Keanu Reeves, un “cinese” Tai Chi

14 Jun

Sono un fan di Keanu Reeves perché ha lo Sguardo sapor mediorientale da dita medie contro i carnali alla Nannini, in questo sta il suo fottersene con la fisarmonica in mezzo alle “labbra” del suonarsela e cantar di “golosità” da Berta filava su Gianna, Gianna e zanna, evviva Rino Gaetano!

Eh già. Se rapini le banche, ti fan nero perché non hai avuto una bianca a letto di cassaforte. (Fur)fan(te) di costui!

Le ragioni del materialismo odierno sono da far risalire a Keanu Reeves, redivivo dopo tanto eremitar’ ché la vita non è un piatto di pastasciutta fra loschi damerini e cretine per tenerlo asciutto fra i prosciutti, come gli altri macellai

Sono sempre stato un patito (con tanto di mascella mandibolare e zigomo tagliente orientale) del Keanu Reeves, un attore che fa schif’ di recitazione ma comunque sia è un bel dannato, di “bono” d’annata!

Non sono omosessuale, non sono un intellettuale sodomita alla Moretti Nanni con la Ferrari Isabelli nella “Porsche” dell’inculata micidiale d’amator’ rospone del Caos calmo bollente, ma un deficiente con allure di barbetta filosofica e physique del rollarmele in calor’ su una baita. Point Break.

Molte scassano le palle, le casalinghe di lavastoviglie, e il punto di rottura strappa i jeans sdruciti nel selvaggio sgusciarle fra maree incalzanti dopo i calzoni nell’onda su onda da mercoledì da leoni e anomalia del detersivo.

Sono il volpone di mare,  miei Andrea Robacto, e ogni lupacchiotta baywatch io spalmo col “lucido” da tavola delsurfista per la cavalcata più grande e tutto “affogato” in salsedine liscia come l’olio.

In spiaggia, le bagnanti si bagnan di più ché bagnino inumidisco la “sommersione”, fra amplessi in apnea e frasi buttate “lì” da poeta “lumacone” come le conchiglie della mia piovra “sanguisuga e succhia succhia fra i granelli e lo sgranarlo per altri giri di bo(i)a”.

Le abbordo, sul pedalò le porto al largo, quindi le “scarrozzo” in crociera e, a babordo, sbavando lor di brutto, soffocano le frustrazioni dell’Inverno nel leccarmi lo “steccarlo” in tanto cioccolato bianco.

Ah, il ghiacciolo si scalda e la granita è un po’ al limone e poi ne pesca altre per amarene al mio duro da cocomero.

Sì, sono come Keanu Reeves, Johnny Utah. Rischiò d’annegare m’adesso nuota e sfiata fra tante “palmate”. Ah, che polmonare, che respirazione bocca-bocca.

Ah, palpo con far da polipo e tutte spolpo, suggo i pompelmi freschi nel frappè al Gatorade rude, energizzante che “vitalizza” l’adrenalina come un salto dentro il “vuoto”.

Ah, mi lancio senza paracadute, cadrò come Icaro o le brucerò nella torrida stagione da cowgirl nella Monument Valley? Torridi e “issati” a “roccioso?”. Il nuovo sessoL’ultima volta che mi son suicidato!

Ah, fra quegli stagni, Keanu è come me.

Lui, nato nella capitale del Libano, dannato e bello, ripetiamolo ché ne va del suo, tutte le illibate, su occhi neri ambigui da piccolo Buddha, sbuccia, fingendosi un asceta “eunuco” da Bertolucci.

Invero, è un cazzone più del Brando di Ultimo tango. C’è dell’ardente tè nel deserto quando Reeves sfodera il capello sciolto su espressione come il legno d’ebano. E sorseggia dai capezzoli più procaci, usando la “zazzera” a mo’ di Via col vento.

Sì, Keanu è uno specialista della sua faccia da culo. Ah, battete le fiacche, lui va di fiancate, lascia il segno alla carrozzeria da futurista fra le cubiste.

Le donne pendon da questa sorta di “culatone” ma egli non si dichiara né bisex né trans ma solo finto “monaco” su allusioni della “sordina”. Egli allude di “monosillabo” e, nel labiale, la dice tutta.
Tutte crollano anche se non ha nulla da dire come “interprete”. A quelle, fidatevi, interessa solo il profumo del suomosto selvatico.
Straccia-(Nu)tella nella libidine del dolce Novembre. Con la Theron Charlize che gli diventa un “torroncin’”, poi s’allena d’altro “hardball” per “bollarne” nuove di reazione a catena.

Egli “spinge” di speed-y quando è furioso di sua notte che non aspetta, quindi urla “Ti amerò fino ad ammazzarti” anche se già, di Giudizio universal’ (Pictures?), l’avvocato del diavolo dà l’ultimatum alla Terra.

Oggi, costui è anche regista.

Secondo me, la vita è come la faccia di cazzo di Keanu Reeves piazzata là. Va preso/a così.
Senza darle peso. Altrimenti, pretenderà il rimborso oltre alle borse(lle) sulle occhiaie. Non badate a spese, soppesate e il bilanciere garantirà un equilibrio (gin)tonico.

Da “cineasta” improvvis(at)o per ragazzi a canaste con pochi “canestri” di ciambelle col “buco”, Keanu è come Falotico.
Irride spensierato questo Mondo vanesio che brinda sul di-v-ano, con frasi mozzicate a esibizionismi Facebook per il “visagismo” dei rimpianti “riconciliati” in tal circo di orridi porcellini col salvadanaio del pisciatoio “parato” e di tanto sparlar dietro, “gustando” fondoschiena da sciatori dello “sla(lo)m” gigante fra una bugia ove tira, opportunista, il vento per la “battuta vincente” dello slurp “dritto-rovescio” di “colpo grosso”, una a cui far lo “struscio” da “droghieri” compiacenti (eh sì, sono delle “eroine” da lodar e di “tutto” salsicciar’ fra un sandwich e l’altro, più spruzzar di peperonata se la pietanza è insipida e “timida”, restia al “resistente” del burroso speck all’arrabbiata sulle fette biscottate di panzerotto, ben “farcita” da uomo “special’”), di piedini, un po’ da capre e un po’ ancor adoranti il balconcino “contemplativo” fra una Debora… con l’h finale del treno perso nel binario straziante, “strozzato” e naufragato-sgolante per il paio di collant dell’insudiciata da “Guinness” luppolo dei “primati”, e una Caprioglio per il famelico e adirato scatenarsi di “pazzie” erotiche, come una grande abbuffata di frutta ammuffita e non più pomposa delle lavand(ai)e che conoscevano il turco napoletano totoiano al fine, finissimo, della stiratura da “telaio” del gran porcaio tenuto “gelato”, eh già, leccando la cremosità va la lingua ch’è una “delicatezza”, fra panni sporchi e il Mondo è “paesana” puzzona di presenza (o)scenica.

Mica scemine qualsiasi, sanno cosa vogliono. Quello, e deve pagarle di mantenimento, previo Viagra a rafforzar la reputazione. Intoccabili, le toccane e loro abboccano. Tanto, sanno che, prendendolo, il conto in tasca andrà ingrassandole anche di chiatte, non solo di yacht. Queste son solo che delle mignotte.

Slacciate loro i bottoni, che bottane e, se borbotteranno, altre bottarelle.

Ecco la bustarella!

Donna che, di Savoiardi, se n’“inzuppa” e poi tifa Balotelli di “negro super… dotato” anche da Pelé osannato su “trombette” da onorevoli tromboni. Quanta pella al lardo. Tutti “imboccati” dalle tettone della Lucarelli che, fra una lettura del “gobbo” e un Siffredi Rocco, sempre sempre più “ricca”… “viene”. L’uomo medio, dinanzi a “codesta” gallina da coccodè nel far il verso ai cocchi su sue, appunto, grosse albicocche, sciocco pen(d)e “gigantesco”. Palpabile nell’etere virtuale del masturbatore sintonizzato (c)anale. Eh sì, celebrano ancora Canalis Elisabetta, troietta molto stregona per lo “Strudel” del tuo “menestrello” da depressivo minestrone con l’imbuto a mo’ di lavastoviglie nel “vagliarla” con “post-fenomenale” foto-(igi, è non è la CIGL)enica ben “impostata” di “adorazione”happinessTodd Solondz vi conosce, cari stronzi. E tratta anche i nerd da merde.

Il primo spermatozoo-logico è lui digitale.

E vi spernacchia, mie cornacchie. Ove va la “pompa”, io vi cago in testa e “(idr)aulicamente” poetizzo tal veritiera “ipotesi” interrogante di mia arroganza da Sgarbi “innaffiante” l’ignorante: se due più due fa quattro, perché tu te ne fai cinque in un sol boccone e, “fra l’altro”, te ne cucini di polli? Sei frocio? Ah no, sei una che ama le lesbiche se il tuo amante non è un “dritto”.

Sei arrostita? Dunque talmente essiccata che il “rossetto” sta “sbavando?”.

Sì, sono Keanu Reeves. Chiamami se hai bisogno che te lo piazzi secco, “idromassaggio”, potenzialmente effervescente a bollire i deficienti.

Se ti sto antipatico, contatta la Croce Rossa, “divamperà” più a luci rosse nel tuo spaccartelo sanguigno.

Buona serata.

Vedi di ficcartela.

Anche alla sua carriera a puttane è andata!

Appunto!

Festa per tutti e orbi di aerobica.

Keanu in forma sta, bolso è oggi un orso.

Reeves Christopher è meglio, a prescindere dalla carrozzella da chi prese troppo presto il volo ma, al galoppo, si ruppe il capocollo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Man of Tai Chi (2013)
    Eh sì, il nostro Keanu è davvero un Genius coi fiocchi e la “libidine” di Jerry Calà.

    Se Sean Penn optò, col suo esordio, per una storia che più tragica non poteva (Lupo solitario docet), Se Johnny Depp fu brave (non tanto bravo) col suo snuff movie in formato sformatissimo d’un Brando superpanzon’, Keanu approda alla prima regia (speriamo l’ultima), sbattendosene del tema “impegnato”.

    Keanu sa, come da play a “teorema”, che sex symbol sempre sarà anche se, in ‘sta storiaccia qua, ficca un cinesin’ Cin Ciun Lin molto rincitrullito su suo “camoscio” da kimono d’oro.

    Grande Keanu. E ricordate, a proposito del suo sessapiglio andamento lento alla Tullio De Piscopo, Keanu chian’ chian’ (tradotto italianalmente in “Piano piano”) tutte quant’ infila dentr’ di “sc(i)upamento”.

    Anche se abbiam notato dalla sua “Prima”, un certo anomalo doppio mento.

    Il che pregiudicherà, un “popò”, i suoi “ricevimenti”.

    Applauso!

  2. 47 Ronin (2012)
    Mah. Kuroswa non ci sta.
  3. The Lone Ranger (2013)
    Depp è uguale a Keanu. Somiglianza di attori agli antipodi nonostante i lineamenti civilmente omologati al cinemucolo americano.

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