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SCANNERS: d’ora in poi, nessuna compassione per i dementi sia nel Cinema che nella vita reale


06 Mar

scannersscannersfalotico

Ebbene, giriamoci attorno per arrivare poi alla sparata micidiale. Nel mio consueto stile che oramai, giustamente, non chiede più perdono a nessuno dei suoi azzardi, anzi, con veemenza inaudita, irrefrenabile, sguaina la spada e infilza altri imbecilli. Facendo saltare per aria le loro budella marce e poi picchiando loro furentemente in testa con ancor più ampio vigore.

Fulgore!

Sì, beccatevi questa clip e ammutolitevi. Ne abbiamo le palle piene di queste borghese altezzose. Con le loro profumerie, i loro bon ton, le loro buone maniere fintissime, laccate e soprattutto leccate.

Leccate da qualche bauscia che consola i loro momenti di frustrazione, regalando a queste i soldi per shopping di altri cazzi. Sì, quelli degli amanti gigolò che, nel loro ambientino, il loro “habitat naturale” di finzioni, di lor feste orgiastiche da Eyes Wide Shut, si trastullano da scambiste obbrobriose, repellenti, anzi, di pelli puzzolenti.

E questa è pura Arancia meccanica dura, cazzo.

Sì, siamo stanchi oramai delle prese per il culo. Imperterrite, impietose, abominevoli, sfacciate, di queste plateali derisioni da imbroglioni col culo parato e la facile parlantina… ché tanto hanno sempre i soldi per altra carta da parati.

Sì, hanno attestato di carte bianche la loro presunta, oserei dire untissima superiorità altolocata solo nel comprare un altro panno sporco da biancheria Intimissimi per nuove stronze, sporcizie e volgari malizie segretamente ripulite dietro tangenti e corruzioni avvocatesche grazie a qualche lercia tresca oziosa.

Sì, questi prima peccano e sporcano, quindi si smacchiano grazie a mance che presto dimenticano i loro bassi colpi mancini.

E quell’altro panzerotto? Che fa? Guardatelo come cammina e poi sfila in macchina tutto in tiro con tanto di giacca e cravatta stirata e linda per merito della varechina di una che lo mantiene, una valchiria. Sì, è un semi-analfabeta ma ha ereditato una fortuna dal padre e ora, nonostante si presupponga che debba mantenere lui la puttana tedesca con cui sta, incassa perfino altri maritati, no, “meritati”, ammogliati guadagni da magnaccia che mangia alla nostra faccia. Ammollandoglielo di tanto in tanto grazie ai suoi contanti.

Chiariamoci molto bene, puttanieri, filibustieri e cazzoncelli vari.

Io lavoro più di voi, giorno e notte elevo il cervello e non solo l’uccello per distaccarmi da questo mondo di bei coglioncelli. Ma guadagno assai poco, caro il mio porcello.

Ma non accetterò, d’ora in poi, altre reprimende, altri pugni e che tu mi dica che non valgo un cazzo, dandomi della vile, vivente pugnetta nullafacente. Sennò, da me riceverai solamente altre salviette. E dovrai metterti in ginocchio, sì, genuflesso davanti al Muro del Pianto, mio mulo. Cosicché, anziché prendere per i fondelli gli ebrei e i diversi, caro fascistone-nazistoide dei miei stivali, col tuo infrangibile, ottuso muro di gomma, dall’alto del tuo edonistico, materialistico culto io ti piscerò nel luogo del tuo culo. In modo qualunquistico. Sì, ove piscio piscio. Senza sottilizzare in modo sofistico.

E non ti cago!

Mi dirai che sono un tipo cuculo e io te lo piazzerò ancora e ancora più a novanta. Stanne sicuro! Finché non la pianti nel dirmi che devo soltanto piangere di rimpianti.

Ora, ai tuoi neuroni predisponiamo un sofisticato impianto. Questo è quanto.

E quella troiazza? Che cazzo fa? Insegna ai bimbetti e ai pappagalli, con la sua grinzosa pappagorgia, sempre le solite pappardelle, ovvero moralistiche lezioncine leziosissime su come si sta al mondo nella scuola magistrale della sua pippa e schiappa e poi va a rinfrescarsi le chiappe “in formissima” a Ibiza?

Basta, non faccia le bizze. Ora le serviamo una bella pizza! Chiaro, pazza? Se non ti è chiaro, altra pummarola ’ncoppa e in capa a questa capra con la sua cima di rapa, una campagnola che vuol pure spacciarsi per gran signora e invece desidera, intimamente, sol che qualcuno le spazzi l’aiuola. Ecco, la vedi questa suola, falsa suora? Ora arriva in testa.

Le zoccole non meritano coccole. Essendo caccole, è tutto grasso e merda che cola.

Che cosa? Devo tornare a scuola? Ehi, troiona? È così? Allora ora ti sbatto nel sottosuolo.

E quel bambagione che fa? Ancora sfotte gli anziani e gli omosessuali? Quelli sulla sedia a rotelle? Gli manca davvero qualche rotella. E ora ha finito di far il bello con le sue ciambelle. Sfotte pure i bidelli! L’unico buco che verrà bene non sarà quello che questo farabutto si fa con le sue amichette, con la sua siringa sterilizzata dietro il titolo igienicamente pulito, bensì la voragine che ora gli si aprirà nello sfintere grazie al mio clistere.

E d’ora in poi portate rispetto e pigliatevelo ove vi siete meritati di prenderlo a causa della vostra demenza.

No, la mia non è buona creanza. È solo avervi spappolato la panza.

Senza rancore, un uomo che si è stancato di esser trattato davanti da gentile signore di gran cuore e poi, da dietro, inculato a morte.

Andate a farvi fottere e bruciate con enorme calore!

Altrimenti, vi friggo le teste di cazzo che siete e anche quel coso che avete fra le gambe esploderà. Ma non più di goduta, fottuta ilarità.

Eh già. Mi sa che proprio questo accadrà. Ah ah.

Super disturbo psichico da vostri iper-disturbati con tanto di sturbo e turbo.

 

In fede,

uno che di questa società è orgogliosamente un disadattato infedele.

Infelice no.

Gli infelici, vi ho detto, siete voi, infetti e dalla nascita insetti, miei stronzetti

 

 

di Stefano Falotico

Il genio delle stronzate, cioè io, è tornato con charme imbattibile e rinomata classe co(s)mica


09 Mar

Joaquin Phoenix McConaughey

Sì, a quanto pare lo standalone sul Joker con Joaquin Phoenix sarà la storia di un comico fallito degli anni ottanta, ispirato al mitico Rupert Pupkin di Re per una notte, che si ricicla criminale dopo non aver agguantato il successo. Le premesse sono interessantissime.

Di me, tutto si può dire tranne che delinqui. Sì, in passato, debbo ammettere che le mie intemperanze mi portarono a gesti dettati da una rabbia cosmica, tragicomica, che non poco m’ha fatto penare e, per scagionarmi da illazioni sulla mia mente, ho dovuto combattere come un matto… ah ah. Sì, col senno di poi, chiunque ha potuto dimostrare che la mia sanità mentale, nonostante arbitrii e anche ammonizioni del tutto arbitrarie, forse dovute a pregiudizi di scarso fair play nei confronti della mia dignità, è rimasta pressoché intatta. E resto un menestrello che spesso poetizza la vita per riderci su come fanno i grandi commedianti, le persone dotate di autoironia e indubbia consapevolezza di quanto sbagliai, di come apatico molte sbadigliai, di quanta merda ingerita abbia dovuto sbadilare per uscire dalla fossa in cui la cattiveria e le immotivate invidie mi stavan facendo precipitare. Ma, si sa, precipitevolissimevolmente, che è la parola più lunga dell’italiano, caddi, quanto rapidamente risalii la china e la mia anima è di nuovo pura come fosse stata appena lavata con la varechina. Sbadilare è un verbo che propriamente non esiste nella forma corretta italica, ma è d’uopo considerarlo patrimonio “escrementizio” di questo mondo infetto e assai ammorbante.

Mi specchio e la mia bellezza ne ha risentito. Il viso, che prima era liscio come l’olio, adesso è un po’ da sgrassare con f(at)ica di gomito. Sì, dovrò fare molte “flessioni” per restaurarlo all’incavato che fu, ma me la caverò. Ingrossatelo per smagrirvi… Sì, emaciato diverrò ancora, pallidamente scheletrico eppur di cuore robusto in quest’umanità di morti viventi. Ma son affari che riguardano la mia bilancia e non voglio qui sbilanciarmi sulla dieta a me più appropriata. Una dieta buona, bonissima, sarebbe fare il “joker” con Lauren Phoenix. Ex pornostar di culo ciclopico, che dieci anni fa non poco scombussolò i miei equilibri mentali e, alla cui vista, cadevo come una pera cotta, sudando “sette camicie”. Sì, Lauren rimane la donna con le natiche più sode della storia, una donna che mi lasciava mosciamente con lo sguardo perso nel “bianco” più “denso” di spermatozoico impazzir in onanismi forsennati e inverecondi. Ah, che donna gioconda. Rimembro ancor quel mio membro che per lei si smembrava e, nel rimembrare, nella “vergogna” mi adombravo, essendo la masturbazione ancor considerata colpevole di… innocenza.

Salvini sostiene che i ragazzi del Sud sono abituati a fare un cazzo dalla mattina alla sera, e che a loro padani, lavoratori duri…, tira un po’ il culo… Cioè la disamina della mia passione per Lauren. Sul resto del suo programma elettorale, avrei altro da obiettare, ma son obiettore di coscienza e so che esiste il Bluray dell’Armata delle tenebre ma anche esistono i dvd di Lauren, amata per poco “teneri”…

Sì, soffro di tenerezza, amo svisceratamente ogni donna, e per ogni donna languidamente mi “sveno”, anche se non pago nessuna, e non vado per il “sottile”. Sì, perché esser sottili quando si può essere morbidi, lisciamente vellutati e duramente tirati? Sì, sono uno che se la tira… posso permettermelo e, se posso, non vedo perché non posso metterlo. Perché ometterlo e far i pii ometti quando si può farsi in quattro… per un par de tette? A parte gli schizzi, no, gli scherzi. Al Festival di Cannes, forse vedremo Moondog. Ho detto tutto… Sono un uomo che va contenuto? Lasciate pur che mi sfoghi… non v’è niente di male nelle esuberanze virilmente toste come un muscolo di McConaughey ben (s)pompato. In verità, vi dico che molte donne mi considerano un cazzone. E sul cazzone vogliono “appurare”. Io lascio che appurino… Adesso, vado a cucinarmi un caffè. E ricordate: chi fa da sé, può farsene alla volta anche più di tre. Comunque sia, son sempre meglio di un tè. Più che uomo da standaloni, sono stallone meglio di Sylvester, e sicuramente uno standup comedian. A che età è morto Napoleone? Effettivamente non ricordo, ma Wikipedia me lo dirà. Questo per farvi capire che ci son cosce, no scusate, cose ben più importanti su cui approfondire, ah ah, e fare. Suvvia, per la Madonna!

 

di Stefano Falotico

 

 

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Dirty Grandpa, exclusive Poster(iore) from MTV


07 Jan

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Post(er) delirante, anzi denirante.

Eppur il Bob di questa “forza”, che sostiene il peso della bellezza efebica del “frocio” Zac Efron, destinato a Baywatch, mi attizza, mi “virilizza”, non m’imbarazza, a differenza dei benpensanti, perché lo dichiaro e non lo nego, sono un bukowskiano PEN pen(s)ante, soffro per donne che, come Aubrey Plaza, si dinoccolino di “spogliatoi” casarecci in memoria delle “commediaccione” di omaccioni con la Fenech che fu, magra e androgina eppur “calorifera”, spingente.

Che male c’è in questa locand(in)a? Afflosciatevi voi, andate al cinema ad osannare Ryan Gosling, quest’ibrido che non si sa se è un fur(b)etto o uno stronzino? Io preferirò mille volte il Bob anche “annacquato”, alcolizzato, di risse e risate da bar(o), da barbone che si taglia il pelo ma non il vizi(ett)o, che fa il verso a Il laureato, di petto irsuto, robusto, appena un po’ appesantito dalle “tempie” che passano e se ne fottono dei film “impegnati”. Questo De Niro di “fighette” s’impregna, “lo” impenna, è ficcante di battone, no, di battute, scaraventa al vento i luoghi comuni e anche i galatei, eppur è galante, ci sa far(sel)e, e io me lo sparerò come della vodka calda, vellutata e liscia, come le cosce di una scemotta a cui dar il pisellin’ tutto “irruente”, irriverente, fetente di “cazzino”, no, di cazzone, no, di (s)porco calzino, questo Bob lo voglio, è mio, Zac lo sa e si apre la lampo in un batter d’occhi aperti.

Sveglia, “fringuello”, è tempo di scopare.

Se in Blade Runner era tempo di morire, qui è tempo di (t)rombare.

Alcuni, dinanzi a questo titolo zozzone piangono.

E allora lasciamoli fessi, io invece voglio la “fessa”, con tanti cazzi nel cervello e neanche “una” appunta nell’uccello.
Datemi del pazzo e io vi darò un azzo, no, un ass(o), no, mazzo di ros(s)e, di bott(an)e in faccia da culo.

Luca Carboni, anche dopo le befane di carbone, passato il 6 Gennaio, canta che Bologna è una regola.

Sì? Allora, pigliasse le sue tegole, no, regole, e me lo leccasse.

unnamed  di Stefano Falotico

 

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