Il corvo Brandon Lee

28 Jul

La libertà è un Vesuvio che deterge i vostri peccati

 

Io (s)fumo, e loro sono (s)finiti!

Sì, bavosi, da anni vi spio, son appostato come una supposta.
Voi, i supponenti che amate il Sol di Ponente quando v'”orientate“, solitari, in zona riflessiva e poi uccidete tranciando le coscienze, pestandole nella “vendemmia”, per l’uva passa con le “passere” che “assoldate” coi soldi!

Ora basta, avete incontrato l’Uomo che non spezzerete neppure con delle cannonate di tutta la marina d’ammiragli con “baionette”. Questo è il “cannolo” salatissimo!
Questo è il mio “medaglione”, ch’è goccia vivi(in)fica.
Fate la scorta di salviette, si salvi chi può!
Gettatevi dalle scialuppe, tanto la piovra, che son Io, v’avvilupperà massaggiandovi nell'”onta” di cui dovrete vergognarvi nel’eternità degli abissi vostri. Nell’Inferno in cui sarete straziati da un Diavolo strangolatore, a espeller, di cartellin rossissimo e arrabbiato, tutte le vostre colpe, i vostri “coiti”, la colite con cui avete incollato l’etichetta al prossimo d’abomini!

Lo risarcirete, accollandovi tutte le spese, pretende la sposa.
Va omaggiato di rose. E di rosse in cui “divamparlo” come Ami Emerson, la redhead da “testacoda” a letto! Una così è da prendere perché è solo “una” che “lo” pretende, eccome se si (s)tende!
Sì, io ho ass addiction nella vita, voi invece smagrirete in lavori frustranti, frustati dal mio sfacciato e sadico rinfacciarvi e fottervi tutto il pudore da piccolo borghesi repellenti, che si spellan solo fra quattro pareti, murando chi non “lo” pen(s)a come il vostro.

I mostri siete voi, lo siete sempre stati.

Voi e quei liceotti con otto in pagella e una a novanta in padella, ove i professoretti son già stracolmi di mignotte, di rigidi “culotte“, di brindiselli e “caroselli”, di “trenini” e un votarello per la “bona” condotta!

Io entro col lanciafiamme nelle vostre a(i)u(o)le.
Son io che “le” incendio del san gusto pepato, sfrenato, con Renata di rima sua baciata e “appoggiata” al “pogarla” di “reni”.

Sì, mentecatti, ratti, toponi da biblioteca, “cineteche” da cani nell’asservimento miope al padroncin col “barbon”, questi sono i carboni ardenti, idioti e sempliciotti che vi nascondete dietro le “lauree”, le “lodi” e soprattutto le troie.

E, se mi va, vado a fare il pizzaiolo “sotterraneo” nel vulcano partenopeo, ficcandovi le olive in segno di “mozzarella” che asciuga le vostre risate “al pomodoro”.

E ricordatevi: la vostra “cara” Licia non è una “micia”.
Perché conosce la mia “miccia!”.
Guardatela quando vi prepara la cena, quando lo stufato rosola e “fuma”, e rosicherete quel che fu(mmo).

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

 

  1. Il corvo (1994)
    Questa è pornografia? No, è poesia, bifolco porco di merda.
    E sono tornato per bruciarti vivo, te e la tua famigliola di maiali!
  2. L’oro di Napoli (1954)
    Pernacchione! Al trombone del panzone che sarà sgonfiato, anche nel “portafogli”.
  3. Ronin (1998) Scegliere l’onore. Male!. Perché la vita non è un gioco da duri.
  4. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    Preferisco “spruzzarle” l’ascella!

 

 

 

 

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