Archive for February, 2017

Clamoroso al Cibali, no agli Oscar: ha vinto La La Land come Miglior Film, no scusate, Moonlight: una figuraccia epica da annali degli orrori


27 Feb

Gaffe Beatty

Ebbene, non era mai successo qualcosa di lontanamente simile. Il rimbambito Warren Beatty che, ottantenne suonato, con fatica non si pronuncia ad annunciare il Best Picture e, in preda al tremolio più sconcertante, “abbandona” la busta all’incolpevole Dunaway che in tutta gloria proclama La La Land come Winner. Shocker! Perché dopo i “benedetti” discorsi di ringraziamento, “ischemia” cerebrale alla moglie del produttore, commossa, e previo infarto per l’orrore-errore storico commesso, le statuette vengono consegnate “giustamente” a quelli di Moonlight, increduli. Un episodio ai confini della realtà. Della serie: anche gli americani si fan ridere dietro peggio di noi ciarlatani italiani.

Inutile aggiungere altro. Chi ha visto, sa!

 

Warren Beatty

The Irishman di Scorsese e la mia analisi (a)sociale alla Gambardella, questa è grande bellezza


26 Feb

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Oggi, in questa domenica pensierosa e penosa come sempre del mio esser scosceso, discendo che ho ragione su molte cose, anche su molte cosce, profittando della “levigatura” che combacerà col mio (prepu)zio, in “ottemperanza” al triangolo sacro del mio godimento. Sì, è una frase delirante, frutto del mio cerv(ell)o dislocato in una zona erogena, forse solo eremitica da adoratore della solitudine masturbatoria. Essendo un genio, dotato di un uccello fenomenale, posso criticare la Notte degli Oscar, che premierà le adorazioni banali e buoniste dell’amore, dei balletti e dei canti. Meglio il mio cane che scodinzola di neuroni affilati nel “disturbante”. Sì, mentre bevo un caffè al bar, turbo e adocchio donne chiacchieranti, gustando la mia misoginia misantropica da uomo di barbetta (in)colta. E spasimo per un culo che, nella segretezza della mia stanza, diverrà materia di sfogo, sì, una bella figa. E io, nonostante venga attaccato da ogni parte, “lo” att(r)acco di bella vita alla Happiness. Sì, ho conosciuto fessi che han lavorato in tutta la lor miseranda (r)esistenza facendo i facchini e poi hanno costruito attici felliniani per un “secret garden” poco springsteeniano delle lor fantasie proibite da Otto e mezzo. Rimpiangendo i culi perduti, più che altro (da) deperiti, e fantasticando sui lor sogni inf(r)anti. Patetica borghesia che davvero si domanda se Gibson Mel sarà il regista di Suicide Squad 2 e vive da Passion di poveri cristi. Vanno compatiti e che la lor mediocrità agghiacciante patiscano, in remissione della lor vita da messi… Meglio colui che volò sul nido del cuculo, uomo come me alla Nicholson, ghignante e luciferino di Anjelica beltà un po’ alla Huston. Con una faccia fra il torvo alla Scarface e il Pacino che ripugna i bacini. Eppur Al sarà Bufalino, mentre Keitel sarà Hoffa. Uffa, sbufferete voi, un altro crime movie di gangster. Sì, un C’era una volta in America su Frank Sheeran, uomo che ne vide di cotte e crude e non fu mai cotto, ma crudissimo di freddezza lapidaria, da sicario di uomo che non doveva chiedere mai un altro si(ga)r(o). Un signore che non andava provocato e la cui vita fu una merda. Ma un uomo di parola, uno che non credeva alle austerità di questi studenti odierni “brillanti” che non si sa cosa s(t)udino, lontano dalle false nobiltà di questi contemporanei facinorosi del “benessere” psicologico. Un uomo che teneva dentro, ruminava, “imbrogliava” perfino sé stes(s)o, corroborandosi della sua “gigantesca” malvagità. Insomma, io non sono come Frank l’irlandese ma non ascolto neppure Ed Sheeran. Un britannico ma dai nonni alla “valle verde”. Uno che giochicchia con le melodie mentre io aspetto di giocare con una che (non) me la dia. Per carità di Dio, che non esiste, me ne scampi… Meglio esser scapolo e grattarsi le scapole. Ah ah.

Insomma, leggendomi, avrete capito che non sono un fanatico dell’umanità ma di De Niro sì.

E così sia.

Che vi benedica, fessacchiotti.

All’uscita di The Irishman, se non vi piacerà perché lo riterrete, come il mio linguaggio, troppo “violento”, vi regalerò un orsacchiotto e un leccalecca. Per ricordarvi che dovete stantuffare la vostra bella, zuccherandovi di male, no, di miele. Andiamo a caccia, mentre voi andate sempre ad acacia.

Insomma, bambolotti, sappiate che la vita non è una pasticca antidepressiva.

Che voglio dire?

Quello che ti metti in bocca, mignotta. Mica cazzi…

 

Che grande bellezza…

Non sono uno scemo, ma Shame.

 

di Stefano Falotico

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Defining Moment, la campagna di Ermenegildo Zegna con De Niro


12 Feb

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La mia “insana”, malata, schizofrenica, giusta ossessione sacrosanta per Robert De Niro


09 Feb
GUILTY BY SUSPICION, Robert De Niro, 1991

GUILTY BY SUSPICION, Robert De Niro, 1991

È ora di svestirsi della propria “dignità”, quest’orpello creato di “sana pianta” dalla società borghese e rivelar il proprio vizio da lupo che non perde il suo pelo e neanche il ne(r)o di De Niro. Sì, le mie giornate, “asfittiche”, ipocondriache, ove mi nutro di piadine al prosciutto, si cibano soprattutto di De Niro. Ne cerco le notizie su IMDb sperando che Deadline annunci il suo prossimo progetto e in questa “idiozia” i miei dì scorrono angelici e dunque diabolici, non inne(r)vati dall’uomo medio(cre) che vorrebbe annettermi a lavori denigranti e perciò non deniriani. Sono uno dei pochi a sapere che le riprese di War with grandpa inizieranno in quel di Toronto il prossimo 27 Febbraio e che De Niro, per l’occasione, spartirà la scena con Christopher “Il cacciatore” Walken e con la Marisa Tomei di Mio cugino Vincenzo e di The Wrestler, fighetta dalla faccia volpina e aspetto da coniglietta, la cui patatina però poco mi aggrada, avendo io, avvedutamente, da tempo e nelle tempie, raggiunto, agguantato, “inculatomi” un’acquiescenza distante dalla carne, dal desiderio “proibito”, (r)esistendo in uno stato “onomatopeico” in cui, di “gutturale” latrante-iroso isterico, faccio il ver(s)o a me stes(s)o, uomo lontano an(n)i luce dai pettegolezzi e dal comune volgo di questi uomini in doppiopet(t)o e ventiquattrore “arrotolate” nel quotidiano spappolarsi. Uomo qual sono spesso “uovo” strapazzato, essere bizzarro di eccentrico stile falotico, oggi senile, domani infantile, adolescente di scemenze mai cresciuto o forse troppo enfiatosi, dunque già mor(t)o, mai nato, più che altro ammainato, per molti che mi giudicano frettolosamente un topo squinternato Sì, nelle mie fogne, più che altro foghe senza fighe, affondo nell’adorazione deniriana, sperando un giorno di potergli regalare un Trump che gli sia ben augurante per un “trampolino” di lancio di una carriera che promette sempre The Irishman e annacqua in comedian(s) affossati dalla critica del cazzo, forse quella di Birdman, così come questo lungo pian(t)o sequenza. Eppur io e De Niro ci capiamo, vivendo di cazzate in locali bukowskiani ove la notte assomiglia a un sogno lungo un giorno. Quello era Coppola e lui fu anche Marlon Brando.

Sì, voglio rimanere pazzo, pazzo maniaco-ossessivo soprattutto di Bob. E non mi scassate il cazz!

 

di Stefano De Niro, Falotico per chi non conosce il mio (S)The-Fan.

 

Il ritorno di Jack Nicholson per il remake di Toni Erdmann


08 Feb

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La notizia è di quelle da leccarsi i baffi. Non ce l’aspettavamo e, come un fulmine a ciel sereno, ci coglie piacevolmente sorpresi. Solo pochi giorni fa, l’attore Peter Fonda aveva dichiarato che il grandissimo Jack Nicholson era andato “ufficiosamente” in pensione, dando l’addio alle scene dopo una dozzina di film pluripremiati con gli Academy Award, un record imbattibile di nomination e tre Oscar tondi tondi. Invece, stando a Variety e ad altre testate autorevoli del panorama hollywoodiano, Jack sarebbe pronto per tornare sul grande schermo come protagonista assoluto del remake di Toni Erdmann, il film pronto a debuttare prestissimo anche nei nostri cinema, osannato dalla Critica mondiale (meno però dalla nostra, assai perplessa) e candidato alla statuetta prestigiosa per la categoria, appunto, di miglior film straniero. Jack sarebbe infatti in trattative con la Paramount che finanzierà il progetto e sarà affiancato dalla “regina” delle commedie per adulti Kristen Wiig. Nicholson, entusiasta dell’originale, avrebbe immediatamente, senza pensarci due volte, accettato di prestare il suo volto al bizzarro personaggio lunatico e “creativo” di Toni Erdmann. Questo “rifacimento” non ha ancora un regista e neppure uno sceneggiatore. Quindi, è ancora prematuro parlare di una possibile data d’inizio delle riprese. Speriamo che, in quest’intervallo di tempo, Nicholson non ci ripensi e decida invece, come tutti c’auguriamo, di fare appunto il suo entusiasmante ritorno. Ricordiamo che l’attore è dal 2010, anno della sua ultima apparizione in Come lo sai di James L. Brooks, che non recita più in un film.

 

 

 

di Stefano Falotico

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