Ricelebrando il mio compleanno, un video che espone la mia personalità, buffa, stramba, forse come Harry Dean Stanton

16 Sep
THE PLEDGE, Harry Dean Stanton, 2001. ©Warner Brothers

THE PLEDGE, Harry Dean Stanton, 2001. ©Warner Brothers

È morto Harry e Lynch lo celebra, in memoria di un grande, che ha partecipato, sempre incisivamente, a una marea di film davvero culto. Lasciando stare questa morte, che mi ha fatto piangere molto, propongo questo video che “rielabora” un mio scritto (che potrete trovare qui e sul mulhollandlynch, al link indicato nelle “informazioni”) di qualche giorno fa, quando “compii” 38 anni.

Dovete sapere che la mia voce, ispida, nervosa, che repentinamente s’interrompe burrascosa, calda, allietante, sobria e poi “sciocca”, piace parecchio e vengo subissato da messaggi in cui mi si chiede di far il doppiatore. Non so, potrei “prestarla” per far la voce narrante di qualche lungometraggio o per raccontare favole. Io ne racconto parecchie, anche a me stesso, perché la vita va presa con spirito vorace, brioso, anche quando le cos(c)e non vanno bene e siamo sommersi da obblighi, responsabilità, da lavori frust(r)anti, e la nostra indole rabbiosa emerge furiosa. Quindi ci calmiamo, ci ricomponiamo, ancora ci spacchiamo. Voi il culo, io no. Amate il cubo e non fissate troppo le cubiste. Siate pittori cubisti, siate fancazzisti, quindi agganciatevi al dovere quotidiano, amate, scopate, non rompete il cazzo, sostanzialmente fatevi… i vostri.

 

di Stefano Falotico

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