Posts Tagged ‘Julianne Moore’

Il giardino dell’illuminato


30 Aug

01717702Lunga la mia vi(s)ta da peccatore, poiché io peccai e anche fui “sbeccato” come tutti, oggi, acceso da vitalità insospettabili, dopo aver dedicato di delicatezza delle ore mattutine alla scrittura dei miei libri, che vi ricordo di acquistare poiché salvifici e orientati verso il verismo della realtà, mai artefatti né sbrodolanti ruffianeria, puri e “putridi”, rimestai nella mia cas(s)a dei pensieri, trovando alle incognite della mia (r)esistenza un valore (in)certo. Così qui vi vergo, ah la verga, quel che pen(s)ai e quel che nel momento stesso in cui vi do le mie parole penso. Pene… lungo… la strada del peccare spesso mi (sov)viene… vengono venial di vene… e viene quest’idea venale. Il mio stato mentale, a differenza dei comuni mor(t)ali, peggiorò quando il mio organo genitale in figa si sverginò. Molti an(n)i fa, eppur rammemoro quell’attimo indelebile e (s)porco nel quale la mia “quaglia” funambolica, pimpante e così “galla” per la mia “gaia” s’inoltrò nel bosco fiorito, da me in modo sublime leccato, timidamente “annacquato”, furentemente arroventato dall’impeto di quegl’istanti caldi e b(r)uc(i)anti in cui in cul il mio “cu(cu)lo”, che “crebbe” ed ebbi in dote di gioia e “levigatezza”, fu forato e d’istinto non forbito lì nel “lilla” infilato. Incantato, incatenato. Messo alle (s)t(r)ette. Ella si moveva con altrettanta animalesca furia, mi teneva in grembo mentre esagitato spingevo all’impazzata, cavalcando… sogni di gloria e futuri spruzzi d’incontinenza. Sì, me la feci nelle mutande, ma ne venne la mia pazzia. Da allora in poi, io, erede di Poe, divenni davvero poeta, sublimando appunto il sesso nell’ira “funesta” dei miei giorni malinconici. Come per le mantidi religiose, il sesso per me combaciò con la perdita dell’innocenza e, anziché allev(i)armi per fruirne ancora, coincise, di mia circoncisione, con la chiara e tonda (s)chiappa dell’uomo che, da quel momento demente, non deve chiedere mai. Non mi sbarbai più dopo la Barbie e inseguii la selvaticheria sorvolante del mio essere al(a)to, da quell’amplesso “imbucato” così (in)castrato nel cor(po) di un innamoramento non fi(si)co ma metafisica-mente lindo come un uccello liscio che, da gabbiano, si fece gabbare il vol(t)o d’angelo.

Altre donne “vennero” e con tutte fu la stessa troia, scusate, la stessa storia.

Ora che, con sguardo da “vecchio”, penso alla mia giovinezza boccaccesca, mi ricordo che ancora son giovane e ho ancora, ahimè, ah ah come g(r)o(n)do, molti an(n)i ancora da passare prima del definitivo c(r)ol(l)are.

Questa è illuminazione. Uomini, date a Cesara quel che “ara”, e di “oro” sappiate “elevarlo” in modo spirituale, più che altro da mar di stomaco.

Alle volte vomito per me stes(s)o, ma è una digestione che sa il “fallo” suo.

Donne, peccate… con me e non con un alt(r)o.

Io l’Altissimo, io di alito…

 

E, come Jesus, ficco sempre le palle in buca.

4  2

4 2

 

di Stefano Falotico

Ricapitolando gli Oscar 2015 attraverso YouTube


07 Mar

Maps to the Stars, recensioni da Cannes, le folli notti hollywoodiane del Dottor Cronenberg


19 May

 E come volevasi dimostrare, stroncature ingiust(ificat)e a iosa.

Oramai, lo sport mondiale è accanirsi, per puro sfregio, contro i maestri. Pare che certi critici grassi e laidi, che vanno a Cannes iper-pagati solo per magnare a sbafo, si riempian di paroloni vuoti a misura di ostriche e champagne sulla Costa Azzurra dei luoghi comuni e di pollici giù tali e qua(g)li(e) alla frivolezza degli slogan che impazzano sulla riviera francese fra modelle gallinelle e porcelletti col condimento delle recensioni indigeste.

Non metabolizzano neanche i film importanti, proprio (li) vomitano, scrivendo roba di (ri)getto. Tanto per spruzzare merda addosso al maestro.

Che schifo, che disgusto, che imputridimento, che senso orrido di nausea mi prende a legger certa robaccia.

Ecco, ad esempio lapidario, alcune testate giornalistiche come prendono proprio, da idioti testardi che non tastano neanche i film prima di giudicarli con dubbio tatto bastardo, a testatone il nostro grande David.
Non portandone il minimo rispetto. E, prima delle passerelle, che abbian la decenza di usare il pettine e non fotografare solo le ochette sognandone il petting da idolatrie delle cretine da leccare con tanta cremina delle creme nel sol di Maggio svaccato da capre.

Non devono voler incular Cronenberg queste schiappe. Come si permettono? Oltraggio al pudore dei soliti esibizionismi, il pasto nudo delle oscenità partorite di loro vecchia carne avvolt(olat)a in pus underground delle tastiere e delle (stilo)grafiche più buttate là, sbattendosene oramai di tutto e tutte. Vadano a cagare!
Le sparan grosse tanto per partito e prese per il popò di lor tromboni della carta straccia, da stampare in memoria non dei poster(i) ma dei lor testicoli da testoline di cazzo.

Stronzate per i loro minuti(ni) di celebrità direttamente dalla Croisette con tanto di foto poi a 32 denti per far i piacioni su Facebook da bifolchi fa figoni. Se la godono, sputando nel piatto in cui mangia(ro)no.
Senza Cronenberg, il Cinema non esisterebbe.

Citiamone uno.

Best Movie

Non è chiaro cosa abbia spinto David Cronenberg a girare l’ennesima satira di Hollywood costruita per luoghi comuni, ma è chiaro che qualcosa non ha funzionato: non solo Maps to the Stars esce sfiancato dal confronto con Mulholland Drive, ma gli dà filo da torcere perfino The Canyons. Diciamo che siamo più dalle parti di Disastro a Hollywood, con l’ironia virata a un cinismo radicale e nerissimo.
Al centro della scena ci sono un’attrice di mezza età (Julianne Moore) che vive nell’ombra del successo della defunta madre; un divo bambino che si sta disintossicando; un autista di limousine (Robert Pattinson) che vorrebbe diventare sceneggiatore e ha scritto un copione che si chiama Blue Matrix; uno psicanalista/massaggiatore/motivatore televisivo (John Cusack); e la figlia di quest’ultimo (Mia Wasikowska), piromane, appena dimessa dall’ospedale psichiatrico e di ritorno in città.
Una banda divisa equamente tra miliardari isterici e ventenni sconcertati, di nessuna speranza. La descrizione è parossistica ma non paradossale: ogni personaggio finisce esattamente dove te lo aspetti, quando te lo aspetti, secondo un movimento lineare. Cronenberg progressivamente calca la mano sulle psicosi dei protagonisti – inquadrati continuamente dall’alto, ad accentuare la percezione del tragico incombente – e sull’invadenza delle loro visioni, facendo entrare fisicamente in scena i fantasmi, e portandoli per mano a compiere l’irreparabile. Tutto funziona, a tratti inquieta, ma resta la sensazione che per il regista canadese sia stata una scusa per non stare a casa in pantofole.
Non ultimo, la resa del digitale è mediocre, e in alcuni casi proprio scadente.

“Non-Stop”, Trailer


18 Oct

Ennesima variazione del nuovo Neeson action versione Taken.

Stagione cinematografica 2012-2013, first look trailers


12 Jul

Oggi, ieri, anche domani se ci sarà… siam stati, saremo invasi (eh sì, siamo degli invasati…) da una raffica bombardante di filmati: con scrupolo, trovateli sul “Tubo” e sparat(evel)i

Oh my God, arriva l’Estate, anzi è già inoltrata e al cinema rimangon le scorte dell’annata. Ancora, qualche colpo “sfreccerà”, per ricordarci che i sogni non son “robotici”, sebbene siam quasi già “spalancati” per il nuovo Del Toro Guillermo, ché del Pacific Rim ci vertiginosamente animerà. Speriamo d’innamorarcene, stando alle americane critiche, il filmone è già culto morbido, miei ammorbanti. Gli europei son più “selettivi” ma non dimenticateci, noi nerd adoriamo Il labirinto del fauno e non tanto la “sociale” fauna.
A parte Guillermo, anche Guglielma è “taurina”. Secondo me, è ingrassata per colpa del Tavor. Ne assume a grandi dosi da “vacca”, ché la cavalla oramai non tanto chiava. Di depressione, proprio Guglielma è “pa(r)tita” ma dir che era figa, però nel presente merita la cattiva digestione quando fu, fu molti an(n)i fa…, Donna di calor e d’affissione. Ora, prego i crocefissi e le son venute le “fisse”. Ad esempio, ha la fisima per la Madonna di Medjugorie e dorme come una ghira “illibata”. Ah, di centrini è “ghirigoro”, guarda sempre Magnolia di Anderson e legge le favole buoniste di Andersen. Col finale sempre dolceamaro, proprio Guglielma che tutti, roventi, addolciva ben “in tiro”, mentre il Tempo rode e purtroppo “stira” di Rowenta, non tanto dunque gode di “culo e camicia”, micina or tardona che spera nella santa “provvidenza” sociale dell’imprenditore Giorgio Gori. Che talvolta Guglielma confonde e piglia per Cecchi… Paone e con quella pavida di Cristina Parodi, mentre canta d’Avena…, sempre meglio della Pavone Rita, da Pavesini e non Pavese ma di Reno Teddy. Non fa rima, ma rumina.
Un Tempo, eh sì, “veniva”. Mai peccò di peccati capitali, di “cappelle” molto, eh già…, mutanti fra “veniali” mutandine e parecchia montatina su panna oggi di penne e molti fagioli.
Alla scoreggiona…, per cui val la regola (co)desta: se troppo abusi di “svelta”, vestiti or che in mezzo alle gambe non (r)esiste. Ah, nessuno “desistette” quando Gugliema tutti gli orsi erse. Che carne alla pizzaiola. E, in piazza, impazzivano quando nuda strillava. Avercene di Guglielme.
Son tutte fottute.
Adesso, anche Ercole non gliela farebbe… Misuratele la febbrina…
Va bene, passiamo a cosce… più serie. Ché di questa tramontata sera di Guglielma, non ce n’importa una “sega”. D’altra parte, Guglielma non “riempie” neanche la più spaziosa e “confortevole” sedia…
Per tal irriverenza, senza riverenze alla vecchia, vorreste forse bruciarmi d’elettrica “corrente” dell’Enel o a inalazione avvelenante? Pensa alle tue narici, alle “mie” c’è il pene ancor attaccato. Voglio metter radici su sigarette accese di roc(ci)a.
Si chiama “in presa diretta”. Per molto Tempo, si scollegò, tramite mille faticose imprese a qualcuno lo “impressi”. Ah, comunque le donne… che stress.
Più che altro, son quasi tutte stronze. Prima, non ti cagano, poi pian piano te la danno e quindi tanti “dann(at)i”. Ancor porto le ferite addosso ma son meglio di te che, a trent’anni, sei attorniato da ragazzine coi “riporti”.
Scopano con quelli sotto i portici, hanno aperto anche un “elegante” portale, ove esibiscono i lor bestiali accoppiamenti per vincere la “coppa” della “Partnership”, previo “visualizzazioni” nascoste.
Più si vede perversa, più si guadagna in modo traverso. Ed è tutta una c(ucc)agna. Ah, abbiam invertito ogni valore. I valorosi vengon dichiarati invalidi e Guglielma anche quelli validò. Te lo dico io che lo so.

Ce la vogliamo dire? Questa vita abbaia, più che da lupo, appunto la vedo buia…, meglio di te, bue!
Ma non m’oscurerete, ho il mio talento non trascurabile. Da cinofilo…, scusate volevo dire cinefilo (vedete che succede a incagnirsi, causa i bastardi?), voglio nonostante…, a prescindere poco “discinto”-assai scisso in zona “scimmia”, illustrarvi i trailer che, se vi son sfuggiti, dovete “ficcarvi”.

Ah, (s)fortunatamente, a voi non scappa mai un cazzo. Il problema è ques(i)to: “Se il cazzo s’incazzò, poi tornò scazzato o cazzaro?”.

Sul dilemma “atavico”, forse è meglio il Tavor di Guglielma.
Ah, il resto è una chiavica. Se stai troppo male Guglielma, chiama gli infermieri. Son peggio dei militari con gli elmetti.
(De)ambulando, la sirena vedrai che, sebbene intermittente, suonerà la carica di tuo ustionarli da crocerossina.

Ok, è passata la Mezzanotte e mi metto a tavola. Come per Banfi Lino, gli spaghetti son cornetti alla “crema”.
Ricorda però che ti faccio cornuto. Sai perché? Al posto delle cornee, spruzzo di “purè”.

E su tal stronzata “culinaria”, andate a pigliarvelo nel… “loculo”.

Mi trovate al mare, vendo il cocco.
Meglio di te, bello come il cazzo.
Per Guglielma, tal frase non vale. A lei piaceva eccome anche se era brutto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Oldboy (2013)
    Spike Lee è tornato, cazzo. Qualche capolavoro ha azzeccato, per altri film andrebbe “ghigliottinato”. Sinceramente, non ho mai capito che cazzo, appunto, di strada ha mai perseguito il suo Cinema.
    Una volta “imita” Scorsese, gli “ruba” anche la sceneggiatura di Clockers, si crede Michael Jordan col fisico “annerito” di Woody Allen, indossa le Nike, adora allo spasmo il nostro compianto Michael Jackson ma s’accanisce da Malcolm X contro i bianchi.
    Tranne Denzel Washington, sceglie sempre protagonisti statunitensi di “madrepelle” ariana… adesso Josh Brolin/Bush addirittura nel “remake” del giapponese.A inizio filmato, sembra Schwarzenegger versione Jake LaMotta/De Niro dell’ultima mezz’ora dei Chicagoraging” bull, uno spaccatutto rovinato che non hai mai fatto centro. Una ciambella al suo buco.
    Un Max Cady versione centuplicata della Vengeance is mine. Verso la fine del trailer, non gli va tanto male. Ottiene una grande… “mela” di scopatona interraziale. Da cui la Red Band.Ecco, il Cinema di Spike Lee sta tutto qui. Fumo negli occhi, tanta carne arrosto ma, quasi quasi, meglio Oliver Stone.
    Oliver, chiama Brolin e dagli adesso la parte che si merita questo “Cinema” americano: il porco.
    Ce la vogliamo dire? Tolti tre film di Spike, gli altri son da spaccargli da “negro”.
  2. Out of the Furnace (2013)
    Christian Bale, se non ce la fa a vincere l’Oscar con questo, ha American Hustle da sbatterti. Metodo sempre alla De Niro scorsesiano di camaleontismo. Infatti, De Niro interpreta Victor Tellegio nel cameo durante la scena del casinò.
  3. Saving Mr. Banks (2013)
    Hanno sempre infantilizzato Tom Hanks. Tranne Sam Mendes e un’altra manciata, gli altri lo dipingono “Big”.
    Qui è Walt Disney. Abbiamo un po’ esagerato, eh…
    Tom Hanks comunque sa che Rita Wilson è una topolona…
    Si fa seviziar da Paperino eppur nuota nell’ora da Zio…
  4. The Seventh Son (2013)
    Aveva ragione Jim Morrison. Meglio i sogni della realtà.Esco di casa, un’altra mi aggredisce di tal “nobiltà” e filastrocca da “elegante” gnocca:- Secondo me, Stefano non ce la fa, trallallà. Io invece la dona su e là, come è lilla. Vuoi scommettere che sempre lì lo prenderà a meno che non si suiciderà?

    Sterzo l’occhio finto-ergastolano per provare a essere “credibile” nella parte cazzuta:

    – Cosa intendi per farcela? Che (non) ce la farò? Hai una bella faccia, sai? Vuoi che coniughi di congiuntivo “Facci” e ti sfianchi? Mi vuoi facchino o preferisci la varichina nella tua testolina d’asinella, qui a Bologna ove “torreggian” le Asinelli, che mangi i tortelloni e sia “prosciuttino” come tutti i maialini? Un lavoretto da bravo “bambino”, a guardar le partitelle come i babb(uin)i, tante “care” troiettine, qualche cannellone in trattoria, una cannonata di “p(i)atti” e un “cannone”, ed eccoti servito l’appiattimento da piattola!
    Piantala subito o i miei testicoli gireranno poco “trombanti” di “girini” ma a farti girar la testa proprio di decapitazione. Da me, puttana, nessun “capitone”, ma il capitombolo e non eccedere, altrimenti prima nella fogna da tombini e quindi lo “spurgo” totale, senza Purgatorio”, nella tomba della Certosa. Affare fatto?
    Ce l’ho fatta? Ho uno stile dantesco da gironi. Sono il tuo Inferno, mia demente inferma. Ecco, il blocco, ecco il lucchetto al culetto.

    Sì, fratelli, la vita è tosta, le teste son testarde e pensan sempre alla “mostarda”, alla crost(at)e, io riceverò molte “palate” ma mangio lo stesso le “patate”… al forno… crematorio. Sì, evviva il Drugo! Adesso, combatte pure da “drago”.

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“Seventh Son”, Trailer


11 Jul

Qui, tocchiamo vette di superfigata.

A parte Julianne Moore.

 

Imagine… Pacino o John Lennon? Cannavale o Bombolo? Julianne Moore o Annette Bening? La bona o la banana?


04 May

Change cast

Cannavale Bobby sostituisce Jeremy Renner, Bening la Moore. Non mi sembra uno “scambio” figo.

Jeremy ha i muscoli canini, Cannavale la faccia da scugnizzo,  la Moore è biondona, la Bening una morettina di cui mai m’innamorerei.

Su tal stronzata, vi chiedo di riflettere.

Imagine all the people? No, immagino molta gente e mi passa la voglia di cantare.

“Being Flynn” in una mia Bellezza


03 Jan

Da “Malkovich” nell’esser flying e dunque v(i)olando i duri ghiacciai degli ignoranti e incivili

Chi contesta De Niro è da “testate” in prima pagina. Perché va sfanculato

Son qui dal notaio, a recapitar lettera di querela per risarcimento alla mia anima, oramai ripristinata dopo l’illetterato “abuso” di stolti da me strategicamente scoperti in seguito ad aver affilato le mie armi, nel loro digrignar i denti da cani rabbiosi, prostrati in un ri-morso d’assedio nevralgico a certezze lor dilapidate con l’ac(u)me a me consono di vocalizzo principesco, da nobiltà mia e minata però da tali ingordi bavosi, il cui delitto peggiore, oltre a intimazioni al suicidio, fu l’invidia, peccato capitale che un Tempo veniva punito con la forca e, invece da me, folgorati.
Quindi già “defunti” in cordogli angoscianti che stan ledendo e legando quei sonni così “sommi” a sommar raziocini che possan salvarli dall’infernale gelo in loro, appunto, senza punti di sutura, iniettato con estreme unzioni e cure. Basta con la curia! Io sono il curato solo di campagnole! E camperò meglio dei vostri campanilismi! Ecco la campana, voglio la caparra!

Sì, tali untori, sempre “apprensivi” delle vite altrui da “incriminare” perché non si scremavano con le loro cremine a visi di furba cremosità delle creme “alto borghesi”, tanto toccarono che son stati infilzati di stesso tangibile dolore indelebile. Di Notte, quando assumono della morfina per allietarsi meglio con un Morfeo che possa alleviare i fegati spappolati d’indigesto disgusto agli specchi di tal repellenti “imma(gi)ni”, gracchian e poi corron in bagno a vomitare, augurando che lo sciacquone spurghi la sporcizia inguardabile (guariranno o sarà un conato di guaiti?) dei più vigliacchi gesti così pedestri. Ah, gente b-r-ava a far di conto per far sì che gli innocenti scontino i loro di re(at)i.
Impuntati a impuntarsi, di sospetti con petto in fuori e “palle” a forar, contro chi non s’imputtanì alla loro “bella” concezione disgraziata di vite sciagurate.
Bella come le verginelle che scopano… che bellezze, eh?
Ma i geni “dormono” per riscaturir di scatto e il lupo afferrò i loro peli, pulendoli da ogni altro esecrabile vizietto.

Gente “rispettabile” con tanto di pezzi carta ad attestare il loro grado “intellettivo”, sempre la solita storia del pararselo per arredamenti da carte da parati che sian sfoggio contro chi si sfogherà.
Sì, forse un muratore stanco dei loro soprusi e di queste prosopopee che trangugian sempre “poppe”, appioppando al prossimo etichette di collari, oh come cola la lor saliva, a decollarli e incollar un’etichetta per pranzi di tacchi-ne.

Gente che umilia e poi parcheggia senza parchimetro, perimetrando il “culo” dell’avvocatessa a cui sganciar una “ma(n)cetta” affinché miagoli di mic(c)etta.

Anni fa, mi ricordo che già tutto ciò mi nauseò. Annusai tal odor acre di tanta guasta acrimonia per pinzimoni dal matrimonio poi cornificato. Sì, dei cornuti “pen” sistemati di “dotta” sapienza insipida, ad accecar le cornee di chi “la” guardava meglio di loro, perché già oltre questi possedimenti da mere(trici) possessioni carnali.

Sì, se son un posseduto, io non mi siedo, e nessuno mi sederà. Sederò alla destra del Padre e, di sinistroide, sarò “estroso” d’ormoni alla diavolessa del Piacere, palpandone il seder per “rassodarlo”, sopraelevandomi e “lievito di birra” contro ogni borioso che agognerà il mio “bignè”.
Il bignè è il carisma “sottopelle” dell’Uomo che adora la parola amore nelle sue sfaccettature di “confettura”, perché è pasticciere nel pasticcio senza le pasticche dei depressi. Ma “spremendo” la Donna con “premura” da buon gustaio del cioccolato e dell’accoccolarlo nel mai evirarlo ma viril suo darla al mio “dardo”. Suoniamola! Che suina!

I suoi piedi deliziano le liquirizie, e ne aspiran l’aroma “candido” del picco mio piccante nelle pimpanti, ardimentoso lo dimeno e vi menerò se vorrete tagliarmi… le dita.

Le dita son canditi e sanno come ubicarsi nella “diplomatica” con empatico “scioglierla” in bocca.

Pastina zuccherosa, ecco il tuo cocco(lone) contro i bifolchi, son un cocchiere “cavalcante” che affonda, fondente è “marrone” e “bianco” liscio come l’olio.

Sì, vedete? Ci metto cinque minuti netti a rendermi materialista come la massa. Perché ne son irriverenza totale, avendone imparato a memoria i trucchetti dietro queste maschere travestite.
A mio avviso, meglio un vero travestito, almeno non mente di demenza spacciata per intelligenza. E si mostra nel doppio. Senza il mento del gozzo.

Gli occidentali han sempre sofferto d’un grave problema mentale e, da quest’inghippo, tutta la merda delle loro, appunto, mentalità. Sempre compunti a dividere la società in vincenti e perdenti, e a spartirsi le migliori puttane, già, per giochi d’adulti “maestri”, così mesti che poi ammazzano “sbuffando” un “Io me ne frego”. Ah, lo so. Di sfregamenti ne son campioni, questi cap(p)oni.

Poi, pure la psichiatria partorita da quel maniaco sessuale di Freud. E gli hanno dato “retto”. Abbiam un fior fiore di teste rovinate dietro le sue quisquilie a disquisir chi sei tu o cosa vorresti ma non puoi, sull’impotenza e sui deliri da onnipotenti.

Io sono il Pontefice ma non pontifico. Meglio viver sotto i portici che far il ponte per “malattia” dietro ricetta. Io sono il cuoco dei miei ingredienti. Son il ricettario a tali cenacoli.
Sì, la psichiatria è un’atrocità. Generata da uno peggio di Fermi. Un infermo che inventò la bomba atomica, mentre questi creano le lobotomie. Meglio, datemi retta, i lobi delle mie orecchie perché, chi le ha davvero, può sentire.

Io sento come Dostoesvkij, basta con queste diagnosi da matriosca. Trauma figlio d’un micro(bo), infezione dovuti a defezioni, alterazioni, non “erezioni”, e bla, bla, bla a farti precipitare negli oblii.

Agli psichiatri, “gerarchi nazisti” della piramide dei piani regolatori, interessan proprio le regole degli obblighi e il “socialmente attivo”.

A me importa del “produttivo” nel non esser come loro dei retrivi. Io son artista e non mi renderanno triste.

Sì, medici “samaritani”. Io direi “ana-listi”. Nell’albo annuale della collega apprendista che tutto lo prende, suggestionata di forza “indagativa” molto in culo nel “tiro”, sì, sniffano.

Beccano giovani innocui e voglion animalizzarli perché s’imbestialiscano in istinti goderecci del “Vai sano e lontano”, cioè nel fottitene.

Se lo pigliassero lì. Con tanto di “francobollo” e mia cartolina dalla Russia.

Ove tutti si fanno i cazzi loro senza intralciare e senza “tranciarli”, gli uomini bevono vodka e ingroppano una che beve tutta la “grappa”.
Poi, si stirano a letto e il Giorno dopo tirerà senza bisogno di filosofie e arricchimenti alla pancia.

Evviva il russo. Uno che russa e t’affossa se lo vuoi far fesso.

Di mio, sono il più grande salingeriano vivente. Non salice piangente, ma sale “piantandolo”.
Basta, coi pantani.

Silenzio.

Tua madre è una zoccola. Da me riceverà solo un topo da biblioteca e ragnatele al suo cervello da gallina. Covasse la gatta per la testa vuota dell’uovo del marito(zzo). Uno da zoo. Che coppia di scemi. Che scimmie! E io scimmiotto questi gorilloni. Ma quali coglioni! Bevo a collo, oh, perbacco! Beccatemi la gola e sempre più goloso io godrò.

Quanto son tozzi.

Io tosto, e so come pigliarli a testate.

Cari porci, se vogliamo buttarla lì, io ce l’ho di qualità, mica come voi, le quaglie!

E godo, grido col Bob De Niro.

Fottetevi ‘sto video e ficcatevelo di doccia fredda.

Scioccati? Sbalorditi?
Io sono lo sballo e desidero il matto.

Meglio delle pomate.

Al che, son il vostro “Perché”.
In quanto me.
Meritando e non maritandomi a chi vuole come di voglia far la moglie viola, picchiandola.

Son io il picchio.

E Pinocchio ho mille occhi nei vostri nasini.
Aspirando le gambe cortarelle di queste corsette affannate.
Affamatissime quanto poco d’amanti.

Evviva il diamante!

Io son brilliant! E nessuno imbriglia il mio…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Essere John Malkovich (1999)
  2. Being Flynn (2012)
  3. Taxi Driver (1976)

Mezzanotte e 0,001 secondo


26 Nov

“primo negativo, guardiamo al positivo, il male vien per nuocere tutto”, una play al Giorno toglie il tuo psichiatra di “torchio?”: I film dell’anno saranno…

… sentenza dogmatica, “(a)stigmatica” del Falotico addolorato eppur adorato, prossimo alla Beatificazione, a forza d’aspettar Beatrice ché “levi” l’ascesi…, soprattutto l’ascesso, via dalle palle, cessi!


– Stefano, mi sei sceso. Sei diventato uno scemo.
– Ah sì? Basta che “salga”, che m’importa della “cattedra(le)?”

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
    Tarantino realizza il sogno d’una intera esistenza. Unisce la sua antica passione per Sergio Leone, e la “rispolvera” fra le polveri del West a modo suo. Semi-Franconero, seminando gli avversari con un capolavoro che solleverà, appunto, un già classic polverone. Pistolettate, “saloonizzate”, gente appesa come salumi, stronzate, DiCaprio con la coda “caprina”. Ku Klux Klan, gente che si prende per il culo, vendette, tribalità, Clint Eastwood che, di cameo, spunterà e urlerà: – Che roba è? Ridatemi gli spaghetti! Manca il peperoncino a questa salsa!
  2. Zero Dark Thirty (2012)
    Kathryn Bigelow è innanzitutto una figa suprema. L’unica che ha superato la menopausa, riuscendo nellatitanic-a impresa d’essere una cinquantenne (60?) molto più sveglia di quel furbacchione dell’ex marito, Cameron James. Uno a cui va la mia stretta di mano per esserle stato “avatar”, “affogando” nel suo “point break”.
    La milf è più attizzabile di tante ochette dei college. Anche perché possiede una mente azionistica, che spara mitragliante con dei contundenti da “lupa”, dunque “condendo” su thrilleroni rosso cremisi come Jessica Chastain, una che “raderei” al suolo. Mi denuncerà per “terrorismo” da “integralista”, ma i suoi capezzoli son come le Torri Gemelle. Il kamikaze ci sta.
    Costi anche lo stalking.Joel Edgerton prenderà le sue difese, asserragliandomi in casa. Assieme ad altri marines, proverà ad abbattere il mio “bunker”. Sfonderanno la porta ma li “disarmerò” con la mia risata innocua “a salve”: – Volevo solo sfondarla, tutto questo bombardamento per una bombata?Joel riderà di gusto e anzi inciterà maggiormente da caporale:
    – Hai fatto bene Stefano. Comunque, non siamo qui per incriminarti di volerti fare Jessica. Anche perché noi ce la siam già fatta. Quindi, questo problema mi par ovvio. Noi maschi abbiam fatto due anni di militare a Cuneo, vero? Ogni fulva merita la volpe.
    Siamo qui perché c’è arrivata una segnalazione. Hai minacciato il suicidio. Dovevamo salvare il nostro soldato Ryan.
    Sicuro di sentirti bene?
    – No, voglio Jessica.
    – Ok, provvediamo subito. Componete il suo numero di cellulare (intanto, mi confida alle orecchie che ha messo però su un po’ di cellulite). C’è un uccello spompato. Va rimpolpato.- Pronto?
    – Sei tu, Jessica?
    – Sì, vuoi scoparmi?
    – No, non tocca a me. Vieni a casa del Dr. Falotico, quanto prima. La situazione è tragica.
    – Sì, agli ordini, Joel. Ma è carino?
    – A me pare un bell’Uomo. “Toccherà” a te “constatarlo” di persona. Una tastatina, nulla di che.
    Poi sarai libera per il prossimo film di Malick, La falsa metafisica d’una con un fisico da thin red line.

    Se avete letto, fin qui, e avete leggiucchiato la trama di questo film, dovreste aver capito tutto.

    Rappresento la legge di Murphy, “Se qualcosa può andar male, lo farà”. Appunto, mica tanto…

    Ma sono autoironico e beffardo alla De Niro da Oscar. E la butto a ridere, anche se vorrei sbatterla a letto, similTonino Accolla di risata inconfondibile alla Eddie…

    It’s Showtime!

  3. Being Flynn (2012)
    Storia vera
    ,sì anche un po’ lynchiana. Può Paul Weitz prendere una novella sui barboni e ricavarne un film?
    Sì, another bullshit night in suck city. Nick Flynn diventa, appunto il titolo alla essere-non essere.Il libro, praticamente introvabile (all’uscita del film, le librerie però, ci scommetto, se ne ripopoleranno), fu uno dei miei regalini di due anni fa. Lo trovai dopo girovagare per tutta Bologna. Spesi circa mille Euro di benzina, solo per un “deca” del prezzo. Lo rinvenni in una botteghella, ove il padrone era un simil cinese dei Gremlins. All’epoca, svolsi “servizio” sottopagato, ipersfruttato in Pinacoteca, ove stavo seduto per ricevere circa 20 Euro per quattro ore di lavoro. Roba da finire come De Niro di questo film.
    Le agenzie giustificarono, dicendomi che non avevano di meglio per un genio della letteratura senza credenziali:
    – Ora, i suoi romanzi sono dei capolavori, ma non ha la Laurea. Quindi, o la sbattiamo in magazzino o a far il manichino ai “Grandi magazzini”.
    Saltai alla gola di tal fetente “referente”, fui deferito “infernalmente” e, dopo i “forzati”, obbligato a sforzarmi per non suicidarmi.Sì, questo libro, che leggiucchiai appunto mentre da “guardiano” guardavo i quadri, con indole “guardona” per le migliori Botticelli del “turismo” straniero, mi fu illuminante.
    Mi riconobbi subito nel Bob.Un genio paragonabile a Mark Twain, le cui circumstances l’hanno bloccato nella stanzetta.
    Neppure il figlio crede all’incredibile viaggio psichico di uno che si scopò Julianne Moore e ora è “murato vivo” e vorrebbe solo appendere al muro chi gli ha fatto perdere tutto.

    Si rimbocca le maniche, fa due conti (in tasca no…), e ritorna a scrivere, incontrando il figlio che, come abbiamo visto, l’ha (s)fottuto. Il figlio è un assistente sociale per i senzatetto. Gli homeless, quelli a cui preparano solo leomelette. E vengon trattati da “ominetti” perché, sotto il caminetto, non hanno una da riscaldare di tette.
    Il figlio comincia a commuoversi, e lo provoca perché si dia una mossa.
    Padre e figlio litigano, Jonathan (De Niro) “spara” a freddo, ipercongelato, “ficcando” altri colpi (ficcanti sessualmente no…), altri libri che nessuno leggerà, perché li riterranno solo freddure d’uno che (non) si scalda tanto.
    Invero, De Niro vorrebbe solo esser di nuovo rosso nelle lentiggini di Julianne.
    Invece, beve l’amaro Giuliani. Per digerire il fatto evidente (per il lettore e anche per lo spettatore, vedrete…) che, in effetti, è davvero un genio. Ma gli altri personaggi del film, come avviene nella vita “reale”, non lo sanno e non gli danno retta. E lui finirà solo che più inculato da “coglione”.

    L’importante è che lo sappia Falotico…

    Stenderei un velo (im)pietoso su gente penosa che, leggendo la mia prima opera, mi trattò a pesci in faccia e mi urlò: – Ah, allora, sei doppiamente scemo. Un genio che finge di essere depresso.
    Vai a dar via il culo! Ti strappiamo le palle. E pure le pagine.

    Siamo entrati in causa con tal malfamati, ora si son rinchiusi in casa per la vergogna.

    Vedi, a fare gli idioti da circo? Finiscono poi nelle stanze della stalla della loro testolina da bimbetti.
    E dire che s’eran messi in mezzo pure i genitori, gente molto “colta” e “cresciuta”.

  4. Jimmy Bobo – Bullet to the Head (2012)
    Ecco, si ficcassero in testa questo: sono come Stallone, prima o poi torno grande.
    E sono botte! Da guerriero della Notte!
  5. Flight (2012)
    Anni fa, incontrai una grassona fanatica di Denzel Washington.
    Le ero affezionato, anche perché Denzel a me piace. Un’affinità “erettiva” che se ne frega del razzismo.
    Le donne sono false. Non si sposerebbero, almeno qui in Italia, mai con un “nigger” ma, quando vedono il Washington al cinema, perdono la testa e, a bassa voce, pronunciano: – Se fossi mio, ti perdonerei tutto. Bruciamela come Nerone! Sono la tua bomba atomica d’Hiroshima!Come andò a finire con la grassona? Il “mio” non volò, ma la feci nera.
  6. Cloud Atlas (2012)
    Dicesi superstronzatona colossale di cast stellare.
    Tom Hanks rappresenta il grande attore che fa spesso la parte del fesso.
    Halle Berry rasenta il massimo, vero maialini?
    Come dico io, la mulatta allatta.
    Per il resto, mi sembra un “filmone” per quelli da latte.
  7. Killing Season (2013)
    Travolta ce l’ha con De Niro, che se ne vorrebbe solo stare in mezzo ai monti, dopo aver quasi lasciato le penne in guerra. Travolta ha un conto in sospeso col Bob.
    Si spaccia per amico ma se lo inimica subito.Ora, ve lo vedete il Bob, a quasi settant’anni, correre per gli Appalachi col fucilone in mano?
    Io sì.
    Per questo mi distinguo. Sfodero la cartuccia quando tutti pensano che non li colpirò.
    E fanno le giravolte come John, non capendo un cazzo del “loro” trivellato.Travolta: – Signor Falotico, l’ho scoperto. Lei fa il tonto di “richiamo della foresta” per non andare in guerra.
    Falotico: – Guarda che la guerra è finita. Posso leggere in santa Pace di Cristo questo “tomo” (in testa) di Marx, adesso?
    Travolta: – Cosa vuoi fare, il Rambo di turno?
    Falotico: – No, pensavo a un altro mercenarioChuck Norris. Un rombo di tuono nel tuo culo, razza di panzone!

 

We are the… “Children’s Health Fund”


06 Nov

I grandi attori ci metton la faccia.

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