Archive for November, 2017

Della vita sconsolante di oggi e del domani impervio, imperituro fra quest’umanità ancor nascitura


06 Nov

Mesto, poi irruentemente baldanzoso, passeggio in modo “negligente” in quest’umanità d’imbecillità vigenti e la vigilo, ben vigilando su me stesso, spesso così apatico in tal frastuono ove i clacson la fan da padrone e ove le donne (s)vestono in minigonna anche in pieno inverno, per attizzar gli sguardi “strombazzanti” dei maschi innamorati nel metrò. Uh, le mani morte, in questo perseverare di molestie e di sguardi a me indigesti, ove tutti voglion apparire e poco con me, remoto da questi ruffiani baciamani, emozioni vere spartire. C’è chi apre lo spartito e se la suona da sé, di lodi sperticandosi mentre io delle sue “musicali” ambizioni mi sbellico nel sapere che il suo è un ritmo troppo allegro del viaggiar in questo (mare)moto con poco brio sincero, mi dà i brividi, e lo schivo, rimanendo un uomo poco meschino a cui molte cose fan schifo. Sui social impazza la povertà morale più “invereconda” e tutti si accalorano per foto che diano “istantanei” piaceri di Mi Piace inutili quanto un caffè senz’aroma.

Mi distacco ed estranio sempre più da tali finte socialità, e aspetto un’altra puntata della vita migliore di queste collettive puttanate.

Sono poeta e artista, dunque di bocca buona in questo cattivo gusto che mi fa tanto pen(s)are.

Insopportabilmente, rimango autoctono in mezzo a tanta scomposta ilarità “macrobiotica”.

Siete voi i nati ieri…

Di mio, non rinasco mai, sono eternamente (in)stabile in questo vostro sonno poco amabile.

Non muto, sono però più emozionale di tanto chiasso, fracasso che mi sta sul “lazo”, forse sono pazzo, probabilmente non amo giocar a rubamazzo. E chi m’ammazza?

di Stefano Falotico

The Mask, da zero a mito, Kevin Spacey, senza maschera (?), da Oscar a sottozero…


03 Nov
THE USUAL SUSPECTS, Kevin Spacey, 1995

THE USUAL SUSPECTS, Kevin Spacey, 1995

Dopo lo scandalo Weinstein, si è scatenato il putiferio, com’era inevitabile. E non c’è giorno che passi che nuove “allegations” non emergano, colpendo nomi prestigiosissimi del firmamento hollywoodiano. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Dustin Hoffman, accusato di troppi palpeggiamenti. Ma, sicuramente, il nome che la fa da padrone è Kevin Spacey. L’attore, due volte premio Oscar, è stato accusato da Anthony Rapp di aver abusato di lui quando aveva 14 anni. E, nel giro di poche ore, come tutti oramai sanno, le accuse non sono finite certo qui. Un artista, adesso quarantottenne, su Vulture ha dichiarato platealmente che Spacey è un pedofilo, e si è scagliato contro l’interprete di American Beauty in maniera decisamente forte e insopprimibile.

Come accade in questi casi, su cui io mi astengo dall’esprimere un giudizio, la delicatezza degli argomenti e la loro scabrosità vengono affrontati in maniera gossipara, dunque assai superficiale.

Leggo articoli che vergognosamente difendono il comportamento imperdonabile di Spacey, definendo i suoi atti semplicemente come delle “normali” voglie di un uomo di potere. E liquidando gli accaduti definendo il tutto come un’imbrogliona messa in scena, una caccia alle streghe per screditare un uomo molto invidiato. Spacey, come sappiamo, dopo la prima accusa, ha fatto coming out e, sbagliando i toni, azzardando questa mossa inopportuna, ha dichiarato la sua omosessualità al mondo intero, facendo confusione fra pedofilia e sana diversità sessuale. Insomma, ha sbagliato in maniera clamorosa e non ha fatto altro che attirarsi ulteriori odi, da parte di chi non aspettava altro, non solo a Hollywood, per vederlo infangato, rovinato.

Netflix, dopo queste notizie, ha sospeso la produzione di House of Cards, la CAA ha licenziato Spacey, e la Sony Pictures ha ritirato la campagna dell’Oscar per la sua interpretazione in Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott. Mentre ancora non sappiamo cosa ne sarà del biopic su Gore Vidal che è attualmente in post-produzione con Spacey come protagonista assoluto.

Insomma, io non mi pronuncio in merito ma questi scandali ci aiutano a comprendere, come se già non lo sapessimo, quanto oggi si può essere miti e Re Mida e domani, non solo nessuno, ma ignobili esseri umani.

Addirittura, su Twitter, c’è chi si diverte a scegliere tutti i personaggi maniaci di Spacey, da Seven a I soliti sospetti, da Mezzanotte nel giardino del bene e del male a The Life of David Gale, etc, scrivendo che Spacey è stato un depravato non solo in molti film ma soprattutto nella vita reale.

E che, guardandolo sullo schermo, avremmo dovuto intuire prima che non recitava soltanto dei ruoli immaginari.

Un triste mondo. Che dire?

 

di Stefano Falotico

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