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A volte, è necessario dire che 2001: Odissea nello spazio è una cagata pazzesca


30 Jul

Batacchi Andrea Roncato

Memore del grande Paolo Villaggio e della sua cagata pazzesca sparata contro La corazzata Potëmkin, film che “tragicamente” diventa per la regia di Einstein, perché i produttori della pellicola non poterono utilizzare le scene originali, come riporta infatti giustamente Wikipedia, ci sono momenti in cui vorrei affermare che il capolavoro (uno dei tanti) di Kubrick è davvero una defecazione impensabile.

Sì, ieri ho battuto ogni record e sarà contento il mio cardiologo. Sono arrivato a fumare quattro pacchetti di sigarette al giorno, un primato da vero primate. Sì, nei momenti di acutissima, inguaribile depressione, il tabacco mi serve ad alleviare lo stress immane e una sigaretta tira l’altra. Salvo crisi respiratorie e una tosse da vecchio con tanto di catarro.

Al che, soffocato nei polmoni, mi son svegliato in piena notte. E, per rifarmi la bocca e rinfrescare la gola, vista anche l’arsura dell’afa insopportabile, ove non c’è condizionatore che tenga, ho aperto il freezer e ho trovato una bella, intonsa vaschetta di gelato al limone. Morbido, di cucchiaiata in leccate dolci, questo sorbetto ha assorbito il mio malumore. Tanto che interamente la vaschetta mi son pappato. Quindi, ho acceso un’altra sigaretta e, al fiorir della Luna là fuori, ho aspirato altra malinconia, mentre una zanzara, infiltratasi in cucina a tradimento, si poggiò sul mio braccio sudato, succhiando come una pornoattrice ogni mia sanguigna rabbia trattenuta.

E, stamattina, al risveglio ho evacuato una cagata storica. Il gelato al limone, digerito scioltamente dal mio metabolismo notturno, è fuoriuscito di gran meteorismo. Poi, terminata che ebbi la deiezione, riflettei su come ottenere una sana erezione. E mi collegai su Instagram, in caccia di modelle discinte, disinibite, per rifarmi gli occhi e solleticare la parte maschia di me oramai steso come i panni di una comare napoletana.

Ma pensai invece bene di concludere il mio libro su Carpenter. Mi mancano ancora due film da vedere.

Dark Star, praticamente introvabile anche in streaming, di cui esiste un’inguardabile versione in Blu-ray da vu cumprà e, a proposito di tubetti cilindrici di carta sottilissima riempiti di tabacco trinciato, definizione della Treccani della sigaretta, sono andato nel net a cercare Cigarette Burns.

Ah, tornando alla Treccani, il termine trinciato è bellissimo. Soprattutto per uno come me, che ha sempre vissuto in trincea quando invece poteva “bruciarsi” tutte le più roventi nere, da vero Nerone, della Nuova Guinea.

Invece io, sempre indeciso, ho adesso una vita recisa ma è pur sempre meglio delle povere esistenze di quegli sfigati che vanno matti per Loredana Lecciso.

No, ancora il fumo non m’ha ucciso.

E, funestato da donne vogliose che mi cercano col lanternino, le mie voglie inespresse eppur costipate e limonate bestiali, oggi io dico che 2001 fa veramente schifo!

Un film troppo ambizioso. Troppo sganciato dalla realtà che invero è molto più clockwork orange di quello che potevate immaginare.

Sì, siamo invasi da uomini che se ne sbattono, anzi, sbatacchiano, uomini come il mitico Andrea Roncato/Loris Batacchi, e uomini come me a metà strada tra un Fantozzi oggi, una scimmia domani e tua sorella nell’ano.

Sì, ha rotto il cazzo. Andasse a fanculo.

 

di Stefano Falotico

Notti magiche, il nuovo film del Virzì con Giannini e Roncato, cari centravanti di sfondamento!


18 Oct

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Io faccio il magheggio, mentre gli scemi se le fanno magicamente nel parcheggio. Eppur son tope da parchetto, io sono moralmente oltre, e non son loro parco.

La “mitica” canzone della Nannini “in combutta” col Bennato, dal motivetto orecchiabile, hit di Italia 90, quando la nostra Nazionale fu beffata dall’Argentina di Maradona ai rigori dopo una papera mostruosa di Zenga. Ripercorriamo questo ritornello e voi, donne, cantate a squarciagola nel “fuorigioco” di vostro marito che mette a segno le sue palle con un’amante da cartellino rosso. Sì, prendetela di gola.

Notti magiche

Inseguendo un goal

Sotto il cielo

Di un’estate italiana

E negli occhi tuoi

Voglia di vincere

Un’estate

Un’avventura in più

Sì, voglia di vincere, da non confondere con la stronzatona con Michael J. Fox, vera cagata colossale sull’essere uomini lupi. Uomini, siate licantropi quando mangiate, la classica fame da lupo, e voi, donne, aspettate il lupus in fabula, come ben sapeva Juliette Lewis di fronte al De Niro di Cape Fear.

All’epoca, giocavo nella Scuola Calcio Bologna, e il campo di allenamento era situato in Via Valeriani, ove a quanto pare abitava anche Andrea Roncato, perché spesso lo incrociavo da quelle parti. Insomma, l’attoricchio di film davvero “culturali” come Mezzo destro, mezzo sinistro, uno con la s di socmel che spuntava fuori a ogni giro di gnoccona.

L’Italia, diciamoci il vero, dovrebbe vergognarsi di poter “annoverare” questo Roncato fra la categoria attoriale. Comunque, è meglio di Sammarchi Gigi, uno che vidi al cinema, sì, era fra gli spettatori di Con Air col Cage. Cinema Medica Palace, e lui si affiancava a una stangona dalle gambe storte, dissimulando la sua “fama” dietro baffetti da sparviero come si vede nelle sue pellicole.

Ebbene, quel mediocre di Virzì, che viene salutato come un genio solo qua da noi, mentre dalle altre parti del mondo non se lo cagano e rimane un Ovosodo, ha iniziato le riprese di Notti magichenoir sui generis con due cavalli di razza come Giannini Giancarlo ed Herlitzka Roberto, uno che, nonostante fosse già vecchio vent’anni fa, fu nel corpo dell’anima di Raffaella Ponzo, godendo del suo immane culo prima di girare Buongiorno, notte.

Insomma, avrei da raccontarvene sulla mia vita strampalata e anche “strappalacrime”, ma so che mi fareste fare solo la panchina.

Adesso, vi saluto, un gelato allo yogurt e ai frutti di bosco mi aspetta. E, leccando, alle volte si scioglie e altre volte diventa duro. Leccate bene, donne.

Che c’entra il parcheggio? Nel parcheggio, so che tu vai a zoccole. Zoccolone!

Ah ah! Eh sì, come diceva Andrea, ci dai di “martellino” e ti piace la peluche.

di Stefano Falotico

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