True Detective 3 contro The Punisher: al momento vinco io, che osso duro

18 Jan

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Poveri idioti che state su Instagram a lesinare followers.

Beccatevi questa e silenzio!

Ragazzi, amici, nemici, donne, nemiche o anemiche, padri, sani o santi, nostri o tuoi, quando arriva il Falò è veramente uno spettacolo.

Lo sapevo che mi avreste fatto la fine di Andrea Diprè. È la vita che, nel suo manifestarvisi acrimonioso, vi avrebbe messo con le (s)palle al muro. Prima, passavate il tempo a cazzeggiare, sfottendo i cosiddetti casi umani a cui offrivate pietismi e compassioni ipocrite. Lucrando sulle loro sofferenze da sciacalli quali siete sempre stati. Ma la situazione, in un batter d’occhio, forse per colpa di qualche vostra battona di troppo, per via del “fallo” che non avete lesinato in battute di dubbio gusto, si è decisamente capovolta.

E come il povero Andrea, dopo una vita vostra consacrata al puttanesimo, ora state lì a rammendarvi le ferite e a rammentare tutti gli abbagli che prendeste. Vi siete drogati!

Forse, è stata colpa del Roadhouse ove, a forza di tracannare birra, scherzando con troppa foga animalesca sulla barista, già mostraste la vostra scarsa classe. Sbudellati dalla vostra voglia ineludibile di fighella per tentare vanamente e pateticamente di elevare, su erezioni ubriache, una vita vostra già sbattuta nel cesso. Sì, ove Jon Bernthal, in una tamarra rissa mai vista, vi ha conciato per le feste.

Prostrati al vostro mal di pancia, borbottate insanguinati nello schizzato, iroso, incontenibile, ebefrenico aver fatto i porcellini.

Che vita veramente ignobile. Una vita ossessionata dal sesso, dal capriccio inestirpabile e malsano di voler diventare musicisti per qualche pub(e) malfamato. È stato veramente un incubo, lo so, vi posso consolare io per evirarvi del tutto, no scusate, per evitarvi di diventare mostruosi come gli assassini della serie True Detective. Sì, dovete sapere che alla base della vostra pericolosa schizofrenia, vi sono anni e ani mari di delusioni abissali. E, oramai svuotati, smorti dopo tanto esservi riempiti la panza, siete persone insensibili, flaccide, acide, fottute. Sicuramente non in ghingheri ma avvezze, incurabilmente, a dar di matto e ad andar fuori dai gangheri.

Sì, Haley Joel Osment era un tipo dotato di troppo “sesto senso”, quasi un’intelligenza artificiale e in molti, sbadatamente, pigliando appunto un colossale granchio, mi paragonarono a lui, tempo addietro e nel didietro, semplicemente perché fraintesero il mio genius per autismo adolescenziale, per atimia “robotica”. Insomma, la mia eleganza ascetica fu gravemente equivocata e si tirarono in ballo, ah che balla, addirittura malattie mentali.

Ma per piacere. Qui, gli unici malati, irrecuperabili, mi sa proprio che siete voi. Avete abdicato alle troiate e vi piace prenderla a culo. Insomma, un casino pazzesco.

Sì, Haley è diventato un ciccione come voi. Soprattutto nel cervello. Lento, farraginoso. Mentre io divento sempre più bello, più intelligente, mostruosamente irresistibile. So unire alla sfacciataggine di una faccia da culo, senz’ombra di dubbio e senza le ombre delle vostre oscurantistiche ubbie, devastante, l’incommensurabile savoirfaire d’un provocatore inaudito e plateale. Che, con tanto di gamba accavallata, si gira i pollici mentre voi vi affannate, da morti di fame e di qualcos’altro, a perseverare nella stoltezza crassa e mangiate patatine freddissime, cioè donne ciniche e forse scadute, nella salsa putrida d’uno smargiasso puttanaio immondo.

Io non sono The Punisher. Ché anche questo è uno stronzo. Sì, prima protegge la barista dal balordo e poi comunque se la fotte in modo lordo. Non è molto educato e, alla prima provocazione, spacca tutto.

Anche lui è un farabutto.

Mi si addice più la ieratica calma olimpica di Mahershala Ali. Uno che, quatto quatto, dà lezioni, e so io di cosa, alla maestrina e nessuno può ammaestrarlo. In quanto innatamente non una bella statuina ma uno che vincerà presto la seconda dorata statuina. Oh, è proprio statuario, questo qui.

Sì, io sono il classico underdog. Roba che Rocky Balboa mi fa un baffo.

Sì, se stuzzicato in malo modo, il Falotico zittisce tutti col solo potere del neurone sinistro. Che gancio. Non ha bisogno del clamore né dell’applauso a scena aperta e neppure di sceme che, per complimentarsi con lui, di gambe aperte desiderano la sua forza ritta ed erta.

Andassero a dar via il culo. E donassero i loro buchi a chi si buca.

Di fronte a uno che scrive così e ha una voce del genere, ci sarei andato veramente cauto a spararle grosse.

Perché il Falotico se la dormì, anche col plaid, passeggia or con aria meditabonda, poi si sciacqua gli occhi ed è uno spettacolo assurdo assistere a come vi salva dai salami che siete e dalle fette di prosciutto della vostra vita carnascialesca.

Eh sì, so’ proprio cazzi amari.

Forse, bisognava essere chiari fin dall’inizio. E spiegare bene che se il Falotico non faceva certe “cose” non era perché non gliela faceva. Semplicemente perché, questo mi pare evidente, era già superiore a ogni cazzata.

Cosa vuole dalla vita? Una recensione così.

La vedete questa miniatura?

Un mio amico, su Facebook, ha scritto: ah ah, ti piacerebbe aver la testolina della Scarlett sulla spalla, eh?

Gli ho mostrato la foto di una che frequentai anni fa.

Dopo essere stato sotto shock per tre ore, tant’è che ho dovuto chiamare l’ambulanza per appurare che non ci fosse rimasto secco, pare che si sia ripreso.

Rinvenuto dalla botta, mi ha detto: – Cioè, questa qui è stata con te e tu continui a vivere così? Allora, tu sei pazzo sul serio.

E io: – Perché avevi dei dubbi? Ma, soprattutto, hai dei dubbi che gli altri siano meno pazzi di me? Compreso te?

In realtà, costei, la quale ebbe il culo enorme di poter annusare la mia spalla sinistra e la mia quaglia arrosto, non era poi un granché. Una fringuella.

Ma, fidatevi, nemmeno Scarlett lo è. La sua faccia è discretamente buona, il resto insomma.

Solo io sono quello che sono. Gli altri, anche le donne più belle, sognano. E, sognando, si fanno un grosso pisolino e, può anche essere, qualche pisellino. Sai che vita. Noia, maledetta noia e vai di consolazione nella notte non tanto bianca eppur andata già a puttane.

Dicono sempre le stesse cose, fanno sempre le stesse cose, si fanno sempre le stesse donne e anche i cazzi degli altri. Appunto.

Solo io posso far un cazzo, rimanendo al top.

 

Ecco, devo dar ragione al mio amico. Dissero al mio amico: – Ah, vedrai che dopo che avrà scopato, Falotico rinsavirà. Eh, ci siamo passati tutti. Si cresce.

E lui: – No, non credo. Non cambierà.

 

Infatti. Non sono cambiato. Anzi, sono più fuori di testa di prima. Non me ne frega proprio nulla. Ma non nel senso criminoso del termine. Nel senso che del piccolo vostro mondo di gelosie, pettegolezzi, stronzate e porcate, non me ne può fottere proprio.

La vita va avanti. Ed è sempre la solita solfa. Le madri stanno svaccate sul letto a guardare idiozie alla tv, i mariti guardano il Calcio, la gente lavora per avere una vita di merda.

Il Genius invece, come volevasi dimostrare, è impeccabilmente un Genius. Pure POP!

Ricominciamo da capo? Ma non ricominciamo proprio niente.

di Stefano Falotico

 

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