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“The Raven” di Poe, il mio corvo di Falotico piace anche a Laura Lattuada


01 Oct

Su Facebook, la bellissima Laura Lattuada guarda il mio video e mi scrive testualmente:

Beh: la parte audio è perfetta…usi benissimo la voce e anche certe “sporcature” di dizione funzionano (forse c’è un “misteri” e “pensieri” un po’ troppo della bassa padana), sinceramente non mi fanno impazzire le foto che hai usato, le abbiamo viste e riviste, che dici? L.L.

Rispondo cortesemente così:

Be’, innanzitutto grazie. Sì, son di Bologna nonostante le mie origini meridionali, quindi talvolta “tentenno” in una strana cadenza, più che basso-padana, direi lucana-emiliana. Eh eh. Ma ti posso rivelare che sono totalmente autodidatta. Sto imparando a usare il diaframma e m’ispiro alle grandi voci del nostro doppiaggio. Ad esempio, adoro Giannini e sempre i suoi straordinari lavori su Al Pacino. Alle volte, è quasi meglio Giancarlo della voce originale di Al, te lo posso assicurare. Riesce a fornire delle sfumature tanto sottili laddove spesso un roco e “monotono” Al non è parimenti profondo. Le foto dici? Be’, nell’altro mio blog www.edgarallapoetale.info, è spiegato tutto. Invero, Il corvo è un film a sé stante. Non è tratto da “The Raven” di Poe ma da un fumetto di James O’Barr. Ma solo chi non conosce le logiche del Cinema e della Letteratura può cadere, vedendo superficialmente il mio video, in un tranello così banale. Pensare, come mi han fatto “notare” alcuni, che io non sappia appunto che il film e il racconto son due cose estremamente differenti, è peccare di banalità. Sono due cose diverse in apparenza, e loro sono degli “ignoranti”. Il film trae spunto dal fumetto, lo interpreta liberamente e, a sua volta, James O’Barr attinse alle atmosfere del racconto di Poe per disegnare e scrivere la sua storia gotico-romantica. Comunque, sono esperimenti personali. Con un paio di miei amici, lavoreremo sul file mp3 per sviluppare come dire una sorta di corto d’avanguardia, mantenendo s’intende la mia voce narrante a sottofondo.

Il corvo Brandon Lee


28 Jul

La libertà è un Vesuvio che deterge i vostri peccati

 

Io (s)fumo, e loro sono (s)finiti!

Sì, bavosi, da anni vi spio, son appostato come una supposta.
Voi, i supponenti che amate il Sol di Ponente quando v'”orientate“, solitari, in zona riflessiva e poi uccidete tranciando le coscienze, pestandole nella “vendemmia”, per l’uva passa con le “passere” che “assoldate” coi soldi!

Ora basta, avete incontrato l’Uomo che non spezzerete neppure con delle cannonate di tutta la marina d’ammiragli con “baionette”. Questo è il “cannolo” salatissimo!
Questo è il mio “medaglione”, ch’è goccia vivi(in)fica.
Fate la scorta di salviette, si salvi chi può!
Gettatevi dalle scialuppe, tanto la piovra, che son Io, v’avvilupperà massaggiandovi nell'”onta” di cui dovrete vergognarvi nel’eternità degli abissi vostri. Nell’Inferno in cui sarete straziati da un Diavolo strangolatore, a espeller, di cartellin rossissimo e arrabbiato, tutte le vostre colpe, i vostri “coiti”, la colite con cui avete incollato l’etichetta al prossimo d’abomini!

Lo risarcirete, accollandovi tutte le spese, pretende la sposa.
Va omaggiato di rose. E di rosse in cui “divamparlo” come Ami Emerson, la redhead da “testacoda” a letto! Una così è da prendere perché è solo “una” che “lo” pretende, eccome se si (s)tende!
Sì, io ho ass addiction nella vita, voi invece smagrirete in lavori frustranti, frustati dal mio sfacciato e sadico rinfacciarvi e fottervi tutto il pudore da piccolo borghesi repellenti, che si spellan solo fra quattro pareti, murando chi non “lo” pen(s)a come il vostro.

I mostri siete voi, lo siete sempre stati.

Voi e quei liceotti con otto in pagella e una a novanta in padella, ove i professoretti son già stracolmi di mignotte, di rigidi “culotte“, di brindiselli e “caroselli”, di “trenini” e un votarello per la “bona” condotta!

Io entro col lanciafiamme nelle vostre a(i)u(o)le.
Son io che “le” incendio del san gusto pepato, sfrenato, con Renata di rima sua baciata e “appoggiata” al “pogarla” di “reni”.

Sì, mentecatti, ratti, toponi da biblioteca, “cineteche” da cani nell’asservimento miope al padroncin col “barbon”, questi sono i carboni ardenti, idioti e sempliciotti che vi nascondete dietro le “lauree”, le “lodi” e soprattutto le troie.

E, se mi va, vado a fare il pizzaiolo “sotterraneo” nel vulcano partenopeo, ficcandovi le olive in segno di “mozzarella” che asciuga le vostre risate “al pomodoro”.

E ricordatevi: la vostra “cara” Licia non è una “micia”.
Perché conosce la mia “miccia!”.
Guardatela quando vi prepara la cena, quando lo stufato rosola e “fuma”, e rosicherete quel che fu(mmo).

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

 

  1. Il corvo (1994)
    Questa è pornografia? No, è poesia, bifolco porco di merda.
    E sono tornato per bruciarti vivo, te e la tua famigliola di maiali!
  2. L’oro di Napoli (1954)
    Pernacchione! Al trombone del panzone che sarà sgonfiato, anche nel “portafogli”.
  3. Ronin (1998) Scegliere l’onore. Male!. Perché la vita non è un gioco da duri.
  4. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    Preferisco “spruzzarle” l’ascella!

 

 

 

 

Corvi che aleggiaron in Cooper, ma voleranno con un altro attore


13 Nov

 

Notte fonda, Notte che in te si fionda, e un giubbotto nero, nerissimo, a “ventricolar” fra una Luna “mesta” e un’altra “indagatoria”.

Forse, il corvo è una storia di detection o una revenge fra uomini spenti che gridan solo, imputriditi, “Fuoco & fiamme!“.

“Legenda” dal fumetto storico di James O’Barr, “mitizzato” da un Brandon Lee quasi già “postumo”.
Capolavoro ineguagliabile di Alex Proyas, nelle “taciturne” muscolarità atletiche del figlio eletto di Bruce.

Seguiti su seguiti, mai all’altezza dell’originale, per nulla originali.

Forse, val la pena, pensa Hollywood di “reoriginarlo”, un reboot in grande stile per ricelebrarne i fasti e la magniloquenza visiva. Quasi “opalescenza” candida, eppur atmosferica.

Ci stavano lavorando Juan Carlos Fresnadillo, regista, e Bradley Cooper, attore sempre più “rinomatissimo”, anche “in-jenniferlopezz(i)ato”… beato lui.

Ma, entrambi, per ragioni diverse (lo appureranno più approfonditamente i “biografi”), hanno abbandonato il progetto.

Il sito “Shock TillYouDrop”, sempre attento alle sfumature “baluginanti”, è andato a ripescare il concept art del film che “non vedremo”.
No, il film si farà, questo è sicuro, e per il ruolo del protagonista, l’indimenticabile Eric Draven, si fanno già due possibili nomi, Channing Tatum e Mark Wahlberg.
Non che la “scelta” mi paia pertinente.
Tatum è un “bamboccione con dei begl’occhi, un po’ allocco… gran fisico, ma oltre al fisico ci vuol la faccia giusta, e lui non ce l’ha, a meno che non lo (s)trucchino, anzi, devono “stuccarlo”.
Mark Wahlberg? Be’, già meglio. Lo vedrei bene “calzarsi” coi capelli lunghi, e i pettorali ben in vista sotto una sdrucita camicetta fra il jeans e il ruvido, con qualche tatuaggio sui bicipiti… che ne so… un dragone, una lucertola, anche un cerbiatto, perché no?
Ma sto chiacchierando e, al piano di sopra, il vicino panzuto, lavoratore stakanovista, “mesce” la moglie in letti “occhialuti”.

Vi mostro le immagini “esclusive”, tanto che le ho “rubate” per voi.

 

 

Secondo me, l’unico, insuperabile attore, perfettissimo per la parte, è questo personaggio…

 


La “dormienza” della “placidità” che s’innaffierà & infiammerà nella Notte.

 

Firmato il Genius

Genius-Pop

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