Oscar candidature

10 Jan

Mi candido anch’io, non “candidissimo”

Considerando che sono stato nominato al prossimo premio Nobel per la Letteratura, non sorvolerei però sulla statuetta.
La statuetta non è per le belle statuine ma è come me, statuario, avorio, dorato e Principe che, se non v’alzerete a spaccarvi la schiena, ve li spaccherò. Comprese le vostre donnicciole da “aprire” per la mia votazione insindacabile eppur “tastabile” di “levigato” su smalto abbronzato. Non sono un tronista, neanche di Sinistra ma “ambidestro” sempre nel mezzo del cammin delle vostre “rette” vite. Son l’ariete, son l’Ariosto, son l’ostia maledetta e mangio le ostriche, leccando di gran “chicca”

I nominati 
are nell’harem, e Sean Penn, intanto, “cultureggia” al mar’

Ironizzo così su un mio amico col quale stiam allestendo www.mulhollandlynch.com, che mi “dovrebbe” consegnare qualche spicciolo di Euro per il dominio acquistato con tanto di tutti i servizi allegati: “Ricorda fratello, il grande Cinema parte anche da un gran fisico e, soprattutto, dal “budget” del fisco, visto che, in mia ubicazione di posta non tanto celere, non ho ricevuto la ricevuta del pagamento dovuto. Quindi, a te, saran “dovute” delle palate e poche “patatine”.
Ricorda, 
Mickey Cohen non perdona

Ecco, si può, superati i cinquant’anni, sfoggiar un “corpetto” di tal livello? http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2013/01/il-gangster-geologico-sean-penn-un-grande-attore-fisico/

Il Falotico si sta impegnando fra mille impegni. Presentazioni letterarie, blogfuori orariafter “Dopo tutto poteva andar peggio, meglio così”, dopo-lavori ferroviari, caffè post cena, “dopo pranzi” dopati per colpa del sugo “al dente” d’ardenti ragazze che mi corteggiano salvo salviette da rifiuti perché ho già fiutato che non son da fottere, elaborazioni del mio lutto, indulti, coiti, coliti, accolite d’ammiratori e anche d’invidiosi che mi “mirano” per “mire” non proprio “esaltanti d’uccello”. Vorrebbero che esalasse per le loro salamoie da uomini a-mari con la salsedine. Invece, meglio la salsiccia nella salsa. Infatti, di mutandoni rinforzati, da “forzuto” del mio “forziere” (ah, che fortino con tanto di discolo Rin Tin Tin, il can pastor’ tedesco che “pastura” nelle cagnoline…), devo “scortarmi” di “ultracorpi”, soprattutto dei bodyguard per le tali ragioni “bal(l)istiche”:

1) La mafia teme la mia integrità morale, non solo fisica d’interezza…, che potrebbe, in caso me “lo” vedessi brutto, denunciare i boss per colpevolizzarli che le terapie psicologiche m’han reso solo una pallottola. Nelle mie tempie, però.

2) I sindacalisti, coinvolti in leccate di culo per le imminenti elezioni politiche. Politiche di che?
A me sembran dei polli. Voterò la lista elettorale di questo “buon partito”, “Vota Falò for President, regalerà al gentil sesso il suo peperino e spruzzerà, nelle vitarelle dei mentecatti, il carisma all’origano per stimolar i loro orgasmi non più da peperoncino”.

Con tanto di frase “ad effetto” finale da biglietto da vis(i)ta: “Fottetevene!”, sponsor per tutti i pori troppo puri che, delusi da tante inculate, arriveranno “maturi” senza mai averlo davvero “indurito” in modo “tosto” e dalle femmine “tastato”.

3) Nicole Minetti, donnetta di fondoschiena bollente quanto da far… all’uncinetto nella testa alla brace da “pettegola”. Si fa sempre i cazzi degli altri, specie se “potenti”. Se li cuoce tutti fritti nella sua padellona.

4) Rita Rusic, produttrice tutta d’un pezzo (sempre “quello”) che, dopo aver fregato una barca di soldi al Cecchi Gori, tradendolo “a manetta” con tanto di “Voglio pure lo yacht e il rimborso oltre alle borsette, mia borsa d’un ricc(hi)one ma racchio Vittorio”, adesso se ne sta in due pezzi, di bikini birichini, col fidanzato più “sgallettante” e d’addomi più “a(l)itanti” in quel di Malibu. Lui la tocca e “lei”, stimolata nella zona erogena, un po’ “rifatta” ma “Ah bono, io ti rifaccio da capo a piedi”, urla “Mi fai la bua, attento alla lupa, alliscia solo al buio, altrimenti i paparazzi ci tromberanno!”.

Sì, ogni puttan’ sa che bisogna sput(tan)arsi solo nel privato.

5) Sheryl Lee. Ho sempre sognato di scoparmela. Anni fa, inviai al suo agente tal missiva del mio “missile in volo”: “Gent.le gentleman a capo dell’attrice, sono un Uomo che vorrebbe capovolgerla. Mi potrebbe recapitar l’indirizzo per offrirle il mio fantasma di Bob…? Appare e scompare, lì dentro fluttua”.

Bob, come sapete, è uno che s’accoppia ululante, a volte malinconico come Solo Bobby, uno da lacrima sul viso.

Al che, mi diedi a Guerre stellari. Ancor più isolato e sognante, ma Han “autoanale” di mie stelle nella stalla. Ah, le stallone…

6) Il capufficio dell’Adecco, interinale per lavori d’“inventario” a un’esistenza quasi rovinata.
Aiuta molto codesto a “sbarcar il lunario”. Nell’ufficetto, beve solo cappuccini, “sfogliando” le gonne delle “sofficine” sue segretarie del “darla” dietro “clausola rescissoria” se i lor mariti lo verran a sapere… di fotocopie compromettenti. Eh sì, son “produttivi”, lui mette ma bisogna ometter’ d’aborto per impedire il divorzio, causa “riproduzione” del bianco nella sua “nera”.

Ecco, a cosa era d’addurre l’aumento della moglie. Il “capo” aumentava di “busta paga”. Plagiandola di palparla.
E se n’appagava…, mentre i disoccupati, poco “integrati”, di stesso “appetito” e fame moriranno, asessuati perché solo assetati.

Egli è “sveltina” ma non si sveltisce a cercare una sistemazione ai disperati.
Pensa solo a “sistemarlo” nelle pere.

7) I sette nani van con Biancaneve e, nell’andiam, andiam, andiam a lavorar’, tutti “la” sciolgono.

A prescindere da “tutto”, appunto, sono un grandissimo.
Sul mio glande, non ci giurerei.

Tu sì? Buon per te.
Perché faccio da me.

Ama Tarzan e amami, io sono Sean Penn.

Quindi, non so quando e in quale dove, ora son da elargire di leggi dogmatiche con tanto d’astigmatico d’autostime rubate, infatti rubicondo m’incazzai perché erroneamente giudicato timido quando solo mi tira ove è umido:

1) Le regole son fatte per trasgredirle. Se non c’è trasgressione, c’è solo ripetizione.
Io rimando per evitare bocciature. Passo direttamente all’autopromozione, anche pubblicitaria che sguscia i suoi libri.

2) Al consueto appuntamento annuale, Francesco Castelnuovo e Gianni Canova annunciarono le “nuove”. Sì, ma alle nuore chi ci pen(s)a? Il novizio che son io. Tutto nuovo e per inseminar nelle loro “uova”. Il germe mio spermatozoico, un po’ nello zoo “germoglia” senza ingravidare, un po’ è letizia pasquale come l’uovo di Colombo. Lui scoprì l’America, io spoglio la figa.
Qualche volta, solo le “margherite”.
Nel selvatico senza “quadrifoglio”. Spesso lo conservo al frigo. E frigge…

3) Per anni emulai Bob De Niro, appunto. M’odiarono per tale identificazione “fuori dai canoni” solo perché loro fumavan delle canne. Mi furon nemesi. Persevero contro questi severi, che pensan sol al sedere,  ostinato nella mimesi. Io son mina camaleontica a ogni anemia contro chiunque antipatico.

4) Se Lei è Emma Stone, perché io non posso essere Ermanno Stonato?
Scusi, Lei cammina di cosce nel reggipetto, posso io scosciare nel plettro? Questa non fa rima, sì, è “steccata”. Ma con lo “stecchino” Emma fa il bocchin’ e Johnny è stecchito dallo stesso Benigni.
Vedi che il neo torna?

5) Nel 2006, infilai due incidenti frontali a distanza di pochi mesi. Mi salvai la faccia. Decisi perciò d’essere sfrontato, e sfondai anche il cruscotto dell’air bag delle mie palle.

6) Per distrarmi, dopo la diretta “YouTube” del canale “Oscars”, per caso ho ribeccato Rocco Siffredi intervistato “duramente” da Lucilla Agosti. “Ammirando” i commentini sotto, degni di gente laureata col “massimo”. Dei veri “big”.

Credo che, nel 2013, la dobbiamo smettere con questi “backstage” d’allusioni, battutine per battone, d’omaccioni semipelati per la patatona-patonza, per le vacanze da ferragosto “pruriginoso”, dei perizoma e delle mezze frasi che alludon al lupone.

Questo Rocco m’è sempre stato sul cazzo. Va evirato seduta stante, inutile  che ci “giri attorno”.

Mi parve una recita, forse se la fece.
Comunque sia, “uno” così è da feci.
Che feccia.

Comunque vada che fica. Quale? Lucilla? No, la lucina rossa. Ti avverte quando sconfini e non rispetti il (sema)foro.

Io sono colui che dà spettacolo e me lo do di mie arie frivole.
Meglio dei “monta(n)ti”.

Buoni Oscar.

E votate De Niro. Perché egli sa che Robert se ne fregò delle diagnosi affrettate.

A Lui, eminenza, diagnosticarono un Cancro. Lo superò brillantemente. Io fui considerato “matto” perché contro ogni pronostico.
La prognosi, riservata, fu da me animazione di reparto a rinchiudere gli psichiatri dentro un nido asilo. Ah, assillano ancora. Sedateli!

Entrambi, io e Robert, in un modo o nell’altro, sempre in cul ve l’abbiam dato anche quest’an(n)o.

Ricorda fratello: batti il ferro finché è caldo, anche perché, se no (dammi retta, il mio è senno e nei seni), finirai in Siberia. Lì fa freddo, e non ti convien la steppa ma il pollo.
Sarà stopposo ma è da conciliare col brindisi che stappa.

E, finita la cena, il dessert. Lei te le strappò ma sempre chiuso nel tappo fu rattrappito, in quanto ermetico. Più che altro, un ematoma avvinazzato di rosé. Rosetta abusò di rossetto, e ne fu arrossita.

Senza botto, senza botta, ma tante a chi non è come me, l’Uomo spumante. D’idromassaggio nelle schiume e, liquido, nelle nuvole.

Mah. Tiferò per Christoph Waltz inculato “nero” da De Niro Django.
Ho sempre adorato questo Bobby storico, epocale. Infatti, fra i miei mille progetti letterari, oltre a “Nel neo(on) delle nostre avventure”, ho già archiviato vari altri capolavori inerenti i suoi zigomi intagliati nella “proboscide” sua nasale d’aspirazione “endovenosa” a scimmiottar, di risata beffardella, ogni animale “sociale”.

Sì, ho sempre goduto del suo borderline.
Quando il Travis Bickle furoreggiò di Notte, stiracchiato-rannicchiato-oblio con tendenza al blu lunare nel suo “materassino” gonfiato d’ira vendicativa a sparar irrefrenabile ai papponi, e storpiando un “ordine costituito” di così “robusta Costituzione” fascista.

E Pupkin Rupert dove lo mettiamo? Un cialtrone che si crede un genio, e lo dimostra con tanto di sfoggio “pagliaccio” su tinte di mocassini intonati alle sue smorfie gioconde da ficcarle di battuta a sbatterli tutti al muro, compreso il lestofante Lewis Jerry in versione tragica del comico già sorpassato e immalinconito nell’imbonir, dunque imbrunendo di vial del tramonto, una massa da “applause” telecomandato su risa incitanti alle rissa.
Pupkin lo stese, mangiò un cartoccio alla rosticceria cinese, e l’arrostì, lo imbavagliò, gli “ragliò”, lo cosparse d’aglio e ne vampirizzò il carisma, saccheggiandolo di sua scheggia “impazzita” con tanto d’amichetta ad ammiccargli uno “Stronzone, scopami prima che sia tardi per il riscatto delle mie tette ammosciate meno del tuo”. Pupkin saltò “fantasmatico” sul palcoscenico e ribaltò tutto, incassando un arresto ma inarrestabile di mito. Idolatrato e inchiappettando su volto sardonico.

Poi, Max Cady, terribile, ancestrale, che “claustrofobizza” tutte le ipocrisie della borghesia, è un cane che ammazza i cani, quelli quadrupedi e soprattutto il bipede “elegante” bifolchissimo Nolte, “annotandogli” per filo, per “spago” e per segno ogni marchio indimenticabile.
Lo sigilla, lo bolla, e lecca le gambine attizzanti sia della Lewis sia della Lange. Una Jessica ancor adorabile di “stuzzichino” feticista d’occhiolin guardone da spallucce raggrinzite eppur “tiranti” per la stiratura serale, prima dei quotidiani suoi altri architettonici imbrogli.
Max le sbrodola, sbroglia la matassa, smargiasso li fa fessi, cuce le boccucce, “museruoleggia” a questi musoni arricchiti, sbronzo mette il broncio ai loro branchi stolidi, li abbranca, li sbrana, li terrorizza, li lobotomizza, li sterilizza e lo rizza!

Per ciò che mi concerne, apro la cerniera nei momenti in cui piscio.
Il mio pisello schizza quando la si fa fuori dal vaso, e stimo gli evasi poiché aviatori del bruciar loro le ali.

La folla mi elegge Re, i folli smascherai, che smacco, li ammaccai, li ammazzai senza neppure graffiarli, e ora mi do ai graffiti perché di me ti puoi fidare.
Se non ti fidi, affidati alla mutua.
Ti renderà muto. E non ne caverai un “buco”.

Believe me, meglio i bruchi. Perché mescolan la rucola nel prato fiorito e sfioriscono le “farfalline” da inanellare solo d’anular un po’ nell’inondar.

Sa…, tua madre ne seppe, ora s’è data ai presepi.
Meglio Beppe, uno che è il “bastone”.

Non infilatelo fra le ruote, spronate invece la vacca che incita il bue, che raddrizza gli asini, che è dritto.
E scorrazza e scoreggia a chi gli vomita.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
    La d muta. Di mutamento? Di Domodossola o del dargli addosso?
  2. Il lato positivo (2012)
    Eh sì. Bradley, tradito dalla moglie, lo prese di ospedale psichiatrico. Ma poi gradì quello B della Lawrence.Non tutto il male viene per nuocere. Spesso, ti spaccan le nocche, poi ti sgranchisci nella gnocca.
  3. Vita di Pi (2012)
    Mah, quasi più felice quella di Padre Pio.Pi per cosa sta? Per pistola, pirla o bestiolina che parla?
    Secondo me, sta per piglialo.
  4. Lincoln (2012)
    Daniel Day-Lewis si presenterà, appunto, con una limousine Lincoln?
  5. Zero Dark Thirty (2012)
    Certo che tu ragazzo le spari grosse, eh?Di mio, vorrei solo spararmi Jessica.

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