Walt Kowalski versione Tom Stall(one)

18 Jun

Gli imbecilli, in questo Mondo, meritano la vendetta peggiore, la paura, il terrore

Anni fa, non ricordo in base, e secondo quali origini, una famiglia di scriteriati, non tollerando la mia vita “anomala” rispetto a quella dei miei coetanei, di faccia di “porcellana” e porci dentro, (mi) consigliaron ben di rendermi “diverso” e suggestionarmi di “farmaci(e)” a base di psicopatologie.

Per un miracoloso evento, inverso al loro percorso a tappe(to), direttamente proporzionale al loro microscopico cervello, replicai, in un’inversione di tendenza molto tesa e irata, tanto da tirarli in viso.

La madre, sconvolta dall’inaspettato “imprevisto”, molto (dis)turbante, molto “al rimorso” della propria “morsa” da “intellettualotta” che semplificò il mio “malessere” in un’evanescenza “senescente” da sempliciotto, si scaraventò, accanita, contro di me, guar(n)endomi delle peggiori offese:

– Ah, allora non sei “matto”, come io ho creduto (infatti, questo delirio era tutto suo-nato). Ora, basta. Nevrotico, impotente, disadattato “allattato” da ciuccio in bocca. Prenditi una Donna e sbattitela, e vai a lavorare! Ché qui, noi, ce lo facciamo, per avere i culi.
Se lavorerai, tante sceme te “la” daranno, e il danaro sarà il “lasciapassare” per l’ano.

Un'”insegnante” di “classe sopraffina”, e per fortuna che si spaccia per retta, io direi più “rettale”, di desinenze latine molto “latrine” di “bocca buona”.

Ieri sera, in preda a un raptus da rettile contro le ratte che si credon gatte, ho telefonato a un’ex “amica”, inscenando la mia “follia” sanissima, per accertarmi che nutra ancora bassa autostima nei miei confronti, come da risposta alquanto “calmante”:

– Questa, Stefano, si chiama crisi, curati! E finiscila di urlare!
Altrimenti, mi costringerai a prender provvedimenti.

E, io: Ah, ma tu non sei aggiornata sul Falotico “inchiappettante”, allora. Non leggi i giornali? Ah, scusa, dimenticavo, tu sei più notturna lucciola.

La “signora”, altolocatissima e “ubicata” in alcune pubblicazioni sotto pseudonimo, fu avvertita.
Se s’azzarderà a “forzarmi” d’altri ricatti insultanti, sarà presto declassata dal suo “prestigio sociale”, in quanto, nel mio cellulare, sono ancora conservati alcuni “nobilissimi” messaggini compromettenti del periodo in cui, profittandosi della mia vulnerabilità per quattro risatelle alle mie (s)palle, si prendeva giuoco del mio “giocattolo”.

Il cellulare, all’epoca prolungamento del mio “giullare” così deriso, può dimostrare la sua indementita cellulite da borghesella abbuffatella tanto “cara” contro le persone “buffe”, che mi scagionerebbe da alcuna causa probatoria e, anzi, “scalognerebbe” parecchio la sua “nomea”.

– Stefano, sei finito. Ammazzati.
– Stai scherzando?
– No, sono realista.

Questi sono messaggi da Premio Strega, non lo sa?

Questa gente è quella che ha Ian McEwan tra i “preferiti”.
Complimenti.
Ecco, per i toni cupi del mio lupo, potrei “licantropizzarmi” in Macabre, il peggior incubo mai visto di tali assassini “involontari”.

Insomma, un Eastwood versione Tom Stall(one).

Ecco, questi qua, lettori “fini”, soprattutto delle anime alla Solaris, riceveranno la copia autografata, “graffiatissima” nel loro “cuore”, di “Solar”.

Ho detto tutto.

Ricordate: il Diavolo è un Angelo punitore che, mentre pisciate allegramente, può “spuntare”.
In che senso “spuntare?”. Nel senso di apparire?
No, nel “sentimento” di “strappare”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

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