Archive for April, 2020

A proposito di cinecomic e supereroine come Scarlett Johansson di Black Widow: io ricordo assai bene la “Catwoman” Anna Falchi di Dellamorte Dellamore e Brandon Routh, Superman impotente, in Dylan Dog


29 Apr

anna falchi dellamorteSì, senza se e senza ma, rimembro in questi giorni miei decadenti, oh, miei perdenti, Anna Falchi. Certamente, senz’ombra di dubbio alcuno, una delle più grandi fighe planetarie, oserei dire cosmiche, madornali e dunque spaziali, celestiali degli anni novanta italiani.

In Palla di neve è comunque, rispetto a lei, più figa Monica Bellucci. Be’, ovviamente.

Ecco che molti mi chiedono quali siano i film con Monica più arrapanti in cui tale donna straripante di Città di Castello potrà imbarcarli di ponte levatoio… si spera per lei alla(r)gante.

Ebbene, ne La riffa già si mostro alquanto ignuda. Donandola peraltro a un attore bruttissimo che ebbe il privilegio di deflorarla nella finzione in modo volgare e irriverente, poco in linea col cortese romanticismo dei romanzi bretoni. Sebbene la sua bellezza, da fotomodella ancora molto in auge, allo zenit del suo splendore muliebre da Ginevra per ogni Re Artù e Lancillotto che l’avrebbe cornificato, potrebbe risultare troppo acerba a maschi della loro “Excalibur” poco erigente, essendo costoro solo dei patetici nerd troppo esigenti che finiranno soli e soltanto con una singolare tenzone da poveri cazzoni.

Cioè, una come Monica non la vedranno nemmeno nelle loro più fantasiose masturbazioni. Forza, tirate fuori… il fazzoletto e vai di detergente… Ah, solitarie eiaculazioni!

Andiamo avanti…

In Irréversible, Monica viene fottutamente sodomizzata ma tale scena potrà eccitare solo dei maniaci sessuali assai pervertiti. Poiché è disgustosa. In poche parole, viene stuprata. Dunque, è un nudo il suo, in tal caso, che sortisce un effetto contrario. Sì, se vi arrapate dinanzi a una donna violentata, siete malati di mente irreversibili.

E subito vi affiderei alle cure del suo ex storico, ovvero Vincent Cassel in versione Dobermann.

Anche in Malèna di Giuseppe Tornatore, eh sì, Monica abbondò di nudi integrali ma, vedasi il caso appena eccitato, no, sopra citato, pure in questo film fu a sangue brutalizzata. Diciamo, eufemisticamente, inchiappettata…

In Under Suspicion, Gene Hackman la protesse col suo potere da avvocato della minchia, come si suol dire. Ma, alla fine del film, tutti i protagonisti, chi più chi meno, furono metaforicamente inculati.

In tale film di Stephen Hopkins, Monica si chiama Chantal.

Chantal, nome che fa già sesso di suo. Con tante gocce di Chanel… Preston, una delle mie pornoattrici preferite di sempre. Chanel Preston, donna da Ali della libertà per ogni Freeman più dotato di Lex Steele, cioè io. L’unico uomo di quarant’anni ad avere, spesso, un viso più giovane di Jordi “El Niño Polla” e qualcosa di più consistente di John Holmes. Però, non ho ancora fatto sesso con Kendra Lust.

Spesso infatti divento scemo come Dougie Jones/Kyle MacLachlan di Twin Peaks: il ritorno.

Ora, già ve lo raccontai ma ve lo narro ancora. La mia prima ragazza fu una biondina come Naomi Watts e io, all’epoca, fui più andato col cervello, per l’appunto, di Dougie Jones.

Lei mi guardò mentre mangiai una tortina e, pregustando tutta la sua torta di mele, mi disse:

Lo sai che sei sexy?

 

In verità, lo sapete, la mia prima volta avvenne a Porretta Terme. Lei mi sverginò ma, alla fine del rapporto sessuale, rimase incantata e beatificata più della Vergine Immacolata.

Andiamo avanti, po… o dio!

Ne, il Patto dei lupi, la Bellucci ebbe un culo superiore alla mia prima ragazza. Sì, la mia prima ragazza ebbe un bel fondoschiena… ad avermi.

Io, amante di ogni Stallone di Nighthawks, considerato erroneamente misogino, invero investigatore di ogni sogno a occhi aperti e di ogni mio incubo da Rupert Everett. Sì, a differenza di Rupert, a cui Tiziano Sclavi s’ispirò per concepire fisicamente il suo Dylan Dog, non sono e giammai fui omosessuale.

Insomma, Anna Falchi ora ha la sua età. E Monica Bellucci è buona solo per Davdi Lynch. Geniale ma io credo poco genitale.

Di mio, scrivo ottimi libri poetici anche sensualmente romantici, torbidi ed erotici da Black Dahlia, a detta di tutti ho una voce che fa venire l’acquolina in bocca, ho degli occhi noir adatti a ogni donna fotogenicamente da boudoir.

Che cazzo volete di più?

Che io vada a consegnare le pizze?

Ecco, ve le offro pure gratis.

Ai maschi, solo in faccia, alla mia donna con tanto di olive piccanti.

Che c’entra Brandon Routh?

È meglio Brandon Lee.

E sapete che vi dico?

Quentin Tarantino mi ha proprio stufato. Che palle quelle sue teorie del cazzo da pre-finale di Kill Bill 2.

Oggi come oggi, gli è superiore Nicolas Winding Refn. L’unico capace di utilizzare una canzone melensa come Mandy, rendendola epica.

L’unico regista a essere un Prince come Aguilera del suo Too Old to Die Young.

Ché, quando il personaggio interpretato da Miles Teller esagera, lo scanna come un porco.

La stessa cosa che fece il grande Ryan Gosling di Drive. Però non solo al malcapitato e decapitato. A tutti in maniera sacrosanta e cazzuta.

Altro che Uma Thurman, Bruce Lee e stronzoni vari.

Ci vuole un Falò di superba annata, cioè tornato maledettamente bello e dannato.

Sì, nella vita ci sono gli erotomani e gli eroinomani. Di eroi veri, sinceramente, a parte il sottoscritto, ne vedo pochi.

Ci sono anche molte porche e speriamo che, dopo il Covid-19, riaprano totalmente Ken Park. Ove, chi non ti aspetteresti mai, eh sì, la lecca in primo piano a Maeve Quinlan.

Cazzo.

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di Stefano Faloticobrandon routh dylan dog

Una settimana intensa: Van Damme, Celentano e la vendemmia, Conte e il Covid-19, la Meloni e Voci.fm, un altro libro, amore immenso, rapimenti, ostaggi, detenzioni, divieti, proibizioni e L’Impero della mente!


28 Apr

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95189656_10216376438106409_3288884040274280448_oOddio, non si capisce più nulla.

La gente fu colta… dal panico più totale. Anche le persone più colte, coloro che presupponemmo, ah sì, che fossero più preparate ad affrontare il Coronavirus schiacciante, mortale, inarrestabile e deprimente, furono assalite da crisi simili a quelle patite da Paul Vitti/Bob De Niro di Un boss sotto stress.

Le persone anziane passarono dall’Aerosol e dall’essere sempre più sole, eh sì, a non poter andare neppure al circolo Arci per poter giocare a briscola o a scopa.

I giovani, castrati e castigati, in casa segregati come animali, asfissiando fra tenebrose pareti domestiche angustianti e, per l’appunto, soffocanti, dopo aver creduto erroneamente, soprattutto gli studenti, di aver anticipato le vacanze, furono sottoposti a nevrosi peggiori di quelle che accadono, per la tremarella, prima dell’esame di Maturità. Vai di sciolte, di diarree e di grida incontinenti, no, di estenuanti deliri incontenibili, paragonabili alla nenia più insopportabile di Roberto Saviano. Autore di Gomorra, sempre sotto scorta ma, da circa vent’anni a questa parte, più ripetitivo di Conte. Il quale, con aplomb imperturbabile e calma olimpica, va detto, assai invidiabile o solamente inconsapevole dei danni, non tanto economici, bensì emotivi, la prende con filosofia, incitando la gente a rimboccarsi le maniche. Che stile!

Promettendo che dal 1 Giugno riapriranno i barbieri ma intanto avremo perso tutti i capelli. Persino un tronista della De Filippi, con tanto di toupet de no’ altri, malgrado il suo robusto, pilifero impianto, comincia adesso ad avere dei devastanti rimpianti. Poiché la sua bellezza da modello per parrucchiere, eh sì, non può essere accarezzata da Rosanna, ragazza un po’ troppo da rosario, eh sì, immancabile frequentatrice della parrocchia, essendo parruccona bigotta con bigodini e tanti psicologici nodini, sì, doppie punte da sciogliere col balsamo, a cui però piace lui, sì. Che di nome di battesimo fa Salame. Presto lui e lei si sarebbero dovuti sposare di Grande amore da Il volo. Lei, sconfiggendo con la sua purezza acqua e sapone tutte le altre pretendenti strafighe e forse sciampiste, probabilmente solo sciapite, gli chiese la mano ma ora è chiusa pure la chiesa.

Ah ah.

Una prova nella prova, una signora riguardò annoiatamente una vecchia puntata de La piovra.

La gente perse la speranza. Quella che giammai smarrì Rutger Hauer in Ladyhawke. La gente non crede oramai più che rivedrà la luce di giornate solari. Cosicché, dandosi alla cinefilia un po’ complottistica o forse tragicamente realistica, riguarda sino allo sfinimento, assai sfinita, La città verrà distrutta dall’alba o E Venne il giorno.

Un mio amico mi consigliò di guardare il misconosciuto, premonitore, seguente film.

Giorgia Meloni approfittò della situazione per fare campagna elettorale, strumentalizzando non poco l’immane disagio creato dal Covid-19 per un populismo peggiore del Movimento 5 Stelle da Cetto La Qualunque.

Salvini non dà più la colpa ad Albanese, no, agli albanesi. Mentre Sabrina Ferilli, oggi come oggi, si sognerebbe di reclamizzare Poltronesofà.

Chi si fa ‘sto sofa? Scritto in francese senza accento da salottiera burina.

I ristoranti quando serviranno a Verdone Carlo un po’ di bucatini? E, coi suoi amici, Carletto pagherà alla romana? O, al posto suo, lo farà Alvaro Vitali/Pierino che la butterà in vacca dinanzi a non aver fatto bene con l’oste il conto?

Ah ah.

Eh sì, forse Conte fece male i conti… Ma Sergio Leone fu amico di Verdone anche se Carlo e Sergio si conobbero dopo Per qualche dollaro in più…

Intanto, Sara di Antonello Venditti non può incontrare nemmeno Jep Gambardella de La grande bellezza.

Mentre Ferrari Isabella non può andare in giro per la Capitale con la sua Mercedes.

Un sacco bello, un cazzo! Mah, mangiamo un Saccottino e non crediamo più alle famiglie perfette da Mulino Bianco. Meglio la trattoria vicino casa mia, Il Mulino Bruciato.

La mia prima ragazza fu di Trieste e conobbi anche due tizi di Este. Questa ragazza non fu giammai una mula, come si suol dire da quelle parti, ma bruciò solo con me, forse un po’ asino o stallone più dotato di un mulatto. Per quanto riguarda i miei due ex… compagni di Este, secondo me uno dei due si sverginò con una dell’Est.

Ah ah, oddio, fermatemi. Le sparo grosse. Ma che dico? Grossissime! Non potete spezzarle/mi con un grissino torinese!

Di mio, conservo un certo fascino cazzuto e un po’ cazzone alla Jean-Claude Van Damme recuperato o forse da bisbetico domato à la Celentano Adriano. Che, a mio avviso, eccome se andrebbe rivalutato.

In questa settimana, finii un libro totalmente alla mia amata dedicato.

Che mi crediate o no, a parte gli scherzi, è un capolavoro romanticamente infuocato da erudito, imbattibile letterato.

Pre-acquistai anche il Blu-ray in Limited Edition di Inland Empire, dunque per il mio cortile camminai con aria allampanata dopo una vita strampalata a guardare solo la tv come chi segue i conigli… del Presidente del Consiglio.

Tempo fa, Voci.fm propose ai suoi iscritti, per l’appunto, di dare il buon esempio e ottimi consigli.

Improvvisai, pensando che non sarei stato selezionato. Parlai di rime baciate ma, al solito, gigioneggiai un po’.

Tyler Rake è un bel film. Poi, sapete che vi dico?

Ben Affleck, in Tornare a vincere, è inaspettatamente da premio Oscar.

Sì, sono un po’ melodrammatico ma fa parte di me.

La dovremmo anche finire con post che oramai fanno ridere solo i polli.

In effetti, molta gente non sa usare i congiuntivi, altri hanno la congiuntivite, alcuni pure la meningite ma perché si scrive con l’accento così… Vi pare una domanda retorica?

Quindi, vedete di non rompere i coglioni, altrimenti potrei diventare uno strano incrocio fra Rambo, John Wick e Chris Hemsworth. Ora, se è vero il detto… fra due litiganti, il terzo gode, di mio me ne fotto. Mi trastullo, recito la parte del grullo, non do retta né a Beppe Grillo né a quello parlante di Pinocchio.

Se volete due sberle, ve ne posso dare una e basta. La sberla migliore la prendo io.

di Stefano Falotico

TIMECOP: la dovremmo smettere con Marcel Proust e io non avrei mai immaginato che sarei ritornato in forma come Jean-Claude Van Damme


27 Apr

Jean+Claude+Van+Damme+Celebrities+Sightings+EQGe5CI_jWWl

Sì, da ragazzino fui un fan sfegatato di Jean-Claude. Non mi persi neppure un film con lui protagonista. Da puberale e semi-adolescente, fui talmente innamorato di una mia compagna di classe tutta bionda come la magnifica Leah Ayres di Senza esclusione di colpi, da credere che sarei diventato il nuovo Bruce Lee.

Quando si è innamorati, si perde di vista la realtà. Si mugola e si fanno i gridolini alla Bruce.

Sì, Bruce fu sposato a una biondina mentre all’epoca, sognando la mia biondona tutta ignuda, avrei spaccato, al solo toccarmelo, un mattone in un colpo solo. Infatti, da allora divenni mattone io stesso, ovvero accrescitivo della parola matto.

In Dragon, Jason Scott Lee sposa Linda, ovvero Lauren Holly. Io mi tramutai nell’ex compagno vero di Lauren, ovvero Jim Carrey. Sì, di The Truman Show. Che viene preso per il culo pure da sua moglie irreale… Laura Linney.

Oddio, non si capisce nulla. Donne quasi omonime, omoni senza ormoni, donne senza un uomo. Basta!

Mentre, ne Il corvo, Brandon Lee stette per sposare la sua bella ma fu ucciso alla vigilia delle nozze. E che cazzo! Oppure, non ricordo, furono già in luna di miele? Mah, fuoco e fiamme…

Sì, Brandon, sul set di questo film, oh sì, morì. E ancora da lassù gli bruc’…

Ecco, a differenza di quello che si possa credere, Jason Scott Lee non fu e dunque non è il fratello di Brandon e nemmeno fu, è e sarà mai il figlio di Bruce.

Non so se sia un figlio di puttana ma girò il seguito di Timecop.

Di mio, mi girarono molto le palle quando vidi Mia Sara fare all’amore con Van Damme, no, mi saltarono per colpa di quella bionda che mi rifilò una delusione più atroce di un calcio ai testicoli, semmai proprio mentre stetti per farle la spaccata…

Insomma, mi partirono i cosiddetti “gemelli”. In Double Impact, Van Damme interpretò due fratelli al prezzo di uno. Uno dei due si ubriacò di brutto quando l’altro, identico a lui, se la spassò con Alonna Shaw.

In verità, fu tutto un suo trip da paranoico. Il personaggio di Alonna non scopò affatto l’altro fratellino mentre all’eventuale cornuto omozigote s’arrossarono solo le gotine poiché un’altra birra scolò e soltanto s’incazzò. Cosicché, tutto paonazzo in volto, più arrabbiato di Frank William Dux di Bloodsport, di brutto ogni cosa spaccò.

Sì, credo che presi una botta in testa a quei tempi. Forse solo alle tempie. Non so se sia stata colpa di Chong Li ma certamente divenni la versione maschile di Gong Li. Sì, quella di Lanterne rosse. Che non si sa che minchia stesse aspettando…, forse Colin Farrell di Miami Vice?

Insomma, divenni abbastanza picchiatello come Ray Jackson/Donald Gibb.

Con puri occhi da folle oppure semplicemente un po’ innatamente incurabili da strabismo di Venere.

Sì, ne soffro. Per questo, ora mi mancano due gradi a un occhio. Poiché, essendo il corrispettivo, oserei dire antitetico ma identico, sì, gemellare occhio leggermente, asimmetricamente allineato rispetto a quello di Christopher Lambert, crescendo, una pupilla si sforzò troppo.

Lambert, invece, dopo essere stato Greystoke- La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie, s’imbestialì più di King Kong con Alba Parietti.

Anche le mie palle si sforzarono troppo a furia di adulti che, reputandosi cresciuti, non capirono quanto fossero ciechi a non rendersi conto che non furono nient’affatto dei giganti come Abdel Qissi/Attila di Lionheart.

Ah, la gente confonde Michel Qissi di Lionheart, il quale interpretò Moustafa, col suddetto attore di Lionheart dal cognome uguale spiccicato, come si suol dire, che per l’appunto fu Attila.

MaronnaViuulenza… Ci vorrebbe Attila, flagello di Dio, voleranno fulmine e saette, tuoni su voce da Abatantuono!

Invero, Michel Qissi fu Tong Po in Kickboxer. Mentre io scrissi pure il libro Kickboxing La maschera di Edgar Allan Poe. Sì, fui trattato da miserabile come Jean Valjean ma, adesso, donne più sexy delle maggiori pornostar mondiali pensano che io sia più muscoloso… di Jean Val Jean. Vagin’!

Insomma, la mia vita fu una tragedia. Va detto, senza se e senza ma. Fui scambiato per Fantozzi quando invece, a quarant’anni, sono più agile di Uma Thurman di Kill Bill.

E ho detto tutto…

Anzi no.

Morale della fav(ol)a: gli uomini e le donne, crescendo, si corrompono e, se sei troppo puro, ti dicono di non rompere.

Anzi, ti urlano che te la racconti. Te la suoni e te la canti.

Per quanto mi concerne, per quanto sia fantasioso e bravo a inventarmi storie, posso giurarvi che è tutto vero…

Nella vita, non esiste che resista chi è/sia più colto, più bello e più in gamba. Resiste chi ha i soldi. Poi, può essere pure un demente, non importa.

Ha il potere per fare quello che vuole. Non ci sono altre verità. Il resto è una grande balla retorica.

E tutto ciò è più agghiacciante del Covid-19. Lo so, è abbastanza inquietante. Ma, se vogliamo essere sinceri, senza nascondermi e celarvi nelle menzogne, non sono proprio il tipo da poesiole tenerine. Le mie poesie sono bellissime in quanto sono durissimo. Ciò può inquietarvi e starvi sul cazzo. Non sono cazzi che vi riguardano.

Eh sì, credo che la versione reale della vera storia di Frank Dux, no, della mia, sia esattamente questa.

Altro che follia e stronzate varie. Le persone sono più cattive di Chong Li. Sono pochissimi, nella vita, i veri amici che non ti tradiscono mai. Per esempio, Bolo Yeung e Van Damme furono e sono da sempre grandi amici, sebbene Bolo, in Senza esclusione di colpi, abbia voluto appannare la vista a Jean-Claude in quanto, leggermente invidioso, seppe sin dapprincipio che Jean-Claude/Dux fu ed è molto più forte di lui.

Allora, dovette usare uno stratagemma scorretto per abbatterlo. Per batterlo. Ma perse lo stesso.

Anzi, perse, perdendo pure la faccia.

Comunque sia, finita questa quarantena pallosa, andremo tutti assieme a mangiare una focaccia.

Questa vita è stata una faticaccia.

.

 

di Stefano Falotico

 

Ben Affleck non è affatto male, anzi.


27 Apr

Ben+Affleck+Visits+SiriusXM+Hollywood+Studios+sWsqk-265lflNo, no, Ben Affleck non è niente male. Sì, sì, migliora di film in film. E lasciate perdere il suo Batman, non accanitevene. C’è di peggio. Parlando con Fabio Zanello, per cui scrivo su Ciao Cinema e che presto pubblicherà il mio pezzo, qui già disponibile nella mia recensione, riveduta e corretta, in quanto inizialmente un po’ sciatta e sconclusionata, di Tornare a vincere, appresi che, secondo lui, Casey Affleck è superiore rispetto a suo fratello maggiore, Ben. Appunto! Stimo moltissimo Fabio, è maestro di Cinema. Ma su questo discordo.

A prescindere dall’Oscar ricevuto da Caser per Manchester by the Sea, è luogo comune affermare che Casey sia migliore di Ben.

Non è del tutto vero. Certamente Casey, ripeto, malgrado l’Academy Award vinto come attore, a differenza di Ben, il quale come attore ancora non può vantarsi di averlo vinto, ecco… attira immediatamente più simpatia in quanto indubbiamente meno bello di Ben e un po’ più sfigato. Ben, eh sì, ebbe ben donde per tirarsela. E quante donne a cui tirarlo… Ora sta pure con la magnetica Ana de Armas, con la quale presto girerà Hypnotic. Ben è un ottimo regista, sensibile e intelligente, il quale esordì dietro la macchina da presa con Gone Baby Gone. Mentre, come performer e basta, riuscì a soddisfare appieno un grande regista esigente come David Fincher per Gone Girl – L’amore bugiardo, faticando però a tenere testa all’insoddisfatta e forse perfino insoddisfatta e insaziabile Rosamund Pike, figa esagerata. Una delle po(r)che che può far impazzire un uomo come ne La versione di Barney. Va be’, qui ci poté stare. Paul Giamatti, eh sì, per forza divenne matto. Non poté competere, lui grasso nerd, con un pezzo di patonza di queste proporzioni disumane. Nemmeno però Ben Affleck, nel film suddetto, riuscì facilmente a non impazzire. Ah, quanto se la sudò, che canottiera sudata…

Ora, a parte gli scherzi e i sudori, a parte i colpi di culo e gli ardori, oh, miei uomini, non so se adulatori, che giammai perdeste il vostro nitore seppur smarriste un po’ di candore, Tornare a vincere è un buon film ma, se vogliamo essere sinceri, Ben vinse sempre nella vita.  Ah, che girovita, forse oggi come oggi, sei un po’ appesantito, caro Ben. E poche ore fa il presidente del Consiglio Conte non ci rallegrò tanto, mandando in diretta, da Palazzo Chigi, il suo nuovo video, poiché ci rifilò altre inderogabili direttive devastanti. Ci disse che dobbiamo fare il possibile per non arrenderci, combattendo nel rimboccarci le maniche. Sì, e poi? Vedo tanta gente disoccupata che vorrebbe finalmente lavorare ma il primo Maggio si celebrerà la festa dei lavoratori. Quali lavoratori? Visto che, per l’appunto, anche chi si suda la pagnotta, presto si troverà costretto, così messo alle strette a causa di tali pesantissimi divieti e castrazioni, proibizioni e attese interminabili, a dare via il culo, imp(r)egnandosi con una mignotta. Senza tette, se è un maschio, prossimamente anche senza un tetto.

Ben Affleck prese qualche chiletto, si prestò a molte marchette, fu inizialmente additato di essere un attore inetto. Ma che deve vincere? Altro? Al massimo, con film come The Way Back, può dare la speranza a poveri disgraziati che s’identificheranno nel suo personaggio distrutto e ingiustamente sfortunato. Ah, un’altra conferenza, Ben aumentò la sua circonferenza… di bacino ma riceve sempre e impeccabilmente gustosi bacini…

Io mi beccai la patente di schifezza, sai che conte… ntezza. Fatto sta che i falli, no, i fatti andarono così. A Cont… i fatti e i casi della (s)figa, no, della vita, rimango più bravo e malinconico di Affleck Casey e più in gamba… di Ben.

Subii molti dispetti e sgambetti, molte invidie e porcate, dovetti accettare molte falsità sul mio conto, anche in banca. Il branco volle sbattermi all’angolo e immiserirmi non solo nell’economia… Ma il Falò v’illumina e vi dona delle perle. Anche se non ha i soldi per regalare alla sua bella un ottimo gioiello.

 

di Stefano Falotico

Ben Affleck è stato, checché se ne dica, un bel Batman, tornare a vincere? Mah, ho i miei dubbi, basti vedere Van Damme coi suoi tutorial della m… a


25 Apr

 

Sì, Ben è un bravo guaglione e Tornare a vincere non è certamente un filmone ma neppure un filmetto.

Mentre le nonne insegnano alle giovani l’uncinetto, nella mia casa, pur non avendo un cucinotto, fui spesso Capitan Uncino. Cioè, mangiai poco, divenendo troppo presto adulto, forse solo anoressico e molto depresso. Cosicché non volli avere donne come Lorella Cuccarini, la più amata dagli italiani, non so però se da suo marito, oppure Maria Grazia Cucinotta. Vedo, per esempio, il povero Luca Zingaretti, ovvero Il commissario Montalbano, il quale inserisce foto su Instagram assieme a sua moglie, vale a dire Luisa Ranieri. Una che possiede un seno vellutato come la pesca ma recita peggio di Van Damme col fisico a pera. Cioè, Van Damme, se non avesse avuto il cosiddetto physique du rôle, avrebbe passato le sue giornate a vendere mele al mercato ortofrutticolo.

Eh sì, la testa di Van Damme non fiorisce certamente d’idee succose. Senza i suoi pettorali e i suoi addominali scolpiti, Van Damme avrebbe passato le serate a pestare l’uva. Sì, pura vendemmia da agricoltore. Un uomo vinaio, sì, che in una vigna, avvinazzato marcio e cioè ubriaco-alcolizzato, avrebbe poetizzato la mancanza di vulve, mangiando una banana come una scimmia, addolcendosi nel cantare al tramonto le peggiori canzoni dolciastre di Avril Lavigne. Invece, Jean-Claude può vantare un carnaio, no, carnet di donne sue amanti veramente rassodate… Mah, donne di malaffare, diciamocela, donne che fanno cagare. Da detergere nel bidet, da non invitare mai in un elegante bistrot al fine di non rimediare figure di merda. Donne che fanno venire i marroni glassati. Donne adatte solo ai gasati. Invece, io sono troppo dolce come un profiterole per le teste montate di questi e queste qua, amanti della panna anche sulla pasta più asciutta del loro cervello vuoto come una zucca.

Jean-Claude, però, a queste donne indigeste bagnò il biscotto nel latte, inzuppandolo con movimento pelvico da Double Impact. Per limonate a mo’ di preliminari in forma di antipasto e poi trombate, in ogni sen(s)o, servendole poi il benservito. Ah, che uomo da digestivo. Piuttosto che andare con queste sue ex compagne, sì, veramente mi darei alla campagna. Piuttosto che ingropparmi una di queste qui, strafatte non solo di anabolizzanti, berrei notte e dì soltanto della grappa.

Van Damme la dovrebbe finire di fare il bellimbusto. È patetico. Lo sanno tutti che fu “incidentato”, infartuato. Ma adesso dichiara che, con estrema flessibilità, ancora cammina a schiena dritta ed è sempre rizzo, no, un dritto, mica un loser da strapazzo. Mah, a me sembra solamente ridottosi come Big Jim su viso consumato da pornoattore del cazzo. Ma sì, la dovremmo finire con quest’esasperante edonismo glorificato da tali uomini muscolosi e da tali donne odiose. Nella Festa della Liberazione, mi alzai all’alba, cantando al sonar del gallo. Affacciandomi alla finestra, notai che, nel palazzo di fronte al mio, abita ancora la mia ex amica delle scuole medie, di cognome Galli. Ah, miei poveri polli, il Falò è uomo erudito che ai bifolchi punta il dito, è uomo dotto che ancora nel cuore non s’è rotto. E, fra video-recensioni sputtananti registi che meriterebbero la gogna come Zack Snyder, il quale in Batman v Superman non mostrò a noi nemmeno Amy Adams con la minigonna, ciambelle che non riescono col buco e persone che non riescono a fare nulla, se non bucarsi e ciucciarsi la Nutella, il Falò passeggia con disinvoltura in mezzo a un mondo pieno di fregature.

Poiché il Falò ama la marmellata ma non le riprese di Snyder, “smarmellate”, disserta di Cinema con fare sofisticato, dunque lecca un’altra confettura alla faccia di ogni strega cattiva che volle fotterlo, rifilandogli una fattura. Dopo tante catture, sfortune, dopo tanti iettatori, il Falò rimane il più grande attore del mondo. Poiché la sua fu Una storia vera e potrebbe, a novant’anni, essere più bravo di Richard Farnsworth col trattore. Basta con le trattorie, con le troie, con le fattorie e con le zie maialine.

Basta sinceramente tutto. Coi film action, con quelli retorici, coi finti dolori e coi falsi amori.tornare a vincere Jean+Claude+Van+Damme+Malcolm+Turnbull+Delivers+fiQ2p9rZlu7l

di Stefano Falotico

Contro ogni hater


24 Apr

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Ecco una sfilza di commenti da me ricevuti da costui, opportunamente segnalato alle autorità competenti.

Il grande ritorno di Ben Affleck con Tornare a vincere: i finali più esaltanti e vincenti del Cinema e della vita


24 Apr

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Ecco qui una serie di clip tratte da film più o meno belli che comunque, a prescindere dalla loro alta o bassa qualità cinematografica, esaltano.

E poi diciamocela… Ben Affleck è un ottimo attore ed è molto bello.

Secondo me, fu un Batman che ebbe il suo perché. Eccome.

Prima i filmati. Poi il mio pezzo su Ben. Comparso su Daruma View Cinema.

Ricordate: nella vita, ci vuole Pop-Eye. Braccio di ferro? No, Over the Top.Ben+Affleck+Premiere+Warner+Bros+Pictures+hBPB4d_njBgl

Ebbene, si torna a parlare di Ben Affleck. Attore assai contestato, bistrattato spesso e volentieri dai cosiddetti cinefili puri che, indefessi, malgrado Ben negli ultimi dieci anni abbia dato ampia dimostrazione della sua caratura attoriale, cimentandosi peraltro alla regia in maniera sempre più proficua e qualitativamente corposa, continuano ostinatamente e ottusamente a identificarlo solamente come un imbambolato sex symbol un po’ robotico e inespressivo. Perseverando a sottostimarlo con estrema acrimonia ed elargendogli, potremmo dire ironicamente, soltanto strafottente disprezzo oppure, ancora peggio, trascurandolo cinematograficamente con enorme, sadica ferocia, con ingrata, lapidaria indifferenza impietosa.

L’ultimo film con Ben Affleck, Tornare a vincere (The Way Back), è stato favorevolmente accolto dalla Critica ed è attualmente disponibile sulla piattaforma Chili.

Per l’occasione, Affleck è tornato a lavorare con Gavin O’Connor che robustamente già lo aveva diretto in The Accountant.

Nonostante le critiche lusinghiere, tributate anche alla sua recitazione, apparsa ai critici come decisamente matura, Affleck non è, come già sopra scrittovi, riuscito ancora oggi ad emanciparsi dalla crudele patente affibbiatagli, molti anni or sono, della sensuale icona virile leggermente patetica.

Nel 2017, la sua incarnazione dell’uomo pipistrello Bruce Wayne, in Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder, è stata difatti sonoramente stroncata e ridicolizzata pressoché da chiunque.

Tanto da indurre Matt Reeves a optare per Robert Pattinson per il suo prossimo The Batman.

Per non parlare, ovviamente, del “suo” disastroso Daredevil per la regia di Mark Steven Johnson.

Insomma, il bel Affleck non riesce, a dispetto del sempre maggiore, crescente suo impegno profuso anche in veste di sceneggiatore, assolutamente a convincere quasi nessuno di essere, invero, molto cresciuto sotto ogni punto di vista.

Ma è così, alla fin fine, così indecente, inguardabile e brutto il suo Batman ed è altresì vero che Affleck sia poco dotato a livello recitativo e artistico?

In questo scritto, attraverso un veloce promemoria, analizzando brevemente il suo excursus filmografico, soffermandoci sui titoli salienti della sua carriera, tenteremo di sfatare quest’ingiusta etichetta per cui, a nostro avviso, Affleck è stato eternamente marchiato in maniera troppo frettolosa e superficiale.

Questo ragazzone, classe ‘72, nato il 15 Agosto a Berkeley in California, il cui vero, completo nome all’anagrafe è l’irricordabile e impronunciabile Benjamin Géza Affleck-Boldt, diplomatosi lodevolmente alla Cambridge Rindge and Latin High School, dopo molte particine e comparse in pellicole più o meno importanti, si fa notare con Generazione X del suo amico Kevin Smith.

Vincendo l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale assieme al suo inseparabile Matt Damon, con Will Hunting – Genio ribelle.

Ecco però che, dopo il trionfo per il film di Gus Van Sant, Ben non ne azzecca, come si suol dire, quasi nessuna.

Arriva Shakespeare in Love, Affleck si fidanza con la sua protagonista, Gwyneth Paltrow, ma poi sprofonda nella mediocrità e s’impantana alla faccia d’ogni seria dignità.

Affogando fra polpettoni tragicomici come il teutonico, pacchiano e tristemente roboante Armageddon di Michael Bay, interpretando il buon Trappola criminale di John Frankenheimer, flop però a livello commerciale, perdendosi fra un’altra sua celeberrima ex, la formosa, caliente Jennifer Lopez, la quale non poco lo ha distratto artisticamente e fuorviato. Sì, J. Lo con cui girerà gli scialbi Amore estremo e Jersey Girl, perdendone la testa e giocandosi pure la credibilità. Sposando quindi, da bravo family man, Jennifer Garner, recitando senza successo in Paycheck di John Woo, districandosi alla bell’è meglio in State of Play e vincendo addirittura sorprendentemente la Coppa Volpi per Hollywoodland. Film però, ancora una volta, visto da pochissimi.

Al che, fra il tremendo Runner, Runner, l’incompreso To the Wonder di Terrence Malick e invece il magnifico Gone Girl di David Fincher, Ben Affleck si riassesta e tanti bei colpi, registici soprattutto (Gone Baby Gone, The Town, Argo e La legge della notte), sfodera con classe e, con indubbia classe encomiabile, bellamente e grintosamente, indomitamente, recentemente ha assestato.

Sofisticandosi inaspettatamente.

Gigioneggiando con stile in Triple Frontier di J. C. Chandor.

Ben Affleck è, nel frattempo, parecchio ingrassato.

E nel 2018 è stato di nuovo ricoverato per disintossicarsi dall’alcol.

Però, indubbiamente, come uomo di Cinema, in forma direttamente proporzionale, non poco s’è irrobustito.

E adesso, a essere sinceri, la sua immagine è meno scalfibile da parte degli invidiosi e dei maligni.

Il prossimo anno, lo vedremo inoltre nell’attesissimo The Last Duel di Ridley Scott. Col quale, come saprete, tornerà a duettare col suo amico fidato per eccellenza, Matt Damon.

Sì, probabilmente Ben Affleck non è affatto un attore insulso e forse perfino il suo Batman, a conti fatti, non è assolutamente malvagio…

È assai gagliardo, fotogenico, leggermente legnoso ma pur sempre figo e, a suo modo, terribilmente carismatico.

Eh eh.

 

di Stefano Falotico

 

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Il Covid-19 non ci abbatté: il grande Cinema continuerà, evviva THE IRISHMAN, Joker, Batman, Superman, gli audiolibri esoterici-ero(t)ici, anche Miguel Bosé


22 Apr

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E trascorse un’altra settimana, amici e fratelli della congrega.

Qui sarò un po’ come Fabrizio De André, maestro della polemica satirica, compositore di canzoni tristemente arrabbiate, scagliate sfacciatamente in viso ai perbenisti ipocriti, sbattute in faccia dinanzi agli ignoranti.

Abbiamo vissuto, in questi giorni, nella sepoltura vivente dei nostri polmoni soffocati nell’asfittica dittatura sanitaria e forse anche molto fascista.

Conversando con un mio amico su Facebook, concordammo io e lui che dietro il Covid-19 vi siano quasi esclusivamente ragioni politiche. E forse ebbe ragione il premio Nobel Luc Montagnier, il quale sostenne che il Coronavirus fu elaborato in laboratorio e fu sperimentato sui pipistrelli.

Ma l’esperimento fuggì pericolosamente di mano, i potenti tacquero in merito alla letalità del virus oppure lo usarono come deterrente per frenare un’espansione delle libertà più democratiche. Per rallentare la globalizzazione oramai implacabile. Per chiuderci nel silenzio, per reprimerci nella paura più oscurantistica. Esaltando un orrendo ritorno alla barbarie quasi nazista da bruciati vivi in maniera apocalittica.

Ne sapremo di più nei prossimi anni quando, con tutta probabilità, se la situazione costernante attualmente vigente che ci recluse in casa come morti viventi, eh sì, dovesse essere sanata, molti film sull’argomento verranno realizzati.

Contagion fu profetico oppure La città verrà distrutta all’alba lo fu di più?

Le ronde dei carabinieri si aggirarono perfino lungo i viali alberati. Terrorizzando affinché, intimoriti da decreti e imposizioni debilitanti, limitanti la fluida circolazione vitale, dunque anche emozionale, i cuori delle persone si rannicchiassero nella solitudine più schiacciante.

Piazza pulita anche in tutte le piazze. Desertificate, bonificate dagli spacciatori che, a tarda notte, vendettero “bene” la loro “merce”, contrabbandando un po’ di dignità per arrivare a fine mese con meno acqua alla gola e qualche strozzapreti nelle mutande. Che baccalà!

Ripulite però furono le aiuole, no, la aule anche da ogni manifestazione e comizio pubico, no, pubblico. Salvini prese su parola, incitando la folla come Arthur Fleck/Joker, regalando populismo e qualunquismo a iosa. E i folli incitarono, non se eccitarono o misero incinte le loro compagne, abbastanza folli, appunto, rese ancora più pazze poiché non poterono recarsi in viaggio alla volta di follie d’amore anche con gli amanti loro che non poterono rifornirsi alla stazione di “pompe” col diesel.

Il distributore automatico delle sigarette dista più di duecento metri da casa tua? E quello dei profilattici, invece? Ecco allora che l’appuntato dell’arma usò la fiamma tricolore del suo maschione con la moglie incendiata di passione incazzata con la “lupara”. Zitta e muta fu lei, serva del suo marito padrone dopo una giornata in cui, essendo costei uscita per comprare dal droghiere un po’ di zucchero, fu dall’amico geloso del marito, eh sì, parecchio multata con una contravvenzione segnaletica nella sua zona erogena più sacra del Vaticano. Nel frattempo, la vita mia andò avanti. Anche indietro. E, fra stati contemplativi, film rivisti ad libitum, un amore forse riscoccato in maniera inaspettata, scatenandomi emozioni inaudite, un’altra stagione ci aspetterà, amici e nemici. E i sogni non finiranno in men che non si dica.

Non diverremo psicotici come il Lex Luthor di Jesse Eisenberg, non saremo solo bellimbusti come il Batman di Ben Affleck, non diverremo dei manichini come Henry Cavill ma continueremo a sognare un bagno caldo con Amy Adams.

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Potrei essere Bruce Campbell de L’armata delle tenebre e l’a(r)matore di ogni tenerezza, volando nella brezza con far da Poe-ta?


19 Apr

Army of Darkness

 

20200419_125703Ah, Franco Battiato.

Nella vita fui associato anche a lui poiché la gente pensò che fossi matto e malato di metafisica.

Di mio, so per certo che giocai a Calcio sino a 18 anni e credo che la mia pubertà, normalmente, iniziò a 12 anni. Durante l’adolescenza vissi attorniato da quasi coetanei che furono, sono e rimarranno bambini.

Sì, liceali damerini, abituati a scansionare il prossimo secondo modelli etici di estetica distorta.

Li vedrei bene assieme ai ragazzini del club dei perdenti di It.

Mi fanno morire. Pensarono e pensano delle cose assurde sul sottoscritto. Per loro fui sempre una sorta di manichino da trattare come clown di Pennywise poiché sono più geniale di Stephen King.

Ah ah, questa è bellissima. Anche quella là. Però è stupida. Quando avrà un figlio, gli mostrerà Stand by Me a otto anni. Poiché, essendo già vecchia, proietterà le sue nostalgie alle nuove generazioni. Che, in verità, dovrebbero invece darsi a Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

Veramente, non se ne può più dei nerd.

Il nerd è colui che, essendo impossibilitato a esser bello per via di una genetica, purtroppo per lui, difficilmente aggiustabile, s’imbelletta nel fare il patetico simpatico, ribaltando il senso dell’esistenza a suo piacimento. E vive di atroci dicerie, insomma, rimarrà a vita nel reparto “giocattoleria”.

Indubbiamente siamo stanchi anche delle zie cattedratiche, ah, nauseanti. Piene di buoni consigli maieutici atti a educare i ragazzi a un falso e fatuo perbenismo ipocrita, gigioneggiano da sapientone. Sono abuliche!

Non vorrei dirlo, invece lo dico. Oltre che cornacchie, so’ proprio racchie.

Sì, invero credo che, essendosi dissanguate troppo presto a livello emozionale e sensuale, abbiano riversato ogni loro frustrazione in quella che chiamano, pedagogicamente, “cultura”. Che non è cultura, è solo in realtà e squallidamente una ripetizione mortificante di nozioni apprese a menadito, recitate a pappardella e servite ai loro studenti per infornarli e indirizzarli a una morigeratezza dolciastra e mortifera.

Donne spente che forse sperarono, tra un Foscolo e un Carducci, di volare a Hollywood. Sì, recitando il ruolo, in parrocchia, di Meryl Streep de Il dubbio.

Oddio, perdonatemi, questa è cattivissima. Sembra Anjelica Huston de La famiglia Addams. Quella là invece è bonissima. Sì, assomiglia a Amy Adams.

Per piacere. Allora, sono pronte le strapazzate uova o devo diventare veramente pazzo?

Ah, queste sognatrici sono solo delle indottrinatici. Sono delle domatrici. Uomini, abbiamo bisogno invece delle dominatrici, così non potranno accusarci di sessismo.

Ah ah, questa fa morire dal ridere. Quella là invece farà morire te. Sei cieco? È più inguardabile di Freddy Krueger.

– La amo. Combatterò con gli artigli per possederla anche da sotto il letto.

– Sì, sei la personificazione del detto Dio li fa e poi li accoppia. Se è contento Dio, è per questo che sono ateo.

 

Siamo stanchi perfino di psichiatri che, in quattro e quattr’otto, cioè assai sbrigativamente, appioppano ai loro pazienti delle diagnosi esecrabili. Trattandoli da Anthony Hopkins di Proof quando invece non s’accorsero d’avere di fronte quello de Il silenzio degli innocenti.

E i divieti aumentano, viviamo nell’era del “proibizionismo”, siamo regrediti a una barbarica, ecumenica società fascista. Pericolosa in quanto castratrice e mentitrice.

Livellata su standardizzate omologazioni di massa atte a rendere il prossimo una persona robotica, una merce di consumo a cui affibbiare un prezzo meritocratico.

Ah, ho ancora molta gente che mi disprezza. Ma, si sa, la gente è ossessionata dal rispetto. Non è che faranno la fine di Bob De Niro del secondo Padrino? Ah ah.

La gente dovrebbe invece essere ossessionata dall’avere dei buoni pettorali, miei polli zenza ali.

Ah, quanti bigotti, quanti gianduiotti. Per farla breve, il mondo sta andando a mignotte.

Invece, in una periferia remota, dapprima per lui agonica, oggi parsimoniosa e non più laconica, staziona un uomo che, con discrezione massima, senza dare nell’occhio, ridacchia beffardamente, in quanto poeta romantico e uomo giammai antico, bensì ammodernato e, va detto, gustosamente mitico. Ah, dovete sfiatare, forza, respirate. State soffocando nelle vostre mentali pareti stagne di cervelli annacquati.

Il Falò, in verità, è un uomo che ne sa una più del diavolo. Egli disserta di Cinema senza prosopopea pur essendo qualche volta prolisso, dunque malato di logorrea.

Siamo stufi dei critici che fanno venire la diarrea, abbiamo bisogno di un personaggio che indossi il mantello e sgusci tra la foll(i)a non rinunciando, talvolta, a fare volontariamente l’idiota per dare spettacolo e intrattenere la gente moscia.

Comunque, adoro la pelle di camoscio.

Durante questa quarantena, allentai la tensione, parlando amabilmente non solo coi cinefili e gli amanti di Rocky, bensì amando misteriosamente anche di notte.

La gente è artefatta e arretrata, non evolve, non sa cambiare non solo le sue opinioni. Nemmeno il loro look.

Poiché non tutti, anzi, quasi nessuno può essere camaleontico come il Falotico.

E questo è tutto.

Speriamo che, quanto prima, Scorsese giri Killers of The Flower Moon e non fatemi la fine del personaggio che interpreterà Bob De Niro, vale a dire William Hale.

Psicopatico duro a differenza dei geni puri.

Comunque, sulla purezza, non vi metterei la mano sul fuoco.

Anzi, metterei oltre alla mano anche qualcos’altro.

Ah, fessacchiotti, per Natale vi regalerò un ciucciotto e un orsacchiotto.

Ah, guardate. Ho dovuto fare pulizia di molte mie conoscenze su Facebook.

Tempo fa, per esempio, divenni pure “amico” del Misischia, regista di quello che è, senz’ombra di dubbio, uno dei peggiori film del mondo, ovvero The End? L’inferno fuori.

Ebbe ragione Francesco Alò a distruggerlo impietosamente poiché il suddetto film, oltre a essere un horror che avrebbe girato meglio mia nonna Rita, grande fan de La notte dei morti viventi e non so ancora per quanto vivente, ecco, è un obbrobrio dei più repellenti. E non mi riferisco, certamente, agli orribili trucchi del sangue finto che fanno ribrezzo pure a uno senza gusto come Michael Myers di Halloween.

Ecco, questo Misischia fa il sapientone. Dice a tutti i giovani che, per diventare grandi attori e registi, non basta la passione e la bellezza. Bisogna farsi il culo.

Costui, comunque, assomiglia a Orson Welles. Sì, la panza da infernale Quinlan c’è tutta.

Quasi pari a quella di Vincent D’Onofrio in Ed Wood.

Eh sì, Misischia, non si arrabbi. Alcuni nascono come Johnny Depp e altri come Tim Burton.

Per questa mia direttiva da sergente istruttore da Full Metal Jacket, mi sparerà come palla di lardo?

Sì, al Misischia preferisco la pornoattrice Brooks Mischa.

Devo esservi sincero, da giovane non avrei mai pensato che sarei diventato uno stronzo come Bruce Campbell de L’armata delle tenebre.

Adesso, per fortuna, ne sono convinto.

Comunque, al reparto ferramenta, preferisco una donna di buona carrozzeria per mostrarle tutta l’acciaieria.

Saranno cazzi se mi chiederà però soldi per comprarle l’argenteria.

Le regalerò, al massimo, un film di Argento Dario e continuerò a volare sulle ali dorate.

Statemi bene.

Fate sogni d’oro e non fatevi i film.

Tanto non sapete farvi non solo i film, bensì neanche qualcosa di più corposo e cremoso.

Per quanto concerne Edgar Allan Poe, molta gente lo considera un genio.

Ma, come detto, la gente è formata da ritardati.

Io sono molto più bravo di Edgar. Avete ancora dei dubbi?

Ah ah.

Poi, Poe era veramente brutto.

Di mio, ho una discreta faccia da culo, diciamo.

Insomma, voi siete diventati vecchi, marcescenti, orrendi e scheletrici nel cuore.

Io non sono Brad Pitt ma non voglio neppure esserlo. Sai che palle?

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

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Shining è un film sopravvalutato, in tempi di quarantena?


17 Apr

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shiningAh, quest’isolamento forzato, derivato dal Covid-19, fa impazzire solo chi già pazzo lo fu innatamente, di mio, soffro di “luccicanza” e sono sleeper, altro che Doctor Sleep

Capitolo 1

L’origine della psicosi…

 

Jack Torrance di Shining non è psicopatico, è psicotico.

Apparentemente, la differenza fra questi due termini, pressoché infatti identici tranne il pa che li distingue l’uno dall’altro, è irrilevante e inesistente. Che, peraltro, è quasi la stessa cosa.

Invece la differenza è netta e decisamente sostanziale. Informatevi.

Una persona è psicotica dalla nascita o, invece, lo può diventare? Per quale o quali ragioni, soprattutto?

Ragionamento… Da cosa, insomma, deriva la psicosi? Spesso da un rapporto ostile fra l’individuo, ammalatosene, e la realtà esterna. Può ingenerarsi in seguito a forti eventi stressanti che hanno destabilizzato l’equilibrio e la struttura psichica del soggetto interessato. Anzi, in questo caso, stressato. Eh eh.

Stati di robusto, protrattosi isolamento imposto o inconsciamente autoindotto possono condurre una persona alla “pazzia”. Intesa in senso lato e non in forma pericolosamente psicopatica.

Lo psicotico, infatti, è soprattutto pericoloso per sé stesso. Più che per gli altri, a dire il vero. Anche se, in casi di estrema degenerazione della psicosi stessa, la persona può essere di altrui pericolo se la sua soglia di criticità supera il suo normale livello di “anormalità”. Assurdo, no?

Dunque, la psicosi non è mai genetica. Anche se, in persone con indoli e sensibilità particolarmente sensibili e spiccate, quasi da sensitivi, la tendenza a divenirne affetti è più marcata.

Banalizzanti, neanche tanto, brevi esempi sintomatici di tale sindrome:

  1. Un uomo perde il lavoro, perciò la moglie lo lascia. Oltre al danno economico, la beffa emozionale. Da cui la caduta bestiale da licantropo arrabbiato…
  2. Un ragazzo viene trattato da sfigato ad libitum, ovvero per tempo illimitato. Anziché reagire come Michael J. Fox in Voglia di vincere, incomincia ancora più a tremare, quasi affetto dal morbo di Parkinson, diventando perfino catatonico per colpa dell’estremizzazione pazzesca del suo eccessivo sublimare le delusioni in modo asintomatico…
  3. Cosiddetti adulti imbecilli sono preoccupati soltanto della sfera educativa di natura scolastica e didattica, pedagogica e falsamente culturale delle nuove generazioni. Disinteressandosi totalmente dei bisogni affettivi del sangue del loro sangue.

Al che, in tale caso, abbiamo una ramificazione del caso stesso, vale a dire:

 

  • Il conflitto psicologico che ne deriva può portare alla rassegnazione, all’assistenza sociale, all’eterno, irreversibile piagnisteo, alla depressione immutabile e an(n)ale, alla malinconia imperitura oppure a un’inaspettata ribellione che fa paura.
  • L’ipocrisia della piccola borghesia partorisce mostri peggiori di chi vive d’ipocrisia stessa in maniera paternalistica e demagogica.

 

Chapter due…
Intellettuali dei coglioni, non fatemi la fine di HAL 9000

– Ah, sai, io sono premio Nobel dell’astrofisica.

– Sì, dunque sei un uomo spaziale. Ma quanti buchi neri, su questa terra, visitasti?

– Invero, nessuno.

– Ti piace Nonno scatenato con De Niro?

– Suvvia. È un film di merda.

– Ok, boomer.

 

Ah ah.

Ebbene, so che state riguardando Shining del Kubrick. In questi giorni in cui, obbligati a stazionare fra le vostre mura domestiche, che siano principesche o reali come nella reggia di Caserta oppure anguste, asfittiche e di pochissimi metri quadrati, vi stanno, a prescindere dal terreno calpestabile, strozzando.

Direi praticamente castrando…

Ora, su Shining scrissi molti pezzi. È la storia di Arthur Fleck, alias Joker. Come no?

La storia di un uomo che non trova lavoro stabile e, a forza di essere precario, si raffredda nell’animo oltre che gelare nel corpo per via della neve d’un inverno rigidissimo, soprattutto nel suo cuore inariditosi.

Lavorare tutto il giorno, rende Jack un triste figuro, da noi resa col mattino ha l’oro in bocca.

Di suo, Jack Torrance cazzeggia a tutto spiano, battendo sui tasti ripetitivamente per perdere tempo. Sperando che la quarantena finisca e possa, all’alba, mangiare un bignè in pasticceria.

Semmai, in una calda giornata estiva. In compagnia di una donna meno brutta di Shelley Duvall, perlomeno passabile come Helen Hunt di Qualcosa è cambiato.

Sì, in tale appena succitato film, Jack interpreta la parte di un misantropo alla Kubrick realmente scrittore. Non certamente di capolavori come Arancia meccanica, sia nella versione letteraria che in quella adattata per il grande schermo, bensì di libricini simili a quelli di Harmony.

Poiché ricordate: l’uomo affettivamente (dis)armonico è un po’ come il sottoscritto, il Falotico.

Ovvero, se dapprima cadde vittima di manie ritualistiche e igieniche come Jack di As Good as It Gets, oggi come oggi, la prende un po’ più a culo.

Non si duole se talvolta riscivola nella depressione e la vede invece benissimo. In alcune occasioni, quando rimembra il suo passato di terribili delusioni, ancora però tende ad arrabbiarsi come Al Pacino di Scent of a Woman.

Un uomo, cioè, non cattivo e che in verità non odia il mondo. Odia sé stesso e dunque scarica sugli altri le sue rabbie da lupo. Non più, comunque, solitario.

Anzi, oggi è un uomo che sa allupare le donne. Wolf – La belva è fuori!

Sì, per anni interminabili, per tempo immemorabile, il Falò divenne Batman. Uomo dalla doppia personalità da “pipistrello” che poco volò sulle pas… re. Bensì stette molto in zona Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Tutti i nidi, no, nodi vengono al pettine?

No, sono ben pettinato, mi sono ricresciuti i capelli e non son ancora dunque semipelato come Jack di Shining.

Ma, sebbene sia piacente e di bell’aspetto come Ewan McGregor, me la dormo poco.

Ah sì, tutti i nodi vengono al petting. Altroché.

Finitela di leccarvi, metaforicamente parlando.

Non fate neppure però i geni della minchia. Potreste anche capire tutto al volo ma la fregatura è dietro l’angolo. Sappiatelo.

La promessa docet.

Nella vita, accadono cose davvero spiacevoli e tragiche ma non bisogna mai pensare che il dolore sia unilaterale.

Tre giorni per la verità ancora insegna…

Detto ciò, Shining, come già dissi più e più volte, è un film sopravvalutato. La penso quasi come David Cronenberg a riguardo.

Michael Moore invece, a proposito di Joker, paragonò Todd Phillips a Kubrick.

Esagerò e invece il film di Todd Phillips è semplicemente un film adatto ad adolescenti mal cresciuti?

Ora, vi pongo una domanda. Potreste essere stati dei padri meravigliosi, degli educatori perfetti, potreste non aver peccato di mediocrità come Barry Lindon, donando ai vostri figli, sin da piccini, un triciclo più bello di quello regalato da Jack a suo figlio in Shining. Vostro figlio, inoltre, cresciuto che fu, si laureò con 110 e lode in Storia e Critica del Cinema con una tesi su 2001: Odissea nello spazio.

E trovò subito un lavoro più remunerativo e sicuro rispetto a quello di Jack Torrance.

Ovvero, scrisse articoli ben pagati sulla Settima Arte. Insomma, non dovette darsi a una Rapina a mano armata. Sebbene suo padre amasse Stranamore condotto dal compianto Alberto Castagna, il figlio s’elevò e amò Dr. Strangelove. Anche se il figlio un po’ mente riguardo la sua perfezione moralmente “geometrica” e, oltre alla collezione di tutti i film di Kubrick, ha pure tutti i film interpretati dalla pornoattrice Brandi Love. Inoltre, nel suo portafogli ha l’immagine in miniatura del fondoschiena di Nicole Kidman in Eyes Wide Shut.

Ho detto tutto. State lontani dai saputelli del cazzo. Mi pare il caso di dirlo.

Ma chissà se il Cinema, dopo la quarantena, sarà più come prima.

Siamo tutti dentro un labirinto. Stiamo ghiacciando e moriremo, oltre che di asfissia ed emotiva atarassia, d’ipotermia e forse atroce apatia, sì, tutti congelati nella melanconia.

Posso dirvi che mio nonno morì per colpa di un melanoma.

Forse voi, non abituati alla solitudine più spettrale e dunque assiderati appena viveste, per un po’, coi divieti imposti, nelle vostre case imprigionati, scleraste a più non posso.

Oh, mi fanno pena quei fidanzati che, abitando rispettivamente lontani, non possono incontrarsi.

Oggigiorno esiste Facebook, c’è WhatsApp, ci sono le webcam.

Pazientate, non sovreccitatevi.

Di mio, per esempio, per un’infinità non è che molto, diciamo, mi riscaldai… Sebbene, caratterialmente, parecchio mi riscaldassi.

Nel frattempo, io e chissà chi, forse una lei, amiamo respirare le nostre pelli con romanticismo ermetico, bellissimo e figlio di un’altra epoca.

Anche se, onestamente, mi sto rompendo il cazzo e sono anche stanco di fare il Joker di turno.

Non Joaquin Phoenix, bensì Jack Nicholson del Batman di Tim Burton.

Come dice la parola composta in inglese da due parole, Birdman, ovvero l’uomo uccello, non riuscirete ad amare forse Naomi Watts né Kim Basinger. Neppure Michelle Pfeiffer, Catwoman. La donna gatto?

No, la donna che con la sua gatta fa le fusa e ti rende confuso.

Ma non abbandonatevi precocemente a una vita grigia da pensionati come in A proposito di Schmidt.

È tutta una questione, non di ucc… o, bensì di cervello. Dinamica mentale. Dai, apritevi…

Se vi convincete di essere già fottuti, siete da ricovero psichiatrico come Jack Torrance.

E poi diciamocela. Chi fu mai questo Kubrick? Un pover’uomo pieno di manie, capace di idolatrare solamente i suoi limiti, un hater che, con la scusa di essere un genio, non ammise mai a sé stesso di non essere bello come il Falò. Mi pare ovvio che Kubrick fosse un demente.

Devastante!

Finale col botto e con la botta: a Doctor Sleep, preferisco toglierle gli slip.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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