Posts Tagged ‘Aleksei German’

Hard to Be a God, è davvero dura e difficile essere un Dio ma forse solo un uomo


10 Nov

MV5BZGE0NWM0YmQtMzY0YS00NzFhLThkNzQtZGI2MzVhODc1NDEwXkEyXkFqcGdeQXVyMTY4Mjk3MzE@._V1_SY1000_SX750_AL_45364225_10212389835043824_106066927499083776_n

Ecco, vorrei mostrarvi questa mia video-recensione. Ché credo sia uno dei miei video migliori in assoluto della mia folle production.

Il mio canale YouTube, che ora si chiama Joker Marino, perché io nutro davvero grosse aspettative per questo film con Phoenix e De Niro, è partito tanti anni fa, oramai, con delle cazzate pazzesche. Io che facevo parlare le caffettiere. E ha proseguito, in quest’excursus, secondo me da studiare nelle scuole, un character study, con le mie scorribande squinternate, deliranti, pazzoidi. Tra strafalcioni e anche pezzi notevoli.

E solo ora si sta davvero definendo.

È più centrato e davvero parlo con estrema chiarezza di quello che in realtà mi piace sul serio.

Vedete, ve lo posso confidare, gli ultimi anni per me son stati terribili, oserei dire agghiaccianti. E spesso, lo ammetto e un po’ me ne vergogno, ho dato in escandescenza più e più volte. Sparandole grosse.

Dopo appurate auto-indagini alla mia anima, ho capito essenzialmente questo. Perché devo cambiare? In tantissimi, nel corso della mia vita, hanno provato anche violentemente a cambiarmi.

Credo che ciò sia stato delittuoso e criminoso. Uno che adorava Taxi Driver a quattordici anni non credo possa cambiare molto. Può semmai adattarsi per sbarcare il lunario e divertirsi un po’ di più.

Ma i fallaci, miseri tentativi di volermi indottrinare a stili di vita più comuni, le lezioni moralizzatrici e moralistiche squallidamente punitive, penso che siano un oltraggio al pudore.

Sapete, negli ultimi anni, ho provato, sbagliando ancora esageratamente, a pigliar la vita, come si suol dire, a culo. E a non adombrarmi più, a fingere un finto sorriso di cortesia, soventemente recitando di essere felicissimo.

No, io mi prendo tutte le mie amarezze, le mie batoste, i miei tragicomici errori. E non chiedo più venia se qualcuno non mi sopporta. Compiacere il prossimo, perché così l’altro possa sentirsi più tranquillo nel vederti “normalizzato”, è quanto di più osceno una persona possa fare a sé stessa. Una violenza immane.

Perché snaturarsi?

Sapete, sino a un anno fa, mi ero lasciato di nuovo trascinare nel calderone e seguivo ogni partita di Calcio, anche di Premier League.

Non che non mi piaccia il Calcio, io son sempre stato abbastanza sportivo. Lo denota il fatto che nella mia camera c’è ancora quella panca per gli addominali che m’irrobustisce il busto dopo un bel paio di fettuccine.

Ma sopra la panca la capra campa e sotto la panca la capra crepa. Come sostiene il detto. E inscenare la parte dell’ignorantone che si diverte, schiamazza, tromba e fa baldoria, non poteva durare poi molto.

No, il sesso tribale e porcellesco posso apprezzarlo in film demenziali come Porky’s e anch’io, come De Sica, esasperato dalla quotidianità piccina, posso urlare… ah buzzicona, ma perché non vedi d’annà a pigliartelo inter-culo?

Ma un amante dei noir quanto può reggere in questa farsa? No, può sudare solo “freddo” come il mitico pilota de L’aereo più pazzo del mondo quando l’aereo sta per precipitare e lui, travolto da una doccia di sudore per il terrore dell’immediato, possibile impatto devastante, dice a tutti che è tutto ok.

No, non andava bene per niente. E infatti io ho ripreso a essere quello che sono sempre stato e per cui probabilmente sono nato. Un tipo ombroso, cupo, socialmente molto taciturno, pudico, ritroso e adoratore della Settima Arte totale e avviluppante. Ma anche istrionico quasi alla John Belushi. Che cazzo me ne frega se la gente, che ha letto solo due libri in vita sua, magna e scopa come scimmie?

L’idiozia e il puttanesimo non fanno parte del mio codice genetico.

È molto dura essere un “dio” in questo mondo. Si rischia di fare la fine di King Kong. Tutti i selvaggi ti adorano perché sei un bestione “speciale”. Intanto i selvaggi cazzeggiano e primitivi si accoppiano, godendosela. E tu te ne stai murato vivo e diventi un “mostro…”.

Sognando la tua bionda bellissima ma in realtà con una pinta di birra formato gigante da Homer Simpson.

Insomma, alla mia età cosa voglio dalla vita?

È veramente difficile sapere cosa si vuole. È molto più facile, ma anche più triste, omologarsi per non dispiacere nessuno. Conformarsi per essere accettati.

Lo reputo vergognoso.

Se Bergman è Bergman, se Scorsese è Scorsese, se Tarantino è Tarantino, se German ha girato Hard to Be a God, perché Falotico non può essere Falotico?

Ma un comune stronzo?

Come dice il grande Jean Reno in Ronin: niente domande, niente risposte. Questo è il nostro lavoro. Forse, questa è la lezione numero tre?

– Comunque sia hai capito?

– Che cosa dovrei capire?

– Il codice guerriero. Il gusto della battaglia, l’hai capito questo, sì? Però c’è qualcosa di più. Ti rendi conto che esiste qualcosa oltre a te stesso che tu hai bisogno di servire. Se questa necessità scompare, se la fede viene a mancare, che cosa sei? Un uomo senza padrone?

– Per adesso sono un uomo senza stipendio.

– I rōnin potevano lavorare per un nuovo padrone, o potevano lottare per sé stessi. Ma hanno scelto l’onore, hanno scelto il mito.

– Hanno scelto male.

 

De Niro risponde così a Michael Lonsdale ma sapeva benissimo che invece avevano scelto bene.

AdvancedGorgeousIndianskimmer-small

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)