L’Italia è Selvaggia Lucarelli

06 Mar

 

L’urlo lancinante, insopprimibile, quasi “insopportabile” degli idioti!


“La prenderò larga”, come avviene con le mie donzelle, che io “orlo” a “suffragio universale”:
taluni biechi personaggi, che (conta)miranono la mia libertina indole “
untouchable”, raccontando frottole per cavarsi da impacci del tribunale, mi “tributeranno” delle grida come Billy Drago gettato in pasto al vuoto da un Kevin Costner intransigente e “rigidamente morale”

“Capitolo 1”, col grassetto, col rossetto di loro che “la vendono”, col neretto a bruciarle

Orsù, son Brancaleone per le giraffe: in marcia, miei “prodi”, “erti” da (e)rettili, marciamo da marci e “ovuliamole” queste marce, ingravidiamo ogni “cos(ci)a” a bollarle di marchi!

Che vestito indossi? Che taglia è? Un Armani di marca? Te la “fai” col Marcantonio?
Bene, sgozzate quest’incravattato coi taglierini, afferrate la 
“(g)riffa e “graffiatela” da uomini-armadio. Raffaella Carrà faceva cagar’!

Ecco i “sogni nel cassetto!”. Ve “li diamo” noi!

Puttana, levati la sottana! Puttaniere, beccati il “cannone!”.
Stronzo, ti smerdo!
Fancazzista, ti sfanculo!

Renato Zero
! Venditi! Basta con Antonello Venditti, buono solo a “incipriarsi” la bonazza Ferillona Sabrina di “cappella” al “coppolone”. Evviva la “pummarola!”. “Sughino” nelle poltrone “sofà” coi “fusilli”.

Quanto sei bella Roma quand’è sera (che Antonello “canta” da quann’ è seer’ mentre “la insedera”)
quando la luna se specchia
dentro ar fontanone 
(sotto la Luna, Venditti “schizza”)
e le coppiette se ne vanno via,
quanto sei bella Roma quando piove

Quanto sei bella Roma quannè er tramonto (aho, stronzo, er pupon’)
quando l’arancio rosseggia
ancora sui sette colli
e le finestre so’ tanti occhi,
che te sembrano dì 
(alba chiara Vasco Rossi…) quanto sei bella (come il cazzo…)

Oggi me sembra che
er tempo se sia fermato qui,
vedo la maestà der Colosseo
vedo la santità der cupolone (
e di Francis Ford Coppola, no?)
e so’ più vivo e so’ più bbono
 (eh, come no…)
no nun te lasso mai
Roma capoccia der mondo infame,
na carrozzella va co’ du’ stranieri
un robivecchi te chiede un po’ de stracci (
eh sì, Venditti straccia tutti, certo…)
li passeracci so’ usignoli;
io ce so’ nato Roma,
io t’ho scoperta stamattina

Te e quella buzzicona della Ferilli “scudettata”-sculettante-tettona-surrogante, rimanendo “in tema” di “cinepanettoni”, vedete d’andarlo a prender’ Inter… cul’ (infatti, tifo Manchester United…).

E tu, Carlo Verdone, finiscila di ascoltare Eric Clapton. Basta, non meriti il mio clap clap, oramai non più.
Sei “lento” più di Eric, dammi “retto”, spingi “forte” come Erik Everhard, “spacca” la “mula” del “suono”. Sei un italiano medio, di biancorosso e “verdognolo” di rabbia.

Io sono Hulk!

Sì, Alberta Chiappini, mostrami le chiappe! Sotto il “balcone!” Vai “rifatta”. Fat(t)ela “santa”, c’è il conclave, “eleggetela” infilzandola da “lanzichenecchi”, anche voi, checche! E tu, Rita Rusic, l’Elizabeth Hurley “nostrana” con amante Mastro Lindo, ama invece Banfi Lino, egli è medico in famiglia, mia “figa”. “Terrone” da “superfiche” non delicate come la tua.

Più che la Madonna dell’Incoronata, sì, le tue gambe son da coronarie ma, una volta che (ci) “entri”, ca(pri)cci poi, ammalato “sessualmente” (causa marmittoni di tuo “esercito” ed “esercizio ginnico” da “manovre” alla Edwige Fenech, la vacca degli anni settanta “a novanta” su Jerry Calà “abbronzatissimo” nella Parietti), degli “accidenti”: “Cazz’ ameri!”, pronunciato meridionalmente, “a mezzogiorno”, come Zagaria Pasquale! Come, appunto, “a puntino-a punta” di De Sica Christian, uno non tanto “cristiano” con l’ex di Troisi Massimo (non quel “burino” di Decimo Meridio da fossa dei leoni…), nella doppia parte di Cesare Proietti (un po’ Gigi, anche Sammarchi di voglie “Samarcanda” da Roberto Vecchioni) e Lando Marcelli (un po’ Buzzanca di panza…, sotto la panca, la capra crepa, sopra la panca, la capra campa…).

Sì, Rita mostri la “rucola” tua al mare e, onda su “unta”, la “cremina” ti “sbrodola”. La pioggia dorata, la “doccia” rinfrescante sapore di “noci di cocco”, per musica “estiva” ad “ambient” col “pino silvestre” che tu “addobbi” di “palle” come l’abete di Natale.
Eh sì, vai in vacanza all’Abetone, ove Alberto Tomba “slalomava”, gustandoti di “discesa libera” con tanto di Colombari Martina. Lo so, Cecchi Gori piangeva a di-rotto nervoso, rosicando per la tua “neve”.

Sì, il tuo “habitat” è la “giungla” della tua “foresta”, e ogni maschietto “Yeti”, poco cheta, tu allupi, tra le fronde del pineto.

Iettatrice! Meretrice! “Meritatela tutta!”.
Come te “lo inietta” lui, mia inetta, neanche Davoli NinettoUccellaccio e “uccellino”.

Sì, credete nell’Annunciazione dell’“arcangelo” ma è da D’Annunzio Gabriele che dovete “attingere” se volete che l’usignolo non sia estinto. D’Annunzio non era uno stinco, infatti era autoerotico anche di rotte “costolette”. “Erto!”. Ercole!

Ascolta, ascolta. L’accordo
delle aeree 
cicale (la “famosa”, affamata Heather Parisi nell’Hilton Paris)
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall’umida ombra remota


Umidità, Sole “salato”, arsa e “deserta” ecco il (mi)raggio del mio “bacio”.

In poche parole, “detta” come va “data”, come dico io anche quando non lo “do”, l’Italia è un “paesello” di zoccole!

E da riceveranno solo un “Viva Topolin’! da Full Metal Jacket!

Rinunci a Satana? Rinunzio! Meglio Nunzio!

Rinunci a Sara? Rinuncio e “lo annuncio” ad Annunziata senza fedi nuziali!

Rinunci alla dichiarazione dei redditi? No, denuncio i miei “reni”. Non c’è nessun reddito!
Hanno confiscato anche il mio “roditore!”.

Capitolo 2

Se in America va forte il porno, in Italia c’è un Uomo masochista nel suo “snuff movie”… a me frust(r)ante

Uomini elefantiaci, infanti e nonnetti, dementi e saccenti, insipienti e saponi, evviva l’adolescenza “indolente” e protratta. Perché puoi “tirartelo” e “allungare il brodo”

Sì, l’altra sera discussi con un mio amico poeta, Raimondo, in merito a un meruitevole futuro altro libro sul Cinema.

Pignolo e “scrutatore”, volle appurare se davvero son scrittore o millantatore:

– Stefano, si dice “Gli hai visti” o “Li hai visti?”.
– No, tu mi vedi?
– Come si dice?
– Cosa? Il visto? Non lo so, tu mangi le ostie o prendi il nulla… osta? Insomma, sei uno da oche o da ostriche?
– Insisto…, non girare la fritta-ta. Come si dice?
– “Li hai visti”, vedi?
– No, che dovrei vedere?
– Non saprei. Ma è il Tempo di “mandarti” nell’avverbio più lungo “perifrasi-frastagliata” della “lingua” italiana alla Boccaccio sboccato. “Aiutino”: se vado precipitosamente, potrei rallentarlo d’altre lettere?
– Sei un filosofo?
– No, suono la fisarmonica.
– Sei un suonato, quindi?
– Meglio dell’insalata.
– Sei acido?
– No, “acetone”, eufemismo dell’uccellone.
– Insomma, un “maccheronico”.
– No, un agonico.
– Ciao.
– Può darsi.
– Sei titubante nei saluti?
– No, è tutta salute? Io saltello.
– T’è saltato il cervello?
– No, qualcos’altro…
– Oddio mio! No! Te l’hanno amputato?
– Non mi piacciono le puttane.
– Allora, cercatene una “brava”.
– Infatti, non ce n’è…

Ora, vi chiederete: e lo snuff movie dov’è?

Come dov’è?

“Li avete visti” voi?

Sì, infatti sono l’unico che è rimasto all’asciutto.

Ho detto tutto…

Capitolo 3

Se tu ami Sam Raimi, allora sei uno zombi. Meglio dei morti viventi

Fine e inizio.
Tutto qui.

– Come? Tutto qui? Ma non c’è svolgimento.
– Infatti, ci saran solo capovolgimenti di fronte.
– Cioè?
– Sei da cimitero. Ribaltatelo. Forza, “ficcatelo”.


Capitolo finale “dedicato” a imbecilli la cui vita è finita

Mio padre, come il sottoscritto, è identico a Tom Stall

Sì, un povero pazzo, di natura immonda ebefrenica, tentò, con pedissequo sghignazzare, di perseguitar a “fini perseguibili” il mio “bislacco” e giocondissimo modo di star al Mondo.
Essendo colui che vivrà e visse a collo e “a culo”, rispettando il benessere della mia anima, d’allevare con l’ipocondria tipica di chi è al di sopra delle quotidiane rivalse e dei poco valorosi “validi”.

Io rappresento la totale “invalidità” a codesti che non mi rappresentano niente, e non intendo, proprio per nulla, ammutinarmi per ammutolirmi alla loro ipocrisia muta. Io son alato e alleato agli angeli, che guarnisco e a cui fornisco il carburante del “lievito”. Gli altri son d’evitare. E, se me “lo” permettete, anche da evirare, seduta stante. Stessero seduti. Non si muovessero. Alla prossima mossa e moina falsa, altre monetine dovran sborsare se ancor non ammetteranno quanto son noiose “borsette”.
Che effeminati, bravi a “redarguire” e far i dirigenti. Io, invece, esigo il “mio dritto” che non sta buono e non si calmerà mai.

Sì, di mio padre, costoro devono aver equivocato un po’ tutto.

Solo perché svolse lavoro impiegatizio, pensarono di trovarsi di fronte a Peter Sellers. Primo, sciaguratissimo “granchio”. Ché “sgranchirà” molto “perbene” le loro bugie a gambe corte.
Sì, spezzerà quelle ossa da quaglie, per sedie a rotelle “allineate” al “picchiatello” delle picconate ai “testoni”.

E dire che eran di “testicoli”. Quanto testoline…
Mio padre, prima di fermarsi a contemplare la Bellezza dolce, era uno “scapestrato”. Ascoltava la musica del Cuore, su teschio ambulante del crocifisso nel pettorale, e non rispettava i caporali.
Bensì “fruiva” delle “vulve”, da lupacchiotto.

Molti ritardati s’accanirono da cagnacci per “scacciarmi” via i “demoni”.

Ma il demone è come mio padre, come me.

E, presto, saranno “palate”.

Uomo avvertito, mezzo salvato?

No, tanti “saluti e baci”.

– “Meglio porco che fascista!”.
– Chi l’ha detta questa? T’interrogo Stefano.
– Guglielmo Tell.
– Sei un ignorantone.
– Sì, scusi, è di Guglielmina mentre preparava i tortellini.
– Mi vuole provocare?
– No, la voglio scopare.
– Come ti permetti?
– No, te lo metto e basta. Silenzio, troietta.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Grande e Potente Oz (2013)
  2. Moby Dick. La balena bianca (1956)
  3. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)

 

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