Hai la faccia, feccia, come il Cohle. (Borghe)sia mai si(gnor)a!

19 Nov
Ehi puttana, che cazzo fai?

Ehi puttana, che cazzo fai?

 Se rinascessi, vorrei essere un tonto per non soffrire, invece sono un genio e devo patire l’idiozia del mondo, gioendo del mio Rust Cohle e del mio “gioiello”


Incontro una donna, guarda le mie foto e sbava, sognando in “cul” suo di ciucciarmelo. Così, mi chiede subito un appuntamento, dopo avermi puntato. Agli “appuntati”, preferisco prendere appunti. Sì, quei carabinieri van sputtanati. Mettiamo i puntini sulle i, mettiamo note alle lor notti da “fiamme rosse”.

Io però la rifiuto, lei mi fiuta, pen(s)a di “accerchiarmelo” nel provocarmi ma riceve una “serena” sederata di quelle pazzesche, peggio della Monaghan nell’episodio “clou” di True Detective. Quando lei s’intrufola nel covo, non di Carcosa, ma della casa di Rust e se la “fotton” rossa. Finge sempre quella… con Harrelson lo prende pe(re)n(nement)e nel didietro, Marty la tradisce “in fallo” matrimoniale, congiunto infatti poco coniuge con quella “semi-minorenne” maggiorata, e chissà da quanto non gode la nostra “mostra?”. Così, a tarda notte, vuol esser messa in “bianco” da quella faccia di cazzo di Cohle, il lupo nero. Va da lui, gli s’inginocchia metaforicamente, “mortificata”, presto pestata, “conficcata”, altro che confettini, “pregandolo” affinché “gliela” (s)pieghi perché non l’ha “capita”. Al che, Rust, si rompe le palle di tal frustrata-depressa-frigida, una rotta in culo come poche porche, e le dà una botta di quelle che non si scor(d)ano. Lei lo bacia “delicatamente”, quindi lui tentenna e dunque, “innalzatosi” secco su strabuzzato anch’egli sul “moscio” umorale, divien ancor più “duro” e “tosto” di “nascosto”. Eccolo lì, bello e “aizzante”, arzillo l’uccellino scivola bricconcello nel buchin’ e la farfallina birichina urla ancor di più da battona nel cucinotto, insomma una alla Cucinotta Maria Grazia, ché sembrava santa e invece, con du’ tette così, a bestia, puttana devi esser’. Tutto messo, basta con le suorine da mess(alin)e. Michelle di grande uncell’ scopata “vien” quasi svenuta nel “casino” della casina peperina, un po’ di sano peperoncino non tanto “svenevole” ma assai “rizzato”. “Spazzolata” e quindi buttata a terra, nel sen(s)o che Rust, dopo essersela sbattuta liscio, “vellutato” da vero rude che non ci pen(s)a due volte, la macella psicologicamente e la manda ancor a fanculo.

Sì, quella… una mezza scema, cosa potete aspettarvi dalle (im)piegate amministranti i cazzi loro?

Sempre “fottute”, nel tirarsele di tailleur (s)tirato su, sempre più su “tirartelo” ché ti sembrano Cristina Parodi su La7, non portan neppur la terza eppur scosciano, diciamocela…, son delle scocciatrici. Sì, con donne con le “palle” così, la vita in “diretta-dritto” diventa pallosa. Ma quale Giorgio Gori?! Vi faccio il “ricamo”, il ghirigoro!

Parlan da palloni/e gonfiate e in verità voglion solo “gonfiartelo” più di quelle sui vi(t)ali. Evviva la Rai!

Carosello mio! Zoccole così stanno al potere e le brave donne invece vengon fottute da Lilli Gruber che “smanetta” di (stilogra)fica a cinquant’an(n)i sonati.

Di “mio”, me ne fotto.

Sì, meglio lasciar perdere, il desiderio… c’è ma io vivo in un altro mondo, scrivo libri e sono eremitico, oramai i rapporti col prossimo mi tediano, angosciano, mi provocano stati enormemente ansiogeni e non ho punto voglia di soffrire né per amore né, mascherandomi, per dar conto della mia anima a chicchessia, privilegio uno stato brado, amniotico, liquido, congiunto, giudicatemi unto e (in)felicemente non unito a voi, gli untori, con la serenità della mia trascendenza, ripugno le carnalità, il sesso (in)teso in ogni (a)lato, ché dei culi me ne fotto e, da queste ridanciane allegrie (s)porche, voglio star (re)moto in me anomalo, alien(at)o, fottutamente per i cazzi miei. Si fotta(no)!

Con me, si può solo conversare di Cinema, di poesia e letteratura. Del resto, delle aspirazioni, dei sudori, delle lenzuola riscaldate dai membri (a)sociali in cerca di consolazione da tal mondo di pene, sì, mi st(i)a (lont)ano.

Nessuna amnistia, s’inculasse la borghesia. E quella signora veda di non rompermi le palle, altrimenti le sarà “coglione” di spaccarle la faccia e pur la figa di legno con colpi di “acacia” perché alle (bag)asce preferisco le mie notti alla dia(vol)accio.

Volete aiutarmi? Ma perché non ve ne andate?

Cioè, queste donne m’han traumatizzato talmente tanto che ora son in “carrozzina”.

Basta(rde)! Portami via, Marty, da queste luc(c)i(ole), basta con queste “selve oscure”, rivoglio la mia oscurità.

Prima non capivo un cazzo, spegnete la luce!

 

Sì, Pizzolatto è diventato famoso per aver scoperto l’acqua calda.

Divenuto celebre col monologo da lui scritto dell’episodio 3, “La camera blindata”. Da mongoli/ne d’oro

Quello in cui Rust sostiene che la vita è solo uno stato mentale.

L’aveva già detto Andy Warhol, Pizzolatto… hai scoperto l’acqua calda.

Di mio, continuo a preferire la pizza.

E, se non ti sta bene, beccati queste pazze. Se non stan bene neppure a te, du’ pizze in compagnia e suoniamole.

 

 

di Stefano Falotico

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