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Memorie del sottosopra: su Rolling Stone Italia paragonano Dostoevskij a un hater odierno, mentre io sono sempre più (pus) underground di mie stranger things


17 Oct

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Roco

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

Ecco, come anche le pietre sanno, Taxi Driver è il mio film preferito. Ma non tutti sanno che il suo sceneggiatore, l’esimio Paul Schrader, oltre ad attingere a Lo straniero di Camus, all’epoca non aveva ancora conosciuto i poteri nutrizionali miracolosi della pizza al Kamut, e dunque era un pessimista contro ogni positivismo da Cinema di Muccino, e s’ispirò anche alle immortali Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij.

Invece, nelle scorse ore, sulla rivista Rolling Stone Italia, ove fino a pochi mesi fa la “direttrice” era Selvaggia Lucarelli, una buona solo a leccar l’uccello del Morgan che fu, spacciandosi per anticonformista maggiorata contro la maggioranza meno falsa di lei, è comparso un articolo abominevole, firmato da Enrico Dal Buono. Buono a che?

Ove il suo “pregevole” autore sostiene che, se Fëdor fosse nato oggi, avrebbe nutrito odi sociali da hater e probabilmente l’avrebbero sbattuto in qualche centro di disintossicazione mentale.

Parafrasando Nanni Moretti di Caro diario: ecco, penso: ma chi scrive queste cose, non è che la sera, magari prima di addormentarsi, ha un momento di rimorso?

Sai cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste: cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c’è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un’sola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone: mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza.

 

Frase che Nanni rivolge a uno col macchinone mentre aspetta che si alzino le asticelle del passaggio a livello.

Sì, dovete sapere che io son stato anche considerato “socialmente pericoloso” perché, anziché, amare film come L’ultimo bacio e melense, ecumeniche, dolciastre piaggerie piccolo-borghesi, ritengo che Ghost Dog del Jarmusch sia un capolavoro.

Ma, a differenza di Moretti, considero anche Henry del McNaughton un film magnifico. Sì, sono un essere “purulento”, vero pus underground! E la gente perbenisticamente ipocrita, infatti, mi urla pussa via!

Sì, al che “zigoviaggio” nei miei strange days di un’adolescenza perduta, inutilmente inseguita e probabilmente mai avuta né goduta.

E mi ricordo che proprio non andavo d’accordo coi miei coetanei appena cominciai a prendere coscienza di come funzionavano le cose. Anche le cosce. Cioè che, “ruffiani” come Harvey Keitel, i cosiddetti papponi del magna-magna(ccia) generale, non avrebbero mai capito le mie melanconie e le avrebbero scambiate per demenza. Dandomi dell’incosciente perché lor “buoni” pensavano solo a come cuocersi un paio di femminili cosciotte. Ah, povero il mio Don Chisciotte!

Sapete, all’epoca, non c’era Internet e non potevi esternare i tuoi pensieri, trovare gente con la quale instaurare empatie e sintonie emozionali, e quindi mi chiusi parecchio. Stagnando in una zona angosciatamente “morta”, in cui languii nel mutismo, semmai sognando una donna pura come Winona Ryder prima che diventasse la zitella di Stranger Things. Quella che ti scopi tu, cinquantenne pesantissimo.

Appena cominciai a svelarmi, dopo che al servizio civile mi fecero ascoltare Lou Reed e i cantanti maledetti, compresi che indubbiamente ero stato coglionato. Mi ribellai ma venni nuovamente preso per coglione, più che maudit, inaudito.

Be’, so che oggi mi piacerebbe “rosolare” una donna castana, baciandola come se stessi sgranocchiando una castagna. Ma sarò ancora sfigatissimo. Faremo un figlio e io lo porterò a Castagneto Carducci.

Ma lui morirà per un male incurabile.

E io, travolto dal dolore, scriverò un capolavoro di mio pianto antico:

 

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor
.

 

Ecco, a distanza e a fronte di tutto, Taxi Driver rimane il mio film preferito.

Sapete, da piccolo avevo un sogno. Ora ve lo confido.

Sognavo di svegliarmi a tarda notte, di mettere in una busta della spesa delle cibarie appetitose, di aprire la porta di casa senza far rumore, quatto quatto di scendere le scale e di portare la cena al diavolo.

Sì, già all’epoca ero “schizofrenico” come Mick Jagger e adoravo Sympathy for the Devil…

Anche perché accendo la radio e son passate due canzoni davvero “belle”.


Sì, Francesco Sarcina, un sorcino. Parla sempre di orgasmi per commesse frustrate e di lenzuola sporche per ebefrenici maniaci di tettine.

E Zampaglione. Uno che, se sei triste, t’istiga al suicidio con le sue rotture di palle.

Poi dici che uno non deve essere una persona “negativa”.

Ecco, dovremmo chiudere le radio italiane e continuare ad ascoltare quel “rozzo, ignorante, cafone, incolto, burino, bovaro” di Bruce Springsteen. Radio Nowhere!

 

 

di Stefano Falotico

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