Buon 2023 a tutti – Fantasia da Lenny Nero, da Ralph Fiennes di Spider o, giustappunto, di STRANGE DAYS?
Fammi gli auguri per tutto l’anno.
Voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
Sì, una poesiola falsa a cui replico robustamente con un componimento invece onesto, eh già, mia gente maldestra e poco desta…
Fammi un bonifico da mille Euro ogni dì, voglio un gennaio freddo emotivamente per gli altri e caldo sessualmente sotto le coperte per me, un luglio di me ubriaco, sì, “bresco” come dicono a Bulåggna, patria della lasagna, un marzo già primaverile, voglio almeno un giorno in cui non far una sega o farmele tutte, no, farmene mille senza moralismi da mezze seghe, voglio un mare di Rimini senza più megere, voglio un pene sempre croccante, bollente, frizzante e caliente quando cala la sera e lei calerà le mutande scioltamente, voglio il pane senza far niente, leccando sol il tuo seno di pesca (ah ah, dove le pesco, miei pesci?);
che siano amici il gatto e il cane, anche il topo da biblioteca e una bella topa da bacheca, che diano latte i lor capezzoli per la fontana spumeggiante della mia suzione con tanto di eia… one e meraviglioso “spumante”, sì, la voglio, dammela o non riceverai da me nu’ cazz’, dammi una fica allegra solamente senza che me la trombi, no, a meno che poi le palle mi rompa perché vuole una porca, no, la Porsche e, dopo il fenomenale coito, pure un esoso conto in banca, altrimenti la darò in pasto al branco sporco.
Per questa mia poesia non riceverò le lodi dei professori di Harvard ma assomiglio a Charles Randall, sì, quello di Righteous Kill con De Niro e Pacino, il quale, esausto ed esasperato dall’ingiustizia subita, disse ai detective bastardi incarnati dai succitati mostri sacri:
le viole sono viola, le rose sono rosse, voglio ficcarvi il mio c… o nel c… o.
Sì, un uomo vero in questo mondo infetto.
E parafrasando personalmente Pacino nel finale di questo film di Jon Avnet:
davanti a me s’erge un uomo retto in questo mondo imperfetto, un uomo senza peli sulla lingua che non racconta falsità per leccare quelle pelose, no, il prossimo con ruffiana ambiguità odiosa, un uomo ignudo in mezzo a un paludare bosco pieno di lupi, un uomo sincero forse dalla brutta cera eppur non ancora pronto all’unzione con tanto di cerini, un uomo rinato che ha appena urinato e dagli stronzi non è stato mangiato, un uomo che mangia a sbafo alla faccia dei fessi e di chi pensa che sia sbagliato il vivere non omologato e normalmente stipendiato, sì, un uomo salariato, no, esaltato o solo salato, poi dolce e adorante del pen’ bagnato in un mondo che non l’ha inculato.
di Stefano Falotico
Cari pupazzi, non di neve, siete sempre nervosi e io son nevoso, cioè mi sciolgo al Sole come una donna quando, non più fredda in quella zona erogena, va in ebollizione se assiste a una virile ed eccitante erezione, cazzo. Cari pupazzi, non sono pazzo a recitare ‘sta roba e non amo le finte suore. Se m’incazzo, so’ cazzi, Cristo santo!
Tanti anni fa, il famoso Gianni Rodari, specializzato nel “rimario”, sì, esperto d’infantili rime baciate e poco, a mio avviso, baciante e scopante donne arrapanti, dunque un frustrato della madonna, per stemperare la tensione della sua vita incolore e poco in calore, a mo’ di ecumenica consolazione utile, al massimo, per elevarlo, no, levarsi il medico di torno, scrisse una gnocca, no, una nota filastrocca, ovvero la seguente, miei dementi. Edita, col titolo Filastrocca di Capodanno, contenutisticamente banale, no, contenuta nella silloge poetica, no, collana coi diamanti, no, raccolta Filastrocche in cielo e in terra. Voglio ivi leggervela e subito asserire testé e tostamente che trattasi di bambinata abissale adatta forse ai boomer da Coro dell’Antognano sui generis e su demenza senile galoppante che, delusi da una vita ricolma di amarezze ed immani scontentezze, scevra di metaforiche amarene, si trastullano in forma buonista a godere dei pensierini della buonanotte più simpatici e carini, miei bambini e uomini col cervello, anche qualcos’altro, decisamente piccolino:
Fammi gli auguri per tutto l’anno.
Voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
Sì, una poesiola falsa a cui replico robustamente con un componimento invece onesto, eh già, mia gente maldestra e poco desta…
Fammi un bonifico da mille Euro ogni dì, voglio un gennaio freddo emotivamente per gli altri e caldo sessualmente sotto le coperte per me, un luglio di me ubriaco, sì, “bresco” come dicono a Bulåggna, patria della lasagna, un marzo già primaverile, voglio almeno un giorno in cui non far una sega o farmele tutte, no, farmene mille senza moralismi da mezze seghe, voglio un mare di Rimini senza più megere, voglio un pene sempre croccante, bollente, frizzante e caliente quando cala la sera e lei calerà le mutande scioltamente, voglio il pane senza far niente, leccando sol il tuo seno di pesca (ah ah, dove le pesco, miei pesci?);
che siano amici il gatto e il cane, anche il topo da biblioteca e una bella topa da bacheca, che diano latte i lor capezzoli per la fontana spumeggiante della mia suzione con tanto di eia… one e meraviglioso “spumante”, sì, la voglio, dammela o non riceverai da me nu’ cazz’, dammi una fica allegra solamente senza che me la trombi, no, a meno che poi le palle mi rompa perché vuole una porca, no, la Porsche e, dopo il fenomenale coito, pure un esoso conto in banca, altrimenti la darò in pasto al branco sporco.
Per questa mia poesia non riceverò le lodi dei professori di Harvard ma assomiglio a Charles Randall, sì, quello di Righteous Kill con De Niro e Pacino, il quale, esausto ed esasperato dall’ingiustizia subita, disse ai detective bastardi incarnati dai succitati mostri sacri:
le viole sono viola, le rose sono rosse, voglio ficcarvi il mio c… o nel c… o.
Sì, un uomo vero in questo mondo infetto.
E parafrasando personalmente Pacino nel finale di questo film di Jon Avnet:
davanti a me s’erge un uomo retto in questo mondo imperfetto, un uomo senza peli sulla lingua che non racconta falsità per leccare quelle pelose, no, il prossimo con ruffiana ambiguità odiosa, un uomo ignudo in mezzo a un paludare bosco pieno di lupi, un uomo sincero forse dalla brutta cera eppur non ancora pronto all’unzione con tanto di cerini, un uomo rinato che ha appena urinato e dagli stronzi non è stato mangiato, un uomo che mangia a sbafo alla faccia dei fessi e di chi pensa che sia sbagliato il vivere non omologato e normalmente stipendiato, sì, un uomo salariato, no, esaltato o solo salato, poi dolce e adorante del pen’ bagnato in un mondo che non l’ha inculato.
di Stefano Falotico
Il bel KEVIN COSTNER dei nineties, Dances with Wolves, A PERFECT WORLD, Arthur Penn & le penne!
Il Falò, man alla TAXI DRIVER
Gli spiriti dell’isola! Non I Segreti…
Dracula fu Principe, alias Prince Vlad.
Assorbenti, da non confondere con la carta igienica Regina.
PH buono di bagnoschiuma Neutro Roberts? Lei è di Rh positivo o negativo? Lei è un uomo acqua e sapone, cioè H2O o da borotalco? Uh uh.
Di mio, non fui mai segato scolasticamente. Non so se sessualmente da qualche gay. Sono ca… i suoi. Julia Roberts fu segata? A scuola non lo so. Da me, qualche volta, sì. Eh eh. Soprattutto in Pretty Woman.
Viene qui tratta da “principessa”. Che sig., sì, signore e gentleman il bel Richard…
Gary Oldman, ne L’ora più buia, cioè The Darkest Hour (in english, ih ih) è il Primo Ministro.
Invece, Kristin Scott Thomas non è da confondere con Lady Diana, cioè Kristen Stewart? Ah ah.
La leggenda di KING KONG – Lettura integrale del cap. 13 e prefazione à la HERCULE POIROT, no, Falò!
Qui, onestamente e non lo dico da solo, mi pare abbastanza evidente, viaggiamo sulla nave? Ah ah, no, su Michelle, no, ad alti livelli. Son un topo, no, tipo alla Mad Dog. E ricordate: Glory al signore. Eh eh.
Che battutista! Che artista, che vista. Che acutezza, che bellezza! Potrei far anche il regista, ah ah. Ho fantasia e so coniugarla alla realtà. O accettate la verità oppure impazzite a scervellarvi, non ce la potete fare. Infatti, non (vi) arrivate, uh uh. Vi faccio una confidenza: non capite me e/o il prossimo perché adottate unicamente il vostro pensiero e non lo cambiate. Siete limitati. Al solito, avevo ragione io. Perché apro la mente a ogni prospettiva e vivo di empatie, di transfert emotivi, di sinapsi da condividere e di mille e più storie umane da am(mir)are. Voi, invece, eravate in un certo mo(n)do da adolescenti e, anche oramai senescenti, siete rimasti deficienti. Vedo infatti giovani che ragionano con schematismi tristi da vecchi, vedo vecchi più bambini, nel cervello, di quando loro furono Bambi, no, bimbi. Ed è per un gran divertimento assistere al lento ma progressivo, irreversibile e incurabile sfacelo delle piccole menti che, incapaci di viver(si) amabilmente e anche a livello corporale, godono solamente di frustrazioni tremende, gioendo nella bruttezza della joie de vivre, no, maligne, più infima e terribile. Mi (s)piace.
by Stefano Falotico, mia signoria