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Com’è bello essere The Punisher e JOKER. Fuori i vecchi, i figli ballano, non vi lascerò come Elias Koteas de La sottile linea rossa


10 Jul

Maria+Sharapova+2014+French+Open+Day+Fifteen+ckAXvA3MPZ8l

Eh sì, vi ricordate cosa disse il capitano Staros/Elias Koteas nel masterpiece di Terrence Malick par excellence? Ovvero, The Thin Red Line?

Eh sì, pusillanimi, voi non avete più memoria di quando io fui più romantico di Richard Gere de I giorni del cielo.

Sì, siate folli, siate affamati, sostenne Steve Jobs. La rabbia giovane!

Siate pasoliniani. Attenzione, però, non citate Pier Paolo solamente quando una strafiga alla Olga Kurylenko di To the Wonder non ve la dà.

Allora, vi consolate, riguardando semmai tutte le palline, no, le registrazioni da (s)battuti sulla terra rossa, a mo’ di Roland Garros, della bionda tennista più sexy di sempre. Vale a dire Maria Sharapova.

Sì, Maria fu ed è ancora talmente bella, sebbene sia ritirata ma di brutto ancora a tutti lo (s)tira, da poter condurre un uomo alla pazzia. Io esagererei… direi tutti. Senz’eccezione alcuna, come si suol dire!

Al che, sapendo che è irraggiungibile, è meglio fare forse il soldato semplice Ben Chaplin, figlio dell’interprete e regista storico de Il monello.

Lo so, non mi fottete. Avete un onore da difendere. Al che, piuttosto di essere sinceri, dicendo che farete i disertori del “Grande Slam”, piuttosto di ammettere che molto v’attizzano i film di Tinto Brass e soprattutto Monella poiché, come appena sopra dettovi, vi tira l’uc… o, come dicono a Bologna, fate i preti a tiramento di culo. I sergenti istruttori. Tirandovela da educatori e da pedagoghi sapientoni!

Ma siete soltanto come il dottor Balanzone, miei panzoni! A voi basta solamente un piatto di tortelloni!

Sì, a Bologna dicono… Quando uno perde la testa. Forse pure qualcos’altro. Quando, cioè, esasperato e schizzato…, compie qualche marachella, miei uomini di Napoli come Pulcinella, miei pulcini come Arlecchino, oh sì, miei burattini veramente lecchini:

– Ma che fai? Sei impazzito? Ti dà ti volta il cervello? Ma che ti tira il culo?

 

Oh, a me tira. Sarò forse Gigi Reder assieme a Lino Banfi di Vieni avanti cretino.

Ma se devo dirla tutta, i miei concittadini felsinei non furono mai moralmente impeccabili come Pasolini. Che poi… anche lui aveva i suoi “accattoni” per cui tirarlo…

Sì, vi conosco, bambagioni. Parafrasando, per l’appunto, Banfi.

Appena le cos(c)e vanno storte e non vi va dritto, no, non ve ne va dritta una, ecco che date di matto e di racchetta. Con colpi di rovescio ove tira il vento. Speriamo che il vento tiri, a mo’ di Quando la moglie va in vacanza, sotto la gonna della Sharapova in versione Marilyn Monroe.

Invece, la moglie del povero disgraziato Ben Chaplin de La sottile linea rossa, eh sì, so io con chi andò mentre lui era in guerra a farsi il mazzo e a combattere una guerra di trincea. Più che altro, per non patire pene… d’amore, se lo tranciò. Ah ah.

Al che un uomo, per sopperire al devastante bombardamento al fegato amaro più debilitante di una compressione psicofarmacologica a base di farmaci assai pesanti come l’Invega, deve riuscire ad amare anche un film inguardabile come Song to Song. Pura trascendenza, no, demenziale scemenza spacciata per genialata del cazzo, appunto.

La dovreste finire, vecchioni di una superata generazione di rimbambiti cafoni e oserei dire coglioni, eh sì, di sgridare i giovani. Dettando pazze istruzioni. Ma chi siete? Anzi, mi correggo, anche vi scoreggio. Credete di essere Robert Duvall di Apocalypse Now?

E ne vogliamo parlare anche di quelli a cui, empaticamente e con enorme pudicizia stimabile ed amabile, confidi qualcosa di più intimo di un boxer e ti rispondono: oh, sarà matto Duvall, certo, ma anche te… fai venir’ du’ pal’…

Anzi, ti dicono esattamente questo: mi stai facendo girare le palline più della Sharapova.

Perché mai, per esempio, detestate il cantante factotum, forse strafatto, Fedez in quanto è un viziato, consigliando invece di adorare il già morto David Bowie? Checché se ne dica, sì, era il Duca Bianco e le sue canzoni toccarono apici più alti del monte Everest ma, diciamocela, anche lui non scherzava, era un drogato marcio.

Fedez piace perché la nostra è una generazione d’idioti. Sì, lo è. Come giovani uomini, va detto senza vergogna né pudore, non valiamo una minchia. Neppure un centimetro del visone… di Chara Ferragni.

Non avremo mai la pelliccia, non potremmo mai curare le nostre ferite dell’anima con una pasticca né ci salveremo se, tagliandoci i polsi, disinfetteremo le palle, no, la pelle con una piccola penicillina. Non avremo la Ferrari, neanche l’omonima Isabella, attrice che comunque, secondo me, è un cesso. Non guideremo come Al Pacino di Scent of a Woman. Ah ah.

Perché, come dicono sempre a Bologna, non abbiamo i “marroni” per recitare in un film di David Cronenberg come Elias Koteas di Crash.

Siamo più “pericolosi” di lui. Eh eh.

Ma ne vogliamo comunque parlare dei cosiddetti, autodefinitisi pateticamente adulti tromboni?

Io so benissimo che, di notte, parlano allo specchio. Da soli. Da veri bruciati vivi che mentono alla loro coscienza pur di non ammettere che sarebbero da manicomio criminale. Sì, parlano con Elias Koteas di Shutter Island. Ah ah.

Sono pure peggio di Michelle Williams. Sempre di Shutter Island. Almeno, il personaggio di Michelle era una troia. Ma che cazzo voleva questa qui? Era sposata all’attore di Titanic ed era stata da lui inseminata. Che le saltò in testa? Perché mai lo inchiappettò, ammazzando i figli che avrebbe voluto Kate Winslet del film di Cameron? Pure quella di Revolutionary Road?! Non mi ricordo, Leo e Kate avevano dei figli in questa pellicola?

Mah, forse lo sa meglio di me quello sciroccato di Michael Shannon. Sì, di Take Shelter. Ché matto, non lo è/fu affatto. Lo sono/furono gli altri. Così come avviene in World Trade Center. Se non fosse stato per il suo intervento, a voglia Nic Cage ad avere le allucinazioni di Cristo, per la madonna!

Ma ne vogliamo parlare del finale di questa appena succitata cagata di Oliver Stone? Cioè, crolla(ro)no le Torri Gemelle, la gente fu arrostita e Nic Cage preparò la grigliata. E vai di cinematografica frittata! A me par(v)e proprio una stronzata, anzi, una porcata peggiore dell’infanticidio della Williams.

Comunque, Serena Williams lo prendeva sempre in culo dalla Sharapova. Quasi sempre. Qualche volta vinse lei. Anzi, spesso. Sì, Serena riuscì laddove molti uomini soltanto se la sognarono…

Sì, Serena la batté, sbattendosene da vera donna a cazzo duro. Chiaro, maschilisti e femministe?

Questi adulti facinorosi vollero ammazzare i loro figli più cari soltanto perché, come Icaro, questi ultimi ambirono ad elevarsi dal porcile generale di chi, da caporale, dettò regole più ferree e stronze di quelle impartite da Lee Ermey di Full Metal Jacket. Ma io sono Matthew Modine oppure Joker? Ah ah.

E quelli e quelle che danno del fallito al prossimo, definendolo misero, tapino e squallido?

Che hanno combinato nella loro vita “straordinaria” da poeti, san(t)i e navigatori? Se non propagare retorica a tutt’andare, se non andare a Teatro ad applaudire quattro imbalsamati da museo delle cere, forse più (s)mascherati dei loro stessi ceroni e cenoni di Capodanno da megadirettori galattici che sbertucciarono Fantozzi pur di ammantarsi della patente di gente colta e raffinata? Io sono Tony Montana! E me ne frego della contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare.

Io ho scritto libri, io parlo di Cinema, io so amare e, come De Niro di Cape Fearfilosofeggio… anche meglio di voi. Gli psichiatri definirebbero quest’atteggiamento mio as piuttosto “sconclusionato e sconnesso”, circoscrivendolo entro la seguente definizione: delirio d’onnipotenza di natura “anormale”, forse da superdotato o da strepitoso ritardato, dovuto a una schizofrenica depressione bipolare… Sì, aggiungo io, di tu’ madre.

Ma come sono messi? Sono affetti da spaesamento. Vivono fuori dalla realtà. Illusi! Anzi, illusionisti. Non mi disilludono. Mentre Billy Russo di The Punisher definirebbe tutto ciò non epocale, bensì pensa… c’era da aspettarselo. E dire che Billy vi mise in guardia, poveri ignorantoni. Miei debosciati guardoni! Sospettosi spioni! Infingardi! Quello è il mio amico, sì, lo fummo. Prima che ci tradimmo a vicenda. E voi, poveri fottuti, desideraste che io finissi peggio di Leo DiCaprio di The Aviator e di Shutter Island.

Preparatevi. Perché fa(ccio) più paura di Stanley Kubrick!

Ecco, ragazzi… se penso alla mia adolescenza, non penso a niente. Poiché non ci fu. Dove cazzò andò non lo so. Comunque, fu sempre meglio di quella di quelli che pensa(ro)no di averla e, giunti alla loro età, non ricorda(ro)no neppure io chi sia, chi potevo essere, chi sarò. Sono il Falò. Ah ah.

Vai di allitterazioni, vai di ripetizioni, vai di calcioni al vostro culone!

Adesso, scusate, devo mangiare un Cucciolone!

E quell’altro che si auto-propugna uomo di falce e martello? Ma è solo una pugnetta.

Sì, come disse Andrea Roncato, bolognese d.o.c. (da non confondere col disturbo ossessivo-compulsivo), è un fallico, no, un fallito. Ci diamo, eh, col martellino…?

Finisco così. Perdonatemi se mi dilungai più di come voi, dinanzi a Maria, lo allunga(s)te. Ancora ve la tirate! Scusatemi, mi sono spinto troppo in là. La dottoressa Martelli di Bologna, a mio avviso, l’ha preso in quel posto.

Non dal marito, però. E dire che lui si dichiara/ò uno dei più grandi strizzacervelli del mondo.

Sì, non capisce cazzo. Nemmeno quella…

Ah ah.

Sì, le verità del mondo sono facilissime: se un uomo vede la Sharapova e dice solamente che è bella e che non è una figa in cui internarlo, lo sbattiamo subito al fresco e lo castriamo. Se dice così perché invece non vuole passare per maniaco sessuale, no, non è un depravato. Frocio, sì, però.

E io invece chi sono? Clint Eastwood di The Mule? No, lui è un dilettante. Ah ah.

di Stefano Falotico

 

phoenix joker

Kathy Bates è la più grande attrice vivente, Kate Winslet è pure, secondo me, più grassa


20 Jan

ruota delle meraviglie

kathy bates richard jewellOra, chiariamoci molto bene.

La pornografia ha poco a che vedere col grande Cinema.

Esiste, al massimo, solo un film con sguardo pornografico, cioè Crash, che riesce a essere moralmente più perverso di Matt Dillon con Thandie Newton nell’omonimo film di Paul Haggis.

Sceneggiatore, fra l’altro, di Million Dollar Baby.

Ma Cronenberg appartiene a una categoria a parte.

Riesce ad ammaliare anche col body horror. Mentre, secondo me, molti pornoattori ammalieranno voi, donne che vanno matte per Manuel Ferrara.

Quando giocai a Calcio, un omonimo Ferrara era il ragazzo più dotato dello spogliatoio. Ovviamente, parafrasando Adriano Celentano, dopo di me.

Ma lasciai stare presto ogni gioco balistico. Sì, continuate voi a raccontarvi palle, state sempre lì pronti a gonfiare la rete, non solo del profilattico.

Nemmeno della porta, appunto, di Calcio. Siete sempre in zona autogoal.

Sì, dovete sapere che esistono le auto utilitarie e gli auto-limitati. Cioè quelli che, non potendo comprendere gli Scanners, vogliono scannarli. A volte, lungo la loro strada incontrano Tom Stall di A History of Violence. V’assicuro che non è bellissimo provocare un tipo addolcito come Leo DiCaprio di Shutter Island.

Esiste una donna al mondo con cui Tom non potrebbe fargliela manco se lei interpretasse dieci Maria Bello alla volta, miei belli. Ovvero Kathy Bates.

Lasciate stare, cocchi miei, Kate Winslet di Titanic e pure quella de La ruota delle meraviglie. In quest’ultimo film, firmato da Woody Allen, Kate non riesce ad amare la vita malgrado sia sposata al fratello di John Belushi, il re della comicità demenziale, e abbia come amante Justin Timberlake. Al che, sciacquandosela nel Mare d’inverno alla Enrico Ruggeri cantato da Loredana Bertè, la piglia come viene.

Illudendosi, davanti allo specchio, di non essere oramai una strega di Benevento ma una grande attrice teatrale. Infatti, la sua vita fu una tragedia peggiore del Teatro greco.

Ecco, molti mi chiedono quali siano le mie attrici preferite.

Un tempo, avrei detto Jodie Foster. Ma oggi come oggi mi piace meno. Non perché sia lesbica. Anche perché lesbica lo fui sin dai tempi di Taxi Driver, sebbene minorenne. E ho detto tutto.

Sì, Travis Bickle salvò Iris/Foster dalla prostituzione. Al che, Angelo Bruno/Harvey Keitel di The Irishman gli disse:

– Guarda che era lesbica, era solo una messa in scena. Facesti solo Molto rumore per nulla. Guarda, il casino che combinasti è peggiore di quello che si vede in Casinò.

 

A volte, amici, credo che il Cinema stia morendo. La gente non ha più bisogno di proiettare i suoi sogni e di venirne proiettata. È finito il Videodrome. Oggi la gente ama l’edonismo, creare stories su Instagram.

Autocompiacersi di sé stessa in un riciclo spazio-tempo di eterno déjà vu. In un patetico sfoggio di amene sconcezze e scemenze, di superflue frivolezze immerse nella decadenza.

Cronenberg capì una cosa molto importante con A Dangerous Method. Una persona matta non puoi normalizzarla. Poiché la sua pazzia se la creò apposta per sopperire inconsciamente al suo sentirsi eternamente a disagio.

E non è con le botte o i calci nel culo alla Jung che le cose possano cambiare.

Una delle scene più belle ed emozionanti di Richard Jewell è quella in cui la grande Kathy Bates va in bagno e piange a dirotto.

Il figlio le si avvicina, meno disperato di lei, chiedendole perché stia piangendo.

– Perché ho paura.

 

Misery non deve morire. Poiché, se smettiamo di sognare, se finiamo d’inventare personaggi immaginari, la nostra società è finita.

Ed è solo un carnaio.

Allora, scriverò un altro romanzo.james caan misery

 

di Stefano Falotico

JOKER di Todd Phillips è un capolavoro o, come sostenuto da alcuni critici col paraocchi, un j’accuse troppo sbrigativo e superficiale, poco attizzante?


04 Sep

joker 2

dav

Be’, ricollegandomi a quanto da me già detto in merito alla recensione di Paolo Mereghetti riguardante Joker, uscita sul Corriere della Sera, Mereghetti ha assegnato solo 7 al film di Phillips.

Ora, conoscendo i parametri piuttosto severi di Mereghetti, sapendo bene che lui fa sempre così, ovvero all’uscita di un film si mantiene abbastanza moderato, senza sbilanciarsi troppo, non mi stupisco del suo voto non eccelso.

7, nella scala della valutazione mereghettiana, è un signor voto. Questo va altresì detto.

Basti pensare che al magnifico Crash di Cronenberg, Mereghetti nel ‘95 diede solo due scandalose stellette, scrivendo nella sua lapidaria disamina una stronzata da immediato ricovero psichiatrico, vale a dire:

il Cinema di Cronenberg è una macchina autoreferenziale in sé perfetta ma il Cinema e la vita abitano altrove.

Sì, credo che avesse usato quest’esatte parole. E ora non ho voglia di stare a scartabellare in libreria alla ricerca dell’opuscolo di aggiornamento del 1995 firmato da Mereghetti per controllare.

Posso solo affermare che forse, al posto di abitano, scrisse stanno ma è la stessa cosa. Ah ah.

Soltanto pochi mesi dopo, Mereghetti cambiò però drasticamente opinione e oggi come oggi reputa Crash un intoccabile capolavoro.

Credo che la stessa sorte capiterà a Cosmopolis, attualmente fermo ancora, appunto, a due stellette del cazzo.

Scanners invece è passato da 3 a 4, cioè il massimo.

Eh sì, Paolo non si espone mai troppo. È un furbacchione. Dice la sua ma senza dare nell’occhio e recita le sue video-recensioni in sordina con tanto di birignao da milanese di origine controllata. Dunque, con la ponderatezza algida dell’uomo del nord che non vuole lasciarsi andare ad emozioni troppo entusiastiche.

Sì, Paolo abbisognerebbe di essere educato da Nic Cage di Cuore selvaggio. Altro film non particolarmente amato da Paolo ai tempi della sua uscita, ora invece da lui ritenuto un film, appunto, emozionante e stimolante più di una notte di sesso con Lena Paul, celeberrima pornoattrice americana verso la quale, onestamente, ogni uomo sanamente eterosessuale sente squagliare la sua pelle di serpente.

Il serpente e la lucertola, la salamandra e gli anfibi vari, tranne quelli militari di Dr. Martens, sono animali a sangue freddo.

Be’, non so voi, ma io dinanzi a Lena Paul, anche in pieno inverno rigidissimo, mi sfilerei la giacca da Sailor, simbolo della mia individualità e della fede personale, e la permeerei, assai premerei, riscaldandola a mo’ di pullover avvolgente.

Sì, Lena, una donna più bollente di una corposa maglia di lana.

Ah ah.

Poi, dopo aver giaciuto con quest’irresistibile meretrice, uscirei dalla sua casa e conserverei intattamente il mio aplomb da Humphrey Bogart, tirandomi su il bavero dell’impermeabile. Cosicché, alla gente in strada, guardona e pettegola, moralista e falsa, farei credere di avere un metafisico fantomatico mistero da Franco Battiato, in quanto inforcherei pure un paio di lenti nuovissime con tanto di trasparenza traslucida da film noir e luci al neon.

Le stesse che il tuo ottico ti diede l’altra sera.

Sì, ti conosco. La scorsa notte, tu guardasti un filmetto con Brandi Love e da allora, eroticamente aggradandone, perdesti non solo due gradi alla sfera dell’occhio sinistro ma anche le due palle che sono ubicate normalmente ai lati di quella cosa, si spera ritta quando eccitata, che sta in mezzo alle gambe, perpendicolarmente situata in maniera diametralmente opposta al buco ove di solito s’infila la supposta.

Ma non perdiamoci in puttan(at)e.

Torniamo all’irreprensibile Paolo.

Un uomo che si mantenne equidistante sia dai critici che esaltarono Joker che da quelli che a man bassa, appunto, lo struccarono, no, stroncarono impietosamente.

Ora, Mereghetti è chiaramente del PD, dunque la deriva ribelle di Arthur Fleck/Phoenix nel pre-finale non deve aver apprezzato molto.

Sì, negli ultimi venti minuti del film, Fleck/Phoenix, stanco di essere un semi-disoccupato perennemente angariato, dissanguato, dai bulli asfissiato, dagli psicologi crocifisso e dalla società di massa nell’amor proprio trafitto, si trasforma in Che Guevara dei poveri. Sembra perfino che sia diventato Beppe Grillo. Questo, sì, un vero pagliaccio socialmente pericoloso. Sì, Beppe, a forza di promettere facili illusioni agli italiani disperati, sarebbe da spedire in cura da un altro Grillo. Quello Parlante di Pinocchio.

Il Grillo Parlante, nella favola di Collodi, non fa una bella fine ma almeno per un po’ riesce a contenere gli exploit del burattino di legno. Ah, un burattino che propugna pure i robot.

Beppe manovrò come Mangiafuoco tutti i grillini, designando Di Maio a capo del carrozzone. Anche del cazzone.

Comunque, quelli di estrema Destra non stanno messi meglio. Sono come quei nazi-fascisti di CasaPound che aggrediscono senza motivo, in modo gratuitamente vergognoso e pretestuoso, il povero Arthur Fleck in metropolitana.

Sì, gente che non merita il mio rispetto. Gente che si prende gioco della gente timida, della gente debole, insomma degli ignobili vigliacchi. Incapaci, peraltro, di fare i forti da soli, bensì san stupidamente essere violenti e maneschi soltanto quando sono in gruppo, cioè in branco.

Al che, succede l’incredibile, l’impensato. Fleck, quest’uomo all’apparenza cacasotto storico, questo elephant man denigrato ed emarginato, questo Vito Andolini/De Niro de Il padrino – Parte II prima di diventare spietato come Marlon Brando, costui che le classiche donne stronze e altezzose definirebbero un ragazzo meraviglioso, eufemismo da loro adottato per non offenderlo, dicendogli che ai loro occhi appare sinceramente come una persona speciale, cioè pure peggio, ovvero uno storpio, uno a cui non darebbero un bacio con la lingua nemmeno se fosse più ricco di Vittorio Feltri, ecco, giunto allo zenit delle offese oramai intollerabili, Fleck si trasforma, come da me già detto, in Eric Draven de Il corvo.

E lì sono cazzi amari per gli altri.

Afferra i tre tizi della metro e li picchia con calci volanti e pugni da Mike Tyson. Dunque, dopo averli tramortiti con una potenza devastante più furiosa di Jean-Claude Van Damme nel finale di Kickboxer, si trucca da down? No, da clown e fugge via dalla sua notte apparentemente, tragicamente interminabile.

Involandosi verso la sua bella, Zazie Beetz.

Qui, Todd Phillips è stato davvero un grande.

Io ho sempre appoggiato la teoria di Orson Welles. Secondo il quale il sesso in un film mainstream è decisamente irrilevante e superfluo. Per l’appunto, non parliamo di un porno, bensì di Cinema con la c di c… o maiuscola.

Il non visto, il fantasticato, il non detto, il suggerito, l’evocato e non mostrato, fidatevi, è ancora più perturbante ed eccitante del tutto… filmato. Filtrato e fluidificato.

Che cosa successe fra Arthur e Sophie Dumond/Beetz dopo che Fleck, rinnovato nel coraggio e nelle forze, si precipitò da lei e la baciò con una passione così intensa da fare spavento a ogni attore di film per adulti?

Ah, secondo me, accadde qualcosa di mostruosamente bellissimo, di rovente e terrificante, di esplosivo, deflagrante, super-piccante e iper-ficcantissimo-leccante per una notte d’amore stra-scaldante.

Sì, Joker riesce a mantenere il suo immacolato candore nonostante sia oramai inequivocabile che con la sua voce roca, assai ammaliante, è davvero inchiappettante.

Se volete toccare con mano, siete le benvenute…

Come dico io, la faccia da schiaffi, cioè da culo… c’è tutta.

 

di Stefano Falotico

joker phoenix

Il principe cronenberghiano vive al di sopra dei comuni mortali


10 Jun

racconti emiliani romagnoli

 

Sì, io sono un personaggio cronenberghiano, anche bergmaniano. Una metamorfosi kafiana oserei dire incarnata e non mi fregherete più poiché ora son anche maestro del fregolismo e me ne fotto…

Sono io l’autore del saggio monografico David Cronenberg – Poetica indagine divorante.

Capolavoro letterario-meta-cinematografico che, più che essere un saggio, rappresenta la mia poetica saggezza. Leggerete e finalmente mi crederete.

Fra pochi giorni, ovvero sabato sera, sarà presentata a Ravenna un’importante racconta antologica.

Ovviamente, in questa raccolta è contenuto un mio racconto, intitolato Disturbo denirante.

Plateale presa per il culo agli psichiatri che, essendo ciechi, addussero, eccome se dissero che soffrii di disturbo delirante.

Gli psichiatri non sono come Freud e Jung. Questi, sì, dei veri geni e degli attendibili luminari.

Gli psichiatri odierni sono dei fascisti. Si pigliano la laurea, imparando a pappardella due teorie della minchia, eh sì, son fissati con l’Eros, dopo di che sono distruttivi delle giovinezze in divenire, applicando loro il Thanatos. Anche farmaci chiamati Prozac, Atreios (famoso figlio di Troia) e Superbos.

Non vorrei fare di tutta erba un fascio ma loro si drogano di orge da Eyes Wide Shut e criminalizzano i giovani se non si vogliono adattare alla loro visione ammorbante di questo mondo ove pare che sia importante classificare ogni anima.

Li ho annichiliti. Esausti, hanno compreso, dopo avermi represso, che i malati di mente sono loro. Sì, a forza di stare coi matti, per deformazione professionale, si sono ammalati di grave depressione.

Essendo rincoglioniti e vecchi tromboni, colpevolizzano i giovani che trombano e accusano chiunque di soffrire di qualche patologia del cazzo.

Sì, loro stanno fermi immobili dietro una scrivania, simmetricamente monomaniacali a espellere con facilità sesquipedale diagnosi allarmanti ma, nell’altra stanza, la moglie riceve il porcello, no scusate, la parcella di un cliente più in gamba…

Sì, Stephen Lack di Scanners mi fa un baffo. Se uno psichiatra vorrà ancora fare con me lo strizzacervelli, stavolta non accetterò più nessuna compressione farmacologica ma diverrò molto cattivo come Michael Ironside. E il suo cranio esploderà come il teschio ambulante del suo morto demente.

Sì, chiamate per tutti questi capoccioni l’ambulanza. Li ricoveriamo di trattamento sanitario obbligatorio in quanto codesti saranno pure ricchi ma sono altresì ignobili. E vanno educati. Peccarono di squallida arroganza.

Vomitando idiozie da schizofrenici con troppa panza.

Christopher Walken de La zona morta mi stringe la mano. Tom Stall di A History of Violence è Madre Teresa di Calcutta in confronto a me.

Da quando do retta solo al mio cuore e alla mia mente, la vita va ch’è una bellezza, grandi donne mi vogliono ma, scusate, adesso devo mettermi calmo.

Donne, vi darò un tranquillante e anche una camomilla se esagererete con le richieste. Non sono James Spader di Crash.

Insomma, son sempre stato un prodigio della natura. I miei coetanei erano invidiosi a morte. E cercarono in ogni modo di farmi incazzare perché così, se avessi dato di matto, mi avrebbero continuato a trattare come il bimbetto-enfant prodige di Maps to the Stars. Ridendosela da matti, appunto.

È sempre piacevole assistere a come ora se la fanno nelle mutande neanche se avessero visto Viggo Mortensen de La promessa dell’assassino.

Ora, in tal mondo formato perlopiù da ritardati, mi pare giusto che frequenti gente con più sale in zucca e soprattutto donne con più cervello.

Sono Birdman e un uragano come quello di uno dei pochi premi Nobel più meritati di tutti i tempi.

Sì, sono un futurista, tosto come De Niro di Taxi Driver e sexy come Colin Farrell di Miami Vice.

Se siete invidiosi, sul canale uno stasera danno un film retorico di Bertolucci e un film tristissimo di Fellini.

Se non sarete soddisfatti, curatevi.

Se vorrete darmi un freno, io allora divento pure Bruce Lee.mortensen dangerous method

 

di Stefano Falotico

 

Secondo Cronenberg il Cinema non è morto, sta mutando nella “nuova carne”, mentre Marchionne è oramai andato


23 Jul

Cronenberg

 

Sì, oggi pomeriggio, dopo un lauto pranzo, in occasione del compleanno di mia madre, sono andato a fare un giro. Al che, dovete sapere, che dalle mie parti, sebbene abiti in periferia, hanno aperto oramai da anni un’università. Credo sia la facoltà d’ingegneria. Roba che non m’interessa. Ho scelto il giorno sbagliato per far “due passi” in macchina. C’era un pienone, con tante automobili strombazzanti. Sì, è stato il giorno delle lauree e tutti gli studenti uscivano festosi dal caseggiato con la “coroncina di spine”, inconsapevoli del mondo che li attenderà. Sì, edificheranno palazzi che, al primo battito di vento, crolleranno e, per inadempienza ai loro studi, fatti col culo, saranno accusati di omicidio colposo. Quindi, li rinchiuderanno alla Dozza, celeberrimo carcere bolognese. Ove resteranno dieci anni e poi, una volta scontata la pena, dovranno ricostruire tutta la loro vita, mattone su mattone, partendo proprio dal cantiere limitrofo all’università da loro frequentata. Riciclandosi come formiche operaie. Sì, c’è un cantiere sempre in quella zona universitaria, perché stanno mettendo su questo cazzo di People Mover, una sorta di trenino “galleggiante” nell’aria che collegherà la Stazione all’Aeroporto. Roba che uno fa prima a farsela a piedi. Proprio dei soldi buttati nel cesso.

Comunque sia, visto che c’era un traffico della madonna, ho dovuto sostare adiacente all’entrata dell’università. E, immobile, ho ammirato di “belvedere” tutta una serie di cosce femminili notevoli.

Soprattutto una donna, ottimamente equilibrata di forme graziose e voluttuose, ha attirato la mia attenzione e “tirato” anche qualcosa che ho dovuto bloccare col “freno a mano” del mio sublimarla subito. Sì, era in compagnia di un ragazzone palestrato e dunque i miei occhi, in maniera furbesca, sì vedevano il suo fondoschiena marmoreo, ben diluito in una minigonna floridamente attraente, ma allo stesso tempo dovevano far finta di non vedere. Insomma, se una donna di questo livello ha già il suo uccello, come si suol dire, non bisogna darlo/a… a vedere, occhio non vede, cuor non duole.

Sì, so, ragazzi miei, che vi struggete perché la donna dei vostri sogni, che tanto vi lascia insonni, sta con una testa di cazzo insopportabile, e per voi son dolori che alleviate con frustranti seghe pesanti.

Ma è la vita. Non si può azzardare laddove il vostro azzardo potrebbe farvi patire pene… dell’inferno. Perché, se vi va bene, vi beccherete un mal rovescio, se vi andrà male, come infatti già è andata, c’è sempre il canale del Tubo a luci rosse per compensare la fregatura e per sfregarvelo un po’. Eh sì.

Meglio di niente, no?

Ora, questo lungo… discorso per dire che, potete incazzarvi quanto vi pare, ma Netflix è come le donne. Siete dei romanticoni che sognate il Cinema sul grande schermo e invece questa piattaforma sta monopolizzando il modo di fruir della celluloide, e tal processo, che vi piaccia o meno, non si può fermare, cresce di ora in ora e “contagia” anche chi prima disdegnava lo streaming ma inevitabilmente vi ha abdicato, così come le donne, che non ve la danno, vorreste che fossero una vostra esclusiva e invece, a malincuore e a fegato amaro, scoprite che si scoprono con altri. Tutti oramai ne “fruiscono”, tranne voi, rimasti indietro. Ah ah.

Ecco, vi spiego una strategia “infallibile” di approccio. Andate da una donna che vi attizza in chat su Facebook e scrivetele…  ho letto i tuoi post, sono molto malinconici, pari sfiduciata, vorrei credessi ancora all’amore, e spero t’innamorerai di me.

Lei vi risponderà: – L’amore non si sceglie, è lui che sceglie te.

E voi: – Infatti. Io sono l’amore e ti ho scelto. Chiaro?

 

Ah ah.

Sì, probabilmente il suo ragazzo vi spaccherà la faccia, ma dovete comunque calcolare la possibilità che possiate essere voi a metterglielo in quel posto… liscio e caldo.

Sì, Marchionne sta morendo. Forse è già morto.

Molte sono come le macchine della FIAT, alla prima “botta” vanno giù di carrozzeria. Sì, dopo essere state sverginate, imbruttiscono e diventano chiatte. E si lasciano “sfasciare” a destra e a manca con una facilità incredibile.

Voi, invece, donne lussuriose, “lussate” e di lusso, venite… dal meccanico che sono io e sarà un Crash al bacio.

Dopo questa porcatella, vado a prepararmi un caffè con la cannella.

Cosa faccio di lavoro? Fuori dalla mia porta, c’è scritto: aperto dalle 9 di mattina alle otto di sera.

Il tariffario è a ore: più duro e più incasso.

Nel senso che è proprio dura e io di botte ne prendo un casino. Eh sì, un casino… la mia vita.

Ah ah.

Un bordello!

 

di Stefano Falotico

La società Crash di oggi, e le donne mangiano i cracker, fracassando noi grissini “deboli”


30 Mar
CRASH, Rosanna Arquette, Holly Hunter, James Spader, 1996, (c)Fine Line Features

CRASH, Rosanna Arquette, Holly Hunter, James Spader, 1996, (c)Fine Line Features

Sì, il film di Cronenberg è stato rivelatorio. In tempi in cui non c’era Internet o il suo avvento a livello così diffuso e ramificato non era così scontato, ma soltanto una premonizione quasi avveniristica, Crash anticipava ciò che sarebbe successo. In realtà, studiosi del costume e fini, profetizzanti sociologi avevano già “diagnosticato” il nostro futuro qui presente, eppur virtuale, telematico e trasognato, matrixiano, e non mi riferisco a Craxi e al mondo “libertino” di Berlusconi, ma al mondo attuale abbastanza avvilente.

Non si tratta di moralismo né punto il dito contro le scostumatezze. Ben vengano le libertà sessuali quando se ne fruisce e gioisce con far consenziente, armonico, vitale. È proprio questa finta allegria imposta, non si sa quale padrone delle nostre emozioni, carnali e non che siano, ad assumere tratti grotteschi e spaventosi.

Non ce ne siamo neppure accorti ma viviamo di fantasie, di proibite trasfigurazioni persino nella pornografia che un tempo era apertamente disdegnata, e adesso viene vissuta come comune, assoluta normalità.

Al che, la gente si collega ai profili Instagram per vedere se Nicole Aniston, oramai ridotta a un colabrodo, con la pelle del viso tenuta su da un “trapezista” del suo “orgasmizzarsi”, ha inserito una foto eloquente del suo culo tonico in bella vista, mentre altri coglioni in maniera “elettromagnetica” si lanciano à la Videodrome in fotoni della loro immaginazione sconsideratamente poco fotogenica a ogni umana genetica. Sì, siamo invasi da gremlins che “limonano” e fan le boccacce sui social, sperando in un like in più salvifico, non tanto salubre, che allieti i loro dolori intestinali oserei dire inestirpabili. Che brutta stirpe.

Sì, il sesso oggi è stratificato, fatto e sfatto di prognosi riservate, ove tutti ancora ammirano Titanic, per far finta di essere romantici e poter dire che credono all’amore puro, e a cui servirebbero invece trasfusioni di antitetanica. Smottamenti tettonici dei desideri, giovani vecchi con quella e solo quella nella testa, ma non nei testicoli perché li hanno da mo’ refrigerati nelle pastiglie castratrici. Psicofarmaci! Ora, son tranquilli. Ah, per forza, non sentono un cazzo. Ma proprio un cazzo. Sedazioni e non più quelle sane erezioni issanti ai piaceri veri della vita. Questi son solo subissati.

Sì, nuove biochimiche imperano. Al che, il giovane depresso da quest’inconsolabile libido impazzita, da web molto smile e faccine, svilito nelle sue emoticon psichiche più antropiche, in questa società di manichini, si è adattato all’andazzo robotico di una sessualità macrobiotica. Nessuna etica, solo sfrenate frustrazioni dirompenti su schermi HD della scarsa tridimensionalità dei loro uccelli reali. Sì, un tempo gli uccelli, nell’alto dei cieli migravano alla ricerca di zone calde e svolazzavano felici, posandosi poi su pascoli di agnelli sereni. E copulavano amorevolmente con le loro passerotte. Invece, ecco che il tamarro sfodera l’anellone e anela sempre a una che fa Angela solo di nome, l’agnellina che dice di amara la poesia “marginale” scopriamo essere una ninfomane sadomasochista che fa la lupa “al galoppo”. E guai ad azzardarti a dire che sei un uomo moralmente retto, perché ti ricordano la favola di Esopo, quella della volpe e l’uva, come a farti credere che se non “fai” come tutti gli altri è perché hai dei limiti. E in quest’esodo di anime corrotte, lerce, marcissime, tutti marciano paradossalmente verso il buonismo di facciata. In una monumentale ipocrisia che ha dello storico, sono davvero “stoici” della falsità e della più oscena trivialità spacciata per dolce sanità. Siamo assillati da pedagoghi, da educatori, da psicologi e “curatori” dell’anima. Vanno fortissime le massime di Osho, se ti senti triste ecco la pillolina per lo “scompenso”, una banalità sesquipedale pronunciata dal “luminare” del pensiero pacifico orientale. Le donne vanno in palestra 23 ore su 24 e nell’ora libera forse dormono sognando un addome più piatto del loro cervello, ma dicono di amare l’uomo intelligente che adora Charles Dickens. Mah.

Al che, credo che Caro diario sia ancora il film più maturo di Moretti. Se poi dici che tutto ciò è vomitevole, ti mettono in cuffia il ritornello del Vasco, le regole sono così, è la vita! ed è ora che cresci! Devi prenderla così… Sì! Stupendo…

Uno zotico che non sai usare i congiuntivi. Ed è ora che CRESCA! Semmai.

Adesso, scusate, vado a mangiare una crescentina.

Dio ha fatto molti sbagli, il più grosso errore suo universale è stato non farmi nascere scemo.
Se fossi un buco nero come tutti, non sognerei la Luna ma solo, appunto, buchi neri.

 

– Amico, che c’è che non va?

– Sai, avevano scambiato uno con la mia mente per uno schizofrenico delirante. C’è tutto che non va, direi, non credi?

– No, va tutto bene. Io adesso ti saluto. Vado ad acquistare il film La supergang in Lisa usa un certo slang.

– Appunto. Questa vita è stata una gag, diciamocelo.

Manglehorn

 

di Stefano Falotico

“Noir Nightmare” su Bookshelf e 10Libri


13 Feb

Un genio inconfutabile su videointervista televisiva ché la vita è come un “omicidio in diretta” contro chi complottò, e io, voyeuristico, capto ipnotico e da gatto li catturai, dunque…

 “Inguatto” i guitti!

Film del “Buongiorno” a Mezzanotte e dintorni: Omicidio in diretta di Brian De Palma che ringrazia Iddio ad Atlantic City, mangiandosi, nel “Mannaggia”, uno snack food a base di vapori nei ravioli d’una “viola”

Il mio amico Frusciante, come ogni dì, ci solleticò su Facebook, deliziandoci del trailer alla Snake Eyes. Ma osò azzardare di Nicola Coppola, senza timor reverenziale, dunque sfilò la “nuziale” Gugino Carla, donna sempre in zona “sifilide”, e la spalmò sul “ring” dell’incontro al buio “truccato”, urlando, durante l’acme dell’amplesso, “Ecco che arriva il dolore!”.

Invero, trattasi di “cagata pazzesca” ma ottima, con un Cage, a dispetto dei santi e delle sue puttane, non male. Come si dice in gergo, “Non malvagio”. Anche se non sai, dalle prime inquadrature, se è un cattivo stronzo o smidollato con le anelle al mignolo di cafone m(in)uscolo.

Insomma, parte tamarro che sbraita nell’adrenalinico incontenibile su rilascio d’endorfine erotiche alla rossa in prima fila, la fulva vulvona Fulton, sua ex moglie che lo indebitò dopo averglielo succhiato con tanto di “figlioccio”, poi si calma, si tira su il bavero, si pulisce dalla bava, sebbene osservi la Gugino per “sfondarla” fra i cuscin(ett)i, controlla i nostri schermi (tele)visivi, quindi pensa che non si sia trattato d’uno scherzo ma d’un mastodontico complotto con tanto di spolverino-polvere da sparo nel Gary Sinise che soffre un po’ di sinusite. Infatti, assoldato come guardia del corpo, è già corrotto e infettato, non più curabile. Cage “annusa” col suo nasone, e perciò vuole “ingollarglielo” ma viene distratto da Carla, “tanto bona e cara(ti)”, da perdere la bussola e perfino le palle s-quadratissime su camiciona floreale.

Ci son molti de-trattori che non amano questo film, bensì, già alla sua uscita (di sicurezza…),vollero raderlo da mietitrici, pensando che il mentore Brian si fosse indementito nel troppo “guardone”.

A ben vedere, invece, la pellicola funziona ed è efficacissima di manierismo esagerato. Fin dall’inizio, ri-montato in pianissimo… sequenza senza molto senso ma fluttuante nei seni delle spettatrici, poi oscillante e adamantino con tanto di “rubino” finale.

Invero, il final cut prevedeva un’end “rubinetto” turbinante contro i turlupinanti.

Un’onda anomala, causa uragano, doveva travolgere il casino/ò e “insabbiare” tutti i colpevoli.

Cage che, per tutte le due ore meno mezza, starnazza e non ci capisce un cazz’, si salva la faccia con un gesto eroico da poliziotto coi controcoglioni.
Tanto che rischia perfino di “raschiarlo” dentro Carlona, la gran ficona.

Voto a questa depalmiata: 3 palmette senza Palma a Cannes.

Picchi… di genialità “genitale” male(in)fica

Da quando risbocciai, amo anch’io le boccione, prima prendevo in giro i bocciati, spedendoli di bowling alla bocciofila. Ah, quei fifoni meritavan solo il mio fischietto con tanto d’infiacchirli per mangiarmi le pere… del fisico d’una “melina”. La melina è la classica “tarantella” fra un pollo nel mezzo e chi lo “gioga” attorno. La storia della mia s-figa.

A un certo punto del mio cammin di “rotta” vita, sviai nel vicolo dei “ratti”. Nel vicoletto, puoi scovare una cat per pelo “allisciabile” con tanto di “raccattarla”. Mica come gli accattoni che, quatti quatti, fan i signori e poi son ignoranti anche con le mignotte.

Il ratto, di suo, è “scarpetta” conclamata come gli zitoni della Barilla, per una mollica che non molla, anche se poi scoreggia con del vino rosé ad arrossare gli altri astanti. Si credon aitanti e di cotanto sdegno nei dentini stuzzicanti. So, per certo, che la loro è una cena da cretini. Quindi, meglio un criceto.
Costa poco e puoi coccolarlo, a differenza delle zoccole… Quelle voglion solo un lupetto impettito con lo stomaco villoso da fegato alla Vasco Rossi.

Non posso negarmi alla Natura, che m’ha voluto cerbiatto e anche volpe Antichrist che urla “Il caos regna!”. Sì, miei ragni, in quest’esistenza, arrangiatevi!

Vi profumate nel deodorante che adora il maschio d’addome sull’idioma, sudato-ascellato, da idioti puri senza von Trier che tenga. Voi, omaccioni, andate matti per il tanga, e la vostra lei, intanto-“nel ventre”, balla il tango con un Orango. Quando voi siete assenti, “giustificati” nel punire la segretaria, lei vi dà “pen” per focaccia e si svende al figone con tanto di “borraccia…” nel “Pigliamola in compagnia”. Beviamocela a collo con tanto di tracolla e lei che collasserà.

In questa società d’imbecilli e di bellimbusti, di fustini da lavatrice, solo un Uomo può “darvelo” nel dirvela: tua moglie fu mia quando ancora ascoltava Mina, adesso canta forever mine con le mine del generale vagante e vacantissimo.
Aspettando i funerali dei figli, di cui non vede l’ora di levarseli dalle palle.
Eh sì, il femminismo ha prodotto “donne” con gli attributi, castratrici come po(r)che.

Dopo aver trombato tutta l’azienda, oggi han trovato la consolazione che fa al “cazzo” loro: Facebook.

In quel bordello di massa e “massime” estrapolate da scrittori minimalisti, esse animaleggiano di sculettate, fra chi tifa Juve per lo Scudetto e chi Bukowski per altri etti di bovaro, con video “supposta” di Ligabue, lo spronante zotico che si crede Springsteen ma a cui, invece, schitarrerò di catarro.
Avare, quindi, van a teatro per ipocondriache vis(i)oni da Molière mule nei mulini a vento col ventaglio, millantando d’aver recitato nella parte della protagonista agnostica fra le ostriche dell’oste, cioè la maschera migliore della messa, quello che strappa il biglietto e pure le mutande, tanto se lo licenziano, non può perdere la faccia. Sì, interpreta Arlecchino, quindi non ci sarà Pirandello a renderlo Pulcinella, né “coccinelle” a farglielo nero. Egli è mille colori e ne vuole un milione ad appannaggio di un appannarlo nel dietro le quinte di terzetto-triangolo con le ballerine sulle punte nel seno di seconda al medio. E, mentre s-monta baracche, vacche e burattini, fra il burro e Balanzone, grida “Vai in Mona Lisa!”.

L’altro pomeriggio, un “contatto” m’ha cancellato. Chiesi spiegazioni:

– Scusa Elena, perché mi hai alienato?
– Sei lento. Non dovevi allentare la tensione.
– Ti stavo am-mirando e basta.
– Ecco, tu contempli e io, nel contempo, suono il mio “pianoforte” col dottor Bontempi.
– Eh. Sei un’angioletta da “Botticelli”, c’è sempre un Boncompagni che ti venera. Attenta, poi rimani delusa…
– A parte “tutto”. Puntavi solo su “quello”. Cercavo una relazione di testa. Non sono come Angiolini Ambra.
– E una tastazione di “tosto”, no? Per, resistente, rendermelo ombra in te diavoletta?
– Cioè?
– Ecco, datti al rotocalco. In copertina, c’è Massimo Vincente, fratello dell’Interrante, che è terrone quanto tu sei terragna. Però, tifa per il Milan. Dovresti saperlo, è berlusconiano, infatti, per accaparrarsi i tuoi voti, compra Balotelli, detto il cedrone-limone delle “belline” che belano col suo uccellone tricolore ma importazione di rigore.
– Che dici?
– Io non dico. Io do, a te no.

E ricorda, puttana: Stan Laurel fa Stanlio perché l’umanità è pasciuta nell’Hard-y che mi par troppo grasso per me. Sai, stupido è, chi lo stupido fa.

– Sei Forrest Gump?

– No, con me, la “tua” foresta non sarà bosco di glup!

– Sei un rospo!

– Sputa su un “altro”. E vedi di lavare il pavimento. Troppi tuoi dementi han dimenticato d’esser s-venuti senza pulirti.

Storie di ripicche infantili d’un pachiderma, malato di mente d’epidermide e odio a pelle, che si massaggia d’olio nella sua esecrabilissima vita da cocco su noce moscata del suo roditore con c-rapa

Nel quartiere, sono uno smargiasso e, se qualcuno rompe il…, lo sedo e lo “rassereno” subito, ficcandogli una lobotomia sapor non attenuato, ma “tenerissimo” di carta igienica a smerdarlo da Tenderly.

Ah, quanti ne abbiamo. In questo Mondo di “tenori”, ove tutti voglion far valere la propria vocina (stesera inizia Sanremo, ce risemo cogli scemi), alzando la cresta, mangiano i Teneroni e pretendono poi, perlopiù-meno a meno(a)marti, con tanto di pet(t)o scatologico, di scassarti e “gelatinizzarti” come la Simmenthal, appollaiati al porcile ove sgallettan per il pollo da far arrosto.

Ho sempre disprezzato costoro e, ciò che mi rende semplicemente geniale, è il “fallo” senza fair play. Sì, il mio (com)portamento è corpulento su dinamiche dinamitarde. Quando bombardano, io, con un bombolone “cremoso” su zucchero (af)filato, rifletto se bombarmi la loro moglie, spalamndole il Nutellone quando mi è nuda e umida nelle papille. Ci medito ma non mi (con)“viene”. Donnetta di malaffare da confettini, preferisco altre confetture, affettando i maiali di parimenti “affetto” alla lor boria affettata.

Prendiamo, ad esempio, una famiglia di morti di fame.

Ne abbiam già discusso, anche in sedi più opportune, cfr. tribunale causa oltraggi al mio pudore vigliaccamente “vilipeso” ché agognaron d’appendermi ma furon sgozzati e da me(nte), con delle lenticchie “portafortuna”, conditi a rosolarli come lo zampone di San Silvestro.

Sì, sono Titti, non lo sapete? Canarino tanto “carinuccio” che tira fuori gli artigli da canini. Di mio, non ho mai tollerato Audrey Hepburn e le colazioni da Tiffany. Ho sempre prediletto, senza preti a disfarmi i letti, “tuffarlo” nell’ano. Per un pasto nutriente e notturno di mia brioche ad allattarmi-immerso su dimensioni immense.
Basta con la mensa e i brodini! Messalina, mettiti a novanta e sbrodola!

Afferrando poi uno con una “risata da zafferano” e suonargliele di zampogna.
Lo sfianco mentre sfiato nei fianchi della sua “suina”, tanto asinina, da bue del presepino nel riscaldarla dal freddo e dal gelo, e “scende dalle stelle”, senza Mulino Bianco ma bianchissimo mentre “la” rabbonisco da stallone nella stalla.

Dopo questa digressione a regredirli e a erudirli, tornerei, toro-sverginatissimo, sulla famiglia tanto “tornita” quanto presto, nuovamente (eh sì, li rimetteremo a nuovo, son delle uova marce da soldatini in marcia nel “marchiare” così come ora marcati a brace, senz’abbracci), a torcer il loro braccio “violento”.

La madre, sicula rinnegata da un padre manesco che la riempiva di “miele” a smaltarla, “ammaliante”, nell’incesto smielato, da pedofila pentita divenne una “professoressa” compunta/ina troiettona a introiettarli di lezioncine per farli crescere da piccini a grandoni in lei aggradata e ben vezzeggiata.
Dalla Sicilia emigrò a Bologna e, dopo un paio d’altri “calzoni”, sposò un trombone da “tromba di culo e sanità di corpo”. Brevemente, glielo “allungava” al fin di salvarla con “salive” eccitanti quanto Calcutta, poco cicuta, simil Madre Teresa in uno “teso” sulla sua cute ad “accudirla” nella fog-n-a. Le lezioni orali del labiale ac-cul-turato nel cinturarla su erezione uguale alla minzione del suo panzon. Eh, il recinto delle pecorine.
Da tale accoppiamento forzato, nacquero due gemelli, ibridi fra i lombrichi e i vermi schiacciati perfino dalle lumache più “cammelle”.

Indirizzati alle Guido Reni, già allora il pater gliele spaccava, congestionando la loro minchia al Minghetti, liceo di bambagie a capo d’insegnatucoli barbogi e barbosi.
Presto, invecchiarono precocemente secondo il teorema ribaltato di Nietzsche: “Ciò che non ammazza, rende più forti”.

Sì, dal romanticismo candido dell’infanzia al cinismo in-dotto(rino) dopo tante tirate d’orecchie. Ah, se “lo” tirano, fra un onanismo fantasioso d’una diva americana da cui pendon dalle labbra e un dar del lebbroso alle lepri, razza a cui m’annetto senz’ammanettarmi a questa stirpe di sterco già innevato. Io, tali inetti, li inietto e li aborro. Che aborto! Ci voleva il cesareo di congiura a non dar al Mondo quel che non è umano. I miei nervi son aguzzi, e corro fra le praterie, indossando un ermellino comprato a Prato, capoluogo toscano ove John Malkovich mi regalò un cappotto di cashmere, fibra tessile delle loro industrie soffici per il mio “caprone” sbattuto in faccione a questi Al Capone, contro i quali mi scornai, e che sconteranno senza saldi una solo pelliccia: la penicillina di quando, in carcere, saran spelati. Spolpateli! Inneggiavano ai baci profumo pompelmo e, invece, saran spremuta!

Sì, se incontro dei fascisti, fascio le loro bocche. Non metteranno più becco al mio dire e ardimentoso indurirmi per indebolirli. Chiameranno psichiatri con la pipa ma mi siederò sul loro divanetto di pelle, sparandomi una pippa mentre leggo le avventure di Pippo.

E poi saltando addosso allo sciacallo delle anime, inveendogli così: “Ah, credevi fossi un Topolino, invece ho visto Full Metal Jacket e sono un Joker. Quindi, vedi d’addolcire la paziente che si spazientisce se non le fai il “depot” di somministrazione, “somma”, intramuscolare nella sua vagina, e lascia stare Edgar Allan Poe. Altrimenti, dementone, te lo piazzo io di terrore. Non darmi caramelline e torroncini. Torrido sarai da me inorridito”.

Chiara l’antifona? Se non v’è stata illuminante, il “luminare” andrà al solito con le lucciole e gli spengeremo anche lo “spinterogeno”.

Che volete farmi? Bruciarmi la casa? Non si può, è maledetta.
E lontana dai maldicenti. Al bisogno, son un bisonte di bis(cotto).

Son io che dico, son io che t’addito e te lo infilo:

 

– Stefano, non ti cambia neppure Gesù Cristo, sei incorreggibile.
– Certo, è ovvio.
– Come mai?
– Cristo sono io. A volte, quando soffro d’onnipotenza, le do al mio Creatore, ne assumo le sembianze, divento Dio e scaccio il Diavolo a botte di calci.
– Finirai all’Inferno.
– Meglio di questo “Paradiso” in terra. L’umanità non s’è evoluta da Adamo ed Eva. Adamo è rimasto uno che voleva solo fottersela, ed Eva lo condannò a e-spiare Lucifero, mentre si lucidava le unghie con un ungulato “grosso”.

Ho detto tutto.

Ora, silenzio!

Anzi no. Alcuni, ascoltando la mia voce, mi han paragonato a Fausto Paravidino. Di mio, so che non sono un tipo da Daria Bignardi, ma gioco a Calcio vicino a Villa Pallavicini, ove le stendo, nel campetto-erbetta, queste micine vicinissime.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Faust (2010)
  2. Videodrome (1983)
  3. La zona morta (1983)
  4. Scanners (1980)
  5. 15 minuti. Follia omicida a New York (2000)
  6. Crash (1996)
  7. Omicidio in diretta (1998)

Rec – Lista: David Cronenberg


20 Oct

 

Eh sì, Davidino… che scarnifica “chirurgico…”.

 

1 La zona morta
Chris Walken è uno che sente troppo. Quelli come Lui, in un mondo di presidenti guerrafondai, di lacrime di finta carità, di amori che vogliono qualcosa in cambio, finiscono male. È INEVITABILE.


2
La mosca
A volte l’amore per la scienza uccide l’amore. Sostituire la razionalità al sentimento è mostruoso. È INEVITABILE.


3
Videodrome
La televisione è un passatempo per gente annoiata, anestetizzata al dolore. Uno snuff movie è il punto d’arrivo del processo regressivo. È INEVITABILE.


4 Crash
L’uomo macchina si autoconduce all’Auto-distruzione. È INEVITABILE.


5 Existenz
La vita è un gioco simulato, globalizzato, telecomandato per chi non è più capace di sognare coi propri occhi. È INEVITABILE.


6
M.Butterfly
I professori precettano l’amore ma sono i primi a guardare alle apparenze. È INEVITABILE.


7
Spider
La schizofrenia è l’unico way out per chi ha “martirizzato” la colpa. È INEVITABILE

 

 

Ricordandolo oggi, mi sembra(va) il regista appropriato per “recensire/ci”.

 

 

 Recensioni

David, sa tutto, il suo volto non mente… L’Uomo che psicanalizza il suo metodo pericoloso…

 

Genius-Pop

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