Poesia fotografica del Cinema

12 Apr

Incorreggibile: i piccolo borghesi credono di “fregarmi”, invece l’incastro ancora una volta!
Stefano Falotico ha pubblicato “Poesia fotografica del Cinema”

Vi ordina di acquistarlo, con tono imperioso da “suffragio universale”

Ecco a voi Lincoln Hawk, Sylvester Stallone di Over the Top mi fa un baffo.

Lunga e asfaltata di successi è la carriera del Falotico, immarcescibile di marcia “contraria” alla “serena” vostra comunità di piccoli borghesucci, tutti indaffarati in spesucce e beceri bacini.
Egli irride con alacrità tutta la falsa società, in modo immorale sentenzia sol “voltandoli” nella faccia d’avvoltoio. Egli è Falco, egli nuota laddove al comune mortale non è permesso, causa il suo, vostro mostruoso cervello annodato in amene lotte tribali, in cui il “vincitore” è un patetico, fallacissimo mendace e non mercenario!

Egli avvisa la plebe che un’altra perla sta regalando loro, se vorranno adorare la Bellezza anziché imbellettarsi di trucch(ett)i. Le parrucchiere son scostumate e saran educate, ché tutti i nodi devon “venire”… al “petting”, i liceali istruiti alla mia istituzione color “(d)istruzione nichilista” a (ri)torsione di regole lor imparate a memoria sull’arbitrio di scellerati “adulti” che ne castigan, invero, i desideri più veri, di come la pelle va celebrata “b(o)riosa” nell’unica ambizione che dà “colore” e calore alla vita, anche agli esistenzialisti: la Donna, quando si crogiola nello “smaltarti”, annuendo d’orgasmi lievitanti, quando, sciolta da ogni pudore moralista, mostra il suo godimento, condendoti nel suo flusso ormonale concupito e “carpito”, quando Ella è per me “impettita” di capezzoli a bramarli e poi “bruciarlo” nelle carezze(voli…) decadenze a lascivo mio darmi e inondare.

Andate su lulu.com e cercate la mia nomea, che si sta “accrescendo” ora dopo ora, femmina dopo altri amplessi.

Un’ode al Cinema, liriche imbastite con classe inarrivabile, sopraffina, scaglie di dolcezza grintosa a elevare ogni coscienza invidiosa.

Da Apocalypse Now a Cape Fear, da Carlito’s Way a Il lungo addio.

Un “breve” omaggio alla Settima Arte.

Comprate, non ve ne pentirete, ascolterete il rimorso di tutte le vostre colpe, delle vostre vigliaccherie, di quanto piccini “accusaste” e ora implorate perché (D)io v’illumini sempre con più acume e sottigliezza.

Curatevi figliole dall’acne, sfoderate gli estrogeni a mio genio!

Elargitemi le fragoline e lupo sarò sempre più “capriccioso”.

Amen.

Anzi no, professo il disturbo perpetuo a ex criminali che tentarono d’adescarmi al fine che m’attenessi al lor servil porcile, logorroico di frivoli “uccellini” a cui la mia metodica astrazione, enigmatica e indecifrabilissima, come una frattura nella tempia sinistra di John Rambo, oppone, a muso duro, uno sfottò su stampar la mia Gioconda.

Ché lavorassero e si spaccassero il culo tra onde “radiofoniche” di “cattive compagnie” a base di direttori “castiga-colleghe-scollegate dall’etere ma ben, nel sedere, rassodate su pessima musica” e colleghi da usare dietro schiaffi e ricatti.

Ché lavorassero e sudassero come bestie questi cafoni che, viandanti, fra una puttana e l’altra, insistono con sofisticata “altezzosità”, a guardarmi dal basso verso l’alto, in quanto Principe ereditario d’un gene geniale, a cui ogni psichiatria fu arresa, prostrante, dinanzi a sua Altezza, il qui presente “evanescente”. Non (acca)pigliatevi. Non parlate più?

Condoglianze all’umanità d’idioti che va a vedere un film di Tarantino e comprende solo il culo di Bridget Fonda, quando invece “denireggio” da Bob non Louis Gara ma Max Cady stronzo e inarrestabile. In una bionda oggi, domani a rimontare.

Uomini così non si fabbricano più nelle vostre “catene di montaggio-alimentari”. Io alimento la vita d’elegante essere colui che è. E mi monto la testa a scontro contro, non scontato, delle vostre testoline.

Chi sono? Non lo saprai.

Ma potrei essere Robert Mitchum.

Fratelli della congrega, siamo o no ortodossi?

No? E allora vi spaccheremo le ossa.

Ora, datemi una Donna e capirà che Rocco Siffredi è un “osso-buco”.

Fidatevi, ho le mie “regioni erogene” per dimostrare il “tutto”.

Sfogliate l’anteprima e potrete ammirare il mio volto che te lo ficca con “grazia”.

Gente ipocrita continua a spazientirmi, nella presunzione in-dotta che sia un “abbaio” nell’abbazia, ma invece insisto e tormento, un assillo continuo e sconsiderato (che devono considerare tanto d’assiderarli, ossessivo, reiterato e insistente, quasi alla loro calvizie incipiente e accidiosa di falsa “sapienza), che dà fastidio, come dev’essere, da “outlaw” alla Clint Eastwood di Gran Torino, a costo di consacrarsi al suicidio “annunciato” , cosicché il criminale confesserà ogni malefatta e verrà stanato dalla sua sporca “combriccola” di chi gli resse il gioco, il “soggiogare” e il “moccolo” a dar del “monco” a uno spietato.

“Recidivo”, a costo di “sputtanarsi” ché il pappone sia sedato e lobotomizzato da una “bella” rivoltella, nel rivoltargli la frittata, con un buco in pancia da Travis Bickle di Taxi Driver, nostro “monsieur” del tuo “signorile” violentare, psicologicamente, e “ammanettare” con le picconate alle anime.

Un lestofante che ho già acciuffato e spedito in tribunale ove, però, dichiarò altri spergiuri dietro testimonianze a “pararselo”. Per infoltir il suo nasino di bugia e complotto assassino.

Squilla, “morigerato”, un telefonino e ancora un “braccio destro” (presto al suo sinistro…) fa orecchie da mercante, preoccupato che la sua “carriera” possa esser radiata, in modo “raggiante”, da dardeggianti moniti. Così, appoggiato d’altri “legulei” burocrati dell’ordine, prende le “palle” al balzo per altro (ri)torcere.

Ma stan “architettando” mosse troppo frettolose, dettate dalla coscienza della loro vergogna con la coda di paglia.
Anchilosi? Non chiedere scusa?

E l’ago sta solo affinando una vendetta terrificante.

Perché i mostri io ho trovato, e prima si costituiranno, prima riceveranno in “pasto” dei ricostituenti alle loro “libagioni” su base di schizofrenica “inquisizione” contro chi, a differenza di queste prostitute (uso il femminile “dinanzi” a tali coglioni femminuccissime di viltà), ben “ammanicati”, di “manico” e manicheismo, è valoroso e non cagone.

Ogni mattina, appena svegli, vengon colti da un frenetico malore, speran di cancellare ogni lor orrore, ma Io, il Monsignore, spunto dalle viscere dei loro fegati, per ricordare questo a tal (dei ta-g-li) “o-r-moni” :

prima di sparare, assicuratevi di aver la pistola fra le mutande.
Sono il tuo boxer.

Non danno ascolto alla “vocina”, “piccolina” ma che cresce, chissà come mai, di eco, e vien loro alla mente Al Capone de Gli intoccabili. “Grande” sporcaccione e corrotto, mafioso merdoso “coperto” da conti che (nontornano.

Sono qui, dirimpetto al loro “silenzio” colpevole, che all’improvviso si autoaccusa di “sana”, appunto, colpevolezza. Mi gridano “Sei solo chiacchiere e distintivo!”.

Ribadisco che non sono un “tutore” alla Kevin Costner, ma un Mondo perfetto.

E s’incazzano di più. Tutto ciò mi piace da morire. Anche perché son già morti. Io nemmeno li sfiorerò. S’uccisero con le loro atrocità.

Ricordate: come vi frego io, neanche la madre degli idioti. Ché, per partorirli, aveva già i suoi problemi da malata di mente.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

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