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Clint Eastwood, ghiaccio arcano di romantici occhi


05 Jul

Affiancato dal mio fido scudiero, Davide Viganò, anch’Egli rinomato fantino a cavalcare lungo le sponde western del Cinema senza frontiere di Clint, a suo onorarlo d’omaggio nell’immortalarne lo splendore, Stefano Falotico, il qui sottoscritto e presente-assente(in)giustificato, “perviene” alla lucentezza d’alcuni capolavori del Maestro. Ne celebra, sottilissimo, la biblica “artigianalità” immarcescibile, e innalza il nostro Credo a suo cavaliere pallido.
Il Falotico, d’indagine “notturna”, vive nei fotogrammi eastwoodiani, più vivi della spazzatura “moderna”. E, nel classicismo del Clint…, ritrova se stesso riesumato.
Rediviva è la vita in adorazione anche altrui ché la mia anima si svegliò dalla letargia grazie a dinamiche mentali d’empatia attrattiva.

Un libro scolpito negli occhi di Clint, saggio “eremita” in questo Mondo di folli sempre a schiamazzare, a dannarsi per schifezze, a “prodigarsi” al danaro delle “vittorie” spicciole d’ostentare in viso a chi lor reputano invisi.
Ma noi siam prodi(gi).

Falotico, così come Davide, è oltre la sconcia umanità pettegola, nonostante le “tegole” Lui è fiero guerriero, cowboy nella valle di lagrime. Esistenzialista a chi una regala (im)pone e quindi cambia bandiera ad opportunismo di maniera.
Fra tant’amarezza stantia, Falotico porge il suo beffardo sorriso, che si bea di tal ipocrisia da mentecatti e venduti.

L’esistenza è strana, una fantasticheria. Molta gente s’affanna per “successi” da quattro sold(at)i, abbaia di baionette e vien turlupinata dal consumismo innanzitutto ai propri cuori oramai di marmo. Forse anche molto di merda.

Apri l’uscio delicatamente, t’approcci a un nuovo Giorno, ma soliti balordi attentano luridi alle vergini su “voglie”, davvero “volenterose”-violentissime, dello storpiarle all’immagine di “piaceri” davvero “palestrati”.
Eh sì, allenati all’educazione fascista di massa, si son svegliati con la “lunetta” di traverso. Ah, che invertiti.

Il Falotico, cauto e d’acume “ignoto”, d’innata forza ieratica, pacata e pacifista, sfodera il suo Walt Kowalski e punta loro “pistole ad acqua”. “Pistole” sta per l’appellativo di “coglioni” che io affibbio a questi vigliacchi, “acqua” sta per sono già sprofondati ma, “a galla”, fanno… i galletti.
Sì, alzan la cresta ma devo disincrostarli. Cessi d’acquedotto. Nessuna “crostatina”, miei “tosti”. Solo pugni dal mio alto alla vostra bassezza di testa.
Io non picchio mai ma spicco, la mia signorilità accresce gli odi coi quali vorrebbero assalire anche me. Ne son incubo peggiore in quanto Sogno…
Ma i negligenti otterranno solo un “diligente” mio “gentilissimo” orpello alle loro palline. Le imbriglio ché lor son in sellino da asinelli, mentre io sprono il purosangue blu a non farsi infangare e affondare poi nella melma.

Il poeta è a questi un “posteriore”. In quanto avanti mille anni Luce di fronte a tali (o)scuri.

Ah, di marmellate si stroppiccian il visetto, ma “offro” loro un “vasetto”. Ché cagassero tutta la verità se non vorran esser “imbiancati” dalla loro stessa sporca coscienza allo specchietto.
Eh già. I criminali impuniti s’impuntarono a farmi la guerra, logorroica loro “ira” da cani appunto rabbiosi.
Ma il Falotico (non) de-morse, è qui cacciatore di taglie di pari “reazionaria” Legge del Taglione. Se la fai, aspettati la contromossa. E, se gli sparerai, almeno devi essere sicuro che gli oculari testimoni non abbiano visto il “fallo”.
Altrimenti, bulletti sarete in gattabuia a mo’ di Gran Torino. E lì i vostri cazzetti, di cazziatone, coleranno a picco come i volatili per diabetici del Commissario Auricchio. Molto “piccante”, molto “Ela Weber”, molto amari “marroni”.
Fratelli della congrega, sono ortodosso se mi vuoi rompere le ossa, mio “orsacchiotto”, tu che a tutte vuoi saltar addosso, contieniti o sedato nel sederino vedrai che… “bagnato” pelettino.

Sì, Clint è come me. Come Davide. Noi rispettiamo le libertà, ma non tolleriamo le ingiustizie, c’accaniamo perché i nodi vengano al pettine, tutti tutti sputtaniamo se per “virili” pantaloni vollero le granate “piantare”.
E non la piantarono. Piangeranno, però.

Insomma, comprate questo libro, volo libero.

Nella vita, se incontri degli avvoltoi, prima devi cacciarli, poi spulciarli, come quaglie bollirli e lasciar che affoghino nella lorda bordaglia.

Quindi, pagina voltar’.

Essere appunto Voltaire, famoso e giusto scettico contro gli ottusi.

Per farla breve, recatevi nel mio Cuore e vi regalerò altro amore.

Applauso!

Sono l’Oscar di Jack “Voglia di tenerezza” Nicholson: le voglie non caste ma cestinate di un Uomo “anomalo”, dalle malie astronomiche su occhi spaziali di “balle”

Terms of Endearment? No, nei bagni termali av-venne l’“indurimento”… sì, si sciolse del tutto, e rimase all’asciutto nonostante il “caldo” afoso e l’umidità. Insomma evaporò. Il plenilunio ulula e lei da un più succhiante vampiro lo riceve lì.

Mi dissanguo ma loro con “altri” sanguinano…

Alle saune, ho sempre preferito la Savana, spazio di “confino” della mia “riserva indiana”. Ove le stangone, cioè le giraffe, mi lanciano gli arachidi e io le “scimmiotto” perché poco “ramificate” a origine “gazzella” del mio “albero” genealogico poco seminale…
Prima ero un po’ complessato, adesso mi danno del complicato. Dunque: il cervellotico non fa rima con passerotta? No, manca il feeling della rima “baciata”.
Al che, umiliato a raffiche di vento secco e troppa pioggia torrenziale, urlo da gorillone alla King Kong. Tarzan chiama a raccolta gli scimpanzé e balliamo attorno al falò mentre i pachidermi “intingono” le proboscide” in una leonessa per amori da rinoceronti negli stagnetti.

Sì, le donne sono il mio nitrito nelle sere terse e poco “teso” abbagliarle, scivolano cavallone nel tramonto ondante-dandola con un ghepardo che le monta svelto svelto, si pavoneggiano dondolando da “fluorescenti” nella giungla cittadina e, fra una bevuta e una pizzetta, ci scappa la scopata di sveltina. Ci danno, io rimango con le mani in mano. Nel mio guscio, snocciolo i datteri. Lei va col batterista e con tutti i baristi. A me resta il b(i)ancone e battere pugni perché non sbavino pure sul mio caffè “macchiato”. Mi danno della “pugnetta”, ma non getto la spugna.
Già, dietro le frasche c’è chi “affresca” di torrido torroncino, la donna sgranocchia su capsule di cioccolatone animalesco in quanto glassa d’amplessi loschi. Fra un nerone e un Negroni. Prima, una “leccatina”, poi il suo “sorbetto” che la sghiaccia sin al tubo digerente.
Sì, contro certe puttane sono intransigente. E non uso la proprietà “privata” loro transitiva. Esse, orali, tanti tranvieri imboccano nella “lingua”  mal coniugata dei “verbi” onomatopeici, leggi gridolini, da godendo-prima ingoiando van poi mutando d’urla strappamutande.
Non capisco un cazzo, loro ne carpiscono molti. Mah.
Passando, con grande “facilità”, dal perfetto… al (re)moto. Dall’avere all’avidità, dal participio passato del “visto” all’“ho preso”.
Con le donne usavo la tecnica “misteriosa” da Sylvester Stallone de Lo specialista come nella recensione “rescissoria” di Morando Morandini: … muscoli lucidi, amplessi sotto la doccia, acrobazie varie, botti di ogni genere… S. Stallone e S. Stone non entrano mai in sintonia. Insomma, Stallone si “tira”, ma viene “tagliato” mentre, sudando nelle le gocce “ero(t)iche”, Sharon lo “massaggia” ma non glielo spalma di scena “bollente”. Stallone non la vede, neanche noi. Possiamo annusarla d’immaginazione.
E il mio fallo fallì. Al che, optai per il marpione Jack Nicholson. “Tenero” come un grissino, Wolf da la belva è fuori. Ebbi una bionda di capelli oltre al luppolo della birretta su appuntamento al buio. “Immersi” ma poi la Notte fu troppo profonda, simil Batman. Il “pipistrello” con un trauma (s)radicato alle (s)palle.
Al che, ritornai Joker. La mia “ridente” faccia “la” dice “tutta”. Una smorfia perenne, “paraplegica” da fegato distrutto. Una paresi “acuta”. “Slabbrato”. Sanguinolente. Mi faranno… a fettine.
Tutte “affettuose” ma, quando si arriva al “dolce”, preferiscono ritornare ai “bucatini”.

Sono un grande Uomo, ma i mostri lo mostrano di più.

Insomma, la mia maschera è onesta, loro ce l’hanno parato, quindi “truccato”.

Secondo me, possono andare a prendersele…

Più che Jack, rimango Eli Wallach

Che dire? Vorrei sorridere con te e augurarmi buon girovita.
Scherzo. Sei comunque stupenda che i miei ormoni fan chiasso e battibeccano demoniaci al fin d’infilarsi a estrogeni tuoi a mio scostumato. Complimenti per il costumino, da sfilar nel mar cristallino ed erettivo a sabbia dei miei castelli fantasiosi come il bikini colorato ma non strappato.

A parte la mia ironia, sei una Donna che sol ardire mi par impossibile. Io birichino, tu bricconcella. Questo è il mio “uccellone”. Dai, appioppatelo nella pinetina! Ci son anche gli altri piccioncini. Nessun guardone…
Quindi, posso osare. Se accondiscendessi di mezza coscia, mi userai e poi getterai agli squali? Guarda che mordo, il mio delfino è innocuo ma ha intelletto che sa riemergere.
Poi, non nasconderla… ché l’oceano perderebbe un momento di nostri inabissamenti.

Se vuoi il bis, posso darti il tiramisù. Ordiniamo l’antipasto? Per me cozze, per te qualche crostaceo da spaghettare al sughino? Ah, non fare la polenta Valsugana. Abbrancami di succhiotto. Ma quale Brancamenta. Questo è brivido di piacere!
Neghi il mio approccio e mi arricci, con calci in quella mia zona “sensibile”. Non sono un porco. Dai, vuoi (o)mettere me con quel topo da parchetti? Fra l’altro, ce l’ha piccolo. Lo so perché ha qualche etto in più. L’adipe ha reso minuscolo il suo muscolino…
Sì, insomma. Le scogliere amano strusciare nelle bollicine quando le ventimila leghe sono Verne del vantarmelo in profondità.
Ci stai?

Sai di chi sei figlia tu? De puta! Spartiamoci il bottino! Una bottarella e tu accetti la “metà” della mela?
Ah no? Allora, sei proprio una zoccola!
Tornatene dal “monco”. Voglio ammirare il molo, mia mula. E ricorda: al mio mulo non piace la gente che ride…

Quindi, fratelli… io sono oggi buono, domani brutto, tu rimani cattivo. Ah, saresti laureato alla Bocconi e adesso fai lo psichiatra “colto” col “bocchino?”. E questo ti rende migliore di Clint Eastwood?

Ecco, m’impunto e ti sputtano. La scrivania non è una vanità da quaquaraqua. Tu, solo di blablabla, mi giudichi.

Ricorda Mezzanotte nel giardino del bene e del male…, (ri)guarda meglio. Ahia, fa male vero?

Cazzi tuoi.

  1. Potere assoluto (1996)
  2. Mezzanotte nel giardino del Bene e del Male (1998)
  3. Gran Torino (2008)

Decalogo Ronin


27 Jan

Domani, in data Sunday, salirò anch’io sul palco. Vestirò di cravatta arzigogolata nel mio collo “seduta stante” per la platea applaudente. Alcune vecchie “indosseranno” l’apparecchio per i denti, e Jack Nicholson, sguaiato nel doppio mento da porcellone, mi sosterrà nell’attacco “letale”, spronando la mia “giovin” chioma nel richiamo di foresta a gran voce. Quindi, assieme, inciteremo le tribune a scaldarsi per Jennifer Lawrence, tifando di “grosso” per un Silver Linings d’annuvolarla in baci al trofeo “eretto”.

A parte gli scherzi, queste le mie conclusioni in merito alla manifestazione di domani. Non la trasmetteranno in Italia, ma sarò presente eppur giustificato d’assenza su “paraboliche” a raccontarvi questa parabola, intitolata La parola del prodigo che ruppe la diga e ora ficca le fighe, salvo spartiacque d’ingravidarle nel mio Vinavil.

Trama “scarn(it)a” all’osso mascellare del macello a me combinato. Non vi furono combine, molte concubine mi concupirono e non capii un cazzo del loro “svolgimento” nell’avvolgerle di “sviluppato”:
ero affacciato al davanzale del mio “loculo”, quando Edgar Allan Poe scherzò sulle sue “misure” al motto di “Sono mostruose ma non lo mostri”.
Compresi l’antifona, grazie anche all’Amplifon del mio apparato genitale che, dalle orecchiette con cime di rapa, passò lestamente-grufolando alle sventole. Sì, ne colsi una “fragrante” e Lei assaporò l’arnese, oscillando basculantissima nel brodino di saliva e togliendomi il basco per “incappucciarmelo” nella “cappella” del matto più piselleggiante senza più alici acide ma con rosso sanguigno al peperone.
Dopo molte avventure, finii ricoverato per mancanza d’ossigeno, soprattutto svenato di vasi dilatatori non più “comunicanti” dato-non dato reciso pene stanco che abbisognò d’una pennichella.
Mi misero in penitenza, rischiai anche il penitenziario poiché una ragazzotta di nome Ermellina mi denunciò solo per averle rubato la pelliccia. Invero, la salvai dalle sue ferite d’amore, con la Penicillina. Insomma, in fin dei “conti”, da “piccolo” s’ingigantì. Come la favola di Pollicino. La strada mi sfinì, sfidai l’orco porchissimo che m’ingiuriò immemorabilmente, soffrii un momentaneo indementimento “frutto” delle offese, ma m’indurii alla diaccio. Sì, il Diavolo, che adesso fa festa ed educa ogni pargoletto a giocare nei parcheggi. M’apparto e lì pattino, dopo tanto appartarmi di culo poco parato senza carte laureate ma parate stagn(ol)e con appartamenti spartiti con una di cattivo partito. Secondo me, già partita. Si droga, temo che ne voglia. Di dose…
Le spagnole mi piacciono e ho incontrato il mio Wolf. Ha arredato la mia stanza da letto con del rude Rovere. Il mio caffè è ottimo, quando vado a far la spesa, io soppeso il portafogli e, se incontro una che ama le sfogliatelle, la delizio di “Nutella”, infarcendola di fragolina sulla montata.
Dicesi prepuzio dello zietto che accende il “candito-candelotto” e soffia, a lume di candela, sulle belle.

Per la categoria “Best Actor” io appoggio la linea di Bradley Cooper. Cooper sfornò l’interpretazione della carriera e ora non è più corrivo nella trucida Jennifer Esposito. Prima era malato di mente e anche delle sue tette. Ora ha un culo della Madonna!

Per la “Best Actress” tutta la mia stima per Marion Cotillard. Avanti, uomini della ciurma, uscite dalle stive, acciuffate questa qui, è “Rust-ica” e soprattutto “Bone!”.

Per la miglior attrice non protagonista, il mio John Cusack in mutande si scalmana per Nicole Kidman.

Ma il migliore rimane Bob De Niro.

Ieri, vari tizi su Facebook, dopo ch’è comparso il suo nuovo trailer di The Big Wedding, hanno scritto che, se continuerà su questa scia di filmettini, allestiremo presto una lista delle maggiori cazzate della Storia del Cinema, e tutte le pellicole del suo ultimo ventennio entreranno in competizione per i primissimi posti.

Siete degli irrispettosi! Pettinatevi!

Prima di sindacare sul Robert, ne avete da mangiar di pagnotte, voi sempre andate a mignotte!
Prima di raggiungere una Naomi Campbell, dovrete “sudarvelo” ancora di molte seghe, perché siete da campetti e belanti.

Io e Naomi c’incontrammo un decennio or sono.
Mi lasciò perché ero più nero di Lei.

Ora, in giornata credo che qualcuno abbia ricevuto una telefonata di giusti chiarimenti. E, se non è avvenuta oggi, Lunedì mattina la “segreteria” squillerà d’un drin drin “allarmante”.
Ancora ricevo spropositate segnalazioni in merito alla mia emerita persona, e qualcuno si rivolge a estranei psichiatri per accertarsi delle mie condizioni “psicologiche”.
Tutto previsto secondo il pianificato disegno, ancora una volta inascoltato o equivocato per fraintendimenti da spiegare secondo una strategia giudiziaria. Mi par doveroso quindi, di tutto punto, evidenziare bene l’andamento dei fatti, assai clamoroso per una famiglia che dovrà rimborsare al più presto dei quattrini sonanti, più di quelli già emessi in aule di tribunale col loro avvocato affranto e “indifendibile” dopo che prese coscienza d’aver appoggiato un balordo a raggiro di bugie dietro falsarie cauzioni onerose d’un pagamento “saporino” tangente.

Visto che, anzi, sentito che le voci “disturbanti” continuano a esser “richiamate all’ordine”, non si sa ancora per quale scellerata, malsana ragione, “a comando” forse del solito nucleo di borghesacci che dispiega istruzioni “educative” anche ai propri “amici” da manovrare con richieste di “sottolineature”, la persona che si è recata, personalmente, a riferire d’una normalissima, ribadiamolo, telefonata innocua, pacifica e però assetata di pareggiamento legale dei conti, a dimostrazione prossima della “lucina rossa” sventolata a tal proprio, e impropriamente di me appropriatasi, famiglia spurgata assai presto e nuovamente di debiti a seppellirli su spellata pellaccia e lor “carnascialesca vivacità” scoperta da tutte le oscurantiste diffamazioni, è corretto già spiegare ciò che accadrà.

Tale persona verrà, appunto, chiamata per un confronto. A sua scelta d’accettare o rifiutare. Consigliabile la prima opportunità, dato che, se si negherà al colloquio, poi il mio avvocato dovrà obbligarlo a render conto del motivo per il quale continua a “rivolgersi” alla“salute mentale”.

Se accetterà, opzione ripetiamo quasi d’obbligo, prenderà nota di tutte le atrocità che una persona, per “puro” scherzo campato per aria d’una famiglia calunniatrice, s’è dovuta sorbire.

La questione è questa, inequivocabile: è stato chiamato, per fiducia e rispetto ad antichi codici morali della seria professionalità, a confessare quel che successe per filo e per segno e ad ammettere se è vero che una persona era stata presa di mira da un infame orripilante soltanto perché, all’epoca degli eventi, “non lavorava”. E non potrà mentire.

Sul taccuino suo di mio sottoscritto, spunteranno quattro romanzi all’attivo, balzeranno presentazioni letterarie, una Bellezza mia impareggiabile e un’alta coltezza da Principe di cui, appurato il torto allucinante del quale è stato vittima per “carneficine” omicide salvate proprio dalle istituzioni che han svelato il misfatto del colpevole mostro, non più se ne può toccare né minare la grandezza.

Sì, che il porco brindi e scherzi con le sue puttane finché la sala d’attesa dell’appello lo “scappellerà” in modo sputtanante totalmente.

Bellino caruccio scemotto, si dice sorpresina col “tappo” dello spumantino.

Ecco cosa succede ai pazzi come te, non lo sapevi?

E dire che gli consegnai anche una copia omaggio di The Score affinché potesse subito identificarsi con Edward Norton e non sfidare, di sotterfugi, il Maestro.
Ma agì di testa sua da “fottuto” e il palmo di naso fa rima adesso con la sua idiozia.

Scattategli una foto, cis, facci un sorrisino. Ah, ma è carino, chissà dietro le sbarre.

Complimenti.

Ricordate: neanche Dio può fermarmi.

Dio è mio figlio:


Sono draculesco e maledettamente rourkiano


08 Dec

    Mezzanotte della “ripicca” da pacca sulle s-palle e della potentissima picconata ai piccolini: un idiota scimmiotta Batman nel suo WC Net

Ritratto al vetriolo di freaks capeggiati da un padrino che si crede Marlon Brando, da una madre analfabeta ma “laureata” in “filosofia” che si masturba sul sofà, e dei loro pargoli raccolti nel bidone della spazzatura dall’accattone degli spermatozoi del loro zoo

Gironzolando fra molto letame che il nostro servizio multimediale ha d’offrirci, incroceremo nuovamente un teppista nelle sue comunelle “rockettare” con la panna tortellinesca in bocca, e a Bologna, del suo “divertente” attacco “in tiro” a tutti. Egli si professa “missionario” e allestisce siti web (i cui “clienti” raggira di promesse mantenute dietro cospicue “cauzioni”, salvo ricatti per “concupire” le loro figlie), adesca, sì, ragazzine in chat per “pomatine” disinibite del suo “furore” impunito. Poi, dopo aver “levitatamente” assaggiato di “cannellone” con tanto di cannetta da irrimediabile drogatello, se ne libera, spargendo anche calunnie se mai volessero denunciare il suo atto libidinoso ai limiti del consentito. Sì, egli incarna l’incauta violenza che “tutto vuole”, come letteralmente apprendiamo dai suoi “emeriti” post, in cui denuda l’atrocità carnascialesca del suo faccino “pulito” che si spaccia per “spurgante” sociale. Fra gli altri “rinomati pregi”, si definisce l’erede di Batman in persona. E non s’accontenta neppure. Si scorpora anche in Superman, elevando il delirio suo bacato a “mantello” da vampiro dei succhiotti alle verginelle che circuisce per la sua circense esibizione da “titan(i)o”.

Si concentra poi con cura “docile” da “entomologo” della sua piattezza cerebrale che, gergalmente, “ammanetta” e ammonta-arrotondando di luoghi comuni come lo psicologo del suo neurone più storpio, su “vittime” designate.
Trattandole da megadirettore galattico della saga (non stellare) di Fantozzi. Sì, con la “clausola” che par vada appunto a zoccole nella selva delle Silvani.

Dopo aver accumulato “ricchezze & vantaggi”, a base disgustosa d’imbrogli, leccate, branchie d’asmatico epilettico e appunto branco che gli regge le animalesche pulsioni, ora crede d’aver il permesso lecito di sparare a zero su chiunque gli sta antipatico. Antico vizio di famiglia, un nugolo di mentecatti che visse in una topaia, vendendo bene la propria avariata merce. La madre, frigida e “nottambula” delle sue inappagabili depressioni tragicomiche, sfoggiava sempre un sorriso “carati” per dar del “caro” ai suoi studenti, castrandoli di voti in condotta pessimi se sol s’azzardavano a ribellarsi al suo “insegnamento” moralista che va a messa la Domenica, intinge la manina sacramentando di peccatini e poi, luridissima nel Lunedì che giammai si pentirà, pretende la pappardella per “guadagnarsi” la pagnottella. Sì, prima il pentimento, poi la “legge” fascista che i suoi studenti, tutti di “varichina”, sian obbligati, salvo bocciatura immediata, all’inchino “rispettoso” al suo “indelebile decoro patriottico” da pastasciuttara con l’ostia in bocca. Adesso, semi-pensionata-penosa dopo tanta “semiotica” dogmatica, fa anche l’attrice patetica. Ah, dopo le recite e le costrizioni per le genuflessioni studentesche-parrocchiali di manualetti, anche l’”ambizione” da Meryl Streep del Circolo “Guarda la Circe com’è maghella fra questi arzilletti, scamoscia ancor di grilletto”.
Il padre, da par(arselo-“ardentissimo”) suo, da paio di palle del cavallo moscio e castrabile di quello di Siena incespicato nel fango putrido, inseminò male la sua malattia mentale, generando, con un parto aberrante (fu consigliato l’aborto ma “lui” voleva portar la sua idiozia precoce nella trasmissione “erettiva” ai figli, sangue della sua salsiccia grassa) due gemelli d’”alto” lignaggio e, dal parto mostruoso, nacquero dunque le schifezze dell’”orgoglio” di massa. Cinici, anaffettivi e strafottenti con manie d’onnipotenza che s’illudon di far a fettine quelli (i sani) che non s’adattan al loro “ingegno” purissimo, oseremmo dire, “osannandolo”, criminoso e tacciabile di denuncia per recidive insistenze.
Essi sono “ben” indirizzati in questa società, ove i valori che contan son proprio l’”armonia” della svaccata, delle “spaccate” fra le gambe femminili da torelli con lo zuccherino “trasgressivo” in bocca, e il vezzo, “stimabilissimo”, di buttarla appunto a puttane.
Tanto la gente che li leggerà forse riderà di “gusto”, affiliata alla nuova “pedagogia” in cui quel conta è “pigliarla” alla leggera e pascersi di barzellette sul “pesce” e sulla frutta delle donne da irrider con “ficcanti” freddure d’ingredienti acidi come l’insalata.

Uno dei due, il più “spiccato” e “aquila”, presto in tribunale tornerà. E, pagando profumatamente, forse piangerà amarissimamente il suo “genio” che dà del demente non solo alla sua famiglia.
Forse, in questo, l’appoggio con “sensibilità”. Grazie alle sue malefatte, son venute a galla anche le porcate nascoste di genitori e compagnia “bella”.

Sentite condoglianze.
Un Uomo a cui tal “nucleo” sborserà di risarcimento parecchi soldoni.
Perché i sordi non ascoltano, anzi vogliono accecare. Ma il piatto…
Stavolta, incontrarono uno che tappò le loro bocche.
Cucendole nella vergogna del (ri)morso e anche del portafogli.

Cari ominicchi s-mascherati, ecco il “mascara” ai vostri sporchi trucchetti.
Salutatemi la vostra “nobile” dinastia e un vostro destino che mi par già sull’orlo del collasso emotivo. Su quello economico, qualche strozzino dai “nervi saldi”, vi potrà “aiutare”.

Tornando alla vecchia matta, per tutta la sua miserrima e vilissima vita, si barcamenò da insoddisfatta, invidiando a morte chi “scopava”. Ed è stata, secondo il suo teorema, sonoramente trombata ancora.
Detta volgarmente, attenendoci alla loro merda, fottuta. Esagerando, potremmo dire e lo diciamo, sì, “inculata”.

Ah, Dio creò tal creaturella già bruttona e la macchiò integralmente.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Gli spietati (1992)

Dracula di Bram Stoker (1992)

Rocky V (1990)

Walt Kowalski versione rinvigorita in William Munny “Biondo” contro i morti


26 Jun

 

Lo spietato

La Notte s’incendiò, il “crepuscolo” lentamente si bruciò d’una folgore riscaturita da un’ignota forza poderosamente spaventosa, il ricordo di chi eri, e di una “senilità” che s’era avvizzita in energie “recalcitranti”, in una melanconia precoce e anche troppo “procace” ad anestetizzar il Cuore che un Tempo fu cacciatore, ovattato dal calunnioso odio e da un’invidia insanabilissima, per insabbiare un’anima e “suggellarla”, “surgelarla” in una “linda” asciuttezza dal candor quanto ambiguo quanto mentitore sul “credito” di una persona, i cui “racconti” deliranti d’un povero pazzo ne stavan illividendo la bontà, la passionalità, e anche la savia “animalità” giovanile.

Il tuo “marcato” isolamento, da “marchiare” di bugie infondanti per affossarne la dignità, per circuirla da domatore da circo, vero?

Ma, il suo urlo di terrore, strozzato poi in una calma apparente, si “raggrinzì” nei suoi occhi, quando fissò la vittima, allibito, scioccato da un’imprevista rinascita vendicativa.

Escogitò altre “trappole” per “incastrarla” e rabbuiarne gli ardori, con infide maldicenze perseverò nel perpetrar il suo “abuso”, per spazientire l'”agnello” sacrificale, e immolarlo al suo luculliano ludibrio d’un pasto vampiristico d’osceno cannibalismo, per sbranarne l’intimo sangue e “iniettarlo” di veleno.
Uno sciacallo turpe, un truce mostro che non aveva calcolato le conseguenze del suo “omicidio” molto, molto imperfetto.

Ma dove scappi, “amico?”.
La città è piccola, gli investigatori ti pedinano, le ombre, soprattutto della tua coscienza, spiano il tuo incubo peggiore, la porticina scricchiola e temi che il “Babau”, che credevi d’aver ucciso, possa farti visita quando le luci sono spente, “festeggi” con ilar goliardia ma, dentro di te, tremerai sempre.
Ci crescerai con la paura…

Perché William Munny è tornato, e tu, (p)orco, non hai fatto i conti con l’oste…

– Ma tu cosa vuoi da me?
– Ma niente, pensavo d’ammazzarti, visto che non confessi e non vuoi “crollare”.

Infatti, le cose si metteranno a posto…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Gran Torino (2008)
  2.  Gli spietati (1992)
  3.  Per qualche dollaro in più (1

“Unforgiven” Theme


14 Jun

 

Che dire?
Andrebbe ascoltata all’infinito, spietatamente bellissima.

 

 

 

 

 

Nelle sere estive, bevo birra fredda sotto il portico delle nostalgie, senza “zie”, e…


13 Jun

 

… con occhio “sorvolante” da Dracula, e un’occhiatina al cu(cu)lo, v’imbroglio nelle chiappe, detto anche inc…

Sì, io e Kowvalski, siamo la stessa persona.
Abbiam sofferto la guerra, Lui, fra quegli “sporchi” musi gialli, “ingrigendosi” da americano “ecumenico” fra gli orientali, io, sedimentato sempre più nella mia mente che stappa un sorriso a una Donna solo per invogliarla a non “romperle”.

Sì, nel circondario, sono famoso, la mia “celebrità” s’è espansa per tutto il globo. Voi, che monopolizzate, aizzate, asfissiate, lobotomizzate. V'”ingloberò” e v’accopperò, altro che Coppa del Mondo.
Che cazzo pensavate di fare con me?
Di metter a ferro e a fuoco la mia casa da “lupo” di mare, e intimorirmi con le vostre intimidazioni?
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, “cari” seviziatori, e non “lo” spel(l)erete radunandovi in congreghe da teppistucoli con la “pistola” della facile battutella sarcastica.
Io vi sfondo il cranio, solo inarcando le mie sopracciglia già “aggrottatissime” di “sfogliarvi” nella pagina delle vostre “irriducibili” colpe da “cervelletti”. Vi siete scervellati a “indementirmi”, vero? E, ve le spaccherò. “Cervelloni” con tre neuroni e molti “ormoni”.
Mi basta sbuffare, e crollerete, perché “spierò” le vostre mentitrici giugulari, come un segugio che vi soggiogherà mentre pensate di “giocarmelo”. Sono io che “taglio”, io recido l’accidia. Acidi, cinici e omicidi, che non siete altro…, se non il genocidio. Questa è la museruola alla vostra bocca.
Sono imprendibile, chiamate uno psichiatra, e, dopo una conversazione con me “sdoppiato” nei suoi “dottori” per renderlo “impersonale”, sarà “deliziato” da un prelibatissimo pasto nudo.
Sì, quello sciacallo, sarà cannibalizzato e “smagrirà” in quanto “scarnificato”, e messo “al muro” di suoi scheletri nell’armadio.

Io vi avevo avvertito, non svegliate il can che dorme, potrebbe domarvi come un leone che sbrana, all’improvviso, il suo domatore, con tutto il circo “in visibilio” per il ribaltamento fra l’aguzzino e il carnefice. Che gioco al massacro, eh?

Anni fa conobbi una famiglia di ritardati che non ha mai tollerato il mio modo di vivere. Cioè, il mio fottermene delle loro regoluzze piccine piccine.
Per loro, la mia “non vita” è pen(s)osa.
Ecco, questa è una marmaglia d’immaturi pubescenti, inutile che la matriarca, “imbarcata” da vacca che “sguazza”, sodomizzi il marito con intellettualismi non violenti, quando poi la dà ai suoi alunni, “educandoli” a “prostituirla” sin dagli imberbi, eppur “birboni”… “esordi”, i famosi esodi della scostumata transumanza dal “flaccido” al “sodo”. Sono dei mandriani che vengon presto alle mani “morte”. Dei maiali “al prosciutto” che andran presto a concimare la loro cattivissima erba. Altro che gli “erbivori”, l’agnello non mangia la carne. Ma, li divora.
Io sono il non morto, e il Giorno del Giudizio sarà (s)terminator(e).
Anche il Diavolo s’impaurirà dinanzi alla mia “tenebra”, e tremerà, ma poi lo scotennerò.
Scatenato, ancora, volerò dentro le case di quegli psicopatici, e insegnerò loro che, se davvero volevano “uccidermi”, dovevano immaginare che io “ammazzo” me stesso solo perché si suicidino.

Sono Kowalski, e chi “stuprerà” ancora, chi intimerà a esser “forzuto”, a farsi “valere”, sarà “ficcato”… dalla mia medaglia al “valore”. Ficcantissima…

Così sia scritto e così siano “(di)sfatti”.

Gli scemi furono consegnati alla giustizia, mi spararono, ma li ho fottuti.

Circa un mese fa, ho telefonato al “capobanda” d’una radio cittadina, un covo e letamaio di handicappati con del “troiame” a “leccarli”, che dan del “matto” a chi non ascolta la loro musicaccia senza Cuore.
Volevano “segnalarmi”.
Sì, per “sedarmi”.
Ecco, si prendessero quei Cd che metton su, e si sparino l'”endovena” del mio “drogarli” di denti rotti e traumi “incurabili”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Dracula di Bram Stoker (1992)
  2.  Gli spietati (1992)
  3.  Gran Torino (2008)
  4.  Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991)

 

 

Duri, quasi “germanici”, spietati


11 Dec

 

Eh sì…

 

Orrore di un allampanato che non s’è attenuato: “potatura” di albero ad alto “fusto”
Anno 1995, verecondia issata nelle ramificate mie “zoologie” d’una spietata, quantomai atroce “concretezza”, dopo i sincretismi “astratti” d’astral viaggiar in soavi nuvole “insaponate” da ricattatorie menzogne. Splende come ieri, e m’illuminò da chi lo “suggestionò”

Sì, i minuti scandiscon “cardiaticamente”, il Tempo che non m’ossida nel mucchio ischeletrito di zombi pingui nel “pastasciuttarla” di pasciutezze asciutte in anime che han spellato l’animismo “animalizzandolo”.

Di come, per sciagure “cerebrali” che involsero ad avvoltolarmi in cervellotica, perenne abulia, incontrai un balordo che capeggiava la sua tribù di bui “classisti” per evirar il mio gaudio e “clericarlo” alla varichina, o peggio acclararlo nella “follia”.
Di come tentò di traviar la mia vita “aviatrice“, spezzando le “ali” da Icaro perché non s'”accalorassero”.
Quella spontaneità repressa e indotta a deprimersi, quei pudori castigati dall’acuminato livore di proibizioni “probatorie” delle mie presunte “pazzie”.
Tutta la sana ferocità degli istinti, ammansita da quello “sguardo” un po’ paternalistico, un po’ “analistico” da schifoso guardone, da chi si vezzeggiava in compagnia a “mafieggiar” d’emozioni altrui, “legiferandole” con sferrar pugni alle loro dignità.
Le crasse risate “indagatorie” ad avvizzir anche il più tenue “boato” che voleva solo “beatificarlo”, conficatto di paletti d'”avorio”, di avida malignità a sgualcir la poderosa brillantezza d’un corpo e di una mente amante perfino delle sue “dissipatezze” o del gusto profumato dell’ansimar “vaginandola” in un’identità virile anche quando, onanista, si tergeva di lubrificazioni “vagabonde” per fornicarsi senz’esserne soggiogata da donne di “godereccia” goliardia o da lardosi “puledrelli” dall’uccelletto vivace. L’essenza scarnificata del “ragazzismo” becero di chi, incosciente, fra loro, si macera.
Orripilante macelleria!

Sì, m’appare l’angoscia d’un incubo che raccapriccia, ancora, una famiglia che mi “torniva” d’avvilente boria, con la presunzione manichea di “dotti” saputelli per intinger la “brace” nel sangue di chi era vivo o, di vividezza, rifulgeva d’ogni ardita bramosia, senza mai incenerirla in lavori mendaci e in fameliche corse al guadagno, ove il materialismo si “permeava” di bavose “tragicommedie” da frivoletti col pensiero stampato nello “stapparlo”.

Ah, come li assediai, per aver solo pensato d'”affrangermi” e infranger quei sogni che m’erigon nel mattino “marmoreamente” arcobalenico contro il loro Mondo libidinoso e di flatulenze sessuali, e di quel putrido grasso che cola. Ne siete avvinti, ne siete paurosamente, ah, come ne fuggo…, “vittoriosi”.
Ah, quanto rabbrividisco, or che son immerso nella lietezza dello spensierarla, nel tramonto sempre acceso di rossastre evasioni.
In cui le lagrime son scalpitio del tormento dei miei abissi.
La “marinità”, una soffice carezza nel vento che mormora.
Le crudeltà, l’arrocco difensivo dei deboli.
E la mia magnificenza, di grido irreprimibile, la vigorosa forza delle mie membra, o di un’altra mia ombra che non sarà più, mai più, offuscata.
La catarsi nella sua resurrezione, la prelibata sorgente d’esser ancor allibito dinanzi agli abomini, ed eternamente nella purezza che, di decadenti brezze, fischia dentro un grandioso ululato da “martire” che li ha martoriati.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Gli spietati (1992) Un torto troppo grave, imperdonabile, e l’antico guerriero, in una piovigginosa Notte vendicativa, “sfregerà”, a nitidissimi colpi di pistola, una mortifera allegria di “sceriffi” o solo un “califfo” con le sue caraffe e puttanelle che “arraffa”.
  2.  Mystic River (2003) Mai dire “buono” se è un lupo, e mai sparare su chi è innocente.
  3.  Debito di sangue (2002) Il tuo “migliore” amico, è colui che voleva “assassinare” la tua vita.
    Perché, ha sempre saputo, che lui è una merda.
  4.  The Aviator (2004) E se cambiassimo il finale?
    Howard Hughes, dopo la “malattia”, spaventa di nuovo tutti con la sua titanica grandezza da gigante Orson Welles.

 

 

 

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