta”, a pochi chilometri dall’Excelsior, pensione a due “stalle” e latte scaduto come “primissima” colazione su cornetto dei cornuti.

Il fascino di Johnny Bepp’, molto meno ricco del “vero” Depp, sta tutto nella sottile, appena “pronunciata” presa pel culo. Egli, talvolta alla Christian De Sica, altre volte ammiccante come De Niro beffardo, trascorre la vita nel dolce far niente a tutte le or(g)e, gustando la “beltà” della sua “vaffanculità”.

Johnny Bepp’ ha firmato alcuni autografi e poi si è buttato in mare. Del suo “delfino” ancor non si sa nulla, ma il “mitico” c’è, rimane.

 

di Stefano Falotico

Festival di Venezia 2015: la massa s’ammazza e le donne starnazzano per Johnny Depp di Black Mass


04 Sep

Parto con questa “sparata” premettendo che soffro, con tanto di “certificato” d’un “testa di cazzo” che lo attestò, di “demenza precoce”, son testone, testatissimo ché troppo, da “toccato”, me lo tasto, son un pa(r)tito afflitto insanabil-mente dalla malattia mentale inestirpabile di “schizofrenia” sesquipedale. Quindi, prendete seriamente tal mia sacrosan(t)a verità: il mondo si divide in due categorie, chi ama Johnny Depp e chi vorrebbe essere in mezzo alle sue gambe, per “st(r)apparlo”.

A parte questa “cazzata”, oserei dire, con prosopopea e rinomata autostima, che nessuno scalfirà, che il mio genio è maudit, inaudito, fuori dalla porta(ta) dei comuni mor(t)ali, i quali versan piagnistei per le foto di bambini mor(t)i sulla spiaggia e non pen(s)ano a curare il marito (im)piegato che, dopo essere andato a prender i figli a scuola, rimpolpa tal sistema immorale, andando a mignotte…, che, perché, cosicché, in quanto che(cche)… ho perso il filo del discorso. Datemi un gelato che mi devo rifar la bocca, sbavando per la fig(liol)a di quel bono di tanta “bontà” del Johnny, Amber Heard, da pronunciare “Arde”. La e è muta e la ah ah è troia. Uahah!

Bene, un po’ sovrappeso, con un faccione da completino verde e mocassini da sciroccato fig(li)o di Tim Burton, Depp presenta al Lido Black Mass. La storia di uno che con quella faccia (non) può essere un convincente gangster. Ma mi FACCI(a) il piacere, A PRESCINDERE! Il trucco non fa immedesimazione, ridatemi Donnie Brasco.

Insomma, donne toccate, toccatevi, uomini, “sudatevela”. Paolo Mereghetti scriverà che il film è discreto, possibilmente aumentando la “stelletta” di Depp se il film incasserà, dunque, per non scontentare la massa, darà un voto in più a poster(iori) sul suo “Dizionario” di questo par de pall’. Guarda che occhiaie!

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)