Quando il genio, cari ingenui, può dire quel che vuole ardere senza dare

24 Jul

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Da anni, scruto tal umanità che antipatica mi sta e non so come risolvere l’equazione di tal imbecillità. Non so come si possa far a svegliarsi ogni mattina per “assaporar” un mondo immondo che propina la pornografia a “valor” vital’, e questo sul cazzo mi sta(ppa). So che per tale atteggiamento me “lo” taglieranno, “singhiozzerà” sbudellato ma “bello”, senza nel porcile belar. Tutte queste belle che raccontan balle e si ficcan dentro pur le palle, che puttane, le sgozzerei e in questo son (sin)cero. Mi stanno sullo stomaco, pene… da morire. Meglio il mio (la)mento e l’estasi della mente che, al chialor ululante della Luna mai sazia di stronzate, fa dell’orrore moderno un godimento della trastullante mia non panza. E rido da pazzi, osservandovi, pupazzi. Discoteche, classifiche, fighe, sfigati d’appellativi e preghiere sopra e sotto la “cappella”. Indosso il mio cappello e mangio un cappero nel valer un “cappio”.

di Stefano Falotico

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