Posts Tagged ‘Roberto Benigni’

Pinocchio (s)mania: Guillermo del Toro, Garrone/Benigni, Falotico da Leggenda del re pescatore


26 Oct

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Un mio commento plateale, senza vergogna, su Instagram…

Ebbene, che culo superbo, ottima, continua ammiccante a provocare con far piccante, sì sì, fottitene dei moralisti, insegui questa donna tua birbante e lasciaci guardarti desideranti di esserti ardenti, bacianti, esausti nell’ammirarti, lascia che io sia ardente nel focosamente bramarti e forse eccitarmi, che gnocca, che tocco delizioso di donna sfiziosa, anche oziosa, probabilmente scaldante e mi fermo, infermissimo, perché la rima potrebbe di lingua peccar lussuriosa e di te troppo vogliosa.

Non mi ha bloccato e sinceramente non è che questa qui poi sia un granché, ma ero annoiato.

Mah, se penso alla mia infanzia, ricordo che mi piacevano i gelati, leccavo avidamente, se penso alla mia adolescenza, nel mio carnet di masturbazioni da ossesso-deficiente ci fu anche quel troione di Eva Grimaldi, una donna che pare sia stata anche con Sean Penn fra un risotto e il chirurgo plastico, se penso a come sono adesso, non è che poi, detta come va detta, sia un patito del sesso. Di mio, mi piace accavallare le gambe con la sigaretta in bocca. Non so te. A te piace accavallarti?

I problemi si accavallano e io preferisco ancor sbugiardarvi. Vi credete stabili ma io vi dico che siete solo più grassi.

Non dovete allarmarvi, lo sapeva Leslie Nielsen ne L’aereo più pazzo del mondo.

 

Eh sì, non molti lo sanno ma, nel fervore delle mie rinascenze, molti anni fa (credo fosse il 2006), cominciai a buttar giù un libro mai finito. L’occhio di Pinocchio. Ma poi, per varie vicissitudini sfiancanti, fui dal fato avverso sfinito e caddi preda di una società alla Mangiaf(u)oco che, con le sue chiacchiere, voleva far sì che mi “frivolizzassi” (bellissimo neologismo) e mi attenessi al più bieco materialismo porco. E collassai, assillato da donne voraci che attentarono alla mia verginità, Loro, discinte e aggressive, vedendo il mio bel faccino e, ben consce fra le lor ardenti cosce ch’ero ancora sessualmente immaturo, mi ballarono attorno. Al che, tirando fuori le loro ispide linguacce desiderose di ciucciarmi e baciarmelo tutto, con occhi bramosamente vogliosi ardirono a turlupinare la mia virtù, affinché dentro di loro potessi dominarle con la mia spada da Re Artù. Vibrante di un Excalibur lubrificata con del burro ad addolcire la penetrazione sguainata del mio esser in loro interamente duro eppur non più moralmente integro, dopo che codeste, inguainate di reggicalze sfilate, nel sesso più mentecatto m’inguaiarono e nella perdizione m’infilarono, ficcandoselo. Perché, una volta persa l’innocenza, e lor signoria lo sapeva, mi persi e rappresi in una landa orrenda e putrescente di nightclub fetenti. Ancor per ghermir altre donne, concupirle come un lupacchiotto ed entrar nei lor cor(pi) di passioni sfrenatamente lussuriose. No, sto mentendo, per chi mi avete (s)cambiato? Senti, scambista, piglia questo! Ah ah. Eh sì, ciò non avvenne, solo in una io venni. Ella mi svenò, mi sverginò e poi a fanculo mi mandò. Lasciandomi esausto e di lei innamorato col membro ancor penzolante e densamente ingordo di volerla nuovamente ignuda, a me congiunta e untissima.

Fra noi, teneramente e di pene duramente, durò poeticamente un an(n)o, appunto. Me ero stato oramai violato, nella sua carne violacea (im)bucato. Oh sì, le fate son fatali ma sanno essere anche delle stronze fetali.

Prima le donne ti rendon teso(ro), tu te ne arrendi, a lor dietro le tendine lo (es)tendi eccome, ma è solo forse una canzone di Elio e le storie tese…

Grazie a Geppo mio papà 

Se si china la Fata Turchina 

Sento una forza dentro che neanch’io so come 

Ed emetto una specie di fruppè

 

Elio voleva dire frappè? No, proprio fruppè.

Sì, la fava di Pinocchio per una fata potrebbe divenir qualcosa da favola…

Se poi la fata era, come nella miniserie Le avventure di Pinocchio del Comencini, la tettuta Lollobrigida, allor sì che cresci in fretta e soprattutto furia e, dalle mini-seghe, passi alle milf in un batter baleno. Sì, oramai sei fottuto come fossi stato mangiato in culo alla balena! O alla balera!

Molti uomini invece retti, che non pensano solo al femminile retto, nonostante si sposino e sian fedeli, perdon lo stesso la retta via e impazziscono. Prendete ad esempio Robin Williams de La leggenda del re pescatore. Un maniaco ammazza sua moglie e il professore finisce barbone. Jeff Bridges si sente responsabile della tragedia perché involontariamente aveva spinto il suo radioascoltatore a “spararla grossa”.

Deluso dalla fidanzata e semi-disoccupato, Jeff/Jack Lucas vaga abbattuto e delirante per le strade del suo fango, e prega la statuina di Pinocchio, sperando che almeno questo burattino di legno possa comprendere il suo dolore di vivere. Ma anche Robin la tiene in mano.

E, tornando a Re Artù, arriverà il miracolo. Perché il Sacro Graal, amici carissimi, altro non è che la speranza di noi tutti ritrovata.

La nostra vita adulta rasserenata.

Ed è per questo che del Toro e Matteo Garrone sono affascinati dal mito sempiterno di Pinocchio.

Geppetto, per Garrone, doveva essere Toni Servillo, adesso sarà Benigni. Che girò la sua versione benign(esc)a con Kim Rossi Stuart as Lucignolo.

Dico a voi, amici che spesso mi coglionate, siete proprio il Gatto e la Volpe.

La mia vita non è una cuccagna e non and(r)ò mai con le cagne.

Può darsi che il Falotico, il sottoscritto, sia un cesso d’uomo o un grandissimo.

Sicuramente, non date retta a Paolo Crepet (non è ancor crepat’!), il quale sostiene che i cosiddetti adulti siano ancora dei bambini malcresciuti e che non sappiano educare i figli, invero più grandi di loro.

Ecco, dopo tutto ciò, Collodi era un favolista come moi. Mai si laureò con lode e spesso la sua testa doveva superare innumerevoli volte il collaudo.

Di mio, vorrei guidare un’Audi ma non posso.

Punto e basta.

Sì, io guido la Punto. Lei guida la Mercedes? Beato lei. Si scopa anche un’Alfa Giulietta? Ah no, è vero, sua moglie si chiama Flavia Lancia. Lancia Flavia, sì, scusi. Mah, una lontana mia parente si chiama invece Silvia Nissan.

Già, tornando al mio libro incompiuto L’occhio di Pinocchio, Luciano Ligabue, in Eri bellissima, così cantava…

Eri davanti a me, davanti agli occhi del bambino 

E gli occhi del bambino quelli 

Non li danno proprio indietro ma

Facevi gola e soggezione!

 

Ho ancora un occhio da Pinocchio. Mentre tu, lercio farabutto, non porgermi l’occhio da finocchio per incularmi. Stringimi la mano, il mio uccello lo st(r)ingo da me.

Evviva! Si brinda, si brilla e, dai su, andiamo a ubriacarci. Saremo brilli ma dalla società fascista non verremo mai resi dei rigidi birilli.

Dai, grullo, porgimi un’altra grappa e dammi un’altra guappa! In quest’osteria io me l’ingroppo e con lei vado al galoppo. Cameriera, un’altra scaloppina! Ehi, bambina, non fare la zoccolina. Dai, Simona, si limona! O(r)mone, non fare il culatone. Servitemi i culatelli!

Un due tre, stavolta l’hai preso in quel posto te. E ora vai a farti il bidet!

Alé! Miserere, misero me!

di Stefano Falotico

L’uomo turbato non è idiota robotizzato


02 Oct

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Viviamo in un periodo di forti lobotomie, dunque di robotizzazione. Sì, la gente, da cui giustamente spesso mi estranio per sentir altero, si nasconde dietro lavori “altisonanti” che la fa illudere di possedere un’ampia rispettabilità sociale, un basamento fallace su cui giudica le vite degli altri che a tal porcile non si adattano. Preferirò, anche a malincuore, sempre le mie solitudini, peraltro ascetiche, alla mortifera baldoria di questa falsa allegria da continua sagra paesana, ove le metropoli sono infestate da ciarliere donne arroganti e da uomini impettiti che, tristemente, in maniera patetica, si prendono oscenamente sul serio, dilapidando i veri attimi gioiosi, preziosi, a favore di un capitalismo che, a mio avviso, li ossida da manichini “responsabili”. Al bando le responsabilità, evviva la gaudente, anche immalinconente e che non vale “niente” vita che sa goder degli istanti nella loro infinita infinitezza, per come si spandono leggiadri in tal vostro amabile, dunque odioso, poltrire vanaglorioso. Sì, fumo un’altra sigaretta mentre, alla radio, una mezza ochetta issa in gloria una rockstar che si fa tante “gnocche”, nell’esplosione bieca, abietta, della più sbandierata volgarità e di questo “vivandar” di costumi tanto liberi quanto repellenti di buon gusto. Sì, la libertà non significa volgarità ma oggi si confondono le due cose e della purezza della poesia è scomparsa quasi ogni traccia. Spetta a me, poeta estinto, non in questa massa tinto, tinteggiar il mondo e ripristinarlo laddove davvero l’armonia possa (s)posarsi alla più sana letizia. Venite invece, voi, ammorbati da obblighi “ambiziosi” che vi castigano nell’illusoria, effimera vanità e riempite il vostro mondo di squallide, merceologiche illusioni. E il grande sogno? Vi avete rinunciato per dar “valore” alla panza, al menefreghismo più ipocrita, all’osservanza dei principi morali più omertosi nella casta, sciocca giustezza. In questo vostro vaniloquio, sì, io mi turbo e alla vostra frenesia non aggancio il mio turbo. Turbandomi, appaio disturbante, ma in verità vi dico che dico solo il vero. Quello che l’idiozia non vuol sentire e tamponare, vuole reprimere, punire e di offese insultare. Ma che robe da matti.

 

di Stefano Falotico00119317

La finta foto di Al Pacino sul set di The Irishman e le voglie della Nannini Gianna


23 Sep

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Eh sì, anche siti seri (fra cui Best Movie) diffondono questa terribile immagine, in cui affermano che la persona ritratta sia Pacino sul set di The Irishman di Scorsese. Una bufala tremenda. Come diceva Johnny Stecchino, a proposito di falsi gangster, non ci assomiglia pe’ niente. Infatti, non è lui. Potrebbe trattarsi di Ray Romano invecchiato, ma ne dubito.

Intanto, mentre sale l’attesa per The Irishman, che non sappiamo se uscirà nelle sale ma solo su Netflix, qualcosa mi “turba”. La nuova canzone di Gianna Nanni, Fenomenale, questo il titolo, è decisamente una porcatella, eh eh. Ecco un estratto del testo:

 

se quando ci vediamo siamo due animali

non ci si prende per le mani

e la tua lingua taglia il cielo

per le mie gambe aeroplani

e dimmi com’è

 

Insomma, la Nannini ci dà ancora di gusto.21765024_10209657137648097_6582920781675463772_n

di Stefano Falotico

Ai David di Donatello, preferisco Davide con Antonella e ad Antonella prediligo un piatto fumante di tagliatelle


28 Mar

 

Con un po’ di ca(l)cio sui maccheroni.

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La dovremmo smettere di attribuire premi alla carriera a Benigni che da anni non gira un cazzo eppur si “bea” del suo fottuto premio Oscar anche come attore, quando scandalosamente lo soffiò a Nick Nolte, a Ian McKellen e soprattutto a Edward Norton. E con la sua faccia da pagliaccio “insemina bontà” fra gli spettatori beoti di questi spettacoli vetusti e raccapriccianti, in cui Virzì, uno che pensa solo a “ficcare” la Ramazzotti, piazzandola di “camei” nei suoi film “casinari”, alza il “trofeo” in segno di potenziale, futuro Miglior Film Straniero. Sono stanco di questi orrori, e non mi capacito perché molte racchie seguano appassionatamente tal demenza. Racchie che, dopo giornate di “duro” studio e canzoni di Laura Pausini, si friggono in queste premiazioni, proiettate nel pen(s)arsi un giorno attrici di tale (ca)risma, per poter contendere a questa fiera della banalità. Allorché, in questi momenti miei e non “mielosi” di pen(s)osa riflessione, ripiegato nelle mie solite afflizioni da “disturbato”, credo che seguirò in canottiera Olanda contro Italia, partita amichevole nazional-popolare al grido di “Belotti facci un goal!”. Aspettando poi la domenica senza campionato, per colpa “grave” di tale “infrasettimanale” europeo-mondiale, nel quale mangerò saporitamente delle tagliatelle al ragù, sapendo che mio cugino di secondo grado, che fa di cognome David, scoperà sua moglie mentre io allev(i)erò la mia “felice” solitudine nel trastullar ancora i miei cazzi a “coglione” senza profumo della socialità perversa di tal società malata e malfamata. Sì, più mi estranio dal mondo e più godo come un riccio, non sono ricco eppur non colo a picco. Mantenendomi intellettuale alla Gambardella e sollazzandomi in tal “egoismo” a base di pasticcini e non sociali pasticci(oni) in cui la gente depressa si fa di pasticconi. Attendo ogni dì le quattro di pomeriggio, perché se gli inglesi aspettano l’ora del tè io a quell’ora, bevendo al bar il caffè, a tal elefantiaci uomini frenetici faccio tiè. D’altronde, chi fa da sé fa per tre, e oltre al secondo voglio la frutta e il dessert.

Che rima baciata, che mia Roma all’amatriciana. Roma, ove non ci fu David, ma Michelangelo come me, un Papa re.

Non so chi sia Buonarroti, ma sorrata è bona.

 

Buonanotte.

di Stefano Falotico

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Roberto Benigni Show, parte prima


19 Dec

Berlusconi si ricandiderà ma il Diavolaccio l’ha già sputtanato. Vero puttanone?

 

Qui, tutti gli altri, compreso il primo. Stranamente, la Rai fornisce il codice da incorporare per tutti i video di questo spettacolo di Benigni, ma poi li ricollega sempre a quello iniziale.

Mah.

 

Meeting del 10 Novembre a Firenze – Io sono Lorenzo de’ Medici(nale), detto il Magnifico per via delle mie “fighe”


01 Nov

A Firenze, ci sono gli sbandieratori del “corteggio”.
Eh sì, sono Artù e tutti, di “servitù”, obbediscon alla Tavola rotonda del mio “corto”, di naso allungato da Pinocchio di Collodi, nella mia Camel(ot), sigaretta ruvida di cazzo “epico”

Appuntamento imperdibile e “imprendibile”, giungerò come un imprevisto, forse non mi vedranno oppure mi venereranno, una gemma in quest’Italia che ha perduto l’odore del proprio “usignolo”.
Tante voci si spargon sul mio (rac)conto, presto presenterò la mia nuova opera letteraria in quel di Roma, in una libreria Albatros vicino al raccordo “anulare”. Eh sì, il dito medio contro i miei detrattori…

Ieri sera, il Genius ha recensito Gran Torino, canto del cigno d’un Eastwood superbo. La performance of a lifetime. La storia della mia vita.

Franco-LAMPUR, uno che “battaglia” per non arrendersi a questa società di “puledri” e “porcini”, mi dà un colpetto per invitarmi ancora a Firenze. Sfida a compagnia di tenzoni.

E Io, Lorenzo, capostipite del Rinascimento, iconoclasta delle convergenze artistiche, rispondo di tutto punto:

@Franco… potrei essere a Firenze e anche no. Chi lo sa? Credo che m’aggredirete, divorandomi in una cena vampiresca, sbudellando ogni sana mia purezza non ancora estinta. Ma forse, probabilmente sì, ci sarò. “Camuffato” da Batman, non lesinando di baldorie e, vestito come Arlecchino, a dileggiar un Balanzone con troppa boria. Ah, che pallon gonfiato, deve volare alto nell'”aerostatico”, metterò “pepe” alla sua mongolfiera “ballonzolante” e, nel blu dipinto di blu, se ancora provocherà, lo “buttereremo giù dalla torre” dell’asinello che è, sputtanandolo d’un “Vaffanculo!” sincero. Per una “caduta libera”, “a picco”, nei torroncini delle sue ipocrisie. Mentre “svolazzerà”, sarà pure “trivellato” da “uccellini “piranha” che “spizzicheranno” la sua pellaccia e le sue “palline”. “Atterrerà” vellutato come un orso polare senza la sua Alaska, “Infilato” dentro il cosiddetto “strapiombo”. Esiliato poi all’isola “toscanaccia” di “Elbaove sarà Napoleone di tal barzelletta “partenopea”:

Napoleone chiama a raccolta i suoi fidi “discepoli”, e sottopone loro delle domande da Hitler. Ne pesca uno, un po’ fuori dai ranghi e troppo “aggressivo” perché “napoletano”. Da metter subito in riga solo per la sua apparenza “sgangherata” da mezzo gangster.

– Allora, qual è il tuo nome?
– Rosario, “guarda Omar quant’è bello“.
– Cos’è il tuo “nomignolo” totoiano?
– Sì, sono “L’Imperatore di Capri“.
– E canti con Peppino “il caffè della Peppina?”. Ora, scamorza sfigatissima, sarò schietto come la tua faccia da bugiardo e “ladro”. Secondo me, i vesuviani son tutti dei terroni maledetti che campan(ia) d'”arrangiarsi” e non voglion “adattarsi” alle “regole”. Cosa ne pensi?
– Bonaparte… son così.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Un ragazzo alla corte di re Artù (1996)
  2. La spada magica – Alla ricerca di Camelot (1998)
  3. È più facile per un cammello… (2003)
  4. Porta un bacione a Firenze (1956)
  5. Pinocchio (2002)
  6. Napoleone cucciolo pasticcione (1995)
  7. Manuale d’amore 3 (2011)

Europei 2012: sfida fra le nazioni – Russia Vs Serbia, risultato finale: 4 a 1, i russi son più rossi


09 Jun

 

Marx-Engels, il Vangelo, la Russia, i prussiani, gli orsi dell’URSS, Ivan Drago, Dracula, la Transilvania, Silvia e Leopadi, Beatrice e Dante, Mark Twain Vs l’America figlia di Bush, Barbara Bouchet con Lino Banfi e la Fenech per cornetti alla crema da “caramello”.
Questa è l’Europa, il Mondo è piccolo, e non so se Lenin sia meglio di Elena di Troia.
Mah

Ieri, una sonantissima lezione di Calcio dell'”armata” russa, tipo Alba rossa di John Milius.
“Bombe” micidiali sparate a raffica, la difesa scardinata, lo stadio “divelto” e atomico, festosamente sventolante, col telecronista della Rai nel suo “microfono” su binocolo “invadente” sulle cosce della conduttrice ai “bordi” delle panchine, fra gli smutandati “irosi”.
Quando, anche loro, i comunisti, gridano “Faccela vedé!”.

Obama beccato con la solita Escort, il Parlamento che “carfagna“, Pannella che, da una vita, non mangia neanche il pane, il veleno sì, però, l’impiegato curato da una psichiatra campagnola su “ventre molle” del “materasso” della clinica “Riposando va il russando, e chi dorme piglia lo squalo”, Alex di Arancia meccanica che “limona” col cocomero in bocca, la piadina emiliana e una “salsicciotta” che è nuda e cruda mangiando panino al prosciutto, Bukowski che viene preso “a modello” dai modaioli delle sfighe “Me le faccio tutte, anche se lavoro per i cazzi miei”, Bob De Niro nella sua notte di cazzate in quello schifo di città di Boston girato a New York con tanto d’incendio imprevisto da red lights, molto previdente, molto “veggente”, l’assistenza sociale, l’asociale, Michael Shannon che dà di matto sul serio perché Shauna lo rende solo un ice man, Jason Statham che spacca tutto, DiCaprio che è passato dal “darlo” a Kate Winslet al “prenderlo” da Jamie Foxx, l’Italia di Prandelli con le stampelle, Balotelli con le bretelle, Raffaella Fico che girerà un (Ever)hard con Sara Tommasi, la Canalis che se “lo” incanala con Cohen, i fratelli Coen che sputtanano senza “mostrarla”, Clooney che fa l’intellettuale per questo film, da me “inventato”, L’infermiere della mutua americana, immaginò e può, anche se non vorrebbe…, Elvis Presley che risorge ogni anno, Nicolas Cage che “picchierà” Mickey Rourke.

E, tutto, va a puttane.
Con Gorbaciov “al bacio” su “Zitti e mosca“, e Bruno Vespa che, finalmente, parla di Cinema.
Il seguito annunciato de La promessa dell’assassino.

E io che canto, sculettando, con Jeff Bridges e faccia da “culo” alla Colin Farrell, il ritornello di “Fallin’ & Flyin'”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Ronin (1998)
    Il russo chi era, pure?
    Non è che era Sean Bean?
  2.  Johnny Stecchino (1991)
    Chi minchia faceva il tacchino? 

    Una storia “autobiografica”: solo perché mi pittavo il neo, essendo De Niro il mio attore preferito, scambiarono un Johnny per Capone.

  3.  Rocky IV (1985)
    L’Uomo di Philadelphia Vs l’omuncolo più “grosso” di Lui.
  4.  Crazy Heart (2009)
  5.  La promessa dell’assassino (2007)
  6. A 007 – Dalla Russia con amore (1963)
  7.  Dalla Cina con furore (1972)

 

Roma, nei pensieri di Woody Allen


15 Apr

 

“La vita è bella”, dai Woody, suvvia, non recitare da rincoglionito, forza, coraggio! Un altro film cretino, come gli ultimi dieci, puoi girarlo, anche “meglio”. Impegnati, applicati! Peggio di così?

In data “mattutina” odierna, in quel di Roma, durante la conferenza “benignesca“, Woody Allen, se n’è saltato fuori con questa: “Il Cinema è una piacevole ossessione per non pensare alla bruttezza della vita“.

Una frase che smonta il Cinema e, per di più, rovina pure la Bellezza del Mondo.

Woody, ma che dici? Perché assumi dei barbiturici?

Ecco, io stimo molto Woody, più che altro lo rispetto.
Per ragioni ch’elencherò, toscanacciamentecostì“:

1) La sua adolescenza, indubbiamente “traumatica” per una conformazione fisica, checché se ne dica, “orrida”, deve averlo indotto a pensar troppo e a chiudersi, o a esser trattato da “checca”, da cui la “genialità” sessualmente ambigua e ondivaga che n’è “derivata”, un po’ alla “Latte e i suoi derivati” su andamento un po’ malinconico con “brezze calde” di speranza, forse “innatismo” a esser positivi, fra una battuta seria e un “ridersela allegro-vivo” alla Jovanotti.

2) L’ambizione, però, mai inibita a non lasciarsi andare, l’ha spronato a combattere per non esser il solito “pollo”.
Tanto che Diane Keaton “lo” arrostì, “a dovere”, per vaghi sospetti di “pedofilia”. Ah, ma la mia “minorata” cinesina era già maggiorenne…, dunque non val il “gioco della candela”. Era già svezzata.

3) Mia Farrow, dopo la “consensuale” separazione, annaspa in filmetti tristarelli, impresentabili come suo “figlio” di Rosemary’s Baby. Anche Woody aveva dunque il suo perché, il “potere”, non solo a letto, nonostante si sp(i)acci(c-asse) per onanista irriducibile.

4) Diane Keaton, più famosa per Io e Annie (ed “epigoni”) che per la saga coppoliana di padrini e “fiori di pesco”, dichiarerà però che ha amato un solo Uomo, Al Pacino.
Sì, Al è stato il grande amore della sua vita, ma Al non s’è mai sposato, quindi non avrebbe gradito le molto probabili “corna”.

Ciò, c’insegna una verità ineludibile: l’Uomo scarface, un po’ bastardo e villanello col “vino” in mano (o, tra le mutande), è sempre stato più “sensuale”, dunque di “maggior attrattiva”, dell’intellettuale troppo “rosato“. Ancor più umiliato e “menomato” se con gli occhiali…
Perché la Donna arrossisce, sì, ma poi ama la “soddisfazione” a luci rosse. Col maschio che “spinge”.

Woody, al contempo, sempre parco della sua vita privata, poco mondano, ma “imbananato” porcellin “elegantissimo” nei suoi alter Ego “maniaci”, è una celebrity “depressa” che non fa una “piega”. Il Kenneth Branagh come (non) l’abbiamo mai visto, il vero Amleto che Emma Thompson “castrò”.
Il non essere del suo vorrei “spossarti” ma mi “spompi”, non posso. Dunque, non sarò. Mai.

Nonostante l’indole calma di Woody, credo che, un incontro a Manhattan con Diane, si tramuterebbe in offese, schiaffi, e pugni da ring-hianti entrambi “rosicanti” delle avventurelle altrui. A prescindere…

5) L’ultimo, vero capolavoro di Allen è Pallottole su Broadway.
La parte di Chazz Palminteri fu proposta a Robert De Niro, ma stava girando ancora nel Bronx…
La suddetta, non è la classica “freddura” alla Allen, ma una spiazzante, “sconcertante” verità.
I cas(ch)i della vita…

Come ha fatto, Palminteri a ottenere il ruolo? Anche Woody, di raccomandazioni, fu “mafioso” nel ne(r)o, e Chazz un mariuolo…

Al che, medito su varie “disgrazie” che mi (s)occorsero.
“Ne” vidi di “cotte” & di “crude”, ma son malato di vita, e non malaticcio.
Sì, quando bevo troppo, son alticcio, e capriccioso, ma amo una Donna nuda sdraiata nel Colosseo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Manhattan (1979)
    In realtà, è un remake “plagiatissimo” di Via col vento.
    Con piccole varianti, variazioni d’umore e “Tempo” variabile, forse nuvoloso o “annuvolato?”. Domani, hanno previsto il sereno…Però, il tramonto non spera, è un fermoimmagine in bianco e nero.
    Qualcosa si muoverà, sulla panchina? O sulla “banchina?”.
  2.  Un’altra donna (1989)
    Una “malata” si cura ascoltando un’altra “malata” adiacente. Mah, non capisco. L’altra, rimane “matta” e ha pagato un sacco di soldi allo psicologo, e l’altra, invece, s’è intascata la “cura?”.Invero, entrambe si “salvano”.
    Sì, il problema era uno solo: erano delle lesbiche che non avevano mai incontrato Woody Allen.L’altra metà del Cielo.

    Vedi, delle volte…?

  3. Over the Top (1987)
    In realtà, è un film con Stallone, ma è anche alleniano.Un Uomo, può “spaccarlo” a tutti, ma si “rifugia” nel camion, “sfigandosi” da solo.
    Al che, gli girano e, anziché, girare Midnight in Paris, rompe il braccio a Bull Harley. La magia del Cinema…

 

 

 

 

Rec-Genius


21 Oct

 

Qui troverete, in ordine sparso e dunque cronologico, alcune delle migliori recensioni della mente del Genius, cioè soltanto due con un assaggio della terza, com’è consuetudine del “Non c’è due senza tre”.
Le chiameremo le Rec-Genius. Due pillolette, così!

 

 

Prego, accomodatevi…
Pinocchio di Roberto Benigni… Un capolavoro, sì, bestemmio, lo è.

 

 

Ghost World di Terry Zwigoff… Perfetta ri-costruzione di un periodo.

 

Ah, Pinocchio..

La storia di Benigni, la storia di un Uomo in fuga dalla famiglia, nucleo ammorbante e distruttivo delle pulsioni, in fuga dalle istituzioni, quella burocrazia che mortifica la soggettività in sviluppo, in fuga dalle responsabilità e dai doveri, in fuga forse da se stesso e dal suo sembiante, un burattino stralunato e giocoso a cui gli altri non riescono ad associare un volto adulto ma solo una figura scissa a metà fra l’essere e il non essere. La storia di un Uomo furbo che sa cavarsi d’impaccio dai Mangiaf(u)oco grassi e giaculatori (Giuliano Ferrara?), la storia di un Uomo combattuto fra il calore affettuoso delle origini umili ma osteggiato dalla sua incontenibile ansietà di divenire e crescere, la storia di un Uomo che è stato tentato dal vizio e dal rischio ma che ha scelto comodamente il compromesso (equilibrata qualità senza disdegnare il pubblico dei soldoni facili). Pinocchio è Lui, il film è solo un pretesto per raccontarci la sua anima, la sua ombra, quel ricordo di ciò che avremmo voluto essere ma che purtroppo non possiamo essere. Siamo solo esseri “normali”  con le nostre peculiarità. E Lui, nel bene e nel male, è Roberto Benigni.

12 ottobre 2002, 00:55 (sì, mi piace ricordar l’esatto momento in cui, tale, la memorizzai nel Net).

 

 

Ghostizziamoci…

Ghost World. In tanto piattume contemporaneo, ecco un film che spacca. Ghost World, il Mondo fantasma, il Mondo lobotomizzato di anonime identità, di asettici blockbuster e commessi annoiati, di punk nichilisti di lebowskiana memoria, di stucchevoli padri prodighi di consigli, di un’adolescenza frustata dai logos degli adulti, l’abominio dei compromessi, delle scelte indotte, della caduta libera senza ricevuta di ritorno in una tela fatta di villette a schiera e giardini tinta unita. Le uniche ancore di salvezza sono la musica, l’alienazione contagiosa di un “perfetto cretino”, uno che ha visto lungo, uno che non vuole perdere la memoria, uno che colleziona farmmenti pop del passato per colorire la sua spenta esistenza, un uomo con le palle senza una Donna!!! Le panchine e i vecchi rimpianti, l’autobus scivola via nella Notte, e almeno per un attimo ci (s’)illude che domani saremo in un mondo migliore. Cult.

22 novembre 2002, 21:03 (leggasi, il “promemoria” sopra, vale lo stesso discorso d’anni scorsi, non ancora trascorsi).

 

 

Chi vince fra questi grown up?

Il “bambin” Benigni o l’ancor “bimba” Scarlett “birchata?”.

 

   A giudicar da come l’han pompata, s’è “impoppita” bene “la” Johansson…
Vedere per credere, e per “toccare”.

 

 

Sì, di fronte a cotanto ben di Dio, ecco la “recensione” del terzo film, il mio, intitolato Storia d’un fedifrago.
Trama: un Uomo scalzo, si rende francescano e, ad Assisi, incontra la monaca di Monza. Riscoprirà la zona rodriga della figa, promettendosi a Lei in “sposo“.
Fine. Pellicola avvincente d’un “vinto” che banchettò nelle sue mutande “al vino”. Oseremmo dire… capolavoro imperdibile.

Se Carmelo Bene si “pinocchiò”, il Falotico si “burattinizzò!”.

 

 

Eh sì… non vi son dubbi nel “naso”.

 

 

 

Firmato il Genius

 

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