Non siamo ai mondiali perché siamo, anzi, siete gli ultimi non solo nel Calcio ma nella vita

18 Jun

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Sì, l’Italia è un Paese di santi, poeti e navigatori. Frase del quale si effigia (effigia è un capolavoro, da effigiare) proprio l’italiano medio che, quando si sente in difficoltà e annega nella più bieca, napoletana arte di arrangiarsi, tira fuori quest’espressione, come dire: sì, forse sono un poveretto e un pazzo, un fallito e una mezza calzetta, ma l’Italia io la amo per questo. Perché è sognatrice, naviga nella fantasia e nella poesia. Sì, nella poesia della retorica, nella quale perpetuamente affonda.

Non siamo ai Mondiali perché siamo il Paese che assieme alla Spagna e all’Inghilterra spende più in giocatori che per risanare il debito pubblico, ma i nostri calciatori, pagati a peso d’oro, non hanno saputo battere neppure la Svezia. Eh sì, “mastro” Belotti e il “micidiale” Immobile, valutati 100 milioni di Euro “cadauno”, il cui reddito pro-capite è già sinonimo di capitalismo sfrenato, non hanno saputo mettere la palla in rete. Capita… e abbiamo Quagliarella Fabio, uno che in vita sua avrà letto al massimo il Guerin Sportivo, che sta oggi con una Buccino e domani con una Salvalaggio. Donne da calendari che l’italiano compra perché, dopo una giornata di fatica, si sa, tira più un pelo di fica che un carro di buoi.
Oh, ma Fabio fa sesso. Hai visto che faccia da macho? Poi me regala, oltre ai suoi “gioielli”, anche la collanona!

Debora è bellissima, il ritratto della felicità, della contentezza personificata. Non ha mai fatto un cazzo da mattina a sera, se ne fa tanti, e coi soldi che le elargiscono può vestire anche firmata dalla testa ai piedi, tanto ha milioni di followers su Instagram che la seguono con “tifo calcistico”, inneggiando appena sfodera un bikini neanche avessero visto il goal di Marco van Basten agli Europei dell’88. Incredibile, “smanacciano”, salvano nella “raccolta” in caso di “magra”. Dopo una giornata spompante, ecco la “figa” attizzante che ti tira su… l’umore.

Sì, in Italia sono tutti comunisti a parole. Perché la “cultura” di Sinistra ti rende piacente, intellettualmente appetibile, e di questa parola, “cultura”, abusano. Come se la cultura fosse solo essere sempre informati, sul pezzo, sulla notizia, aggiornati sull’ultimo libro del filosofo islandese-curdo, e in prima fila a vedere il film dell’australiano alternativo che ha filmato una pellicola in cui i canguri discettano di musica classica sulle note di amplessi animali da Zabriskie Point. Sì, questa è “Arte”, sì, la storia marsupiale di amori selvatici eppur elevati nello zampettare allegri su praterie sconfinate da sinfonia libera di Beethoven.

Ah, che lirismo…

Io non sbaglio mai un congiuntivo, eh, mica soffro di congiuntivite, ah ah, eppur in Italia, se uno in Parlamento sbaglia una coniugazione se ne fa un caso di Stato. Mentre se uno viene licenziato e si trova sul lastrico, gli si urla: datti una mossa! Ah, che mossa deve darsi? Buttarsi giù dalla finestra?

Se uno, per disattenzione, ingenuità, maldestrezza (word dà errore ma esiste), inesperienza, incoscienza, troppa buona fede, cade… sta sicuro che cadrà ancora di più.

Sì, l’italiano è menefreghista, egoista, qualunquista, ma soprattutto solipsista. Quando lui ha qualche problema, non solo economico, ma semmai sentimentale, ecco che si dispera, rende la sua giornata un melodramma da Victor Fleming, o peggio istericamente smadonna, addebitando all’ENEL il fatto che quella donna, luce dei suoi occhi, l’ha lasciato in “bolletta”. Ora si è rabbuiato… Chi lo illuminerà?

Sì, l’italiano medio crede che le sfighe capitino solo a lui. Ecco che buca la gomma della macchina e implora pietà, imprecando Cristo, lo stesso Cristo che va a pregare la domenica, dopo che il sabato sera si è fatto fare tre pompini da quattro “negrone” sui vialoni.

In Italia sono tutti “alti”. Altissimi. E tutti sostengono di meritare il meglio. Guardano un film di Carpenter e si esaltano, ma non me li ci vedo ad andare in giro con una videocamera, in piena notte, a girare una scena ispirata ad Halloween. Perché l’italiano medio ha sempre paura del ridicolo dietro l’angolo, e non vuol fare brutte figure. No, non ha paura del babau, perché sempre in preda ai suoi deliri fa bau bau e urla al lupo al lupo, forza lupi… Allora, meglio una buona spaghettata con gli amici a vedere se il “biondo” Neymar farà il dribbling col “goniometro” del suo “colpo di genio” agli svizzeri. Ehi tu, donna, mettici sulla piastra una svizzerina, che ce la magnamo col ketchup. E intanto cianciamo. An vedi quella sugli spalti?! Che svizzerona! Le darei una botta “elvetica”. Ma com’è simpatica!

Di Cinema sanno tutto. Non si perdono manco un film. Ma di nessun film hanno capito un cazzo.

Sì, Vin Diesel, tutto sommato, è un ottimo attore, Nicolas Cage è “funzionale”, Al Pacino un “mostro”, e di Pacino hanno visto solo Scent of a Woman e L’avvocato del diavolo! Panico a Needle Park pensano sia il titolo di un giornale americano di cronaca nera.

In Italia, nelle scuole t’insegnano a elevarti, a distinguerti, poi se a trent’anni sei senza lavoro… ti riempiono d’insulti, ti danno del porco o ancora peggio dell’idiota. E così va la vita, qua da noi, ecco che la donnetta col cervello di una gallina, dopo averla data anche all’ultimo morto di fame, ora è una gran “signora”, e si fotografa “linda” e col fisico perfetto in piscina. E per lei sono tutti sfigati, tranne l’analfabeta che la mantiene che però, essendo figlio di un pezzo grosso, non avendo mai avuto bisogno di farsi una vera cultura, sostiene che i film di Lynch sono per malati di mente.

Appena un ragazzo è inquieto… gli urla…:

– Povero demente, ti sbatto in manicomio! Ti faccio capire io come si sta al mondo! Imbecille.

Siete tutti mostri… Rosemary’s Baby docet.

– Ma di che ti lamenti? È la vita che ti sei scelto.

– Perché sono un alieno, io sono un alieno.

Ed è giusto che lo sappiate.

 

Mi avete scoperto. Sono Starman. Vi prego, non ammazzatemi. Tanto, per come sono fatto, non ho molto tempo da vivere. Ah ah.

In passato, mi hanno fregato e coglionato a dismisura, ora può scendere anche Gesù dal cielo e farmi credere che esiste davvero, e gli darò un calcio nelle palle. Perché credo che la gente si danni per problemi inutili e non ha ancora capito che la Terra, agli occhi di uno più evoluto, è soltanto una ciminiera.

Di mio, sono elevato. Dovessi vincere un giorno il Nobel per la Letteratura, il mio libro lo capiranno in dieci persone. E quelle dieci persone lo capiranno quando io sarò morto. Sono un pessimista? No, sono un realista.

– Ah, ma allori te ne fotti…

– Sì, me ne fotto.

– Io non me ne fotto! Eh no!

– Lo sapevo che non te ne fottevi…

– Come facevi a saperlo?

– Sei brutto. Te non fotteresti neanche se ti fottessi… e io sono pure strafottente!

 

di Stefano Falotico

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