Who is Bobby Cannavale? Un attore da popò al babà! Al bacio, sì!

16 Jul

Chi è Bobby Cannavale?

 

Bobby Cannavale, attore carnevalesco, come voi, idioti carnascialeschi!

La mia (r)esistenza da “pueril” puledro alla sporcizia delle massaie, si misura da quanto odio Cannavale Bobby eppur abbaio mentre voi vi rabbuiate: evviva gli anni ’90!

Ma che pensi che sia Carnevale? No, sono Cannavale al bacio, al popò di babà!

Altri tempi, che voi non avete vissuto né di memorie rivivrete, ché mi vibravo fra cosce mie spaparanzata versione Eminflex del giusto e sacrosanto onanismo galoppante, inverecondo, sguaiato e altisonante nel trombar da solo, perso tra fantasie “criminose” di gambe accavallanti, discinte con garbo e “gambali” miei di sudato “coraggio. Tempi oramai arenati, dopo tanto e pedissequo, equino “allenamento”. Di bone len(z)e, ricordo le mie masturbazioni che tutte le coglievano, compresa l’impresentabile Antonella Boralevi.

Pomeriggi “casalingui” di liscio fai da te, una, due, tre e poi innumerevoli giravolte sul (di)vano.

Tempi d’aria salubre e “mansueta”, d’un puberale impudico mio “pugnale”. Ah, pugnette che mai gettavano la spugna nonostante il sudore tanto. A capovolto osso lombare, capriole nel sacrilego edolor all’anca sacral per anelar al buchino mentre i miei coetanei si bucavano.
Ah, meglio i miei pann(olin)i sporchi, davvero di film alla Porky’s. Da playboy allietato nel late night, ululante a luculliane donne dal grande culo.

Ma poi giunse l’età adulta e la prugna ti fan ammuffire. Per amarla, t’ammorban di ricette  e devi implorarledi pietistico, devi pagar il pegno se vuoi “impregnarle” col pene. Pane al pane, vino mio poco papale. Ah, come le palpo. Devi guadagnarti le penne all’arrabbiata, condir di pomodoro d’Adamo le dame se vuoi papparle da damone.
Come tutti gli altri che son già stati liofilizzati nell’ovatta a idrofila pancia piena. Ingurgitano d’appetito mai sazio e preferiscono il dolce alle salate.
E non salì poi più. Ti rendon Padre Pio, ti castigan nella stigmata se osi sfregar di mani accalorate nel sangue più verace, pugliese e bestemmiante come a Bari(lla), con tanto di pasta al “pestaggio” se non ti piace Benedetta Parodi. Canta con Minà e sarai poco minatore in Lei in calore.
Sì, guida il trattore e recati in trattoria, ove troie a non finire potrai addolcire. Ti danno anche la panna e il latte da mescere nel cappuccino.
Il cameriere ha il cappello, caspita come la pennelli, sai già che lei, minuscola di l stavolta, ti strapperà le bretelle, poi da barbaro bretone, le sarai barbabietola. Eh sì, dopo la bettola, il tuo abete, mio ebete.
Lei te lo beve, poi andate a pregare nelle cappelle. Confessandovi, fessi, tu reciterai la sua Maria, che di fessure è tutto duro.

Altri tempi in cui il Cinema potevi gustare di rassegne. E assegnar vo(l)ti a chi volevi. Non il volgo modaiolo.

Un nuovo “grande attore” sta ottenendo ruoli a raf-fica, viene dal nulla più “terrone” d’esportazione americana della matrice italo-ascendente sul globalismo cinematografico da vero “cul(inari)o”

Si chiama Cannavale di cognome, ma la faccia non è da divo, perlopiù da panettiere “siculo” emigrato USA con la “Coppola” d’uno nato nel New Jersey e la sua faccia non m’è nuova di padrini e da panino con la mostarda nel performer di merda…

Per forza, Bobby è delle donne “perforatore”, e v’incula a sangue. Letteralmente tradotto così: “Se non gli dan la parte, piglia la tua partner e si becca la sua porzione”.
Egli scippa. Egli scopa. Egli ti fotte e scappa in un altro “ruolo”. Dentro un’altra “immedesimazione”. Occhi penetranti, bucan lo schermo, alle donne gioca di scherma. E spalma le creme!

Infatti, ora è chef per la trasposizione del Palahniuk peggiore che speriamo blocchino nelle forchette alle sue origini “roventi”. Quest’attore non s’allinea ai miei delicati gusti, eppur piace e sta mangiando pellicole su sua pellaccia in filmografia sempre più “allungata”.
Mah, non è dotato d’espressività, sembra Fabio Volo nel Fred Buscaglione più trimone, eppur sarà “dotato” di “qualcosa” che io non vedo. Non pensate “malvagi”, non a “quello” mi riferisco, bensì al suo colluttar con la mafietta. E poi va di cariche e trombette! Anche Frank Sinatra faceva così. La sua voice superò le giuste accuse al suo boss.
Già. Per arrivar lì, a recitare con Pacino di spalla e protagonista di Woody Allen, mai Cannavale leccò culi di “pene” (non fraintendetemi, parlo della “gavetta” che faticar devi “darti da fare”). “Alludo” che qualche spintarella avrà avuto della “ricevuta…” come Emilio Fede e i destrorsi alla Carfagna. Mara lo mirò e, ammirando Silvio, guardarono Omar quanto è bello.
Sì, Bobby è come un nostro “parlamentare” di Destra. Nessuno dichiara d’averlo votato, e allora come fa Bobby a star lassù nella Mecca? Non è, ripetiamolo, “fortuna” di dura “minchia” ma di svendersi al “miglior” offerente.
Bobby contattò la Warner Bros per un provino, ne uscì bocciato, dunque provato. Al che, tornò negli “studi”, legò il direttore e lo ricattò nel puntargli una pallottola da “uomo di palle”. Che non può essere ferito nell’onore.
Da allora, nessun più si permette di scartarlo. E Bobby “sale”… Ogni riferimento al nostro ex Presidente del Con(s)iglio è puramente vero tanto quanto Silvio le verginelle tocca di atti impuri e casuali.
Comunque, un certo fascino del “cazzo(ne)” c’è. “Ammettiamolo”. Cannavale ha il suo perché. Come no.
Tant’è che può vantare una relazione triennale con Sciorra Annabella, alla quale cantava di “mandolino” tutte le notti nel riesploso “Vesuvio” partenopeo, sciorinandole anal. Litigarono per colpa delle sue “pizze” con troppa salsa, leggi percosse da manesco “cuoco”.
Bobby si scaldà, e Annabella pianse in una lacrima sul viso.
Annabella è ancora però cotta del Cannavale, si strugge disperatamente per avergli strappato il coglione rimasto che è. Bobby non ha risentito della “botta”. Nient’affatto indebolito, sta rafforzandosi da “intoccabile”.
S’estende a macchia d’olio e compare, anche simil torta “Ca(m)meo” al bu(d)i(n)o, nel centrar di “cavolo” burinissimo, al burro sulla merenda dei film d’ogni cucina, è la ciliegina che m’induce al caffè senza zucchero.
Sì, il film mi sembra delizioso ma, appena “avvisto” Bobby, mi scende il latte alle ginocchia. E opto per l’amarezza.
Qualcuno ha un cannone per frantumarle tal testicoli di cannolo? Ah, cremoso si scioglie Bobby.

Recensione al righteous kill per Cannavale!

L’omicidio perpetrato alla f(r)eccia dev’esser virtuoso, scagliato d’ira repressa dietro abiti da poliziotto intonso. Altrimenti, è sol che assassinio dietro leguleia “etica” ancor più da stella di “latta”.
Non arzigogolato tra false maschere, sfacciato come un Pacino (spoilero) logorato, “ansiolitico” dell’angoscia sua geniale oggi qui invecchiata, recidiva anche agli impeti urlanti ma “schiamazzato” d’interpretazione sorda, anonima, trasparente ai limiti del brezzolato.
Un grigio lupo di mare nella giungla, scalcinato di zigomi, acido muriatico di teschio in capelli sfibrati, ischeletrito nel ventre dell’Al(ba) che fu, tramontato senilmente, ma non sereno affatto.
Affilatissimo di grilletto facile da “buco” in mezzo alla fronte, forse drogato dell’esser marcito nell’integerrimo codice che (ci) ha tradito.

Non c’è heat in questo freddo poliziesco che non è all’italiana, nonostante le insegne al neon di ristorantini“emigranti”, polar-avanguardismo patetico d’un Cinema tronfio di schiettezza cruda. Tanto da scarnirsi la cena delle sparatorie. A essiccar anche di poco spargimento di sangue.
Lurido underground del sottobosco “inguardabile”.
Amarognolo nel “retrogrado” essere anni settanta in abiti cattivi d’un montaggio schizzato, di testacoda e split screennella messa a fuoco di calibro sfiatate, di recitazioni “lombrosiane” nel Pacino meno se stesso e nel Bob bolso, smemorati dai due miti di Michael Mann.

Quindi vetta da studiare a memoria per ogni (de)generazione futura. Spacca le tempie nell’accecarci con due icone fuori sincrono laddove in Mann, pur comparendo in sole due scene, fra cui una “cenetta”, erano più tavola calda di specchi delle medaglie…

Jon Avnet è mestierante, arrabatta, la butta lì, cazzeggia in una sceneggiatura discreta firmata dal creatore di Inside Man.

Produce Avi Lerner, quindi già impacchetta la paccottiglia, infila Carla Gugino per un paio di tette “di sbieco” neanche inquadrate in modo davvero birbante, la vediamo semi-oscurata da un De Niro montante a sodomizzarla ma da nostro groppo in gola.
Una cavallina triste, una cantilena per concludere in quattro e “quattrocchi” lo scontro di un Cinema senza Sguardo. Ma non è liquame, c’è più melma in tanto degrado che nel Cinema che voi definite elitario, dunque automatica.-mente piacente.

Ma per piacere. Rispettate Bob e Al, ammirateli nel finale “a bersaglio”. Saranno un po’ andati ma la stronzata va ch’è ancora due pezzi da novanta.

Per il resto, rispetta sia la Legge e sia le tue chiacchiere e distintivo…

Come dice il detto, togliamoci il dente e leviamoci dalle palle il Cannavale, Carnevale e pure i caviali.

I sassolini son mie scarpe letterarie da Stephen.

Invero, dovete amare Cannavale, quello di Bombolo, grande viveur che sfotteva tutti gli innamorati falsi

Sì, grande coppia con Bombolo, ma Cannavale era caratterista che derideva le cretine. Suonavano da batteriste, Lui e Bombolo. Arrivavano le bombe! Alla Zucchero Fornaciari.

Dopo aver recitato in farse napoletane sulla disoccupazione, sulla crisi, sull’identità del figlio omosessuale tendente al tenente moscio, pigliava la macchina, si recava nei bar sotto il vulcano di San Gennaro.

E consolava le donnicciole, cantando loro questa strofa di Celentano:

Amica mia, quanto costa una bugia
un dolore che dividiamo in due tra noi
La gelosia, quando arriva non va più via
col silenzio tu mi rispondi che
col tuo pianto tu mi rispondi che
coi tuoi occhi tu mi rispondi che lo sai

La gelosia… più la scacci e più l’avrai
tu eri mia di chi sei più non lo sai
complicità ma che gran valore ha
sincerità che fortuna chi c’è l’ha

Poi, ordinava una marinara e si ficcava l’acciuga. Con tanto di cappero al peperoncino della Campania più verace.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Chef (2014)
  2. Blue Jasmine (2013)
  3. Il padrino – parte III (1990)

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