Archive for November, 2011

Mezzanotte… intorno, con Woody, anche il “wurstel”


30 Nov

 

Sta per debuttare, anche in Italia, l’acclamato Midnight in Paris, nuovo capodopera di Woody Allen che, secondo molti, ha riportato in auge questo “decano”  sublime della Settima Arte che, recentemente, aveva “sublimato” troppo perfino se stesso, tanto da farsi mangiare da autocitazioni sterili.

Un Woody che s’era un po’ appannato e ora, invece, “liquoreggia”, a quanto pare, di gran (ar)dire.

Come un Tempo.

Ho allestito questo video per voi. A ricordarvi che, la vita, è anche giocoso “alcolismo” delle euforie erotiche.

 

 

Firmato il Genius

Il “marzap… ne” di Gianluca


28 Nov

 

Il mio grande amico, Gianluca Marzani, in Arte GLM, ha allestito per noi la sua personale classifica di donnissime, bollenti.

Una hit, molto “semplice”, molto diretta e, soprattutto, vera.

Ho scelto d’inserire immagini non necessariamente sexy, che secondo me, però, le rappresentano al meglio. Sia come attrici sia come symbol.

 

Naomi Watts: bionda australiana, riesce a far innamorare persino uno scimmione come King Kong ma, il meglio del suo repertorio erotico, resta la sequenza lesbo di Mullholand Drive

 

 

Jennifer Connelly : abituata fin da ragazzina a far arrapare imberbi fanciulli, dimostra dopo i trent’anni di aver raggiunto la piena maturità artistica, rivelandosi letale sul piano erotico-sensuale

 

 

Olivia Wilde: recente rivelazione, con le scene lesbo del Dr. House, s”impone all ‘attenzione generale per poi spiccare il volo verso altri lidi

 

 

Anne Parillaud: scoperta da Luc Besson, non conquista il mercato statunitense come avrebbe merittato, ha lo Sguardo inespressivo di chi sa che nessun Uomo potrà mai essere allla sua altezza

 

 

Marion Cotillard: classe e femminilità francesi, ha conquistato Hollywood, essendo capace di suscitare appetiti peccaminosi senza svelare nulla di sé.

 

 

Mena Suvari: lanciata come nuova Lolita, rimarrà per sempre scolpita nell’immaginario collettivo grazie ad American Beauty, coperta da petali di rose riesce a far… persino Kevin Spacey.

 

 

Zoe Saldana: ha il fascino dell’esotico corpo perfetto e sinuoso, sembra una pantera pronta a balzarti addosso.

 

 

Kate Winslet: fianchi larghi da madre protettiva, riesce a essere sempre imprevedibile e intelligente.

 

 

Angelina Jolie: labbra da sballo, Sguardo che trafigge, la perfezione fatta Donna.

 

 

L’incanto dell’incantatoria


27 Nov

 

Martin Scorsese, il suo Hugo Cabret, pronto a sbarcare anche da noi, col suo carico fantasioso.

E io che lo omaggio, così:

 

 

Firmato il Genius

 

 

La geniale “misantropia” di Stanley


26 Nov

 

Woody Allen viene quasi unanimamente considerato un genio misantropo.
Non è vero, è vitalissimo. A tal proposito, Morando Morandini lo definì “melodico”.

Lo stesso, non si può dire a mio avviso di Kubrick, fervida mente distillata in “pochi” film, forse, forse tutti dei capolavori.
Qualcuno riderà che ne metto in discussione il genio.
Ma, unita alla mia sconfinata ammirazione, ne nutro un certo “disagio”.
Un po’ rabbrividisco di fronte alla sua immagine “triste” dell’esistenza.

Giuseppe Avico ha assemblato per noi un altro esemplare “Video tributo”, in omaggio al controverso quanto inarrivabile Stanley.

Che lo si ami o lo si odi, pietra miliare di se stesso. Decisamente antimilitarista.

 

 

Firmato il Genius

 

 

L’elettrizzante magia dell’esoterico Martin, agli albori dell’aura d’aurora del Cinema


23 Nov

 

Oggi, sbarca nelle sale USA, Hugo, nuova perla visiva di uno Scorsese visionario.
Nella notte densa di una Parigi “favolistica”, per albeggiar di grandi sogni col suo orfano Cabret.

Un film che, un’accorata Critica entusiasta, ha già incensato immensamente di gran clamore e calore, lodandolo della sua capodopera magnificenza.
Un viaggio nelle “fiammelle” del buio, illuminato da un’anima pura, e della sua fantasmagorica avventura nel suo labirinto, per (ri)scoprire l’incantatoria magia del Cinema.

 

Scorsese non si discute, un genio, a cui sempre m'”affretellai” fin dalle prime potentissime visioni.
E, al quale, mi affilio sempre di più, figlio consaguigno della sua volteggiante fantasia.

 

 

 

 

 

Per uno stupefacente 3D, ove neppure James Cameron era riuscito…

 

Firmato il Genius

 

 

C’è una lince in Lynch


23 Nov

 

È l’indole che vagabonda che si disseta in balli onirici & in frammenti purpurei, fraudolenti alla mia stessa mente.
Evoco nostalgie lontane, me ne dolgo o solo le dondolo, con la magia dell’esoterismo a cui m’arrampico nei giorni lauti in cui melodici flauti s’arcuano in anfratti arcani.

 

Un altro regista, folgore dei nostri sogni, Lui anzi è il Sogno, intriso in marmoree luccicanze come un bimbo-shining nei labirinti del suo imperscrutabile, “orrorifico” o nelle erogenie del magma, Overlook Hotel di fantasie cogitabonde, d’alcolici lindori fra sprazzi solari e acquatiche “amniosi” d’adamantina Luce.
Magnete della sua “cavalleria” unicorna, impetuoso fluido neuronale nei cristalli ermetici delle sue criptiche sinapsi, o sinuose highway di candidi e poi oscuri fremiti.

Leonina scorribanda di neuroni corridori, onnivori in tutte le convergenze emozionali, a “enfiarle” in spasmi respiratori dell’anima.

Un regista di nome David… David Lynch, baluardo in cui ogni amante dell’Arte viaggerà “affilato” e bardato dai suoi schiocchi tonanti in cupi cieli notturni o librerà via dalle anguste celle che lo intorpidirono di malinconia, sussurandola nel vento con lievi, decadenti musiche rock, nel Cuore che si sgretolerà nelle sue impervie segrete, o baluginerà dopo fosche letargie in una lisergica, eterea “dissolvenza a incupirlo ancora o a baciar le iridi fiammeggianti di cheti crepuscoli, fra ruggine, sudore, amori gridati e “latrati” in cui osannarci.
Patria di poeti, santi e navigatori, come mi rattristi, oggi navighi imperterrita in terragni tenzoni “inumiditi”, ma si credon inamidati, nient’affatto dinamitardi, del pettegolezzo e delle chiacchiere d'”acconciature” provinciali di pedissequa, vetusta tradizione piccolo borghese.
Moralisti inaciditi o solo deturpati nella loro stessa accidia, in una nuova caccia alle streghe, o “santoni” che illudon le masse con demagogie “miracolistiche”.

E la vita, nei ricordi, di schiume e furori, la mia, s’inerpicherà anche lasciva, abbindolata da un “porno”, o perversamente ludica nell’incendio delle proprie “ceneri” che mai s’impolverano.

Peter Boyle, sogghignava mellifluo di fronte a Travis, e filosofeggiava di consigli “spiccioli”. Secondo lui, la vita è il lavoro che svolgiamo, l'”uniformità” alla deformazione professionale, forse al nostro “confessionale”.
E Travis, “ammutolito”, assentiva di cipiglio, senza esserne persuaso più di tanto.
Un altro bicchiere “freddo” nella tavola calda, e le bollicine effervescenti d’una Notte ammaliata nelle sue malie, poco frizzzante, poco “aitante”.

Se l’Inferno è la prigione eterna d’imperdonabili peccatori nei loro osceni pianti, il Purgatorio “sdilinquirà” moribondo sin ad ascender vicino al portone di San Pietro, che ti lascerà accomodare nei divanetti “al camoscio” di beatitudini mosce.
Dove si passa il Tempo a girarsi i pollici e ad “afferrar” le mosche, pensando che Mosca è la città comunista che meritava solo la “crocefissione” del cristianesimo crociato.
Una gran Donna “incrocerà” le gambe, e tu sarai lobotomizzato nell’infinito “Nirvana”, ché penserai solo a giocar a scacchi con un altro “coccolino”.

In mezzo a tale tripudio di banali asserzioni e biechi luoghi comuni, io m’accomuno a David, e, assieme al mio amico Giuseppe Avico, “imbastimmo” un titolo “forgiato” in Lui.

Ecco, dunque questo tributo a David, firmato dal mio compagno di visioni e non solo evasioni, David “delirium” Lynch: la mente del suo velluto blu.

 

 

Stefano Falotico, lynchianamente come il nostro amato, un Genius.

Notte “barbona” in cui i grandi poeti misconosciuti s’abbarbicano alle nostalgie del Tempo


22 Nov

Aspettiamo trepidanti la "riduzione" cinematografica di "Un'altra notte di cazzate in questo schifo di città".
Di cui,non a vanvera, parleremo in Futuro. Fuuro che si prospetta molto roseo per questa storia di vite, fulgidamente, "dissanguate".

Storie di periferia, di vite strambe o solo “sghembe” o sgambettate, che baionettavano grandi idealismi e proclami, e non furono, invece, acclamate.

 

 

La “quarta”, lo descrive così: Nick Flynn ha rivisto suo padre per la prima volta dalla sua infanzia a 27 anni, mentre lavorava come volontario in una casa-rifugio per senzatetto di Boston. Per anni da ragazzo aveva ricevuto le lettere di questo sconosciuto, sedicente poeta abituato a tirare avanti tra truffe e periodi di carcere. E anche Nick conduce una vita semiprecaria tra un barcone cadente e le rovine di un deposito trasformatosi in un fiorente centro per l’uso di crack. Un memoir che racconta, con voce ironica e ritmata, la storia di due vite e del destino che le ha portate a intrecciarsi in modo del tutto inatteso in un centro di accoglienza per gli emarginati di Boston”.
Be’, io l’ho letto e posso giurarvi che è una lettura gustabilissima, seppur dentro anime “sdrucite”, destini irricucibili un po’ “biliosi” e contro il Mondo, che si “coceranno” d’amore, ancora una volta, per la vita. Perché, la vita, rende esausti, ma non finirà mai d’estasiarci, anche in rigidi inverni con impermeabili, la lastricheremo d’altre speranze, d’inguaribile ottimismo, e la “estatezzeremo.

E ritrovar, da quel che intravediamo dal trailer, un Robert De Niro finalmente più Bob, ci rende più pieni di noi, stessi.
Perché, in sé per sé, la vita è fuggente e forse non ha senso, siamo noi che le tributiamo d’essere un capolavoro, ci togliamo il cappello dinanzi alla Bellezza e sussurriamo un fioco, dolcissimo: “Masterpiece!“.

La vita, le circostanze…

 

 

Firmato il Genius

Jennifer, “la orleggiai” con un tango argentino, sfilandole il tanga per “argentarla” in un “dorato”


21 Nov

 

Jennifer Lopez.
Se c’è una Donna che, junghianamente, fra cabale animistiche, m’avviluppa subito nella mia zona animalesca, è Jennifer Lopez.
Appena “capto” la parola “culo”, “la” accosto a Jennifer. J. Lo, per “ululeggiarla” in amplessi senza freni ma ferrei, nel tuono di la la nella meraviglia, anche, del suo seno lilla.
E la mia “vaniglia”, gustandola allo zucchero, non la renderà mai una signora cougar. È, neppure una milf, i suoi occhi “lanceolan” in una giovinezza floridissima, floreal nel regal fondoschiena!
Ah, sì, sarebbe un regalone “arrogarlo”. E le rughe si smaltirebbero, da eterno imberbe, ad “abbarbicarla” di nuotate notturne. A gustar il suo soffice incurvarla, la sua rotondità e la mia vita che non “quadra”.

 

La voglio, la voglio scopare, di diletti nel lettone.
Non mi reprimeranno con psicofarmaci inibitori, “la probosciderò” liscia-liscia “allupandolo” nelle nostre Lune dopo le candele. Vicino ai candelabri, con la cannella degli ormoni.

 

Lei è la malizia! E, con Lei, tutte le mie “avarizie” si liqueferanno accarezzandola nel “liquiriziarlo”.
In una società imbastirdita di feroci pulsioni, io “infierirò” imbestialito…
Senza esclusione di colpi!
I suoi occhi, “lo” guardano…

 

 

Le forme giunoniche della sua pericolosità, i ludibrii delle sue caviglie mobili nel “morbideggiarlo” da amante dell’Uomo “duro”.

 

 

Ammicca e d’occhiolino “lo” ammacca, non “immalinconendolo” ma “lo” (s)macchia, non “immonacandolo”, perché “la” immola…

 

 

Non dire gambe se non hai visto mai queste, “lo cioccolatinizzeranno” meglio del cioccolatino FIAT.

 

Con lo spacco, “lo” spacca. Spalanca…

 

 

E il nero, nel dietro le quinte, alza il pollice “Su”, con Jennifer alzerà qualcos’altro?

 

Firmato il Genius

Abbacinante Notte parigina dei sogni, o del Sogno


19 Nov

 

Un nome, l’orfano Hugo Cabret di capodopera meraviglia… visiva nell’anima…

 

La grande macchina…

Come Martin, mi firmo Genius

 

“Mercene(a)riamoci”, “tamarreggiandola”


19 Nov

 

Al soldo di loro stessi

Terzo capolavoro di Stallone dopo essersi autocelebrato in Rocky Balboa e John Rambo con esiti altissimi, trionfali.

I mercenari, gli expendables, sono degli uomini non ammogliati, degli splendidi “falliti” tutti d’un pezzo, arroccati nelle solitudini nostalgiche di un Tempo scomparso, che non c’è più, perfetti “babbei” degli aforismi sputati in viso da ribalde battute goliardiche che brillano d’amarezza appena le pronunci.
Si riuniscono in “grotte” per soli uomini duri, ognuno scorticato dai propri muscoli un po’ arrugginiti ma sempre scattanti appena riaffiora la coscienza leonina di battaglie per la giustizia, per pareggiar i conti, per guaire moribondi di fronte a un nemico ricco, bastardo e dittatore, o contro chi, mascherato dietro abiti eleganti, ne foraggia le vigliacche imprese, ma in verità è l’uomo da battere.
Assumono incarichi da Tool, un altro “reietto” isolato nella sua officina-prigione dell’anima, oscurato in notti impenetrabili dove l’alba è un bacio al crepuscolo, il sangue senziente al piacere di duettarvi con ricordi dolorosi, che ferirono la parte fragile di un corpo non ancora stinto nella modernità.
I mercenari si “scarnificano” nei tatuaggi pittorici di draghi, hanno, semmai, donne picchiate da un povero stronzo della middle class dell’uggiosa provincia americana, che, fra un lavoretto in banca e una partitella a Basket con gli amici, “spreca” qualche istante ad allentar la noia con una bella nubil Donna, quella che ha sempre il faccino “pulito” e ti fa godere da matti quando non si pensa a nulla.
Cavalcano l’asfalto su auto vecchio stile, rabbuiati dalle loro indolenze, nella “cancrena” però euforica di anime ancor turbolente, che sanno prenderla in giro anche se è sempre stata difficile, la fottuta vita che non si son scelti, gli è capitata in Sorte, un gioco a dadi dove sono nati artefici delle loro “sfortune”. Della prematura virilità che può irriderlo, il Mondo, con guascona ironia, tra pugni presi e quelli dati, tra altre cicatrici che ti verranno inferte dal caso di una perenne guerra dove c’è sempre una “merda” da scovare.
Taciturni e malinconici, sono eroi di un’epoca remota, degli anni ’80 “spaccatutto”, i figli marci degli edonismi, i maschi-lupo della Notte vivida.
Tra palpebre stanche, missioni impossibili mai plastificate, aerei in cui planarsi prima di volare nell’azzurro mare, un mucchio selvaggio di menestrelli della clowneria, “buffi” e facilmente arrabbiati. “Abbaianti” più che altro. Vivono sperperando altri attimi, nel respiro silente di un estino che non puoi uccidere neppure quando sei un bestione, anzi, ti si appiccica addosso, “mortalmente” beffardo. Samurai di una cavalleria da antichi gentiluomini che, dietro le pose spavalde, serba in grembo il suo romanticismo spudorato, anacronistico, le loro sentimentali amicizie da “guitti” da bar, da locande fumose dietro una pallida Luna, dietro gli sguardi di nuvole allegre nella siesta dei giorni migliori.
La loro poetica è incorniciata dentro il cameo autoparodiante di Willis e Schwarzy, quello che vuol fare il presidente.

Senza un attimo di tregua, loro, senza via di scampo, e danno ultimi addii a donne latine bellissime buttandola poi sul ridere.
I mercenari sono un po’ tutti dei Tool, l’emblema dell'”uomo” vissuto, un disastro col gentil sesso…
Impagabile caro Sly, mi tolgo il cappello, anche se sei uno “sbruffone” testosteronico col rimmel.

(Stefano Falotico)

 

Li attendiamo, di nuovo… anche se, Mickey Rourke, ci mancherà…

 

 

Firmato il Genius

 

 

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