Franco Nero, un grande ad aver richiamato in servizio Benjamin L. Willard di Apocalypse Now? Eh no, Kevin… di The Life of David Gale…

04 Jun

franco nero spacey

don juan johnny depp

Per tutta la mia vita, pensai di essere Stefano Accorsi de La stanza del figlio, invece scoprii di essere Jung

Ora, a Cannes vedremo (voi, forse, io non posso andarvi…) Tre piani.

Ecco, Nanni Moretti ne sa di psichiatria e di istanze della personalità tanto quanto mia nonna paterna, ancora viva, sa dei suoi film. Cioè di quelli del regista di Io sono un autarchico. E ho detto tutto.

Sì, mia nonna ha sempre preferito Grecia Colmenares all’Es, all’Io e al Super… tu? Ah, Lex Luthor… V Superman? Ah, il superomismo. I maschilisti contro le femministe machiste. Senza h, esse sono come Maciste. Ah ah. Ah ah aspirata. Mi raccomando, donne di bocca buona! E gola profonda ansimante!

In passato, una tizia mi paragonò a Stefano Accorsi. Siamo infatti entrambi bolognesi. Sì, io e Stefano. Cioè la stessa persona? Ah ah.

In seguito al suo complimento, che però io presi per offesa, la lasciai e scaricai tutte le immagini, da Google, di Laetitia Casta desnuda. E ho detto tutto…

No, all’epoca, Stefano stava con Giovanna Mezzogiorno. Mentre io con chi stavo? Bravi. Ma allora siete dei geni, cavolo.

Sì, i più valenti e plurilaureati psichiatri della città felsinea mia natia tentarono di curarmi. Dopo pochi giorni di colloqui con questi tromboni (però, trombati e inculati, come si suol dire, da chi?) scoprii che erano frustrati come Marlon Brando di Don Juan De Marco… con Johnny Depp.

E ho ridetto tutto… Ah, fanno tutti i maestri d’amore, in verità conoscono solamente la teoria. In pratica, sono diventati psichiatri in quanto ex malati di mente e sessuali frust(r)ati. Sono difatti fissati col masochismo e coi traumi inconsci derivati da ex abusi rimossi. Mah.

Eh certo, per essere affascinati da Freud, certamente furono disturbati. Ne presero tante, eh già, di batoste. Lo presero, per dircela tutta, molte volte in quel posto. Sì, vidi uomini laureatisi in psichiatra, con una tesi su A Dangerous Method, finire ubriachi come Mickey Rourke di Barfly. Attraverso le ubriacature, diluivano ogni frustrazione. Mentre le rispettive mogli ubriacavano i loro amanti, amando nel rimanente tempo libero i film di Nanni.  Che nani, tali uomini affetti da onanismi, vale a dire seghe mentali e non. Verissimo, le loro donne traditrici, per non essere e apparire bagasce sino in fondo, avevano tutta la collezione in dvd dei film del Moretti. Si dovevano pur dare una calmata o un tono da intellettuali del cazzo, no?

Insomma, andarono tutti a parare su Faye Dunaway. E dire che furono sposati a una schizofrenica come Keira Knightley del film appena sopra citatovi. La curarono e, a mo’ di Fassbender, anche la in… arono?

Peccato che lei pensasse di essere la Knightley de La duchessa.

Io me la risi da matto/i e noleggiai Domino di Tony Scott. Piaciuta la freddura?

Comunque, Ulisse tornò a Itaca o a Troia? Siete dubbiosi? Quanto siete ignoranti! Be’, Ulisse andò con la maga Circe, con Nausicaa e con Calipso. Tornò a casa con una faccia di bronzo di Riace, detta altresì faccia da culo e di merda.

Nel frattempo, Penelope intessé la tela omonima o andò coi porci? No, coi proci? Ah, se la faceva pure coi froci? Capisco. Dai, su, era una brava donna. Leccava solo il Calippo.

Per colpa del mio affronto all’ordine psichiatrico, stetti per fare la fine di James McAvoy in Espiazione.

Sì, distrutti dalla mia grandezza, i capi psichiatri subirono una regressione infantile a mo’ di Saoirse Ronan.

Al che, inventarono una balla colossale per infangare la mia reputazione e spedirmi nella guerra delle quarantene… e dire che avevano tutti oltre i quarant’anni. Io assai meno. Dunque, furono pedofili?

Al che, in trincea guardai il film Hanna.

Sapete, in giro mi chiamano Django. Franco Nero è sposato con Keira Knightley di Espiazione in versione matura. Cioè Vanessa Redgrave.

Complimenti a Franco Nero.

L’unico che ha avuto le palle di scagionare Kevin Spacey da ogni falsa accusa puritana e moralistica figlia di un mondo bigotto e di Penelope. Ah ah.

Franco ha dato a Kevin, infatti, ne L’uomo che disegnò dio, la parte di un avvocato stronzissimo. Franco Nero è un genio.

Mentre io continuo a sostenere la mia tesi. Non di laurea. Ridley Scott fu, è e rimarrà un demente ad aver castrato e censurato Spacey da Tutti i soldi del mondo per colpa di quella storia lì… Ho detto Storia! Ah, che Odissea! E se Kevin si fosse suicidato? Che poteva fregare a Ridley? Lui sta con Gian(n)ina Facio!
Hai capito?

Uno, su Facebook, mi rispose: – Ha fatto benissimo. Doveva salvare il film, non ce l’aveva con Kevin.

 

Costui non ce l’ho più fra gli amici. Anche perché mi disse al telefono, urlandomi come Benito Mussolini: – Stefano, da adesso in poi, preferirei non parlarti, neppure su WhatsApp. Mi turbano i tuoi discorsi così troppo aperti sul mondo… Anzi, non scrivermi più. Sembri Johnny Depp di The Libertine. Però, ti tengo, ugualmente, su Facebook. Mi piace leggere i tuoi post. Sono intelligenti, arguti e provocatori, mi piacciono tanto. Mi offrono degli spunti…

Io, a questo qui, offrii invece degli sputi.

Concludo così.

Un tempo, assistetti a un pestaggio nullistico. Cercai di difendere il ragazzo picchiato a morte ma uno degli aggressori mi mise in guardia…: – Prova a toccarci e chiamiamo la polizia. Cioè le guardie. Guardati (al)le (s)palle!

La mia risposta: – Va bene. Così, oltre a quattro barelle per voi, tre poliziotti stanotte finiranno al traumatologico.

Finì che il ragazzo, pestato a sangue, fu medicato in ospedale.

Gli altri, purtroppo, malgrado i tentativi di salvarli nel reparto d’animazione, ora sono alla Certosa.

Non so se di Bologna o di Parma. Credo in tutte e due. Erano tanti, erano duri, erano forti, erano cazzuti.

Erano, ora non sono.

Decisi io.

E dissi, fra me e me, prima di distruggerli: così sia scritto, così sia fatto.

Parola di dio.

di Stefano Falotico

kevin spacey david galeSpacey Superman Luthor

Il DIVIN CODINO, Roby Baggio e il grande Douglas de Il metodo Kominsky: che io mi ricordi, non ho voluto fare né il gangster né il calciatore, forse volevo essere un attore ma sono un grande scrittore?

31 May

oldmansealevinsondouglaskominsky194361121_852801812253666_8011526694933697825_nEbbene, è uscito su Netflix questo film (?) assai discutibile su colui che, a tutt’oggi, viene considerato il più grande calciatore italiano di tutti i tempi, ovvero Roberto Baggio.

Non so se sia stato, dunque sia, il più forte di sempre.

Sapete, avrei potuto esserlo io se non avessi mollato. Tutti i miei ex compagni di squadra nutrirono great expectations alla Charles Dickens su di me. E credo di averli invece delusi enormemente.

Ora, fu un Paradiso perduto? Forse ritroverò il mio Bob De Niro o Alec Guinness? Un benefattore che comprerà tutti i miei libri affinché non diventi un fan di Sally firmata da Vasco Rossi e cantata anche da Fiorella Mannoia?

Sono molto autoironico, eh sì, penso di essere sapido e non me la tiro da saputello. Sì, però, quante ielle. Ne persi di belle… occasioni, che coglioncello…

E dire che qualche malalingua pensò che fossi Christian Bale di American Psycho quando invece, al massimo, posso essere quello di The Fighter. Sebbene giammai mi drogai.

Vi fu un tempo in cui pensai che sarei davvero diventato the greatest football player of all time. Chi mi conosce e soprattutto mi conobbe, eh già, sono ancora qua? No, sa che non sto mentendo.

Comunque, Sussudio è una grande canzone. Ah ah.

Venni… paragonato a Edson Arantes do Nascimento, detto Pelé, e ad Andrea Di Stefano? Il regista di Escobar: Paradise Lost? No, ah ah, fui paragonato ad Alfredo Di Stéfano.

Nel paese natio dei miei genitori, un ragazzo soprannominato “il toro”, lui stesso considerato un enfant prodige straordinario dell’arte calcistica, anche lui purtroppo non divenuto nessuno, mi vide giocare a Calcio e, dopo cinque minuti, andò da tutti i ragazzi del Bar Centrale a dire che Diego Armando Maradona era un nano in confronto a me.

Be’, lasciai il Calcio e divenni un ammiratore sfegatato di Robert De Niro e di Benicio Del Toro, il Che per Steven Soderbergh, il regista di Traffic.

Be’, amici, se volete ridere, riflettere, farvi insomma due risate in maniera goliardica, unendo l’utile al dilettevole, cioè il godereccio divertimento satirico a una lettura spero godibile anche intellettualmente, vi lascio… a questo pezzo: http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2021/05/nel-2021-in-italia-produciamo-e-realizziamo-ancora-roba-come-il-divin-codino-ma-quale-lamartire-solo-io-ovvero-il-martire-o-uomo-di-marte-puo-raccontarvi-chi-e-il-piu-grande-football-player-nostr/

Piaciuto il pazzo? No, volevo dire il pezzo.

Che ne pensate invece di questa cover? Se cliccherete, potrete leggere anche l’anteprima. Vi offro persino i primi tre capitoli. Presto anche in cartaceo e audiobook.

I grandi film sul Calcio sono pochissimi. A me fa venire l’arrapamento, ah ah, L’allenatore nel pallone.

Che pensate inoltre del monologo non di Christian Bale nel succitato film della Harron, bensì di Michael Douglas ne Il metodo Kominsky 3, ep. 5? Alla faccia del finale irreale di Titanic.

Cosa succede davvero nel momento in cui arriva la morte… Poi, nel bellissimo episodio di questa final season, Mike dice: il mio sogno era fare l’attore. Quando poi non si è avverato…

Ecco, detto ciò, sono sicuro di non essere Baggio ma non sono sicuro più di nulla. Come si suol dire, volevo la bicicletta? Amici, non so se reggerò lo stress della responsabilità che ora ho. Sbaglierò il rigore?

Signore signori, sono un filosofo come Aristotele(s)? Ah ah.

Insomma, mi spiace per i miei haters. Che figuraccia.

di Stefano Falotico

Ah ah ah!

29 May

In questa società, io riconosco le mie colpe, ammetto i miei sbagli e, come dico io, i miei sbadigli. I miei esistenziali assopimenti. Mentre molta gente censura, ricatta, boicotta e, con le intimidazioni, vuole piegarti al loro solipsismo, al loro egoismo, al loro arrivismo. Come vedete, posso fingere di aver accettato le regole ma, al solito, riacquisisco coscienza e mi ribello giustamente. Sono infermabile e vero, cari esseri falsi, bugiardi, mentitori che vi spacciate per influencer e mentori. Siete deboli e patetici. Vi leccate in modo vergognoso, vi appoggiate in modo schifoso.idolo

Nel 2021, in Italia produciamo e realizziamo ancora roba come IL DIVIN CODINO? Ma quale Lamartire, solo io, ovvero il martire o uomo di Marte, può raccontarvi chi è il più grande football player nostrano di sempre

28 May

ildivincodino

Ebbene, ho terminato finalmente l’editing del mio prossimo libro, vero masterpiece mai letto poiché ancora non è stato pubblicato, eh eh. Presto, spero lo leggerete e soprattutto lo acquisterete. In quanto, a dircela tutta, sebbene ultimamente venga spronato a darmi al buddismo, credo che opterò per una vita monastica però non giudeo-cristiana. Ah ah. Non ho mica i soldi di un calciatore per piacere al mondo di Instagram. Ah ah. Dunque, la vedo dura e le donne il mio non lo vedranno, diciamo, durissimo. Mah, secondo alcuni, ci si indurisce, prendendolo in quel posto.

Non vi faccio ridere? Invece, dovete e dovreste ridere e non più deridermi. La vita per molto tempo non mi arrise, se vogliamo dircela onestamente, perlomeno non mi sono ridotto come la cantante Arisa. Ah ah. Il riso abbonda sulla bocca degli stolti? Non lo so. Di mio, so soltanto che mi piace il riso agli asparagi, meglio con le patate. Sì, più ci sono patate e più viene voglia… di ridere. Specialmente di non fare… il monaco buddista oppure di darsi all’eremitaggio a mo’ di John Rambo del terzo capitolo della saga di First Blood. Ho detto saga. A proposito, miei cristiani, Cristiano Ronaldo c’è nella nuova Fifa, ho detto Fifa, della PlayStation? Ai miei tempi andava la console Sega Mega Drive. All’epoca smanettai parecchio con essa, alternando il Joy Pad ai giochi balistici… da me molto amati con Valeria Marini e Alba Parietti di Serata mondiale. Ragazzi e ragazze, tenete durissimo, se vi segheranno, ok? Ah ah. Non demoralizzatevi se la vostra insegnante vi dirà: vai segato.
Significa che non è una milf ma Pier Paolo Pasolini, ah ah.

Ah, furono nottate godibilissime in cui, fra un movimento pelvico della Valeriona nazionale, qualche valeriana a mo’ di calmante ormonale, le scosciate dell’ex principessa di Galagoal, ovvero la Parietti de Il macellaio che fu di Gianluca Vialli durante i precedenti mondiali svoltisi in Italia per cui tutti sventolammo il tricolore, tifando sfrenatamente per lo scugnizzo Antonio de Curtis, no, Totò Schillaci, seguendo coast to coast le telecronache in fuso orario direttamente da Pasadena, facemmo l’alba…

Alba con la a minuscola, inserita qui in maiuscolo poiché apre… la frase.

La Parietti è sempre stata una donna dai quadricipiti più sviluppati di Carolina Moace, donna dai muscoli… molto amati dall’italiano medio accalorato nello Sport nazional-popolare da Christian Vieri. E ho detto tutto, no?

Eh sì, mei Signori… Beppe. L’Italia è l’unico Paese al mondo ove, dopo essere stati ammorbati dal comeback assai attempato dalla Sabrina Salerno degli anni cinquanta, ovvero Sophia Loren con l’improponibile La vita davanti a sé, le donne si dividono in due categorie. Quelle, cioè, appartenenti alle nuove Jo Squillo e Salerno di turno… ché oltre le gambe (non) c’è di più e quelle che, pur avendo tre lauree in astrofisica, in Lettere moderne e in Medicina con specializzazione in Cardiologia per i maschi repressi loro fidanzati adoratori di J. Lo e Dua Lipa, non venendo… inc… ate per l’appunto nemmeno dai loro morosi frustrati, essendo rimaste disoccupate come delle fesse di sorrata, malgrado conoscano ogni Lingua del mondo tranne quella di un uomo, se a mo’ di Diane Keaton de Il dormiglione, non riescono inoltre a trovare un arrapato bruttino come Woody Allen, ecco che si danno a Io sì di Laura Pausini.

Ecco, gli italiani brava gente di bava, eh eh, non riescono a spiegarsi il successo di una cantante mediocrissima come la Pausini. Una che non ha la voice di Frank Sinatra al femminile, non è sexy come Lady Gaga e Miley Cyrus, è lontana anni luce dalla Maddalena, no, dalla Ghenea di Youth House of Gucci, eh eh, ma in compenso ha dei polpacci più grossi di Franco Baresi e di una comare fanatica di Padre Pio di Pietrelcina e San Giovanni Rotondo, insomma, una tonta da pellegrinaggio a Medjugorie.

Sì, la Pausini è un mistero di Fatima ma se la tira da fata. Ma chi se le tira su questa? Forse Woody Allen de La dea dell’amore? Ah ah. Comunque, il suo mistero è presto spiegato: gli uomini sono rimasti quegli zotici di Abbronzatissimi Fratelli d’Italia à la Jerry Calà, ah ah. Eh sì, miei baccalà.

Al massimo, se si sono leggermente “elevati”, lavorano in radio come Fernando Croce di R 101. Il quale, pur possedendo una bella voce, sa solo parlare di Diletta Leotta.

In tale Il divin codino, l’arcangelo Gabriele, no, Andrea Arcangeli interpreta Roberto Baggio ma assomiglia tutt’al più a Mattia Destro.

Mattia giocò, per alcune stagioni, nel Bologna Football Club 1909. Fu una delusione enorme. Mio padre, tifoso rossoblù da una vita, pur essendo nato in meridione, in quel periodo assomigliò a Robert De Niro di The Fan.

Spesero milioni per acquistare Mattia ma si rivelò un bidone.

E dire che, qualche anno prima, mio padre s’illuse che il Bologna fosse tornato lo squadrone che tremare il mondo fa in virtù delle prodezze di Marco Di Vaio. Lui, sì, un gran campione.

Nel Bologna militò anche colui che passò ad Alex Del Piero il pallone nella semi-finalona del 2006 contro la Germania, ovvero Gilardino. Un bravo guaglione!

Da giovane, mio padre adorò Gianni Rivera, poi si diede alle interviste di Gianni Minà. Oggi come oggi, mio padre è in pensione ma non fu, non è e non sarà mai un panzone oppure un Balanzone!

Prima d’incontrare mia madre, la quale lo salvò dal suicidio quasi sicuro, pare che mio padre assomigliasse molto a Stefano Accorsi di Radiofreccia.

Le rovesciate di Bonimba…

Eh sì, andava matto anche per Boninsegna. Ma, dinanzi al Brasile di Pelé, a Messico 70 pianse tanto.

Nonostante, esultò per l’illusorio goal di Del Piero, no, di Rivera di quel mitico Italia-Germania 4-3.

Nel 1994, contro il Brasile di Romario e Taffarel, Roberto Baggio incarnò il ritornello celeberrimo di Francesco De Gregori:

Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è da questi particolari che si giudica un giocatore, un calciatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.

La leva calcistica del ‘68! Grande canzone!

Io sono fuoriclasse del ‘79. Non credo però, a differenza di Taffarel, che sia stato dio a premiare il Brasile. Io sono ateo.

D’altronde, i brasiliani hanno la statua del Redentore a Rio de Janeiro, non possiamo compatirli e biasimarli se sono scaramantici come quelli di Napoli… Così come non solo Maradona concepì La manos de dios. Perfino Paolo Sorrentino!

Mi ricordo che nell’anno 1994 fui psicologicamente a pecora. Dopo l’espulsione di Zola contro la Nigeria, pensai che non ce l’avrei, no, avremmo fatta. Ma poi arrivò qualcosa di divino. Per dirla alla Arrigo Sacchi, di straordineeerio! Una scalata e una rimonta impensabile. Vincemmo contro la Nigeria grazie a Baggio, vincemmo contro la Spagna grazie a Baggio, vincemmo contro la Bulgaria grazie a Baggio. Come si suol dire, scusate la volgarità, quando hai in squadra uno così, grazie al cazzo!

Perdemmo però la finale non per colpa di Baggio. Perdemmo perché anche i geni sbagliano.

Comunque, tornando a me, come vi ho detto all’inizio di questo mio scritto, pubblicherò un libro intitolato Bologna Hard-Boiled & l’amore ai tempi del Covid.

Sapete, io sono modesto e penso che sia un brutto libro. Non è comunque vero che ancora non l’abbia letto, in anteprima, nessuno. Ora, io voglio tanto bene a Roby Baggio ma, con buona pace all’anima anche di Diego, ci sono due persone nella storia capaci di fare qualcosa del genere al mondo, cioè Lionel Messi e poi, secondo voi, chi? Anzi, Lionel Messi non sa scrivere.

Dunque, cara Tiziana Lamartire, sai che cos’è il vero Cinema, sai che hai girato una stronzata colossale, sai che ora mi girano davvero le “palle?”. Non potete permettere che io mi ammazzi e lasci il mondo in mano a questa gente.

Dai, cerchiamo di affrettarci e di non arrivare in zona Cesarini. Questo libro sarà un bolide imparabile. Ah ah.

Sì, non conosco molto Socrate(s) ma sono come il grande Aristotele(s).

Sì, spesso vorrei spaccare la noce del capocollo a tutti come Lino Banfi.

La gente non sa usare la stilografica. Insomma, non ha stile.
La gente è invidiosa e mi vorrebbe in B Zona!
Ora, grandi stalloni italiani, scemotti, donnacce e coglioni, tromboni e falsi professoroni, non è che di fronte a me farete la fine di Speroni?

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

falotico_bologna-STORE

 

Burbanza inquisitoria, requisitorie, la retorica, le oche, il superomismo e le indagini aleatorie

23 May

Prove tecniche di trasmissione? No, di copertina.

J’Accuse, atto accusatorio ineludibile della mia ricerca di giustizia inestinguibile.

Bologna HARD BOILED & l’amore ai tempi del Covid, miei prodi.

Chi mi ama così come sono non mi persegua ma mi segua. Chi necessita di biglietti di giustificazioni, eh già, soffre d’indisposizione genetica.

Io insisto e, imperterrito, la mia strada perseguo, inseguo.

(In)Seguitemi, ah ah!

136178440_409456910166368_4135338340466623268_n

di Stefano Falotico

 

187758490_250669590142042_1739236961249358899_n

In My Letter To You, a mo’ di Bruce Springsteen, attraverso i trailer dei film con De Niro dell’ultima decade, vi racconto che (non) sono andato a letto presto

22 May

de niro truffa hollywood

Credo, in tutta sincerità, che l’ultimo album di Springsteen sia molto bello, mai sdolcinato, sempre ottimamente bilanciato fra sana retorica, un pizzico di rabbia da lui giammai persa, sebbene asciugata nella maturità che voi scambiate per patetica vecchiaia che v’induce a brutti, screanzati detti come ok, boomer…

Sì, credo che di Bruce ce ne sia soltanto uno, un po’ forse stagionato ma per niente obsoleto od annacquato.

Bruce Willis gira oramai, infatti, soltanto filmacci dalle trame più prevedibili dei film, per modo di dire, col pornoattore Bruce Venture.

Quest’ultimo non può rivaleggiare con me. Per purissimo pudore e contegno morale, non desidero sfidarlo nelle sue performance ma credo che, da un eventuale confronto nudo e crudo, ne uscirebbe spompato e assai ridimensionato.

Insomma, duri come Mark Wahlberg di Boogie Nights mi fanno un baffo da Tom Selleck d’annata, ah ah.

Ecco, sino a un paio di anni fa, mi misi alla ricerca di Jack Kevorkian, detto Il Dottor Morte, interpretato da Al Pacino in un omonimo (almeno nel sottotitolo italiano) biopic per la HBO.

Ma non si doveva parlare di De Niro?

Sì, scusate. Vedete, a volte il mio cervello abbisognerebbe di essere spento. Staccate la spina, per piacere, ah ah.

Detto ciò, non sono però la protagonista della canzone Janey Needs A Shooter del Boss e neppure Hilary Swank del finale di Million Dollar Baby.

Debbo riconoscere che son un vecchietto niente male, eh già, Walt Kowalski di Gran Torino se la suderebbe non poco contro di me. Ah ah.

Spesso, sapete, ho l’impressione di essere invece il ragazzo che, alla fine del succitato capolavoro ineguagliabile di Clint, malgrado ogni tragedia e tante amarezze occorse a lui e specialmente a sua sorella, memore dei film di Sergio Leone e soprattutto della battuta pronunciata da Lee Van Cleef in Per qualche dollaro in più, ecco, parafrasandolo/a… sei diventato ricco e te lo sei meritato.

Ribaltata, diciamo(la) più francamente: sei diventato povero e non te lo sei meritato, ah ah.

Ecco, nel periodo soprastante, ho volutamente tentennato in merito al perfetto italiano ma, nel periodo riguardante i miei ultimi dieci anni di vita, devo confessarvi che fui estremamente sicuro che mi sarei suicidato. Vedete come passo, con grande facilità, dal passato prossimo a quello remoto? Sono un verbo imperfetto e in me incarnato?

Procediamo con un calmante? No, con tutta calma.

Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster come Henry Hill/Ray Liotta di Quei bravi ragazzi?

No, non volevo essere pazzo ma, a causa di bullismi esasperanti, mi svegliai un bel giorno, insomma, bel giorno un ca… o, eh eh, in una suite del Baglioni di Bologna, no, su uno scassato letto di ospedale.

In quel periodo in cui fui attorniato da infermieri ignoranti e da discutibili medici col camice bianco ma con l’anima poco immacolata, per compensare i miei psicologici scompensi, rividi in continuazione il trailer di Sfida senza regole. Dal primo sguardo rivolto a esso, compresi subito che non mi trovavo di fronte a Heat di Michael Mann. Ma la speranza, come si suol dire, è per l’appunto l’ultima a morire.

A meno che non vedi il suddetto film pronto e impacchettato, malamente doppiato e distribuito, in una multisala dalle parti di Faenza.

Al che, comprendi che tanta febbricitante e delirante (è il caso di dirlo) attesa, potevi risparmiartela. Risparmiando, peraltro, anche gli 8 Euro del biglietto strappato da una maschera più brutta di quella indossata da Robert Pattinson in The Batman di Matt Reeves.

A voi pare figa come una delle attrici con cui lavora Bruce Venture? No, a me pare rifatta. Insomma, è poi la stessa cosa, no? Ah ah. Sì, è tutta plastificata.

Comunque, sebbene Righteous Kill sia un film più che mediocre, lo riguardai altre mille volte per convincermi che fosse avvenente come Carla Gugino.

Be’, non si può dire che sia attraente come Carla in Sin City e in Jet.

Però, Sfida senza regole è carino, tutto sommato, come Jessica/Trilby Glover.

La Glover non è sexy come Jessica Alba di Machete, dai!

Inoltre, dalla mia situazione d’impasse, me la cavai come Ed Norton di Stone?

No, fu un periodo di ménage à trois non fra De Niro, Milla Jovovich e Norton stesso. Bensì fra me, la mia immagine allo specchio e un rendervous col prossimo film con De Niro.

Che vita, eh? Ah ah.

Per superare la mia depressione abissale, dovevo assolutamente diventare Bradley Cooper del secondo tempo di Limitless. Comunque, non mi drogai.

Potei solamente duellare virtualmente col mio acerrimo nemico e rivale storico à la Stallone de Il grande Match per illudermi di essere De Niro palestrato, non rovinato, di Toro scatenato.

Comunque, mi assunsero come stagista inaspettato per dare lezioni di vita non ad Anne Hathaway di The Intern (magari, eh), bensì a Jennifer Lawrence di Joy.

Che culo!

No, a parte gli scherzi, per molto tempo pensai di essere un ciarlatano come De Niro di Red Lights, invece, con mio sommo stupore, scoprii davvero di essere un fenomeno paranormale a cui piace Elizabeth Olsen.

Volete, per questo, rendermi cieco? Ah ah.

Sì, lo so, non sono Travis Bickle di Taxi Driver & Rupert Pupkin di Re per una notte, non sono né Bill Murray né Joker. Neanche Franklin Murray.

Forse sono però davvero il protagonista di The Comedian.

Sì, la mia lei è come Leslie Mann.

Quindi, andate a dire a John Travolta di Killing Season che la guerra è finita e non deve portarmi rancore se lui non capisce Il lato positivo di David O. Russell e io dunque severamente lo sgrido.

Presto, uscirò col libro Bologna Hard Boiled & l’amore ai tempi del Covid.

Secondo il mio editor, ho detto editor e non tutor, questo mio libro è qualcosa d’immane. Invero, per far sì che non mi montassi la testa, ho detto testa, mi disse “solo” che è l’opera di un genio.

Sì, credo che sia un grande libro. Io sono però realista… venderà dieci copie.  Dunque, se qualcuno non mi reggerà il gioco, cioè la mia lei o un vero amico, vi scriverò una lettera d’addio…

 

di Stefano Falotico

Sconsigliando youtubers: Mr. Blanc & Depresso Caspico

20 May

Altri due personaggi, apparentemente giovani, forse anagraficamente che, dietro le tastiere, offendono a man bassa. In modo bassissimo.
Questi sono i prodotti della vostra società.

Complimenti.depressocaspico depressocaspico 4 depressocaspico 3 depressocaspico 2

Una settimana impegnativa: reunion inaspettate, il Cinema rivive con Joe Wright, DiCaprio e De Niro, inoltre intervisto Dario Greggio!

17 May

joe wright donna finestra

Sono stanco che parliate di Tarantino. Dovreste scoprire, finalmente, quel genio che è Joe Wright.

Regista di altra pasta, coltissimo, lui citazionista in modo non futile e bambinesco. La donna alla finestra è stato contestato da tutti per il suo finale ritenuto assurdo.

Siete sicuri che sia improponibile? Anna/Amy Adams soffre di agorafobia. Allora, come ha fatto ad uscire di casa per sfuggire alle grinfie del maniaco? Giocoforza, come si suol dire, per salvarsi la pellaccia, ha dovuto superare il suo disturbo con un atto di violenza involontario.

Per questo, paradossalmente, è riuscita a curarsi. Ma voi dimenticate sempre i dettagli. I dettagli sono imprescindibili.
Parimenti, so che reputate i miei filmati decisamente insensati. Ne siete sicuri? Osservateli attentamente e scoprirete, tra le fighe, no, righe, i miei omaggi da cinefilo di razza. Lavori certosini, studiatissimi, ove ogni inquadratura non è mai messa alla ca…o, cioè a caso. Eh eh.

Nel frattempo, Robert De Niro ha subito un infortunio sul set di Killers of the Flower Moon. Nessun problema, però. Bob è riuscito a superare un grave cancro alla prostata. Dunque, è immortale come Freddy Krueger di Nightmare, ah ah. Cape Fear docet, ah ah.

A fine anno, girerà anche About my Father con Sebastian Maniscalco, alias Crazy Joe Gallo di The Irishman.

Intanto, ho intervistato anche un mio amico ritrovato a proposito di Pupi Avati.

Non in tanti, effettivamente, sanno che Edward Furlong, cioè John Connor di Terminator 2, l’unico John Connor memorabile, ha lavorato perfino con Avati per I cavalieri che fecero l’impresa.

Comunque, bella impresa essere riuscito a recitare con un altro Edward, cioè Norton, per American History X. Ed essersi ridotto con la panza neanche a quarant’anni, caro Furlong. O no?

Sempre parlando di Terminator, chi oramai non conosce Ezio Greggio? No, Dario. Dario Argento?

Epica la mia incursione in tale livestreaming. Del tutto imprevista e non calcolata.

Oggi, devo lavorare all’editing del mio nuovo libro Bologna Hard-Boiled & l’amore ai tempi del Covid.

Mentre domani non sarò a Bologna a “causa” di un viaggio di lavoro? No, di piacere. E ci richiamiamo al titolo suddetto.

Ah, io me la sudo. La vita è dura, bisogna indurirsi…

E ho detto tutto.

Anzi no. Adolf Hitler aveva paura di un solo uomo. Quest’uomo fu Winston Churchill.

Alla pari del grande Gary Oldman, se qualcuno osa abbattermi coi suoi ricatti, io non mi arrendo. Anzi, incito la folla delle macchine ribelli? No, io urlo We Shall Never Surrender!

Se siete disturbati e non accettate questo, io vi dico NO HAY PROBLEMA! Ah ah.

A differenza di Furlong, ho quasi 42 anni ma un altro aspetto. O no?

Ho sempre adorato i colpi di scena.

 

di Stefano Falotico

Come dicono a Bulagnasocmel che cartola!american history x furlong nortonterminator 2 furlong schwarzy

Sconsigliando canali YouTube: un personaggio apparentemente integerrimo e finemente cinefilo, come no!

16 May

Osservate questi due screenshot. Fin qui, niente di male, giusto? Anzi!
Poo, osservate il terzo. Ah, ma è un criminale leone da tastiera! Azz!

casino endingmr xzanders

 

 

 

 

 

sanders

Io adoro JOE WRIGHT! Che forza impressionante, che forza della natura!

15 May
LONDON, ENGLAND - DECEMBER 11: Director Joe Wright attends the UK Premiere of "Darkest Hour" at Odeon Leicester Square on December 11, 2017 in London, England. (Photo by David M. Benett/Dave Benett/WireImage)

LONDON, ENGLAND – DECEMBER 11: Director Joe Wright attends the UK Premiere of “Darkest Hour” at Odeon Leicester Square on December 11, 2017 in London, England. (Photo by David M. Benett/Dave Benett/WireImage)

Ecco, se c’è un regista che io amo e venero particolarmente è Joe Wright. Secondo Francesco Alò di Bad Taste, per La donna alla finestra non è stato right, bensì wrong. A mio avviso, Francesco ebbe torto, è puro Wright davvero giusto.

The Woman in the Window doveva essere uno dei titoli di punta della scorsa stagione cinematografica pre-COVID-19. Ora è finito su Netflix in un periodo (s)morto e non riceverà nessuna nomination agli Oscar poiché la 20th Century Fox, dopo aver visionato il film di Wright, dopo aver peraltro pensato inizialmente che possedesse le carte in regola per rappresentare uno dei suoi filmoni di maggior appeal qualitativo, dopo i fallimentari screening test, optando quindi come detto per lo streaming anche giocoforza a causa della pandemia, si è trovata adesso fra le mani una pellicola considerata sbagliata perfino dalla Critica mondiale.

Che ha subissato di offese soprattutto il suo finale, reputandolo scombiccherato, improponibile. Per l’appunto impresentabile. La Critica non è attenta, però, ai dettagli. Il ragazzo, a pochi minuti dall’inizio del film, starnutisce in una scena cruciale. Il suo starnuto è l’espressione involontaria della paura del padre “orco” interpretato da Oldman? Non credo. Non credete anche voi se il film vedeste, anzi state rivedendo col senno di poi? No, non ho fatto spoiler. Fra poche righe, sì. Anzi, nella seguente immediata, eh eh. Non mi venite a dire che capiste subito che il mostro era il ragazzino perché non vi crederebbe neppure il poliziotto di questo film. Più suonato di mio nonno materno purtroppo deceduto. Il quale, dopo aver dato fiato al trombone nella banda del suo paese natio alla festa del santo patrono San Michele, tornava a casa distrutto, con le trombe di Eustachio massacrate per colpa dei fuochi pirotecnici ancora scoppianti-scoppiettanti, e non riusciva a riconoscere sua moglie, cioè mia nonna. Anche lei defunta. Scambiandola per Julianne Moore, anzi per Jane Russell. Il mattino dopo si riprendeva e osservava mia nonna, pensando fosse la Madonna. Mio nonno era comunque un uomo lucido. Non scambiava mai Marilyn Monroe per Jayne Mansfield, neppure Kim Novak per Grace Kelly. Appena le vedeva, infatti, sapeva distinguerle immantinente. In effetti, registrava non i loro film sulle VHS, non essendo state quest’ultime, alla sua epoca, ancora inventate, bensì sul diario. Ove annotava su chi aveva praticato autoerotismo durante le notti in bianco con mia nonna.

A parte gli scherzi, mia nonna era una donna di classe come Keira Knightley di Orgoglio e pregiudizio, Anna Karenina ed Espiazione. Mia nonna era cinefila, sì, prima di morire aveva visto questi tre film succitati di Wright con Keira. Ma si rivide molto anche nella Knightley di A Dangerous Method del Cronenberg. Sì, credo che mia nonna fosse stata pazza prima di incontrare Jung? No, mio nonno.

Mio nonno sapeva come curarla quando non sapeva interpretare i sogni che poi voleva giocare, di Smorfia, al Lotto. Le diceva:

– I sogni sono folli, tu sei folle. Non giocarteli e non giocarti la vita. Giochiamo nell’altra stanza. Decidi tu se a briscola o a scopa.

 

A molti, insomma, non è piaciuto La donna alla finestra e hanno considerato tale opus di Wright un passo falso, alla pari di Pan – Viaggio sull’isola che non c’è.

Mah, secondo me sbagliano. Sono gli stessi che reputano Hook – Capitan uncino di Spielberg e Neverland di di Marc Forster as pellicole orribili.

Ora, tralasciamo Carl Jung. Il quale peraltro non assomigliava per niente a Michael Fassbender. Parliamo di Viggo Mortensen? No, di Sigmund Freud, ah ah. Come so io, voi no, in quanto non sapete nulla di psicologia, una persona diventa psichicamente malata quando il suo io non è in grado d’imbrigliare le idee rimosse. Al che, la mente del malato in questione crea un delirio per compensare i traumi e/o i lutti incolmabili a cui, razionalmente, non può dare una spiegazione plausibile.

Questo procedimento è attuato da DiCaprio di Shutter Island? No, dal 90% dell’umanità. La quale pensa di essere sana poiché non ama il film sopra citatovi di Spielberg, credendosi oltre che savia, ah ah, matura. In verità, è invecchiata nell’anima. Perciò cinica, arida, mostruosa, in una parola inutile.

Vi fornisco un esempio: è ovvio che, se siete stati giovani ai tempi dei Beatles, oggigiorno considerate bambagioni i ragazzi che ascoltano Irama.

I vostri figli, cioè su per giù la mia generazione, è cresciuta coi dettami culturali imposti, volontariamente e non, anche soltanto a livello inconscio, da voi… padri della psicanalisi? No, padri padroni.

In questi mesi di pandemia, anche prima a dire la verità, ho visto a mo’ di Allen Ginsberg, eh sì, le migliori menti della mia generation perdersi nel distanziamento sociale. Anziché vivere la loro età, ragazzi e ragazze si sono preoccupati di apparire fighi su Instagram. E, nell’attesa di due like in più, hanno escogitato metodi atroci per realizzare nuove foto e video sexy per piacere alla virtualità. Nel frattempo, perdevano le loro giornate.

Col Covid, la gente si è distratta dalla noia esistenziale, realizzando livestreaming o videochiamate. Alcuni anche video-chiavate. Altri, hanno rivisto i film di Hitchcock. Ora che siamo in zona gialla, essendosi queste persone suddette, purtroppo, assuefatte a tale lungo mood o modus vivendi impostoci, stanno continuando a essere agorafobiche come Amy Adams… Cioè, il Covid ha rappresentato per loro soltanto un alibi per non ammettere a sé stesse che, già prima dell’avvento del Coronavirus, preferivano farsi i cavoli loro, giudicando semmai i film di Wright ma non avendo le palle per provare a girare, eh già, non dico Atonement, bensì un cortometraggio con gli amici.

Naturalmente, se appartenete a questa patologia, no, tipologia di persone… avete smesso di sognare. Per cui Hook non può piacervi. Prendetemi pure per bambino, continuo a pensare d’infermità mentale, no, fermamente che Hook sia meraviglioso.

Inoltre, non posso dire di non amare Quentin Tarantino. Mi diverte, è intelligente, certo…

Ma Joe Wright, Hitchcock, Brian De Palma, La donna che visse due volte e il grande Bob De Niro mi appartengono di più. A volte sono un trasformista come Gary Oldman. Se la tirannide di persone come Adolf Hitler mi vuole uccidere, io recito loro questo pezzo: We Shall Never Surrender!

Tratto dal finale di Darkest Hour.

Sapete, nella mia vita incontrai ragazzi e ragazze come Saoirse Ronan di Hanna e di Atonement che inventarono balle su di me. Essendo costoro ignoranti.

Il mio correttore di bozze ha appena terminato di leggere il mio prossimo libro, intitolato Bologna Hard-Boiled & l’amore ai tempi del Covid.

Mi ha confidato che prova vergogna per me? No, si è messo a piangere perché pensa che anche lui, oltre a me, diventerà famoso anche se non subito. Fra cent’anni, a sua detta, quando io sarà morto, la gente leggerà ancora il mio libro.  E quando sarà triste, quando si sentirà sola, quando vorrà morire, rileggendo le mie parole, coglierà di scaturigine ribelle, nei loro cuori, una forza potentissima, immane, devastante!

Sono tempi bui, mai come oggi abbiamo bisogno di gente come Joe Wright.

Mai come oggi siamo stanchi dell’omologazione, siamo stanchi del passato, siamo stanchi della vecchiaia, siamo stanchi di essere abbattuti dagli idioti.

Abbiamo bisogno di qualcuno che rompa le regole. Non solo cinematografiche.

Questo è the New World! Questa è la nostra vita e non permetteremo mai più a chicchessia di decidere per noi il nostro destino! Io lo scoprirò, io lo distruggerò, io lo farò piangere, io lo punirò per voi, io lo massacrerò!

Sta già urlando di terrore!

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)