Archive for December, 2013

Grudge Match – “Between the Ropes” Featurette [HD]


31 Dec

Stardust 2013


30 Dec

Poetry cinematografica e anche personale, a rinomanze d’un anno Falotico, bizzarro, intrigante, prolifico e anche “pilifero”…

Opera omnia fortunatamente incompiuta e spero non postuma

Dalle agoniche membra ritratte, prima un radiografico ritratto, quindi un nitrito di rabbia, coadiuvato dai nitrati d’argento, dunque un inguinale “scioglimento”, acuminato in mia alta mente, talvolta ancor di portamento sbilenco se tu mi guardi in maniera bieca perché vuoi perseverar diabolico a metter il becc(hin)o

Partii tragicomico, poi mi ripresi dalle “botte”, perché la volevo “pienotta” ma non riempii neanche la mia magrezza ubriaca

A ritroso, sondo quel che imprevisto io stesso vedrò d’altro (s)compormi in (de)composizione (in)ferma, qualche volta sorda all’ascolto, fervida di letteraria, d’appassionato cinefilo, temeraria e oscillante vitalità, fra nuove albe, cerulei e incerti tramonti per altro incespicare, il mio sorriso “a sonagli”, dei sonniferi per (non) tenermi calmo, ché la cautezza è consigliera cattiva, un po’ di crema pasticcera in caso d’addolcimento inflitto, ahia che f(r)itta (d)ai coglioni, opere di gran valore, romanzi spericolati, fulgidi e sfavillanti, libri poetici e anche Edgar Allan… può darsi che, in futuro, comprerò un alano, comunque sia i detrattori mi stian alla larga, perché son già alle lor calcagna…

Più che (ab)usarmi di collari e demoniaci al contrario rosari, parsimonioso son loro “accorato”, disancorandoli da vetuste certezze oramai non tanto toste, in quanto le scardinai e sempre più vette scalo in codesti arresisi e scricchiolati dalla mia forte resina, fra porti ribaldi, non poche resistenze al pudore, colpa l’educazione cristiana di retaggio sempre castrante, una chioma da giovine baldo, un sogno formato aeroplano, chi va piano va (non) sano e lontano. Se suonerà l’emergenza, caricherò la sveglia del rintonar a mia lirica intonazione intermittente, mettendolo a una rossa mai lucciola, poiché propensione di mio imbattibile e non misero, (s)porco poeta, ai biliosi ardimentoso, fresco di rose e speriamo nel domani senza spine dolorose (basta staccarle se ti stanchi…), alle dorsali fatiche gradisco il fondoschiena d’una figa a me chinate, da uomo di cervello ché la varechina non deve chiedere mai. La valchiria sì, però, ma non vacca né svacco perfino quando godo di “incrociarlo” a mo’ di svastica su una di “spaccate”. Io credo negli spinaci, effetto placebo del mio muscolo pensante. Perché l’illusione è già la base per sganciarsi dalle ferree portaerei del gusto triste di massa.

Mi chiamano, di secondo nome, il “mass(im)o”, famoso schiacciasassi che li ha distrutti con la sua prosa sciolta, offrendo a tali diarreici anche ridondante logorrea per vocali logaritmi fra l’onomatopea, la metrica libera, l’intreccio poliedrico e l’importante è non finire nella differenziata, come la plastica o i polistiroli. Eppur distinguersi con classe, senza dar nell’occhio, tranne uno sputo se qualcheduno vuol sputtanarti e non porta rispetto.

Sì, se tifi per una società da postribolo, ti metto a posto qual cesso tuo a prostituirti per vender due copie in più al fin, non fine, d’affiliarti con una “fina” malfamata puttana, con la quale la tua quaglia sarà sconcia copulazione. Dio li “fece” male e merdosi s’accopp(i)ano, come dico io.

Io credo nell’amore totale, anche quando piglio il bastone dalle “coppe” e non le scopo neanche con un “tiro” di Coca leggera. Non mi drogo, amo le bollicine del Chinotto, l’effervescenza del mio stile color Fanta(scienza). Può piacerti, puoi non ringraziarmi ma non m’ingrazierò una graziosa con tre chili di falso “bianco” da grato. O me la dà gratis o da me neanche un soldo “gratterà”. Eppur talora me le gratto. L’onanismo serve se la serva non “imbocca”. Se non trovi scopate, c’è la “scappatoia”. Meglio una sega di quelle nelle topaie.

“Tiri” fuori quel che (a)dori con fazzoletti alla mano. Se ti fa male la destra, c’è la sinistra. Se sei già mancino, lei potrebbe tirarti un colpo gobbo. Stai attento a non “(di)venir” cieco. La masturbazione è come l’amore profetizzato da Woody Allen. Farlo con la persona che stimi di più, cioè il (tuo) te s(t)esso, potrebbe essere anche (im)potenza. Fidati, se ti vuole bene, chiuderà un occhio. Altrimenti, sarà comunque una “botta”.

Ho sempre preferito la pizza al taglio, verace e invero scorza dura di “limone” anche se non è inverno e dovrei “scaldarlo” con qualche capricciosa di linguetta saporita, ma sfoglio invece una margherita, mangiando come parlo, senza sparlar di nessuno, tranne di te, ammasso di sperma ch’è quasi meglio l’ammuffita mozzarella delle tue sorelle da notti perennemente “bianche”. Intese di feste tutto l’an(n)o.

Da cui il detto di tal “date”: ano sabbatico. Anno nuovo, figa di “nuovamente” marcia.

A parte gli scherzi e gli scazzi, il mio cazzo tiene, non so se “a lungo”.

Parte seria, da uomo di altre ere, è già ieri, domani ne “verranno” alt(r)e. Fra la scrittura, la serenata e un po’ di “cedrate”

Conclusione di questa parentesi buffa ai miei “personali”, i miei valori…

A Febbraio, ho presentato “Noir Nightmare”, esperimento linguistico da equilibrista della parola. Ogni parola è allineata a quel che dopo (s)viene con genio, ingegno e anche ritmarla da “ingenuo”. Perché la perfezione non esiste. Persino Kubrick ha sbagliato molte inquadrature. Quindi, va “accerchiato” ogni capolavoro “per difetto”. Arrotondando, conta la qualità, abbinare il contenuto alla forma. Il gigante non puoi sminuire. Shining è una metafora del Minotauro. Impara a leggere i film, minorato. Finiscila col palestrarti di vitamine. Varrai sempre meno e, a forza di anabolizzanti, non verrai. Avanza mai da formica o da formaggio oppure da topo in scatola, rattoppar dove sbagli e, quando aggiusti il “tiro”, “funzionerà” ch’è una bellezza. Liscio come l’olio, sul velluto… mi raccomando, se troppo mirato, lei può essere già “venuta”. Ricordate: per un libro che sia efficace, una metrica ficcante se vuoi che (s)venga a commozione “fluidificante”.

Il libro deve “scorrere” veloce ma non troppo. Solo se però “duraturo”, “ce la farai”.
Tre alt(r)i libri da ricordare

1) “Raggiante miraggio”. Acquistatelo tramite lulu.com

2) “Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne”, fenomenale, quasi spiritica…

3) “Il cavaliere di Alcatraz”, la storia di uno talmente duro che, pur finendo nel carcere più distruttivo, non ci son cazzi. Non lo tieni fermo manco con del muriatico.

Puoi murarlo vivo ma spacca le tenebre col suo carisma di profezia biblica.

Il finale non vi svelo. Rimarrà in bilico fino alla fuga di tutte le fini.
Morale: ogni uomo prega assieme agli uccelli. Perché lei ne vuole molti.

Si chiama colto del colle dell’osservanza,

A parte “tutto”, mi va…

Si “tira” a campare.

Eh sì, compare, non sono un pollo.

 

 

 

Schumacher sta morendo, acceleriamo il traguardo di fotofinish, ah ah


30 Dec

Racconto cattivo di “fine” an(n)o: se Schumacher il “campione” creperà di trauma cranico in coma, io lo rispetterò quanto l’umanità di barboni dell’anima… parola di nostro Signore

Introduzione cinematografica d’una triade filmica prima dell’aldilà, da me asperso in “santità”
Trinità per un anno nuovo felice, come no e comma Cobra, di mia vivacità mentre gli altri sguazzano nella mentale povertà, compresa una pazza che m’ha inviato l’amicizia su Facebook per finire bruciata come il vecchione

Sono un crociato, incrocio fra un ibrido di quadrifoglio e un pensiero diretto, come un gancio sinistro, senza troppi complimenti. Un pugno allo stomaco, il prezzemolo che mette il pupo al pepe nel (dis)gusto di massa.
Vi racconto questa. Venerdì sera, su quello sciagurato postaccio di nome Facebook, ove anch’io ne son iscritto per qualche affratellato nel riscaldarci i cuoricini con “virtuali” chicche cinefile e scambi di foto propulsive di culi estatici, vengo contattato dal solito profilo falso. Tale Lucia, da non confondere con l’omonima santa, mi manda l’amicizia “in camuffa”, leggasi appunto foto (in)esistente. Si mette a parlare di maghi potenti del padovano, di un certo stregone nero, non so se negro, di nome “pauroso”, Sirvillo. Ché sia parente(si) vocale di “i” al posto della “e” del celebre attore sorrentiano qual Toni?
Al che, dichiara di conoscermi, esponendomi per filo, per spago, per “segno” e una foto “demoniaca”, su volto coperto, di spacco in gonna “moscia” in quanto racchia perfin in un’altra incarnazione, che io sarei morto due anni fa. E oggi sono un reincarnato, destinato al sacrificio carnale, da svolgere in una “cattedrale” nei (ci)pressi di Torino, un rito attraverso cui sarò inculato da una testa di cazzo coi piedi caprini perché diventi Leonardo DiCaprio di noi altri.
Al che, prima di bloccarla e segnalarla (attualmente è in casa di cura, e lì sì che ne vedrà di demoni…), le rifilo una mia foto “inconfutabile”: me travestito da Robert De Niro nell’esserle polanskiano. Lei rimane sconcertata, incrocia le dita e bestemmia nel collegarsi di cam, chiedendo conforto a un suo amico scimunito, che le regge la frigidità.
Ma la strega non scappò, il suo modo bieco di ottener da me una scopata finì in suo manicomio, ove le beccherà a lunga vita. Ah ah!
Perché ricordate: ogni San Silvestro mi fa un baffo, essendo Titti, “Pulcinella” che perde il pelo ma non il vizio d’ingabbiarti, cara gatta morta. Io son napoletano!
E ora tre film da rivedere. Perché non li avete capiti. A forza di scambiarli per dolciastri, finirete impagliati come la megera fanatica sopra citata, sotto fottuta, e tanto “eccitata” che morirà sedata.

Capodanno a New York

Nella vita bisogna essere cinici come questo De Niro in papalina. C’è sempre spazio per redimersi. Intanto, succhia Halle Berry, fingendosi moribondo e di mano “allunga”.
Arriverà Hilary Swank e fingerà di essere stato un buon Pater Noster.

L’ultimo capodanno

Credo che Marco Risi abbia sol girato film finti su stupri, strozzini e strozzapreti.
Il suo “cinema” vale per questo fotogramma: uno dei pochi che ci mostra, come Dio comanda, la figona di Monica Bellucci. Una che è tanta! Senza mutande!

La fabbrica di cioccolato

Film per le feste. Questo Depp eccentrico, in confronto a me, è un dilettante. Gli ficco in bocca lo zucchero filato, lo lego e ascolto Michael Jackson.

La Formula Uno è la prima inchiappettante, schiantante formuletta per babbei che seguono le corse automobilistiche, riempiendo di soldi i “geni” del circuito neuronale, adesso spappolato nonostante il casco, a lor poveracci nell’elevar in “gloria” uno che, giustamente, morirà in modo beffardo…
Sì, tanto va il maiale di “prenderle strette”, coi soldi guadagnati grazie al porcon Briatore e Ferrarino rosso, che presto lo “celebrerò” di medaglia d’oro, davvero funeraria in primo “posto” del mausoleo al cimitero dei “famosi”, ora sfumati in cielo… su testa rossa!

Ah ah!

Tutti i fanatici di questo “sport” per rimbambiti, quasi peggio della boxe, si stan stringendo nella “cappella” dell’alta Savoia.
Schumacher, Michaelino della Michelin, ricoverato in condizioni cliniche gravissime, e spero si aggravino, nel reparto d’animazione, in un ospedale della bassa Francia, prima di salire “lassù”, spero laggiù, vedrà comparire, vicino al suo lettino già in branda “eterna”, un “angelo” a “benedirlo”, il sottoscritto nel regalar lui questa “sacra”, estrema unzione di gran “calore”:

Caro Schumi,
questa è la Lettera apostolica, nel ficcartelo di posteriore, di San Paolo alle tue costole del cervello, offerta in sacrificio per te.
Che cazzo hai fatto nella vita di così grandioso da poterti permettere un’idolatria infinita?
Un bel nulla. Tu non sei stato nessuno. Stimo più il barbone del Ponte di Galleria, in quel di Bologna vicino alla Stazione Centrale, perché non ha mai fatto soldi girando in macchinuccia per un milione di tedesche che lo spompinavano in maniera “mondiale”. Oserei dire pneumatica a gonfiante, sgommandolo! Ah ah!
Tu sei valso quanto Hitler, da ariana razz(i)a “vincente”.
Quindi, sono qui a “baciarti dolcemente” sulla f(r)onte del Peccato. E salirai destrorsamente! Ah ah!

Addio. E Dio sono io. Ci vediamo presto.
Non sperare in qualche “luce bianca” di miracolo post coma.

Questa è la realtà. Non ci son santoni a pararti la botta d’urto.
Salutam’ a mammatamilfona germanica che darò in pasto a Spielberg Steven.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

 

  1. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
  2. Drive (2011)
  3. Driver l’imprendibile (1977)
  4. Crash (1996)
  5. Driven (2001)
  6. Un attimo una vita (1977)
  7. Schindler’s List (1993)

Kevin Costner il bel sex appeal di carica erotica a pile


26 Dec

Puoi odiare Kevin Costner per la sua (ex… molte ex di bontà) bellezza, compreso l’imbolsimento, ma il suo fascino attoriale ha un perché di “Big” America, incluso il Draft Day

Draft Day a noi italiani dice poco. E credo che tale “mistero” non vogliamo scoprire né goderne il privilegio “acculturante”. Così come preferiamo, da ottimi mangiaspaghetti, un piatto di saporite cozze al bacon di McDonald’s. Se preferisci l’hamburger, io opto per la patatina là fondo, da “insalsicciar” di tonnata salsa sul ketchup del mio “cheese” sciolto fra sue gambe a mo’ “amorevoli” di cannuccia. Sì, il succhia succhiotto è lo sport preferito del giocatore di football, famoso feticista della “tavole calde” su pancetta vomitante cazzate all’americanata, compresa Ogni maledetta domenica di Stone in cui Cameron Diaz dà la mano al nero nudo super dotato nell’augurarsi di farselo D’Amato.
Da cui il detto, mio falotichesco, della Diaz fa male al potat(ertel)o se di pomata con “portamenti” su permanente “liscia” non le entri di striscio nel burro d’Ultimo tango e di (s)bieco e “becco” a sua “patonza” sb(i)ancante Sì, Cameron esigeva il “ballerino” Timberlake e oggi altri stangoni da “stacanovista” dell’attrice celebre per il suo stacco di cosce su polli arrosto, ma in questa sede parleremo di un “vero”, so(li)do performer, Kevin Costner, mascottedelle scarpe simil Timberland. Con lui, puoi camminare nella Valleverde. Lui non ne ha uno né un paio ma, pur sedentario e perfino fra gli indiani da Toro Seduto, di colpi di sederi, cioè molto culo “elevato” alla (im)potenza, possiede con faccia pallosa, “attraente” di maschio, le “palle”.
Specialista infatti del baseball, del golf e ora pure degli uomini col casco fra mete di touchdown.
Di mio, so per certo, bastava leggere i rotocalchi dei paparazzi, che Kevin Costner ne “toccò” molte di “basso”, alzandolo proporzionato all’alopecia androgenetica del suo accumular intanto pe(r)so, non cinematografico, dunque diminuendo di carriera, ma stempiandosele tutte. “Rasatura” col riporto del bello eterno di Balla coi lupi suBodyguard fra una di colore adesso postuma (pace e Apache di ugola sua Whitney Houston), sia mai esser razzisti, e una Elle modella per farti sbiancare con la porcellana di passerella nella gran passerona a braccetto.
Dopo il salto d’Oscar dorato, da allora, il “suo” è “salito” ma la classe è andata appunto, metaforicamente e non, a puttane, arrugginendolo. Da an(n)i, è sposato con un’altra biondina, che tiene come soprammobile nello spolverarsele diverse in camuffa del suo sempre più diradato “ciuffo”. A-scendente.
A parte gli scherzi e, come dico io, i pruriginosi “schizzi”, Kevin è un glande, ops un grande. Ha ancora parecchie frecce al suo “arco”, anche fresche tra le frasche di “albicocche”, e gli si spalancherà ancora…
Da cui il film Open Range.

A dimostrazione di tale mio teorema inconfutabile, a sputtanarlo, basterebbero i suoi prossimi film. Da “ven(d)uto” inte(g)ro. Il cosiddetto bollito! Ah ah!
Insomma, la storia di un untouchable che girò due capolavori come regista, più un terzo incomodo Postman, ma come attore fa, eccome se “fa”… “buchi” da tutte… le parti.

Eppur piace.
Sì, ma a me più che un imprenditore par uno che (si) dà piacevolmente a ogni puttan(at)a. Tanto, accumula in b(i)anca, “cazzo” gliene frega? Preferisce la quantità, di import & export su “format(o) di “qualità”. Extralarge come il suo… medium di “taglia”.
Un “cowboy”.

  1. L’uomo dei sogni (1989)
  2. Draft Day (2014)
  3. Waterworld (1995)

Grudge Match Spoiler


25 Dec

“A proposito di Davis”, Trailer ufficiale italiano


25 Dec

Il cavaliere di Alcatraz per un Natale coi fiocchi, non artificiali dello zucchero filato e da falsi filantropi


24 Dec

 

Se volete regalarvi una magica notte di Natale, senza buonismi di sorta (tanto a voi interessan solo le sconce sorche, inutile che mentite da bravi topi di biblioteca, siete i soliti luridi porcelli-sorcini polverosi), un libro che non guarda in faccia nessuno. Diretto, al rasoio su tagliente freddura, accettante nel senso che rifiuta a priori ogni catalogazione, spassionato, romantico come puro Christmas Carol, fervido, spumeggiante, cattivo, vivido e dunque buono. Oltre ogni dire da pudici, il detto, il Verbo di Cristo. A remissione dei peccati e a turbarvi nello spezzar le reni a chi crede alla favoletta di Babbo Natale con le renne. Un romanzo illuminante, Passione vera.

Il Mereghetti 2014, stelletta vuota della sua testa da riempir di pallini! Oh caruccio, cariatide Paolino!


24 Dec

 

Il Mereghetti 2014 “dimezza” Friedkin e Killer Joe: io lo distruggo! Io ti brucio!

Il Falotico e la sua “banda”… di cinefili, per Natale, han assediato Paolo Mereghetti, bruciando il suo nuovo “Dizionario”, partorente stroncature e critiche della mutua

Ebbene, raccolgo i miei prediletti, agli ordini del mio imperatorio voler mai “disciplinato” perché dell’accademismo ce ne freghiamo “in tribuna(le”), platea(l)-mente in curva di chi s’emoziona di Cinema e non ne parla da trombone per irretir i lettori nel pigliarli a balle e “stellette”. Mereghetti, sì, crede che tutti gli spettatori sian degli imbecilli sfigati solo da bollette e che considerino quindi la Settima Arte come mero intrattenimento da “ignoranti?”. Lunga bruciatura alla sua (pres)unzione, raschiatelo di “mani pulite”, ed evirate Paolo da tal scellerato credersi al di sopra della Legge uman(istic)a!

Paolo è un giudice troppo frettoloso e (D)io gli sarò, assieme a voi, punitore biblico!

Spedendolo nella fossa dei leoni, riducendolo come Boldi di Fratelli d’Italia.

Perché merita solo che gli faccian il popò da faccione del cinepanettone vivente ch’è.

Mereghetti è latta e merce avariata, buon ad allattar da fottuto imbonitore perché al “Corriere” lavora da giovane raccomandazione dilatatasi su pesanti pagine noiose del suo pessimo, pedante stile eppur “rilegato” di finitura tanto sottile ché, a sfogliar il suo “manuale”, a mo’ di “breviario” (s)granato, si strappan i fogli. Per fortuna, sia lodato l’editore! Ci ha avvantaggiati nell’opera di distruzione!

Dell’ultima stagione, anzi delle ultime che giudica appunto da “ultimi” filmetti, stronca pressoché tutto. Salvando solo un paio di capolavori che, invece, non lo sono.

Hugo Cabret non è da 4 stellette. Sì, è un meraviglioso omaggio al Cinema ma non possiamo ritenerlo “assoluto”. E io, Mereghetti, non l’assolvo per tale esagerazione così come proporzionalmente annienta film anche maggiori nello sminuirli con sua “cura” delle minchi(at)e.

Lei è il minuscolo! Cucitegli la bocca “al massimo”.

Fategli il culo! Cazzo, inculatelo!

A Killer Joe “lei” egregio appioppa due stellettine? E a Il lato positivo una e mezza?

Non capisci un cazzo! Ma non solo di Cinema! Pisciategli in faccia!

Della vita, vecchio barbogio delinquente, ha frainteso il senso. Sì, lei è il più grande criminale italiano, peggio di Vallanzasca! Perché sta manipolando anche le giovini coscienze sul suo “fronte-retro” di fotina ammiccante eppur furbetta. Lei è demagogia, lei celebra solo i soldi della sua auto-elettasi agiografia del “bel” a suoi pareri (in)discutibili ma a me lei non piace.

Lei è una merda!

Così è, stia zitto e impallidisca! E ora accerchiatelo di pallino vuoto e poi gettatelo in pasto al trash…

 

Ira! Vot(at)i al rivoltare! Avanti, di balestre e rivolte, di archi e frecce a scagliare, spaccarli e non scagionarli!

 

Ora, arriva la bufera, il freddo nelle ossa dopo la “scossa” di ustione, l’allargar il discorso all’umanità totale da disintegrare, bruciare, invertire a comando della nostra alterità ché, se siam naufraghi, è colpa della loro generazione di borghesi col tè in mano e pantofole al posto dei neuroni.

Come si è permesso, “lei”, borghesuccio “adulto” con due grammi a dir “pene” di cervello e uno striminzito uccellino a far del malaugurio il suo “insindacabile” verdetto?

Le poteva andar bene coi beoti che si bevon belanti ogni pastorizzarli, con me no, ché son berretto verde anche di rabbia. Io sono il lupo!

Lei s’è “diplomato” alla scuola tradizionalista dei luoghi comuni, della strategia di marketing più bieca e criminosa, e io (in)giustamente la punirò, asserragliando la sua casa, dilatandole le pupille a “manierismo” di Arancia meccanica! Apra gli occhi e nessun collirio. Da me, solo un collare a strangolarla con la sua stessa “calma”.

Ecco il piombo e il suo “aplomb”. Il suo dolore si sta acuendo in un “plof” acutissimo in mio spinger acuminante ma con souplesse, caro “professore” dei nostri italici stivaletti da donnette con le tettine rifatte e di ragazzotte che succhiano i “brufoli” dei cazzoncelli coglionazzi, pettegolanti altrui!

Lei ha un modo di vender(si)a me assai infastidente!

E si pulisca i denti prima di farsi fotografare in “primo piano”. Stia a posto sulla “mensola” del suo urlante ponte gengivale. Ecco la “biblioteca” di fancularla nel polverizzar il “povero”, invero ricchissimo Paolo. Non esibisca questo sorrisetto da Paperino, oh oh “nostro” Paolino.

Lei s’è inventato la furbizia, altro che leccate alla Steven Soderbergh, per accaparrarsi i “voti” di tutti e tutte. E io non la rispetto. Ha perso ancor più capelli dall’ultima “posa”, io la spettino lo stesso.

Non ha dotato il suo “Dizionario” di CDROM per non farsi masterizzare e ha da ridire anche su The Master! Ecco il mio Mastro Lindo, oh mio ipocrita “pulito”.

Conosco la sua tattica. Si spaccia per “critico” di tatto, invero è un ratto (s)porco come il debito dei piatti da lavare! Io la st(r)ucco! Io la luciderò finché vedrà “co(s)m(et)ico” il suo volto allo specchio nello spaccarsi in mille pezzi del suo (pu)pazzo.

Solo cartaceo, eh? Così, se qualche cinefilo è curioso, è “obbligato” a comprarselo!

Lurido figlio di puttana! Farabutt(an)o(ne).

Questa è l’ultima volta che da me riceverà soldi soltanto perché il commesso de La Feltrinelli non mi permette di fotocopiare le sue stronzate!

Ora, grugnisca da maiale, come gli “uomini” più schifosi che scopano i portafogli del prossimo ben disposto, e poi tiran fuori gli “artigli” della cassa tutta piena.

Come la sua panzona!

Sì, è anche ingrassato!

E tagliategli pure questo disgustoso doppio mento!

Onanismo e il nano


22 Dec

Appuntamenti al buio di un fantasma nel tuo incubo elevato al culo, sette desideri proibiti che scardinai a femmineo aroma mascolino del mio “muscolo”

Sì, sono rimasto con l’Idraulico Gel(ato) in mano e, di (n)ano, nel congelatore.

Sono un patito delle donne e del loro compatirmi nel pianto fra le piantine, collezionista ed erborista oltre ogni dire e non dare di pianoforte nella succosa melina di rinfrescante mia “mentina”, ridondo in doni al “mio” stanco, afflosciato, “fasciato” e (non) pompato. Da poppante grande mica tanto eppur notevole di salivari ghiandole su tornito glande al torroncino, “innaffio” come i giardinieri a potarmelo, e il mio portamento sbuffa a modo d’una caffettiera che stantuffa il suo domestico ufficio ove, non addomesticato, amplio il pipistrello schizzando sulle piastrelle e m’esercito nel rinforzar gli addominali del vivere pigramente da dromedario.

A tutti i folli faccio un baffo perché in confronto a me son ovattati e, dinanzi a “cotanto”, mi pulisco le orecchie di cotton fioc, arruffandolo.

Scaldo le cene di patate che s’azzuffan per un “pelo” di petto di pollo in più e il mio sorriso è un pulcino crescente in gallo cedrone se la tacchina alza la gonna dell’insalata “fredda”, con far acid(ul)o come le olive ascolane del mio “pascolarmelo”. Ingurgitando pastasciutta, mi conservo di fisico asciutto e di figa mia cruda al prosciutto, origlio il frigorifero pieno di origano per masturbarlo al peperoncino in maniera salvifica grazie al “whisky” che vi verso sopra contro ogni vitale conversione da stronze. Si chiama giuramento al duro tenerlo. Altro che i tenenti.

Non sono delicato con le donne, in quanto ombelicale cazzone di mia danza del ventre e avventato di quel che, a ventaglio, sta appena sotto del da me movimentarlo.

Vengo anche sul pavimento. Non abbiate spavento, è solo un organico sparo dei “granuli”, anche se vorrai bombarla di granate e sol li sgran(chisc)o fra donne che non sgranocchio eppur adocchiandole non sono come i finocchi.

“Agito” con (in)discrezione e scruto con calore a pelle d’un viso mio spudorato in tanto spugnettarmelo, previo spugnette detergenti l’igiene del tensivo mai spupazzato eppure (s)gonfiando.
Sono la bile e insopportabilità di fegato corroso nell’album(e) dei ricordi. Da piccolo, ce l’avevo grosso. “Crescendo”, si è rimpicciolito a forza di svilupparmelo con toccarmi liscio, assottigliante fra un ammirare la modella-sottiletta e il mio topo in piena forma. Penoso di pene o forse impennerà alla puttanesca.

Sì, l’usura e il freddo lontano dalle ars(ur)e han assiderato le calorie.

Comunque s(t)ia, salutami la suora. Ovunque in segreto e in “sagrestia”. Evviva le sangrie!

E le sette camicie sudano.

 

www.interstellarnolan.net, e anche in testa senza stelle di Natale


22 Dec

“Pensierini” natalizi d’un innato strafottente purtroppo “dolce” nel reumatismo cinico d’una massa orripilante e da “vischio” in cui non m’immischio… io striscio di “lisci”

Il Natale comincia a farsi sentire, “diligenti” si carrozzan tutti da principini del buonismo di maniera, fra arrampicatori sociali con “uova d’oro” dell’ultima ora prima del 2014 alle porte, “rinomate” serenate d’una vigilia fra parenti serpenti a vigilanza delle municipali se scarti il mascarpone prima delle due mezzanotti “natali”, della nascita del bambinello e dell’anno nuovo ché si spera bello e invece io dispererò in fottuto sperperar per incassare altro strazio di mia copia-carbone in tal stregata maledizione di cui soffro, l’amore segregato e perpetuo dinanzi alle meschine danze carnali e con viso da funerale di tutte “feste” (tele)comandate.
Tanto la scorbutica idiozia non puoi mutare ma tutti “alleviano” la merda su sorrisi al marzapane di facciata da altri “ludici” regali in maschere ghiacciate. Il gelo si “rincuora” nella lor “calda parsimonia”, fra spose tradite che regalan le rose alla cognata cornuta e il marito (in)consapevole con già attivata la prossima telefonata erotica da “Babbo” per befane che paga a peso di “stelline” in calore.
Tutti spiritosi in tal atmosfera invero da seduta spiritica. Espian le colpe nella messa “santa”, adocchiando la chierichetta verginella sull’Altare della Patria… fascista e da fasciar sotto altro scrutar i peccati altrui ma non il “proprio” veniale su corpo attizzato, di fiamme “cavernose” così come a Betlemme l’asino s’invaghì del bue nel perverso “soffio” al cuor di Gesù appena nato nella cappella circoncisa, mai per Maddalena la “bona”. Giuseppe scommette al Lotto, perché in una “Bibbia” migliore potrà “evangelizzare” Maria di inseminazione reale e non da castrati di maiale, senza “benedizioni” dall’alto di vostro Signore. Uno che Pacino de L’avvocato del diavolo prese giustamente a farselo dar di vanità!
Questo è il Natale, festa al caramello e il presepio coi cammelli.
Ricordate: meglio le sigarette Chesterfield, alle Camel preferisco Carmela.

Fottetevi delle vostre bugie, tanto sono Cristo e vi perdonerò sulla Croce. In tal Mondo di “labbra” e Barabba, il “vincente” è colui che “bacia” i ladri.
Calcolando che, ascendendo assieme lassù, dal ladro di nuovo lo prenderà in cul.
Tanto avete il vostro Dio. Lui sì che perdona tutti.
Io no, mi chiamano deus ex machina.
E ti spacco, oltre alla “carrozzeria”, perfin il cranio tuo “finissimo”, da cioccolata “pasquale”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. True Lies (1994)
  2. Terminator (1984)
  3. Avatar (2009)
  4. Alien – The Director’s Cut (1979)
  5. Interstellar (2014)
  6. Planet of the Apes – Il pianeta delle scimmie (2001)
  7. Robocop (1987)

 

 

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