Gigi Sabani

01 Apr

I misfatti bianchi della “televisione” italiana, tutto ciò che avete letto di “scandalistico” ma nessuno ha osare scandagliare

Nell’ambiente underground, mi chiamano “The Fighter”, fottuto anti-naziskin a stirarli!
E antecedente al tuo culo da cesso!

Procediamo con ordine, nel registro degli indagati annoteremo varie “nottate” losche.

L’imitatore Gigi Sabani, anni fa, datato 1996, rintracciabile di colpa anche in tutta la documentazione Internet, previo ottima ricerca su “Google”, fu il sabotatore d’un evento riportato, all’epoca, da tutte le test-at-e giornalistiche.

Accusato d’induzione alla prostituzione e di truffa sempre a fini, “finissimi”, sessuali, mandò una “spedizione sedativa” a una signora che lavorava per la Rai, “valida” collaboratrice dei suoi programmi.

La vicenda, oltre che a sbattere il presunto mostro in prima pagina, “rimbombò” nella sua carriera, stroncata alla sua voce “unica”, da allora non più “versatile” ma molteplice di versamenti e risarcimenti.
A “lui” scagionato, a lui che (si) scagliò, a lui che fu prosciolto, dopo molte diarree scioltissime e catene “(s)legate”, a lui “cacciatore” strozzato/a.

Ma lo scandalo non fu appurato nell’interezza del “geni(t)ale apparato” del Gigi.

Ho usato le virgolette con sarcasmo, rimarco le sue ragioni. Servivano ad accerchiare ironicamente il suo “Tortora”.

Non aveva tutti i torti, in-fatti, a ben vedere. Ebbe il coraggio d’azzardare una mossa da Charles Bronson senza calcolare le spese fiscali delle sue azioni, forse lecite e non da “contravvenzione”.

Invero, come personalmente constatato, con tanto d’atti di tribunale e anni di causa alle loro “analità”, Sabani “offese” una signora sposata con un disegnatore-vignettista-illustratore.

Costui, “eminente” personaggio di spicco e “penna”, davvero “forbita”, par che ora sia sconvolto da un altro terribile scheletrino nell’armadio.

La sorella, genitrice di due figli calunniatori e parimenti “papponi”, fu chiamata a testimoniare in seguito a oscene ingiurie “elargite” dal sangue del loro sangue, sanguinario fra l’altro appoggiato dal primo difensore dei criminali, il padre. Che, scoperte le violenze e i giochi sporchi dei figli, colti in flagrante del fattaccio, preferì traslocare (i vicini videro e “tastarono” i suoi “eufemistici” insulti… da “tana del lupo”) ma anche provare a fermare, dietro provocazioni recidive, colui che tirò fuori le palle contro tali impostori e si ribellò. Si chiama terrore che i veri mostri possan finire dietro le sbarre. Meglio rigirare la frittata, per salvare la faccia e rovinare il giusto.

Contattò la polizia e, alla prima avvisaglia di possibili ritorsioni, dopo tutto l’orrore che i figli partorirono, denunciò (non) a mano armata per disturbo della quiete.

La persona, indotta nella “trappola”, fu “costretta” a una rehab per placare il montar, a muso duro e “sputi in faccia” contro l’insormontabile malvagità di tali tristissimi figuri.

Trascorsi 5 anni d’Inferno, è stata riconosciuta colpevole solo d’innocenza.
La sua reazione è stata semplicemente proporzionata a quel che di spaventoso e obbrobrioso tale famiglia provò a combinare alla sua vita, con tanto d’intimazioni al suicidio, telefonate minatorie, minacce di morte e ricatti tipo “Se provi a dire la verità, ti ammazziamo e stupriamo la tua ragazza!”.

Dimesso da ogni “obbligo” giuridico, con vari romanzi all’attivo, nessuna macchia ma ostinato a rivelar le loro fedine penalissime, pare che la storia andrà avanti.

E gli stessi, che vollero uccidere d’assassinio “bianco”, saran presto richiamati di fronte al Giudice.
Stavolta inappellabile.

Se, al Tempo delle offese, fu “fermato” il falso indiziato per mancanza proprio d’indizi probatori di quell’oscena loro colpevolezza, nero su bianco, stavolta, pare che ci siano adesso tutti alla mano per un premio Pulitzer.

Mi spiace. Ciao.

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