Wall Street di Scorsese, la mia scorza “dura”, DiCaprio è lupus!

17 Jun

Il Lupo di Wall Street sono io, bello come DiCaprio, stronzo come McConaughey, cazzone come Jonah Hill, geniale come Scorsese, a tratti “addiction” da Abel Ferrara su sguardo bastardo di Michael Douglas dei tempi d’oro… nell’ass-o sfoderato!

Cancro “orale” per Sesso di-pendente!

Esce il trailer di questo zio Marty, che ancora ve l’ha ficcato di classe non è acqua nel “saccoccio”, miei detrattori e ratti che ammirate solo l’Italietta nazional-popolare con Pirlo Andrea e le sue palombelle da barbetta (de)cadente in discese vostre da “trombette” in bocca(li) da pinte!

Quale Gosling. Ecco il DiCaprio di lingua come un (Abatan)tuono, miei fantocci!

Confederazioni coppali, per il Mondiale di prossim’annata. Voi, in giubilo, griderete abbindolati d’altri colpi balistici “anali”. Al Brasile ospitante di pentacampeão, preferisco il “campetto” sognante di Brazil, nel Gilliam alla burocrazia di sardonia irriverente e, al tifo da stadio, una figa da “studio” per un “tiro” fendente” in mezzo alle tette prominenti nel mio dileggio da Topolina mouse a gamba di legnoAlè alè alè oh oh, me ne fotto, miei polli con le “ali” da “aviatori”.

Che “foglie morte”.  Dunque, dopo il goal al contagocce, da “collirio” su collarini del tricolore di voi coglioni-lenti a contatti di Facebook e ad applaudir l’erculeo Balotelli post una cena poco posata in tagliatelle alla boscaiola e varie scoregge a mo’ di “staffilata” proteica del carboidrato non di cazzo “tirato”. Ma di grasso che cola annacquato nel vinello su urla da divanini. Che culo, eh?

Come vi piglio io, neanche il tuo amante, un “topo” loffio e già affogato nel “marrone” senza tiramisù.
Io addolcisco la Donna da “filone” e tutte di “sfilatino” si strappan, oltre alla calze, la “rete” dell’insaccato!

Il mio punteggio è da “sudore” e, cornificando,  i mariti sudan ira fredda. Sono il loro martirio. Fra un Martini e il mio Giorgino.
Impotenti ancora, nel doppio incularli, prima nelle loro e poi “luridone” di altro “candore” da sbiancarle.

Sì, io di “bianchetto” sbanco, non scoraggiatevi, sono il mappamondo orbitante dietro e avanti sulla “marcia” immarcabile. Marcette, marchettari, marmittoni! Povero trombonazzi, che panzoni!
Mentre voi marcite con Mameli e il suo innetto, io isso, immetto la “bandiera” a “Mezzogiorno” per mamme(lle) infuocate! Annuendo, vanno poi denudandola. E che dandolo di dondolo.

Cari tonti, siete come il nano Brontolo. Io, invece, bisonte a Biancaneve affondo di Mammo(lo). Mie mammolette, siete già da mausoleo. Mica come il mio “musino” che suona l’ocarina di musica non da fav(ol)ette.

Su, forza. Non incazzatevi. Io vi sfianco, sono il centravanti di “sfondamento” con gli Speroni del cowgirl.

Si chiama “schiuma”, lo score vincente dell’Uomo “infilante” altre palle nel cum.

Al Maracanà, il mio Oronzo dribbla da Aristoteles, senza troppe filosofie. Gira attorno agli avversari e dunque, cadaverici, li sbatto nel loculo come Crisantemi, mentre “roteano” nell’arrotolarmene un’altra da pastore.
Luterano? Ah… no, latro come Martin il cineasta “religioso” contro gli ortodossi del Cinema vetusto e delle mentalità da ottusi. Io spolpo, disosso, addosso salto nel dissanguando.

Sono un CristoWillem Dafoe. Uno “ambiguo” che mette in “croce” Maddalena ed è Passion a Tornatore e alla sua Malèna. Detesto Peppuccio ma adoro le poppe della Bellucci. Quando le lucida di limoni… siciliani.
Ah, il mio cannolo è di panna come la “cassata” di Cassel, Monica incassò “da me” e ancora la sua “caramella” m’è cazzone duro come il muro, a cui l’affresco, baciandola di Pinturicchio nel “pitturargliela” con pennellate nei bacini sotto l’incrocio dei “peli”.
“Sbandieratori”, ecco il “fantino” del miglior “Pa(l)io” di cosce sulle cavalline di Siena, nel seno, dissennato da Trieste in giù.

A briglia sciolta, io le sciolgo e “domo” da stallone mentre tu domini solo le zoccole.

Il purosangue spinge di blu sempre lassù, lilla arrossiscono e di latte ne son “stellare” nel Modugno sotto la Luna… meravigliosa nella modella che modula il mio montarla con “moduli” strategici da 4-4-2, “bomba” im-prendibile nel 90-60 e “goniometro” su staffetta resistente nelle “lunghe distanze” come un negro dai polmoni instancabili e muscoli più dotati di “slancio”.

In poche parole, sono nato Playboy.

Tu, datti alle parole crociate e fammi giocare all’indovinello se la scoperò di rebussa due volte o anche Ricomincio da tre?

Facciamocene Cento. Che Carnevale! Mica come Paola Perego. Le voglio spremere. Prima una pera, poi la banana e il dessert del desiderio per altri sederi.

Sì, questa è la verità: le donne si catapultano a mo’ di razzili dell’ex… Unione Sovietica per il mio “missile”, e divento URSS-ul(ul)a Andress col mio Sean Connery 007 più tre che se ne fan per sangue fottuto “al negativo”, PH che sta per “patacca” nel neutro amorevole della doccia di astronomia lunare su vuoto corporeo.
Sì, massa più accelerazione di gravità non è la teoria della Relatività ma una mia reazione chimica da carbonio 14.
Mi butto ma le bottane mi gettan nel bidone. Marcire è inversamente proporzionale al “fiore” che cresce per la fauna femminile, causa rifiuti tossici del loro batterio su mia flora intestinale. Più si sviluppa, più il lupo perde il pelo in queste viziate d’altri seviziatori.

Su tale stronzata, prendete un treno per Marte e noleggiatevi un’altra vita, la “Total Recall” è l’agenzia del miglior Paul Verhoeven.

Su quel Pianeta Rosso, meno seghe a luci rosse e meno “trivellare” da operai.

Ho detto tutto. Ah no? Detta come il Papa, cioè papale papale, una palla se n’è andata di bolla ed embolo, fra un bombolone e senza la “bambolina”, sono buchi craterici.

Cioè senza il cazzo dentro. Amaro?

No, meglio mescolare le “zollette”.

Applauso!

Buttiamola in vacca!

Gli uomini mi prendono per un coglione, le donne per entrambi. E da questa “dinamica” di “stiramenti”-strozzamenti parte il “resto” di “allungamento”.

A volte, non devo neanche mostrarlo.

Non mi fotograferanno mai nudo, perché la mia bella faccia di cazzo basta e avanza.

Revenge total’

Il primo preso d’assedio sarà il cretino che tormentava, dal “podio” del suo liceale “encomio”, ogni persona che da manicomi considerava. Il suo nome è Matt… o, programma pedagogico a base di sedazioni al suo “culon’”, con tanto di spezzar i “gambali” alla sua gran puttan’, io la disprezzai e ora, impagabile, il mio non ha prezzo nell’inframezzar’ il lor “divertimento”, pari alla madre di “bocca” maligna e maldicenza incarnata in alluce vacuo su cerebrolesa più lesioni a spappolar il marito, gonfiato pallon’ “aerostatico” della flatulenza, capo-bandito delle panze e del mio infilzarle con la banda che incita alla svolta, a deragliargli il faccion’ e poi, sfacciatamente, falciargli i “marroncini’” del suo zabaione, su glassa e smargiasso (con)ficcante, previo denuncia che userò a cannucce di costui che (s)cannò. Che cannelloni!

Voglio l’azzuffata inglese da hooligan!

Triviale va il trombon’ in salsa e nel liscio dell’ammogliato, ma funesta è la vendetta e dalla fune penderà “questo” che di pene, in ogni senso, volle frigger i “diversi” in salamoia.

Come un salame, penzolerà e altre “pizze” farcite di tort(ur)e nel deretano sarà “aitante”.
Ah, puzza l’alito al nostro “altissimo”.
Sì, dal soffitto, ha le fitte e implora perdono dopo che aff(l)isse. Lui e il suo “attico”, zeppo di “collezionismo” da morto demente. Ah, adesso non vuol morire e grida “Pietà!”.
Ma per carità, osiamo di più su tal profanatore dei suoi doppi “Osanna” in chiesetta e poi, feriale, “festeggiare” di atroci sconcezze.
Stavolta, maiale hai incontrato chi t’ammazza e stramazzerai sol al suolo, “sbellicandoci” di risate impazzite. Che maionese, che ketchup!
Piaciuto inveir sui “poveretti” per segregarli nel nero pozzo e di pazzia accusar da “petroliere”,  mio spezzatino, fetente?
Ecco, tendesti il tranello e la “trappola” t’è ora “trampolino” a impiccato se così accetterai una decorosa (di)partita, altrimenti soltanto che accetta da boia dopo la ghigliottina.

Mio “golosino”, che gotine paffute. Pluf pluf, la tua merda non sarà cremata ma di ceneri incendiato ne “verrai” liquido su tanto “seme”, ah ah, mia cattiveria ne vedrai delle belle.
Guardalo ancora un attimo, dallo a vedere alla tua meretrice un altro “popò”, ché il Tempo scocca e il fallo t’è sempre più “fuochino fuocherello” nell’affievolir il tuo forcon’ e “fornicartelo”, nazista!

Che falò!
Avvertito fosti ma te ne fottesti…, come i tuoi figli ora sei blindato.
E dire che ti professavi, come la “professoressa”, un carro armato contro ogni fessacchiotto con gli “orsacchiotti”.
Orsù, l’orso ti fa paura?
Vomiterai prima irto, quindi da primate in arti “stuprati”. Chi è il deprimente, scimmione?
Legge del Taglion’, non n’eravate al corrente, miei “colti” delinquenti?
Quanta “cultura” sprecata, ah.
Ecco, dunque la Lezione. Ingredienti carnali all’olio bollente. “Cotti e mangiati”.
Scrivi alla lavagna il tuo “ingessato”, già, e sarai spremuto poi come il “vino” nella vigna di vendemmie e spruzzando da una quercia che terrà il tuo peso sin a quando, esangue, di linguina sbaverai l’ultimo Sole della tua “esal(t)azione” Ah, odiavi la mia “pesantezza”. Ma non soppesasti la forza della “Vergine”, tu che di Bilancia hai gemelli figli e Cancro nell’anima(le). M’allenai di bilanciere, ora ti sono uccisor’
Sorreggiti finché dura, poi la stagionatura ed essiccherai pallido.
Questa è solarità!
Ti par una bestemmia? No, lemme lemme la “femmina” t’ha flemmaticamente fermato.
Infermo… con le mani.
Te l’ho legate, e lo sai…, ti attenderà l’Inferno.
Non gradisci?
Ah no? Abbiamo anche la graticola!
Che “grigliata”.

Chiamami Il Grinta!

E ricordate: ho un volto sghembo in mezzo alle gambe!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
    La paura è un idiota che la combina grossa ma sa che un lupo in libertà, prima o poi, gliela fa.
  2. The Wolf of Wall Street (2013)
  3. The Addiction (1995)

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