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La mia Missione in Ennio Morricone di colonna sonora


07 Jan

La mia “Mission” è solo quella di Ennio Merricone in Mendoza “allegro” e contento, nella (non) felicità mai gesuita a tal crociata di falso progresso e Facebook da fessi

 

Fratelli della congrega, voi qui riuniti, cingetevi in un minuto di raccoglimento. Sì, accolita preghiamo per i destini naufraganti di questo porcile “a mano armata”, tutto imbellettato dietro finti “profili”. La tecnologia permette oggi di profumarsi grazie alla “quarta” dimensione di Photoshop, ove ogni storpio può stropicciarsi il volto (im)presentabile nel ritoccarlo d’emananti odori che, a pelle anche digitale, mi provocano schifo di PC in sputo!

Sono io la volpe e il pulcino in tal fattoria degli animali, tutti prodighi di frasi a “effetto” che incorniciano come confetti.

E persevero severamente a far sì che questi idioti siano sculacciati. Poi, sconfessati. Spogliati di ogni bene e appesi per il pene.

Perché, a differenza del De Niro qui Palma d’oro a Cannes di capolavoro incompreso, io vi “ammazzo” fratelli e non scalerò le cascate del Nilo, di fatica di Sisifo, per rider salvato dagli indigeni e Jeremy Irons. Il “vostro” si chiama fottuto buonismo. Me ne sbatto. Ecco la vespa al vespro. E a Bruno!

Di questi impiegati frustrati che accendono la “catapecchia” dell’elettrodomestico a propaggine delle loro ansie, oppongo un marsupiale berrettino Kangol.

Che ho comprato su eBay, memore del grande Samuel L. Jackson di Jackie Brown. Un negro con due coglioni da Pam Grier. Donna scassapalle e che manda a monte, anche a monta, quello delle cauzioni.

Anche se il mio, previo anteprima di foto “capziosa”, virerà al beige.

Il colore della merda dei santi, di chi può scagliare prime pietre rimanendo un Al Capone de Gli intoccabili.

Se non mi credete, miei (in)fedeli, vi racconto questa.

Ieri sera, prima di coricarmi, una tizia abbastanza tozza m’ha infilato un messaggio non tanto anomalo in chat perché voleva che gliela toccassi. Questo il suo “testamento”, che esigeva il mio “erigerlo” di tastamenti…

– Stefano, ho vagliato la situazione (di monologo della vagina?). Tal “tira e molla” mi angoscia. Tanto, quando ti chiedo d’incontrarci, ti (ri)tiri. E preferisci (non) farne una sega. Adesso, ti banno (anche la banana?).

Prima volevo dirtelo. Ciao… (e io che credevo volesse darmela).

 

Dopo cinque secondi netti di riflessione fulminante, ebbi l’illuminazione e le risposi nell’attimo in cui mi stava bloccando:

– Va bene, zoccola, vai a dar via il culo.

 

Parola del Signore.

Sia lodato e vada lì anche sorrata.
Ora, mettete su una trilogia del dollaro.

 

Oggi, un mio amico mette su Facebook il seguente racconto incompleto, per stimolarci…

Quando si dice la donna che inventò la mossa…

“Un uomo, solo e depresso, ha scordato lentamente i tempi piacevoli della gioventù e si sta rintanando sempre più in sé stesso, collegato da mattina a sera al rettangolo d’internet e cazzi vari, con qualche pausa di seghe sulle pony express di YouPorn.
Eppure in lui v’era un uomo dai forti valori…. fino a quando un giorno suonano al campanello.

Finite voi il racconto”.

Prendo io la “balla” al balzo e replico…
Secondo me, il tizio spacca la porta a colpi d’ascia come Nicholson di Shining. Perché, a forza di non aprirla, le giunture si sono bloccate. E la “chiave” non apre nulla.
Nessuno ha suonato al campanello, è stata solo l’ennesima allucinazione uditiva dovuta all’isolamento.
Al che, corre verso la cantina, sfonda pure la porticina di quella, trova la mitragliatrice, corre con essa imbracciata, quando si dice “vanno a braccetto”, sin alla piazza principale e caccia la “bomba”, urlando di essere Tony Montana!

Il sindaco non lo trivella, lo seda di psicofarmaci e, intanto, lui che è “socialmente attivo” a rubare i contributi dei cittadini, riscalda la “sedia elettrica” con la collega su “gelato al limone”.

Si scoprirà che l’uomo non è che voleva stare solo in casa tutto il tempo, l’avevano emarginato perché anni addietro lo licenziarono perché era troppo efficiente.

Non riducendolo in bolletta “grazie” all’assistenza sociale che almeno gli pagava l’ADSL.
Quindi, non cazzone come gli altri donnaioli… basta che ottieni un lavoretto da raccomandati alla Provincia e te lo puoi menare di brutto.

Da “integrato”.

Bello bello “tostato” e di “plauso”.
Al che, anch’io vedo cos(c)e che non esistono, la procace reincarnazione della Tirabusciò… che sculetta dicendomi che ho un bel musetto. E intanto tifa per la Juve da Scudetto.

Ma poi io opto per la mousse.

Prendo il telecomando e “glielo do” in testa…

Ecco il “tricolore”.

E il “tricologico” di Conte.

A forza di guardare il Conte Antonio, qua non vi torneranno neanche le stronzate di Carlo Conti.

Fidatevi.

L’Italia è sempre andata “a culo”, e a puttane!

Di mio, potrei essere Maria Antonietta. Anche se prediligo Capitan Uncino all’uncinetto.

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