Archive for August, 2018

È crollato e scomparso anche il canale YouTube dell’ex Weinstein Company, tutto scomparirà, siamo abbaglianti fiori che bruciano, incenerendo, ma siamo stati intoccabili


31 Aug

WeinsteinLogo

Sì, che disdetta. Il ciclopico scandalo sessuale di Harvey Weinstein ha arso di netto un archivio pregiatissimo che durava da anni, e annoverava nel suo “carnettrailer e clip inestimabili, originalissime, storiche, come si fosse incendiata la Biblioteca Reale di Assurbanipal, detta di Babilonia, come se stessimo leggendo le ultime pagine de Il nome della rosa. E, trasfigurati nel volto pietrificato di Sean Connery nell’omonimo film di Annaud, dinanzi a tale sfacelo, fossimo stati trafitti da una tristezza incommensurabile. Tutto il materiale è andato perduto. Per fortuna che altri canali, come Movieclips e affini, hanno tutto salvato. Ma vuoi mettere l’incantevole bellezza del filmato teaser di The Hateful Eight, l’inedito Hands of Stone con De Niro, paragonati allo squallido HD di trailer semplicemente copia-incollati e riciclati?

Sì, se digitate Weinstein Company nella ricerca sul Tubo, il canale ufficiale non vi è più. Mai più sarà ripristinato. Uno scempio. E piango di dolore, anche perché ciò ha rovinato molti miei post sui miei siti, che ora dovrò correggere, rimpiazzando i video non più disponibili con i fac-simile. Sì, facsimile, anche senza lineetta, ha solo la forma singolare, miei uomini a me non tanto simili. Ma avrò la pazienza amanuense di aggiustare tutti i miei database? No, non mi va, ne metterò a posto solo qualcheduno.

Sì, ciò m’induce ancora una volta a pensare che tutto il patrimonio della nostra umanità, prima o poi, in un’ecatombe apocalittica, sarà sepolto dalle macerie di quel che diverrà, ahinoi, soltanto un nostalgico ricordo, peraltro per i sopravvissuti, perché gli altri già trapassati saranno. E dunque, essendo io abbastanza ateo, non credo che tali eterni irredenti potranno nemmeno rammemorare le loro lacrime nella pioggia come Rutger Hauer di Blade Runner.

Oggi ci siamo, domani non più. Carpite l’attimo finché non v’intuberanno perché sarete già ridotti alla fine. E sdraiati sul lettino vi commuoverete, sapendo che, comunque sia andata, abbiamo combattuto per i nostri ideali, in un mondo di predatori, di cinici sfruttatori, di arrivisti che ti lasciano affogare.

E non mi stupisco che il grande Brian De Palma voglia preparare un film su Weinstein. Un uomo che ha enormemente sbagliato, a differenza di me, ovvio, ma a cui va accordato un perdono cristiano.

di Stefano Falotico

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Scena magnifica, da brividi

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Secondo me, Lady Gaga è bellissima


31 Aug

Due foto del video, a 0:01 e a 1:04, sembrano uguali, invece il taglio è leggerissimamente diverso.

Sì, un maschiaccio, o meglio una faccia da uomo. Da transessuale.

Ma stupenda proprio per questo. In abito bianchissimo, unghie di avorio, un seno vertiginoso esposto in una scollatura abbondante, delicatamente languida. Platinata.

Che figa. Peccaminosa, conturbante, sgarrupata, stupenda, sbilenca, storta, con delle gambe colossali. E tatuaggi in zone strategiche.

Tenetemi fermo sennò mi prende un collasso. Sto (s)venendo. Sì, a me piacciono da impazzire le donne strane, atipiche, con gli sguardi trasgressivi, sofferenti, quasi da streghe.

Ne vado matto. E Lady Gaga è secondo me una delle donne più belle e fascinose del mondo. Prendete voi le modelle siliconate, perfette, palestrate, con le facce inespressive.

Questa è un fuoco, una furia. E adesso dovrò fumare cinque sigarette per calmarmi dallo shock.Lady+Gaga+Star+Born+Photocall+75th+Venice+zebzhCWzwY9l

First Man e la serie The First con Penn sono la dimostrazione che l’uomo che vola “alto” si è rotto il cazzo dei piccolo borghesi


30 Aug

Rosemary

Sì, stamattina, ero in macchina e in radio passava ancora la canzone di Noemi di qualche anno fa, Vuoto a perdere, una delle più grandi cagate che una donna possa partorire nella sua vita.

Una che alla terza, forse quarta, anche quinta strofa inserisce il termine cellulite. Una delle fisse delle donne assieme al ciclo. Sì, le donne sono ossessionate dalla cellulite. Ecco che allora fanno pilates, si tonificano e comprano cremine rassodanti. Sperando di piacere di più a un tipo alla Sean Penn, abbastanza tosto, che userà con loro “pura” crema di uccello.

Sì, sono cinico all’ennesima potenza. E queste cantanti da De Filippi non le sopporto più. Già il mondo è una merda di suo, ci mancano anche le lagnose frustratissime.

E la dovremmo smettere anche con Laura Pausini, con la sua melensaggine da reietta, con Elisa e le sue tristezze da adolescente che ha superato i quarant’anni. Sì, la Pausini, uno dei grandi misteri di Fatima. Una donna che, nonostante si curi, io spedirei in cura. Sì, per una bella lobotomia frontale

Io canto… sì, lei, piena di miliardi canta fra i ruscelli, così come faceva Riccardo Cocciante, un uomo scocciante.

 

– Stefano, ma tu credi all’amore?

– Sì, ogni sera, prima di andare a letto, canto con Fausto Leali, Io amo! Non lo sapevi?

 

Ma vedete d’anna a fanculo, con la vostra retorica catto-borghese, i vostri lamenti, il vostro LAVORO, che vi ha solo ingrigito, inaridito, spento.

 

 

Spero finisca l’estate, questi vicini di casa hanno rotto le palle

Sì, con l’avvento dell’estate, cioè da fine Giugno a Settembre inoltrato, i vecchi condomini del mio palazzo si appostano sotto al portone dello stabile. Vi garantisco che è una rottura di coglioni tremenda.

Sì, dalle 18 di sera a mezzanotte piena, questi qua, arzilli marpioni e signore altezzose e pettegole, stanno sotto casa. E spiano ogni movimento. Così, sanno benissimo quando esci e rincasi. Se malauguratamente inciampi, cercano di trattenere le risate ma mal dissimulano la presa per il culo plateale. Poi, lo sapete, non tutti i giorni sono uguali. Semmai, sei in serata no, hai la faccia incazzata e pure incazzosa, hai insomma i cazzi tuoi per la testa. E loro scrutano. Manco fossero la congrega di rincoglioniti del finale di Rosemary’s Baby.

Peraltro, non stanno proprio sotto al portone. Ma si posizionano in una zona strategica, semi-laterale, per avere la visuale completa e panoramica di tutta la proprietà privata. Per scrutare meglio e far zizzania.

E via di maldicenze a tutt’andare.

Fortunatamente, non rientro mai accompagnato da una prostituta, altrimenti lo direbbero all’amministratore. Che poi non è vero. Vi ho già parlato di Cuomo, quello del terzo piano. Un essere schifosissimo, un mariuolo irredento che, un mese sì e uno no, si becca gli arresti domiciliari. Combina sempre malefatte, sì, un mezzo gangster. Nel mese libero, praticamente ogni sera si fa accompagnare da un mignottone diverso. Ma i vicini lo conoscono, non ci danno peso. Anzi, quello del primo piano, il signor Rosselli, ogni volta che Cuomo rincasa con tali “gentili signore”, gli sussurra:

– Be’, stasera vai alla grande, ragazzo. Ieri, ti eri scelto un cesso, una rachitica con le gambe storte, stasera devo dire che la passerona c’è tutta…, complimenti.

– Signor Rosselli, la signorina al mio fianco accetta anche i triangoli. Che ne dice di salire assieme a noi?

– Be’, si può fare. Mia moglie tanto dorme, dopo aver ascoltato Loredana Bertè.

 

Mamma mia… quel terzo piano lì dev’essere un covo di viziosità.

Ah ah.

Tanto per smentire invece Salvini, c’è invece un nero simpaticissimo nel mio palazzo. Anche lui, come me, è spesso solo come un cane. E ogni giorno mette su Is This Love del Bob Marley.

Anche se io gli dico che la canzone più bella di Bob è Could You Be Loved.

 

First Man. La storia di uno che, annoiato, decise di cantare con Domenico Modugno… nel blu dipinto di blu. E pensò: finalmente ’sta Claire Foy finisce per un po’ di scassa’ u caz’.

 

di Stefano Falotico

Scrivere un libro, che sia anche una monografia su Carpenter, è un’impresa allucinante, la mia recensione di Quei bravi ragazzi docet


29 Aug

Ray Liotta Bracco

Sì, da quando oramai anni fa mi son imbarcato e avventurato nelle mie creazioni letterarie, ho fuso…

Scrivere un libro, secondo me, non è poi così tanto difficile. Qualsiasi persona dotata di una media istruzione ne sarebbe capace. È che i più sono pigri e assorbiti da altri interessi. Così, svogliati, trascurano la parte loro artistica. Chiunque di noi è un artista. O, perlomeno, se anche a ottant’anni estrai dal cilindro della tua anima una creazione, significa che sostanzialmente artista lo sei sempre stato. Ma probabilmente le esigenze della vita te l’avevano impedito, ti eri arenato nel più piatto adattamento, e ti eri castigato, rinunciando ai tuoi innati sogni. Sì, comunque sia, se anche a ottant’anni scrivi un libro o ti dai alla fotografia, significa che prima o poi questa passione, questa tua inclinazione doveva saltar fuori. Era stata semplicemente taciuta dalla tua falsa coscienza che l’aveva tristemente rinnegata per svariate ragioni. O per paure, per il timore di apparire ridicolo agli occhi degli altri, oppure perché non avevi ancora avuto la forza e il coraggio di rivelare il tuo talento. Bello, apprezzato, brutto che sia o fosse. O che venga affossato. È già un atto, secondo me, altamente stimabile fare Arte o cercare di farla. Un’esternazione dell’espressione della tua anima, che può perfino non piacere, disgustare, essere derisa o respinta, ma è nonostante tutto una volontà di potenza tutt’atro che trascurabile, sprigionata delle viscere del nostro personale sentire.

L’Arte, infatti, è sentire e tentare di esprimere il nostro io. Articolandolo a sua volta, appunto, in varie forme espressive. Che possono essere la Letteratura, il Cinema, la Musica, la pittura e la scultura. Addirittura un selfie, se ben ponderato e ottimamente pensato e congegnato, può essere Arte.

Ecco, da tempo ho trovato un fidatissimo correttore di bozze infallibile. Un uomo disumano. Che possiede una velocità di lettura impressionante e al quale non sfugge, come si suol dire, neppure una virgola.

Un mese fa, circa, gli ho consegnato la bozza del mio libro su Carpenter, che trovate già in Kindle ed eBook, e presto sarà in pregiato cartaceo, e lui ha dimostrato una sveltezza da lasciarmi ancora una volta basito.

Ecco, va ammesso, parte del merito di questa sua repentina efficienza, va anche al sottoscritto. Che gli ha dato in mano un testo di quasi 140 pagine con soltanto una ventina di refusi abbastanza microscopici e irrilevanti.

Carente soltanto di qualche termine che, per via della fretta cattiva consigliera, era stato scritto imprecisamente. Un testo avente solo qualche anacoluto cacofonico e qualche inesattezza presto correggibile.

Ma il mio correttore di bozze, ripeto, ha un occhio clinico che fa invidia a una lince. E posso assicurarvi, permettetemi in questo di vantarmi di tal sofisticato pregio importantissimo, che nessun mio libro, anche il più astruso e fantasiosamente bizzarro, ridondante, barocco e dalla prosa complicatissima, non presenta nessun refuso. Se me ne trovate qualcuno, vi faccio santi e mi recherò ogni fine settimana a pregare la Madonna Incoronata di Foggia. Ah ah.

Ciò per dire che quando si fanno le cose bisogna farle bene. E non peccare mai di superficialità ed essere sciatti. Un libro non dev’essere, dunque, tirato via. Ogni singola parola va scrupolosamente passata al setaccio, bisogna rileggere la frase più e più volte, ostinatamente, e non lasciarsi travolgere dalla voglia di pubblicarlo subito. Sì, ciò può spazientire e portare vicino alla follia ma, una volta che tutto sarà meticolosamente a posto, ne andrete fieri, gioirete e probabilmente acquisterete maggiore autostima.

Ora, poche ore fa è stata pubblicata, su un sito di Cinema per cui collaboro, la mia recensione di Quei bravi ragazzi. Che peraltro potete trovare anche su FilmTv.it.

Una recensione che era stata pianificata. No! Io ero stato assai accorto nello scriverla ma andava ancora editata. Per ripulirla da alcune imprecisioni. Invece, il mio caporedattore è andato in vacanza e ha deciso di chiuderla immediatamente. Bisognava aspettare. Andava riletta con più attenzione.

Perché, ahimè, non era certamente impeccabile.

A un certo punto, essendo io uno che usa spesso i superlativi, ho scritto malfattissimo. Ma non volevo dire quartiere malfattissimo, bensì molto malfamato. E inoltre, se proprio avessi voluto usare questo superlativo un po’ campato per aria, avrei dovuto scrivere malfamatissimo.

Anche se, invero, il quartiere ove crebbe Henry Hill non è che fosse fatto benissimo. Ah ah. Un quartiere un po’ alla buona, diciamo, va’. Malavitoso, degradato, con gente che strillava da mattina a sera.

Poi, ho scritto… rinverrà e tre parole dopo verrà. Eh no.

Oppure incastrato sempre nella stessa frase. Fa schifo al cazzo.

E un altro paio, forse di più, di cazzatelle.

 

Sì, sono un uomo raffinato. Anche se talvolta eccedo e mi lascio andare.

Ad esempio, l’altra sera, dopo una lunga conversazione con una donna, una conversazione molto delicata, sensibilissima e introspettiva, all’apoteosi del mio crescente fremito erotico devastante, le ho scritto:

Ok, è stata una chiacchierata magnifica. Adesso mi dici che devi andare a letto. Spero che nei prossimi giorni potrò venire… a letto con te, figona immensa.

 

Bannato.

 

In realtà non venni… bannato per questo motivo. Qualsiasi donna non ipocrita, se un uomo le dice che è una gran figa, sul momento può anche incazzarsi per l’apprezzamento un po’ rude e irruento, ma dentro di lei le fa molto piacere. Una donna vuole essere ammirata. Fidatevi, se una donna vi dice che se l’è presa perché lei hai detto che è una gran figa, è perché non è interessata a voi. Se invece le piacete, ridacchierà, inizialmente farà la sostenuta ma poi ve la darà. Ah ah.

Fui bannato perché, contemporaneamente, lo scrissi ad altre sue amiche più fighe di lei.

E lei se n’accorse.

Al che, come Lorraine Bracco di Goodfellas, m’ingiuriò pesantemente:

– Sei un depravato, un maiale, uno come te non lo voglio vedere neppure in cartolina.

– Ma scusa. Tu sei molto figa ma anche le tue amiche non scherzano. Io amo la sincerità.

 

E giù di altre offese immonde.

 

Sì, l’Arte mi fa impazzire, il Cinema anche te ma le donne mi piacciono ancora di più. Quasi tutte, senz’eccezione alcuna, come si suol dire.

Che poi praticamente finisca sempre in bianco e lo prenda in culo è un altro discorso. Un capitolo a parte.

 

Questa è la vita. Spesso non ha niente a che vedere con l’Arte, ch’è sublimazione poetica ed elevazione metafisica. Se le due cose si sposano, ne viene… un figlio? No, una figata.

È così. Adesso vado a mangiare un hamburger.

 

Amici, non spargete la voce in giro. State bazzicando la mafia, ultimamente.

Vedete di fottervi.

 

 

di Stefano Falotico

A Star is Born: che voce, la mia, che recita il bellissimo incipit del mio John Carpenter


29 Aug

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Stefano Falotico, Eretico e Corsaro


28 Aug

Intoccabili

In realtà lo schema delle crisi giovanili è sempre identico: si ricostruisce a ogni generazione. I ragazzi e i giovani sono in generale degli esseri adorabili, pieni di quella sostanza vergine dell’uomo che è la speranza, la buona volontà: mentre gli adulti sono in generale degli imbecilli, resi vili e ipocriti (alienati) dalle istituzioni sociali, in cui crescendo, sono venuti a poco a poco incastrandosi. Mi esprimo un po’ coloritamente, lo so: ma purtroppo il giudizio che si può dare di una società come la nostra, è, più o meno coloritamente, questo. Voi giovani avete un unico dovere: quello di razionalizzare il senso di imbecillità che vi dànno i grandi, con le loro solenni Ipocrisie, le loro decrepite e faziose Istituzioni. Purtroppo invece l’enorme maggioranza di voi finisce col capitolare, appena l’ingranaggio delle necessità economiche l’incastra, lo fa suo, l’aliena. A tutto ciò si sfugge solo attraverso una esercitazione puntigliosa e implacabile dell’intelligenza, dello spirito critico. Altro non saprei consigliare ai giovani. E sarebbe una ben noiosa litania, la mia
.

 

(Pier Paolo Pasolini)

 

Bisogna aggiungere altro, se non due scene memorabili?

Ah, io sono sempre bello, soprattutto nell’anima. Siete voi che vi vedo sul moscio. E non nascondetevi dietro questa chiacchiera del lavoro. Sì, appena cerchi empatia, contatto umano, e hai voglia di far due chiacchiere, anche perché in fondo la tanto decantata vita vera altri non è che una dolce e romantica chiacchiera, trovi una che ti risponde:

 

– Scusa, Stefano. Adesso sono incasinata.

– Non hai dieci minuti? Avevo voglia di confidarti i miei sentimenti.

– Me ne parli un’altra volta. Adesso ho dei casini.

 

Eh sì, c’è sempre un casino, ove la matrona è la regina. Accampa la scusa che deve lavorare quando, invero, io vi dico che si smalta le unghie per un uomo meno complicato del sottoscritto, ché nel bordello mai metterò piede. Un uomo animalesco, più stronzo di me, invece la soddisferà e dunque la lascerà insoddisfatta perché senza sentimento vi è solo uno squallido “imbrattamento”.

Sì, io lavorai, mi arrangio, faccio e disfo, sono inattendibile eppur, miei questuanti, che venite sempre a chiedere dei cazzi miei, ho poche cose da nascondere, se non due tre Blu-ray abbastanza “spinti”. Ma mi pare un peccato veniale. Sì, a volte servono, quando la malinconia ti assale e non c’è niente di male in una scopata virtuale. Sono molte delle scopate reali che sono davvero tacciabili di colpa pestilenziale. Donne ninfomani che vi prosciugheranno nel vostro aroma… sì, l’aroma dell’uomo che credeva nei sogni e ora, abietto, involgaritosi nel porcume e porcile, sa solo pensare a come far soldi per fregare il prossimo, ricattandolo, abusando delle innocenze giovanili e attentando alle verginità ingenue di ninfe plebee.

Ah, vi conosco, eh.

Me non mi fregate più.

Sono o non sono uomo di mondo?

Non lo so.

Scusate, ora devo dire no alla copertina del cartaceo del mio libro su Carpenter. Praticamente era perfetta ma i font sulla costa erano leggermente inesatti.

Sono un uomo Gothic Regular e come tale esigo il goticismo delle mie gote.

E su questa stronzata sparisco, per riapparire quando meno ve l’aspettate.

Zac. Ancora ve l’ho piazzato… su Amazon c’è già in Kindle.

 

Sono l’uomo da colpo di scena inaspettato, che nel frattempo crea attorno a sé un’enorme suspense, e poi si congeda nel firmamento dei ricordi grandiosi.

 

Non mi sono mai ripreso dallo shock di vedere Padre Bobby alla sbarra che mentiva, per salvare John e Tommy. Non depose solo per loro, depose contro il riformatorio Wilkinson e per tutto il male che vi aveva regnato troppo a lungo. Ma mi dispiaceva che avesse dovuto farlo.

Non so voi, mi sembrate sempre così tranquilli. Io, alle volte, ho paura. Paura che possa succedere qualcosa di brutto alle persone a cui voglio bene. I miei genitori ecco che escono a sera inoltrata, ma non so se rientreranno a casa. E finché non chiudono la porta ho l’assillo che, non essendo più fisicamente forti come a vent’anni, qualche mal intenzionato possa aggredirli. Oppure che a mio padre pigli un malore. E che mia madre inciampi nel viottolo e possa franare sul selciato, rompendosi la testa. Non ha più i riflessi di un tempo.

Un giorno moriremo tutti. È ciò che molti si dimenticano. E cancellano ogni cosa, bruciano i momenti passati assieme.

Quindi, cari “adulti” tromboni, finitela di giudicare le nostre vite, ché hanno una vita davanti. Si sbaglia, si azzecca la mossa giusta, si soffre e si gioisce.

La vita non è un’equazione, non è un teorema, non è un giochino.

Non so se questo mio scritto sia poesia o sia una scemenza, io credo sia poesia.

Adesso, dopo che vi ho commosso, devo fumare una sigaretta. Eh, lo so, sono arrivato a tre pacchetti al giorno. Ma le ansie crescono ed è giusto che sia così. Il mondo tranquillamente bugiardo non mi è mai piaciuto, e lo combatterò sempre. Pensando, riflettendo, ponderando, non esprimendo e lanciando mai giudizi avventati. Quello che invece molti di voi non fanno, quasi mai. Sentenziando con prosopopea e lardosa supponenza.

Ok, adesso cazzeggio.

 

di Stefano Falotico

Raramente, anzi mai, imparo come si sta al mondo: Pippo Inzaghi è una pippa, c.v.d., e una lunga riflessione sugli attori e su questo decantato, patetico amore


27 Aug
SCARFACE, Al Pacino, 1983

SCARFACE, Al Pacino, 1983

Sì, nonostante in tantissimi abbiano tentato d’impartirmi regole comportamentali atte a imborghesirmi, e dunque a intristirmi, per adattarmi alla frivola mercanzia impiegatizia di massa, come Spartacus spacco sempre le catene dell’imbecillità e della mediocre adempienza alla collettiva scemenza. Vivendo perennemente a modo mio, oggi con far altero e duro da Jon Bernthal di The Punisher, domani da amante di Dario Argento prima maniera. Chiudendomi nel mio loculo e assistendo dalla mia finestra al cimitero ambulante di questa società sempre più edonisticamente sciocchina.

E mentre voi vi funestate in patemi d’animo, e mi complimento coi vostri fegati, davvero tosti, io mi allieto con canzoni maledette, planando nel cielo delle vostre ansie per invogliarvi a qualcosa di piccante e dunque peccante. Sì, peccate pure, non abbiate alcuna remora e mostratevi nella nudità della vostra eterna fanciullezza, rinunciando alle vetustà delle vostre anime impigrite nell’adattamento più bieco, mentitore delle vostre istintive, innate pulsioni. Datevi di tutto cuore e voi, donne, datemele di gran ardore.

Come volevasi dimostrare, Inzaghi è un pippone…

Sì, dopo due partite di campionato, il Bologna ha totalizzato soltanto un punticino, segnando la bellezza di zero goal. Accontentandosi di un pareggino nelle scorse ore contro il Frosinone! Ecco, questa squadra blasonata, che un tempo faceva tremare il mondo, ora si è ridotta a chiedere la carità alle neo promosse.

Io in tempi non sospetti (e vi basta ripassare i miei scritti) dissi che Filippo, detto Pippo, Inzaghi ci avrebbe trascinato dritti in serie B. Sì, è l’uomo troppo magro di cui diffidava Giulio Cesare. Un uomo troppo donnaiolo per essere un allenatore “spirituale” alla Mazzone, incapace d’infondere ai giocatori il piacere vero del sudore, della passione, del furore! Uomo berlusconiano che, appunto, militava nel Milan scudettato, che si circondava di zoccole che non usavano bene il sapone! E dunque io dissi che un uomo così non può essere un trascinatore, perché è troppo pieno di sé. E nei suoi occhi vi è smodato, arrogante osé.

I falli, no, i fatti mi stan dando ragione. E stiamo assistendo, noi tifosi felsinei, a un orrore. Una difesa tenuta su con l’Attack, un centrocampo inesistente, un attacco fantasmatico.

L’altro giorno, ho beccato perfino Blerim Džemaili vicino alla moschea delle mie parti. Sì, nella mia zona, da anni hanno elevato una moschea e, ogni venerdì all’ora di pranzo, tutti i musulmani si riuniscono a pregare. Quand’è che inizia pure l’ambaradan? Ah no, scusate il Ramadan? Ah, capisco, ogni anno cambia in base alla luna crescente di Maometto che non sa se andare alla montagna o sui colli bolognesi. Sì, per tutto l’arco del Ramadan, i musulmani si tappano in casa, hanno il coprifuoco, manco se in giro ci fosse Dracula. I musulmani, si sa, non mangiano carne di maiale. Nella mia vita, ho visto cose da La cosa.

Sì, vidi un arabo parlare in greco antico, che per sbaglio azzannò un hamburger che lui pensava essere carne di pesce. E allora, distrutto dal suo gesto offensivo nei confronti di Ali Babà, no, Allah, emise un gemito gutturale come De Niro nel finale di Cape Fear, quando parla tutte le lingue di Babele, quindi si sbudellò simil Udo Kier di Cigarette Burns, estrasse il corpo del reato, e urlò: – Porco Dio, non mi fotti suino! Io mi reincarnerò in un babbuino ma non sarò condannato alla maledizione per aver mangiato questo bocconcino.

Sì, DZEMAILO che, da quando non sta più con quella super gnocca mai vista dell’ex moglie, si è spompato (e dire che doveva essere il contrario perché m’immagino quanto si facesse spompinare…), è di origini albanesi. E quindi può darsi che sia di questa religione tanto odiata da Salvini.

Il signor Blerim che, detta fra noi, indossava una tuta da metalmeccanico dell’osteria numero uno…, la dovrebbe finire di pregare il suo dio e pensare a giocare. E non fallire reti clamorose. Ce la possiamo dire? È un bidone!

E adesso vado a buttare la spazzatura.

 

Attori si nasce e io modestamente lo nacqui

Sì, Federico Frusciante è intervenuto sul mio post che ha incensato McConaughey. Sacramentando che invece, a suo avviso, nonostante le sue recenti, lodevolissime prove, Matthew rimane un mezzo deficiente.

Ciò fu causa di discordia nei suoi riguardi e gli consigliai di riguardare True Detective. Ma Frusciantone mi redarguì, sostenendo che un attore è sempre bravo se diretto da un grande regista. Al che, si è scatenata una discussione cinefila. E lui ha asserito che soltanto una decina di attori, che si contano sulle dita di due mani, anche perché tre non ne abbiamo, sono stati capaci di elevare materiale scadente e nobilitare film mediocri. E fra questi ha annesso Marlon Brando, Steve McQueen e Bob De Niro. Al Pacino, no?

La questione è invero assai complessa. Diciamo che ci vuole la faccia giusta al momento giusto. Voi ve lo vedete Carlo Verdone in Trappola di cristallo? Carlo è attore di razza, colto, classico, ma nel Die Hard ci vuole un cazzone come Willis. Vera faccia da schiaffi. Un culone!

Come dire. Voi ve lo vedete il Falotico in una commediaccia alla Porky’s con un’ambientazione da isole Bahamas e cinquecento zoccolone che gli ballano intorno?

No, il Falotico è uomo da film di Lav Diaz, di Jim Jarmusch, un man quasi woman da Bergman. Ma comunque se voleste offrirmi una cena “vivace” con qualche pornostar americana, mi “ambienterei” alla nuova situazione con versatilità da fragolina. No, da fregolismo. Da sfregamento, più che altro.

Il Falotico è mutevole, oggi ha l’occhio lesso e lo pigli per fesso, domani cuoce in padella tante “fesse”, perché a voi mette le corna, essendo scopante e scoppiettante come un oleoso popcorn.

Non sai mai che farà, chi si farà ma soprattutto come s’inculerà. Ah ah.

Insomma, un attore magnetico! Che catalizza gli sguardi e che buca lo schermo… sì perché, alle donne represse che fanno solo il bucato, fa schifo mentre ai drogati bucatissimi non può star simpatico. E dunque spacca di brutto! Soprattutto le nocche della sua mano, cara la mia gnocca!

 

L’amore è una bugia che vi fa sentire uomini e donne migliori

Uno dei grandi problemi dell’italiano medio è la sua ipocrisia. Può trovarsi la donna più bella del mondo davanti, lei ci sta, e lui:

– No, sai, sono sposato. Io credo alla fedeltà. E poi io non faccio mai sesso. Io faccio l’amore. E devo essere innamorato.

 

Be’, sì, pur di rispettare falsissimi codici etici, l’uomo e la donna italiani scopano solo quando sono innamorati. Anche se non mi spiego come mai l’Italia sia uno dei paesi a più alto consumo pornografico.

Ho detto tutto.

No, non sono cinico. Credo che se, nella nostra vita, incontriamo l’amore vero, siamo fortunati. Ma, tornando a Inzaghi, la signorina Alessia Ventura, all’epoca, ebbe proprio il culo sfondato a incontrare un miliardario come Pippo.

Sì, amore purissimo, “certissimo”.

 

Anche oggi l’ho sparata.

 

 

di Stefano Falotico

 

Vampires: cosa è arrivato stamattina? Un porno? Scartiamo il pacco


27 Aug

vampires
Sentite che pronuncia. VAMPaiRS, cioè VEMpairs.


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Vampires

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Al bar dello sport, recensione del capolavoro attoriale di Lino Banfi!


27 Aug

bar dello sport locandina

 

Eh sì, non stupitevi di questa mia incursione nella commedia di grana grossa degli anni ottanta italici.

Talvolta, i ricordi della mia infanzia, nella quale assiduamente guardavo questo film, risalgono in superficie e spaccano la mia parvenza da intellettuale. Anche se io non indosso maschere e mai sia che volessi celarmi dietro un’immagine noiosa di pensatore serioso.

Dunque, parliamo di questo cult imprescindibile. Patrimonio genetico di ogni italiano vero da Toto Cutugno.

E, per quanto vogliate emanciparvi dalle vostre e mie ineludibili origini popolari-partigiane, questo film l’avete visto tutti. E semmai avete anche riso senza vergogna. Sbellicandovi. Scompisciandovi. Non dovete mentire, l’ironia di Lino Banfi è straordinaria, vulcanica, malinconicamente incazzata.

Con la sua buffa parlata, le sue iraconde genialate, la sua stizza compressa che poi esplode e travolge chiunque gli capiti a tiro, nel putiferio irrefrenabile di un’attoriale esibizione folcloristica, pittoresca, in un pirotecnico fiorire colorito della sua meridionalità pugliese di origine controllata. Un Banfi, sì, DOC.

Lino è un emigrato sfortunatissimo, stazionatosi a Torino, “tecnico” delle vongole veraci, oberato dai debiti e ricattato da uno strozzino mafioso, e vive col cognato e la sorella. Frequentando Il bar dello sport, ove passa il suo tempo libero, cazzeggiando coi suoi amici terroni come lui, e ove puntualmente gioca la schedina. Puro Totocalcio ruspante! Sì, prima del calcioscommesse di oggi, qualsiasi uomo disperato, schiacciato da una precaria condizione economica, inseguiva il mitico sogno del 13 miliardario. Sopravvivendo con l’arte d’arrangiarsi. E straziandosi di fegato amaro, fra litigi familiari, sfighe varie e amici scalognatissimi, da incorniciare.

Così, miracolosamente Lino fa tredici, grazie anche ai consigli del garzone del bar, un ragazzo muto soprannominato beffardamente Parola (Jerry Calà).

Con Parola, Lino viaggia alla volta della Costa Azzurra, lasciato dalla fidanzata Rossana (Mara Venier), inconsapevole della sua vincita, per scappare dagli amici che pretendono da lui regali dispendiosi e per fuggire dalle grinfie del boss locale che lo ricatta.

Parola, disgraziatamente tentato dal gioco d’azzardo, perde tutti i soldi di Lino al casinò…

O forse no.

Questo film appartiene al mitologico Lino Banfi che azzecca il miglior personaggio in assoluto della sua carriera assieme allo strepitoso Oronzo Canà de L’allenatore nel pallone.

La prima mezz’ora del film è scoppiettante, un totale Banfi show. Poi il film perde parecchi colpi, s’affloscia e sinceramente annoia.

Ma le scene iniziali della pellicola, diretta da Francesco Massaro, sono indubbiamente assai divertenti, oserei dire memorabili. Con una squadra di caratteristi azzeccatissimi, in cui primeggiano l’ex cabarettista Sergio Vastano e Annabella Schiavone nella parte della sorella di Lino.

Trash magnifico, da montepremi! Basterebbe la scena nella quale Lino, in piena notte, non sa dove nascondere la schedina…

Tutti colti in questa chesa, si legge molto…

La Mole di Antonello!

 

di Stefano Falotico

Anche ieri, Cristiano Ronaldo è rimasto a secco… e quelli che gridano al capolavoro dopo aver visto il trailer di Suspiria del Guadagnino, vediamo di non entusiasmarci prima del tempo


26 Aug

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Sì, Cristiano bello, anche ieri contro la Lazio hai toppato. Molte palle hai stoppato ma sei stato stopposo. Sì, inconsistente, impalpabile. Poi, se non so se abbia/ho visto bene. Mi pare che, prima che Mandžukić ribadisse in rette, Cristiano hai proprio lisciato in maniera clamorosa. Eh sì, una palla d’oro capitata sui piedi del Ballon d’Or, e tu che mi hai fatto? Ti sei, come si suol dire, ingarbugliato, fumandoti un goal già fatto. Cercando di mascherare la figuraccia, esultando alla rete immediata di Mario.

Sì, nel delirio della confusione, il tuo liscio è stato dimenticato. Ma ci sono i replay e sicuramente, in gergo calcistico, si dice che hai scazzato.

Un liscio netto, ineludibile, da Gialappa’s.

Eh sì, non vorrei infierire, feroci e fieri juventini, invece infierisco. Il vostro giocatore stratosferico, pagato più di tutte le mie generazioni a venire, che non credo ci saranno perché non figlierò, è già la seconda volta che non è andato a segno. Ed è rimasto a secco. Ciò, miei juventini, può seccarvi, lo so, ne son conscio e sotto sotto godo come un riccio ma fatto sta che costui, troppo viziato dalle difese spagnole, nel nostro campionato, ben più duro e agonisticamente potente, ove i terzini raddoppiano le marcature e, appena dribbli uno, ne hai altri tre addosso, credo faticherà non poco a fare il bello e il cattivo tempo.

So che a Bologna c’è stato un acquazzone. E prevedo pioggia di ortaggi, cari zebrati, se Cristiano ancora fallirà. Sì, segnerà. È ovvio. Intanto non ha segnato. Eh no, Cristiano, se io non faccio un cazzo, mi picchiano a sangue, se tu fai meno di me, meriti l’impiccagione, perché buschi tanti quattrini.

Ora, abbandoniamo il Calcio e soffermiamoci sul trailer di Suspiria di Luca Guadagnino.

Una nuova, pericolosa moda sta prendendo piede presso i patetici, esaltati cinefili. Vanno sempre meno al cinema e sono diventati dei maniaci dei trailer. Il problema è a monte. Un tempo, non si sapeva un cazzo di un film finché non era uscito nelle sale. Adesso, sappiamo già tutto ancor prima della Prima. E andiamo a vederlo tanto per…

Sì, ho sentito uomini, su Facebook e non, gridare al capolavoro!

 

– Oh, cazzo, mio Diooo! Ma quando esce? Sto venendo!

– Visto che roba? Oh, ma questo fa un baffo ad Argento.

– Che atmosfere suadentemente girate, che nitidezza formale, che classe, poi c’è la Swinton.

 

Sì, la Swinton è una talmente brutta che si cucca i film più appetibili. Perché, si sa, le donne fighe non fanno arty.  Più racchia una è e più dicono che sia brava. Oh, lasciamole queste soddisfazioni. Pure queste dobbiamo togliere a Tilda? È già una Phenomena questa qui. Per arrivare a cinquant’anni con una vita sessuale da Inferno, bisogna avere du’ palle da Orlando. Infatti cambiò sesso. E che lo cambiò a fare? Secondo me, come uomo era accettabile, Orlando, come donna… chi può e poteva trovare? Sì, lo scimpanzé della foresta pluviale.

No, ho grande stima delle donne intelligenti, colte, sofisticate. I libri di Virginia Woolf e le poesie speranzose della Merini sono “follia pura”.

Una corteggiatrice…

 

– Ciao. Hai letto i miei libri? Che ne pensi?

– Stupendi. Mi hanno emozionato. La tua prosa è magnifica, magnetica.

– Ecco, Stefano, stasera che ne dici di discuterne assieme? Sto preparando una bella cenetta. Sono sola e il tramonto ispira tanto sentimento…

– Ecco, un invito a cena non si rifiuta mai.

– Quindi è un sì. Riscaldo l’acqua del primo, poi passeremo al dessert… (si stava già bagnando, tant’è vero che ha utilizzato quell’acqua nella pentola, per saltare i preliminari, e arrivare perfettamente cotta all’assaggio piccante).

– Chi ti fa supporre che sia un sì?

– Mi vorresti dire che non vieni?

– No, con te non verrei manco se mi pagassero come Cristiano Ronaldo.

– Tu sei solo uno stronzo di merda!

– Be’, in effetti sì. Comunque i tuoi libri spingono…

 

L’hanno ricoverata, adesso è in terapia intensiva all’ospedale psichiatrico. Diagnosi: isteria.

Detta fra noi, Meryl Streep è un cesso, lo è sempre stata. Ma è la più grande attrice vivente.

Giudicherò Suspiria dopo averlo visto.

 

– Come consideri Madonna, Stefano?

– La Madonna cantante?

– Sì, ovvio.

– Una zoccola.

– Capisco. Ma come cantante ti piace?

– Anche come cantante è una troia.

– Scusa, ma tu che donna vuoi? Sei incontentabile.

– Sì, io sono sempre scontento. Non mi accontento. Tu ti accontenti?

– Sì, dobbiamo apprezzare la vita per quello che può darci. E godere delle piccole cos(c)e.

– Sì, va be’.

 

Ecco, tornando a Suspiria, io ho un presentimento. Siete talmente abituati a vivere una vita orribile, piena di stress e ansie, a guardare serie televisive cretine che, appena vedete qualcosa di leggermente più elegante, avete l’orgasmo.

Mi sbaglio?

 

– Ma chi ti credi di essere? Tu non sei Dio.

– Per fortuna, sia lodato Gesù Cristo. Sai che palle stare lassù a guardarvi. Uff…

 

di Stefano Falotico

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