Archive for November, 2012

“Django Unchained”, Trailer finalissimo…


30 Nov

Oramai ci siamo. L’attesa, miei tarantiniani, è quasi terminata. Manca davvero pochissimo all’uscita nelle sale, perlomeno americane, del nuovo Quentin.

 

Ed ecco che sfodera l’ultima, appunto, cartuccia promozionale.

 

Di pelle nel trailerone superfinale.

 

Ne vedremo, ragazzi miei.

E credo che, stavolta, al signor Leo, l’Oscar non lo toglierà nessuno.

 

Intanto, arrivano le track della colonna sonora, con tanto di Morricone appaiaio a Elisa…

 

1. WINGED

2. DJANGO (MAIN THEME) — LUIS BACALOV, ROCKY ROBERTS

3. THE BRAYING MULE — ENNIO MORRICONE

4. IN THAT CASE, DJANGO, AFTER YOU…

5. LO CHIAMAVANO KING (HIS NAME IS KING) — LUIS BACALOV, EDDA DELL’ORSO

6. FREEDOM — ANTHONY HAMILTON & ELAYNA BOYNTON

7. FIVE-THOUSAND-DOLLAR NIGGA’S AND GUMMY MOUTH BITCHES

8. LA CORSA (2ND VERSION) — LUIS BACALOV

9. SNEAKY SCHULTZ AND THE DEMISE OF SHARP

10. I GOT A NAME — JIM CROCE

11. I GIORNI DELL’IRA — RIZ ORTOLANI

12. 100 BLACK COFFINS — RICK ROSS

13. NICARAGUA — JERRY GOLDSMITH FEATURING PAT METHENY

14. HILDI’S HOT BOX

15. SISTER SARA’S THEME — ENNIO MORRICONE

16. ANCORA QUI — ENNIO MORRICONE AND ELISA

17. UNCHAINED (THE PAYBACK/UNTOUCHABLE) — JAMES BROWN AND 2PAC

18. WHO DID THAT TO YOU? — JOHN LEGEND

19. TOO OLD TO DIE YOUNG — BROTHER DEGE

20. STEPHEN THE POKER PLAYER

21. UN MONUMENTO — ENNIO MORRICONE

22. SIX SHOTS TWO GUNS

23. TRINITY (TITOLI) — ANNIBALE E I CANTORI MODERNI

 

(Stefano Falotico)

Mezzanotte del riscatto di Richard: dicesi “tardivo”, prossimo al senil avervi insederato! L’Oscar è suo!


30 Nov

Quest’anno, l’Oscar come Miglior Attore è suo. Alla facciaccia dei detrattori. Il detrattore va in trattoria e mangia coi ratti

Lo so, vi sta antipatico. Solo perché si portò a letto, “ammogliandosela”, la superba Cindy Crawford, famosa per il suo neo atipico da tipetta topona. Crawford non ammoscia, Crawford è da “affondare” di “rafforzante”.
Be’, pare che anche quello di De Niro, celeberrimo di “stampo sulla guancia-zigomata”, se la sia fatta.
All’attore di Hollywood, una Cindy miei candidelli.

Che cosa rosicate? Richard, in fondo, è ben più misero di me.
S’incravatta, s’impomata eppur di gigolò non è come Al Pacino. Che fu calunniato quando ebbe successo, con le solite cattiverie infami sul sesso. Sì, sparsero la voce che, prima di essere Al, “abbacinava” le donne sicule. Son scherzi da prete. Il padrino non ci sta! E vi rifilò dei colpi in pancia!

Ecco, Al Pacino calza a Richard, essendo stato Richard a “rubargli le scarpe” per Arbitrage. Ruolo per cui era designato Alfredo e che invece andò poi al Gere.

Io so tutto. Mentre voi cazzeggiate e “mollate”, contentuzzi delle vostre (in)felicità da ipocritoni, io scruto la fauna di Los Angeles, e me n’affamo, alla faccia di voi, beffatori. A chi volete portar iella? Son io che vi sbudellerò di “patenti” pirandelliane se vorrete ancor cancellar le mie centomila trasformazioni, annerendomi in un “nessuno”, miei piccoletti qualunque. V’illudete, vi prostituite, v’inculate a vicenda, eppure siete sempre più insoddisfatti, soffrendo “pene” che aumentano parimenti all’uccello tanto “infornato” quanto sempre più “panettiere” da farine del vostro zucchero a velo velenoso.
Che vergogna! Adesso, pure con la lavandaia. Uno che vi s-tira il pann(olin)o. Che sconcezza!

Pane al pane e vino ai divini. Ma quali divani!

I panni sporchi non van lavati nei tradimenti di famiglia, ma esposti in pubblico. Se siete ossessionati dal pube, pubblicate. Invece no, di Clooney George v’”innamorate”, sognando il suo cotonato che “brizzolato” ruzzoli in voi, le zozze. Che zoccolone!

Sì, scherzate e volete l’uomo “maturo” (credo non sia il vero “duro”) di fascino “screziato”.
Che screzio. Ah, come vi screpolate le labbra e crepate d’invidia per la sua Stacy, ginnasta che “avvoltola” il suo “smoking”, “affumicandoglielo” di scopa che scoppietta “al tappeto”. Che mossa da lottatrice. Invece voi, “casalingue”, sol di lingua inaridita e spruzzata d’aceto nelle insalate, lordate le “lodi” d’un marito già sudicio che, di par suo, s’appaia “sudato” a “una” da sedar di “sedere”.
Che schifezze!
Mamma mia, che sifilide catodica, vi dichiarate cattolici con tanto poi di foto (segnaletica…) ambigua su Facebook dell’amico a fianco del vostro consorte con le braccia al vostro sen assetato. Conserte, assortite e tirate le cuoia.
Che malesorti. Che maialini! Che sorci! Che porconi!

Basta, ghiri che vi raggirate, date a Gere il Re del suo girino.
So che voi donne “lo” volete. Vi piacerebbe un figlio da cotanto sperma.

A me piace, non sono omosessuale, ma sono un Uomo.
Quindi, amo chi è un grande, come me.

Sì, è una società di puttane conclamate. Prima, negli anni ’80, avevano almeno un po’ di ritegno. Adesso si tingono, si fan mantenere, e dunque si tengono. Ma son più meretrici di Mara la “stiratrice”.

Oggi pomeriggio, sempre attraverso questo mezzo dei “Mi piace-Condivido”, falso come una stampante a colori per la vostra testa in bianco e nero d’inchiostro “simpatico”, mi contatta una senza “cappella”.
Elargendomi “grandi complimenti”.

– Sei carino. Mi dai il tuo (ucc)cel.?
– Sì, hai due belle tette. Però, ora devo preparare la cena. A base di peperone.
Ciao.
– Ma come? Non ho delle fantastic boobs?
– Certo, infatti mi son già salvato le tue immagini.
In poche parole, per “farla” breve, me lo leccheresti?
– Credo di sì. Anzi, certo. Cosa vorresti di più?
– Che ti togliessi dalle palle!

Scoprii, tramite un altro suo contatto, ch’è una lesbica ragionierina del reparto amministrativo da segretaria-“segregata”, la qual nel Tempo perso s’”annoia”, fottendosene degli spam.

Ecco, recapitai al suo compagno, trovato nelle “Informazioni” del suo “nobile” Profilo, tutta la “messaggeria”.

Domani non divorzieranno.
Il fidanzato pare che sia un pappone.

Ho detto tutto.

Osserviamo tutti i ruoli che gli sfuggirono per “una manciata di secondi”, e furon la fortuna di altri.

Se il Poker non è fortunato, l’asso nella manica te lo sbatte.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Trappola di cristallo (1988)
    Willis Bruce.
    Meglio così. Richard è da doppiopetto, non da canottiera.
  2. Wall Street (1987)
    Michael Douglas.
    Peggio. Douglas è un erotomane, pure i soldi vuole.
  3. Traffic (2000)
    Ecco, qui Michael rinsavisce salvando la figlia.
    Gere sarebbe stato più credibile.

    A me Douglas, nella scena del “salvataggio”, parve uno che “ammiccava” all’attrice minorenne, “sangue del suo sangue”, un “Drogami nelle doghe”:

  4. Fuga di mezzanotte (1978)
    Brad Davis.
    Una faccia come il culo.
  5. Arbitrage – Sesso, potere e denaro (2012)
    Appunto.

 

 

Enrico Ghezzi? No, Falotico, il fantastico


30 Nov

Voi censurate, recidete, io recensisco.

E ora state zitti!

  “Cuffiatevi” e non stufate!

 

Esigo silenzio!

Mezzanotte


29 Nov

Non c’è due senza il triangolo

Arriva l’altra botta al marito cornificato nella sua figa, mi picchierà, ma ne sarà valso, “valorosissimo”, il rossore nel suo rossetto!

Sono un gallo di mossa gru(lla)


Ah, siete delle borse.
Non dovete dar credito a ogni “attacco” che vi rifilo.
Me la “filerò” come sempre, al sapor sottiletta, “asciugato” e pen bagnato nell’hot da dog.
Mi stuprarono, ma li stupii, che stupidi.
Credettero che ero finito in una branda marina da pelato, invece faccio un baffo a Marlon Brando.
Ne aveva da pelare, anche quando il suo cranio divenne rasato per troppe “ormonalità” da omone.
Su questo non ci piove, Marlon spingeva, infatti tutte inumidiva.
Io fui come Noè, messo al banco di prova del “salumiere”. Chiamatelo Dio, Buddha o Satanaccio, quando te “lo” vedi brutto, ecco che rispunta il “salamino”. Ma quale salamoia, miei monaci.
Quale monco, questo è un bel tronchetto, sulla mia arca io “arpeggio” di donne animalesche.
Tutte a raccolta, selvatiche, per salvarmi (di “gengive” perché salpi e Salgari) dall’estinzione. Evviva le tigri di MompracemSandokan abusa ed è una mina vagante, non come quella di Cremona, una da pubblicità del pesto alla genovese. Pestatela “al sugo” del “pasticcio”. Asciuttissima, non è della mia pasta! Va “sfogliata” e “immatterellata” di mio bernoccolo sulle (g)nocche.
Ah, come tingono, alcune son tignose, ma vogliono il mio “silvestre” pino.
Pinnacolone di Piña Colada. Perché mi guardi? End of watch, Michael Anthony Peña.
Il windtalkers “indiano” che tocca di “scalpo”. Io scalpito alla Cage, Nicola impenna di più penne…
Ne acciuffo “una”, la “sbatto” sul mio “galeotto”, e “galleggiamo” di giri di bo(i)a.
La “rabbonisco” io. Era una streghetta ma ora ama il mio strudel, arrotolato e dolce-salato nel ripieno cum. Esplode come il bubblegumboom! Tutto dentro! Esplodendo nel rosa!
Perché no? La fragola affabula, disturbo? No, voi vi masturbate. E non tollerate il mio “torreggiare”. E “sfondare” d’ariete. Ma quale vergine! Sono il “Cancro” che si fa una come Venere, e appunto viene. Io sono vanesio! Sul divanetto avvinazzo di vino e vano son nel “vacuo”.
Sì, son bovino nella vostra arena da bovari, cari fifoni. Sono il tifone turbinante nelle donne d’”imbuto”. Non titubo mai, mentre voi le ficcate su “YouTube”, dopo averle pagate. Saran solo palate. Quali patate!
Inghiottendo va il “detersivo” ai vostri crimini, miei cremosi con le mimose. Io metto il becco, perbacco! Sono dentro di loro col baccano. Che ani, che (d)anni. Quale micio, son un leone con la miccia!
Mi espando, sono in stallo ma in sella, meglio che sotto le stelle “adattate” senza esser “allattati”.
Questo seno alletta, deve stare all’erta, qualcosa di erto sta esigendo il “premendo”.
Vado di letto in letto e svengono, allattanti.
Le donne caddero a pezzi, una dopo l’altra. Affiliate al filetto, al “filone” che entra nel saccoccio. Tutte “coccolate”. Sono il mugnaio, cari miei da Mulino Bianco. Mangio le vostre spose, spossandole con la “crema di cioccolato” del Saccottino.
Pina sa che “peno”, per questo sta con te, ché nessuna ti “spenni”.
Spendi e il “tuo” pende, senza lievitazione del panettiereSto levitando come Abatantuono. Sono Thor di tuoni per ogni colpo di fulmine. Per botte nelle femmine.
Vorreste evirarmi? Non potete, altrimenti vi castra la legge. Allora, mi evitate. Ma io sgattaiolo nelle vostre gatte.
Sì, datemi una videocamera e “penetrerò” nelle vostre camerette, datemi una canzoncina e sarà melodia distrutta dalle mie “azioncine”.
Mi tolgo i calzoni, espongo il “calzone”. Un “cannolo” ch’è un cannone!
Spara a fuoco lento, carburando nel (t)rombando.
Datemi Luisa e diverrà liscia, datemi una suora e capirà che non è mai stata portata per la “vocazione”. Per i “vocalizzi” sì, nel coro del “glorificarlo”, alto, Altissimo.
Nel regno del mio “ragno”.
Cari terroni, sterrate il praterello, io stendo il “mattarello”.
Terragne, non fatemi la fine della Carfagna. Mara? Sì, la politicante strapazzata da tanti cazzi, ha solo bisogno della marea! Quando parla, provoca solo la diarrea! Va “annodata” da marinai, e gettata in pasto agli squali.
Ecco il terremoto, miscela di benzina e “pompona” di “tergicristallo”, sciacquando i vetri e “ripulendole” tutte nell’abitacolo, di sedile reclinato, oppure “domesticamente” inchinata da balia, che prima balla e poi “balbetterà”, in preda a uno che ci dà più di Balboa. “Ballandolo” nel ring-hiarle sopra.
Sono Dracula, adoro le gole profonde, sono un tuffatore, miei truffatori. E svergino strappando i collarini. Quali collanine. Io le incateno da scatenato!
Io indurisco di mio “oro” tutto “scodellato”.
Ora, dite a Nicole Kidman ch’è dimagrita per colpa del marito stonato.
Va “intonata”, deve recitar meglio di “diaframma”.
I suoi polmoni van spalmati di “pompelmo”.
A parte queste “deliziosaggini” spiritoselle da spiritello porcello, sono squisito.
Infatti, ora disquisirò, sciogliendomi ancora. Ah ah.
Per colpa d’eventi bislacchi, non baciai di “biscotto” più quelle con la “lacca”, quindi non “leccai”.
Ma fui leccato, nel senso di “affettato”.
Come vedete, al banco vendono sempre la mia specialità, lo speck.
Tagliato a cubetti, per il mio autoinculamento.
Sì, ci sono geni che s’elevano dalla massa. Io appartengo per dinastia a tal genetica, e posseggo anche la scienza infusa, essendomi stata tramandata da Dio in persona che emise la sua scintilla di “Pandora” lungo le mie dita d’Adamo senza pomi(ciare) e scope delle stregone. Ah, vecchiaccia malefica, che ardito errore “smadonnare” su di me. Madornal abbaglio per cui presto sarai “benedetta” di bavaglio e incenerita nella tua casetta senza sogni nel cassetto, assieme all’impotente di tuo marito e ai porcellini del parto “gemellato” alla tua idiozia. Sono Ezechiele? No, il “miele” del lupaccio più furbo. Volpone, sì, mi frego la tua uva. Quindi, le tue vulve.
Sfidare il Signore, significa non averne previsto l’intemperanza, miei “temprati!”. Patirete, disossati e bruciati, contorcendovi in smorfie raccapricciantissime ad arricciarvi nelle bugie che “sputtanarono” il presunto “riccio”, ungendolo di stessa unzione con cui vi lancerò all’Inferno più aberrante. Il supplizio eterno. Che supplicate? Piegatevi e non risalirete la (vari)china. A capo chino, sarete peraltro decapitati.
Desideraste il mio capitombolo, invece, dopo avervi maledetto, urlerete sepolti vivi, mentre danzerò zanzaresco sulle vostre tombe, miei porconi siete stati feralmente puniti dalla mia divinità ch’era inviolabile.
Prima, violacei sbiancaste, ora “arrossiti” siete arrosto.
Ecco, la frittata, che minestra riscaldata, a tonificar il vostro pancino molle, sempre fanatico da maniaci sessuali dei “materassi”. Asinacci! C’è un intero esercito fuori dalla vostra abitazione, che chiederà di prostrarvi, prostituta d’una mentecatta sarai ora tu ricattata, e tu, padre immondo, attaccato “al contrario”, tu che rigiravi tutto a piacimento dei tuoi godimenti, sino all’ultima goccia di sangue. Penzolerai come un maiale, e coleranno, di colite depurativa dei tuoi schifosi coiti, tutti gli ettolitri di sangue degli inconfessati peccati dei quali ti sei macchiato nella fedina tanto “pulita”. Provate a squagliarvela? Sì, sarete conditi come le quaglie! Mentitori!  Tu, stronzone, a chi volevi “infilar” dei paletti? Ecco, io sono il vampiro più immortale, nessuno può vincermi, e sono tornato a dilaniarti, infilzandoti di coltello conficcato nel tuo cuoricino, da pietrificare davvero fino al vagito della vagina a cui, la frigidità della tua consorte, ti fu sciagura, castrandoti poco alla volta in rassegnate masturbazioni mentali. Onanismo con cui “nanizzasti” i figli, nazista! Atterrendoli fin da piccoli, e trasmettendo tutto il tuo rancore e il tuo odio. Da grasso, repellente gorillone che scimmiottava il prossimo e sarà analizzato, analmente, come i babb(u)i(ni) castigati di “lente d’ingrandimento” a tutta la tua laida, escrementizia merda che “incarni”, sei “incarnito” sì, io sono incazzato contro ogni carnal villano e moralista proibizionismo per piatti di “panna e prosciutto” del tuo dar dell’ossobuco a chiunque non si “fortificasse” alla tua visione violenta, ove chi “vince” è chi lo sbatte in culo di più. In senso lato, il pollo sei tu, cotto alla brace e “rosolato” di tanto “(g)rosso”.
Ecco, ecco cosa succede ignoranti!
Ecco cosa accade quando si va al di là del buon gusto.
La vendetta più sofisticata, cucita a pelle, di rim(b)orso davvero morsicante.
Strappato nel vostro fegato fin a macellarvi.
Indovinate questi film “ribaltati” come certa gente!
Sono di Friedkin William, un grande, come me
1) Questa è la Giustizia. La presa di coscienza che il criminale scapperà col malloppo, e non sarà trovato.
Ma Popeye mangiò gli spinaci e, nel nuovo capitolo, che segnerà il rientro inaspettato di Gene Hackman, questo corrotto sarà “eruttante” di rutti dopo averlo sgozzato.
2) Ah, il cambiamento impressionante. Mai dare del Dustin Hoffman a uno di furia non appianata all’innatismo dei fessacchiotti da orsacchiotto col ciuccio. Ciuchi!
Ecco che potrebbe mutare nell’Al Pacino più sorprendente e farti la “sorpresa” nel “buchetto”.
Ecco, chi è ora la pedina? Pedone, ecco il tuo “investimento”.
La tua mostruosità.
Ma cambieremo il finale. Tommy Lee Jones sarà “rabbonito” dal Del Toro con le corna in fronte. Si merita la sua vendetta. Prima l’avete sbattuto in guerra e volete perfino fermarlo, dopo averlo distrutto? No, sarà rambistico.
Fammi vedere come succhi, pensavi fossi uno scemo? Invece, fumo il sigaro da sicario alla cattivo tenente.
Tieni questo.
Ora, sta zitta, mignotta!

I diversi distrussero il microscopico universo dei veri pervertiti “normali”, “elevando” la “perversione” a inversione di tendenza e d’”irridigimento” contro i reggimenti, protesi nel reggicalze.
Come canta Daniele… so’ paz’… e io “traslo”, perché voglio proprio che mi scassi u’ caz’!

Ah, quanto patiste e patirete se, di confessione, non vi costituirete. Altrimenti, una buona dose “incanalata” e lì, nell’indirizzo del vostro “rizzarlo”.
Ebetucci che aspettate Natale per addobbar l’abete e volevate ingobbirmi, violentandomi.
Io scaglio saette e vi ficco alle spine del ramo da cui il vostro ceppo ardì a incepparmi.
Un bell’incendio e tutto brucerà di vostro “scender da stalloni”.
Ah, cavalloni, irrimediabili cinici, ossessionati dal sesso animalesco del “zoccolare”.
Al galoppo, mi “scrollo”, incollandovi nel sellino del vostro sedere.
V’imbriglio e vi butto giù come birilli, voi che sempre brilli brindate, brillanti(na).
Ah, anziché appianar la mia ira, vi stiro. Perché mi tira così. Un tiro alle vostre torte, ai torti, un mio esser torrone ai vostri torridi orrori. Sono extraterrestre e anche terrone. Perché sì, e domani siculo ma insicuro, senza sicure!
Basta, una “coda” manda su di giri la vostra fidanzatina da “capogiro”.
Che voi raggiraste, ridenti e raggianti.
Ecco, questo è il raggio del mio triciclo da “bimbo” di Shining che infreddolirà il vostro ginepraio.
Sono Artù, ma Ginevra è una megera. Tutti se li girò, perfin Lancillotto, che guida una Lancia e, di “slancio”, “tutte” le allaccia, inchiappettandole. Per tal “cavaliere”, un cappio al collo.
E il mio pugno a tracolla, decolliamo, sì. Lui montò, e smonterò, tal montone, con un montante.
Ah, “aitanti”, vi alito. Non ho alleati? Ma il malleolo vi spacco. Vado così avanti, nel vostro “didietro”.

Datemi una zia e sarà pia, datemi una pigna e ve la sbatterò nel pineto.
Di “pioggia”.

Guarda come piove, ti “grandino” nei tuoi “gradimenti”.
Demente!

Foste dormienti e or vi domino, io comando di telecomandi. Cambio canale perché mi stuzzica, e mi sintonizzo sulle cosce della giornalista Floriana Bertelli, un “fiore” che seguo da anni, con “impressionante” sovraimpressioni d’espressivo “led”, incendiato a spingere di “volume”. Floriana, col Tempo, è un po’ appassita. Io son quadrifoglio! “Introvabile”.
La sua voce s’è appunto “televisivizzata”, e ha perso quella candida freschezza dell’ugola che annusa, catodicamente, il tuo usignolo “viola(to)”, involandolo a “smanubriare” con “eccelso” furore alla D’Annunzio di schizzo “incostolato” per sognare costolette di maiale da smutandato di “spumante”.
Floriana è cresciuta però come “professionista”, sa aizzare con più sottile perfidia erotica, penetrandoti e avviluppandoti di minigonna tagliata su per giù nelle inquadrature radenti-inguinali, mentre il tuo serpente si snoda e sbavi, abbeverato da quel seno materno, latteo come il tuo blade runner, sì, cacciatore appunto di taglie magre, e “asciutto” per sobbalzare in poltrona dinanzi a tale matrona. Che mammona, che mammelle.
Commestibili, labbra “malleabili”, per la tua bile che “sbrodola” dopo un’altra cena col brodino.
Ah, ora ci vuole il “budino”. Zuccherato di crema pasticciera da infilare col cornetto videodrome cronenberghiano, il trasformista della carne, chirurgico contro un Mondo di plastica.
Sono la “mosca”-Spider a ingravidarla di “malasanità” salina di salive, nel mio “salire”.
Sono l’Existenz esistenzialista che si sbudella nella eastern promise al suo “Mortensen” di mortadella “russa”, acido “grissino” improsciuttato nei suoi “meloni”.
Floriana, desidero il tuo seno, quei capezzoli gridan vendetta, e me ne affumicherei focoso di “grigliata” da ex ghiro che ora sospira e non vuole espiare. Ah, come ti spio, premo sull’opzione “zoom” per “ingrandirlo” di più, e “caldeggio” lo sgranato per adocchiare qualcosa di losco nelle tue velate calze di vedo-non vedo-eppure vengo.
Mi “spiaccico” stravaccato, e “tutto” fila…
Che profumini di organze, che orgasmo!

Bradley Cooper era pazzo.
Ma Jennifer, a razzo, gli prese il cazzino che divenne accrescitivo, come la crescenza. E si spupazzarono, miei pupazzi.
Ah, vi fan puzza?
Eppur “spazzolano” e, di zolle, Bradley è Zorro. La Z che marchia e fotte Lei nel fottuto sceriffo panzone.
Che ride come un idiota, e caccia solo dei “botti”, non dando di botta!

Che c’è di male nel Sesso?
Io do di mano, e tolgo la cera come il Maestro Miyagi.
Non me ne frega che mi ami, basta che “sfreghi” e non penseremo al domani.

Volevi agguantarmi col tuo guanto di sfida, dandomi dello “sfigato”.
E io me ne frego, perché canto “Guantanamera”.
E mi faccio pure le nere! Che Sugar!


E domani arriverà il “pacco” di C’era una volta in America in Bluray, “esteso”.
Tutto “a lucido”.

Che pacchia!

Prima di congedarmi, amici miei cari come le carezze della Littizzetto, vorrei raccontarvi quest’aneddoto dal sapor stronzata d’alto bordo. Che burro…

Come molti sanno, mi ritirai dal Mondo. E, per autoindotta depressione acuta autodidatta anche di “tatto”, per cal(c)o della libido non s’acuì. Quindi, si ritirò anche “lui”. Il gomito(lo) del tennista. L’antennista ha spento Floriana Bertelli.

Col Tempo, s’è “messo a posto”, ora pare che spari senza eiaculazioni precoci.
A meno che non sia stimolato oltre il consentito.

Detto ciò, proseguiamo.

L’altra sera, mi recai alla baracchina dei gelati ubicata vicino all’unico passaggio a livello ancora esistente a Bologna. Invero, ne esiston tutt’ora due, ma l’altro non lo considererei, essendo in via del Pane, vicolo ove pare che, ogni Notte, il “grande” Nicola detto “L’accalappiatore” fa sì di “frassino” e “(s)pompa” i topi, sfidando i binari della sua vita spacciata.
Ecco, vi chiederete voi. Vai a mangiare il gelato d’Inverno?
Per forza. Voi conoscete il freddo d’Estate? Io no.
Ecco, andiamo oltre. L’unico altro cliente delle serrande, di saracinesca chiusa per intemperie e intemperanza della moglie del “barista”, era Fabio Incerti. Un tizio che non vedevo da una vita.
Ah, per forza, non “vissi”.

– Ciao Fabio, guarda chi si rivede. Il grande centravanti della nostra “pluripremiata” squadra del quartiere.
– Tu chi sei? Ci conosciamo?
– Che cazzo di domanda è questa? Segnavi grazie a me. Ti servivo il passaggio solo da “insaccare”. Grazie a quelle reti, tutte le tifose accalorate lasciavan che tu “entrassi” nelle loro “porte aperte”. Non ti ricordi?
– Ah, vero. Sei in forma. Come ieri.
– Anche tu. Stai meglio.
– Perché prima stavo messo male?
– No, nonostante le tue “figuzze”, soffrivi del classico disagio adolescenziale. E rispecchiavi esattamente le dfese immunitarie dei tuoi sdoppiamenti di personalità nei polpacci sbucciati, come il tuo cognome, “Incerti”, appunto.
Adesso, incespichi meno, sei rimasto però “incerto”. Un notevole miglioramento, dal plurale a una maggiore autonomia d’individualismo alla stabilità del singolare.
Stai attento però a non incendiarti. Se bruci troppo, poi sopraggiungon le certezze, e diventi una mummia, detta anche maschera di cera. Sì, insomma, fai la fine del cerino.
– Ah, hai sempre voglia di scherzare tu. Ti sei sposato con Tiziana?
– Chi è Tiziana?
– Come? Non era il tuo grande amore?
– All’epoca, poi ne “vidi” di peste e corna. Comunque, s’è sistemata anche lei.
Grazie a me. Alla fine delle scuole medie, i suoi volevano che s’iscrivesse al Liceo Classico. Le sconsigliai quella strada. Di tanta cultura t’istruisci quanto di filosofie crepi, ché quel diploma ti dà solo un lavoro come disoccupata. Ti può aiutare la Laurea ma intanto tu ti fai il culo e le altre ce l’han già parato. E “tutti” l’han (fondo)schienate per un letto “caldo” e latte…
– Cosa le consigliasti?
– Geometra? Infatti, adesso è ingegnere edile.
– Bravo, che intuito. Il fiuto non t’è mancato. I troppi rifiuti però t’han accorciato il fiato.
– Il “flauto” no. Di polmoni va senza pompette.
– Perché “Geometra?”.
– Ora, aveva già sviluppato delle buone tette. Quindi, architettonicamente, le volevo bene, “arredandola”.
Insomma, di dondolo lei mi rese tonto.

Su tale cazzatona, vi lascio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Karate Kid. Per vincere domani (1984)
  2. Pi greco. Il teorema del delirio (1998)
  3. Allucinazione perversa (1990)

   Silver Linings orlo argenteo delle nuvole!

Pacino di nuovo… video “americano”. Americani…


29 Nov

Glengarry Glen Ross, ragazzi.

 

Mezzanotte e va la ronda di Sean Connery alla Lino Banfi: “Sentimi Al Capone! Ti spezzo la noce del capocollo!”


28 Nov

Un tepore si discordò ma non vuole dimenticare le orrende, balzane pazzie d’una famiglia orripilante che, presto, sarà appesa parimenti omicida alle loro folli pretese che tutti pendan, dipendenti, dalle loro labbra

Fui molto scrupoloso d’avvertimenti, ma il figlio insisté e sarà punitivo della “blasfemia” più sua recidiva.
Quando l’invidia non vuole ammettere il suo reato, preferisce spesso nascondere il cadavere d’altri oltraggi, seppellendo la verità sotto nuove (ah, ma puzzano) coltri di bugie, perseverando di coito e sadisticamente “goder” del Mal inflitto.

Eppure, secondo ogni favola di Collodi che si rispetti, tal “emerito” doveva imparar prima la proverbiale lezione: errare è unamo, perseverare è diabolico, soprattutto se sbagli i conti (anche in tasca, visto che presto sborserà non pochi quattrini…) e ti “diverti” a raccontare di cotte e crude(ltà) dinanzi al Diavolo in persona. Pinocchio sfotte il tuo nasino, mio Lucignolo con le tue “cicaline”.

Pinocchio è uno di cui volesti, violento, indagarne l’arbitrio che si ribellò al tuo falso moralismo da “Padreterno” e già ti mise in guardia, recandosi sotto casa tua solo per chiedere legittimamente una tua dichiarazione di gravissima colpevolezza.

Ma l’angelo fu picchiato d’offese raccapriccianti, perfin il padre, difensore d’”ufficio” del figlioletto reo ma non confesso, intervenì a frenar la giustizia, rigirando il coltello nella piaga e “implacabilmente” raggirando pure la “legge”. Che burattinaio.
Perché esiste una logica inconfutabile fra chi nasconde la “refurtiva” nello scheletro degli armadietti.
Se l’agnello vessato e “sacrificato” tramutasse in lupo, è consigliabile non andar nella tana dei lupi che lo costrinsero, di ricatti, alla “ricotta” del loro “pelo”.

Sì, se azzardi di troppo coraggio, un branco ancor più affamato potrebbe assalirti con maggior veemenza, e arrivare anche a denunciarti, perché sei tu il “disturbato(re)”.

Così, dall’ignoranza della caccia alle streghe, da superstizioni che marchia(ro)n il prossimo dell’oscurantista superstizione secondo cui le persone libere sono tacciabili di “schizofrenia” per l’omertosa conservazione “a lunga scadenza” della scemenza crassona e pasciuta di massa, cademmo tutti in tribunale.

Per reazioni al vile “assaggio”, tali vassalli, coperti dal “potere” sociale che “privilegia” sempre le ragioni di chi è coperto dietro i “pezzi di carta” (ad “attestar” le loro testardissime testone molto ottuselle), rischiaron di sbattere il savio in “manicomio”, solo perché “senza prove” esigé che tal porci non sporcassero più, di lorde menzogne e calunnie, una giovane e ben più viva coscienza, ma si prostrassero (in)tagliati alle “atroci” gran “crostatine” dell’aver alzato la cresta.

Ma il matto vero proseguì nella sua ostinazione.

Il sano di mente fu (mal)trattato per appurare che non (si) fosse sbagliato.

Gli anni trascorsero, e il matto continuò a ridacchiar di gusto, fiero d’aver soddisfatto il delirio d’aver fatto “impazzire” una persona troppo grande rispetto alla sua carne da frivolo stupratore delle verginelle.

Sì, costui passò l’adolescenza da sanguisuga, profittandosi di tutti. Dinanzi ai suoi professori, egli stesso s’”ammaestrava” di “furba” scaltrezza per ottener il passaporto che gli avrebbe dato “diritto” alle passerine. Che “glielo” accordavano da stonato che sognava Seattle ed è ancor da paparino, che paperini.
Si sa, in questa società, con una buona “laureetta”, di “aureola santissima”, puoi facilmente guadagnare tutte le “bone”.

E poter “affliggere” quelli “cani”, “buoni come il pane”.

Ma, nel suo progetto criminoso, gli eran sfuggiti troppi particolari, elementi che non van mai trascurati se si vuol compiere l’assassinio perfetto.

Innanzitutto, “Una passeggiata perfetta”, chiara, lapalissiana, incontrovertibile opera “sleeper” a ficcargli un paletto nel suo “cuoricino”, pietrificato a vita nel leggersi così, come la “Gioconda”, ritratto del suo specchio vergognoso proprio “bellino”.

Varie cartelle cliniche a rinchiuder ora “lui” nella clinica.
Che cazzo urla?

Perché, prima che possa immaginarlo, sarà chiamato a deporre. Ah, ma non era così a(r)mato il nostro “fiore all’occhiello” di suoi “fori?”. Forza, ti danzo attorno.Ti piace il “lento?” O il ritmo martellante?

Eh sì, caro fornicatore, credo che diventerai “magrissimo” nel forno crematorio.

Con “mutata” stima, il “muto”.

Che, eternamente, t’ha inculato “al muro”, mio mulo.

Chiaroveggenza, per evitare la lobotomia scappai dal “cuculo” di McMurphy, divenni il Jack Nicholson di Qualcosa (non) è cambiato perché la mia misantropia verso i miei coetanei stolti fu fraintesa per “fobia sociale”, e m’ammalai, di meccanismi di difesa compensative delle ossessioni “disordinanti”compulsive, al che, propulsivo chiesi tre giorni per la verità, non riuscii a dimostrare che ero un genio “idiotizzato” da dei cretini ebetissimi e mantenni però solo la promessa. Cioè, uno ad uno, tutti me li son fottuti, tali deficienti

Psicopatici, pedofili, “troie idrofile”, cinofili del filetto “sanguinolentissimo”, truculenti, non sono “deboluccio” nel vostro buco da “bucati” e, di “stuzzichino”, plano non piano, miei “paninari” appianai i torti, torcendovi il braccio di stesso “torchio”. Tordi, tontarelli, ecco il toro che sgranocchia i vostri torroncini. Vi butto giù dalla torre.

Basta, critici pagati a caro prezzo per pezzi che spezzan solo la vita del “Vorrebbero ma non possono, essendo degli Opossum che impararon a papparedella un est “latino” e ora son nel mio West di Tarantino. Ecco la rivoltella, bang, a terra(gno)”.

Sì, Django è tornato. Piantagrane, bombardieri e proprietari di piantagioni, non provate a scagionarvi di “zucchero di canna(ti)”, ecco, queste son le mie canne, fucilate eastwoodiane sparate a raffica.
Chi è quella? Tua moglie? A me non pare tanto figa, quindi le sparo.
Sì, è una che sparla solo come una pettegola. A te, invece, leccaculo e “braccio destro”, sarò mancino dei vostri “manici”. “Ammanicati” al mio “maccherone”, guarda come fuma bollente, dicesi pistolone contro te, mio “pistola”. Volevi recintarmi, ecco il cinturone, miei cinghialoni, io vi prendo a cinghiate.
Voleste arrestarmi per rendermi accigliato, io vi taglio.

Evviva Jim Morrison, mia origine mentale, che va da una Donna, le strappa anche il neo sulla terza natica dello “sgambetto”, e “inciampa” molto “involontariamente” nel Joker più ridente, “lì”, addentando-sbranando, abbranchiando!
Tutto tutto inchiappettando!

Sì, sono la Spanish Caravan dei Doors su spagnola “vaccara”. Allattami con quel seno, guarda come si “insinua”.
No, non voglio “inseminarti” né seminar il panico.
Ma “scimmiottare” con te.
Dai, dai, più forte.

Vai di cavallina, che c’importa delle varichine?
Questo è il “lavaggio” a 90 gradi.

Sono l’Uomo che unisce le mie baby a La Bamba.

E ballo, miei abbindolati.

Io boccerò voi e ora voglio altre “boccione”. Te, invece, “filerai” alla bocciofila. Sei palloso.

Io sono come Valens, non Ri(t)chie ma v’invalido.

Datemi del poveretto, basta che il “mio” sia provetto senza pompette, miei spompati.

Io faccio benzina, mettendo fire springsteeniano.

Datemi Katherine Heigl, la bionda, e diverrà rossa, datemi una rossa e arrosseremo.
Datemi quello e vedrà i sorci verdi.

Ecco, cosa significa farsi il culo. “Farvelo”.

Babbeoni, ecco il “babbo”. Ecco il regalo di Natale.
Ecco la “festività”.

Salutatemi quella “gran” megera di vostra madre.
Pare che, per salvarvi dall’ergastolo, stia battendo.

Non vi piaceva “sbattere?”.
Siete stati accontentati perfino da chi ha partorito la vostra demenza. Che sciagurata. Per rimborsare, deve “incassarli”.
Il loro padre, d’altronde, è sempre stato un puttaniere “affezionatissimo”

Più che Pinocchio, con questi qua, a cui faceva “pena” il mio genio, son stato un pene negli occhialuti miopi.

Buona vita a tutti.
Speriamo che il loro avvocato sappia difenderli alla grande, eviteranno forse la sedia elettrica, ma sotto i ponti dovran ripararsi dai tuoni.

Sì, l’unico Amleto sono io, non il “dottore della minchia” Marco Belelli, più comunemente conosciuto come divino Otelma.

Fra chi lo prende in culo, essendo Marco un gay della specie più cialtrona, preferisco Otello.

Ho detto tutto.
Io “zizzanio” da Iago.
E, da figo, inzucchero.
Perché, senza pagliaio, l’ago è il vostro rogo!

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Di nuovo in gioco (2012)
    Profetizzai che sarebbe stato un mezzo film.

    Clint è immortale in Walt Kowalski.

    Questo è un film falso, come il buonismo.

  2. Io sono leggenda (2007)
    Leggenda di che?

    Tu sei un Will Smith a cui te lo farò nero. Alì sono io!

  3. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)
    E ora m’incazzo come Kevin Costner.

    In questa storia, mi pare che si sia andato troppo oltre.

    Vero “caponi?”.

    E pagherete…

    Andremo a casa del criminale e sputerà anche l’anima del suo “mouse“.

    Visto, far le smorfiettine? Musino?

  4. A History of Violence (2005)
    Carina casa, “fratello”.
    L’hai comprata con altre violenze?

    Ti ricordi di me? O volevi ottenebrarmi da “dolcetto?”.

    Ti ricordi quand’eravamo piccoli?
    Te lo ricordi vero?

    Ecco, comincia a tremare.

Ultima Mezzanotte prima di fare il botto!


28 Nov

L’addome s’appiattisce, il cervello diluisce, qualcos’altro “smaltisce” mentre smalta

L’anomala(ttia) ipocondria-ca d’un Uomo che poteva essere il nuovo Re di Troia e sta “scomparendo” simil-Polaroid alla Massimo Troisi, di grande freddo polare, come il padre “fantascientifico” di Ritorno al futuro.
Un mio amico prova scongelarmi, l’ibernazione riscaldata provoca un “effetto serra” perché vorrei ancora barricarmi “al calduccio”, nella mia zona rintanata senza i “buchi dell’ozono” da donnaiolo qualunque per erogene zone “contaminatissime”, visto l’andazzo puttanesco delle odierne “amazzoni”.

Sì, da statuario “a stenti”, la fame si fa sentire, provo a “racimolare” me stesso, raggranellando il mio corpo prima che sparisca nella polvere. Forse, ci s(t)arà lo sparo in testa, deflagrazione alla purezza estinta di tinte sanguinanti su pareti imbrattate.

Spedisco i miei manoscritti ovunque, ogni volta che squilla il telefono, spero sia uno che possa darmi speranza. Un editore, un “buon” contatto, o una che, anche di “amanuense” raccomandazione dietro “Intimi” favoretti sessuali a spingerle dentro, possa darmi la spinta.

Lo slancio s’ammoscia, il “laccio” mi renderà un ramoscello, e penderò dalla trave in mezzo a questa società traviata e corrotta. Sì, urlerò “Adesso mi sono rotto, cosa volete da me? Mi son spaccato il culo, credo che mi spezzerò il collo!”.

Sì, in questo Mondo t’accoltellano se non “decolli” e, se presto non cogli, t’accusano d’averti (s)beccato in flagrante. L’altra sera ero a un bar. Entrò una signora con tre chili di trucco.
Le chiesi gentilmente se potevo “toccarla” per constatare se, nonostante le mie afflizioni castranti, ancor “tosto” è appetibile nello zucchero del suo “scappellar’” da falsa cappuccina della sua pelle “al caffè”. Sì, copre le rughe della senilità con un che d’”abbronzante”. A parte l’età e la sua tintura, se li porta bene. Cosa? I seni? Completamente rifatti. Eppur ci vorrebbe un “rifarsela”.
Mi diede della “fece”, esponendo davanti a tutti la sua nuziale “fede”, molto religiosa al marito cornificato peggio di Belzebù.

Mi cacciarono dal locale a calci in faccia, stuprando il mio desiderio “innocente” di volerle esserle “marmellata” di brioche.
“Catapultai” in mezzo alla strada, frequentata da balordi che attentarono, cupidi, a violentarmi pesantemente d’offese “carnali”. Fuggii alla disperata, gridando aiuto “Al lupo! Al lupo! Hanno la lupara! Sono dei mannari, vengono alle mani, questi animali!”.

Dalla padella alla brace, dai buoi alle mannaie, ecco. Girando l’angolo, scorsi una coppietta lesbica che aveva imbavagliato un ragazzino, obbligandolo a esser “rigido” cattivo tenente dinanzi alle loro tette slinguazzate. Tentai di liberarlo, ma caddi in tentazione nei riguardi, irriguardosi, della rossa, di nome Michelle. Afferrai la sua compagna, Chanel, bionda d’origini terrone nascoste nel nome eccitante francese, e la “imbragai” per “infilarle” un bacio “naturale”. Scivolai, nel frattempo, in una pozzanghera lì vicino e il ragazzino, intanto slegatosi dai nodi “marinareschi” (scoprii più tardi che viene pagato per questi “umilianti” giochetti, marinando la scuola), m’inveì contro d’altri insulti derisori: – Ah ah, sto venendo. Sei un omosessuale”.

Tornai a casa sano e salvo, “semicalvo” per il pericolo scagionato, mi sdraiai a letto. Dopo tre minuti di sonno “pesante”, fui svegliato dal Pinocchietto lì appostato sul comodino: – Dai, Falotico. Forza, non mentire. Hai voglia d’un femminile “grilletto”, s’è allungato il tuo “nasino” di “cartilagine” nelle mutande. Guarda qui che Pollicino, io direi polluzione!”.

Il burattino mi “scaraventò” a letto. Scoprii presto che non ce l’”aveva” di legno. Infatti, dopo dieci secondi, non tanto netti, ma da inetto, il “suo” si sbriciolò prima di “bruciare” come Mangiafoco.

Corsi in cucina, aprii la finestra e mi affacciai al balcone, svegliando tutto il vicinato: – Sono il Papa. Mio zio acquisito, Gigi, è come Sammarchi. Stessa andatura da cretino. Non è laureato, lavora tre ore al giorno come “bibliotecario” nella libreria del paese natio dei miei genitori. Ha sempre percepito più di mia madre, che è biologa. Secondo me l’”ha dato” al sindaco! Sappiatelo!

Ho sempre creduto alla morale cristiana, all’Eucarestia e alla Caritas, ma con me non sono stati tanto “cari”.
Mi trovo qui, solo “in pigiama”.
Quindi adesso, platealmente, mi sparo una sega sul terrazzo!

Dunque, con estrema indifferenza, dopo averlo “spiattellato”, il caramello, sulla faccia d’uno scemetto lì sotto, per caso, nel cortile, mi risbatto dentro. Lo scemo incassò lo “spermicida”, io nascondo l'”omicidio bianco”, ficcandomi in casetta.
E penso ai fessacchiotti. Il Mondo, perlopiù, ne è stracolmo.
Pieno zeppo di queste zecche ammorbanti. Ma il problema è genetico, anzi congenito alle “pedagogie” dei genitori, ossessionati, come da tradizione fortemente “metafisica”, alla potenza del maschio “topolino” e all’”agghindamento” della femmina, la zoccola.
Il maschio, sin dalla nascita appunto, vien sbirciato e all’occorenza “prepuzizzato” di circoncisione, come da discendenza egizia. Sì, affinché cresca “forte” di buon auspicio che il glande “fertilizzi” fottendo gli ebrei, “invaginandosi” senza complicazioni contraccettive da invaghimento che, senza profilattico, potrebbe “scioccarlo” anafilatticamente. Viene semiesportato affinché s’esponga “tutto”, così non avrà bisogno della palpatina “aromatizzante” prima del blowjob scoppiettante. Le donne, di “contraltrare”, stan al gioco. Le madri, premurose perché sviluppino seni avviluppanti, incitano infatti all’ingrossamento mammario per l’erezione peniana, penando se la figlia, entro il compimento dei suoi quindici anni, non ha ancora tonficato l’“alto” addome di grazia spermatozoica, come esige il passaparola di generazione in generazione del “Più fai sangue e più figli trucidi tramanderai nel verbo della lingua biforcuta”.
Sì, infatti si spaccian per religiosi. Il Sabato sera “tribalizzan” di (tim)balli, sganasciandosi nella forchetta d’una cenetta, poi nella porchetta di chi le infornerà di sandwich, il panino del “prosciuttino” tutto pienotto di “cotta”. Dopo tale “crocifissione”, di Domenica si sveglian tardi, tornan ai fornelli, rimembrando il membro del rude torello delle loro cavalcate da rodeo, quindi, dopo opportuna, nuova abbuffata, “digeriscono” schiantate in poltrona, sintonizzando di nuovo l’occhio su un marpioncino “in famiglia”, ben augurante per una pia, ripetitiva settimana lavorativa d’oneri “doverosi” salvo lo svago della “svaccata” del weekend.
Le donne, sì, son pallose, gli uomini di contro sono invidiosi, e rosicano di fegati “appallottolati” nei thriller più “fucilanti” da chi ha le palle e poi si sottomette da ragionierino dell’ano tutto “insaccato”.

E la vita di questi qua va.
Imborghesita ma “felice e contenta” come se Brad Pitt recitasse nel film Intervistarono il mio vampiro ma le mie belle svampite, disturbate dal mio volto troppo “affilato” di canino, non mi furon più cagne di vampate, e finii angioletto senza Jolie Angelina, intanto “concupita” dal “gel” d’uno più peloso di “cotonarla”.

Titolo impressionantemente “lungo” che però “la” dice tutta su questa razza animalesca del “bestione” che è l’uomo, inteso in senso primitivo.

No, non recedo. Mi massacreranno in cella d’isolamento ma io ribadirò: “Io m’isolo senza le vostre suole. Suore, voi siete solo delle sorcine e tu, che volevi picchiarmi, sarai trombato come quella suonata di tua sorella!”.

Evviva Socrates!

Sì, sono l’elogio della follia, come Erasmo da Rotterdam!
Anche se odio gli sceriffi di Nottingham.

Su questa stronzata, buonanotte! Anzi, Robin Hood, colui che toglie ai ricchi per dare ai poveri.
Ma aveva ragione Superfantozzi, se uno toglie ai ricchi per dare ai poveri, i poveri poi diventan ricchi, e tutto va a puttane un’altra volta.

Infatti, Merenda nel suo cognome sa che è Lucky. Il “suo”, sul picnic, spicca “solare” e sporca le porcelline da “lupetto” di macchioline sulle fragoline.
Ma rimane un attore di merda.

Finirei in “bellezza”. Una psichiatra prova ad “accerchiarmelo”, nel persuadermi che, così (non) facendo, perderò la stima di me stesso.

– Sì, Falotico, senza sesso poi laverai i cessi.
Per ottenere il sesso, ci vuole il successo.
Le ficcai il ciucciotto e, sotto camicia di “sforzo”, la implorai sin a “esplodere” in un “Accattalo!”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. La fattoria degli animali (1954)
  2. Animal Factory (2000)
  3. Anime fiammeggianti (1994)
  4. Sette anime (2008)
  5. Biancaneve e i sette nani (1937)
  6. Cuori in Atlantide (2001)
  7. I Goonies (1985)

“Silver Linings Playbook”, la Featurette


28 Nov

Premi su premi, recensioni quasi unanimi ad acclamarlo come capolavoro (o giù di lì), e ieri ha fatto incetta di candidature agli Indipendent Spirit Awards.

Sì, il cavallo da battere quest’anno agli Oscar, pare proprio il film di David O. Russell.

Allora, osserviamolo ancora una volta più da vicino, di dietro le quinte e interviste.

In attesa che esca quanto prima anche in Italia dopo, appunto, gli entusiasmi oltreoceano.

(Stefano Falotico)

 

 

Mezzanotte “sottovoce” dei pugili rancorosi: prima immagine da “Grudge Match”


27 Nov

Ecco, la Warner Bros sta tirando fuori dal cilindro dei film di “grossa” cilindrata. Da recinto, più che altro

L’ultima stronzata partorita dalle menti “geniali”, che lavorano di “capa-tosta” per questa major, sarà Grudge Match, pellicola che metterà assieme Rocky Balboa vs Jake LaMotta.

Stallone contro De Niro, per intenderci.

Le riprese son previste per Febbraio del prossimo anno.

Ma, a quanto pare, i due attori si son già incontrati.
Ed ecco che spunta la prima immagine ufficiosa.

Questo “capolavoro annunciato” ha “Oscar” che sbucan anche dalle orecchie.

Chi è quello sceneggiatore che ha concepito una roba simile?

Sanguina il Cinema “aureo” delle narici stanche.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Rocky (1976)
  2. Rocky Balboa (2006)
  3. Toro scatenato (1980)
  4. Match Point (2005)
  5. Cop Land (1997)
  6. Avventure sul tappeto volante (1995)
  7. Ultimo incontro (1951)

Mezzanotte e 0,001 secondo


26 Nov

“primo negativo, guardiamo al positivo, il male vien per nuocere tutto”, una play al Giorno toglie il tuo psichiatra di “torchio?”: I film dell’anno saranno…

… sentenza dogmatica, “(a)stigmatica” del Falotico addolorato eppur adorato, prossimo alla Beatificazione, a forza d’aspettar Beatrice ché “levi” l’ascesi…, soprattutto l’ascesso, via dalle palle, cessi!


– Stefano, mi sei sceso. Sei diventato uno scemo.
– Ah sì? Basta che “salga”, che m’importa della “cattedra(le)?”

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
    Tarantino realizza il sogno d’una intera esistenza. Unisce la sua antica passione per Sergio Leone, e la “rispolvera” fra le polveri del West a modo suo. Semi-Franconero, seminando gli avversari con un capolavoro che solleverà, appunto, un già classic polverone. Pistolettate, “saloonizzate”, gente appesa come salumi, stronzate, DiCaprio con la coda “caprina”. Ku Klux Klan, gente che si prende per il culo, vendette, tribalità, Clint Eastwood che, di cameo, spunterà e urlerà: – Che roba è? Ridatemi gli spaghetti! Manca il peperoncino a questa salsa!
  2. Zero Dark Thirty (2012)
    Kathryn Bigelow è innanzitutto una figa suprema. L’unica che ha superato la menopausa, riuscendo nellatitanic-a impresa d’essere una cinquantenne (60?) molto più sveglia di quel furbacchione dell’ex marito, Cameron James. Uno a cui va la mia stretta di mano per esserle stato “avatar”, “affogando” nel suo “point break”.
    La milf è più attizzabile di tante ochette dei college. Anche perché possiede una mente azionistica, che spara mitragliante con dei contundenti da “lupa”, dunque “condendo” su thrilleroni rosso cremisi come Jessica Chastain, una che “raderei” al suolo. Mi denuncerà per “terrorismo” da “integralista”, ma i suoi capezzoli son come le Torri Gemelle. Il kamikaze ci sta.
    Costi anche lo stalking.Joel Edgerton prenderà le sue difese, asserragliandomi in casa. Assieme ad altri marines, proverà ad abbattere il mio “bunker”. Sfonderanno la porta ma li “disarmerò” con la mia risata innocua “a salve”: – Volevo solo sfondarla, tutto questo bombardamento per una bombata?Joel riderà di gusto e anzi inciterà maggiormente da caporale:
    – Hai fatto bene Stefano. Comunque, non siamo qui per incriminarti di volerti fare Jessica. Anche perché noi ce la siam già fatta. Quindi, questo problema mi par ovvio. Noi maschi abbiam fatto due anni di militare a Cuneo, vero? Ogni fulva merita la volpe.
    Siamo qui perché c’è arrivata una segnalazione. Hai minacciato il suicidio. Dovevamo salvare il nostro soldato Ryan.
    Sicuro di sentirti bene?
    – No, voglio Jessica.
    – Ok, provvediamo subito. Componete il suo numero di cellulare (intanto, mi confida alle orecchie che ha messo però su un po’ di cellulite). C’è un uccello spompato. Va rimpolpato.- Pronto?
    – Sei tu, Jessica?
    – Sì, vuoi scoparmi?
    – No, non tocca a me. Vieni a casa del Dr. Falotico, quanto prima. La situazione è tragica.
    – Sì, agli ordini, Joel. Ma è carino?
    – A me pare un bell’Uomo. “Toccherà” a te “constatarlo” di persona. Una tastatina, nulla di che.
    Poi sarai libera per il prossimo film di Malick, La falsa metafisica d’una con un fisico da thin red line.

    Se avete letto, fin qui, e avete leggiucchiato la trama di questo film, dovreste aver capito tutto.

    Rappresento la legge di Murphy, “Se qualcosa può andar male, lo farà”. Appunto, mica tanto…

    Ma sono autoironico e beffardo alla De Niro da Oscar. E la butto a ridere, anche se vorrei sbatterla a letto, similTonino Accolla di risata inconfondibile alla Eddie…

    It’s Showtime!

  3. Being Flynn (2012)
    Storia vera
    ,sì anche un po’ lynchiana. Può Paul Weitz prendere una novella sui barboni e ricavarne un film?
    Sì, another bullshit night in suck city. Nick Flynn diventa, appunto il titolo alla essere-non essere.Il libro, praticamente introvabile (all’uscita del film, le librerie però, ci scommetto, se ne ripopoleranno), fu uno dei miei regalini di due anni fa. Lo trovai dopo girovagare per tutta Bologna. Spesi circa mille Euro di benzina, solo per un “deca” del prezzo. Lo rinvenni in una botteghella, ove il padrone era un simil cinese dei Gremlins. All’epoca, svolsi “servizio” sottopagato, ipersfruttato in Pinacoteca, ove stavo seduto per ricevere circa 20 Euro per quattro ore di lavoro. Roba da finire come De Niro di questo film.
    Le agenzie giustificarono, dicendomi che non avevano di meglio per un genio della letteratura senza credenziali:
    – Ora, i suoi romanzi sono dei capolavori, ma non ha la Laurea. Quindi, o la sbattiamo in magazzino o a far il manichino ai “Grandi magazzini”.
    Saltai alla gola di tal fetente “referente”, fui deferito “infernalmente” e, dopo i “forzati”, obbligato a sforzarmi per non suicidarmi.Sì, questo libro, che leggiucchiai appunto mentre da “guardiano” guardavo i quadri, con indole “guardona” per le migliori Botticelli del “turismo” straniero, mi fu illuminante.
    Mi riconobbi subito nel Bob.Un genio paragonabile a Mark Twain, le cui circumstances l’hanno bloccato nella stanzetta.
    Neppure il figlio crede all’incredibile viaggio psichico di uno che si scopò Julianne Moore e ora è “murato vivo” e vorrebbe solo appendere al muro chi gli ha fatto perdere tutto.

    Si rimbocca le maniche, fa due conti (in tasca no…), e ritorna a scrivere, incontrando il figlio che, come abbiamo visto, l’ha (s)fottuto. Il figlio è un assistente sociale per i senzatetto. Gli homeless, quelli a cui preparano solo leomelette. E vengon trattati da “ominetti” perché, sotto il caminetto, non hanno una da riscaldare di tette.
    Il figlio comincia a commuoversi, e lo provoca perché si dia una mossa.
    Padre e figlio litigano, Jonathan (De Niro) “spara” a freddo, ipercongelato, “ficcando” altri colpi (ficcanti sessualmente no…), altri libri che nessuno leggerà, perché li riterranno solo freddure d’uno che (non) si scalda tanto.
    Invero, De Niro vorrebbe solo esser di nuovo rosso nelle lentiggini di Julianne.
    Invece, beve l’amaro Giuliani. Per digerire il fatto evidente (per il lettore e anche per lo spettatore, vedrete…) che, in effetti, è davvero un genio. Ma gli altri personaggi del film, come avviene nella vita “reale”, non lo sanno e non gli danno retta. E lui finirà solo che più inculato da “coglione”.

    L’importante è che lo sappia Falotico…

    Stenderei un velo (im)pietoso su gente penosa che, leggendo la mia prima opera, mi trattò a pesci in faccia e mi urlò: – Ah, allora, sei doppiamente scemo. Un genio che finge di essere depresso.
    Vai a dar via il culo! Ti strappiamo le palle. E pure le pagine.

    Siamo entrati in causa con tal malfamati, ora si son rinchiusi in casa per la vergogna.

    Vedi, a fare gli idioti da circo? Finiscono poi nelle stanze della stalla della loro testolina da bimbetti.
    E dire che s’eran messi in mezzo pure i genitori, gente molto “colta” e “cresciuta”.

  4. Jimmy Bobo – Bullet to the Head (2012)
    Ecco, si ficcassero in testa questo: sono come Stallone, prima o poi torno grande.
    E sono botte! Da guerriero della Notte!
  5. Flight (2012)
    Anni fa, incontrai una grassona fanatica di Denzel Washington.
    Le ero affezionato, anche perché Denzel a me piace. Un’affinità “erettiva” che se ne frega del razzismo.
    Le donne sono false. Non si sposerebbero, almeno qui in Italia, mai con un “nigger” ma, quando vedono il Washington al cinema, perdono la testa e, a bassa voce, pronunciano: – Se fossi mio, ti perdonerei tutto. Bruciamela come Nerone! Sono la tua bomba atomica d’Hiroshima!Come andò a finire con la grassona? Il “mio” non volò, ma la feci nera.
  6. Cloud Atlas (2012)
    Dicesi superstronzatona colossale di cast stellare.
    Tom Hanks rappresenta il grande attore che fa spesso la parte del fesso.
    Halle Berry rasenta il massimo, vero maialini?
    Come dico io, la mulatta allatta.
    Per il resto, mi sembra un “filmone” per quelli da latte.
  7. Killing Season (2013)
    Travolta ce l’ha con De Niro, che se ne vorrebbe solo stare in mezzo ai monti, dopo aver quasi lasciato le penne in guerra. Travolta ha un conto in sospeso col Bob.
    Si spaccia per amico ma se lo inimica subito.Ora, ve lo vedete il Bob, a quasi settant’anni, correre per gli Appalachi col fucilone in mano?
    Io sì.
    Per questo mi distinguo. Sfodero la cartuccia quando tutti pensano che non li colpirò.
    E fanno le giravolte come John, non capendo un cazzo del “loro” trivellato.Travolta: – Signor Falotico, l’ho scoperto. Lei fa il tonto di “richiamo della foresta” per non andare in guerra.
    Falotico: – Guarda che la guerra è finita. Posso leggere in santa Pace di Cristo questo “tomo” (in testa) di Marx, adesso?
    Travolta: – Cosa vuoi fare, il Rambo di turno?
    Falotico: – No, pensavo a un altro mercenarioChuck Norris. Un rombo di tuono nel tuo culo, razza di panzone!

 

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