Il feticista-cinefilo collezionista di dvd e Blu-ray è malato di Cinema? Anche malato di mente, in molti casi, sì, purtroppo… tranne il mio

07 Aug

walken bevalacqua

No, non è un titolo da fake news come vanno, ahinoi, di moda oggi. Il classico titolo ambiguo che alletta la curiosità degli internati, no, internauti per ottenere visualizzazioni. Cioè uno specchietto per le allodole.

Uno di quei titoli del tipo… scandalosa Cristina Parodi ad Ostia, mai vista così!

Col sottotitolo: scabrosa più di un film di Pasolini, mostra tutto a iosa da colei che non prende più le ostie eppur continua a mangiare le ostriche!

Poi, clicchi sul link e vedi lei col marito che, con in mano paletta e secchiello, è intenta solo ad aiutare i figli piccoli a costruire un castello di sabbia.

Ma, piegandosi in una certa posizione a novanta, attirò lo scatto del… fotografo.

Sì, uno pensa… tutto qui?

Intanto il sito, grazie a questo stratagemma editoriale, per modo di dire, tira a campare poiché, coi clic, le visualizzazioni sono salite, i nostri membri maschili però per niente, figurarsi, per una cos(ci)a così in tempi di porno che impazza a tutto spiano, anzi, in maniera turbolenta fra i desideri mostruosamente proibiti del frust(r)ato qualunque e qualunquista, cristo mio, il quale dopo una dura giornata di lavoro, eh sì, se la tira placidamente nell’intimità domestica e invece, dopo un ano, no anno in cui non ha fatto un cazzo in comune, stando a leggere Il Corriere dello Sport, aspettando appunto i suoi onanistici giochi serali assai balistici, facendo pure il ballista, ovvero colpevolizzando i giovani scansa-fighe, no, scansafatiche… ora manco è andato a Riccione perché deve conservare i risparmi per abbonarsi, a partire da Settembre, a Novella 2000.

Naturalmente questi risparmi, da lui prelevati alla Cassa di Risparmio, luogo in cui lavora uno peggio di lui, il cassiere di Al Capone, sono soltanto quelli rimanenti rispetto a quelli già usati per sputtanarsi un patrimonio nella sottoscrizione periodica del suo abbonamento a Sky. Per pagare Cristiano Ronaldo e altra gente poco cristiana.

Ora, premetto questo, io non credo più nel cristianesimo da tempo immemorabile. Poiché ritengo che ogni tipo di religione, basandosi su valori e tabù repressivi, sia l’oppio dei popoli, castigando le loro indoli, le loro nature istintivamente protese alla libertà più fieramente emozionale, recludendole e ficcandole, appunto, in un ufficio di adempienze, compiti, doveri e scartoffie in senso lato, anche b.

Sì, la religione incula gli uomini e le donne nella suggestione loro indotta che possa esistere un’entità divina, dalla superiore coscienza rispetto alla loro da comuni mortali che, nel caso trasgrediscano i suoi intransigenti, dogmatici comandamenti, saranno condannati a eterne perdizioni infernali oppure si macchierebbe di onte da scontare nell’auto-inganno che loro chiamano dignità.

Io vi scomunico!

Guardate, le persone che si dichiarano di cuore e probe, in verità vi dico che sono soltanto ipocrite.

E ci ricolleghiamo al tizio da me descrittovi sopra. Che, ogni mattina, dopo essersi sbarbato e sciacquato in doccia, indossa la sua maschera sociale impeccabilmente pulita e poi compie doverosamente, si capisce, con diligenza ruffiana il suo lavoro da colui-paracul’ che, pur di non finire all’inferno, ovvero sotto i ponti, lecca il dirigente che lo sgrida e gli chiede l’atto di dolore, come in una confessione cattolica, se ha sbagliato a far di coito, no, di conto.

Poiché, avendo calcolato male i conti altrui, ne andrebbe dell’equilibrio economico dell’idiozia, no, azienda generale, forse soltanto comunale.

E l’altro dipendente, anche lui ovviamente diretto dal capitale, no, dal caporale, derubato dei soldi che gli sarebbero spettati di tredicesima, appunto da lui sottrattagli dal ragioniere succitato che non contabilizzò precisamente la sua rendita mensile, è stato interdetto di avere i risparmi per abbonarsi a Chi.

Sì, perché questo a Cristina Parodi preferisce la sorella. Amica del signor Signorini…

Il quale, a sua volta, prende spesso il tè assieme a Fabio Caressa fra un tempo e l’altro delle sue gossipare prese per il popò dei fondoschiena altrui.

Sapete che vi dico? A questo Signorini Alfonso, il quale plastifica e impacchetta le vite altrui, preferirò sempre Il profumo del mosto selvatico diretto da Arau Alfonso.

Che iniziò come attore in una particina ne Il mucchio selvaggio, poi in El Topo, ma è da tenere in auge soprattutto per averci mostrato, senza falsità da riviste sotto l’ombrellone, quel pezzo di figa immane di Lumi Cavazos in Come l’acqua per il cioccolato.

Sì, a voi, uomini oramai mostri selvatici, consiglio di andare al circo di Come l’acqua per gli elefanti.

Sì, siete delle bestie indomabili. A voi servirebbe Christoph Waltz anche di Bastardi senza gloria.

Avete perduto quel senso naturale delle cosce, no, delle cose. Il piacere di arrossirvi nel tramonto roseo dinanzi al davanzale di Reese Witherspoon.

Sì, in quanto a seno, Reese va forte. Ma, se la guarderete in viso, sarete imbizzarriti, no, imbarazzati perché vorreste dirle, con lo sguardo, la verità. Cioè che fa schifo al cazzo. È bruttina di faccia. Sì.

Poteva piacere solo a Matthew McConaughey di Mud. Uno che si allontana dalla società, andando a vivere in un atollo sperduto perché fu stufo de L’isola dei famosi.

Per lui, l’unico richiamo della foresta, no, verso la realtà quotidiana era rappresentato da Reese. Lei mai lo stufò. Ad an(n)i di distanza, Matthew sognò di stantuffarla. Ah ah.

Mah, a me cominciano a stufare pure i libri di Jack London.

No, la mia non è noia. Non sono Alberto Moravia. Da non confondere con Alberto Bevilacqua.

Sì, forse sono un illuminato e non mi ridurrò mai come voi. I quali, pur di farvi apprezzare come cinematografici critici improvvisati, assomigliate sempre di più a quel trombone di Christopher Walken d’Illuminata di John Turturro. Il critico della minchia Umberto Bevalacqua.

Umberto, maestro di niente, né della semantica dell’omonimo Eco de Il nome della rosa né di Teatro, neppure di Arte.

Bevalacqua è uguale, comunque, a Vittorio Sgarbi. Il quale, onestamente si fece il culo per diventare uno dei massimi esponenti dell’esegetica artistica e ora invece si prende maledettamente sul serio in modo magistrale, anzi, soprattutto lo prende nel sedere di sé stes(s)o perché, nei suoi deliri onnipotenti, confonde la sua tazza del cesso, su cui si filma in calce si firma, alle cagate che dice. Peggiori del water d’oro di Cattelan.

Sì, ci fu un tempo che collezionai anche il mio buco del culo. La mia casa è inondata non solo dei dvd di film di Scorsese e Kubrick, bensì anche delle maggiori stronzate con Renato Pozzetto. Merde di film non solo di John Waters, dunque. Appunto!

Ieri, ho fatto l’inventario di tutti i miei cimeli da cinefilo.

Perché collezionavo tutto? Per ordinarmi, a livello inconscio, per custodire gelosamente le pellicole a cui ero maggiormente affezionato.

Ciò, probabilmente, aveva un senso un tempo. Oggi come oggi, con lo streaming e i download dai torrent in 1080p, è assurdo stare a collezionare ogni cazzo di film che esce.

Peraltro, i dischetti dei Blu-ray spesso si consumano. Invece, su pc puoi vedere l’attrice “sui generis” Lena Paul senza bisogno dello scorrimento lento… del lettore.

Sì, Lena bisogna scorrerla solo a letto da rettore…

Guardate, son stato spesso al Festival di Venezia.

M’è sempre piaciuto omaggiare, dal vivo, gli attori e i registi che più stimo, che hanno rappresentato e rappresentano, semmai ancora, qualcosa per la mia vita.

Al massimo, però li ho fotografati e immortalati, filmando poi anche l’architettura atmosferica del Lido, soffermandomi con lo zoom sul viavai impetuoso e frenetico dei suoi visitatori. Vale a dire dei morti dementi. Ah, un finissimo studio personale di natura sociologica-antropologica. Quasi zoologica, considerando questa fauna peggiore degli animali strani delle notti di Taxi Driver.

Arrivisti, giornalisti sfruttatori, spettatori che si credono attori…

Già, in quanto non ho mai capito quelli che si mettono e si sbattono… dietro le transenne, aspettano il loro attore preferito per ore sotto il sole cocente. Poi lui arriva, si avvicina loro.

E manco lo guardano negli occhi perché sono troppo preoccupati che lui firmi loro l’autografo.

Mi son sempre sembrati Bob De Niro/Rupert Pupkin di Re per una notte.

Gente che ha sperato nel suo attimo di gloria e, attraverso gli autografi di uomini considerati importanti, ha demandato loro l’aspettativa d’esistenze misere e invero penose.

È per questo che il fan del suddetto attore da lui prediletto, anche sudato, vista l’attesa sotto i raggi solari assai brucianti, è deluso se il suo attore preferito ha girato un brutto film. Poiché, nel suo assurdo processo d’identificazione con l’attore da lui designato a capo del suo fallimento esistenziale, a sua volta da lui canalizzato nel successo dell’attore stesso da lui eletto, si sente meglio.

Così come quelli che hanno già prenotato la copia autografata, personalizzata, si fa per dire, del nuovissimo disco Blu-ray di Halloween. Ma poi uscirà davvero? O sarà internato… nelle vostre memorabilie?

Scusate, avete paura che, se non lo fate vostro, finirete in manicomio?

Guardate che fare la fine di Michael Myers non è poi così orribile, eh.

Appunto, basti vedere la gente che sta in giro a piede libero.

Da cui Il seme della follia

Ho detto tutto.

 

 

di Stefano Falotico

de niro king of comedy

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