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Russia-Arabia Saudita, inizia l’idiozia mondiale, ed ecco la mia sitcom


14 Jun

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Immaginate questo mio scritto come una situation comedy con le risate registrate.

Cinismo puro.

Sì, fra pochissimo inizierà il Mondiale più ricco della storia. Visto che c’è gente che vuol far morire di fame donne e bambini, hanno allora pensato di dare cinquemila milioni di dollari a Robbie Williams per cantare la canzone inaugurale. Williams per l’occasione è dimagrito tre chili, insomma si è guadagnato la pagnotta.

Ah ah.

Williams è un ragazzo d’oro, buono e caro, infatti Rachel Hunter, una figa sesquipedale e anche una troia universale, dopo essere stata con Rod Stewart, è stata con Robbie e dopo l’orgasmo sullo yacht hanno cantato Rhytm of My Heart.

Ah ah.

Sì, si sta giocando Russia contro Arabia. Dopo che per anni Gorbaciov salvò il suo Paese dai gulag, adesso in Russia adorano Tom Cruise e stasera vogliono trivellare questi emirati. Perché il petrolio rende ricchi e hanno capito che devono vincere a livello planetario.

Ah ah.

L’altra sera parlavo con una su Facebook. Dice che è cinica, adora essere palestrata e sta con uno più ricco di lei che è poligamo. Insomma, in “famiglia” sono tutti e tutte a cazzo duro…

Ah ha.

Io credevo all’amore quando avevo tredici anni, poi scoprii la ragazza di cui era innamorato con un bullo di periferia e vidi i due alla baracchina dei gelati che giocavano a un videogame di guerra, con lei che leccava la crema e un’altra che leccava il “joystick”. Sì, quest’ultima disse che quei botti del videogioco la eccitavano e lui si sentiva un cazzuto marine. Adesso sono brave persone, guardano i film con Checco Zalone.

Ah ah.

È uscito il trailer di Dumbo di Tim Burton. Spesso da piccolo, i miei lavoravano e la mia vicina di casa mi faceva da balia. Mi educava benissimo, credetemi. Mi faceva sempre vedere l’originale e mi diceva… hai capito la morale del film? L’elefantino, deriso e maltrattato da tutti, alla fine vola alto e li manda a fare in culo. Sua figlia si è sposata con un saldatore e assieme guardano, alla domenica, Barbara D’Urso, per rilassarsi con imbecillità micidiali dopo una settimana di merda in cui non hanno mai trombato.

Ah ah.

Le donne sono come il gioco d’azzardo. Puoi anche sbancarle, ma poi ti arriverà il recupero crediti di Equitalia. A meno che tu non sia Berlusconi, e ti accuseranno di averle molestate perché volevano la poltrona. Poi, c’è la terza possibilità. Potete trovare anche una moralmente imbattibile, sì, perché è frigida.

Ah ah.

Gli uomini non sono da meno. Da piccoli giocano ai soldatini con gli indiani, da grandi diventano dei soldatini se accettano una vita impiegatizia, oppure indiani se amano il suicidio. C’è anche la terza possibilità. Alcuni non accettano le sporche regole della società e vivono senza regole. Infatti, finiscono nei centri di salute mentale, ascoltando tra un neurolettico e l’altro Ivano Fossati… La mia banda suona il rock…

 

Oh, non svegliatevi 

oh, non ancora 

e non fermateci 

no no oh, per favore no

C’è anche chi è lì perché si credeva Roddy Piper di Essi vivono e, non riuscendo a pagare le bollette, ha sparato al sindaco, pensando fosse un alieno.

Ah ah.

Non ho mai capito le insegnanti di Italiano. Hanno passato tutta la vita a imparare che la libertà del pensiero nasce dalla cultura e da una migliore conoscenza della realtà. E per tutto l’anno insegnano sempre la solita roba, promuovendo tutti, tanto hanno capito che il mondo non cambia e che il marito è frocio.

Ah ah.

Diffido sempre da quelli che ti dicono come si sta al mondo. Di solito o sono dei dementi o dei fascisti. In entrambi i casi, questi qui andrebbero bruciati ad Auschwitz con la foto di Hilter appiccicata alle loro teste e quella di Mussolini nella palle da far squagliare a fuoco lento.

Capiranno, quando gli brucerà il culo, come si sta al mondo?

Ah ah.

Io sono ottimista, pensavo di suicidarmi l’altra notte, invece devo aspettare di vedere The Irishman di Scorsese. Mi son dato dei mesi di speranza. E in questi tre mesi mangerò “a bestia”.

Ah ah.

Jim Morrison era come James Dean, un esempio di trasgressione pazzesca, erano dei rebel without a case.

Qui in Italia, in meridione, sono fanatici dei Doors. Ma hanno settant’anni e sono in cassaintegrazione.

Ah ah.

Gli educatori sociali insegnano ai ragazzi a comportarsi bene e poi tradiscono le mogli, guardando Nicole Aniston che lo prende in culo da un mandingo…

Ah ah.

Io l’avevo detto che contro di me non si deve mettere nessuno.

– Come sono questi cazzi? Amari?

– Sì, quelli che prende la tua puttana sì.

– La mia donna è fedelissima.

– Sì? E come mai ama Richard Gere?

– Lo adora virtualmente.

– Ah, è tutto un piacere masturbatorio. Ottimo, pure peggio. Riguardati Eyes Wide Shut.

 

 

di Stefano Falotico

Lezioni di maschilismo parte quinta: diffidate dalle apparenze


08 Jun

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Persevero in queste mie disamine, affascinato dal lato oscuro dell’uomo.

E mi stupisco di come questa società, che si professa a chiacchiere aperta, sia invece ancora così provinciale, bigotta, pettegola, ossessionata da falsi valori come l’apparenza e il più ripugnante estetismo sterile e controproducente.

Ero in macchina, con sguardo assonnato, in mezzo al traffico. Al che vengo fiancheggiato da una macchinona di tamarri, con la fighella trentenne del “boss” alla guida, donna gagliarda, come no, dalla pettinatura punk di maniera, che alla mia vista è scoppiata a ridere fragorosamente, puntandomi il dito e divertendosi da matta (quale probabilmente è ma ne prenderà coscienza fra dieci anni quando il tipo la lascerà e si farà assistere “socialmente”, non dall’USL ma mendicando pompini sulla strada) assieme alla sua gang che, stimolata dalle sue risate, ha volto lo sguardo verso la mia faccia e, neanche se avesse visto Jim Carrey nelle sue smorfie migliori, si è scompisciata in risate denigratorie, offensive, raccapriccianti.

Molte donne, mi duole assai dirlo, sono così. Frivolette, stupidine, sciocche da morire. Poi si svegliano e capiscono che, anziché guardare L’Isola dei famosi, mangiando yogurt con le ciabattone, anziché cantare come delle dannate nelle loro case nei momenti di frustrazione massima, avrebbero dovuto leggere qualche bel libro di tanto in tanto. Ma forse neanche questo sarebbe servito. Dopo aver letto qualche libro, la maggior parte delle donne si prende maledettamente sul serio e comincia ad assumere atteggiamenti profondamente snob. Alcune di queste addirittura si danno anima ma soprattutto corpo (basti pensare alle parlamentari di Berlusconi e company) alla Politica, ammorbandoci con la loro ostentata, falsa cultura da radical chic.

Perché se citi loro un film di John Carpenter ti scambiano per Michael Myers e ti consigliano di andare da qualche psichiatra. Psichiatra che, non vorrei fare di tutta erba un fascio, venendo spesso da studi prettamente tecnici e teorici, privi di qualsiasi umanismo, non sarà affatto umano con le tue meravigliose “diversità” e ti educherà a far soldi, irreggimentandoti in un lavoro socialmente “retto”, e t’impronterà al totale materialismo dell’anima. Che, depurata da ogni sana inquietudine, da ogni bellissima sua peculiarità, anziché amare Carpenter si darà a Paolo Genovese. Sì, un genio contro uno che si crede un genio ma non gli darei in mano nemmeno una reflex non solo della Minolta ma nemmeno di mia nonna morta. Comunque mia nonna non ha mai avuto una macchina fotografica ma le bastava guardarti dieci secondi per farti la foto. Ah, gran donna, cazzo.

Molte donne sono superficiali, in un uomo guardano la sua “potenza”… di acquisto, in ogni senso lato, soprattutto del loro B offerto in prostituzione della dignità residua. E vogliono la bella vita. Bella vita per loro significa villa e lusso, pellicce e gioielli, mangiare “magro” per non ingrassare e soprattutto vivere da merde, nel menefreghismo più assoluto. C’è un povero che si vuole suicidare? Loro sbuffano, tanto son cose che succedono. C’è uno studente che vuole cambiare il mondo? Gli danno del poveraccio illuso, ah, poverette. E via di patenti e offese.

L’altro giorno una mi attacca, definendomi banalmente sfigato. Perché lei, si capisce, è arrivata alla cima… delle stronze. Per non sentirsi inutile, lavora, eccome se lavora. Con la sua voce da sacerdotessa del piacere, stupra le migliori cover italiane, si, lei sostiene “orgogliosa” che è una cantante di classe! Sì, per il compagno con l’Audi e per quei rimbambiti con gli stuzzichini che la “ammirano”, le urlano che è “grande” e sognano di sbatterglielo nel culo.

Questa è la sua vita del cazzo, ecco cos’è.

Mi raccomando, streghe, continuate pur a rimanere fra quelle che non sapranno mai la differenza fra l’originale e Rob Zombie, e se vi dico David Gordon Green pensate sia Brian Austin Green, uno dei ragazzotti sui cui avete fatto le vostre prime “esperienze, diciamo, tattili…

 

di Stefano Falotico

Lezioni di maschilismo parte terza: gli uomini non amano le donne con le scarpe aperte e si chiudono


06 Jun

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Come non ricordarsi il famoso dialogo fra John Travolta e Samuel L. Jackson di Pulp Fiction sul massaggio ai piedi?! Ecco, Tarantino dovrebbe ricominciare a scrivere dialoghi così, cazzate “stronzeggianti” che valevano eccome il prezzo del biglietto. La dovrebbe finire di ammorbarci con trame pedestri, piene d’incongruenze e iper-sofisticate come in The Hateful Eight.

Il Tarantino che amo è quello che parte dal basso, dalle cose più terragne e immediate, e architetta dialogiche genialità.

Mi fa piacere che stiate apprezzando questi miei post. Scoprite, ogni giorno che passa, nuove cose su di me. E si creano istantanee affinità. Sinergie amicali insospettabili, anche possibili scambi “linguistici” con donne che adorano la mia sincerità cremosa come un gelato al pistacchio. Ah, io vado matto per il pistacchio. Sentite come suona bene quando lo snocciolate e leccate in profondità sin giù alla gola. Pistacchio! Stupendo. Questo gelato verdognolo come Peter Pan.

Sì, la sofisticatezza fa parte di me. Io sono un esteta, un maniaco… delle forme muliebri perfettamente concordate in maniera geometrica, simmetrica. E odio i sandali che voi donne, ostinatamente, indossate ai primi caldi estivi. Non siamo nell’antica Roma! Che cos’è questo proliferare puzzolente, olezzante di alluci valghi, di mignoli grassottelli?

Chiariamoci. Io non sono un estetista, sono un esteta, e mi fa schifo il feticismo. Molti uomini adorano i piedi femminili e impazziscono per quelle dita oblunghe, sì, oblunghe, sgraziate di Uma Thurman. Una che se non la finisce di mostrare quelle zampe la denuncerò per vilipendio al mio pudore.

Sì, io sono l’incarnazione della pudicizia e anche della pulizia. E tutte queste donne che camminano per le vie del centro con queste calzature aperte mi disgustano. Ché hanno pure i calli! Figurarsi se queste donne callose camminassero così “scalze” in una calle veneziana. Qui toccheremmo proprio il fondo dell’offesa alla mia costumatezza. Sì, l’eleganza architettonica di Venezia a contrasto con queste donne da peplum, da film gladiatorii. Che orrore, che vergogna!

E, guardate bene, io aborro e ripugno anche i maschi con le infradito. Quando, ad esempio, in tale “tenuta” ho visto Josh Brolin in Sicario stavo vomitando.

Ora, vi racconterò un aneddoto. Nel 1999, ero in un cinemino a gustarmi il bellissimo film Il viaggio di Felicia con un grande Bob Hoskins. Verso la metà del film, a spettacolo inoltrato, ecco che entra in sala una bella donna, avrà avuto trent’anni, e si siede accanto a me. A un certo punto, comincia a strusciarsi, provocandomi. E, per provocarmi ancora di più, ha fatto shoeplay con le sue ballerine.

Io, con molta educazione, sussurrai lei che stava disturbando la mia concentrazione e il film era molto delicato e non poteva essere insozzato dalla sua puzza dei piedi.

Sì, voi donne continuate assurdamente a credere che non vi sia niente di più sexy di una donna che indossa i sandali. Vi sbagliate! Come vi sbagliate a continuare a inserire foto su Instagram ove mostrate i primi piani delle vostra dita e dei vostri zoccoli! Le caviglie ben affusolate sono sexy, non i piedi.

Mettetevelo bene dentro quella zucca. E mettetevelo anche in quel posto…

 

di Stefano Falotico

Mi folgoro troppo spesso, dovrei anestetizzarmi alla bellezza, soprattutto femminile, me la godrei di più, ah ah


29 May
SPACE COWBOYS, Clint Eastwood, 2000

SPACE COWBOYS, Clint Eastwood, 2000

Ecco, il titolo è quello che si dice una frase contradditoria, ossimorica, accostamento di concetti lontani anni luce. Come infatti si può godere se uno si anestetizza al piacere? Ce l’ho sulla punta della lingua, ci dev’essere un altro termine oltre a ossimorica per definire una frase, anche una mia fase, di questo tipo. Ma probabilmente è solo “fame”. Sì, di qualcosa di buono, come il voglino di quella donna capricciosa della celeberrima pubblicità del Ferrero Rocher.

In verità era un languorino… Ah, eccome se languo, languidissimamente. Mi prostro a una condizione quasi penosa di desideri vogliosi, eppur giammai mi prostituisco al primo lavoro del “cazzo” né mi abbandono alle prostitute, per un’astinenza che mi par stia durando un po’ troppo. Sì, pura resilienza sessuale dovuta a circostanze castranti, indubbiamente sfiancanti. Eppur come fiancheggerei quei tuoi fianchi e ben me ne affrancherei, rimanendo giacente in zona a noi franca e forse facendo la fine di James Franco, perché so che per le mie avance troppo piccanti, tu, donna doppiogiochista, potresti arrivarmi a denunciarmi. Lascia invece che mi enunci e a te non rinunci, e giochiamo di scopa di tue coppe e del mio bastone che come “oro colato” trionferà ficcante da re di “spada”. Ti farò vedere la Luna!

Sì, noi uomini ci straziamo, soffriamo, ci affatichiamo e invece le donne stanno belle ferme e lasciano a noi la fica, volevo dire la fatica. Questo non mi sembra giusto, dall’uomo si pretende che sgobbi, che porti a casa la pagnotta, che sia colto, intelligente, sexy e ricco, e che non si stanchi mai. Adesso capisco perché Elvis Presley, dopo aver tanto scopato, è scoppiato. L’avete spremuto come un limone. Dico? Son limonate che si fanno? Ed Elvis per un paio di “pompelmi” di troppo non cantò più Love Me Tender.

Vabbe’, vado a farmi una spremuta. E voi spremetevi le meningi.

Sì, state pretendendo troppo, donne. Non posso accontentarvi tutte, anzi, dirò di più, non posso accontentare nessuna. Io son uomo spesso scontento e, si sa, voi cercate un uomo sempre felice che vi faccia ridere e vi “solletichi”. Questo non posso esserlo. Son uomo che conosce le sue lune di traverso e spesso mi giran troppo i coglioni per mantenere una “rettitudine” piacente. Voi invece abbisognate di coglioni veri, da comandare a bacchetta. Io non sono lo sguattero di nessuno, perché sgombrate ogni mia dignità affinché non sia troppo ingombrante? Sì, io ingombro e nessuna compro. E voi invece volete un uomo leggero da trattare come cazzo vi pare e piace. Eccome se vi piace.

Per queste e altre motivazioni, come il saggio Pai Mei di Kill Bill, mi ritiro sulla montagna. Comunque sia, se ci sono fra voi delle Uma Thurman o delle Daryl Hannah potrei dar loro “ripetizioni”.

Non avvelenatemi, andate semmai ad avvelenare il vostro compagno, così dopo non potrà picchiarmi.

Sì, dobbiamo sbarazzarci di quel rompiballe, senza aspettare un attimo di più.

È solo una mezzasega, una bega. Che poi io non ho mai capito le donne e gli uomini sposati. Per tutta la vita stanno assieme alla solita persona, ai soliti suoi ballerini umori, alle sue noie, alle sue frustrazioni, alle sue rabbie, ai suoi odori e sudori. Alle solite bollette da pagare, spesso al solito lavoro, nella solita casa, coi soliti figli scassa-maroni.

È una vita di merda.

 

Facciamoci un viaggio, dai dai.

 

 

di Stefano Falotico

Sono un bugiardo conclamato, vivo solo per le donne


03 May

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Eh sì, Tom Cruise non sa baciare. Lo si evince da questo fotogramma ove sbaciucchia la Kidman in modo timidamente cafonesco. Sì, notate bene come appoggia le labbra sulle sue ma, anziché baciarla in maniera specularmente simmetrica, quasi con ribrezzo poggia la sua bocca sulla parte superiore delle di lei labbra Sì, di lì a poco questa bella coppia si sarebbe separata ma in questo fotogramma è già ravvisabile la ragione, anzi, regione della loro separazione. Tom Cruise non fu mai un grande amante, e la Kidman abbisognava di un baciatore che le fosse “bruciatore”. Uno che la incendiasse e al contempo la sciogliesse sol carezzandola con occhio marpione.

Sì, Tom ha vissuto una sessualità al contrario. Non ancora trentenne, si sposò con Mimi Rogers, milfona che all’epoca, ve lo posso garantire, era proprio bona. Aveva due tette come una mongolfiera, naturalissime e in Full Body Massage quel massaggiatore deve avere avuto un culo pazzesco a tastarla, a morbidamente strofinarla dalla testa ai piedi. Sì, quel seno, sebbene un po’ cadente, era qualcosa di extraterrestre. Che bel verbo… “strofinarla”.

Poi Tom stette come sappiamo con l’australiana Nicole ma secondo me fra loro, nonostante fossero affiliati da cuori ribelli, non scorse mai buon sangue. Che bel verbo scorse, cazzo, da non confondere con Scorsese. Ah ah. Quel sangue virulento della passione vera, da giorni di tuono… quando sei sul posto del lavoro e non riesci a concentrarci perché ti viene in mente la tua donna nella doccia, al che vieni scombussolato e devi accavallare le gambe per celare un’erezione evidente che metterebbe in imbarazzo la tua segretaria. Perciò osservi ossessivamente l’orologio e non vedi l’ora che finisca il turno. Quindi, scendi le scale in tutta fretta, travolgendo il cameriere del bar vicino che stava salendo per portare il cappuccino al capo, t’infili trafelato in macchina e sgommi di brutto, poi pazzamente guidi, rischiando di travolgere i passanti. Stai scoppiando, sì, lei deve essere già rientrata, smonta prima di te, e vuoi sol che montarla. Che furia! Ma ecco che il passaggio a livello blocca il traffico e il tuo uccello fra i pantaloni sta dando di matto ed è già rosso intermittente… Sei paonazzo in viso, le asticelle si alzano e stai arrivando… Spegni la macchina, dimenticando di chiuderla, l’ascensore è occupato ma con quell’erezione non riesci a salire, appunto, le scale. Ti tocca… aspettare. Ecco che finalmente ora è libero. Spingi… tiri fuori… le chiavi, apri… la porta e le urli… donna, voglio chiavarti!

Dunque scopri che è a letto con un altro, ti ricoverano come Bradley Cooper de Il lato positivo e allora ti metti assieme a Katie Holmes, una che può capire il tuo male e coccolare le ferite, dissanguando il bamboccione che è in te. Con lei ti senti davvero uomo, sei tu quello più grande, il dominatore, e puoi ricattarla, vero Tom, perché sei tu che comandi i giochi d’adulti a Hollywood.

Sì, le donne mi hanno fatto impazzire. Sì, bando alle ciance, ogni mio “delirio” è imputabile a loro.

Gli altri non c’entrano. Sì, se mi piace una donna, divento gelosissimo come uno scarface. E dissenno! Bisogna tenermi fermo!

Ma poi mi ricompongo, riassumo il perduto contegno, e saluto le mie fan come George Clooney, qui da me filmato.

Donne, lasciate che cresca…

 

 

di Stefano Falotico

Anche il piccolo Buddha ama il Cinema cazzuto


16 Apr

Ronin

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La prenderò molto larga, prima di ripigliarmi o forse “riprenderlo”. Sì, finalmente ho comprato il lettore esterno Blu-ray per PC. Ma quasi subito me ne son pentito. Sì, in quei luoghi come Comet e Unieuro mi son sentito di nuovo a disagio. Con tutta quella gente che sbracciava, con padri che s’affannavano a cercare pannolini “tranquilli e asciutti”, con donne su tacchi a spillo che, monumentali, si facevano ammirare sulla scala mobile, immobilizzando gli sguardi dei maschili astanti lì, su quelle zone “ascendenti” per i loro ormoni su di giri, di occhi strabuzzati con i sacchi della spesa e lo stress di un sabato italiano “tu mi stufi”.

Sì, le casse impazzivano, mentre le commesse non vedevano l’ora che arrivasse l’orario di chiusura per tornare a casina, e spararsi su Netflix un Brad Pitt in 1080p. E io, senza dar nell’occhio, indossando modestamente il mio sfigato rinomato, acquistai tal masterizzatore che a me non serve a niente perché mi interessa solo che riproduca i film. Tanto i Blu-ray originali non può masterizzarli. Quindi, che volete masterizzare? Ma quali scuole magistrali, ma quale magistero!

No, a differenza di quello dell’Euronics, io non sono nel mio regno ma mi emozionerò appena vedrò ruggire il logo della MGM.

Sì, sono uomo ronin un po’ lion, e anche Léon del miglior Jean Reno. Uno che fu in Mission Impossible.

Sì, questa vita è impossibile, non si può sostenere.

Credo che il mio primo, enorme, sesquipedale sbaglio sia stato iscrivermi, anni or sono, al Liceo Scientifico. Mi feci fuorviare dai due miei ex compagni delle medie, tale Lombardo e Trasatto, e mi associai alle loro “iscrizioni”. Sì, vengono narrate molte leggende sulla mia vita. Malelingue insinuarono che lasciai quegli studi matematici perché presi un brutto voto in Italiano. Falsissimo, andavo benissimo in tutte le materie, perfino in Educazione Fisica. Sì, quel liceo era una succursale ubicata in Via Broccaindosso, e per far ginnastica dovevamo prendere l’autobus e recarci allo Sferisterio. Al che, un giorno il prof. decise di portarci alla Montagnola, luogo di spacciatori e di quelli che marinano le lezioni mattutine, appunto.

– Bene, io sto qua sulla panchina, col cronometro in mano. Al mio via, dovete correre per tutto il parco, insomma dovete atleticamente redigere la circonferenza perimetrica di questo parchetto un po’ porchetto a sfera. Io sbaragliai tutti già dopo pochi metri e in pochi minuti percorsi, in un arco di tempo abbastanza limitato e disumano, tutto il percorso “campestre”. Qual è il participio passato di percorrere? Chiediamolo ai 5 Stelle.

– Bravo, sei forte, ragazzo. Ti do 9.

– Perché non dieci?

– Perché comunque non sei Carl Lewis.

 

Sì, ero affetto da un surplus di abilità stratosferiche, appunto, primeggiavo in ogni campo a eccezion fatta dell’unico “fondo” su cui i ragazzi a quell’età son campioni, cioè la figa.

Sì, quello era un “terreno” assai arido per il sottoscritto da coltivare e, nonostante fossi un fondista immenso, non ero molto esperto di sessuale “latifondismo”. Al che lasciai tutto e cominciai a identificarmi con Travis Bickle, sì, De Niro di Taxi Driver. Un finto idiot savant in realtà più sveglio di tutti che ama la notte perché si sente talmente umano, senziente, essente e umanista che il mondo animale adolescenziale lo ripugna, e vive come un vampiro.

 

Al che, possiamo dirlo sinceramente, senza infingimenti, come si suol dire… divenni Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato. Dolce e tenero quanto misantropo e pieno di manie, rituali compulsivi, ossessioni igieniche da William Burroughs per compensazione a un’ansietà irreprimibile della vita che a me pareva un porcile.

Sì, meglio il mio Pasto nudo che quelle moine per ragazzine. Quelle smancerie disgustose, quei buonismi da frasi T.V.B. e altre sconcezze immonde, orripilanti “carinerie”. Se proprio dovevo “orgasmizzarmi”, mi sparavo una sega.

E leggevo, guardavo film, così tanto che ora la mia vita è un film immane.

Poi, mi diplomai anche se i professori risero perché pensavano fossi io il rettore della scuola.

 

– Prego, signore. Bene, adesso interroghiamo i ragazzi. Ci vorrà un po’. Gradisce una tazza di caffè?

– Sì, grazie. Posso berla prima delle domande che mi porrete?

– Scusi, quali domande dovremmo porle?

– Insomma, da cosa partiamo? Da Storia o da Scienze? Ditemi voi.

– Lei da cosa preferisce partire? Siamo al suo servizio, preside.

– Preside di che?

– Non è, scusi, il preside?

– No, credevo di essere l’interrogato.

– L’interrogato? Ma lei è uno studente?

– No, in verità, lo fui. Ma, a quanto pare, ancora lo sono.

– Che vuole dire?

– Insomma, dai dai. Cerchiamo di fare in fretta.

– Non ci corre dietro nessuno.

– A lei, forse. Ha meno anni di me ma ed è già insegnante. E prende il suo comodo stipendio. Forza, cosa vuole sapere?

– Ah, le cose le dovrebbe sapere lei, mica io.

– Io le so, volevo insegnargliele.

– Lei è normale?

– Sì, di cervello e uccello abbastanza, di parametri sociali non molto.

– Ok, guardi, qual è la capitale della Francia?

– Parigi, ove hanno girato la scena in cui il grande Frankenheimer filmò l’inseguimento automobilistico nel tunnel. E ove morì Lady Diana, esattamente sotto il Ponte de l’Alma.

– Ah, dunque lei è un cinefilo? Anch’io amo molto quel film, come si chiama, pure? Ah, tanti cazzotti e mitragliatrici, tosto. Sa, quando mio marito non mi scopa, mi eccitano quelle sparatorie, e me le risparo. “Spingono”.

– Si chiama Ronin, con l’ultimo, vero grande Bob De Niro di sempre.

– Le piace De Niro? Anche a me. Ma non come uomo.

– Sì, lei è una da Brad Pitt.

– Come fa a saperlo?

– Guardi, le donne che guardano film si dividono in due categorie: quelle che amano il Cinema di Kieślowski e quelle che sognano l’uomo di tutte, cioè Brad Pitt.

– Dice?

– Lezione numero uno di Cinema e anche della vita. Se una donna, anche bruttissima, non ama Brad Pitt, è irrecuperabile. Puoi avere tanti soldi e avere una vita apparentemente stabile, essere sposata col capo di Confindustria ma quel languorino per il Pitt non può curartelo neanche Vento di passioni. Oh, che succede?

– Scusate, devo andare in bagno.

– Cazzo, appena le ho ricordato Vento di passioni, è venuta “seduta” stante.

 

Ecco, fratelli della congrega, riguardate il Piccolo Buddha del Bertolucci. Io ho sempre aspettato che dei monaci tibetani suonassero alla mia porta per identificarmi nel Dalai Lama, invece mi tocca sublimare le inculate, facendo l’ascetico zen.

 

Insomma, le potenzialità c’erano tutte, la volontà di “potenza” non molto, e sono rimasto un esistenzialista.

Comunque sia, se avete una vita “segreta”, non confidatelo mai a una donna. Le donne amano i retropensieri più schifosi e poi si fanno delle cattive idee sul tuo conto.

 

Ronin, inoltre, è un film che può piacere solo a noi maschietti. Non è roba per donnette.

Un film sull’amicizia virile del tu salvi la vita a me e io paro il culo a te.

Roba tipo The Killer e Windtalkers alla John Woo.

Per concludere, auspico buone stronze a tutti. Il vecchio leone ruggisce ancora.

Prima, credevo che essere felici significasse essere poco intelligenti. A essere onesti, bisogna accettare la vita per quello che siamo. Tanto, nemmeno Einstein aveva tutto. Invero, aveva quasi niente. Una moglie mezza racchia e fu dichiarato genio quando era già decrepito. Quindi, la dovete finire di lamentarvi e pensare che siete infelici perché geniali. No, siete solo degli scontenti e degli eterni frustrati. Ora, ficchiamoci questo film, e godiamocelo. Lezione numero due: non si diventa saggi se non si ha vissuto davvero. Si diventa solo dei moralisti, delle persone che psicologizzano (che si può dire come psicanalizzano) gli altri per non “semiotizzare” sé stessi. E degli idioti. Insomma, voi ve lo vedete il Bickle sposato, mano nella mano a guardare filmetti, aspettando di morire? Dai su.

 

di Stefano Falotico

Il fascino carismatico di un principe Buddha, uomo esausto e poco esaustivo


19 Mar

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Casanova (HEATH LEDGER) in a scene from CASANOVA, directed by Lasse Hallström.  Distributed by Buena Vista International. THIS MATERIAL MAY BE LAWFULLY USED IN ALL MEDIA EXCLUDING THE INTERNET, ONLY TO PROMOTE THE RELEASE OF THE MOTION PICTURE ENTITLED "CASANOVA " DURING THE PICTURE'S PROMOTIONAL WINDOWS. EXPRESS PRIOR WRITTEN CONSENT FROM TOUCHSTONE PICTURES IS REQUIRED FOR INTERNET USE. ANY OTHER USE, RE-USE, DUPLICATION OR POSTING OF THIS MATERIAL IS STRICTLY PROHIBITED WITHOUT THE EXPRESS WRITTEN CONSENT OF TOUCHSTONE PICTURES. AND COULD RESULT IN LEGAL LIABILITY. YOU WILL BE SOLELY RESPONSIBLE FOR ANY CLAIMS, DAMAGES, FEES, COSTS, AND PENALTIES ARISING OUT OF UNAUTHORIZED USE OF THIS MATERIAL BY YOU OR YOUR AGENTS. NOT FOR INTERNET USE. APPROVED FOR PRINT USE ONLY.

Casanova (HEATH LEDGER) in a scene from CASANOVA, directed by Lasse Hallström.
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Sì, Instagram è il porto d’attracco di tutti gli esibizionisti. Donne discinte si mostrano in totale armonia di forme, ed è un belvedere a cui non mi astengo. Sì, “scorrimenti”… di donne in bikini birichine, che si denudano a metà e poi ricevono complimenti sperticati di uomini certamente “valorosi” ridotti in mutande. Eppur dietro falsi profili mutano…

Sì, foto di codeste in riva al mare, e uomini accalorati, in preda a convulsioni ormonali senza precedenti, che cercano di fare i simpatici a tutti i costi, a costo di pagarle ma si spaccan solo le costole, nascondendosi dietro banali strizzatine d’occhio e smile che ammiccano solo al loro deserto erotico.

Così, in questo vituperante mondo carnale, si erge il Falotico, uomo ignoto che danza di emozioni soffici, planando su visioni paradisiache che egli adocchia e a cui non serve nessun malocchio. Perché egli scongiura le gelosie degli uomini che ambiscono a essere come lui, senza possederne il carisma indiscutibile, e perseverano in opere calunniose a oltraggiare il suo pudore malizioso.

Impudico e impunito, viaggia nel manto stellato di donne dalla bellezza planetaria, con far smargiasso allunga la mano e poi la ritira, in tiro…, e poi va a stirare.

Egli, il Falotico, soffre di ogni “disturbo” annoverato nei manuali psicologici. In passato, patì di atimia, oggi invece di cardiaca aritmia, per queste donne che inducono all’infarto e per le sigarette che fuma quando si “brucia” e incenerisce le purezze sue che furono nell’aspirarle voluttuosamente a “pieni polmoni”.

Sì, il Falotico soffre di depressione da successo. Rendendosi cosciente che le donne concedono lui or le lor cosce, è ancor più angosciato di prima. Sciancato. Perché se prima fallì, adesso è un fallo giammai in loro fallace.

Mentre l’umanità muore di fame, egli è il Principe saggio che sa…

Più chiaro di così…

 

di Stefano Falotico

La vita è un frigorifero, ed è giusto che si mantenga fredda


28 Nov

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In questi giorni, mia madre si lagna perché il frigorifero è rotto e le cibarie si riscaldano nel buco dell’ozono di un Sole invero pallido che, in quest’autunno d’ultime foglie, scivola dolcemente annoiato sul Pasto Nudo dell’umanità.

Sì, che dubbio amletico “rilevante” quello di mia madre. E per tutto il giorno è preoccupata se scegliere un Indesit o un No Frost. Ma non sa su quale frigo optare perché uno è più conveniente e capiente ma ha un colore che stona col resto degli elettrodomestici, mentre l’altro è meno spazioso ma s’intona di più con l’arredamento rustico della cucina. Sì, come diceva Kevin Costner de Gli intoccabili, c’è una parte di mondo che si preoccupa del colore della cucina, appunto.

Sì, le donne son sempre casalinghe anche quando svolgono lavori “emancipati” che le imp(r)egnano a far le insegnanti. Sì, mia madre insegnava e io ho sempre aspramente criticato questa professione. Metodica, noiosa, ove per tutto l’anno s’inculcano, in quei ragazzi così vitali, programmi “educativi” ammorbanti, (s)fatti d’induzioni da imparare a memoria, e li si redarguisce, li si depista dalle loro vere, spassionate, appassionatissime potenzialità, indirizzandoli a un buon senso “raddrizzante” che possa (de)formarli come uomini. Uomini che diverranno appunto burocratici (f)rizzanti e s’imborghesiranno dietro logiche convenzionali solo al tirar a campare, prosciugando quelli che erano i sogni per cui erano (in)nati. Hanno da cambiare i pannolini solo ai loro neonati…

Sì, ho visto le migliori menti della mia generazione scivolare nella demenza di massa. Una volta che acquisirono le “credenziali” per attestare una presunta superiorità intellettuale, si avvelenarono di conformismo tristemente adatt(at)o al mondo squallidamente odierno che tanto criticano e a cui, per codardia dell’animo, abdicano in favore di un qualunquistico, meschino e ruffiano quieto vivere.

Le donne, appunto, si dividono fra lavori “ambiziosi” e amanti dagli amplessi “rincuoranti”, figliando una generazione di gremlins che oggi vengono definiti nerd.

Sì, sono stanco del femminismo, credo che il cosiddetto diritto alla parità sessuale abbia reso gli uomini meno (d)ritti. Spenti dalle femminilità che educano al bon ton mieloso, al calore domestico, alla vita tranquilla a cui le donne hanno sempre anelato, e che ben poco appartiene al sesso forte. Che, col passare del tempo, pur di rimediare delle scopate, ha ceduto a queste lusinghe, in un’agghiacciante, preoccupante effeminatezza delle virilità che furono. Ribadisco, pur di rimorchiare e venire… incontro alle esigenze delle donne, da robusti donnaioli gli uomini son diventati delle donnette. Al che li vedi andare al cinema mano nella mano a godere dell’ultimo film di Kathryn Bigelow, una che, sì, un tempo tifava anche per noi maschietti e girava film adrenalinici machi, improntati sull’amicizia ribalda tra figli di puttana, e oggi, dopo aver vinto l’Oscar, gira con sguardo appunto da “donna con le palle” dei discreti film di denuncia come Detroit, film di “negri” inculati, film acclamatissimi da una Critica dominata dall’intellighenzia alla Angela Merkel, per un Cinema documentaristico “serio e onesto”, privo però di guizzi e slanci davvero poetici, privo di quel pathos emozionalmente tipico di noi uomini che, mi spiace dirlo, care donne, siam sempre stati più fantasiosamente lirici, fiammeggianti, deliranti, in una parola più cazzuti. Questi film saranno pure finemente girati, scrupolosamente orchestrati, ma mancano della sincerità mascolina di Quel pomeriggio di un giorno da cani, anche se in quel film Pacino rapinava la banca affinché il suo amante diventasse una donna. Ah ah. Pacino sbraitava e “latrava” ma la sua rabbia cagnesca (in)castrarono…

Sì, ho molto da ridire sulle donne. Molte donne mi dicono che sono abbastanza misogino. Io toglierei quest’abbastanza che parzialmente screma la mia totale misoginia. Sì, vedi queste donne di oggi… hanno un lavoro in banca, Dog Day Afternoon docet, e poi sono preoccupate che il figlio diventi un bravo “guaglione”, che diligentemente studi per prendersi la LAURA, come diceva Totò, che abbia molti amici da leccare in socialità false da bevute nei pub, che evolva sessualmente sano dalla sua pubescenza, e che s’interessi di “cultura” con puro spirito pratico. Insomma, il ritratto perfettino di sciocchini che diverranno osceni giornalisti…

Sì, un tempo i genitori volevano che i figli diventassero medici o avvocati. Oggi, invece vogliono che siano persone di “valore” in ambito giornalistico. Ma i figli, essendo questo sistema molto competitivo, non vanno mica in trincea in guerra a far i reportage, scrivono invece articoletti di gossip sull’eterna separazione fra Brad Pitt a cui è stato offerto il ruolo di capo della CIA in un film intitolato Spia il maschio geloso che ti sparerà dietro le s-palle, e la Jolie, a cui invece è stato proposto ancora il ruolo della moglie rediviva e cornificata nel Buon Pastore 2, film di De Niro in cui Damon “pasturerà” con donzelle meno femministe e più attratte dalla sua “pistola”.

Chi dice danno, dice donna. Un proverbio vero come il mio uccello di prima mattina che si “scrolla” di dosso… le vostre puttan(at)e.

Sì, per quanto tentai indefessamente, molto da fesso, di ficcar delle “fesse”, ah ah, non ne godetti molto e la mia vita non ne giovò. Le donne son sempre state attratte dall’irremovibilità del mio maschio romantico ma polemico, dal mio Homo Eroticus di sexy beast a cui non frega niente di trombarle. E si diedero da fare per “sbloccarmi”, per farmi capire che doveva piacermi… sì, vedrai… una volta “svezzato”, la vita ti sorriderà. Di mio, so che la vita è meglio col proprio coglione. Anche se ne ho due e spero di conservarli in “frigorifero” finché non troverò un porno su cui lasciarli “scaldare”.

Scusate, ma se le donne sono provocanti, perché io non posso provocarle?

In una società che te lo fa nero, piacciono i neri.

E lo sa la Bigelow, una che era sposata con James Cameron e adesso gira con quelli del Camerun!

Ah ah.

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di Stefano Falotico

Lezioni di nichilismo di un uomo asciutto che beve acqua frizzante fra Pirandello e Totò


22 Nov

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Sì, Uliveto, che facilita la digestione ed evita, di gas benigni e benefici, le fighetterie e le cagate.

Sì, con grande, sommo dispiacere dei somari, quelli che vorrebbero annichilirmi dietro patenti sommarie della mia personalità, riducendomi allo sguardo pietoso, e irriguardoso, del loro vedermi come uomo penoso, posso affermare che sono un uomo pen(s)ante. E il pensare, in questa società afflitta dalle apparenze, è un male, qualcosa da reprimere, da avviare e “raddrizzare” alla (s)corretta giustezza faceta di chi, illuso, pensa che la vita sia un breviario (d)istruttivo. Ah, quanti danni ha fatto la pedagogia politically correct. È stata una catastrofe sesquipedale che ha ammorbato gli uomini dietro falsi comportamenti, esternati e non, di un moralismo bigotto, ipocrita e stronzo. Ogni volta devo scansar gente di tal orripilante faciloneria, rinnegando anche le donne facili che, ben volentieri, a me si avvicinerebbero e se ne “abbevererebbero” in segno di lor nudità offerta in remissione dei peccati, non solo i miei, anche i loro da peccatrici però coperte dalla maschera sociale che le scagiona così da qualsiasi accusa di “puttanesimo”. Ah sì, la psicologia femminile, mi rincresce dirlo, donne che amate quella cosa “crescente”, è tutto sommato facile. Nessuna donna vuole sentirsi dire che è una puttana, nemmeno quando pratica questa vecchia professione da an(n)i comprovati e “irridenti”-irredenti (eppur sono ridenti), e lo “attesta” di sue “credenziali” in filmografie sconce in cui esibisce il suo didietro e il suo così (s)porco far soldi e godersela… No, neppure le puttane conclamate, quelle per cui, anche per culi, è stato acclarato di essere delle volgari meretrici, piace essere nominate in questo modo. Figurarsi a quelle che si credono di non esserlo solo perché si celano dietro la finta rispettabilità. Hanno una vita “normale”, dei figli da allev(i)are, un marito con un’ottima posizione intoccabile, e soprattutto un lavoro “nobile” che è il risultato, dicono loro, d’immensi sacrifici, di scelte dure… che mai e poi mai, per nessuna ragione al mondo, ripudierebbero e cambierebbero.

Mah, a me non convincono… perché come tutte le donne son sempre sintonizzate, nel tempo libero, su qualche programma che le rilassi e le faccia divertire, nella spensieratezza scostumata dei loro repressi ardori che, al fiorir di scemenze televisive, si squagliano nel piacer vanesio del loro smaltarsi le unghie, facendosi carezzare da gatti con le fusa. E qui si mostra tutta la loro falsità perché, anch’esse animalesche, hanno propeso, come quasi tutte, all’appagamento terribilmente “cutaneo”, epidermico dell’allisciarsi nell’estatico orgasmo della loro intimissima “soddisfazione”. Che bellezza…

Poi, ancora peggio, ci sono quelle che non si dichiarano né sane né sante e, per anticonformismo di maniera, per gusto trasgressivo da frust(r)ate, citano (a proposito di maschere… e “mascara” da uno, nessuno, centomila) Pirandello, dichiarandosi pazze…

Conviene a tutti, capisci? Conviene a tutti far credere pazzi certuni, per avere la scusa di tenerli chiusi. Sai perché? Perché non si resiste a sentirli parlare. […] Non si può mica credere a quello che dicono i pazzi! Eppure, si stanno ad ascoltare così, con gli occhi sbarrati dallo spavento. Perché? […] Perché trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? Trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica, la logica di tutte le vostre costruzioni! Eh! Che volete? Costruiscono senza logica, beati loro, i pazzi! O con una loro logica che vola come una piuma! Volubili! Volubili! Oggi così e domani chi sa come! Voi vi tenete forte, ed essi non si tengono più. Voi dite “questo non può essere” e per loro può essere tutto. Ma voi dite che non è vero. E perché? Perché non par vero a te, a te, a te, e centomila altri. Eh cari miei! Bisognerebbe vedere poi che cosa invece par vero a questi centomila altri che non sono detti pazzi […]. Perché guai, guai se non vi tenete forte a ciò che vi par vero oggi, a ciò che vi parrà vero domani, anche se sia l’opposto di ciò che vi pareva vero jeri!

Invero pazze non sono per il semplice fatto, o “fallo”, che nessun pazzo è cosciente di esserlo. Ah, che pazz(i)e! Anche se qualcheduno, come dice Pirandello, a un savio vuol far credere di essere pazzo per tenerlo “buono” e zitto, castigato in una “diagnosi” che imprigioni la sua volontà e lo renda così schiavo, incapace di autodeterminarsi.

La vita vera è un continuo oscillare, in verità, ah la verità, fra saggezza, malinconie, euforie, ipocondrie da “malati immaginari” (così si scansano le responsabilità, soprattutto verso sé stessi), salti di gioia, lutti, dolori, e il lavoro.

Ecco, il lavoro è qualcosa che, posso affermarlo senza (ver)gogna, non mi appartiene. Per quanto, anche testardamente, abbia provato a inserirmene, a comprenderne le logiche, sono troppo attratto dalla mia mortalità per poter sciuparmi dietro questa repressione della vitalità. Sì, il mio profondo sapere, in ogni istante che vivo sapendo che sono appunto vivo, m’impedisce d’ingrigirmi nella “vita” degli spenti, come direbbe Bukowski. A oliarmi negl’ingranaggi del compromesso, dei giochi da “adulti”, lontano quindi sono da certe burocrazie dei modi “normali” di vivere. Dell’alzarsi la mattina e fare il proprio “sano” dovere, rincasare stanchi e affaticati, ma soprattutto coi nervi a mille e iper-stressati, e cucinarsi una cenetta “speciale” con tanto di seratina sul divano e una compagna che ti regge il moccolo, il tuo moccioso, “reggendotelo”. Per carità! Preferirò sempre la mia solitudine “angosciante” a queste dinamiche spos(s)anti. Ah, dimenticavo… il mocio… scopate a terra! Ah, ah!

Ah, che poi ci son anche le donne che son talmente annoiate dalla loro “normalità” che guardano serie criminali a base di squartamenti, per esorcizzare il lor mal di vivere nella catarsi da Teatro greco secondo la quale la violenza mostrata rende la donna meno preoccupata. Sì, spiando nelle mostruosità altrui (Chi l’ha visto?, docet), s’illudono di essere donne a posto.

Quando invero covano sentimenti di rivalsa… figli(e) di una piccineria, questa sì, da sbattere in prima pagina!

Così, in questa società malata, fioriscono psicologi e psichiatri. Altre figure assai discutibili. Che studi hanno fatto per poter permettersi di propagare “benessere?”. Alcuni di questi escono da studi “tecnici”, clinicamente asettici, e non potranno mai capire la splendida “oscenità” dell’inquietudine, la “disagiante” bellezza del vivere. E vivere davvero significa giustamente soffrire, non essere conciliati alle idiozie, col sorriso smaltato, adeguarsi squallidamente al “buoncostume” deficiente delle sciocchezze e delle banalità.

Sì, lo sapeva il grande Totò… la malafemmina insegue la “cara-bella”, caramella, caravella delle donne perdute… ho detto tutto…

La mia vita è piena di mentali nebbie e di ubbie… ma chi la vede?

 

di Stefano Falotico

Io bel(l)o da solo, e De Niro assomiglia sempre più a Bukowski


26 Sep

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Duro? No, sono fragile, mi creda. Ed è la certezza della mia fragilità che mi porta a sottrarmi ai legami. Se mi abbandono, se mi lascio catturare, sono perduto.

(Charles Bukowski)

Sì, più passa il tempo e più divento compassato. Alle scuole medie però usavo il compasso e avevo un’espressione impassibile anche quando le ragazze mi provocavano in modo impossibile. Oggi son un uomo rude, nudo e crudo, passivo, forse sorpassato ma non vivo solo di ricordi del mio remoto passato. Ancora non sono trapassato e spero di “trapanare” finché mi dura questa scorza da “duro”. A morire, come Bruce Willis, infatti il mio cranio si sta spelando e del mio lupo spelacchiato vivo in armoniche inquietudini che mi rendono gustoso come la pasta con la ricotta. Non sono ricco, anzi, campo a stento, tirando a Campari quando vado al bar. Sì, sono un uomo anomalo, d’indubbio fascino e pancia che, a vista d’occhio, sta crescendo per il numero di piadine col prosciutto che, alle prime ore del mattino, lascio che si sciolgano “tristi” nel mio stomaco già ribollente di rabbie come un cappuccino con troppa schiuma. Sì, ne schiumo e trangugio amarezze d’apatia che si lascia poi andare, repentina, a voglie “inusitate”, perché apro Facebook e scorro, di mano liscia, donne appetitose che “leccano” i miei desideri celati, gelanti, da uomo che non teme di confessare le sue masturbazioni “gioviali”, guascone, libere da chicchessia e soprattutto dalle reprimende della cattolica Chiesa. Con far così “scostumato”, profumante di un’integrità “morale” davvero “elevata” al pari del mio “elevarlo”, con purezza ambigua, di buona lena mi “accanisco” anche su Antonella Boralevi, donna attempata ma che sa “temprarlo” grazie alle parole piccanti che sciorina fra un accavallamento e l’altro. Così mi “alleno”. Invero, mento, perché da tempo la mia libido ha subito un calo parimenti proporzionale al fisico di Schwarzenegger, che un tempo era pompato “a dovere”, e adesso “cola” a picco, credo, anche di erezioni che rimpiangono l’Atto di forza che fu.

Ero, anni fa, uno Stallone italiano, come Sylvester, e invece oggi sono un gatto Silvestro che non si fa la doccia col Pino Silvestre. Da adolescente, ero campione di corsa campestre, oggi sfoglio le ginestre, “spiandole” dalla finestra. Meglio una pizza Margherita! Sì, con arditezza incommensurabile, ammetto che il mio uomo sia decaduto ma, “tenetelo” a mente, donne, che vorreste “tenermelo” anche altrove, non son ancor deceduto eppur alle facili lusinghe non cedo. Non nelle vostre lingue cado.

Preferisco la solitudine ché sa “attizzarmi” in spazi sconfinati di poesia e fantasia. Cosa me ne faccio di una donna che vorrebbe sempre farmi, e soprattutto vorrebbe che mi dessi da fare, quando posso scoparmi un libro? Ditemelo, dai dai, non datemela! E immergermi nel piacere inequivocabile, non “equino”, care cavalle, della lettura. Le parole così s’intrecciano voraci nel mio cervello insaziabile e alimentano le ore lontane dalle orge.

Annoto sul mio diario di “brodo” che De Niro è ancora gorgeous e sta assumendo la fisionomia barbuta e anche “barbonesca” di Bukowski.

Dio vi benedica, Dio, che sono io, sa…

di Stefano Faloticode niro01083206

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